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Autore: luvsam    19/09/2023    3 recensioni
“Quei poveri ragazzi, povere mamme”
“Tutta la comprensione di questo mondo, Brenda, ma io non ho mai voluto mandare i miei figli a Camp Oljato, quel posto è marcio fino al midollo”
“Lily, non mi dire che credi alle sciocchezze raccontate da quel pazzo?”
“Non le ha raccontate solo lui, negli anni altri hanno visto”
“Ma per favore, è una storia inventata”
“Sarà, ma i due bambini sono scomparsi proprio nella capanna dei ritratti, e poi sai come si dice, vox populi, vox dei”
L’istinto di cacciatore cominciò a vibrare e il giovane Winchester ebbe la sensazione che qualcosa non quadrasse in quella storia.
Genere: Avventura, Hurt/Comfort, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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Lo State Mental era la classica struttura con lunghi corridoi, brulicanti di personale, dalle pareti con i colori rilassanti e l’odore di disinfettante, e Sam non poté fare a meno di pensare che si sentiva un po' claustrofobico da quando erano entrati.
In parte attribuì l’inquietudine al fatto che i Winchester non mettevano mai piede in un ospedale se non quando qualcuno di loro era gravemente ferito, ma il motivo più profondo era che odiava quei posti da quando aveva ritrovato suo padre sul freddo pavimento di una stanza.
Niente avrebbe mai potuto cancellare quell’immagine dalla sua mente, era uno dei soggetti più ricorrenti dei suoi incubi, oltre la morte di Jessica, e l’angoscia del ricordo trasparì dal suo viso tanto che ad un certo punto Dean chiese:
“Stai bene, Sammy?”
“Sì, sto bene”
“Sei sicuro?”
“Sicuro”
“No, perché…”
“Siamo qui per lavorare, non per parlare di me”
“Okay, come vuoi”
I due fratelli percorsero fino alla fine il corridoio 1 del terzo piano e si fermarono davanti alla stanza 345. Si scambiarono uno sguardo d’intesa, poi, dopo essersi sistemato il nodo della cravatta, Dean bussò e attese che qualcuno aprisse.
“Credevo di essere stato chiaro, dovete lasciare in pace mio figlio!-urlò un uomo aprendo la porta -Non vogliamo interviste, vogliamo solo buttarci questa brutta storia alle spalle e tornare alla nostra vita”
“Signore, c’è un equivoco, non siamo giornalisti”-rispose con calma Sam mostrando il distintivo, imitato da Dean.
L’uomo rispose con una faccia scioccata e si affrettò a riprendere il controllo.
“Agenti, scusate, non immaginavo…Ci stanno martellando, non ci danno tregua”
“Non si preoccupi-rispose sorridendo accomodante il maggiore dei Winchester-immaginiamo che sia un momento molto difficile per voi”
“Un inferno, vorrei non aver mai mandato il mio ragazzo a quel campo”
“Possiamo entrare?”
“Certo, ma non vedo che cosa…”
“Sappiamo che suo figlio è sotto choc e non ha più parlato dalla scomparsa dei due bambini, ma abbiamo molta esperienza in casi di PTSD e vorremmo tentare di comunicare con lui”
Il signor Collins si fece da parte e Sam intercettò subito la figura di Frankie su una sedia a rotelle. Accanto a lui c’era una donna, presumibilmente sua madre, e notando le lacrime sul suo viso, il cacciatore provò una punta di compassione. Si avvicinò ai due e salutò la signora Collins:
“Sono l’agente Blide e lui è il mio collega, l’agente Johnson, ci dispiace molto per quello che state passando”.
Prese una sedia e si sistemò accanto alla donna senza prestare attenzione al ragazzo, che se ne stava con il capo chinato, insensibile a tutto quello che lo circondava.
Per il momento l’obiettivo del cacciatore era la madre e non sarebbero partiti con il piede giusto se si fosse messo a fissarne il figlio. Mantenne lo sguardo sulla signora Collins e osservò che, nonostante i capelli scuri fossero spettinati e gli occhi verdi segnati da notti insonni, era una bella donna.
“Sa che cosa mi dicono tutti? Lidya, sei fortunata perché Frankie non è sparito come gli altri due bambini, ma, lo guardi, le sembra che sia davvero qui? Era pieno di vita, era meraviglioso, mentre ora…”
Dean si morse un labbro per impedirsi di ribattere che la luce degli occhi di mamma era uno stronzetto prepotente, che aveva scatenato quel casino, e si avvicinò a sua volta al ragazzino in carrozzina.
“Scommetto che è proprio come lo descrive ed è per questo che vogliamo fare il possibile per riportarlo indietro”
Sam annuì per dare ancora più credibilità a quanto aveva affermato suo fratello, ma la poverina non sembrava intenzionata a mollare.
“I medici hanno detto che c’è speranza che si riprenda ed io devo esserci”
“Lo comprendiamo, davvero, ma dobbiamo osservare il ragazzo senza interferenze”
“Non lascio il mio bambino”-ribadì angosciata la donna.
“Signora, mi ascolti, so che l’ultima cosa che vorrebbe è allontanarsi da questa stanza, ma credo le farebbe bene prendersi una pausa. E’ stravolta e scommetto che non mangia qualcosa, o riposa da un po'. Tutto questo non le fa bene e prima o poi crollerà e non le permetteranno più di stare qui. Lo ha detto lei, ci sono speranze che si riprenda e Frankie avrà bisogno di tutto il suo sostegno quando lo farà, quindi non si può trascurare. E poi, se riuscissimo a scoprire che cosa è successo in quella capanna, potremmo aiutare altre due madri a riavere i propri figli”.
“Complimenti, fratellino -pensò Dean- bel colpo”
“E’ in un buone mani, si fidi di me”-insisté il giovane intuendo di aver fatto vacillare la donna. Le appoggiò una mano sul braccio destro e la fissò dritto negli occhi.
Dean sorrise impercettibilmente perché era sicuro che non fosse ancora nato chi avrebbe potuto resistere a suo fratello in modalità occhi di cucciolo, poi concentrò la sua attenzione sulla signora Collins e lesse sul suo volto un profondo conflitto. Era chiaro che stava pensando alle parole di Sammy, che continuò a braccarla, come se fosse a caccia. Le strinse piano il braccio e le sorrise invitandola ancora a fidarsi di lui.
Dopo ancora qualche secondo di riflessione la donna appoggiò una mano su quella del giovane e chiese:
“Mi promette che non farete niente che…”
“Glielo prometto, signora. Vada a prendere un caffè e una boccata d’aria e non si preoccupi”
La donna annuì e dopo aver dato un veloce bacio al figlio, si fece portare dal marito fuori dalla stanza.
Dean si assicurò che la porta fosse chiusa, poi si voltò verso il fratello e chiese:
“Come facciamo parlare questo idiota?”
“Dean”
“Non dirmi che stai solidarizzando con un bullo?”
“Non sto solidarizzando con nessuno, ma non serve a nulla insultarlo. Guardalo, non ha smosso un muscolo da quando siamo arrivati”
“Che cosa suggerisci? Gli diamo una botta in testa e vediamo se si sveglia?”
“No, volevo chiamare Missouri e vedere se può darci una mano”
“Non la sentiamo da un po' e Lawrence è lontanuccia”
“Lo so, ma non vedo altre strade. Dobbiamo raggiungerlo in modi non convenzionali e non possiamo farlo da soli”
Sam tirò fuori il cellulare e selezionò il numero della loro amica sensitiva. Si erano visti l’ultima volta quando lui e Dean erano ritornati a Lawrence in seguito ad una premonizione che aveva avuto sulla loro vecchia casa, poi si erano separati e da allora non c’erano stati molti contatti. Inserì il vivavoce e attese che qualcuno dall’altra parte rispondesse.
“Sam Winchester, mi stavo domandando quanto ancora avresti aspettato prima di chiamarmi”
La voce della donna fece sobbalzare il ragazzo, che deglutì e salutò:
“Ciao, Missouri”
“Ciao, Missouri? Pensi di cavartela così? È proprio vero che il frutto non cade mai troppo lontano dall’albero”
“Che vuoi dire?”
“Tuo padre si comportava così: spariva per mesi, poi chiamava quando aveva bisogno di aiuto. Sei vicino al ragazzino?”
“Non ti ho detto dove siamo, o perché ti ho chiamato”
“Se fossi lì, ti prenderei a sberle per la mancanza di rispetto, ma recupererò. E tu, Dean, non ti azzardare a sorridere, ne avrò anche per te”
Missouri tacque un attimo, poi aggiunse:
“John era un brav’uomo, mi dispiace davvero, ragazzi”
“Grazie”
“Dunque-fece la sensitiva schiarendosi la voce per cacciare indietro l’emozione-vediamo di capire che diavolo è successo in quella capanna. Se fossi lì, sarebbe tutto molto più semplice, ma dobbiamo improvvisare, quindi, Sam, devi darmi una mano”
“Io? Come?”
“Devi essere il mio collegamento e ti spiego subito come, ma, Dean, ascoltami bene: quello che stiamo per fare non sarà una passeggiata per tuo fratello, quindi tienilo d’occhio”
“Che vuol dire?”
“Quello che ho detto, lo tieni d’occhio e se diventa troppo, interrompi la connessione”
“Puoi essere meno criptica?”
“Sam, ci sei?”
“Sì, Missouri, sono qui”
“Okay, prendi una mano del bambino e chiudi gli occhi. Respira profondamente e concentrati sulla mia voce, isolati da tutto il resto”
“Va bene”
“Dean, se lo vedi soffrire, se vedi qualcosa di storto, separali”
“Ricevuto”
Nella stanza calò il silenzio per qualche attimo, poi la voce di Missouri cominciò ad uscire dalla cornetta e Dean spostò lo sguardo su suo fratello, pronto a reagire.
Per qualche minuto non accadde nulla di particolare, Frankie restava a capo chino e Sam gli teneva una mano, poi improvvisamente i due si irrigidirono all’unisono e la musica cambiò. Il bambino spalancò gli occhi e iniziò a scuotersi come se avesse le convulsioni, ansimando rumorosamente.
A Dean sembrò di assistere ad una scena di un film horror, ma non andò nel panico fin quando non vide una cascata di sangue sgorgare dal naso di suo fratello.
“Missouri, basta, fermati”- urlò prima di lanciarsi in avanti per allontanare la mano di Frankie da quella di Sam.
Pensava che sarebbe stato facile avere ragione di un bambino, ma si ritrovò a lottare contro una forza non normale per un undicenne e faticò non poco per interrompere la connessione. Non appena ci riuscì, Sam si afflosciò tra le sue braccia, mentre Frankie ritornava nel mondo dei viventi.
Dean lo guardò stupito chiedendosi come diavolo fosse possibile che fosse passato così velocemente da ameba a essere cosciente, poi realizzò che dovevano battere in ritirata al più presto e iniziò a scuotere il fratello.
“Ehi, sei con me?”
“Dean”
“Ce l’hai fatta, Sammy, hai riportato indietro Frankie, ma ora dobbiamo andare. Scommetto che i suoi genitori torneranno a breve e non devono trovarci qui”
“Dean, l’ho vista, era terribile”
“Chi?”
“Credo di aver visto chi ha preso Thomas e Louis”
   
 
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