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Autore: Duchessa712    20/09/2023    2 recensioni
È che ci sono due lettere d'addio e non sa quale spedire.
[La storia partecipa alla challenge Tra bivi e porte scorrevoli indetta da Ashla sul forum Ferisce la penna]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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To run or to stay:this is the question

"Kira." Sarah, ultimamente, è tutta un sospiro - sconfortato, impaziente, sconsolato: non sa decidersi nemmeno lei - e Kira lo sa, che è colpa sua, che ormai è tardi, che il treno è partito e perduto e lei s'è persino fatta una lista di pro e di contro. È solo che non è realmente tardi, che sì, lo voglio non l'ha ancora detto e la lista è stropicciata nella sua mano, incompleta, a parità.

"Lo so." ammette, mortificata, tremolante - Sarah le ha detto che è già una risposta, il non saper scegliere (volere, si è corretta poi: tu non vuoi scegliere, anzi si è ricorretta un'altra volta, non vuoi ammettere di aver già scelto).

Kira ha strappato petali di margherite e ne ha fatto coriandoli per la sua disperazione - Oliver o Max, Oliver o Max, Oliver o Max -, ma, arrivata alla fine, ricominciava la sua cantilena.

"Se vuoi andartene -" ma questo è il fatto: non lo sa, se vuole andarsene, e sarebbe più semplice se Oliver fosse terribile e orrido, i soldi e il buon nome il suo solo vanto - invece è bello e attento, un poco artista e un poco folle, ma, per un matrimonio d'interesse che deve tirarli fuori dalla bancarotta potevano esserci candidati peggiori. È solo che -

"Kiki." i sospiri di Sarah si colorano di colpa: è lei la maggiore, ma questo è un peso che non ha dovuto portare (e chi ci pensava, poi, che papà stesse mentendo, che per feste e vacanze e stravaganze spendesse soldi che non possedeva; chi ci pensava che, nel ventunesimo secolo, i matrimoni d'interesse esistessero ancora).

"Lo so." ripete, ma non specifica cosa: che deve farlo, che può non farlo, che Oliver è buono, ma sembra non vederla, che tra due ore si sposa e ha ancora in testa un altro, che Max le ha baciato la fronte e le ha detto che la scelta era sua, che lui c'era, ma non l'avrebbe forzata - e quasi l'avrebbe preferito, Kira, un ultimatum. È che in un triangolo non pensava mai di finirci, che, quando da ragazzina leggeva quegli stupidi romanzi e proclamava a gran voce che lei avrebbe scelto l'amore, non si fermava a riflettere. È che l'amore ha un prezzo, è che suo padre l'ha guardata piangente e le ha detto grazie, bambina mia, è che potrebbe amarlo, Oliver, la cui unica colpa è non essere Max, è che Max, invece, lo ama già e sa - irrazionale, sciocca, innamorata - che lo amerà per sempre. È che ci sono due lettere d'addio e non sa ancora quale spedire.

Solleva gli occhi dal foglio, incrocia quelli di Sarah nello specchio, e, pallida e sull'orlo delle lacrime, si concede un ultimo istante per pensare - scappare o restare; Max o Oliver; se stessa o suo padre: "Ho deciso." sussurra.
   
 
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