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Autore: Sunnydafne    25/09/2023    3 recensioni
La separazione in amore è come un lutto, sopratutto nel caso di Inuyasha e Kagome, separati da 500 anni ed un portale che non funziona più. Come supereranno il loro dolore? Vediamoli mentre attraversano le tipiche 5 fasi del dolore.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Seconda fase

FASE DELLA RABBIA

 

“Non è giusto”, “Cos’ho fatto di male per meritarmi questo?”. 

Durante la seconda fase la persona sperimenta la rabbia per la perdita, vissuta come ingiustizia. Si tratta di un passaggio molto delicato dell’iter psicologico e relazionale che può coincidere con il momento di massima richiesta di aiuto oppure con il suo esatto contrario (chiusura totale e ritiro in se stessi).



🥀



INUYASHA

“dannazione!!!”

Provai il pozzo, una volta, due volte, ma proprio non voleva farmi passare.. 

Anche tu hai provato?

“maledetto!!! ”

Maledetto il pozzo, maledetto il tempo, maledetti tutti!

“Inuyasha ” la voce di Shippo interrompe le mie maledizioni

“cosa vuoi marmocchio?” 

scontroso, scorbutico, arrabbiato; il mio tono non cela minimamente il mio stato d'animo. Il ragazzino lo percepisce e lui cambia umore, da timoroso, triste e preoccupato per me a terrorizzato e preoccupato per sé, la tristezza rimane sempre lì, come promemoria di ciò che ho perso.

Lo vedo titubare, incerto su come comportarsi, come rispondere, quindi abbaio una risposta prima di lui.

“cosa? Cosa, Shippo?? Sei qui per darmi la colpa di tutto come al tuo solito?” forse sono ingiusto, forse, ma non sono dell'umore di fargli da balia.

Il suo odore muta nuovamente facendo spazio a quella spezia che associo alla rabbia.

“Non prendertela con me, cane scontroso!” urla il ragazzino con coraggio ritrovato.

Mossa sbagliata.

Salto fuori dal pozzo, atterrando alle sue spalle; è ancora troppo lento, troppo inesperto, è un miracolo che sia sopravvissuto fin ora.

“perché diavolo sei qui?” non lo voglio qui, non voglio vederlo, non voglio vedere nessuno se non Kagome.

“il pozzo non è tuo, Inuyasha!” devo ammetterlo, il ragazzino ha trovato decisamente più coraggio del solito, ma si sbaglia se pensa che sarò gentile con lui solo perché ancora cucciolo, in fondo non c'è più nessuno a difenderlo da me.

“è il mio territorio!” schietto e sincero, il pozzo fa parte della mia foresta “ti voglio fuori dai piedi, subito, se tieni alla pelliccia”

Shippo rabbrivì, la sua spavalderia si perde nei lacrimoni che si formano nei suoi occhi.

“perché sei cattivo con me?” mi urla cercando e fallendo di trattenere un singhiozzo

“cresci Shippo, e fallo fuori dai miei piedi” il mio primo istinto sarebbe di prenderlo per la collottola e lanciarlo lontano, ma non ne vale la pena, fatica sprecata.

“ti voglio lontano dal pozzo” gli intimo, la minaccia è velata dietro ai miei occhi, il messaggio chiaro al cucciolo di volpe.

Lo lascio lì, per il momento non ho altro da fare al pozzo, mi allontano, la rabbia che mi taglia l'ossigeno. Tornerò al pozzo più tardi, al calar della notte. Non voglio essere in nessun altro posto in questa prima notte di luna nuova lontano da te. 

Arrivo nel cuore nella foresta, la mia foresta, ha cosa mi serve poi una foresta?! Stupidi umani.

Il mio respiro è sempre più corto, l'aria sempre più chiusa. Ho bisogno di spazio. Stupidi alberi.

Sfodero gli artigli, gli alberi cadono con tonfi sordi e cicatrici eterne.

 

L'area è sgombra, il mio respiro torna lentamente alla normalità, il cuore riprende le pulsazioni.

l'ossigeno è tornato.



Kagome

“sorella ” mi chiama Sota da dietro la porta chiusa della mia camera “c'è Ery al telefono ”

“dille che sto dormendo ”

“è la terza volta che chiama oggi, e altre 4 ieri, non posso mentirle ancora”

“Non puoi o non vuoi? ”

Sota rimase in silenzio

Uno strano senso di rabbia mi salì al petto, aprii la porta con violenza urlandogli contro

“Non sai fare niente! Cresci un pó, Sota ”

Scesi le scale di fretta, sollevando la cornetta, ma invece di portarla al mio orecchio l'ho sbattuta al ricevitore, concludendo così la telefonata. Ery sarebbe stata offesa, ma non mi importava.

Uscii fuori di casa, correndo al pozzo, aprii le porte così violentemente da farle quasi uscire dai loro binari. Mi avvicinai al pozzo, la rabbia mi ribolliva nel sangue, detti un calcio al legno, sentendo una certa soddisfazione nel gesto, che ripeterti più volte.

“è tutta colpa tua, stupido pozzo! Stupido, stupido” gridavo ad ogni calcio.

Dopo un'infinità di calci, non contenta, afferrai il bordo del pozzo cercando di stratronarlo

“ti odio, pozzo inutile!”

“fammi andare di là! ” continuai ad urlargli, saltandoci dentro incurante della mia incolumità.

Atterrata in malo modo sul fondo, le lacrime sostituirono le mie invettive senza senso.

“sorella” mi chiamò Sota dal bordo del pozzo

“LASCIAMI SOLA!“ gli gridai in risposta, continuando a piangere nell'oscurità.

Rimasi lì fino al calare della notte, anche mia madre provò a chiamarmi, ma niente riuscì a farmi muovere.

Era notte di luna nuova, la prima da quando eravamo stati separati. Altre lacrime si formarono nei miei occhi. Piansi fino ad addormentarmi in quel sudicio e umido pozzo. 

Inuyasha.. 

Quella fu la prima notte che ebbi incubi, quella fu la prima notte che iniziò la mia paura del buio.




Note 

Eccoci con il secondo capitolo, la rabbia. Che ne pensate? 

È una specie di sfogo scrivere questa storia, uno sfogo che voglio offrire a InuYasha e Kagome. 

 

Alla prossima e grazie a chi ha dedicato del tempo alla lettura. 

Sunnydafne 

 

   
 
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