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Autore: FragileGuerriera    30/09/2023    3 recensioni
Missing moments ispirato all'episodio 106, "Le due guerriere".
Michiru incontra Haruka e cerca di convincerla ad accettare il suo destino di guerriera Sailor, ma tra le due nasceranno numerosi scontri: Haruka è decisa a non voler sacrificare i suoi sogni per un disegno crudele di cui non comprende il significato. Al tempo stesso Michiru intraprenderà una battaglia personale per negare i sentimenti che inizia a provare per Haruka.
ATTENZIONE: all'interno della fanfiction saranno presenti scene forti (ma non violentissime) legate al sogno apocalittico di Haruka.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena | Coppie: Haruka/Michiru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza serie
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Buonasera a tutti, pubblico con ampio ritardo il penultimo capitolo che si rifà in buona parte all'ultimo volumetto di Yamada. Chiedo venia per il ritardo, ma sono stata sopraffatta da problemi famigliari e il nuovo lavoro, per cui ci ho messo tantissimo a rivedere questo ultimo capitolo, inizialmente scritto di getto. Tuttora so che avrei potuto fare un lavoro di revisione migliore, ma temo anche che se non lo carico ora, la pubblicazione slitterebbe di un'altra settimana, cosa che voglio evitare.

Prima di lasciarvi alla lettura voglio precisare una cosa: nello scorso capitolo qualcuno mi ha fatto notare che ho sbagliato a scrivere "Neptune" scrivendo "Neptuno". In realtà non è uno sbaglio, come mi sembra di aver già precisato in passato, tutte le mie fanfiction fanno riferimento all'anime originale di Sailor Moon, quello degli anni '90 e con il quale sono "cresciuta". Nella versione degli anni '90 Milena quando si trasformava non prendeva il nome inglese, ma quello italiano di "Sailor Neputno", così come specificato anche da Wikipedia e anche da altre tracce rimaste su internet del suo nome originale, tra cui anche il video su Youtube in cui le Outer si presentano a Milord e in cui lei si presenta come Sailor Neptuno (link: https://youtu.be/QeT0RP-4MEg?si=1FPrKd16YIbaoMIj) . Ovviamente non me la sono presa, semplicemente volevo motivare il perchè della mia scelta di non chiamare Michiru "Sailor Neptune" :-)

Augurandovi buona lettura, vi saluto con gli immancabili ringraziamenti a tutti voi che state leggendo, ai lettori che l'hanno inserita tra le seguite, che l'hanno inserita tra le preferite, che l'hanno salvata tra le ricordate o che recensiscono.


15.


Era passata una settimana da quando Elza passò a casa di Michiru, dopo la spiacevole sorpresa di ritrovarsi malamente accolta da Haruka non passò più a casa della violinista.
Nel frattempo si preparò al rientro a scuola di Michiru poichè voleva essere naturale con lei, ma non sapeva come fare alla luce dell'enigmatica frase di Haruka che continuava a darle tormento. Alla fine arrivò alla decisione che l'unico modo per essere naturale con la ragazza era essere come sempre. Se nelle parole di Haruka ci fosse stato un fondo di verità o fossero state totalmente vere, Michiru l'avrebbe messo senz'altro in chiaro.

Quando finalmente Michiru tornò a scuola ed Elza la vide le andò subito incontro abbracciandola! Michiru fu imbarazzata da quell'abbraccio. Il che le fece un po' strano: fin prima che Elza partisse erano normali e più che ben accetti i suoi abbracci che lei, pur non prendendo mai l'iniziativa, talvolta ricambiava volentieri. Provava sempre un senso di benessere quando poteva stare abbracciata all'atleta, ma adesso le veniva istintivo essere imbarazzata. Gli unici abbracci che cercava o che ricambiava ormai erano quelli di Haruka.

Elza le chiese come stava e lei la ringraziò per averle portato la cartella. Elza le disse che non doveva ringraziarla e mentre le chiese cosa le era successo di preciso le passò un braccio attorno al collo. Michiru ancora rimandò il chiarimento con la ragazza, finendo così per non respingere il suo abbraccio e per raccontarle sommariamente come era stata, senza mai specificare quanto era ridotta male e quanto Haruka le fu vicina.
Elza fece caso al fatto che Michiru non menzionò mai la bionda e questo da una parte le fece capire che qualcosa non tornava. Nonostante ciò non volle forzare le cose, anche se avrebbe voluto tanto sapere fin da subito se ci fosse stata anche la possibilità più remota di avere ancora speranza con la violinista. Conosceva troppo bene la ragazza però ormai e sapeva che più avrebbe insistito per sapere qualcosa meno ne avrebbe saputo, perciò, nonostante lei fosse una ragazza molto impulsiva, sapeva che avrebbe dovuto aspettare che Michiru si sentisse pronta per affrontare il discorso appena accennato prima di scappare da scuola.


Il giorno tanto atteso arrivò dopo qualche tempo.

-Mi manca, sai?- affermò sorridendo, ma con lo sguardo malinconico.

-Che cosa?- domandò girandosi dalla sua parte mentre si portava una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

-Il venirti a prendere tutte le mattine in camera...

-Il mio rientro dalle vacanze estive è stato molto diverso da quanto immaginassi. Neanche io avrei pensato di passare così tanto tempo fuori scuola.

-Mh... Cosa c'è di così tanto allettante fuori da scuola che prima dell'Estate non c'era?

Solamente una banda di essere spregevoli che vogliono distruggere il mondo. La loro forza è aumentata così tanto nel giro di breve che sono costretta a vedermi molto più spesso di quanto immaginassi con Haruka per riflettere sulle diverse strategie per poter annientare questo Esercito.” fu la risposta immediata a cui pensò. Sorrise, sapendo che non avrebbe mai potuto dirlo (sicuramente anche Elza, come Haruka prima, l'avrebbe presa per pazza), per cui rispose: -Tante valutazioni e decisioni che non mi sento più di prendere da sola.

-Ad esempio?

-La scuola superiore.

-Quindi passi molto tempo con i tuoi genitori per farti consigliare da loro?- chiese perplessa. Aveva conosciuto i coniugi Kaioh solo tramite i racconti di Michiru, ma non le sembravano quel tipo di genitori a cui rivolgersi per ogni tipo di perplessità. L'educazione ricevuta dai genitori, talvolta autorevole, talvolta autoritaria, talvolta fredda, avevano portato Michiru a delinearsi da sola il proprio futuro professionale che avrebbe voluto intraprendere. Sempre e comunque però dentro il percorso di vita tracciato dai genitori.

-No, non da loro...

-Da chi?

-Haruka.

Le bastò quel nome per sentire una forte stretta al cuore, riportandole alla mente la fine del concitatio diverbio avuto con l'aspirante pilota a casa di Michiru. Si sforzò per non dare a vedere il suo stato d'animo: -Vi vedete spesso tu e lei?

Michiru ripensò a tutti gli incontri che avevano non per parlare della loro missione: a volte era per fare una passeggiata insieme, altre per decidere la scuola in cui andare; a volte Michiru la andava a vedere correre con le moto e altre volte Haruka la accompagnava al conservatorio per ascoltarla durante le esercitazioni con il suo maestro di violinio; a volte si vedevano per fare un giro in moto insieme, altre andavano una a casa dell'altra semplicemente per passare una serata insieme. Certo, Haruka nelle ultime settimane non aveva nascosto che avrebbe preferito passare quelle seratine in modo diverso, manifestando tale desiderio allungando le mani, ma erano stati solo un paio di episodi facili da respingere. Ogni pretesto era buono per vedersi e, a parte quegli sporadici attacchi ormonali dell'altra, si trovavano sempre in sintonia su tutto. -Sì.

-Chi lo avrebbe detto, vero? La prima volta non ti aveva neanche degnata di attenzione e poi siete finite per vedervi tanto spesso.

Già, tra Haruka che tentava di sfuggire e lei che aveva pensato di voler essere sua amica solo per tattica, chi l'avrebbe pensato che avrebbero finito per trovarsi così bene da decidere di mettersi insieme? -Sai, io e Haruka, anche se a primo impatto non si direbbe...

-... siete molto meno diverse di quanto credevi.- completò Elza la frase per lei. Aveva già sentito una frase simile.

-Sì- rispose meravigliata lei. -Come lo sai?

-Un uccellino biondo mi ha detto parole simili.

Michiru sorrise teneramente a quelle parole. Nel giro di pochi mesi si era legata molto ad Haruka e ogni tanto si stupiva di credere di aver veramente trovato la sua anima gemella. Proprio lei che era stata tra le ragazze meno avvezze a fantasticare sul suo futuro amoroso, aveva trovato una persona con cui, durante la settimana di permanenza a casa sua, aiutata a fare quasi tutto, si era consolidato un rapporto molto più intimo di quello ottenuto tramite un semplice spogliarsi a vicenda per la semplice frenesia di andare in avanscoperta dei propri sensi.

Ad Elza bastò quel sorriso mai visto prima per capire: -Ci tieni a lei, vero?

Michiru capì che era giunto il momento per parlare della sua relazione con Haruka. -Elza, io... Mi dispiace non avertelo detto prima, è da tempo che aspetto l'occasione giusta. Questa Estate è stata determinante per conoscerci meglio e chiarirci. Abbiamo passato molto tempo insieme e abbiamo scoperto di provare gli stessi sentimenti per cui abbiamo deciso di frequentarci.- Finalmente l'aveva detto e al tempo stesso non aveva infranto la promessa fatta ad Haruka: non le aveva detto che era una vera e propria relazione, ma semplicemente che avevano deciso di vedersi per vedere se potevano davvero stare insieme.

-Capisco...- Elza rimase a riflettere. Poi senza guardarla in viso le chiese: -L'hai baciata, vero?

Michiru arrossì leggermente. Non pensava di dover affrontare anche quel discorso con l'atleta, per quanto ci potesse stare: Elza se n'era andata dopo un bacio mancato per pochissimo e quando era rientrata dopo un mese e mezzo lei, mandando all'aria tutti i suoi timori, aveva già baciato un'altra persona. Una persona con cui continuava a vedersi e con cui non c'era un incontro che non includesse altri nuovi baci. Più si vedevano, più parlavano e più contatti fisici avevano, più sentiva di non sbagliarsi: quello che provava per Haruka era davvero amore. -Sì...

-Ti è piaciuto?

Michiru arrossì più visibilmente a quella domanda specifica. Per un breve momento si figurò Haruka che con la voce un po' sbruffona dava una delle risposte tipiche sue: "Beh, trattandosi di me, certo che le è piaciuto- mentre si passava una mano tra la frangia con fare vanitoso -Cosa credevi?". Sorrise mentalmente stupendosi di quanto ormai iniziava a conoscerla bene da riuscire ad immaginare perfettamente in che modo avrebbe potuto rispondere la ragazza al posto suo. Ciò nonostante non riuscì a parlare, limitandosi a stringere le mani che aveva abbandonate al proprio grembo.

Non ottenendo risposta, Elza volse il suo sguardo verso la ragazza. Il rossore e lo sguardo fisso verso il basso di Michiru fu per Elza una conferma alla sua domanda. Haruka era riuscita ad avere quello che lei non aveva ottenuto per un soffio! -Che ne è stato di tutte le tue remore? Haruka non è forse una ragazza?

-Ci siamo viste una sera e lei mi ha aiutato ad allargare le mie vedute. Mi ha fatto capire che non stavo dando una giusta intepretazione al concetto del peccato.

-Mi piacerebbe capire come ha fatto, io ci ho provato per così tanto tempo!- la sua voce era pacata.

-Vedi, io non so quanto lei sia credente, di sicuro è una persona molto profonda che ha ragionato molto sulla questione del rapporto tra religione e omosessualità.

-Capisco.- Elza si chiese se forse non avesse sbagliato approccio. La sua era una famiglia cattolica, per quello l'avevano iscritta in quel collegio, ma se fosse stato per lei non sarebbe stata così praticante. La sua era una fede che più il tempo passava, più si rendeva conto che era tiepida, per cui non si era mai soffermata a pensare troppo a cosa ne pensasse la religione della sua preferenza per le ragazze. Forse era questo che le aveva impedito di capire che il problema di Michiru di acettare la sua natura non dipendeva solo dai genitori, ma anche da una questione religiosa. Se le avesse detto che come lei non doveva dare importanza a Dio su questioni simili forse avrebbe potuto arrivare per prima al suo cuore?

Michiru guardò l'amica assorta nei suoi pensieri. Nei suoi occhi le sembrava di vedere un velo di malinconia e si dispiacque per non essere riuscita a trovare il coraggio per dirle prima come stavano le cose. Sapeva che dal giorno del Tanabata molte voci accompagnavano la sua presunta relazione con il bellissimo ragazzo biondo di nome Haruka Tenoh e forse sperava che Elza, conoscendola, riuscisse a ricavare la verità tra le diverse versioni che la vedevano protagonista dei pettegolezzi da cronaca rosa delle compagne. -Elza, mi dispiace molto...

-No, non dirlo, Michiru!- la interruppe immediatamente la ragazza -Non mi dire che ti dispiace perchè sembra che ti dispiaccia vederti con lei quando in realtà nessuno ti ha costretta a farlo e sei liberissima di smettere di frequentare Haruka quando vuoi.

-Non era per questo che mi dispiace...

-Michiru, va bene così. Non sono arrabbiata con te, davvero.- La fissò negli occhi sorridendo facendole così capire di essere sincera. Era giovane e aveva tutta la vita davanti per trovare anche lei la persona giusta. Inoltre ormai era già quasi certa di non aver più possibilità con Michiru. Nel giro di un mese e mezzo molte circostanze erano cambiate e le avevano portate a perdere abitudini prima quotidiane, allontanandole inevitabilmente . La violinista le aveva soltanto dato conferma di una cosa quasi certa e lei avrebbe dovuto soltanto arrendersi alla realtà dei fatti: per quanto fossero quasi diventate una coppia, non lo erano mai state e Haruka, conscia di ciò, era riuscita a mettersi in mezzo a loro due e a conquistare il cuore di Michiru.


***                    ***                    ***


Il tempo volò in fretta, Elza si iscrisse in una scuola adatta a lei pensando di specializzarsi nella corsa ad ostacoli; la scuola arrivò al suo termine e il giorno della licenza media era arrivato. Il giorno della licenza media e superiore era molto sentito in tutto il Giappone e anche nella loro scuola. Molti studenti, anche della scuola superiore -il collegio di Michiru comprendeva anche le scuole superiori che però erano formate da classi miste-, scrissero dediche sul banco di Michiru, mentre altri assalirono quasi letteralmente Elza chiedendole qualcosa da poter tenere di ricordo. Per questo, l'ultimo giorno di scuola, Elza arrivò tardi all'appuntamento con Michiru.

Poche settimane prima della fine della scuola infatti Michiru le aveva chiesto di vedersi l'ultimo giorno nell'aula di pittura perchè avrebbe dovuto parlarle.

-Ehi, Michiru, sono qua!!- le disse Elza terminata la corsa per non arrivare eccessivamente in ritardo al loro appuntamento.

-Stai bene?- vedendola mentre cercava di riprendere fiato.

-Sono stata presa d'assalto da quelli del mio fanclub... Uff...- prese ancora un po' di fiato prima di riprendere. -Mi dispiace se sono arrivata tardi, tutti volevano qualcosa di me come ricordo. Mi hanno derubata strada facendo! Ahahah!

-Questo è perchè sei molto popolare!- affermò Michiru.

-Tu lo sei molto di più. E' perchè tu sei molto schiva e te ne stai in disparte quindi non sai quanti studenti del tuo fanclub, sapendo di non poter chiedere niente in tuo ricordo, sono andati nella nostra aula e per scriverti dediche sul tuo banco. C'era la ressa davanti all'aula e ho visto anche tre numeri di telefono.- aggiunse sghignazzando.

-Sono schiva è vero, ma non vedo perchè lasciare qualcosa di mio a chi non conosco. Loro mi stimano solo per il mio talento e per quello che rappresento, non sono mai stati come te. Tu sei stata l'unica che ha voluto conoscermi per davvero. Non lo dimenticherò mai- disse abbozzando un sorriso. -A te avrei lasciato volentieri un ricordo.- Si diresse poi verso alcune tele appoggiate a terra -Ho guardato più volte, anche tra i lavori realizzati dalle compagne del corso...

-Hai perso qualcosa?

-Un dipinto che aveva te per soggetto.

-Chi potrebbe mai rubare un dipinto che ha me per soggetto?

-Era solo un piccolo ritratto che volevo lasciarti come mio ricordo perchè da oggi le nostre strade si divideranno e probabilmente non ci rivedremo mai più.

Quelle parole così inaspettate furono glaciali per Elza. Era vero che avrebbero studiato in due scuole differenti, ma non era questo un motivo per cui perdere i contatti: -Perchè dici questo? Possiamo ancora vederci ogni tanto.

-No, Elza, questo non sarà possibile.

-Ma... Posso almeno sapere perchè?- aveva già dovuto rinunciare ai sentimenti che provava per lei e ora, di punto in bianco, si sentiva dire che doveva rinunciare totalmente a lei. Si sentiva come se il suo mondo stesse crollando tutto d'un tratto. Aveva stretto molte amicizie ed era certa che molte amiche non le avrebbe più riviste, anzi, forse a parte tre non avrebbe più rivisto nessuna del collegio. Questa non era una cosa che le dispiacesse, a lei erano simpatiche le ragazze con cui aveva legato, ma aveva ragione Michiru quando diceva che erano tutte interessate all'estrazione sociale di una persona e che erano anche parecchio bacchettone. L'unica persona con la quale le interessava davvero mantenere i contatti le stava sostanzialmente dicendo addio. Perchè? Era vero che si era presa una bella piomba per lei, ma questo non voleva dire che non potevano restare amiche. Forse non sarebbe mai riuscita a provare solo amicizia per la violinista, ma di sicuro non avrebbe fatto nulla che Michiru non volesse.

-Elza, tu mi piaci e non voglio mentirti, per cui non chiedermi altre spiegazioni.- Michiru sapeva che quelle parole avrebbero potuto ferire Elza, per questo decise di rimandare il suo addio all'ultimo giorno, per far sì che la ragazza si concentrasse esclusivamente sulla scuola e sui suoi obbiettivi personali. Anche se la stava salutando con cordialità, non era facile nemmeno per lei dirle addio. Ora che però aveva trovato Sailor Uranus, la sua missione finale di salvare il mondo era diventata di primaria importanza e non poteva continuare a vedere Elza andando avanti a tacere sulla sua seconda identità, continuando a fuggire ogni volta che il mare le portava il suo messaggio di tempesta e mentire sui reali motivi per cui certe volte non avrebbero potuto vedersi a causa delle ferite riportate negli scontri contro futuri demoni. Haruka aveva imparato a calibrare la potenza della sua bomba di Urano ed era ormai diventata agile quasi quanto lei: come immaginava erano diventate un'ottima squadra. Nonostante ciò anche i creatori dei demoni che dovevano distruggere riuscivano a fortificare i loro mostri sempre di più. Con Sailor Uranus al suo fianco si sentiva molto più sicura di riuscire ad arrivare alla battaglia finale, ma a quel punto una di loro due, entrambe, o i loro nemici avrebbero perso la vita. Elza, ora le era chiaro, era stata la sua prima cotta, così vicina dall'essere anche la sua prima ragazza, ma non doveva essere coinvolta in tutto quello che le sarebbe accaduto da lì in avanti. Sapere di non avere più la possibilità di vedere la prima persona che le si avvicinò in modo del tutto disinteressato, era una cosa che le pesava. Non riusciva a dirle addio a cuor leggero, specie se si trovava di fronte a quello sguardo smarrito di Elza.

-E così sei stata solo un miraggio...- disse amaramente Elza. -Penso di volere qualcosa da te, a prova che sei esistita davvero nella mia vita e che non sei stata solo il frutto di una fantasia adolescenziale.

-Va bene. Che cosa vorresti?

-Non voglio chiederti niente di quello che hai che sia particolarmente dispendioso.

-Non ho nulla con me che sia dispendioso- ribattè la ragazza dai capelli verde acqua ridacchiando. -Non ho che la sciarpa della mia uniforme, i miei dipinti e pochi altri oggetti per la pittura. Puoi chiedermi qualunque cosa.

-Qualsiasi cosa va bene?

-Sì.- Glielo doveva, sapeva di averle dato molti dispiaceri in quegli ultimi mesi e soprattutto quel giorno stesso.

-Qualunque... T... Tu... Intendi proprio qualsiasi?

-... Sì...- stavolta la sua risposta non era più sicura come prima. A cosa stava pensando di preciso la ragazza?

Elza si avvicinò e lentamente allungò una mano verso di lei, appoggiandola alla sua spalla. Quanto avrebbe voluto darle almeno un bacio per rendere più dolce, per quanto anche più doloroso, il loro addio! Solo un bacio avrebbe voluto. Quello che le era stato negato prima di partire, quello che a volte ancora sognava se pensava ad un futuro alternativo. Se solo non fosse partita... Forse se Michiru avesse provato... Forse avrebbe capito che in realtà era lei la ragazza giusta. Doveva provarci, anche se Michiru usciva con Haruka non erano davvero una coppia, quindi tutto sommato non era poi così sbagliato voler provare a risvegliare quei sentimenti che Michiru aveva provato per lei fino all'Estate passata. Le guardò quella bocca per lei così invitante... Sì, doveva farsi coraggio! La guardò in quegli occhi incerti dello stesso blu del mare e l'attirò a se'. Una raffica di vento aprì le finestre socchiuse dell'aula, distraendo così Elza. Michiru che stavolta non fu abbastanza pronta per realizzare e fermare quello che stava per accadere, ringraziò in cuor suo di quel piccolo effetto a sorpresa e si allontanò per affacciarsi alla finestra. Fu così che vide, davanti al cancello della scuola, Haruka in un bellissimo smoking, probabilmente utilizzato per festeggiare la fine dell'ultimo anno delle medie. Inutile dire che subito le ragazze la raggiunsero raggianti: Haruka attirava le ragazze come il miele le api. Doveva abituarsi se non voleva morire di gelosia ogni volta che le si avvicinava una donna.

-Toh, guarda! Il cavaliere è corso a salvare la principessa dall'ex pretendente!- disse con una certa ironia Elza dopo essersi affacciata a sua volta e aver visto la bionda. Quindi era vero quello che si diceva in giro: Haruka faceva stragi di cuori alla sola vista. Lanciò un'occhiata a Michiru pensando: “Mah, speriamo bene!”

-Haruka è come un cavaliere.- proseguì il discorso di Elza, Michiru- Un cavaliere dorato proveniente da un Regno Argentato. Non ridere di me, Elza, ne' ti arrabbiare- continuò senza staccare gli occhi dalla figura di Haruka -ma la prima volta che vidi Haruka pensai che fosse un ragazzo, eppure anche dopo aver capito che era una ragazza, mi è bastato guardarla negli occhi per restarne colpita. Nel tempo, nonostante i primi incontri siano stati tra i peggiori, abbiamo iniziato a conoscerci meglio e i miei sentimenti per lei sono cambiati fino a diventare più profondi. E' il destino che ci ha fatto conoscere, portandoci a continui incontri finchè non ci siamo arrese ai nostri sentimenti. Devo andare.- annunciò infine girando la testa per guardarla in volto.

-Michiru...- la fermò Elza. -Io voglio solamente che tu sia felice. Abbi cura di te. Sono certa che anche tu riuscirai a diventare chi vuoi essere veramente. Buona fortuna per tutto!

-Lo stesso vale per te. Elza, anche io voglio che tu sia felice, anche se devo andare. Il nostro è un addio... per il momento-. Si congedò così dall'atleta, con quella piccola bugia. Elza sarebbe sempre rimasta nel suo cuore e pensò che lasciarle un piccolo spiraglio di speranza, per quanto lei sapesse che era illusoria, l'avrebbe aiutata a superare meglio la loro separazione.

Elza rimase a guardare Haruka attorniata dalle studentesse del collegio: giravano voci sul conto suo e di Michiru e sebbene sapessero di essere tutte un gradino più in basso rispetto alla violinista, tutte cercavano di ammiccare con lei, che non parlava molto, ma abbozzava dei sereni sorrisi. “Entrare nel mondo di Michiru, così insofferente al mondo aristocratico che da sempre la circonda, non è facile; si è costruita un muro per difendersi dai giudizi degli altri per cui riuscire a raggiungere il suo cuore è un'impresa... e a quanto pare anche restare nella sua vita. Tu però sei riuscita a raggiungere la principessa nella torre*. Per favore, non far soffrire Michiru che ha visto in te il cavaliere a cui aprire il suo cuore.” Ripensò alla loro prima disputa e al fatto di aver perso ogni speranza dal primo momento in cui Michiru vide la bionda e in fin dei conti, lei lo aveva sempre saputo. Lo aveva capito quando girandosi verso gli spalti per salutare Michiru prima della partenza la vide con lo sguardo assorto e rapito. Michiru non ebbe che occhi per Haruka da molto tempo prima di incrociare il suo sguardo o che si evolvessero i suoi sentimenti. Elza l'aveva persa nel momento esatto in cui Michiru dall'alto degli spalti potè osservare l'aspirante pilota. Sorrise mestamente all'illusione che l'aveva portata a pensare di poter comunque vivere la sua storia d'amore con la ragazza che le aveva stregato il cuore.


Nel frattempo Michiru arrivò al cancello e, mostrandosi stranamente cordiale salutò tutti i suoi fan. -Quanti ammiratori che hai!- esclamò stupita Haruka quando fu raggiunta. -Devo forse essere gelosa?

-Non so, dici che dovresti?

-La gelosia non è nel mio carattere.- rispose quella sorridendo e facendo spallucce.

-Certo che dici a me, ma in dieci minuti direi che ti sei già fatta un bel po' di ammiratrici!

-Loro non mi conoscono, si sono avvicinate solo perchè sono un bel ragazzo!

-Ragazzo o no, ti avevo detto di non venirmi a prendere comunque. Attiriamo l'attenzione e non mi piace dare nell'occhio.

-Nemmeno a me, ma questa è l'ultima volta che posso passare da scuola a prenderti e vederti con questa uniforme.

-Se ti piace tanto l'idea di venirmi a prendere, l'anno prossimo puoi uscire subito dall'aula a fine lezione così quando arriverò, con molta calma al cancello, potrai far finta di essermi venuta a prendere.

-Che idea sciocca!- le due ragazze risero insieme, attirando ancora di più attenzione di tante ragazze, sia della loro età che più grandi che le guardavano con occhi sognanti.

Decisero di incamminarsi. -A proposito, che è successo alla tua sciarpa?- domandò Haruka notando che Michiru non portava più la sciarpa della sua bella divisa alla marinaretta.

-Tsk! Mi è stata vigliaccamente rubata.

-Speri che ci creda?

-Almeno quanto io devo credere che tu sia venuta fin qui solo per vedermi con questa uniforme!

Haruka sorrise, immaginando chi avesse quella sciarpa in quel momento e tutto sommato non le diede nemmeno fastidio. Aveva imparato a familiarizzare e ad ascoltare i messaggi del vento e quel giorno proprio il vento l'aveva avvisata che di lì a poco qualcuno avrebbe provato a tuffarsi in un mare che non gli apparteneva. Haruka si era dunque recata in fretta verso la scuola di Michiru, giungendo in tempo per rivendicare a modo suo ciò che si era faticosamente conquistata. Michiru era sua, nessuno poteva guardarla come la guardava lei, figurarsi provare a baciarla! “Prima deve passare sul cadavere di Sailor Uranus!” Sorrise a quel pensiero, sapendo quanto era veritiero, mentre Michiru la prendeva sottobraccio.


Da lontano Elza osservò la scena di Michiru con Haruka. Era la prima volta che vedeva Michiru comportarsi con scioltezza con qualcuno che non fosse lei ed era la prima volta che vedeva comparire un pieno sorriso sulle labbra di Tenoh. Quando era in sua presenza o era nervosa o era proprio incazzata. Invece con Michiru, le era bastata vederla, per sorridere e guardarla con occhi gentili. Tutte le ragazze attorno a loro le guardavano con occhi sognanti e lei dovette ammetterlo, erano una coppia veramente bella da vedere. Le guardò allontanarsi e seguì con lo sguardo Michiru finchè la vista glielo permise, poi chiuse gli occhi, stringendo la mano.
La sciarpa di Michiru era l'unica prova che il passaggio della violinsta nella sua vita era stato reale e concreto.

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* Principessa nella torre: è ovviamente un riferimento al titolo dei primi due racconti di Yamada, "Lady in the tower" :-)


  
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