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Autore: Lunaharry66    30/09/2023    0 recensioni
Sanji si confronta con il fatto che Zoro sappia tagliare della frutta - e che conosca un alimento a lui sconosciuto.
-Leggera Sanji/ Zoro
-Ambientata probabilmente dopo l'episodio 8 della prima stagione del live action.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Coppie: Sanji/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FRUIT NINJA

-Ho una fame ! Vediamo se c’è qualcosa di interessante! - esclama Luffy con il suo 

solito - ed instancabile - entusiasmo.

Sanji è così stanco che poteva  sentire le sue braccia diventare sempre più pesanti e le gambe iniziare a tremare. Se in una di quelle casse dovesse veramente esserci qualcosa in grado di calmare l’appetito del capitano fino all’ora di cena, beh, potrebbe diventare improvvisamente ed estremamente devoto. 

 

Annuisce esasperato, ma grato che l’umore sia alto.

Hanno appena percorso a velocità record l’intera circonvallazione dell'isola su cui erano attraccati per una piccola sosta. Alle loro calcagna un gruppo di pescatori infuriati, le loro canne talmente affilate che Zoro aveva dovuto tagliarle per evitare che salissero sulla Merry.  

Sanji apre con facilità uno dei  barili che Nami aveva sgraffignato dalla merce di un peschereccio. Certo, l’accordo iniziale era che nessuno avrebbe rubato nulla, ma  alla fine della giornata il baule era stato l’unico lato positivo della loro piccola scappatella.

Su quell’isola non c’era neanche un venditore di sigarette!

Né un tabaccaio, né qualche tossichello di quartiere che spaccia sigari di scarsa qualità negli anfratti del porto. In situazioni estreme non è per niente schizzinoso: se qualcuno glielo avesse venduto, avrebbe comprato perfino del tabacco alla fragola - che personalmente ritiene la cosa più inutile mai inventata dall’uomo. 

 

Sotto il coperchio trovano vari sacchetti di carta, ognuno etichettato con una serie di numeri e lettere, probabilmente i codici di identificazione dei vari prodotti.

Luffy e Usopp iniziano a scuotere alcuni dei sacchetti per decifrarne il contenuto.

-Che problemi avete? - sbuffa Zoro senza scomporsi più di tanto. - Potrebbero esserci delle uova. 

Sanji lo fissa con astio nonostante - stranamente aggiungerebbe- l’altro abbia detto qualcosa di giusto. Non è mentalmente in grado di preoccuparsi dei modi di Luffy e Usopp però. Tutto quello che vuole è farsi una lunga doccia e cancellare dalla sua pelle l’odore disgustoso di pesce.  Certo, ovviamente è abituato a lavare con cura le sue mani per pulirle dai sapori persistenti della cucina, ma stavolta è stato letteralmente lanciato in mezzo a delle lische e l’esperienza non gli è piaciuta.

 

Zoro continua a guardare Usopp e Luffy con occhio critico, le braccia incrociate e un cipiglio fastidioso sul volto scontroso. Da quando hanno rimesso piede sulla nave, Sanji non l’ha sentito lamentarsi della puzza neanche una volta.

Per essere onesti, la maglietta di Zoro - e in generale lo spadaccino - è messa peggio rispetto alla sua camicia. A causa delle macchie miste di sangue, olio motore, interiora di pesce, sabbia e pittura - non sa e non vuole sapere come ci siano arrivate - il colore originale dell’indumento è irriconoscibile. Sanji sa che la maglietta era di un verde brillante perché è una persona meticolosa e attenta ai dettagli, non perchè abbia passato qualche secondo in più di quanto sia considerato socialmente accettabile a fissare le possenti braccia di Zoro avvolte nel tessuto di lino.

Assolutamente no.

E chiunque possa pensare una stupidaggine del genere è meno sveglio di un membro della ciurma di Arlong, parola di chi ne ha presi a calci abbastanza per ritenersi un esperto.

Inoltre, Zoro - non importa quanto l’altro possa affermare il contrario dato che non ha voce in capitolo - è universalmente conosciuto per non profumare come una rosellina appena sbocciata.

In verità, i pirati del Mare Orientale non lo temono per la sua insulsa tecnica delle tre spade, quanto più per il suo rivoltante odore. Il prossimo obiettivo di Sanji appena sbarcheranno su un altro isolotto? Rifornirsi di altre sigarette per la sua scorta e procurarsi un po’ di creme aromatizzate e deodoranti vari per lo spadaccino. Altrimenti Sanji non sarà in grado di affrontare l’intera traversata per la Rotta Maggiore con un campione di fogna a bordo?

 

Il motivo per cui non ha espresso le sue preoccupazioni agli altri membri dell’equipaggio?

Bhè, Nami lo prenderebbe in giro finché, a causa dell’umiliazione e dell'esasperazione non si getterebbe in mare da solo; Luffy gli sorriderebbe chiedendo maggiori spiegazioni; Usopp non saprebbe mantenere il segreto; Zoro lo trafigerebbe con la sua odiosa spada.

Decisamente nessuna delle prospettive è allettante.

Per questo il suo piano è semplice: deve migliorare l’odore di Zoro senza che l’altro se ne accorga. Magari depositando piccole quantità di unguenti sulle lenzuola dell’amaca o intrufolando delle gemme profumate durante il lavaggio dei suoi vestiti.

Effettivamente sarebbe una buona idea.

 

Nel mentre che la sua testa, evidentemente danneggiata a causa dell’intenso fetore , si perdeva a fantasticare su metodi alternativi per salvaguardare il suo naso, Luffy e Usopp hanno depositato tutti i sacchetti a terra, i loro occhi delusi e sconsolati.

-Ma chi diavolo riempie un’intera cassa di soli fagioli secchi?- domanda Usopp a nessuno in particolare.

-Qualcuno che soffre di stitichezza sicuramente. - brontola Nami, persino lei insoddisfatta del carico che ha rubato.

-Aspettate ! - dice Luffy come se avesse appena trovato il One Piece. - C’è ancora qualcosa! 

La cassa è così profonda che, nel tentativo di raggiungere il fondo, il capitano ci finisce dentro gambe a penzoloni.

Zoro, stranamente spazientito dalla situazione, rovescia il baule e il relativo

contenuto - ovvero Luffy insieme a questo fantomatico sacchetto dimenticato - a terra.

 Il moretto  mostra soddisfatto una busta leggermente diversa dalle altre: è chiusa da un vistoso nodo fatto con dello spago. Luffy le dà un paio di colpetti incoraggianti che risuonano come se avesse bussato su del cartongesso.

-Dai, dai, aprilo! - lo incoraggia Usopp cercando il suo sguardo per un'ulteriore esortazione. Sanji si limita ad annuire e Luffy intercetta il suggerimento al volo.

Scarta il sacchetto con più cura del necessario. Al di fuori della confezione c’è uno strano frutto ovale, la buccia è spessa e di uno strano colore verdognolo. 

 

-Sanji, che frutto è questo?- domanda Luffy sicuro di ricevere una risposta. 

Sanji se lo rigira tra le mani, curiosando con meno cautela appena è sicuro che non ci siano infide spine nascoste da qualche parte.

-Non lo so, non ho mai visto niente del genere. - mormora il cuoco sovrappensiero.

Un risolino inaspettato si leva dietro di lui.

Sanji alza di scatto il capo per trovarsi davanti il ghigno divertito di Zoro.

-’Mbè, che c’è da ridere?

-Veramente non conosci il deryon? - chiede Zoro tra le risate.

 

Sanji deve ammettere - ma solo a sé stesso - che quell’espressione rilassata dona molto al volto corrucciato dello spadaccino. In ogni caso preferirebbe non essere il motivo dei suoi ghigni.

-Il che scusa? - domanda il capitano confuso.

-Doryeon. - pronuncia Zoro. Le sillabe sono strane, si accavallano tra di loro. Sanji non sarebbe in grado di dire da quali lettere è composta la parola. Probabilmente è in qualche dialetto locale.

-Sei sicuro?- Sanji è già pronto a polemizzare, ma Nami - rimasta silenziosa fino a quel momento- gli piazza una bella gomitata in mezzo alle costole. Sanji la guarda in cerca di spiegazioni e lei alza semplicemente le spalle.

Ah, le donne.

 

-Sicurissimo. Ѐ molto buono.

-Perfetto! - esclama Luffy, ormai l’entusiasmo completamente ritrovato. - Come lo apriamo?- chiede mentre cerca di spaccare a mani nude la coccia dura del frutto.

-Da qua. - dice Usopp. Solleva il frutto più in alto che può, pronto a scagliarlo a terra. Zoro interviene appena in tempo togliendolo dalle mani e cullandolo al petto come se - inconsciamente- avesse un neonato tra le braccia.

-Non si fa così!- afferma lo spadaccino con tutta la serietà di cui è provvisto.

-E allora come si fa signor sapientone ?- sghignazza Sanji provocatorio.

-In questo modo.

Zoro estrae la sua spada, lo sguardo fisso e concentrato come durante una cerimonia sacra.

-Aspetta, aspetta, aspetta. - irrompe il cuoco in un lampo di coscienza. - Non mangerò nulla che sia entrato in contatto con quella spada.

-Sono d’accordo ! - si unisce Nami avvicinandosi.

-Noi invece non ci facciamo problemi.

-Figuarti. - borbotta Sanji in direzione di Usopp e Luffy.

 

Zoro scrolla le spalle indifferente alla situazione. Si avvia verso il sottocoperta con il frutto tra le braccia e loro lo seguono confusi.

-Quali intenzioni hai? - domanda Nami.

-Cucina. - è l’unica cosa che borbotta Zoro.

In qualche modo Sanji lo convince a detergersi le mani e, sotto insistenza di Luffy, a consegnargli uno dei suoi coltelli più affilati.

Zoro incide il frutto verticalmente, spaccando la coccia a metà. Traccia il perimetro della buccia più interna dallo strano colorito biancastro, poi si volta verso Sanji.

-Mi dai un piatto per favore?

Il cuoco impiega un paio di secondi a metabolizzare il tutto e, mentre afferra un piatto dalla credenza, è ancora sconvolto.

Zoro che dice per favore. A lui. Per caso quel frutto contiene sostanze allucinogene che tramutano di colpo i marimi scostumati in perfetti gentiluomini?

Zoro deposita la parte biancastra del frutto sul paitto e la taglia in striscioline sottili della stessa lunghezza. Usopp prova a prenderne una, ma lo spadaccino è più veloce e scaccia con noncuranza la mano.

-Aspetta due minuti Usopp.

Il più piccolo dei due si accuccia sulla sedia e guarda disinteressato lo spadaccino che continua a tagliare il frutto.

Lo strato più interno di tutti è rappresentato da un ovale arancione dall’aspetto sodo.

Zoro lo riduce in altrettante striscioline e fa segno a Nami di passargli un mezzo limone che Sanji aveva lasciato su un piattino. Zoro spreme un’ abbondante dose di succo su tutto il frutto.

 

-Certo, con la mia spada ci avrei messo molto di meno.

Lo ignorano, l’unico pensiero condiviso da tutti è addentare un po’ di quel frutto dall’aspetto invitante. Il sapore aspro del limone e la dolcezza quasi stucchevole del doa-, dor- - do come cazzo ti chiami- si fondono perfettamente insieme. Sanji annuisce soddisfatto senza quasi rendersene conto.

 

-Mh, mh! Zoro, ma è fbuonisspo! - afferma Luffy mentre mastica, disseminando pezzetti di polpa per tutto il tavolo.

Sanji guarda sconsolato il pasticcio che dovrà pulire, ma non può far altro che essere d’accordo con il giovane capitano. Quel frutto dal nome impronunciabile è proprio buono e si stupisce di non averlo mai provato prima.

Metà del frutto deve essere ancora tagliato e Sanji sta pensando a qualche modo per sfruttarlo a meglio.

-Come mai lo conosci? - chiede Nami curiosa, almeno lei ha la decenza di deglutire prima di parlare.

-Semplicemente a Shimotsuki ce ne sono sempre stati in grande quantità. Soprattutto intorno  al dojo che frequentavo da bambino.- aggiunge Zoro dopo qualche secondo.

 

Sanji non può fermarsi dall’immaginare un piccolo e altrettanto fastidioso Zoro che si esercita instancabile per perseguire un sogno che, adesso, è sempre più vicino a raggiungere. 

-Conosci qualche ricetta?

Zoro lo fissa pensieroso, le dita della  mano destra che picchiettano un ritmo conosciuto solo da loro. Se si concentra abbastanza, Sanji può sentire gli ingranaggi della mente di Zoro muoversi a fatica. È questo che succede quanto olii poco il motore.

Lo spadaccino fa cenno di no con la testa, sul suo viso un ‘espressione che si può classificare come vagamente dispiaciuta.

Per chi, Sanji non lo sa.

Gli sembra difficile, anzi sfugge alla sua totale comprensione, il pensiero che Zoro possa essere dispiaciuto per lui, soprattutto per un fatterello del genere.

Continuano a guastarsi il frutto rimanente mentre ascoltano distrattamente - ad eccezione di Luffy - una storia raccontata da Usopp.

Improvvisamente Zoro schiocca le dita, i suoi occhi fissi in quelli di Sanji.

 

-Le vecchie del mio villaggio preparavano sempre degli involtini di riso e deryeon. Non dovrebbe essere troppo difficile.

-Ovviamente non lo è! - sbuffa Sanji indispettito. Il giorno in cui Zoro riuscirà ad apprezzare completamente le sue doti culinarie sarà lo stesso in cui Nami smetterà di rubare e in cui lui abbandonerà definitivamente le sigarette per passare all’uncinetto.

-Tu, con me. Voi andatevi a fare una doccia. - ordina Sanji, nella cucina padrone assoluto , a Nami e ai due ragazzi. Zoro non si muove dalla sua postazione, una statua di sale.

Sanji si risciacqua nuovamente le mani e fa fare lo stesso allo spadaccino.

Con Zoro nei paraggi l’igiene preventiva non è mai troppa.

Il cuoco dispone sul bancone tutti gli ingredienti necessari: del riso già cotto avanzato dalla colazione, fogli di alghe e spezie varie.

-Abbiamo delle carote?

Sanji risponde controllando la dispensa e tornando da Zoro con delle carote già lavate, pulite e pronte all’uso.

-Basta tagliare tutto a striscioline e poi arrotolare, proprio così. - gli spiega Zoro mentre farcisce un foglio di alga con una cucchiaiata abbondante di riso e  delle fettucce di doryeon e carote. Sanji lo osserva corrucciato mentre arrotola l’involtino.

-Perchè fai le cose al contrario? - chiede esasperato il cuoco.

-Che intendi, scusa?

-Gli involtini non si arrotolano così, stai sbagliando verso marimo. Dammi che sistemo. - gli dice mentre cerca di prendere il fagottino.

Zoro lo guarda come se avesse appena insultato il suo intero albero genealogico.

-Gli involtini di doryeon si chiudono così.

-Ah sì? E cosa li distinguerebbe da tutti gli altri involtini del mondo?

-Stai zitto che fino a due ore fa neanche conoscevi il frutto!

Battibeccano per un po’, ma è poi un colpo di bastone - probabilmente di Nami- proveniente dal piano di sopra a farli smettere.

 

-Arrotola come cazzo di pare. - bofonchia Sanji continuando l’opera.

Zoro non solleva neanche lo sguardo dal suo piatto. 

Ben presto il vassoglietto che Sanji aveva portato è pieno di involtini arrotolati in due modi diversi. Da un lato quelli di Sanji, con la classica forma a cilindro, dall’altra quelli di Zoro, chiusi su sé stessi come dei boccioli.

Guardandoli dall’alto sembrano quasi, quasi, carini.

Mentre pulisce il bancone con una pezza, Sanji non può fare a meno di rivolgere una domanda allo spadaccino, la lingua che corre veloce e intrappola le parole nella sua rete come mosche con il miele.

-Veramente non ricordi altri piatti?

Zoro mima “no” con la sua bocca traditrice e Sanji sghignazza.

 Del resto cosa si aspettava da un marimo cocciuto come Zoro?

-Forse… C’era questa specie di porridge ? Sembrava la pure di zucchine che hai preparato l’altra sera, ma a base di doryeon, banana e fragole. - gli risponde Zoro in ritardo.

-Mh, peccato. Al prossimo mercato che visitiamo voglio vedere se riusciamo ad acquistarne altro.

 

Se poi quella sera, quando tutti stanno ronfando tranquillamente nelle loro cuccette e lui è l’unico ancora sveglio nel tentativo di riprodurre un piatto più simile possibile alla scarna descrizione di Zoro, per presentarlo la mattina dopo allo spadaccino e vedere un sorriso sorgere su quel bel viso, beh questo è affare suo e di nessun altro.

   
 
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