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Autore: abyslyme    02/10/2023    1 recensioni
Luminera è un mondo Dark Steampunk sommerso dal Mare Morto, un misterioso cataclisma che centinaia di anni fa sommerse la maggior parte del Mondo costringendo le persone a vivere grazie ai lucenti Alberi Madre in Isole Città-Stato. Tutto ciò che è al di fuori degli Alberi Madre è diventato un mare oscuro e caotico in perenne mutamento dove le antiche città emergono distorte e corrotte insieme ai suoi mostri, gli Abissali, creature oscure con l'unico scopo di diffondersi e il potere di far invecchiare prematuramente le persone. Tetra, una neo laureata in Necro-Biologia insieme alla Soldatessa Cora scopriranno nella loro prima missione i segreti che celano la verità dietro l'origine del Mare Morto e la possibilità di debellare definitivamente questa corruzione, ma il tempo stà scadendo, in questo mondo Postapocalittico in perenne conflitto gli Alberi Madre diventano sempre più deboli e gli Abissali sempre più feroci e il Mare Morto inizia a far emergere non solo città provenienti dal passato ma anche enigmatiche strutture dalla natura inconcepibile che paiono venire dal futuro.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tetra si isolò tra i quattro angoli del suo album da disegno. Dando l’impressione di essere occupata sperava di divenire pure invisibile agli occhi dei Sommozzatori. Dopo essersi laureata a pieni voti alla facoltà di Necro-Biologia di Quintus non vedeva l’ora di lavorare sul campo, ma l’entusiasmo la aveva resa cieca davanti al disagio sorto nel lavorare con dei Fuorimura. Non aveva nessun pregiudizio nei loro confronti, sebbene le fosse stato inculcato fin da bambina quanto coloro che vivono al di fuori delle mura siano villani, malati e pericolosi, non le parve mai di riscontrare quel popolo barbaro che in molti dipingevano tra i corrieri che aveva avuto modo di conoscere. Ciononostante, percepiva un peso dovuto a quella disparità sociale. Perciò continuò a scarabocchiare col cappuccio che le copriva il volto mentre origliava i discorsi dei Sommozzatori:

“…A quel punto si è incazzata con me perché le ho confessato di essermi masturbato pensando alla sua amica.” Disse uno.

“Ma sei scemo?” Rispose il ragazzo seduto di fianco a lui.

“Pensavo fosse più aperta, non si è mai lamentata delle mie riviste sconce. Quindi come funziona? Se mi masturbo su una che vive in un’altra isola va bene, invece se mi masturbo su una che vive nell’isolato affianco non va più bene? E’ una questione di distanza?”

“E’ una questione di territorio. Sei veramente un coglione.”

“Meglio così. Me ne troverò una più carina che non mi costringa a ridere alle battute dei suoi amici idioti. Tu che mi dici Cora? Se ci mettessimo insieme mi lasceresti masturbare sulle altre ragazze?” Cora era seduta con i gomiti poggiati sulle ginocchia e le mani incrociate, rispose senza muovere il volto.

“Se mai mi dovessi fidanzare, taglierei la gola a chiunque dovesse anche solo pensare di tradirmi.” Cora era una fascinosa ragazza dalla carnagione scura e delle grandi lentiggini sopra il naso. Aveva delle folte sopracciglia, gli occhi color cobalto ed i capelli castani divisi da una linea centrale che ritualmente allontanava dagli occhi portandoli all’indietro. Come tutti i Sommozzatori indossava l’uniforme di Quintus, zaino, cravatta, gilet e giacca nera fino alle ginocchia con sotto una camicia bianca latte. Le armi in dotazioni variavano a seconda del grado. Cora aveva una Necro-Spada, una lama nera con una base a forma di lanterna il cui manico azionava il motore elettrico al suo interno.

Un Sommozzatore non impegnato a ridere per la risposta di Cora, si avvicinò a Tetra.

“Posso vedere?” Le chiese. Era un ragazzo bellissimo, con un naso pronunciato che ben si sposava alla sua espressione volpina ed ai suoi profondi occhi nocciola. Tetra sforzò un sorriso e porse al ragazzo l’Album. Le pagine erano piene di mostri dalle squame nere. Sembravano essere un incrocio tra dei pesci e dei rettili di varie razze.

“Ne hai mai visto uno vivo?” Chiese il ragazzo.

“No. Per questo sono molto nervosa.”

“Non ti preoccupare, so che vedere così tanti volti giovani può creare sfiducia ma ti assicuro che l’esperienza non gli manca.” Disse con un sorriso gentile.

“No non è per quello…” Rispose Tetra “E’ che… Sogno di poter studiare il Mare Morto da quando ero una bambina, all’Università ho studiato esemplari già uccisi e privi di organi vitali, l’idea di vedere un Abissale nel suo habitat mi elettrizza.” Prese una pausa e aggiunse “Tra questi disegnati ne riconosci qualcuno che avete cacciato?”

“Non saprei… Noi… Siamo più concentrati nello sparare a queste creature che a catalogarle.”

“Capisco…” Rispose Tetra avendo la sensazione di aver detto qualcosa di sbagliato.

“E’ fidanzata?” Tetra restò con lo sguardo fisso per qualche secondo, poi rispose certa di aver sentito male:

“Mi scusi?”

“Oh no…” Ridacchiarono alcuni sommozzatori.

“Eccolo che ricomincia.” Aggiunsero altri che smisero di giocare a carte.

“Deve scusarmi, ho il vizio di fare questa domanda a qualsiasi ragazza di bell’aspetto che incontro”, “Carina!?” Ripetè Tetra tra sé e sé con tensione.

“Vede, io ritengo che condividere la propria situazione sentimentale con una persona a noi estranea semplifichi enormemente l’approccio e eviti spiacevoli equivoci…” Tetra recuperò l’album da disegno e lo strinse al petto “Le andrebbe di venire a bere qualcosa con me finita questa spedizione?” Alcuni Sommozzatori fischiarono con volgarità “Le prometto che potrà raccontarmi tutto quello che sa sugli abissali senza che io scappi dall’oblò o muoia di noia.” Tetra davanti a quell’insistenza allargò la bocca e rispose:

“Va bene.”

“Oh ma guarda allora li ha i denti, cominciavo a credere che dentro le mura fossero tutti sdentati invece guardi che bel sorrisone riesce a fare!” Tetra si sentì di arrossire.

“Non ti dispiace se mi faccio avanti io vero Cora?” Cora alzò un sopracciglio e rispose con tono seccato:

“Perché mi dovrebbe dispiacere?”

“Di solito me le fai pesare le ragazze carine ti rubo, questa volta però ti ho avvisata, non venirti poi a lamentare.”

“Solo tu potevi provarci con una Dentromura, sei davvero imbarazzante.” Ci fu un silenzio spiacevole, poi il ragazzo cambiò soggetto:

“Comunque mi chiamo Ambro.”

“Tetra.” Rispose stringendogli la mano. Tetra prese confidenze e inspirò per continuare a parlare delle mostruose creature ma non fece in tempo a proferire che si udì il rumore della campana suonata dal Capitano. Alcuni Sommozzatori si alzarono e andarono a prua appoggiando le mani sulla balaustra. La nebbia era grigia e fitta in ogni direzione ma qualcosa all’orizzonte iniziò ad apparire. Emerso dalle profondità del Mare Morto, Tetra intravide le sue alte torrette merlate e le orrificanti mura tenebrose, era una struttura spaventosa e deformata da centinaia di anni trascorsi nella più inconcepibile oscurità. Erano davanti a un Castello Morto.

 

L’areonave su cui viaggiavano era un vecchio modello rugginoso, rattoppato da rivestimenti metallici differenti e spinto da una vecchia ghiandola gravitazionale appartenente a una Balena-Abissale mentre il muscolo cardiaco che forniva energia ai motori funzionava per miracolo, tranne il capitano nessuno conosceva la sua provenienza, si sapeva solo che funzionava male e spesso andava stimolato per farlo ripartire. Mentre il Capitano rimase nella cabina con altri due uomini, una decina di Sommozzatori sbarcarono dall’areonave tramite una fune. Tetra tornò a soffocare nel disagio per il modo goffo con il quale scivolò lenta dalla fune. Davanti agli alti e contorti cancelli del Castello, Bern diedi un’ultima occhiata alla pergamena del Consiglio che ritraeva un’illustrazione di un Abissale che abbracciava una enorme spada con sotto tre teschi decorati e un timbro in ceralacca sotto la sua firma. Bern era un omone paffuto sulla quarantina, con un folto barbone beige e una frangia che gli copriva la bassa fronte. Arrotolò la pergamena e si schiarì la voce.

“Per quelli di voi che non mi conoscessero sono il Capitano Bernard La Fayette e ho selezionato personalmente l’equipaggio di questa spedizione. Tredici ore fa, un peschereccio appartenente alla sesta Colonia ha individuato tramite i radar la presenza di una struttura emersa dal Mare Morto approssimativamente a trenta chilometri dalla corrente di sicurezza, queste persone sperando in facili fortune non hanno avvisato la Guardia Costiera come da regolamento e si sono addentrate nella struttura per saccheggiarla. Per loro sfortuna il Castello si è rivelato essere abitato da una creatura che ha sbranato due dei tre malcapitati. Dalle informazioni ricevute dal superstite dovrebbe trattarsi di un Diavolo-Abissale, una mostruosità con ben tre teschi di difficoltà.” Bern si arricciò i baffi e fece cenno a Tetra di avvicinarsi.

“Come ben sapete il nostro precedente Biologo il Dottor Victor non può più operare sul campo per via del suo improvviso male, per questo motivo, il Consiglio di Quintus ci ha prontamente inviato una giovane leva proveniente dalle mura interne della stessa Quintus. Signorina Tetra, vuole illustrarci le caratteristiche del Diavolo-Abissale.” Tetra guardò i Soldati con titubanza, poi si inumidì la bocca e stringendo il suo album disse.

“Il Diavolo-Abissale è una minaccia temibile, può raggiungere i tre metri di altezza ed i cinque di lunghezza, ha due arti antropomorfi con i quali impugna una spada di ossidiana, ma la sua arma più pericolosa sono le scariche elettriche generate dalle sue fauci, dopo sei secondi di accumulo può lanciare una saetta di trecentomila megawatt tramite uno dei suoi cuori scaricandolo momentaneamente per le prossime ventiquattro ora. Ha due muscoli cardiaci alla destra dello sterno e uno alla sinistra.”

“Tre cuori? Ma è fantastico! Con quelli la nostra comunità avrà carburante per rimpolpare la flotta!” Disse un giovane sicuro di sè.

“Non celebrate false vittorie. La nostra spedizione ha come assoluta priorità il recupero di gemme preziose di cui strutture come questa sono solitamente fornite, onde arricchire la tesoreria del Consiglio per barattare con le vicine Città Stato risorse di cui siamo in gravosa carenza per via delle recenti e infruttuose spedizioni, quali zolfo, rama e acciaio inossidabile. La caccia all’Abissale è un’eventualità che andrà a verificarsi solo in caso di intercettazione.” Rispose Bern. “In ogni caso questa è la prima spedizione della Signorina Tetra, quindi compensate la sua inesperienza con una maggiore accortezza da parte vostre, non vogliamo che si faccia del male nel suo primo giorno… O in quelli successivi…” Aggiunse sorridendo a Tetra facendola imbarazzare. “Per questo motivo, Ambro e Cora avranno l’incarico di starle vicino.” A Cora parve di cascare dalle nuvole.

“Cosa, perché le devo fare da balia!?”

“Perché voglio che diventiate buone amiche.” Rispose Bern con un sorriso dispettoso.

I cancelli non erano protetti da nessuna serratura, quindi vennero superati dai Sommozzatori, quando Tetra vi si avvicinò, sentì il suo cuore batterle sulle costole, alzò la mano tremolante e toccò finalmente un reperto emerso dal Mare Nero. Aveva aspettato tutta la vita quel momento ma non poteva concedersi di piangere, trattenne le lacrime e continuò a procedere mordendosi le labbra per nascondere un sorriso emozionato. Con nient’altro che il rumore delle onde e dei passi che li circondavano camminarono su un viale affiancato da delle piante insolite, Tetra le aveva studiate molte di quelle, per lo più assomigliavano a delle verze gelatinose dal colore rosso pulsante, avvolte irregolarmente da delle fibre oscure. Giunsero alla soglia dell’enorme portone, da quella distanza potevano notare tutta la follia che traspariva dall’architettura di quel Castello. Torri che si contorcevano su sè stesse, vetrate disorganiche, altorilievi pragmatici e diverse tubature che cozzavano con il periodo storico dal quale il Castello sembrava provenire. Le Strutture Morte erano quanto rimasto del vecchio mondo, immerse per centinaia di anni nel Mare Morto erano state corrotte e plasmate dalle sue regole. Bern fece un cenno alla ragazza, Tetra si fece coraggio e pronunciò la parola Abissale per “Apriti porta”:

“Agranis.” Il massiccio portone si spalancò facendo rimbombare l’eco nel gigantesco atrio. Il suono dei passi dei Sommozzatori rimbalzata tra le imponenti parti di pietra umide e gocciolanti del Castello. Poi, un passo tra i tanti si fece più svelto e divenne una corsa diretta al centro della stanza.

“Tetra, aspetta!” Ordinò Bern, venendo ignorato. Con un sorriso raggiante Tetra spalancò le mani, guardò sul soffitto e cominciò a roteare urlando:

“ASFORAS!” Il Castello Morto si illuminò di blu. I lampadari e le candele si accesero con una luce spettrale rivelando le sue mura titaniche. Una scalinata portava a un secondo piano sorretto da possenti colonne, diversi archi conducevano a lunghi e bui corridoi mentre gli interni privi di mobilia avvolgevano il Castello in un’aura enigmatica e misteriosa. Tetra si abbassò il cappuccio.

Era una giovane adulta dalla carnagione cadaverica, le ciglia socchiuse velavano i suoi vuoti occhi neri. L’acconciatura era trascurata, con una frangia spettinata e dei corti capelli che cadevano dietro la nuca. Vestiva di nero con degli stivaletti, dei pantaloni col risvolto e un gilet che sottolineava la sua fisionomia rachitica. Le maniche larghe del suo abito bianco scivolavano dolcemente sul suo polso destro mentre il sinistro era infilato in un abbellito guanto nero. Le parve di danzare una musica sorda col Castello stesso in un duetto attesa da quando era nata.

“Signorina Tetra.” Disse Bern con durezza “Non condivido ma comprendo il suo entusiasmo nello sperimentare le prodezze del Mare Morto. Ciononostante, la esorto nel rispettare la formazione e non prendere decisioni individuali, sono responsabile non solo della sua vita ma di quella di tutti i miei uomini.”

“Si… Mi scusi.” Rispose Tetra ricevendo un’occhiataccia da Cora. Ai piedi della ragazza tre scrigni rovesciati ricchi di artefatti attirarono l’attenzione dei Sommozzatori.

“Deve essere il bottino abbandonato dai pescatori.” Disse Cora con la bava alla bocca “Hanno fatto il grosso del lavoro per noi. Sfido che volevano intascarsi tutto per loro, il valore complessivo di questi oggetti è enorme!” Davanti a loro luccicavano diversi anelli, orecchini, collane, diademi e calici ornati con ametiste, topazi, rubini e altro ancora. Erano tutti di colore nero. Le pietre colorate non si trovavano più in natura, sebbene mantenessero delle proprietà che le contraddistinguevano dalle altre, il Mare Morto le aveva accomunate nella tinta.

“Caricate questi scrigni nell’areonave!” Ordinò Bern. “E guai a chi ruba! Se disponete dell’idiozia necessaria per cedere alla tentazione state pur certi di non avere l’abilità di superare i controlli della Capitaneria di Porto. La pena per i ladri è un invecchiamento precoce tramite Piranha-Abissali pari al valore della merce rubata, non siate sciocchi!” Cora maneggiò con insoddisfazione uno di quei calici, incupì le sopracciglia e disse:

“Non è giusto, perché non dovremmo ricevere una percentuale? Dopotutto siamo noi a rischiare il culo qui!” Bern sbuffò con rassegnazione, dando a Tetra l’impressione di assistere a una discussione già avvenuta.

“Noi facciamo solo una parte del lavoro Cora. Insieme agli ingegneri che costruiscono le areonavi, gli artigiani che assemblano le armi e ai contadini che ci danno il cibo, collaboriamo affinché le spedizioni abbiano successo. Non siamo l’organo più importante… Siamo semplicemente quello che opera sul campo, non te ne dimenticare.”

“Si signore…” Rispose Cora lagnandosi con la testa bassa mentre abbandonava il calice nello scrigno.

“Dividetevi in squadre da due e non perdete tempo, non abbiamo idea di quando questo Castello tornerà a sommergersi, se avvistate l’Abissale usate la ricetrasmittente e attiratelo qui nell’Atrio, io lo indebolirò con la Lanterna Madre.” Bern spostò la giacca svelando una elaborata lanterna nera che gli pendeva dal cinturino. Tetra non aveva mai visto una Lanterna Madre, sebbene desiderasse che i suoi compagni rimanessero incolumi, l'idea di vederla usare la avrebbe fatta impazzire. Prima di dividersi Bern diede un’ultima raccomandazione a Tetra in privato:

“Mi auguro che tu non ne debba avere bisogno ma sai come si spara col tuo Revolver dico bene?”

“Si Capitano.”

“Se fosse necessario non esitate a contattarmi.” Tetra notò quanto il Bern fosse più a suo agio nello svestirsi del suo ruolo di Capitano per parlare con tono più confidenziale, quell’uomo le trasmetteva fiducia e sicurezza.

I Sommozzatori si divisero tra le varie ale del Castello. Tetra, Ambro e Cora imboccarono il corridoio occidentale e da lì proseguirono visitando una stanza dopo l’altra, ciascuna più strana della precedente. La prima aveva le pareti tappezzate da maschere festose, tutte rigorosamente nere. La seconda era colma di sculture, tutte decapitate, non vi era traccia de volti. La terza era scandita da file di sedie delle più disparate forme, il che non sarebbe stato particolarmente strano se solo queste non fossero state appese sul soffitto.

Ogni stanza che visitavano veniva minuziosamente riprodotta nell’Album di Tetra che catalogava con perizia tutti i particolari architettonici del Castello. Questo faceva indispettire Cora che non avendo trovato ancora nessun gioiello si sentiva rallentata rispetto agli altri.

“Guardate questi archi a sesto acuto…” Disse Tetra con voce appassionata “Sono in contrasto con le colonne composite appartenenti a un periodo storico antecedente, per non parlare di quelle tubature contemporanee collegata ai condotti idraulici, l’intervento del Mare Morto in questo Castello è incredibile!” Sembrava un’altra persona, quella ragazza introversa si era trasformata in una verbosa e implacabile chiacchierona.

“Adesso manca solo un Abissale per rendere questa esperienza ancora più speciale.” Cora crucciò la fronte.

“Tetra, Posso chiederti perché sei così ossessionata dagli Abissali?” Chiese Ambro.

“Bhe… Tanto per cominciare sono ancora un mistero. Sappiamo che è la fauna originata dal Mare Morto ma differenza di qualunque altro essere organico sembrano essere immortali o meglio immutabili. Non si nutrono, non si riproducono, vengono semplicemente generati dal Mare stesso. Un Abissale può vivere all’infinito fin quando non gli viene estratto il cuore.” Cora e Ambro si guardavano intorno con circospezione mentre Tetra si perdeva nella sua risposta “I cuori degli Abissali possiedono valori elettrochimici irrazionali, riescono a produrre abbastanza energia da muovere una corazzata ma purtroppo una volta reciso il loro legame con il Mare terminano di rigenerarsi e si consumano dopo un determinato periodo a seconda dell’Abissale da cui provengono. Come se non bastasse gli Abissali sono le uniche creature capaci di produrre la Cronotina, il veleno che porta l’invecchiamento precoce nelle cellule animali e vegetali, crediamo che sia questo il loro modo per espandere il loro dominio, tutto deve essere morte, tutto deve essere oscuri-Hm?.” Tetra si interruppe. La sua attenzione era stata rubata dall’artefatto nella quarta stanza.

“Guardate! Uno Specchio-Mangiatempo!” La stanza era piena di specchi ma quello centrale era particolarmente appariscente, vantava una lussuosa cornice con motivi ondeggianti ed era illuminata da un faro rivolto non a caso. Tetra prese fiato e spiegò con diletto:

“Gli Specchi-Mangiatempo rarissimi, si trovano solo in strutture altamente contaminate dal Mare. Sono artefatti che non riflettono la tua immagine ma l’aspetto che avrai tra diversi anni, c’è chi dice che mostri l’età in cui morirai.”

“Non sono sicuro di volerlo sapere…” Disse Ambro con titubanza. Tetra lo prese per mano e lo strattonò di fianco a lei. Il vetro era torto e maculato da sbeccature ma Ambro video chiaramente i vestiti suoi e di Tetra in quel riflesso, indossati però da due scheletri. Ambro urlò come un bambino in preda al terrore. Poi affievolì lo strepito e dopo un’occhiata incuriosita cominciò a ridacchiare facendo delle smorfie.

“Salve signorina, ha visto la mia faccia? Ero sicuro di averla portata con me stamani.” Disse Ambro. Tetra si stava divertendo come fosse a una fiera e pure lei prese a giocare con quel macabro riflesso. Cora si avvicinò con diffidenza.

“Questo specchio… A quanto si potrebbe vendere?”

“Molto poco temo” Rispose Tetra “Lo Specchio-Mangiatempo e molti altri artefatti perdono le loro proprietà una volta separati dal Mare.”

“Capisco…” Rispose cora prima di frantumare il vetro con un calcio. Tetra si voltò verso di lei e la guardò in cagnesco.

“Perché lo hai fatto!?”

“Siamo qui per lavorare non per divertirci.” Tetra la guardò dritta negli occhi e non ebbe esitazione nel controbattere:

“Hai idea del valore archeologico dell’oggetto che hai infranto? Quell’artefatto è stato a contatto col Mare Morto per centinaia di anni assorbendo le sue proprietà!”

“Tutto quello che non si può utilizzare non ha valore nel Mare Morto.” Non seppe come spiegarselo, ma Tetra si sentì personalmente offesa. “Ogni cosa nel Mare Morto ha valore! Ogni informazione è essenziale per comprendere l’origine e le debolezze del Mare Morto!”

“Le debolezze… Di cosa stai parlando?” Domandò Cora.

“Non è forse questo il nostro fine ultimo? Svelare i suoi segreti ed eliminare il Mare Morto definitivamente!?” Ci fù un silenzio assordante, poi Cora scoppiò a ridere abbandonando lo sguardo della ragazza.

“Ahahah! Quindi è questo che vorresti fare? Eliminare il Mare Morto?”

“Certo guarda qui!” Disse Tetra porgendo l’Album.

“Ogni informazione è un passo avanti per vittoria contro la calamità!”

“Se non ci siamo riusciti in tremila anni, dubito che risolveremo il problema durante il tuo ciclo vitale visto che la condizione si è aggravata di recente…” Esordì Cora mentre sfogliava schifata le pagine dell’album.

“Ciononostante, dobbiamo tentare! Il Consiglio di Quintus sta investendo diversi fondi nella ricerca Necro-Biologica per-“

“Quindi è questo che fate voi Dentromura… Investite tempo e risorse in capricci inutili mentre la povera gente muore di fame…” Le mani di Cora presero a tramare, retrasse le dita e stropicciò un foglio “Mentre voi potete permettervi il lusso di oziare nelle vostre passioni, io e Bern dobbiamo combattere ogni giorno per procurarci da mangiare. I nostri sono problemi veri, problemi pratici, non l’eliminazione del Mare Morto, che sempre c’è stato fin da quando siamo nati e sempre ci sarà!” Strappò con brutalità una pagina, poi un’altra. Tetra rimase impietrita con un nodo alla gola che non seppe ingoiare.

“Samar, Ciaran, Leoka…” Per ogni nome di un suo compagno caduto, Cora strappava una pagina urlando.

“Basta Cora!” La redarguì Ambro.

“Joha, Nikol, Derrè, Gifòn! Sapevi che solo due spedizioni su dieci hanno successo? Tutto grazie ai tuoi amati Abissali! Calima, Torra, Cascàn, Mielò! Solo chi guarda la realtà riesce a vivere fuori dalle mura di questo dannato mondo! Sophie, Marron, Pierrò, Vincent, Simon, Cri-“

“Adesso basta!” La bloccò Ambro fermandole il polso in alto. Cora fece cadere per terra l’Album. Tetra lo raccolse e scappò dalla stanza in lacrime.

“Tetra aspetta!” Urlò Ambro invano.

   
 
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