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Autore: Nefertari17    02/10/2023    1 recensioni
Katsuki ha una vita fatta di razionalità e dedizione al suo ruolo di eroe, non ha mai dato peso e valore alle emozioni. Dafne si è sempre sentita fuori posto e quando si ritrova in una nuova città, la sua vita fatta di addestramento e controllo viene sconvolta dallo scontro con chi mai avrebbe voluto incontrare. Impareranno che le certezze si possono modificare e che a volte basta uno sguardo o un odore per essere travolti in una spirale di sentimenti.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio, Shōta Aizawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dafne e Katsuki erano in palestra, pronti per l'addestramento. Quel giorno Katsuki aveva letto una nuova determinazione negli occhi di Dafne. Erano settimane che si allenavano e bloccarla o scaraventarla a terra non l'aveva mai scoraggiata, anzi si rialzava sempre con la solita aria di sfida.

E gli piaceva questo suo lato combattivo!

Lei aveva assunto la guardia laterale che gli offriva una superficie minima di attacco. Aveva imparato le sue tecniche ormai. Quel tipo di posizione le permetteva di generare calci potenti e veloci usando le lunghe distanze, aveva grande mobilità ed era imprevedibile. Vista la differenza di forza per lei era l'approccio migliore perché poteva anticiparlo nelle mosse e difendersi meglio. Lui poteva contare sulla sua mole e sulla velocità sfruttando la propulsione delle sue esplosioni.

Katsuki tentò il primo attacco anticipato dalla pronta risposta di lei con un calcio circolare che puntava al volto, lui riuscì a pararlo con un braccio.

Dafne indietreggiò di qualche passo, gli occhi divennero di un azzurro-violaceo e i capelli fluttuarono in aria. Iniziò ad eseguire la sequenza di mosse che le aveva visto fare finora: movimenti ampi con le braccia, lenti, coordinati. Era come se raccogliesse energia intorno, l'aria si muoveva e poteva vedere distintamente attorno a lei un vortice che si concretizzava sempre di più. Rivolse i palmi verso di lui e gli scagliò addosso quella forza. Per lui fu facile schivarlo, usando un'esplosione per spostarsi più velocemente.

Era un diversivo!

Dafne si era alzata in alto sopra di lui, sapeva levitare! Con un movimento circolare delle braccia stava incanalando altra energia ma quello che si condensava era un fluido non vento ma che cazzo!

Una spirale d'acqua lo investì in pieno, più per la sorpresa che gli fece perdere l'attimo, ma l'esplosione già pronta tra le sue mani la indirizzò verso l'alto per colpirla. Andò a segno.

La centrò in pieno e precipitò da quell'altezza, utilizzò una corrente d'aria che frenò la sua corsa, tenendola sospesa a dieci centimetri da terra, per evitare di schiantarsi.

Quando lei toccò il pavimento con una mano, Katsuki perse stabilità, vibrazioni sotto i suoi piedi lo costrinsero a muoversi più velocemente. L'acqua con cui era stato investito prima, gli rendeva più complesso usare il suo quirk, fortuna aveva incanalato abbastanza sudore nelle polsiere che indossava.

Lei fu svelta a spostarsi come il vento e se la ritrovò davanti, Katsuki rimase un attimo spiazzato, arrivò un colpo allo stomaco a palmo aperto che gli tolse il respiro.

Fu investito da un'onda di energia controllata, le polsiere furono slacciate e caddero a terra.

Che razza di quirk aveva Dafne? Non ne aveva mai visto uno simile. Riusciva a colpire l'avversario e muovere le cose con la forza del pensiero.

Ecco perché tanto mistero. Dannata cavalletta!

Dafne era una furia, non si fermava. Katsuki non era tipo da farsi sorprendere, parava e schivava infervorato dalla voglia di combattere, per lui quella sfida era pura gioia.

La resistenza era un altro punto a suo favore. Lui non era un tipo che mollava facilmente neanche dopo una ferita potenzialmente mortale. Era ostinato fino in fondo. La sua avversaria invece aveva rallentato gli attacchi, si stava stancando e un ghigno di vittoria, l'ennesima, si era stampato sulla faccia di Katsuki, ma la situazione cambiò di colpo.

L'aria si era fatta pesante, attorno a lei si percepiva un'energia diversa, quasi tangibile, un'onda d'urto, stavolta calda, lo invase. Era come se si sentisse bruciare ma fu solo una sensazione, lei avanzò con passo deciso verso di lui. Gli sferrò due calci impregnati di una nuova forza, poi si sentì sollevare da terra come fosse un fuscello. Lei roteò in aria, su di lui, e lo spinse poggiandogli semplicemente una mano sul torace. Fu spalmato a terra, spinto con potenza da quella sua energia, con la schiena sul pavimento. Lei gli atterrò sopra premendo un ginocchio sul petto visibilmente affannata, con il respiro pesante, boccheggiava per avere più aria ma riuscì comunque a dire “Ho vinto io questa volta! Te l'avevo detto che ti avrei battuto prima o poi”

 

Katsuki era nella sua stanza a ripensare all'allenamento di quel pomeriggio, non riusciva a dormire. Era stato battuto alla fine! Da una femmina per giunta!

Dafne era una sorpresa continua, il suo era un quirk decisamente particolare e la cosa non lo infastidì anzi la trovò eccitante.

Si sentiva scombussolato e decise di uscire per fare due passi in cortile a prendere aria. Passando davanti la stanza di lei la porta si aprì e la vide: indossava una camicia da notte fucsia corta che lasciava scoperte le gambe snelle e sode e una vestaglietta dello stesso colore che era rimasta aperta. In quel modo riuscì ad ammirare le linee del suo corpo in tutta tranquillità. Fu pervaso da un calore improvviso alle guance, che si colorarono per l'imbarazzo. Sentì l'inguine pulsare. Lei riusciva sempre a disorientarlo e in quel momento ne fu stranamente felice.

La scollatura sul seno lasciava poco all'immaginazione e quello che aveva intravisto l'altra volta era ben visibile in quel momento: all'altezza del cuore, tra i due deliziosi seni, c'era una bruciatura grande come una pallina da tennis.

Lei si coprì imbarazzata a sua volta, non pensava di trovare qualcuno in giro, era uscita per recuperare una bottiglietta d'acqua dal distributore nel salone.

“Che cosa guardi razza di pervertito!” pronunciò infastidita ma la sua faccia era diventata rossa come un peperone.

“Tu piuttosto non puoi andartene così in giro a spaventare la gente”

Lei fece per ribattere ma sbuffò, gli passò avanti sfiorandolo infastidita e gli disse tra i denti “Idiota”

Difronte a quell'affronto, il calore gli andò al cervello

“Non ti permettere...”

Non concluse la frase perché lei, già a metà corridoio, cominciò a barcollare, si era messa una mano sulla tempia come trafitta da un dolore alla testa e cadde a terra svenuta.

Katsuki si precipitò da lei e la prese in braccio in modo delicato.

In quei pochi metri che lo separavano dalla sua stanza per riportarla lì, provò delle emozioni che non aveva mai provato: la testa di Dafne era appoggiata sulla sua spalla e il respiro di lei gli solleticava l'incavo del collo, quel contatto lo fece sussultare; istintivamente la strinse a sé in modo protettivo e il tocco della sua pelle morbida e profumata lo fece avvampare; il suo profumo, come tutte le volte che lo aveva percepito, lo rapì. Era un odore davvero piacevole, evocava sensualità. Sentì il cuore battergli più forte e deglutì a fatica, si sentiva dannatamente eccitato e rimase scioccato, che cazzo gli stava succedendo? Perché lei gli faceva quell'effetto?

Non era mai stato interessato alle persone, quantomeno alle ragazze, le considerava pesi che lo avrebbero solo rallentato nel suo cammino. Certo aveva avuto occasioni con le donne ma era stato più per mettere a tacere le voci di quegli idioti degli amici, di un suo presunto interesse per i ragazzi. Le donne gli si buttavano letteralmente addosso ma nessuna aveva stuzzicato tanto il suo interesse.

Sentirsi scoperto e vulnerabile in quel momento lo mandò nel panico. Era stato sempre molto calcolato e composto, in quel momento il suo autocontrollo era andato a puttane, solo avendola tra le braccia.

Si era rincoglionito!

Provava una sensazione di piacevole tepore, il corpo aveva reagito all'attrazione per quel profumo, per il calore che gli trasmetteva il corpo di Dafne.

Con quell'addestramento che si erano messi in mente di fare si ritrovavano a condividere pensieri e impressioni, o meglio era più lei che parlava e si confidava, lui si limitava ad ascoltare, sentire la sua voce lo tranquillizzava, grugniva ogni tanto quando non condivideva qualcosa.

Lo aveva sorpreso il fatto che lo avesse descritto in modo dettagliato come se lo conoscesse da anni, lei era molto perspicace, aveva centrato tutti i suoi malumori. Lo capiva anche solo dandogli un'occhiata.

Gli aveva spiegato perché non vedeva di buon occhio gli eroi e gli rimase impresso quello che gli disse 'per me essere un eroe non vuol dire necessariamente essere riconosciuto dalla folla o dal mondo...basta esserlo anche solo per una persona che sia per te speciale”

Si ritrovò a pensare che lui non aveva una persona speciale, aveva sempre pensato solo a se stesso, per lui gli altri erano solo qualcuno da superare per essere il migliore. Non si era nemmeno mai preoccupato dei sentimenti degli altri, il suo modo di comportarsi era sempre sfacciato e non aveva tatto, le uniche emozioni che conosceva erano rabbia e rancore.

Lei stava facendo vacillare le sue convinzioni, si ritrovò a volere una persona speciale che fosse il motore della sua vita, che gli facesse provare emozioni che pensava di non essere capace di provare.

Quando la guardava provava degli impulsi che a fatica riusciva a trattenere ed era un bene che riuscisse a sfogarsi nei loro allenamenti. Trattandola da avversario riusciva a placare la tempesta che si muoveva in lui.

Fu ridestato dai suoi pensieri da un mugolio di Dafne, la porta della sua stanza era rimasta socchiusa e gli permise di entrare senza difficoltà, spalancandola con un piede. Entrò. La luce della luna penetrava dalla finestra con le tende deliberatamente lasciate aperte, un raggio illuminava il letto che aveva lenzuola bianche di seta, una libreria su tutto il lato sinistro della stanza denotava una passione per la lettura, una poltrona di un tessuto chiaro era posizionata in modo da avere le spalle alla finestra e un libro aperto era stato lasciato sopra, segno che stava leggendo. Un attrezzo di legno da esercitazione in un angolo faceva pensare che si allenasse anche nella sua stanza. Questo lo fece sorridere. Era una così fragile creatura ora che l'aveva tra le braccia e ripensare allo scontro del pomeriggio non riusciva a capire come un corpo così minuto e delicato potesse avere tutta quella forza.

Gli aveva raccontato che aveva passato la vita ad addestrarsi sin da quando ne aveva memoria: la meditazione e la pratica della respirazione erano state le sue compagne, gli attrezzi delle arti marziali i suoi giocattoli; aveva parlato di una madre che non c'era più e mai di un padre, per qualche strana ragione provò compassione per lei. Lui aveva avuto un'infanzia normale e felice, aveva una famiglia che lo supportava anche se il rapporto con la madre era tutto particolare, la trovava troppo invadente e una vera rompipalle. Lei invece doveva sentirsi molto sola!

L'adagiò sul letto e si ritrovò a guardarla con desiderio, stava riprendendo conoscenza, aveva aperto gli occhi un paio di volte. Voleva che quegli occhi lo guardassero, voleva poter assaporare quelle labbra che dal colore immaginava sapessero di lampone, voleva scivolare sulle sue curve in modo attento, voleva sentire le mani di lei sul suo corpo. Si ritrasse agitato. Che cosa stava pensando? Era impazzito?

Lui era l'eroe Dynamight non poteva lasciarsi andare a quelle cose eppure non riuscì a detestare quei pensieri.

 

Dafne ebbe una fitta alla testa, le si annebbiò la vista ed ebbe un mancamento; immagini esplosero come spilli che penetravano nel cervello, facevano male. Sentì nella sua testa grida e nel cuore una fitta. La cicatrice bruciava. Perse i sensi.

Si sentì sollevare di peso e un calore l'avvolse. Un profumo speziato le invase le narici, era un aroma caldo con sentore di piccante ma non troppo pungente, sapeva di fresco, le ricordava l'odore dello zenzero; mani calde la sostenevano con forza eppure il tocco era così delicato. Si abbandonò a quel contatto, si sentiva al sicuro, protetta. Non era avvezza a quella sensazione di sicurezza e voleva che non finisse mai.

Si sentì adagiare su qualcosa di morbido, il mio letto. Riaprì gli occhi un paio di volte, non riusciva a mettere a fuoco era ancora stordita, ma intravide una sagoma china su di lei. Katsuki!

Fu assalita dal panico, non voleva farsi vedere in quel modo, non voleva dargli l'idea di essere debole. La testa le esplodeva, non riusciva a riprendere piena coscienza, si sforzò di mantenere la calma e trovare l'energia per tornare in sé ma fu nuovamente assalita da quelle immagini di poco prima: un laboratorio, attrezzi medici, persone con camici bianchi, una luce al neon, le rimase un grido strozzato in gola, provò dolore. Cos'erano quelle immagini?

Cercò di riaprire gli occhi per l'ennesima volta, la luce della luna filtrava dalla finestra e le trasmise tranquillità, si sforzò di mettersi seduta e le mani calde di Katsuki l'aiutarono a farlo, lui le parlò con tono sarcastico

“Sei caduta come un sacco di patate! Hai avuto un infarto perché ti ho vista così svestita?”

Dafne arrossì e si ricordò di avere addosso una camicia da notte, in modo goffo cercò di coprirsi meglio, si aiutò con il lenzuolo e provò a ritrovare un contegno. Era imbarazzata, Katsuki era nella sua stanza e lei aveva addosso un misero abbigliamento che lasciava gran parte del corpo scoperto. In quell'edificio i riscaldamenti erano troppo alti e non riusciva a dormire con un pigiama intero.

Katsuki aveva avuto tutto il tempo di osservarla e aveva sicuramente notato la cicatrice che si stagliava sul suo petto a ricordarle che il suo potere se abusato le era dannoso.

Assunse un'espressione preoccupata e si prese le ginocchia tra le braccia, non le piacevano i sogni e le immagini che la stavano torturando, magari erano ricordi, ma perché non ne aveva avuto memoria fino a quel momento? Come avrebbe voluto avere sua madre lì con lei per aiutarla a capire quello che stava succedendo!

Non ebbe la voglia di rispondere a tono a Katsuki, non voleva contrastarlo come faceva di solito, in quel momento aveva bisogno di qualcuno che la facesse sentire al sicuro e aveva provato quella sensazione poco prima tra le sue braccia.

“Ti sei mai sentito così diverso da pensare che forse c'è qualcosa di sbagliato in te?”

Non capiva perché si stava confidando così apertamente con lui, ma sentiva il bisogno sfogarsi.

“Hai mai avuto la sensazione che il tuo quirk ti condizioni la vita e sia lui a controllarti?”

Dafne fissava il vuoto davanti a sé e pronunciò quelle parole con tono stanco, come se avesse perso tutta la sua grinta che la caratterizzava.

Katsuki capì che c'era qualcosa che la turbava, non gli aveva nemmeno risposto a tono. Non gli piaceva vederla in quel modo e voleva sapere cosa o chi fosse la causa del suo malessere.

“Il quirk è l'unicità di ognuno, ci rende diversi gli uni dagli altri. Padroneggiare il proprio quirk è questione di esperienza e addestramento ma bisogna avere consapevolezza di chi siamo, questo ci consente di superare i propri limiti.

Ho imparato a non darmi troppo per scontato e a vedere quello che avevo intorno, ero talmente concentrato su me stesso da non vedere quali fossero i miei limiti. Accettandomi sono riuscito a migliorarmi”.

Fu la prima volta che espresse un concetto con calma e parlasse di lui, non si era mai confidato con lei e Dafne lo apprezzò, ritrovò il segno di un mezzo sorriso e nascose la testa tra le ginocchia. Avrebbe voluto liberarsi di quel peso che sentiva, era stanca di trattenersi, forse avrebbe dovuto superare il limite e così non avrebbe più avuto paura.

Rialzò la testa e sostenne lo sguardo di Katsuki che fino a quel momento aveva evitato, non voleva che le vedesse negli occhi tutte quelle emozioni che la rendevano fragile.

Ma aveva il bisogno di guardarlo, lui l'avrebbe capita? Stava pian piano avendo fiducia nelle sue qualità. Magari lui poteva diventare l'eroe che aveva tanto atteso?

“Mi insegneresti a superare il limite?”

“Stai scherzando cavalletta?”

“Sono seria!” e lo sguardo determinato sancì il loro nuovo accordo.

Mentre Katsuki lasciava la stanza per tornare in camera sua rivolgendole un ultimo sguardo, le parole di Dafne accompagnarono la sua ritirata

“Grazie Katsuki” rivolgendogli il più rilassato dei sorrisi.

 

Il mattino dopo Katsuki si svegliò riposato, guardando il sorgere del sole dalla finestra della sua stanza, ripensò al suono del suo nome pronunciato la sera prima da Dafne e ricordò il senso di appagamento che aveva provato. Era la prima volta che lo chiamava per nome e non vi aveva sentito traccia di presa in giro o ostilità. Gli era piaciuto quel suono. Lo aveva fatto stare bene.

Non si spiegava perché ma voleva aiutare Dafne a comprendere l'essenza del suo quirk, forse l'aver passato anni a reprimerlo e controllarsi non era stata una scelta giusta, era stata ammonita per tutta la vita a non usarlo perché pericoloso ma per quello che aveva visto nei loro allenamenti gli era sembrato fenomenale.

Nel pomeriggio avrebbero iniziato un addestramento vero, lui sarebbe stato il maestro e lei avrebbe dovuto ascoltarlo e seguire i suoi consigli. I lati della bocca si mossero in un ghigno compiaciuto.

“Non è facile come dici tu!” sbraitò Dafne verso Katsuki che l'aveva ripresa.

“Smettila di frignare e concentrati!” le ripose Katsuki con tono duro, aveva capito che lei si limitava, era fissata a controllarsi. Doveva imparare a rilassarsi e a far fluire il potere dentro di lei senza freni, ma era testarda e non seguiva quello che lui gli diceva. Era la più insopportabile degli allievi.

Gli allenamenti erano duri, si era messo in mente di sfiancarla fisicamente per provare a sbloccare quello che la frenava. Lei aveva smesso di parlargli dopo le loro sessioni, si era chiusa in se stessa e spesso si lamentava di forti mal di testa che a volte non la lasciavano dormire. Era preoccupato. Lui che non dava peso a come stavano gli altri, nemmeno a sua madre, sentiva un senso di protezione nei confronti di quella ragazza che non riusciva a reprimere.



Angolo dell'autrice
Ciao a tutti mi preme ringraziare tutti quelli che hanno letto finora. Sono nuova in tutto come utente, come lettrice, come appassionata di fanfiction e soprattutto come autrice. 
Sono stata colpita dalle storie che ho ho avuto piacere di leggere e in qualche modo è scattato qualcosa. In testa era balenata la scena di questo combattimento poi sono esplose altre scene tra Katsuki, mio personaggio preferito e un'ombra che si è delineata sempre più e sono nate Dafne e una storia 
Io mi sono divertita ed emozionata a scrivere questa storia, è stato più un esperimento per me e la maggior parte dei capitoli è nata sotto l'effetto della musica :-) in modo fluido senza pensare. Spero che possa far emozionare un pochino anche voi che leggete.
Mi piacerebbe avere dei feedback. Se vi va non esitate a darmi qualche consiglio. 


 
   
 
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