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Autore: Valyna    09/10/2023    1 recensioni
“Vattene.” Bisbiglia, con il viso che affonda nelle coperte. Probabilmente, in questo modo l’altro non riesce a sentire le sue parole, ma forse è meglio così. Molto più spesso di quanto vorrebbe ammettere, Buggy non vuole che l’altro senta proprio tutto quello che gli passa per la testa.
In ogni caso, il suo compagno non si muove, ma lo sente comunque sospirare.
“Eddai, Buggy. Lo sai che fa freddo. Posso venire nel letto con te?”
E da quand’è che è così gentile da chiedere? Di solito si prende tutto quello che vuole senza fare troppi complimenti. Buggy vorrebbe dirgliene quattro, ma sceglie di rimanere in silenzio. Per ora.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Bagy il clown, Shanks il rosso
Note: Lime, Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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A/N: Questa è una libera traduzione di una mia storia scritta originariamente in inglese e pubblicata su AO3, dallo stesso titolo e con lo pseudonimo nemihime. Penso di aver capito che in inglese posso scrivere molta roba spinta (l'ho censurata un po' rispetto alla sua gemella diversa inglese), ma per la robetta fluff è anche simpatico usare l'italiano. La storia è ambientata quando Buggy e Shanks sono nella ciurma di Roger, uno/due anni prima della sua esecuzione (un po' dopo del flashback di Oden). Quanto mi fanno soffrire questi due (hanno salvato la saga di Wano per me)...


Buggy vorrebbe sprofondare ancora più in basso quando sente qualcuno di fin troppo familiare sedersi vicino a lui nel letto.

“Vattene.” Bisbiglia, con il viso che affonda nelle coperte. Probabilmente, in questo modo l’altro non riesce a sentire le sue parole, ma forse è meglio così. Molto più spesso di quanto vorrebbe ammettere, Buggy non vuole che l’altro senta proprio tutto quello che gli passa per la testa.

In ogni caso, il suo compagno non si muove, ma lo sente comunque sospirare.

“Eddai, Buggy. Lo sai che fa freddo. Posso venire nel letto con te?”

E da quand’è che è così gentile da chiedere? Di solito si prende tutto quello che vuole senza fare troppi complimenti. Buggy vorrebbe dirgliene quattro, ma sceglie di rimanere in silenzio. Per ora.

“Buggy? Dai su, non fare così… come dicevamo? Ah si, useremo il calore dei nostri corpi per sopravvivere al freddo glaciale del Nuovo Mondo e–”

Il giuramento di silenzio di Buggy fa presto a cedere.

“Anche se ti dicessi di no, faresti comunque come ti pare, quindi perché perdi tempo a chiedermelo?” Probabilmente non intendeva dire ciò che pensava proprio in questo modo; anzi, tra tutti i possibili modi di dirlo, ha decisamente scelto il peggiore, come al solito. Fortunatamente, il suo compagno non sembra per nulla toccato dai suoi modi bruschi.

“Ti sei arrotolato in quel piumone, non c’è modo che io riesca a scaldarmi.” 

Effettivamente non ha tutti i torti.

“Beh, allora puoi andare ad arrotolarti nel tuo piumone, Shanks!”

Buggy gli risponde per le rime, alzando la voce. Cosa che rimpiange immediatamente. Shanks ha ragione, non è la prima volta che si trovano a condividere un letto. Da quando sono entrati nel Nuovo Mondo, hanno incontrato decine di isole con un comportamento climatico tutto loro, molte delle quali arrivavano anche a diversi gradi sotto lo zero. In casi come questi, nella nave di Roger si scatenava una sorta di lotta alla coperta, dove solo i più forti avevano la meglio. Essendo praticamente tra i più giovani della ciurma, Buggy era chiaramente fuori dalla sfida a priori, mentre Shanks in qualche modo riusciva a fatica ad accaparrarsi due coperte, per lui e Buggy. Se le avessero usate separatamente, la maggior parte delle volte non sarebbero state abbastanza per riuscire a superare alcune delle temperature glaciali a cui erano sottoposti, ma insieme… l’unione fa la forza, no? Buggy evita di pensare al fatto che se Shanks tenesse per sé le due coperte che riesce a vincere con tanta fatica riuscirebbe tranquillamente a superare anche il clima più estremo. A volte però la mente di  Buggy non può fare a meno di arrovellarsi sul perché Shanks gli riservi questo trattamento speciale ed esclusivo: questi ragionamenti finiscono, di solito, con il suo autoproclamarsi genio dell’anno, in quanto è riuscito a diventare il migliore amico di una persona tanto forte quanto sentimentale come Shanks. Non vuole certo illudersi a pensare che i sentimenti dell’altro possano voler significare qualcosa di più, anche perché ogni volta che attraccano su un’isola e Shanks finisce inevitabilmente a provarci con la bella ragazza di turno, Buggy sente una fitta al cuore che non riesce a sopportare. Nonostante il loro abbracciarsi e rimanere accoccolati sullo stesso letto non nasconde niente di malizioso o romantico, anzi, come Buggy si ripete spesso come una litania, è solo per sconfiggere insieme il freddo là fuori, sarebbe comunque abbastanza compromettente se qualche altro membro della loro ciurma li scoprisse a dormire insieme… in quel modo.

È proprio per questo motivo che Shanks lo intima di abbassare la voce e Buggy lascia fuoriuscire la testa dal suo rotolo di piumone per fargli una linguaccia. 

“Lo sai che non è la stessa cosa se lo facciamo da soli!” Shanks si lancia sopra la coperta arrotolata, avvicinandosi al viso del suo amico. Come se punto da una vespa, Buggy stacca immediatamente la testa dal suo corpo e la porta vicino al soffitto, dal quale lancia a Shanks un’occhiataccia.

“Ma che diavolo ti passa per quella testa bacata?”

Shanks fa spallucce per tutta risposta, poi si porta una mano al mento, fingendo di assumere una posa pensierosa.

“Ma sei arrabbiato per quello che è successo stamattina?”

Gli occhi di Buggy stanno per volare via dalle sue stesse orbite (ed è già successo in passato).

“Ma ovvio che no!”

Ma ovvio che si, maledetto Shanks che in qualche modo ha sempre ragione! L’uomo dai capelli rossi inclina la testa, senza distogliere lo sguardo dall’altro.

“Scusa se non te l’ho detto per primo e lo sei venuto a sapere come tutti gli altri. Non pensavo fosse importante.”

“Tieniti pure le tue scuse. E non mi interessa nemmeno sapere che cosa fai nel tuo tempo libero, a dirla tutta.”

“Guarda, probabilmente ho esagerato con tutti quei complimenti, non era nemmeno così brava. Sai, è che gli altri della ciurma si divertono come matti quando racconto delle mie avventure con le donne. Come posso negarglielo?”

“Ti ho appena detto che–”

“E comunque c’è stato solo un bacio. Non ci ho fatto nient’altro.”

“E io ti ho detto che non voglio saperlo!”

All’improvviso, Shanks è colto da un brivido e si porta le mani alle spalle per scaldarsi. Buggy lo guarda stranito e in tutta risposta Shanks gli rivolge uno sguardo patetico, che in qualche modo riesce ad avere comunque l’effetto desiderato sull’altro.

“Usa la tua coperta, Shanks.” Gli ripete a denti stretti, la voce simile a un sibilo.

“Scusa, Buggy.” Shanks, noncurante, ricomincia a parlare.

“Non una parola di più.” Lo avverte l’altro. Non è proprio in vena di sentire le solite scuse o bugie.

“Lo sai che sei l’unico per me, in fin dei conti.”

‘In fin dei conti’?!

“Non ho mai baciato nessun altro uomo. E non ho mai fatto sess–”

Shanks è interrotto dalla testa di Buggy che gli si lancia contro, finendo per far sbattere la fronte contro quella dell’altro.

“Ti ripeto che non lo voglio sapere! Tutto quello che abbiamo fatto insieme, era per superare il freddo, ok? Non c’è nient’altro.” Buggy si sente debole quando sente il respiro di Shanks così vicino. Va bene, forse quello che è successo sotto le coperte non sono stati solo degli abbracci. Forse c’è scappato anche qualche bacio. Magari uno, o due, o forse di più. Al momento, Buggy non se lo ricorda benissimo, anche perché Shanks ha quegli occhi che sono così maledettamente magnetici… E forse c’è stata anche quella volta in cui… sono stati molto, molto vicini. Ma è successo una sola e unica volta, ed era perché Buggy stava letteralmente congelando, visto che erano stati per tutto il giorno in quell’isola deserta perché non era possibile per gli esseri umani vivere lì visto tutto quel freddo.

Buggy comincia a sentire il dolore dovuto alla botta data in fronte a Shanks, il quale, a differenza sua, ha stampato in faccia quel suo sorrisino maledettamente affascinante. All’improvviso porta entrambe le mani sulle guance di Buggy.

“Oh no, non ci provare nemmen–”

E invece ci prova. Come ci ha provato la prima volta, e come Buggy spera in cuor suo che continuerà a provarci per molto altro tempo. Per questo non appena sente le labbra di Shanks posarsi sulle sue, non può fare altro che accettare quel bacio, tanto agognato quanto ingiusto. Sa che potrebbe scappare, Shanks non glielo ha mai impedito. Sa che potrebbe tornare con la testa vicino al soffitto, dove è al sicuro dai sotterfugi dell’altro che in qualche modo riescono sempre ad avere la meglio su di lui (conosce tutti i suoi punti deboli), dove può squadrarlo dall’alto al basso senza nessun problema. E invece eccolo lì, a perdersi nei baci di Shanks, mentre prova a rispondere con egual forza, mentre nella stanza torna il silenzio, interrotto a tratti dai respiri affannati dei due ragazzi. Buggy non ha la forza di mettersi a contare quante altre volte si sono baciati con questa intensità, ma, perso nel momento, riesce a trovare la forza per ammettere, almeno a se stesso, che vorrebbe rimanere così per molto, molto più tempo di quanto gli sarebbe concesso.

“I tuoi baci sono sempre i migliori.” Shanks sta praticamente sospirando contro le labbra del suo compagno, non volendosi staccare dal suo viso. Buggy fa lo sbaglio di incrociare lo sguardo di Shanks in quella situazione e sente un brivido (non di freddo) percorrergli la schiena quando vede gli occhi adoranti dell’altro.

“Suona strano, detto da quello che stamattina pomiciava con tutte le ragazze dell’isola.”

Buggy vorrebbe tirarsi un pugno in faccia appena sente le parole che gli escono di bocca. Sono proprio queste le frasi che fanno scappare la gente come Shanks, che vive in libertà ogni giorno senza pensare al futuro. Perlomeno ora se ne andrà a dormire nel suo letto. Shanks lascia andare la testa di Buggy.

“È stata solo una, stavolta.” Precisa. “E comunque, ora, stavo parlando dei tuoi baci.” 

Questa volta Buggy vuole invece tirare un pugno in faccia a Shanks, ma si rende conto che ha le mani intrappolate sotto il piumone, schiacciate sotto il peso di Shanks. Sa benissimo che Shanks se ne esce con frasi del genere a ogni ora del giorno e della notte, ma non può fare a meno di essere orgoglioso mentre guarda le labbra del rosso, sulle quali si può ancora vedere il ricordo del loro precedente bacio.

Buggy non è però tipo da lasciargliela vinta così facilmente.

“A differenza tua, invece, io ho baciato altri uomini.” Buggy lo dice senza pensarci, in un disperato tentativo di far provare a Shanks qualcosa di simile a un sentimento che una persona normale proverebbe per qualcuno di caro, in questo caso specifico, la gelosia. È chiaramente una bugia, e spera con tutto il cuore che Shanks non gli chieda maggiori dettagli. Al contrario del suo compagno, che può vantarsi di aver baciato tre o quattro ragazze (o forse di più, ma Buggy non vuole pensarci), le sue uniche esperienze sono confinate a quegli incontri segreti sotto le coperte. D’altro canto, che lui ne sappia, è vero che Shanks non ha mai baciato nessun’altro uomo e, nonostante questo non dovrebbe renderlo felice, non può fare a meno di attaccarsi a questa piccola gioia per il momento. Lo fa sentire speciale per quella persona così importante per lui, anche se non dovrebbe essere così.

“Vabè, ma il migliore sono chiaramente io, no?” Ecco di nuovo quel maledetto sorriso stampato sulla faccia di Shanks. Buggy odia come le risposte dell’altro lo colgano sempre alla sprovvista, visto che in questo modo non riesce a capire se la sua bugia è stata scoperta o, se invece è riuscito a ingannare l’altro, cosa stia provando in questo momento. 

“Senti, ho sonno. Posso tornare a dormire?” Non che si fosse mai addormentato. Buggy fa l’unica cosa sensata da fare quando Shanks lo mette al muro in questo modo - cambiare argomento. Non vuole di certo dare a Shanks la soddisfazione di fargli sapere che si, probabilmente i suoi saranno i baci migliori che riceverà in tutta la vita (in cuor suo Buggy dice a se stesso che al momento pensa così solo perché ancora non ha un metro di confronto). 

“Solo se mi fai dormire insieme a te.” Shanks continua a insistere. Ma non si stanca mai?

“Va bene.” Gli concede. “Ma dormiamo, e basta. Domani ci dobbiamo alzare presto e abbiamo già perso un sacco di tempo.” Buggy sbuffa mentre guarda male l’altro. “E poi oggi non fa così freddo fuori.” Aggiunge, giusto per mettersi il cuore in pace. Shanks si sposta da sopra il suo piumone, e guarda l’altro mentre riattacca la testa al resto del corpo, poi prende il suo da terra e copre entrambi.

“Aspetta un attimo, ma hai lasciato quella coperta a terra per tutto questo tempo? Che schifo, non ci pensare nemmeno a portare quella cosa zozza sul mio lett–”

“Ho messo la mia coperta sopra la tua, così lo sporco non può raggiungerci.” Nel frattempo Shanks riesce ad abbracciare Buggy da dietro e comincia a dargli dei piccoli baci sul collo. 

“Non funziona così, e lo sai. E ti ho appena detto che dobbiamo dormire, non fare altro!” Buggy si lamenta, ma non fa nulla per allontanarsi dall’abbraccio di Shanks, anzi, si avvicina ancora di più e inclina la testa verso il cuscino, facendo si che l’altro abbia più spazio per continuare la sua sequenza di baci. Per fortuna non può guardarlo in faccia, altrimenti saprebbe già che non finirebbero certamente per dormire. 

“Pensavo che questo ti conciliasse il sonno…” La voce di Shanks è un sussurro, e sicuramente quello che concilia a Buggy è tutto tranne che il sonno.

“Non quando mi stai così avvinghiato come una cozza.”

Shanks ride - una risata che gli viene dal cuore, che fa provare a Buggy delle emozioni che non vorrebbe mai provare.

“Se mi dai un altro dei tuoi baci, ti lascio un po’ più di spazio.”

“...sei un idiota.”

 

Hai ragione. Sono il tuo idiota.

Ma, forse per la prima volta nella sua vita, piuttosto che dar voce a questo pensiero, Shanks si sente più sicuro nel celarlo nei meandri della sua mente.

 
  
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