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Autore: Nuage_Rose    14/10/2023    0 recensioni
Katniss ripensa alla prima volta che è andata a caccia col padre mentre insegna al figlio maggiore a cacciare.
» 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘤𝘪𝘱𝘢 𝘢𝘭 𝘞𝘳𝘪𝘵𝘰𝘣𝘦𝘳 𝘥𝘪 𝘍𝘢𝘯𝘸𝘳𝘪𝘵𝘦𝘳.𝘪𝘵
» Prompt:caccia, lista PumpInk
#writober2023 #fanwriterit
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bimbo Mellark, Katniss Everdeen
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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» “Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it”
» Prompt:
caccia, lista PumpInk
» N° parole:
480

 

A Caccia

 

Katniss ha dieci anni e non riesce a tenere il passo del padre, che corre quasi disinvolto in mezzo alla foresta, richiamandola spesso a sé per non lasciarla indietro.
Lei riesce solo a vedere la schiena del genitore,con la faretra carica di frecce e l’arco in spalla. Ha sempre desiderato imparare dal padre a cacciare, per rendersi utile al sostentamento della famiglia.
Il padre nota il suo grande talento e la sua vista precisa, le accarezza i capelli scuri: “Brava la mia cacciatrice! Diventerai anche migliore di me di questo passo.”
Lei ridacchia, compiaciuta e orgogliosa. Poi il padre si ferma e le fa segno di fare silenzio. Gli occhi grigi della piccola si spalancano e la bocca si chiude di scatto, le orecchie attente a un possibile attacco. Ma sente solo qualcosa di molto simile alle loro risate, ma distorto, come una registrazione fatta male.
Vede suo padre sorridere e si rincuora. Poi lo vede arricciare le labbra e inizia a fischiettare un motivetto, una canzone… e di nuovo qualcosa riproduce il suono, ma in modo falsato. Katniss allora guarda il padre, con occhi pieni di domande e stupore: “Sono le ghiandaie imitatrici, non preoccuparti. Sono innocue e qualsiasi suono tu produca, loro sono capaci di ricrearlo.”
Il volto della piccola si riempie di stupore e poi prova a fischiare anche lei, senza successo, facendo così ridere il padre: “Non è molto da signorina imparare a fischiare, ma neanche la caccia lo è… quindi ora ti insegnerò anche questo.”
Katniss esulta, felice di poter cantare anche lei con le ghiandaie imitatrici ed il padre.

 

Quel ricordo le è sempre stato caro. Katniss quasi si perde nel passato, finché una piccola mano ancora paffuta non la tira per la manica della camicia scura: “Mamma, cosa fai? Avevi promesso che mi avresti insegnato a cacciare, non perdiamo altro tempo!”
Sorride a suo figlio maggiore, scompigliandoli i capelli biondi: “Gli animali non sanno certo che stiamo venendo a prenderli, se non fai confusione.”
Il piccolo gonfia le guance: “Gli animali no, ma papà potrebbe arrabbiarsi se mi vede con arco e frecce.”
Katniss sospira, ricordando i mille rimproveri da parte del marito: non insegnare ai bambini cose pericolose, non serve che imparino a cacciare o a riconoscere le bacche velenose. Peeta era troppo protettivo nei confronti dei bambini e ormai il più grande era pronto ad imparare, come aveva fatto lei con suo padre. Era stata una gran fortuna per lei saper cacciare e vuole tramandare questa sua conoscenza ai figli, a prescindere da quello che pensa Peeta, troppo spaventato dall’idea di vedere i figli con delle armi.
Katniss prende per mano il figlio, sorridendoli dolcemente: “Ti insegnerò a cacciare e, con un po’ di fortuna, anche come si canta insieme alle ghiandaie imitatrici.”
Grazie, papà. Grazie per avermi insegnato a cacciare: mi ha mantenuta in vita. E ho avuto loro. 

   
 
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