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Autore: Roxanne Potter    15/10/2023    2 recensioni
Non c'è alcun errore nella sua vita perfetta, quella vita che lei ha sempre desiderato fin da bambina; Petunia se lo ripete mentre tiene in braccio Dudley – Dudley si divincola strepita piange, perché non smette mai di piangere? – e con la mano libera mescola il sugo in pentola.
Niente infrange la perfezione patinata del numero quattro di Privet Drive, dove non esistono pieghe sulle camicie e gli stracci cancellano polveri invisibili dalle ante delle credenze.

[Questa storia partecipa alla Challenge “Tuttigusti + 1 prompt” indetta da Ciuscream sul forum Ferisce più la penna].
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Petunia Dursley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Sinfonia di una vita perfetta

È stato tutto sbagliato, fin dall'inizio. È stato un errore, un errore. Potrai mai perdonarmi?
Apre gli occhi di scatto, un rantolo soffocato le sfugge dalle labbra secche – intorno a lei solo afa e penombra. Neanche un soffio d'aria giunge dalla finestra spalancata; solo il debole chiarore dei lampioni che si riversa sulle lenzuola sfatte.
Si alza lentamente, il respiro ansante, le mani che corrono a cercare la brocca d'acqua sul comodino.
Sa di aver sognato un volto, un volto familiare del quale non riesce a rammentare alcun dettaglio. (Vecchio o giovane? Di che colore aveva gli occhi?) Incise nella sua memoria solo una placida voce maschile, pregna di compassione, – lei detesta la compassione – e quelle parole che continuano ad aleggiarle nelle orecchie, a scorrerle addosso come le gocce di sudore che le imperlano ogni lembo di pelle.
Torna a stendersi sul letto, tremando nonostante il caldo. Non riesce a scrollarsi di dosso la sensazione che in quelle parole ci sia una verità, i cui significati indecifrabili giacciono nelle pieghe di un inconscio mai esplorato.
Chiude gli occhi e si fa più vicina a Vernon, il cui calore familiare scaccia di colpo l'inquietudine generata da quei pensieri folli.
Errore. Cosa potrebbe mai definire errore nella sua esistenza magnificamente ordinaria, nell'amore di suo marito, nella culla del piccolo Dudley, in un mondo dove l'interpretazione dei sogni non è altro che una baggianata da ciarlatani e strizzacervelli?
L'abbraccio del sonno torna a reclamarla e Petunia scivola pian piano in un sonno finalmente sereno – dove nessuna nota dissonante inquina la sinfonia della sua vita perfetta.

L'ha sognato ancora e ancora e ancora – lo stesso volto familiare a cui non riesce ad attribuire un nome e un'identità, le stesse parole che infestano le lunghe notti di quest'estate che le si stringe addosso come una cappa soffocante.
Ma non c'è alcun errore nella sua vita perfetta, quella vita che lei ha sempre desiderato fin da bambina; Petunia se lo ripete mentre tiene in braccio Dudley – Dudley si divincola strepita piange, perché non smette mai di piangere? – e con la mano libera mescola il sugo in pentola.
Niente infrange la perfezione patinata del numero quattro di Privet Drive, dove non esistono pieghe sulle camicie e gli stracci cancellano polveri invisibili dalle ante delle credenze.
Petunia se lo ripete ancora e ancora e ancora mentre il caldo le occlude sempre di più il respiro, mentre il pianto di Dudley le toglie il ristoro – giorno e notte – e le voci del televisore sono troppo alte le luci dei lampadari troppo abbaglianti le urla dei bambini che giocano in strada le perforano il cranio i litri di caffè coi quali cerca di tenersi sveglia le devastano lo stomaco per la nausea – dov'è l'errore nei suoi pavimenti tirati a lucido e nel profumo di bucato?
Sul finire dell'estate, al termine dell'ennesima giornata perfetta, le palpebre le pesano come macigni mentre le sue mani tremanti, sempre più ossute e digiune di sonno, si aggrappano a una tazza di tè alla valeriana. Finalmente la quiete, accompagnata dalla speranza di un sonno scevro di sogni.
Dudley ricomincia a piangere.
La tazza cade a terra, in cocci che sporcano il pavimento e macchie scure che imbrattano le scarpe bianco perla che Vernon le ha regalato per il loro anniversario di matrimonio.
Petunia urla – il salotto piomba nel buio e i vetri delle finestre esplodono in mille pezzi.
In un istante riconosce il volto dell'uomo che infesta i suoi sogni e il significato delle sue parole erompe dal fondo di un inconscio che lei non riesce più a ridurre al silenzio.

La mattina del primo novembre millenovecentottantuno, Petunia apre la porta per mettere fuori le bottiglie del latte e il castello di apparenze costruito a fatica nel corso degli anni crolla di punto di bianco di fronte allo scherzo del destino che l'attende sui gradini del pianerottolo; un bambino dagli occhi troppo verdi e una lettera in pergamena che, ancora una volta, porta il suo nome per le ragioni sbagliate.
È troppo tardi per rimediare al mio errore ma tu puoi rimediare al tuo.
Legge quelle parole con la sua voce – placida, compassionevole, detestabile. Si piega in avanti, gli occhi annebbiati, le unghie inchiodate ai palmi delle mani. La pelle le brucia e così il dolore ancestrale che le sconquassa la gola, singhiozzo dopo singhiozzo, gemito dopo gemito; non sa se sta soffrendo di più per sua sorella o per la vita che le è stata strappata via per un errore di cui non è mai stata artefice.

A dieci anni di distanza, le sue ossa marce d'invidia ricordano solo l'odio mentre Harry – gli occhi spaesati e al contempo così insopportabilmente felici – spinge il suo carrello lungo i binari di King's Cross.
Ancora una volta il suo stesso sangue le ha rubato il posto che le spetta.

*

Note

Salve! Parto con la pubblicazione del pacchetto che ha dato ispirazione alla storia:

PERSONAGGIO: Petunia Dursley
LUOGO: Little Whinging
PROMPT: La calda estate babbana del 1981 + 1 (prompt - fatto): Un viso e una voce familiare le appaiono in sogno e le continuano a ripetere che c'è stato un errore

Il viso e la voce che le appaiono in sogno sono ovviamente quelli di Silente, ho immaginato che lui stesso si fosse presentato a casa Evans per consegnare a Lily la sua lettera per Hogwarts e che Petunia l'avesse incontrato in quell'occasione.
Mi rendo conto di non aver dato vere e proprie spiegazioni razionali sul perché Petunia pur essendo dotata di poteri non sia stata ammessa a Hogwarts o perché non possa integrarsi a suo modo nel mondo della magia nel momento in cui Silente si rende conto del suo errore. La storia mi è uscita spontaneamente, di getto, il mio intento era quello di creare un'atmosfera cupa ed enigmatica, giocata sul sentimento del rimpianto per una vita che Petunia non avrà mai la possibilità di vivere, anche se mi rendo conto che il tutto potrebbe risultare anche perfettamente nonsense!
Ringrazio chiunque abbia letto e chiunque lascerà una recensione <3
   
 
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