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Autore: Shinalia    16/09/2009    11 recensioni
AU: Edward - Bella
Trama:
Bella si trasferisce a Forks da suo padre, per fuggire da una verità troppo scomoda per essere accettata. Ma una serie di incontri imprevisti le riveleranno un nuovo mondo ….
Estratto capitolo:
Quelle che una volta consideravo semplici favole si sono rivelate il mio destino e il mio futuro. Io semplice ragazzina di diciassette anni vivevo con mia madre in una bella casetta al centro di Phoenix, una città mai abbandonata dal sole, fino a quando la mia vita normale e tranquilla è stata stravolta da una serie di avvenimenti inaspettati e strane scoperte. Quanti segreti celati e quante bugie per nascondere quelle creature mitologiche che abitano questo mondo a nostra insaputa.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccomi con il nuovo ed ultimo capitolo ... 
finalmente anche questa storia vede il suo termine ... olè ... ammetto ... è uscita un tantino lunghetta e me ne scuso .. ma quando la mia mente parte è difficile fermarla! In compenso non lascio mai nulla di incompiuto!!!
Spero vivamente di poter leggere i vostri commenti su questa storia (positivi o negativi che siano) .. ringrazio immensamente le 150 persone che hanno aggiunto la storia tra i preferiti e le 105 tra i seguiti.
Ringrazio immensamente le 70 persone che mi hanno inserita tra gli autori preferiti ... non immaginate come ne sono contenta!!
Bhe che altro dire ... Grazie per il vostro continuo sostegno ed i vostri complimenti che mi hanno spronata ad andare avanti!
Grazieee ♥

Capitolo betato by  Ronnie8437
Ne approfitto per postare i link delle altre mie storie:
Quando un incontro ti cambia la vita (pov Bella) --> in corso
Quando un incontro ti cambia la vita (pov Edward) ---> completa
Mission ---> in corso
♥Moonlight ---> in corso
Travolti dal destino ---> in corso
Ti amo & Ti odio ---> in corso
♥Madneess?♥ ---> conclusa
Forse un giorno ---> conclusa
Cedric ---> conclusa
Niña (originale/romantico) ---> in corso
The Legends of Witches (originale/romantico) ---> in corso


Insicurezze …

*

*

Vagammo per i corridoi protetti dal dono di Annétte. La cella di Michael non era distante dalla mia e non ci fu difficile individuarla.

Lo trovammo malamente abbandonato contro il muro, intento a fissare un punto indefinito dinanzi a se.

È a pezzi …

“Michael?” Alice gli si avvicinò lentamente, timorosa di quella insolita immobilità. La sua espressione costantemente ilare era scomparsa, lasciando il posto ad uno sguardo vacuo che possedeva un che di inquietante.

Cosa ci hanno fatto in questo luogo maledetto?

Si voltò lentamente, fissandoci con un’espressione contrita. “Non avrei voluto ...” biascicò in un flebile sussurro.

Sospirai inoltrandomi nella sua mente ed assistendo a ciò che era accaduto. Anche lui, come me, aveva ceduto al richiamo del sangue. “Non avremmo potuto resistere a lungo” mormorai chinando il capo.

Notò immediatamente il mio “avremmo” rivolgendomi uno sguardo eloquente.

“Ragazzi, credo che per i vostri piagnistei potremmo trovare un momento più opportuno. Bella e gli altri ci attendono per far saltare in aria questa baracca!” Sbottò Alice alzando di peso Michael e trascinandolo fuori dalla cella.

La delicatezza non è proprio nel suo stile ... ma, aspetta, ha detto davvero far saltare in aria?

“Ma...?”

Lei in tutta risposta mi fece cenno di tacere.

Inizio a sospettare sia pazza!

“Ci sono tre guardie all’angolo. Dobbiamo necessariamente affrontarle per poter salire al piano superiore. -  sentenziò seria scandagliando le possibilità future. – giunti lì, avremmo libero accesso ad una finestra che da ad ovest e che utilizzeremo come uscita!” concluse rivolgendoci un sorriso smagliante.

Ok … rettifico non è più un sospetto. Mia sorella ha perso il senno!

“Emmett tu attacca quello a sinistra. – ordinò Annette voltandosi poi verso di me. – tu e Michael invece attaccherete quello al centro. Credo che la carenza di sangue renda opportuno un attacco combinato. Alice tu prendi l’ultimo. Io cercherò di continuare ad occultare la vostra presenza ... in movimento diventa più complesso” si giustificò leggermente contrariata.

Annuii, non propriamente convinto della loro tattica, benché comprendessi le alternative non fossero molte. Sperai vivamente che nulla andasse storto, appariva tutto troppo semplice per i miei gusti.

O la va o la spacca …

Con la coda dell’occhio, notai Emmett sfregarsi le mani soddisfatto e non potei non abbozzare un sorriso avvertendo il suo pensiero.

*Da quanto non mi divertivo così tanto?*

La mia famiglia mi era mancata immensamente. Le stramberie di Alice, la pacatezza di Jasper, l’amorevolezza di Esme … addirittura le battutacce di Emmett. Quel clima di inconfondibile dolcezza e complicità che si era creato era stato un pensiero costante, e l’esser conscio di avergli arrecato dolore con la mia scelta avventata lo era altrettanto.

“Ora!” l’ordine perentorio di Alice mi ridestò dalle mie elucubrazioni, ed in sincrono scattammo verso le nostre prede. Li atterrammo con estrema facilità, soprattutto grazie all’effetto sorpresa ed il dono di Annette, che era riuscito ad occultare la nostra presenza sino all’ultimo istante.

Facemmo a pezzi i loro colpi cercando di evitare qualsiasi rumore che potesse attirare l’attenzione di terzi.

“Che ne facciamo dei corpi? Li bruciamo?” sbottai pulendomi disgustato un rivolo di sangue dalla bocca.

Alice parve soppesare le mie parole. “No, il fuoco attirerebbe l’attenzione. Lasciamoli qui, ci vorrà del tempo prima che possano ricomporsi e non daranno mai l’allarme in tempo” concluse soddisfatta.

Così, senza indugiare ulteriormente, iniziammo a correre verso il piano superiore per poter finalmente uscire da quell’inferno.

_______________________

Pov Bella

 

Alice, Emmett ed Annette erano ormai nel palazzo da tempo, e non potei impedirmi di essere colta dall’ansia. Secondo i pronostici, sarebbero dovuti uscire da ben quindici minuti, eppure di loro neanche l’ombra. Volsi il mio sguardo verso Jasper che mi fissava accigliato, percependo le mie emozioni.

“Usciranno!” mormorò con voce tremula, senza riuscire a celare il suo nervosismo.

Annuii insicura, facendo scorrere il mio sguardo sul gruppo di vampiri appostati in attesa della prossima fase del piano. Avevamo annientato anche l’ultimo gruppo inviatoci contro. Era decisamente più cospicuo dei precedenti e questa volta l’intervento dei licantropi era stato necessario.

Onde evitare che il loro odore si diffondesse per la città, avevamo spinto i nostri avversari al limitare dei tombini dai quali i lupi avevano agito, trascinandoli giu.

Tutto era stato studiato nei minimi dettagli, e le qualità di stratega di Jasper erano risultate necessarie per affrontare quella situazione tanto critica.

In fin dei conti, pur non essendone usciti illesi, le ferite riportare erano state limitate così come le perdite, tutto grazie alla nostra discreta superiorità numerica.

Di certo se avessimo apportato un attacco diretto al palazzo non ne saremmo usciti vivi. Il numero di guardie al servizio dei Volturi era esorbitante, e per quanti ne eliminassimo un nuovo squadrone era sempre pronto all’attacco.

Per tale motivo avevamo apportato delle modifiche al piano finale.

Avremmo dato fuoco all’intera struttura.  Approfittando dei poteri di alcuni vampiri del nostro gruppo, avremmo creato dei diversivi per tenere intrappolati i Volturi nel palazzo. Gabriel, un vampiro francese di oltre trecento anni amico di vecchia data di Carlisle , con l’aiuto di Zafrina, una vampira amazzone, avrebbe creato delle illusioni. I loro poteri molto simili sarebbero riusciti a coprire l’intero raggio d’azione del palazzo.

E con lui sarebbero bruciati anche quei maledetti.

Naturalmente il nostro piano era inattuabile, almeno sino a quando Edward e gli altri non fossero usciti da quelle mura. Non avrebbero dovuto attirare su di loro l’attenzione, in caso contrario tutto sarebbe potuto andare in fumo. Se Aro avesse scoperto il nostro piano attraverso i pensieri dei miei fratelli, ero certa che non avrebbe esitato ad ucciderli per vendicarsi dei membri della sua guardia che avevamo sterminato, mantenendo non più di un ostaggio.

“Jasper? - chiamai sempre più allarmata – Se li avessero scoperti??” il dubbio atroce ormai si era insinuato nella mia mente e, per quanto tentassi in ogni modo di schiacciarlo, l’ansia non si attenuava.

La preoccupazione era palese anche sul suo viso.“I ...”

Non ebbe il tempo di concludere che notammo alcune figure avvolte in delle mantelle nera sporgersi dalla finestra ad ovest.

“Maledizione! – sibilai a denti stretti – non muovetevi” ordinai temendo potessero scorgerci dando l’allarme.

La prima figura si guardò attorno circospetta, per poi saltare giù dalla finestra a pochi passi dal nostro nascondiglio. Un odore conosciuto mi arrivò alle narici e ripresi finalmente a respirare con calma.

Dannazione che spavento!

“Alice, ci hai fatto prendere un colpo” soffiò Rose facendole cenno di correre al riparo.

Lei scrollò le spalle e la sua risata cristallina si diffuse per lo spiazzo, attirando su di noi gli sguardi non proprio benevoli dei vampiri appostati.

Non cambierà mai …

Mi portai stancamente le mani sul viso, beandomi dell’idea che anche quella fase del piano fosse trascorsa senza alcun intoppo.  Mi meravigliai del livello di sopportazione di questo nuovo corpo, un tale stress da umana mi avrebbe di certo uccisa.

Un infarto come minimo …

Due odori sconosciuti mi giunsero prepotenti alle narici, palesandomi la presenza di altre figure alle mie spalle. Il primo appariva come un misto tra gigli e … arance. Ma quello che maggiormente mi attirò fu il secondo, un intenso profumo di camelia e qualcosa che non riuscii ad identificare.

Conoscevo quell’odore, sebbene la mia condizione umana non mi avesse mai permesso di percepirlo con la medesima intensità.

Edward!

Avrei voluto gettarmi tra le sue braccia ed inspirarne il profumo a pieni polmoni, godendo di quella sensazione di pace che era sempre riuscito a sortire sul mio animo. Ma non lo feci. Benché avvertissi il suo sguardo posarsi insistentemente su di me, non riuscii a voltarmi. Temevo il suo giudizio. Temevo ciò che avrebbe pensato vedendo il mio aspetto mutato ... notando la mia pelle diafana e gelida, le mie gote che non avrebbero più assunto il solito rossore al passare del suo sguardo. I miei occhi color cioccolato che tanto diceva di amare .. svaniti.

Avrebbe amato questa nuova me? Mi avrebbe accettata anche in questo nuovo corpo che ,per quanto perfetto, di umano non conservava che un pallido ricordo?

In fondo, io stessa non avevo accettato questa natura dannata e la mancanza di controllo che ne comportava. Avvertivo in me una prepotente frustrazione, data dalla consapevolezza di non essere in grado di gestire la mia esistenza secondo un principio di razionalità.

Tutto finiva necessariamente per essere guidato dai miei istinti più reconditi.

Non mi sento più me stessa!

“Bella!” una voce entusiasta e due braccia mi strinsero in una stretta salda.

Sospirai, voltandomi verso il mio amico che mi fissava accigliato scrutando i cambiamenti avvenuti. Conoscevo bene quella sensazione, era la stessa che avevo provato quando lui era stato trasformato in vampiro, sebbene questa volta non vi era l’aria di tensione e timore che ci aveva avvolti all’epoca. Almeno non per lui.

Particolarmente entusiasta iniziò a blaterare frasi quasi del tutto sconnesse riguardo la sua preoccupazione, la paura di avermi perduta mentre continuava a stringermi con impeto. Non potei fare a meno di sorridere, il mio Michael non sarebbe mai cambiato. Era quell’amico che mi aveva costantemente protetta a e su cui sapevo che avrei potuto contare per sempre.

Il mio porto sicuro, nonostante tutto.

Un leggero colpo di tosse lo distolse dai suoi deliri, facendomi irrigidire. Continuai a fissare un punto indecifrabile dinanzi a me, mentre Michael si staccava con un’espressione leggermente imbarazzata.

“Ops, scusa Edward!” mormorò il mio amico facendosi da parte.

Avvertii il leggero spostamento d’aria alle mie spalle, che mi fece intuire si fosse avvicinato a me.

“Hai intenzione di non guardarmi?” sussurrò in tono beffardo a pochi centimetri dal mio orecchio.

Presi un profondo respiro e, facendo leva su tutto il mio autocontrollo, mi voltai verso di lui. Ciò che vidi mi spiazzò. I ricordi umani che custodivo gelosamente nella mie mente non gli rendevano affatto giustizia. La perfezione del suo viso mi mozzò il fiato, lasciandomi visibilmente inebetita.

È meraviglioso …

Dimenticai ogni cosa, ogni mia preoccupazione perdendomi in quegli occhi cremisi che mi fissavano con la medesima adorazione.  Non mi soffermai a riflettere a lungo sul color oro ormai svanito, i miei pensieri erano intrisi di gioia, quella felicità data dalla consapevolezza di averlo ritrovato.

Finalmente con me … mio!

Erano tante le parole che avrei voluti rivolgergli e tanti i gesti che mi sarei apprestata a compiere, avrei voluto sfiorare il suo viso seguendo quelle linee perfette e beandomi di quel contatto che ora sarebbe stato diverso.

Non avrei più avvertito il freddo innaturale del suo corpo, ma sperai vivamente che quella scossa che mi attraversava ogni qualvolta mi sfiorava non fosse svanita. Volevo fremere sotto il suo tocco delicato … proprio come un tempo.

Pareva essere passata un’eternità dal nostro ultimo incontro, dal nostro ultimo bacio ed i sentimenti che mi invasero, misti ad un’inspiegabile confusione, mi stordirono piacevolmente.

Tutte quelle emozioni che da umana consideravo intense non erano nulla, se confrontate a quello che in quell’istante stavo provando. Un vigore senza pari che prepotente permeava il mio corpo e la mia mente.

“Sono tornati! - la voce acuta di Alice mi fece sobbalzare, e mi voltai immediatamente verso di lei che ci fissava con un ghigno in volto. – Mi duole infrangere la vostra bolla felice, ma avrete tempo in seguito. Louis, Matt e Joanne hanno posizionato tutti gli esplosivi!”

Possibile debba sempre spuntare nei momenti meno opportuni?

Annuii mesta, rivolgendo ad Edward uno sguardo fugace prima di andare alla mia postazione.

Lui non proferì parola, scostando lo sguardo allibito su sua sorella. Sospettai che Alice non gli avesse illustrato questa parte del piano e, per qualche strano motivo, non me ne sorpresi.

Alice era pur sempre Alice!

Gabriel e Zafrina erano già in posizione, ed al nostro cenno avvolsero il palazzo con il loro potere, pochi istanti prima che l’esplosivo venisse azionato. Emmett e Jasper  si erano disposti davanti a Gabriel per proteggerlo da possibili frammenti e permettersi di concentrarsi solo sulle illusioni che stava proiettando. E allo stesso modo, altri due vampiri avevano affiancato Zafrina.

Noi altri, rimasti leggermente in disparte, eravamo pronti ad attaccare qualsiasi vampiro fosse uscito dalla struttura ancora intatto, così come i licantropi, usciti dalle fogne per affiancarci. Ormai non vi era più alcuna necessità di occultare la loro presenza, essendo finalmente giunti all’attacco finale.

Ci stavamo giocando il tutto per tutto …

Gli scoppi produssero dei tonfi sordi ed il palazzo subì varie scosse, che crearono innumerevoli crepe nelle mura, Sin da subito avvertimmo l’odore di bruciato diffondersi a causa del fuoco che divampava velocemente.

Non si avvertirono urla dall’interno. I respiri regolari e la tranquillità che pervadeva quel luogo ci permisero di intuire la riuscita del piano. La morte li circondava, eppure le illusioni avrebbero occupato la loro mente, impedendogli di percepire le fiamme che li avrebbero presto annientati.

L’odore tanto simile all’incenso si diffuse impregnando l’aria, mentre le persone richiamate dal fracasso iniziavano ad accorrere, forse per portare i primi soccorsi. Ma non ce ne curammo.

Ci eravamo premurati di dare le giuste disposizioni ad alcuni licantropi che avrebbero impedito ai mezzi di soccorso di giungere prima del crollo della struttura.

Tutto era stato architettato nei minimi dettagli, e non ci restava che sperare che nulla andasse storto. Di tanto in tanto il mio sguardo scivolava su Alice,  intenta a scandagliare le possibilità future alla ricerca anche del minimo intoppo. Ma dal suo sguardo sereno potevo supporre non ci fossero problemi all’orizzonte.

Fissai il palazzo che cadeva a pezzi, incantata dal rosso delle fiamme che si diffondevano ad una velocità impressionante.

Avvertii un braccio cingermi la vita.

“Affascinante non trovi?” mi sussurrò suadente facendomi poggiare la schiena al suo torace.

Annuii vigorosamente, fremendo sotto il suo tocco e abbandonandomi ad esso. Chiusi gli occhi inspirando il suo meraviglioso profumo.

Mi era mancato da morire. Per quanto avessi finto di star bene e avessi celato la mia inquietudine costante anche a me stessa, il mio cuore si sentiva lacerato al pensiero del rischio che stava correndo e della possibilità che gli avvenimenti degenerassero al punto da strapparmelo via per sempre.

Che esistenza avrei potuto condurre senza di lui?

“Isabella!?” il suo tono perentorio non mi sfuggì.

Sospirai sommessamente. “Ti hanno costretto a bere sangue umano?” chiesi laconica per interrompere il silenzio pesante che si era creato. Sebbene la risposta fosse abbastanza scontata, preferii sviare evitando la domanda che realmente mi premeva porgergli.

Non potevo permettermi di ricevere una risposta negativa, non lo avrei sopportato! Non avrei potuto …

La presa sulla mia vita si strinse maggiormente. Solo in quell’istante mi resi conto di quanto fossi stata indelicata a rammentargli un dettaglio che, di certo, gli aveva causato dolore.

“Edward, mi dispiace” mormorai voltandomi per incontrare i suoi occhi.

Teneva il capo chino e lo sguardo basso. Immaginai il senso di colpa per quel gesto che non avrebbe mai potuto controllare, e mi sentii ancora più sciocca.

Avvertii una stretta alla stomaco e, senza indugiare oltre, gli portai le braccia al collo.

“Non avrei voluto, ma è stato inevitabile. La sete …”

Gli feci cenno di tacere e lo strinsi maggiormente a me, beandomi di quel contatto e tentando al contempo di infondergli quel senso di pace che lui era in grado di donarmi con un solo sguardo.

“Non avrei dovuto ricordarti  ciò che hai dovuto subire in quell’inferno … ma sono così spaventata!” confessai con voce tremula. Comprendevo di non poter indugiare oltre ..

Avevo bisogno di sapere.

Lui si accigliò fissandomi intensamente, e non mi sfuggì la smorfia di evidente frustrazione che gli si disegnò in volto. Probabilmente sperava che, con la trasformazione, la sua incapacità d leggere i miei pensieri trovasse rimedio. Ma a quanto pare non era accaduto, e non potei non essere lieta di ciò.

Desideravo condividere con lui ogni cosa, ma la consapevolezza di essere costantemente sotto il suo vigile udito extra mi avrebbe causato un immenso disagio. Soprattutto a causa dei pensieri poco casti che la mia mente elaborava in sua presenza.

Decisamente imbarazzante.

“Cosa ti spaventa?” domandò laconico fissandomi intensamente.

Presi un profondo respiro. Non che fosse necessario, ma era un’abitudine umana non completamente scomparsa. “Temo che … che tu non veda più in me ciò di cui ti sei innamorato – balbettai insicura. –  il calore del mio corpo, i miei comportamenti …  io sono cambiata!” terminai stando ben attenta a non incrociare il suo sguardo.

Cosa avrei letto nei suoi occhi? Una conferma alle mie parole?  Il disagio dinanzi ad una realtà tanto evidente?

“Isabella, guardami immediatamente!” mi ordinò.

Mi rivolse un’espressione di eloquente disappunto. “Tu sei perfetta, e con ciò non voglio di certo indicare solo il tuo nuovo aspetto. Per me lo sei sempre stata. Sei sempre stata quella creatura meravigliosamente paranoica ed insicura, la stessa che in questo momento è dinanzi a me, a crucciarsi per una sciocchezza e che teme una mi fuga in chissà quale luogo esotico” ironizzò scuotendo il capo divertito.

Prese il mio viso tra le mani baciando dolcemente la punta del naso. “Isabella, io ti amo più di ogni altra cosa al mondo. E se ci saranno problemi, di qualsiasi tipo, li affronteremo insieme.” Terminò dolcemente, dissipando ogni mio dubbio. I suoi occhi intrisi di sincerità non lasciavano alcuna incertezza, e con il cuore più leggero gli sorrisi riconoscente.

Sapevo che avremmo avuto tanti problemi da affrontare, e che forse per un primo periodo sarebbe stato difficile  per me abituarmi a quella nuova vita. Ma con Edward accanto non avrei avuto alcun timore.

Avremmo condiviso l’eternità cullati dal nostro amore … per sempre!

   
 
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