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Autore: Elgas    20/10/2023    2 recensioni
[PROSSIMAMENTE IL QUARTO E ULTIMO ATTO]
[Terzo Atto, Till The End of The Time
Kingdom Hearts 3 Alternative Ending (no DLC Re:Mind)
Crossover (personaggi principali tratti da Bleach, Blue Exorcist, Full Metal Alchemist Brotherhood +
pg singoli tratti da altri manga/videogiochi)]
N.B. Lettura Pc. Lettura Angolo Autrice.
+++
Capitolo 1
Ogni cosa da te creata è connessa al Seiðr e a esso farà ritorno.
Chiudi di occhi, tessi la ragnatela. Starà a te decidere quando lasciarla.
Capitolo 7
Ora sei qui. Senza esitazioni. Senza rimpianti.
Solo tu, amico mio…
« …solo tu puoi uccidermi. »
Capitolo 8
Ti amo... lo pensò ancora, dolcemente, perdendosi ancora in quelle ali, nel modo in cui
s’intersecavano in mezzo alla schiena, nelle piume a circondare la spina dorsale, una
linea diafana che saliva fino al collo.
Genere: Angst, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Aqua, Cloud, Luxord, Sora, Xigbar
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Till the End of the Time'
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28. Always



Percepì il proprio Io ancor prima di risvegliarsi. Nel calmo, accogliente buio del sonno,
finalmente capì. L'Ombra, a cui mai aveva guardato, era riemersa per poi tornare come
lupo braccato in un bosco scuro e fitto; era dentro di lui, faceva parte di lui, rintanata in
meandri invisibili; aveva lasciato ferite, andava cacciato, ucciso… ecco l'unico modo per
liberarsene. Arrivare alla Porta dell'Oscurità con tale fardello avrebbe significato morte.
Dubbi sorsero, non avevano ancora preso forma quando l'Ombra rispose lontana e
indistinta, eco beffardo e distorto.

Cuori malvagi, Uomini banditi dalla Luce del Primo Keyblade…
Nell'abisso plasmarono i primi Heartless… puri, essenziali.
Servi, schiavi… nelle profondità vidi sorgere un regno contorto, pallido riflesso della
realtà. Il Reame dell'Oscurità.


…Perché? Perché hai scelto me?

Servo, animale… spezzare le catene…
La prima volta sei caduto per salvare Kairi, la tua Luce, la vidi… così pura.
Tu invece non mi ha mai guardato.
Sciocco. Ora sono libero… e tu sei mio.


No. Io ti ucciderò. In un modo o nell'altro ti ucciderò.


Aprì gli occhi. Un soffitto piatto, un sottile materasso e aria densa lo accolsero per primi.
C'era freddo nella stanza, un freddo che non si placò con l'arrivo di Donald e Goofy, le
voci sollevate, allegre, sullo fondo l'amara consapevolezza di esser giunti al capolinea,
nemmeno la loro amicizia l’avrebbe salvato da quella condizione. Sora la sentì, la percepì
quando posò lo sguardo su di loro, in piedi a destra del letto. In una situazione analoga
non avrebbero esitato ad abbracciarlo, a stringerlo fino a fargli perdere il fiato, eppure non
accadde nulla, solo un lampo di timore li attraversò da capo a piedi. In un riflesso di
normalità sorrise… si sforzò di sorridere. Vi furono poche parole e soltanto una frase
trapassò il muro di circostanza prima che gli amici si congedassero.
« Shura… è stata lei a riportarti indietro. »
Nel silenzio, Sora si toccò il petto, nel tepore dello Shrapenl capì quanto immensa fosse
stata la risolutezza di Shura; nel frammento dell'Anima vibrava ora una nuova pace.

Senza volerlo l'ho salvata… l’ho slavata dai suoi fantasmi…

Per un istante il Cuore si alleggerì.
Sfiorò il ciondolo di Kairi, la conchiglia brillava luminosa nella penombra artificiale,
eppure il dono apparì distante, quasi vi fosse un rigetto naturale. L'Ombra l'aveva corrotto
a tal punto? Nel dubbio ogni mutamento si palesò: il corpo leggero, una leggerezza cava e
distorta, gli abiti più scuri, la pelle pallida. Si alzò alla ricerca uno specchio, trovandolo nel
piccolo bagno collegato all'infermiera. Il riflesso gli restituì una cupa meraviglia; i capelli
avevano assunto una sfumatura diversa, dove il nero notte si mischiava al grigio; nelle
iridi la più cocente verità; un giallo spettrale s'irradiava divorando l'azzurro come una
piaga, rilegandolo a una triste cornice.

Ah… così simile a Vanitas…

La dita sfiorarono la guancia sotto l'occhio destro…
Ebbe la tentazione di cavarselo.
« Ti sei svegliato. »
In piedi contro lo stipite della porta, Akshan lo scrutava in una quieta indifferenza.
Rispose con la stessa moneta, si scostò quel tanto da permettergli di arrivare all'armadietto
sopra il lavandino. L’uomo estrasse delle bende e un piccolo contenitore, aprendolo Sora
percepì una forte fragranza simile all'eucalipto.
« Allevierà il livido », precisò l’uomo bloccando ogni implicita domanda.
Il ragazzo controllò la pancia, una macchia viola, tumefatta contornava la pelle all'altezza
dello stomaco. Non aggiunse altro, frenato dalla diversa natura di quei gesti. Akshan non
lo guardò né lui fece altrettanto. Nel silenzio delle parole lasciò applicasse l'unguento,
fasciando infine il busto. Un lieve fresco, sollievo… eppure, Sora si sforzò di rilegarlo a
una reazione fisica. Non pensò a nulla, né gli importò capire se le cure fossero state
genuine oppure consigliate da Shunsui o Shura. Rammentò gli ultimi eventi, rammentò
quanto la vita fosse cambiata nel giro di poco, in una maniera violenta e repentina…
prevedibile. No. Era un capolinea sussurrato da tempo, Akshan l’aveva semplicemente
svelato, strappando il velo, rivelando quanto profonda fosse la tana del Bianconiglio.
« Perdonami, non è colpa tua… eppure non posso fare a meno di odiarti. »
L’uomo sorrise, un sorriso vuoto se non per ferma consapevolezza.
« Ne io posso biasimarti. Se riesci riposa ancora un po’. »
Già… lui aveva vissuto dolori infinitamente più grandi, l’odio di un ragazzo appena
conosciuto doveva apparirgli ben poca cosa. Lo vide allontanarsi, uscire dalla stanza senza
attendere risposta. In un attimo la Mente tornò all'Ombra.

-.-.-.-.-.-.-.-.-

Ancora non riusciva a capacitarsene; ancora sentiva il tepore di Sora fra le dita, la
leggerezza invaderle il Cuore colmandolo di una sensazione nuova; una rinascita a
cancellare ogni dubbio e reticenza. Il baratro aveva rischiato di inghiottirla per l'ennesima
volta, trascinando Sora con sé. Ma l'aveva salvato, era riuscita a salvarlo.
Il pensiero navigava dolce in lei. Speranza si univa alla malinconia nell'immaginare lo
scontro con l'Ombra, lì il ragazzo sarebbe stato solo, cambiato, corrotto. (1).
Ma la preoccupazione andava rimandata, rilegata al futuro imminente, a quando la
Lindwurm avrebbe solcato nuovi Universi, fino alle naufraghe rovine dell'Hlif, fino
alla Porta dell'Oscurità. Nella leggerezza, nella pace tornò a concentrarsi su Shunsui.
Un momento sereno… era desiderio di entrambi tesserlo, là dove ogni incomprensione era
sparita, dove sarebbe mutato in addio.
L'uomo l'aveva guidata alla cabina di pilotaggio; lo stretto e allungato rettangolo,
provvisto di una spessa vetrata ovale, somigliava a un bozzo circondato da radici; sul
vetro si potevo osservare fitte ramificazioni metalliche a riprendere la forma stessa del
veicolo, riflesso della corruzione dell’Herja. Solo due posti si collocavano al centro,
nonostante l'avesse sempre visto pilotare da solo.
Nel cielo le ultime tracce di Oscurità stavano morendo, evaporando come gocce nel
deserto, quando Shunsui tornò reggendo un vassoio con una brocca e due coppe in legno.
« Mondo T88… 1250, anno della mia vista. Un medioevo solcato da guerre e intrighi
politici, abitato da tiranni, eserciti, mostri. Abomini partoriti da una strana Convergenza,
combattuti da maghi e strighi, così sono volgarmente chiamati i Witcher », e indicando la
bottiglia, « regalo da parte di uno loro, un vino speziato ai chiodi di garofano. Quale
migliore occasione per gustarlo? »
Lo disse facendola accomodare su uno dei sedili, versando il vino con teatralità e gioia,
porgendo il calice con la grazia riservata alle persone care, come tante volte nell'Hlif.
Sì… qualcosa in lui era sopravvissuto allo Scisma, nella discesa tracciata dall'essere Herja.
Il seme era rimasto lì, sotterrato e mai sarebbe germogliato; salvare Namaari e non
ucciderla, eppure Shunsui non li avrebbe seguiti. In quella certezza fu naturale parlare dei
tempi passati, arrivare all'unico epilogo possibile; l’uomo rivelò sé stesso, parole a lungo
taciute, forse persino ad Akshan.

No… lui ha già capito…

Ricordò lo sguardo mentre la voce di Shunsui inondava la mente.
« Voi eravate Luce, una Luce per non perdere la bussola. Non solo per me. Quando si
spense… tu avevi una missione (2), ti sei salvata. Io non avevo nulla, nulla di concreto
per… no, come altri ho soltanto seguito la via più semplice, la lucida follia. Non c'era più
nulla, almeno così credevo. Perché il vecchio Shunsui è sempre qui, per quanto l'abbia
rinnegato, dimenticato, certe sfumature rimangono attaccate al Cuore, a grattar l'Anima.
Quando vidi Akshan pensai … voglio salvarlo, ancora, ancora… non per dovere ma per il
semplice desiderio e alla fine potrò dire ecco… ho salvato veramente qualcuno. Lo portai
via dal Mondo Artificiale… ma lentamente mi resi conto che non bastava. Non bastava
più. A Missione compiuta, quando la Porta dell’Oscurità verrà chiusa per sempre, lui
rimarrà solo, intrappolato in qualche Universo. Sarà in grado di chiamarlo casa? E io… io
non voglio essere causa di simili dolori, non di nuovo. »
Shura ricordò il modo in cui si erano guardati; gesti, parole a nascondere un sentimento
più profondo.
« Donargli una casa sicura. Per questo ci hai cercato. »
« Sapevo che avreste provveduto a tutto, una volta concluso il viaggio. »
« Sì, è così. Mi chiedo… resisterà fino ad allora? Fino a quando la Porta non sarà chiusa? »
Shunsui la guardò, negli occhi una silente dolcezza.
« Conosco bene Akshan. Qualsiasi cosa alberghi nel Cuore, saprà liberarla al momento
giusto. E non preoccuparti per il resto… nessun Herja verrà a cercarvi. Dillo anche agli
altri, a Kugo e Askin in special modo. »
« Shunsui… »
« Tutti noi attendono la fine. Soltanto la fine. »
« C’è sempre una seconda possibilità. »
« Anche le seconde occasione assumono forme diverse. Dai… smettiamola coi discorsi
tristi. Brindiamo! All'ultimo viaggio Shura. »
Le Ombre si stavano addensando… per Sora, Cloud, Kugo, Askin e Mephisto, e in qualche
modo anche per Akshan. La resa dei conti sarebbe arrivata; una battaglia silenziosa
attendeva il ragazzo… ma il Cuore di Shura era sereno, avvolto nella pace di un tempo.
Sorrise.
« All’ultimo viaggio Shunsui. »

- Vivi Shura… vivi… -

Kukaku, Yoruichi, Hime…
Eccomi… vivrò…
Vivere serenamente il tempo che ci rimane.


-.-.-.-.-.-.-.--.-

Le verità più semplici erano spesso le più difficili da accettare. Quel giorno era stato come
aprire il vaso di Pandora, nel bene e nel male; Cloud, pur incatenato alla vendetta, aveva
compreso più di altri. Una verità su tutte si era incastrata nel Cuore, in essa vide
l’immagine di Sephiroth allontanarsi, farsi distante e sottile come uno spiraglio freddo,
sfumare come persa nella nebbia. La verità pungeva, un filo di tristezza grondava senza
fine, e nei corridoi, nelle stanze dell'aeronave ora percepiva densa la rovina. Alla fine, ogni
cosa sarebbe crollata, dissolta, morta; alla fine del viaggio...
Scosse la testa. Sora non aveva compreso, né ci sarebbe riuscito fin quando l'Ombra fosse
stata su di lui. Per ironia, Cloud era grato a quella verità, aveva tempo di metabolizzarla,
di osservare gli Immortali con ancora maggior rispetto, Shura… specialmente Shura.
Shunsui non aveva posto remore al suo girovagare, si ritrovò nella sala circolare dove tutto
era iniziato; ritrovò Akshan dentro la stanza ricavata nella parete, intento a raccogliere i
pochi averi. Si avvicinò facendo abbastanza rumore per esser notato. L’altro non parve
risentirsi, lo salutò lasciando si avvicinasse. Cloud intravide un'arma, una strana arma
luccicare nella penombra. Curioso, l’uomo aveva sottolineato di non possederne. Una
genuina curiosità ebbe il sopravvento, eppure fu cauto nelle parole, non volendo svegliare
dolori sopiti.
« Un'arma particolare. »
Akshan infilò le ultime cose nella sacca, solo allora emerse dalla stanza permettendogli di
ammirarla. Era simile una pistola, le linee sinuose e decise, dove metalli dorati e bianchi
andavano a risaltare il nero dell'impugnatura, contrapponendosi ai colori alla punta
somigliante a un grosso rampino; tre spessi ganci di una pietra dura e traslucida di un
verde acqua.
« Sì, l’Assolutore… un cimelio, non mi sento di definirlo in altro modo. »
In quelle parole Cloud si rivide, la spada di Zack a intorpidire ogni muscolo, il sudore a
scorrere lungo la schiena fendente dopo fendente mentre i giorni mutava in notti, le
stagioni ancora e ancora, fino alla vigilia del quindicesimo compleanno, quando era
partito alla ricerca di Sephiroth.
« Deve ricordarti qualcuno di caro. »
« Uhm… forse è rimasto per questo », lo unì al resto del bagaglio, un respiro più teso lo
scosse, « vado a salutare Shunsui. Ci vediamo dopo. »
Cloud fece un breve inchino, aspettò che l'altro fosse uscito e si avviò verso il Cuore
dell'aeronave. Brevi scale, stretti corridoi, fino a quando la luce dell'Adnexio, non lo
inondò. Sotto il Cristallo Shura lo attendeva.
Si guardarono in silenzio, perché ogni verità, ogni consapevolezza era implicita nei loro
sguardi. Eppure, Cloud non riuscì a frenare la malinconia, triste preludio alla fine del
viaggio… Akshan non aveva detto di addio, aveva compreso, soltanto Sora…
« Lo capirà in tempo? » « Quando avrà sconfitto l'Ombra… se sarà necessario glielo dirò. »
« Sì… è la cosa migliore. »
Nel nuovo silenzio ammirarono la luce dell'Adnexio. Un momento magico, di
raccoglimento. Cloud lo avrebbe ricordato per sempre.
« Qualsiasi cosa accada Shura, puoi contare su di me. »

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Shunsui l'aveva salvato. Una salvezza tessuta in Mondi pieni di colori, di vita, di oscure e
lucenti meraviglie. Stupende visioni, ma Akshan le aveva sempre lasciate scivolare,
indifferente, i colori rimanevano distanti, impossibilitati a entrare nel Cuore, a far vibrare
l'Anima. Il tempo non era ancora giunto. Nel nulla, nel vuoto, solo le corde del corpo
riuscivano a tenersi, a risuonare in una musica violenta, quando l'uomo lo sfiorava, lo
toccava con decisa e indescrivibile delicatezza. C'erano poche parole, persino in
quell'ultimo incontro, quando entrando nella camera si ritrovò contro la bassa credenza,
dita conosciute a sfiorare la schiena, a scendere lente.
« Credevo mi spingessi via… »
« Perché avrei dovuto? », chiese poggiando distrattamente la sacca sul mobile.
« Lo sai... »
Inarcò la schiena, immergendosi nel petto dell'Immortale, chiuse gli occhi assaporandone
il profumo, fu come ritrovarsi in una pineta mentre il calore invadeva il ventre, risalendo
dolce e frenetico.

- Beh, ora posso dirtelo, sono stato io a trascinarti qui. Odiami pure, non mi offendo. - (3)

« Stupido. Ti dai sempre la colpa… non devi, non con me. Lo so… »
« Cosa? », chiese ironico, incalzandolo.

- Lascia che ti narri delle Chiavi, di chi le protegge… -

Raramente parlavi degli altri…
Quella volta i tuoi occhi brillavano…


« Abbandonare. Il mio Mondo divorato dall’Oscurità, il Mondo Artificiale creato da voi…
e adesso te. Se voglio vivere devo lasciarti. »
« Già. È così. Continua a vedere luoghi meravigliosi. »
Parole sussurrate contro il collo, un istante e Akshan lo sentì, caldo e avvolgente, chiuse gli
occhi, Shunsui abbassò i pantaloni, giocò davanti, dietro. La vibrazione risuonò più forte,
nel piacere si tese, le mani a stringere le braccia dell'altro.
« Solo una cosa Akshan… non voltarti. Fino alla fine non voltarti. »
« Si… te lo prometto. »
Lo dissero piano, prima di perdersi in un bacio, prima di perdersi un'ultima volta.

Quando mi volterò, sarà per accogliere i colori del Mondo, i tuoi colori Shinsui…
Solo allora potrò piangere…






(1) Ricordo i Fyrir non posso agire direttamente sull’Oscurità dei Prescelti, poiché questo
rischia di essere mortale; infatti, Shura si limita a toccare Sora. I Fyrir possono solo
estirpare e distruggere l’Oscurità in ogni forma, questo viene esplicitato la prima volta
quando Mephisto distrugge un esercito di Heartless distruggendone i Cuori (Secondo
Atto), detto la prima volta da Kugo quando Aqua confessa le proprie Ombre nel Cap 8.

(2) Shura “fuggì” subito prima dello Scisma per portare le volontà di Kukaku e Yoruichi a
Kugo e Askin.

(3) Frase parte finale flashback Capitolo precedente.





Angolo Autrice:

E dunque sì, l’Ombra di Sora sarebbe la forma Anti-Sora presente in Kh2, personalmente ne ho ricollegato la nascita a quando finisce per la prima volta nel Reame dell’Oscurità (il momento in cui, in KH1, si sacrifica per salvare Kairi). Dettaglio in parte accennato nel Capitolo 25, nella scena dal punto del ragazzo.
Inoltre, quando l’Ombra nomina la Luce del Primo Keyblade si riferisce a No Name forgiato dal Maestro dei Maestri e utilizzato per bandire i primi Heartless (scena vista in questo Atto Capitolo 1 Flashback di Mephisto).


In tutto questo almeno Sora è riuscito per via indiretta a salvare Shura dai suoi fantasmi. Ringrazio come sempre tutti per il supporto.

Nel Capitolo Finale vedremo come si sono evolute le cose fra Ukoku, Naraku e Sephiroth <3
Sarà inoltre presente un riassunto.


Ringrazio come sempre tutti per il supporto.
Un abbraccio a tutti,

Elgas
   
 
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