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Autore: Spensieratezza    21/10/2023    1 recensioni
L'incantesimo creato da Ruben, ha riportato Sam e Dean nel passato, in un'altra epoca, a quando erano figli degli Dei, non si conoscevano e non erano fratelli. Di nuovo senza memoria, Dean, Sam e i loro amici, ripercorreranno di nuovo tutto da capo.
-Sequel della fanfiction The love of the Gods
Crossover con Harry Potter e Sailor Moon :)
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sam, Dean e gli Dei '
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Sam e Dean vennero messi al corrente da Clere e Marika che, la loro bionda amica aveva ammesso dopo pochi giorni da quella brutta disavventura, che non aveva ucciso la sua piccolina. L'aveva lasciata vivere, anche se pensava che, averla lasciata su una barca, spinta dalla corrente, avesse segnato il suo destino e non fosse comunque riuscita a sopravvivere. Glielo confessò a Clere, un giorno, piangendo e l'amica l'aveva abbracciata, sentendosi in colpa anche lei. Entrambe pensavano che Speranza fosse davvero morta.
 
Negli ultimi tempi però, gli eventi avevano preso una brutta piega. Speranza era diventata adulta e gli Dei erano determinati a fermarla prima che la famiglia della Luna Nera la trovasse e la facesse diventare un potente loro alleato. Sam e Dean non erano a conoscenza di tutta quella storia della Luna nera perché avevano avuto i loro drammi con gli Dei e soprattutto con i loro padri a cui badare, senza contare che sembrava che la cosiddetta famiglia della Luna Nera, orbitasse sempre e solo attorno ai cavalieri dello zodiaco e viceversa. A volte era successo che anche Clere e Marika si erano trovate coinvolte, ma sporadicamente.

"Li abbiamo sentiti nominare ma non siamo mai riusciti a capire chi fossero in realtà nei dettagli e mio padre è sempre diventato di malumore ogni volta che ho provato ad avere più informazioni." rivelò Dean.

"Questo perché quello tra gli Dei dell'Olimpo è un vecchio attrito. Una ruggine profonda che ha radici lunghe diversi secoli." spiegò Marika.

Le due ragazze spiegarono a Sam e Dean che la famiglia della Luna nera è composta da un gruppo di esseri umani, con poteri simili a quelli degli Dei, ma non concepiti naturalmente, ma acquisiti grazie a un potente cristallo nero, chiamato cristallo corvino. Questi esseri umani, secoli orsono, erano spregevoli e volevano governare e conquistare la Terra. Fu per questo che vennero poi esiliati dagli Dei e mandati in esilio in un pianeta chiamato Nemesis, pieno zeppo di energia negativa. Fu così che ne uscirono trasformati e adesso il loro scopo era quello di vendicarsi degli Dei per essere stati esiliati.

"Credevamo che la minaccia più grande disse Lucifer.." disse Dean.

"E lo è. Senza Lucifer non possono battere gli Dei dell'Olimpo o almeno questo è quello che credono." disse Marika.

"I cavalieri dello zodiaco si sono messi al servizio degli Dei per proteggere la Terra da questa grande minaccia ma il nemico è tosto e da fonti sicure siamo venuti a sapere che Wiseman, voleva cercare di catturare mia figlia per mettercela contro."disse Marika.

"Wiseman??" dissero loro.

"Dahak. È così che si fa chiamare adesso per non dare nell'occhio e cercare di passare inosservato. È cambiato..non è più il Dio dell'eterno fuoco..adesso ha l'aspetto di un chiaroveggente incappucciato barbone." disse Marika, ridacchiando. Clere la guardò male, come a dire che non era il momento di ridere e lei fece segno con le dita di tapparsi la bocca.

"È riuscito a liberare Lucifer dalla lava in cui sembra fosse imprigionato.." disse Clere.

"Ecco, spiegaci questa parte della storia che è un po' confusa.."dichiarò Sam.

Dean e Sam avevano sentito delle voci che si rincorrevano da alcuni mesi. La lava del vecchio vulcano dell'isola nera era stata quasi del tutto prosciugata e il vulcano si era spento. Alcuni pastori e monaci sussurrarono che dal cielo era spuntata un'astronave e che aveva portato "qualcosa " fuori dal vulcano. Qualcosa come un corpo.

"Non posso crederci. Dunque è vero quello che hanno sussurrato per tutte quelle settimane..cioè che Lucifer era stato liberato. Credevamo fosse una bufala." disse Dean.

"Purtroppo era tutto vero, ma non solo. In seguito a quelle voci hanno cominciato a rincorrersi altre voci..che parlavano di una ragazza, disperata, che ogni notte faceva telefonate sconnesse alle cabine telefoniche, chiedendo aiuto..ovviamente i numeri di telefono non portavano a nulla, nessuna linea esistente, ma queste telefonate sono state ricevute all'Olimpo.." disse Marika.

Il servizio delle cabine telefoniche era improntato in un modo che, chiunque cercasse aiuto ma non riuscisse a trovarlo o falliva il servizio terrestre, sarebbe scattato il segnale di SOS sull'Olimpo. Questo perché non poteva essere che sulla Terra, gli esseri divini rimanessero sordi alla sofferenza dei loro umani.

Numerose telefonate vennero raggiunte sull'Olimpo e si cercò di capire chi era questa ragazza, che chiedeva aiuto e cercava i suoi genitori.

"Era la voce di una ragazza spaventata. Una bambina più che ragazza. Una bambina adulta che cercava aiuto e cercava..i suoi genitori." disse Marika scoppiando in lacrime.

"Quando gli Dei ebbero elementi sufficienti per capire che era proprio Speranza..volevano ucciderla..ci dissero che..che se non fossimo riusciti a renderla inoffensiva..l'avrebbero fatto loro..piuttosto che consegnarla a Wiseman..l'avrebbero uccisa." disse Marika trattenendo le lacrime.

"Devo ammettere che litigammo ancora quella volta..se non fosse stato per Gabriel che..si è presentato a noi e si offerto di imitare una voce fasulla per trarre in inganno Chibiusa e convincerla che era suo padre e che la stava aspettando.."disse Clere.

"Non posso crederci..e lei se l'è bevuta?" chiese Dean sconvolto.

"Ve l'abbiamo detto...ha la mente e l'ingenuità, ancora di una bambina, nonostante..la tendenza alla crudeltà ereditata dal padre..che siamo riusciti a sopprimere in tempo, per fortuna." disse Marika a disagio, mentre Clere le lanciò un'altra occhiataccia.

Sam capì che quello era ancora un argomento minato e decise di cambiare discorso.

"Comunque allora ci si può fidare di Gabriel.."

"Sam..non lo sappiamo..è che è così ambiguo..un momento prima sembra che è dalla nostra parte e un momento dopo..non si sa mai cosa pensa davvero, capisci?" disse Clere.

"Come Speranza..lei mi ha parlato e posso assicurare che i toni e i ragionamenti non erano affatto quelli di una ragazza ingenua.." disse Sam.

"È CHIBIUSA,adesso." disse Marika, indispettita.

"Va bene, sentite, perché non ci raccontate del giorno in cui Sp..Chibiusa è diventata l'adorabile bambina che conosciamo adesso?" disse Dean e le sue ripresero a raccontare.

Madre Natura e Venere le fecero una trappola, grazie all'aiuto dell'arcangelo Gabriel. Il dio era famoso per gli inganni e riuscì a convincerla che il suo vero padre la aspettava alle cascate del monte Rosa. Lei ci andò e una volta lì trovò gli Dei e madre Natura a farle un'imboscata. Lei diventò aggressiva e ci fu una lotta al termine del quale cadde dalla cascata mentre Venere usò il cristallo d'argento su di lei.
 
Le acque del monte Rosa erano acque curative e potevano curare le anime che non erano pienamente malvagie ma che erano state corrotte da eventi maligni ma il modo in cui tornavano indietro quelle anime, era...imprevedibile.
Speranza tornò indietro nuda, senza vestiti e ringiovanita come una bambina di cinque anni con insoliti capelli rosa e occhi bianchi. Marika si era tuffata di riflesso nel fiume per prendere la sua bambina e non l'aveva più lasciata.
Scoprirono che Speranza non aveva ricordi della sua sé stessa adulta. Non riusciva neanche a parlare. Acquisii le prime parole solo dopo una settimana e ce ne mise un'altra per riuscire ad articolare i discorsi. Non ricordava nulla del prima.
Madre Natura la sottopose a un esame magico e capii che non mentiva.
"E così sei tu..sei Speranza.." disse Sam guardando ipnotizzato la bambina.
"Per favore..chiamami Chibiusa!" disse lei.
"Uh..d'accordo."disse lui.
 
"Anche se non ricorda, sa purtroppo che quel nome è associato a qualcosa di malvagio." disse Marika.
"In fondo Chibiusa è molto carino come nome." disse Sam dolcemente.
"Marika, Clere, noi vorremmo parlarvi in privato." disse Dean.
 
"Chibiusa, per favore, vai a giocare con Seleuco in giardino." disse Marika.
Dean e Sam si misero subito a raccontare loro tutto. Di Dahak, dei sogni di Sam, della visita che fece loro Speranza e del padre di Marika. Lei era scoppiata a piangere alla notizia.
"Mio padre non è un pericolo. Lo giuro sugli Dei. Non avrebbe dovuto dire quello che ha detto. Appena lo sento.."
"Non essere troppo dura con lui..è l'amore di un padre a muoverlo, non altro. Io non sono arrabbiato con lui." disse Sam dolcemente.
"Tu sei troppo buono.." disse lei.
 
"No..non è vero..ho odiato tua figlia..la volevo..la volevo morta." disse Sam con rammarico.
Marika sussultò, ma subito dopo si riprese.
"Non sei l'unico. Anche lei la voleva morta." disse guardando Clere.
 
"Era prima che si trasformasse in un coniglietto rosa adorabile." si giustificò Clere e tutti scoppiarono a ridere.
"Non credo che la ragazza che ti ha fatto visita fosse davvero lei, Sam." disse Clere.
"Ma che motivi avrebbe avuto per mentire? Ad ogni modo, l'arcangelo vi ha aiutati. È davvero dalla nostra parte alla fine. Mi pento di aver.." cominciò Sam.
"Sam, non puoi fidarti di lui." rimasero tutti sorpresi dell'intervento di Clere.
"E perché mai? Hai appena detto che è anche grazie al suo aiuto che Spe..che Chibiusa è tornata tra voi, umana e molto più docile di quanto.."
"L'arcangelo è bugiardo e non puoi mai essere certo che stia dicendo la verità e lo dico perché..lui ti ha detto che causerai tu la fine dell'Olimpo, vero, Dean?"
"Sì, esatto."
"E allora perché...da quando Chibiusa è tornata tra noi.. Cercano di ucciderci?" disse Clere.
"CHE COSA??" dissero in coro loro due.
 
"Gli Dei pensano, chissà per quale motivo..che sarà CLERE a segnare la fine dell'olimpo." spiegò Marika.
 
“CHE COOOOOSAAAA??”  
 
 
 
Sam stava guardando la bambina dai capelli rosa, nuotare nella piscina interna della locanda.
Dei fortissimi sentimenti di tenerezza lo attraversavano da capo a piedi.
"Cos'è, pensi forse che a furia di guardarla, si ricorderà di te?"

Sam si voltò verso di lui e accolse le braccia al collo che Dean gli mise al collo, dandogli un bacio all'indietro come Spiderman.

"Mi sento in colpa.." disse Sam.
"Non devi..e poi perché?"
"Ho detto delle cose terribili su di lei..sono un essere abominevole.."
"Smettila!"
"No, Dean..io.."
"No, smettila sul serio stavolta. Stai facendo la stessa cosa che hai fatto prima su..Chibiusa..ora la fai su di te e ancora prima, la facevo io parlando di lei..forse dopotutto siamo stati troppo precipitosi...quello che è stato male, può tornare a essere bene e non tutto ciò che sembra male, lo è.." disse Dean.

"Non l'avevo mai vista in questi termini.." disse Sam, asciugandosi un occhio.

"Però c'è una cosa che desidero dirti e desidero che tu mi ascolti sul serio stavolta.."
"Ok.."

"Non posso proteggerti dagli Dei dell'Olimpo se tutte le mie forze sono concentrate sul cercare di provarti che sei una bella persona e che non sei il mostro che continui a dire di essere. Noi..non possiamo proteggerci a vicenda, se non siamo sicuri dell'amore che abbiamo dentro e l'uno per l'altro..non possiamo vincere..quindi ti dico.." disse accarezzandogli una guancia. "Ti fidi di me? Puoi smettere di parlare male di te stesso e credere a quello che ti dico io?"

"Sì..lo farò..per te...solo per te...per non deluderti..e perché ti amo." disse Sam dolcemente.

"Bene!!" disse Dean, baciandolo e poi buttandolo in piscina a tradimento.

Sam cacciò un urlo e subito Dean lo raggiunse con un tuffo. Dall'altra parte della piscina, Chibiusa esultava felice, raggiungendoli.
 





















Note dell'autrice: allora, riguardo alle cabine telefoniche, lo so che da ridere ma se mi attengo al medioevo vero e proprio, è un gran casino..nella mia storia preferisco pensare che ci fossero effettivamente delle linee telefoniche, anche se non come siamo abituati ad averle noi, ecco.
   
 
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