Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: wolfymozart    23/10/2023    0 recensioni
La rivoluzione incombe su Parigi, restituendo dignità agli oppressi e presentando un conto amaro agli oppressori. Ma nei suoi giudizi perentori e tranchant, di condanna e assoluzione, non tiene conto delle sfumature, mai nette, tra innocenti e colpevoli, non tiene conto di sentimenti, paure, speranze di quanti, pur nella schiera degli oppressori, sono stati anch'essi vittime del sistema.
Un rivoluzionario integerrimo ma tormentato, una nobildonna infelice ma determinata, un amore impossibile, una condanna eterna.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Rivoluzione francese/Terrore
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
David Bonnet stava seduto a cassetta con addosso un enorme pastrano consunto e un cappello calato sugli occhi per difendersi dalla pioggia; fermo sul piazzale antistante l’entrata, aspettava l’arrivo delle fuggiasche.
  • Monsieur Bonnet. – lo chiamò Marianne mentre si avvicinava, tenendo un’assonnata Juditte per la mano, ma senza bagagli e senza Louise. Nella luce incerta di quel mattino piovoso, si stagliava su tutto il suo scialle azzurro.
  • Madame. –la salutò Bonnet deferente togliendosi il cappello. – E’ meglio che vi affrettiate. Fra poco sarà giorno. – incalzò con fare ansioso. Con lo sguardo vagava qua e là alla ricerca di qualcosa o qualcuno. – E quello scialle…troppo pregiato per la moglie di un carrettiere, dareste nell’occhio. Prendete il mantello che trovate sotto la cesta delle verdure e indossate quello -
  • Louise sta ultimando i bagagli, fra poco saremo pronte. – rispose Marianne, spogliandosi dello scialle e calandosi sul capo quel rozzo pastrano di lana grezza.
  • Non c’è tempo da perdere. – continuò lui, voltandosi indietro di tanto in tanto con fare sospettoso.
  • Ditemi: è successo qualcosa? C’è qualche problema? – chiese Marianne accorgendosi dello strano comportamento dell’uomo.
In quel mentre sul piazzale sopraggiunse Clermont, visibilmente teso, avvolto nel mantello e con una borsa di pelle a tracolla. Volgeva attorno lo sguardo con fare circospetto.
  • Clermont, per l’amor di Dio! Dov’eri rimasto? – gli si rivolse Bonnet con impazienza.
  • Che c’è, Bonnet? Parla. – domandò di rimando il deputato, dominando con estremo autocontrollo la preoccupazione crescente, consegnando i documenti contenuti nella borsa.
Bonnet non rispose, ma con un cenno del capo fece intuire il rischio di essere stato seguito.
  • Qualcuno ti ha visto? – gli chiese sottovoce Clermont, avvicinandosi per non farsi sentire da Marianne, che nel frattempo aveva preso posto insieme a Juditte sotto il telone, in mezzo alle verdure.
  • Chi può dirlo? Ad ogni fruscio di foglie sobbalzavo. Ho dei sospetti, nessuna certezza. – rispose Bonnet che, con un salto, scese dal carretto per aiutare Louise a trascinare i miseri bagagli.
Clermont ne approfittò per un ultimo saluto a Marianne che lo accolse con un sorriso stanco, mentre Juditte aveva ripreso a dormire appoggiata alla sua spalla.
  • Chi l’avrebbe mai detto: la contessa Roqueville de Beaufort, consorte di un Pari di Francia, costretta a viaggiare in mezzo a verze, zucche e cipolle. – scherzò lei, sorridendogli grata.
Jacques abbassò lo sguardo a quell’accenno, ma subito si riscosse e replicò:
  • Chi l’avrebbe mai detto: il deputato Clermont costretto a nascondere la consorte di un pari di Francia in un carretto di verdure di stagione. –
  • Nessuno ti costringe, Jacques.- lo corresse lei, avvertendo in quel momento tutto il peso di quello che gli aveva chiesto di fare per lei.
  • Mi costringe una forza più forte di me. E anche di te. – le rispose, accarezzandole una guancia.
  • È buffo: in questo momento siamo così diversi da quello che dovremmo essere. – osservò Marianne, fissando i suoi limpidissimi occhi celesti in quelli di lui.
  • Questo è forse uno dei pochi momenti in cui possiamo essere noi stessi. – disse, e la baciò per un’ultima volta. Un bacio rapido, prima di balzare a terra. Marianne gli prese una mano.
  • Promettimi, Jacques, che mi cercherai, quando tutto questo sarà finito, che verrai da me in Inghilterra. – lo implorò con gli occhi lucidi.
  • Marianne, - abbassò il capo per trovare le giuste parole, - io questo non te lo posso promettere: sono un deputato della Convenzione, non posso tradire la Repubblica. – poi, scorgendo lo scoramento negli occhi di lei, soggiunse: - Ti scriverò, ti farò avere mie notizie. Non ti dimenticherò, Marianne, questo te lo giuro. –
Marianne gli consegnò lo scialle azzurro che aveva indossato quella notte. – Conservalo tu. Sarà di buon auspicio: me lo dovrai restituire. -
  • Prima o poi ci ritroveremo. In questa o nell’altra vita. – le strinse più forte la mano, poi, con un cenno del capo si congedò.
 
Bonnet, dopo aver caricato il bagaglio, aiutò l’anziana Louise a salire a bordo; poi, seduto a cassetta, diede lo schiocco ai cavalli che si mossero.
  • Abbi cura di te, Marianne. – le gridò Clermont, mentre il carretto si metteva in moto.
  • Abbi cura di te, Jacques. – rispose lei, sotto lo sguardo complice di Louise.
Marianne restò a guardare scomparire la sua sagoma scura, immobile nella bruma mattutina, con gli occhi lucidi e le labbra piegate in un sorriso triste e malinconico.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: wolfymozart