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Autore: Fiore di Giada    26/10/2023    0 recensioni
[Scritta per la challenge "Fate spazio alle flash fiction" indetta sul gruppo facebook "Prompts are the ways]
Appoggiò ancora di più la testa contro il petto di Kaidan. La sua vista acuta non gli aveva permesso di vedere oltre l'apparenza.
L'amore di Kaidan per lui aveva saputo fermare un cuore sofferente.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La pioggia rossa cadeva dal cielo, greve di nubi, mentre fulmini si abbattevano sull'orizzonte, accendendo il campo di bagliori lividi.
Lo sguardo di Kaidan si posò sulla viverna tricefala nera, che giaceva a diversi metri di distanza da lui, il petto squarciato da un fendente di spada dall'alto verso il basso, da cui sgorgava sangue nero.
Il guerriero, ad un tratto, si piegò su se stesso e tossì sangue. Era stato uno scontro duro, ma ci era riuscito.
Girò la testa verso destra e, a poca distanza dalla viverna, scorse il corpo imponente di un guerriero, vestito d'una tunica bianca, stretto da una cintura .
Sul suo petto si apriva un'ampia ferita, da cui sgorgava sangue, mentre i suoi capelli bruni, arruffati, coprivano in gran parte il suo volto.
A quella vista, il giovane impallidì e, incurante del dolore alle costole, corse verso il compagno. No, non gli avrebbe permesso di morire.
Gli si inginocchiò accanto, gli scostò i capelli e, cauto, gli cinse la vita.
Con le dita della mano destra, gli sfiorò la parte centrale del petto. Riusciva a sentire una protuberanza dura, come avorio.
A quel tocco, il corpo del ferito si irrigidì, come una sbarra di marmo, e urla di dolore si liberarono sulle sue labbra.
− Varden… Scusami. Ma dovevo toccarti per capire cosa ti aveva ferito… Solo così posso curarti…− esclamò Kaidan, il tono angosciato.
A quelle parole, l'interpellato sollevò le palpebre e i suoi occhi grigi si rifletterono nelle iridi verdeazzurre del compagno.
− Amico mio… Anche tu hai dei limiti… Non puoi combattere contro il Destino… − rispose l'interpellato.
Kaidan chinò la testa, sopraffatto dalle parole del compagno. Varden, con la sua serenità, aveva accettato la realtà.
L'artiglio di viverna tricefala aveva condannato a morte il suo migliore amico e compagno di battaglia.
Le lacrime tremarono sulle sue lunghe ciglia. Con quel valoroso combattente, aveva condiviso le aspre gioie dell'addestramento…
Scosse la testa e cominciò a salmodiare alcune formule. La sofferenza congelava il suo cuore, ma il suo amico non doveva soffrire.
Un'aura verde, d'improvviso, circondò i due guerrieri, come in un abbraccio.
Varden, stupito, fissò lo sguardo sull'amico. Percepiva sulla pelle la pena di Kaidan, eppure il suo viso era calmo, atteggiato ad una espressione statuaria.
Grazie…, pensò, il cuore percorso da un fremito di commozione e gli occhi lucidi. Il suo amico aveva soffocato la sua angoscia, pur di non farlo soffrire.
Un mezzo sorriso sollevò le sue labbra. Da tempo, si era accorto di amarlo…
Tale sentimento, non ricambiato, lo aveva oppresso.
Appoggiò ancora di più la testa contro il petto di Kaidan. La sua vista acuta non gli aveva permesso di vedere oltre l'apparenza.
L'amore di Kaidan per lui aveva saputo fermare un cuore sofferente.
− Ti voglio bene… Mio amato sole… − sussurrò.
A poco a poco, il suo respiro si fermò e il suo corpo si abbandonò nella morte.
Kaidan, con un sospiro, appoggiò il corpo di Varden sul terreno.
Aveva ben udito quell'appellativo dolce e malinconico.
Si chinò e posò un bacio sulle labbra gelide dell'altro.
− Perdonami… Perdonami se non ho capito prima, mio amato sole. − mormorò, mentre il fulmine crepitava lontano.
   
 
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