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Autore: VigilanzaCostante    31/10/2023    2 recensioni
Tre domeniche mattine che scandiscono il rapporto conflittuale tra Draco e suo padre.
[Song-fic, Tolerate it di Taylor Swift]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Lucius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Nota in calce

 
 
I sit and watch you reading with your
Head low
I wake and watch you breathing with your
Eyes closed
I sit and watch you
And notice everything you do or don't do
You're so much older and wiser and I
 
 
La domenica mattina è sempre stato il giorno preferito di Draco, da quando era bambino. Perché la domenica mattina, suo papà non doveva volare di corsa al Ministero, per qualche urgente affare economico, e appena l’elfo domestico lo accompagnava nel salotto lo trovava al capo del tavolo, la Gazzetta del profeta davanti, lo sguardo concentrato nella lettura.
Diceva velocemente «Buongiorno Draco», poi continuava a leggere, un cipiglio inarcato in segno di giudizio, come se fosse sempre scettico riguardo a ciò che stava leggendo.
Draco non poteva ancora capire, perché per ora leggeva solo fumetti e racconti, e quelli non gli avevano mai fatto aggrottare le sopracciglia come succedeva al suo papà. Però si sedeva davanti a lui e lo guardava, notando tutto ciò che faceva e non faceva. Poi, in modo goffo, imitava i suoi movimenti, replicando il modo disinteressato con cui spostava la tazza, emulando gli sbuffi trattenuti.
Quando Narcissa, successivamente, gli chiedeva perché scimmiottava tutto quello che faceva Lucius, lui rispondeva: «Perché è più vecchio e più saggio, e quando sarò grande voglio essere come lui».

 
⸙⸙⸙
 
I wait by the door like I'm just a kid
Use my best colors for your portrait
Lay the table with the fancy shit
And watch you tolerate it
If it's all in my head tell me now
Tell me I've got it wrong somehow
I know my love should be celebrated
But you tolerate it
 
La domenica mattina è sempre stato il giorno preferito di Draco, anche quando a quattordici anni non era più un bambino e non trovava più suo papà ad attenderlo al tavolo della colazione – doveva ciondolare di fronte al cancello del Maniero, sperando di vederlo arrivare. Aveva degli affari da sbrigare, e anche se Draco era solo un ragazzino (non ancora vecchio e saggio) aveva intuito non avessero niente a che fare con il Ministero.
A volte Lucius tornava in tempo per il pranzo, e Draco gli faceva trovare la tavola imbandita, dopo aver passato tutta la mattina a dare ordini agli elfi domestici perché replicassero con minuziosa cura i piatti preferiti del capofamiglia. Era distopico, prepotente, fintamente sicuro di sé: usava i colori migliori per replicare il ritratto di suo padre, per essere già come lui, autoritario ed elegante, superiore e strisciante.
Eppure, non bastava. Perché era chiaro dai movimenti concitati del padre, che non aveva tempo per lui, non aveva tempo per apprezzarlo, per gratificarlo: si limitava a tollerarlo.

 
⸙⸙⸙

While you were out building other worlds, where was I?
Where's that man who'd throw blankets over my barbed wire?
I made you my temple, my mural, my sky
Now I'm begging for footnotes in the story of your life
Drawing hearts in the byline
Always taking up too much space or time
You assume I'm fine
But what would you do if I, I
 
La domenica mattina è sempre stato il giorno preferito di Draco, anche durante il sesto anno: perché era l’unico momento in cui poteva fermarsi e respirare, nascondersi e pensare. Il tempo non faceva sconti e lui era in estremo ritardo nel compito che doveva portare a termine, ma la domenica mattina era lì ad aspettarlo, gentile ed esitante.
Si chiedeva dove fosse suo padre. Al Maniero, tremante nella sua stessa casa? O in giro a sbrigare altri ordini, a costruire un mondo sempre peggiore? Tornava a casa per pranzare, o lasciava sua madre da sola in una dimora non più sua?
Draco si chiudeva nella Stanza delle necessità e lavorava sull’Armadio, rendendosi conto che forse era bravo: bravo a costruire, ad aggiustare, a modificare. E per cosa lo stava facendo? Per ottenere un posto nelle note a piè di pagine nella vita di suo padre? Così a salvargli la vita sarebbe stato il suo stesso amato figlio, che a quel punto non avrebbe solo tollerato, ma anche decantato, innalzato.
Le lettere dal Maniero erano firmate sempre con “I tuoi amati genitori”, ma la calligrafia era di sua madre, mai di Lucius. Non si stava interessando– quando mai l’ha fatto? – assumeva semplicemente che stesse bene, che stesse procedendo nel suo lavoro, ossequioso e fedele.
Ma cosa farebbe se
Se andasse da Potter ad avvertirlo. Se chiedesse aiuto a Silente, invece che ucciderlo. Se smettesse di provarci.
Se avesse il coraggio di cercare l’amore di qualcun altro, al posto della semplice tolleranza che gli concedeva colui che chiamava padre.
 
 
 
 


















 

Nota dell’autrice:
 
Questa è la terza storia che scandisce il countdown mensile al concerto di Taylor! Arrivo proprio per il rotto della cuffia, con una storia un po’ veloce, ma spero che vi possa piacere! “Tolerate it” la si può leggere in diversi modi, ma la sensazione forte che mi dà è quella di parlare di un padre e un figlio/a. Quindi ho scelto un rapporto padre-figlio molto complesso ma a mio dire molto affascinante. È innegabile che Lucius ami Draco, e non lo tolleri semplicemente, ma penso che sia anche normale che Draco – vedendo il modo contorto in cui il padre dimostra il suo affetto – finisca a covare robbia e delusione.
“Nota in calce” è un altro modo per dire “nota a piè di pagina”.
   
 
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