Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: BellaLuna    31/10/2023    7 recensioni
Certe amicizie durano il tempo dell’infanzia. Lasciano addosso il profumo dell’estate, bugie dal sapore di cioccolata e segreti rimasti intrecciati come fili rossi fra i mignoli. Quelli di Teddy, Victoire li tiene ancora tutti al sicuro nel suo cuore.
(Questa storia partecipa alla ToBeWritingChallenge2023 indetta sul forum Ferisce la Penna.)
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Smells like teen spirit



§

 
 

Durante il suo terzo anno, le sue compagne di stanza trovano finalmente il coraggio di chiederle per quale ragione fra lei e Teddy Lupin non scorresse esattamente buon sangue.
All’inizio, mentre le sue amiche sono ancora intente a spiare il suddetto Tassorosso passeggiare in giardino dalla finestra della loro stanza rossa e oro, Victoire si limita a scrollare le spalle.
Poi un pensiero le pizzica la lingua e come al solito lei non riesce a mordersela in tempo per evitare le domande scomode che verranno.
“È un bugiardo” dice, e l’attimo dopo le ragazze la sommergono con i loro: “In che senso? Dai, parla! Che cosa sai?” 
Victoire decide d’ignorarle, mentre insegue ancora Teddy con lo sguardo e si perde fra i ricordi ormai sbiaditi della sua infanzia, fra risate e segreti condivisi nel giardino della Tana, sfide per decretare il migliore e piccole mani strette l’uno all’altra.
Di quei bimbi spensierati, i fantasmi di Hogwarts hanno lasciato ben poco.
“Non voglio parlarne!” afferma, abbandonando la sua stanza per marciare verso una destinazione che finge soltanto essere casuale.
I suoi piedi la conducono facilmente fino a Teddy.
Quel Teddy che le sue amiche e tutta la scuola tanto venerano (lui sempre così gentile, così brillante, così divertente), ma che non è reale.
Lui mente e i suoi motivi sono tanti, e nessuno di essi può varcare le soglie del suo cuore, ancora sigillato dai fili rossi che un tempo avevano intrecciato fra i loro mignoli.
Ecco perché Victorie non può certo dire loro che il Teddy che conoscono non è lo stesso che ha passato tutte le estati con lei.
Non può dire loro che questa versione scolastica di Teddy si sforza di sorridere anche quando è triste. Che prova a mantenere un tono cordiale anche quando dentro ribolle di rabbia. Che distribuisce barrette di cioccolato a chi è abbattuto solo per imitare un uomo che non ha mai incontrato, né che indossa t-shirt extralarge con loghi di gruppi rock, di cui non ha mai ascoltato nemmeno una canzone, solo perché erano appartenute a sua madre.
Non può dire loro che Teddy è se stesso solo quando smette di fingere d’assomigliare agli eroi a cui tutti lo associano. Ai genitori che non ha mai conosciuto e che forse non ha mai davvero capito – o perdonato.
 
“Perché lo fai?”
“Cosa?”
“Mentire.”
“Essere gentili con gli altri non costa niente, Victoire.”
“Non intendevo...”
“So cosa intendevi.”

Teddy aveva imparato com’essere gentile con i suoi fantasmi (quelli che tutti cercavano in lui, nei suoi occhi, nella sua voce, nel suo modo di camminare, di essere), ben prima che imparasse come esserlo anche per gli altri.

(Forse non aveva mai imparato, però, come fare a essere gentile verso se stesso.)

“Non capisco perché tu voglia assomigliargli per forza.”
“Non capisco perché t’importi tanto.”

Con lei non si sforza nemmeno più di provarci, ad essere gentile.
Victoire ne conosce il motivo: è nata nel giorno sbagliato, e gli aveva detto delle cose, quand'era bambina, dettate da stupide gelosie e mancanze d’attenzione in una famiglia troppo numerosa e troppo rumorosa, che ora vorrebbe rimangiarsi.
Non per questo, tuttavia, retrocede dinanzi al suo sguardo cupo. Non per questo, rinuncia a essere la spina nel fianco che lui l’ha fatta diventare.
“Posso avere la tua cioccolata?”
Teddy le rifila la barretta senza commentare, e la osserva guardingo mentre lei ne spezza due quadratini.
Mangia il pezzo che ha staccato per sé, e l’altro glielo porge abbozzando lo stesso sorriso finto che lui è solito sfoggiare quando compie altruisticamente quel gesto.
“Non ne vuoi?”
“Piantala” le dice, dolci toni bugiardi scivolano finalmente via dalla sua lingua, e la voce con cui ora le parla è solo sua.
(È quella che Victoire preferisce.)
“Sai benissimo che quella roba nemmeno mi piace.”

 





FINE
  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: BellaLuna