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Autore: felinala    01/11/2023    8 recensioni
Un giorno uguale a mille altri nel mezzo dell’eternità, Ghym incontrò Ina... e fu la fine.
Genere: Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA LEGGENDA DI GHYM & INA 



Narrano, le antiche leggende degli uomini, di uno spirito che errante da sempre vaga per la Terra; nessuno mai lo aveva visto, ma tutti, prima o poi, lo avevano sentito: a volte delicato come la piuma di  un pettirosso, giocoso e dispettoso, altre volte, viceversa, si faceva pesante e potente come il maglio di un fabbro, e soffiava, arrabbiato, forse triste, facendo risuonare oggetti e alimentando altri suoi amici spiriti. 
Gli umani che abitavano le valli, i paesi e i deserti, gli avevano attribuito mille nomi diversi a seconda della loro lingua e della loro fantasia, ma, tra tutti, Ghym era quello che era più di suo gusto, pur non avendo mai avuto occasione di presentarsi ad anima viva, essendo egli solito trascorrerre le sue giornate in solitudine, ora sulle rive di laghi e mari, ora tra le fronde degli alberi.
Fu proprio in mezzo ad un bosco, dove spesso si ritirava a meditare che, un giorno uguale a mille altri nel mezzo dell’eternità, Ghym  incontrò Ina.
La vide per caso prender vita tra le radici di un salice un giorno di inizio autunno colorato; il suo corpo, di brace rossastra, si confondeva con i colori delle foglie già cadute e la sua chioma, appena accennata, si muoveva lenta ed ipnotica in una danza che, se ne rese conto lo spirito del vento solo più tardi, rispecchiava le sue stesse movenze.
Incuriosito le si avvicinò piano, affascinato e timoroso, le fronde degli alberi fruscianti a far loro da melodia.
“Ti ho notata solo ora in questa mia dimora e sono venuto a darti il benvenuto perché mi hai incuriosito; chi sei, piccola scintilla luminosa?” mormorò lo spirito aleggiando piano intorno ad Ina, la quale appariva sempre più definita e raggiante, bellissima e luminosa, tinta d’arancio screziato, adornata di giallo e d’una lieve opalescenza azzurrina.
Ma, quando potè finalmente vederne il volto, lo spirito s’accorse che la fanciulla dei colori dell’autunno che ora era comparsa in tutta la sua beltà, era ingannevole e maligna: sorrideva, Ina delle fiamme, mentre, grazie delle attenzioni di Ghym, era riuscita a crescere e ad ottenere ormai vita propria.
“Ti ringrazio, fratello del vento: sono potuta nascere e crescere grazie a te, anche se ora temo mi maledirai: purtroppo ho una natura vorace e, anche se la detesto, non posso farci nulla: casa tua mi mette una gran fame!” 
I capelli di fuoco, sempre più lunghi, avevano preso a danzare: le fiamme erano diventate in un lampo vorticose, alimentate dal legno e dalle foglie provati da un mese di siccità continua, e, grazie  all’involontaria vicinanza di Ghym,  si erano espanse ad una velocità vertiginosa, nutrendosi della linfa vitale dei suoi stessi fratelli, parte integrante della natura stessa.
I fruscii si erano tramutati in creptii: urla sorde emesse dalle povere piante e che quindi nessuno poteva sentire e  gli animali, che in loro e con loro avevano formato alleanza e vi avevano trovato un rifugio, ora fuggivano in preda al terrore; Ghym percepiva tutto questo ed a sua volta gemeva, rosso di rabbia, di calore e d'impotenza, mentre avvertiva le risate di lei, gioiose ma con un sottofondo di amaro.
Ripresosi dallo shock, aveva fatto di tutto per fermarla, affinché quel magico, pacifico posto non venisse interamente distrutto, ma poteva ormai soffiare in qualunque direzione: le fiamme erano troppo alte e assecondavano semplicemente la direzione presa dal vento.
Fu costretto quindi a chiamare aiuto: spinse il fumo, grigio e nerastro che cercava di soffocare ogni cosa, nella direzione dove sapeva che ci fosse un centro abitato dagli uomini, convinto che non lo avrebbero abbandonato; chiamò poi disperatamente le grandi assenti le sue sorelle nuvole. Giunsero a poco a poco i rinforzi: dapprima gli uomini sui loro pesanti mezzi carichi di acqua e attrezzature; cominciarono subito ad arginare in ogni modo la furia delle fiamme: isolarono la zona, aiutarono gli animali nella fuga, continuarono a portare e gettare acqua su Ina che nel mentre continuava la sua danza di morte i capelli e gli arti lunghissimi, il sorriso folle al contempo gioioso e disperato.
Solo molto più tardi, lente, gonfie e scure, arrivarono le sue sorelle nuvole; esse scrutarono sconvolte la scena di devastazione e poi, addolorate e costernate, piansero le loro preziose lacrime d'acqua su ciò che restava del bel bosco, sugli aiutanti umani, che le accolsero come un dono, e su Ina dalle fiamme distruttrici.
Dapprima sembrò che nulla funzionasse e che nessuno potesse placare lo spirito del fuoco; ma alla fine gli sforzi congiunti della natura e degli umani ebbero la meglio; Ina dalle fiamme potenti gridò di rabbia contro coloro che cercavano di spegnerla e si oppose strenuamente, ma la sua danza era sempre più lenta, i capelli lingue di fuoco sempre più corte, finché il rombo del suo grido divenne sempre più flebile ed il suo corpo non si sgretolò, tornando ad essere carbone e cenere.
Un sospiro di sollievo accolse la fine di quell’incubo.
Non era facile però fare i conti con le sue consegueze: del bellissimo ed ampio bosco restava solo una piccolissima parte intatta; il resto era irrimediabilmente distrutto, il terreno ingrigito di cenere, gli alberi spazzati via ed i pochi rimasti in piedi erano neri come carbone, appuntiti come dita ossute che puntavano il cielo plumbeo.  Gli umani gioirono comunque, stanchi ma felici di aver salvato almeno una parte di quell’angolo di natura e di essere riusciti ad estinguere le pericolose fiamme.
Anche Ghym potè tirare un sospiro di sollievo anche se, lo doveva ammettere, si sentiva in parte responsabile di tutta quella tragica vicenda: se solo non l'avesse vista, se solo non l’avesse (seppur involontariamente) alimentata! Eppure, un sorriso venato di tristezza si formò sul  volto dello spirito del vento al ricordo di quanto fosse bella seppur letale e dell’espressione di lei nei suoi ultimi istanti: a Ghym era parsa rassegnata, ma anche sollevata d’essere stata spenta, come se il suo destino di divoratrice, oltre all’iniziale gioia, le provocasse sofferenza.
“Addio, Ina delle fiamme, non ti dimenticherò mai: dopotutto anche se siamo stati nemici, anche tu eri parte della natura come noi.” 
E con un soffio di vento più potente, Ghym, lo spirito del vento, si allontanò da quello che era stato uno dei suoi angoli preferiti sapendo che non  avrebbe mai dimenticato il giorno in cui una piccola brace lo aveva attirato diventando fuoco distruttore e sperando che un giorno quel  luogo, grazie agli umani ed alla cenere, tornasse a risplendere di vita.





N.A.  dedicato a Earth, perchè questa storia doveva essere iscritta ad un suo contest di tanto tempo fa ma non la terminai mai, e perchè chiacchierando con lei mi sono ricordata del perchè, un ottobre di undici anni fa, decisi di iscrivermi a questo sito e otto anni fa cominciai a pubblicare… ;)
Mi spiace per l’assenza di questo lungo periodo, cercherò di esser più presente ed attiva.
Grazie a chiunque si fermi su questo piccolo testo ed ancor di più a chi darà il proprio parere.
NALA 
 
  
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