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Autore: EleAB98    04/11/2023    1 recensioni
Diede un'ultima carezza sulla guancia della piccola Serena e, uscita dalla stanza da letto, la sistemò nella culla adiacente alla loro camera. Attraversò il corridoio con una certa concitazione, ma si fermò di scatto non appena sentì lo scroscio della doccia.
Spalancò gli occhi, mentre una visione tutt'altro che innocente prendeva forma nella mente. Si sarà chiuso sicuramente a chiave, pensò, sconsolata. Tuttavia...
Allungò il braccio verso la porta e tentò di aprirla, premurandosi di non fare rumore. Questa scattò quasi subito, e Jane, in un moto di profondo nervosismo, la richiuse seduta stante. Fece un respiro profondo.
E se non dovessi piacergli più? Forse mi sta evitando perché questo maledetto taglio che ho sulla pancia lo spaventa. Forse non mi trova più così attraente, e...
Jane scosse la testa.
C'era un solo modo per scoprire se i i suoi sospetti erano fondati, no?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La piccola Serena era appena caduta in un sonno profondo, dopo che Jane le ebbe cantato l'ennesima ninna nanna. Come spesso accadeva nelle ultime settimane, il pianto della pargoletta aveva scatenato un vero e proprio putiferio. I gemellini, anche loro svegliatisi nel cuore della notte, ne avevano approfittato per intrufolarsi nel lettone dei genitori e vi si erano accucciati per almeno un paio d'ore, del tutto incuranti delle continue lamentele della sorellina. Soltanto il figlio maggiore se n'era rimasto buono buono a dormire in camera propria, preferendo non aggiungersi a quel calderone che comunque – non avrebbe mai smesso di pensarlo – la faceva sentire più viva che mai.

Il suo era stato un parto piuttosto travagliato, tant'è che per quasi due mesi l'aveva costretta a letto in preda a fastidi fisici tutt'altro che trascurabili. In quel periodo tanto critico della sua vita, Thomas e i bambini erano stati tutta la sua forza, il suo raggio di sole. A poche settimane dal parto, la gravidanza aveva preso una piega del tutto inaspettata, e la paura di perdere la piccola Serena si era fatta sempre più concreta. Jane era quindi stata operata d'urgenza e, contrariamente alle proprie aspettative, non le era stato proprio possibile partorire naturalmente. Aveva rischiato grosso, però.
Ciononostante, era convinta del fatto che l'amore per la sua famiglia – come il suo profondo attaccamento alla vita – le avesse conferito quella forza tale da spingerla a dare alla luce, pur prematuramente, la sua Serenella, rinascendo anche lei a nuova vita. Per sua fortuna, quei tempi così oscuri erano ormai un lontano ricordo.
Serena aveva appena compiuto cinque mesi e stava crescendo a poco a poco, mentre Jane si era rimessa del tutto in sesto.

Peccato che quel testone di Thomas non volesse comprenderlo, ostinandosi a smorzare ogni suo tentativo di concedersi a lui. Spesse volte, in effetti, gli aveva chiesto (malgrado la sua forte stanchezza) di tornare a fare l'amore, di abbandonarsi al contatto fisico come avrebbero fatto un marito e una moglie qualsiasi. Ma lui quasi temeva di sfiorarla. Si limitava ad abbracciarla e a sussurrarle di avere ancora un po' di pazienza, lasciandole intuire che "farle del male" – come se lui ne fosse capace! – non sarebbe stato neanche l'ultimo dei suoi pensieri.

Jane, però, era davvero stanca di aspettare. Tutto quel distacco stava cominciando ad annientarla. A ferirla nel profondo.
E pure quella notte, tanto per cambiare, aveva sognato di arrendersi alla passione con il suo lui.

Un brivido intenso le serpeggiò lungo la schiena. Non appena si era voltata dall'altro capo del letto, aveva scoperto che il suo Thomas non era più accanto a lei, e il desiderio nei suoi confronti era cresciuto a dismisura.
Come sempre, il suo uomo si era alzato di buon'ora – e magari stava già trafficando con il suo laptop.
Diede un'ultima carezza sulla guancia della piccola Serena e, uscita dalla stanza da letto, la sistemò nella culla adiacente alla loro camera. Attraversò il corridoio con una certa concitazione, ma si fermò di scatto non appena sentì lo scroscio della doccia.

Spalancò gli occhi, mentre una visione tutt'altro che innocente prendeva forma nella mente.

Si sarà chiuso sicuramente a chiave, pensò, sconsolata. Tuttavia...

Allungò il braccio verso la porta e tentò di aprirla, premurandosi di non fare rumore. Questa scattò quasi subito, e Jane, in un moto di profondo nervosismo, la richiuse seduta stante. Fece un respiro profondo.

E se non dovessi piacergli più? Forse mi sta evitando perché questo maledetto taglio che ho sulla pancia lo spaventa. Forse non mi trova più così attraente, e...

Jane decise di arrestare quel dannoso flusso di pensieri sul nascere.
C'era un solo modo per scoprire se i suoi sospetti erano fondati, no?

Con un gesto deciso, si tolse di dosso la camicia da notte ed entrò nel bagno, quindi richiuse la porta a chiave. La tenda della doccia ricopriva del tutto quel sensuale scenario cui Jane anelava partecipare ancora una volta.
Gettò le mutandine in un angolo accanto al mobiletto dei cosmetici e fece qualche passo in avanti, quindi scostò la tenda e, senza pensarci, due volte, cinse il corpo di Thomas con le braccia.
Provò un'emozione fortissima. Dopo tanto tempo, si sentì nuovamente a casa.
Thomas – che era girato di spalle – stava quasi per afferrare lo shampoo, quando la presa ben salda di Jane lo aveva quasi fatto sussultare per la sorpresa. La consorte gli regalò un piccolo morso sulla schiena culminato con un bacio languido, mentre l'altro si voltò, esterrefatto, verso di lei. D'altronde, non aveva certo previsto un assalto del genere.

Stupido io, che mi sono dimenticato di chiudere la porta a chiave!

Ma non fece nemmeno in tempo ad ammonirsi per bene, che le labbra di Jane si scontrarono immediatamente con le sue. Thomas strabuzzò gli occhi, pur ricambiando il bacio per qualche secondo, quindi si scostò da lei.

«Jane, si può sapere che intenzioni hai?» le chiese, sembrava in preda al panico.

Alla consorte fece quasi tenerezza, anche se una grossa parte di sé stava davvero iniziando ad allarmarsi. Fino a quel momento, non si era mai tirato indietro davanti a un approccio di quel tipo. «Credevo fosse chiaro», gli sussurrò, riavvicinandosi a lui, la tenerezza e il desiderio impressi nel suo sguardo. «Voglio solo mio marito», sottolineò. E lo voglio adesso

Subito si riappropriò delle sue labbra e, con un'audacia che aveva quasi dimenticato di possedere, cominciò a stuzzicarlo proprio in mezzo alle gambe, sospirando più profondamente mentre suggellava a più riprese la bocca del marito, in un misto di passione e altrettanta dolcezza. La reazione di Thomas fu quasi immediata, senonché lui si scostò un'altra volta, i palmi ben piazzati sui fianchi della moglie.

«Jane, ascoltami—»

«Ascoltami tu», replicò lei, cercando di non lasciarsi dominare troppo dalle emozioni. Sospirò appena, lo sguardo basso. «Thomas, io non...» Scosse la testa. «Forse non ti piaccio più come donna?» gli chiese d'un fiato. «Tu non sei più attratto da me, non è vero?»

Le costò uno sforzo enorme pronunciare quelle parole. Nonostante il corpo del compagno suggerisse l'esatto contrario, lei non ce l'aveva fatta più; dare voce ai suoi tormenti le era sembrato l'unico modo per cercare di dare un senso a quell'assurda situazione instauratasi con Thomas. Scostò lo sguardo dall'accenno di erezione del marito.

Magari si è trattato di una semplice reazione fisiologica, pensò, data l'impudenza con cui aveva preso a toccarlo. Non è un qualcosa legato direttamente a me, all'avermi vista di nuovo alla sua mercé. Io non sono in grado di scatenargli più nulla.

Thomas le sollevò il mento con viva dolcezza, lo sguardo sconvolto. «Ma come ti viene in mente? Tu sei la donna più attraente che conosca!» esclamò, scioccato. Si guardò per un momento e gli sfuggì un sorriso quasi imbarazzato. «Ed è ancora così. Non te ne sei accorta?» le chiese, tentando di buttarla sul ridere. Si sentiva tremendamente eccitato, e in un'altra occasione l'avrebbe fatta sua senza neanche pensarci.

Jane aveva rifuggito il suo sguardo quasi subito. Non si era mai sentita così sbagliata.

Thomas tornò del tutto serio, una carezza leggera sulla guancia. «Tesoro, credimi... Ai miei occhi sei sempre la stessa. Sei stupenda. Lo sei sempre stata. Non devi assolutamente pensare che tra me e te sia cambiato qualcosa e che tu non mi piaccia più.»

«Allora dimostramelo», lo implorò lei, scontrandosi di nuovo con le sue iridi scure. «Dimostrami che non è cambiato niente

Gli sfiorò appena il collo con la punta delle dita e Thomas la inchiodò immediatamente a sé, regalandole un bacio tanto appassionato da farle tremare le gambe. Spesse volte, aveva creduto di avere per le mani il fuoco vivo, sebbene quello stesso fuoco non fosse per nulla indomabile. Incredibile a dirsi, esisteva un uomo che non aveva per nulla esitato nel fermarsi di fronte all'avance puramente sessuale di una donna di cui temeva una brusca ricaduta.
E quel rarissimo esemplare di sesso maschile era proprio suo marito, quella persona tanto complicata – alla faccia del consueto nessun uomo può essere tanto profondo da accantonare le proprie esigenze sessuali per troppo tempo! – ai cui moti d'affetto non avrebbe mai potuto rinunciare. Cosa che invece aveva fatto lui.

«La tua salute è di gran lunga più importante, Jane. Ci sarà tutto il tempo per coccolarci a vicenda quando tornerai nel pieno delle forze. E sono sicuro che succederà prima di quanto immagini.»

Erano proprio queste le dolci parole che Thomas le aveva rifilato qualche settimana prima, a fronte dell'ennesimo rifiuto. Ciononostante, l'iniziale insicurezza di Jane si era trasformata nella profonda convinzione che il suo uomo non provasse più alcun desiderio per lei.

La ragazza continuò a nutrirsi delle labbra del marito, che la stavano avvolgendo nella più sublime delle carezze. E non appena Thomas percorse con gentilezza i tratti della sua schiena, Jane cercò di rilassarsi e di spegnere del tutto il cervello.

Amami, pensò, mentre il getto caldo della doccia continuava a scorrere sulla pelle di entrambi. Amami come solo tu sai fare.

Thomas rallentò il ritmo di quel bacio tanto focoso e le sussurrò, a fior di labbra: «I bambini?»

«Stanno dormendo come angioletti. Non preoccuparti», rispose lei, senza smettere di baciarlo.

Per tutta risposta, Thomas le si avventò sul collo e prese a mordicchiarlo con estrema lentezza, mentre una mano risaliva – altrettanto lentamente – sul suo seno. Lo strinse appena, esercitandovi una pressione tanto lieve da indurla a scansarsi ancora una volta al fine di rassicurarlo. «Amore, io sto benissimo», gli disse, mentre non smetteva di tormentargli il petto a suon di carezze. «Ti prego, lasciati andare. E lascia che ti dimostri quanto mi sei mancato.»

L'altro abbozzò un sorriso preoccupato, ma si arrese comunque alla sua richiesta e tornò ad assaporare quelle labbra che, assieme al suo corpo perfetto, lo spedivano dritto in orbita.
Non che avesse mai smesso di baciarla o di starle accanto durante la convalescenza: quei baci tanto appassionati che si stavano scambiando da qualche minuto, però, sapevano di un'intimità che ormai da troppo tempo non si prendevano la briga di sperimentare, e Thomas stesso percepiva tutta quella frenesia ed eccitazione il cui controllo gli era pressoché impossibile.
Avrebbe potuto negarsi a lei senza dare ascolto ai segnali del proprio corpo, alle miriadi di farfalle che svolazzavano felici nel suo stomaco.
Ma avrebbe senz'altro fatto un torto a Jane, come a se stesso. Il sentimento che provava per la consorte non era affatto svanito, tantomeno mutato, e, anzi, pareva rafforzarsi ogni giorno.

E i suoi splendidi bambini – per quanto fosse sempre più impegnativo occuparsi della loro crescita – non facevano altro che ricordargli quanto fosse fortunato ad avere ancora la sua famiglia. Aveva pregato tanto, instancabilmente, affinché Jane potesse superare quel difficile periodo, e aveva fatto altrettanto durante il parto. Il solo pensiero di perderla lo aveva gettato nel più profondo sconforto, ma aveva sempre cercato di infondere ai propri figli tutto l'ottimismo e la serenità possibili. Delle volte gli era capitato di crollare, ma lui comunque non lo aveva mai dato a vedere. Ed era sicuro che Jane avesse fatto lo stesso.

In parte rassicurato dalle sue parole, le carezzò il fondoschiena e l'attirò sempre più a sé. A Jane scappò un gemito strozzato, mentre con aria prudente e coraggiosa riprendeva confidenza con la sua erezione sollecitandola a più riprese – e sempre più velocemente.
Anche Thomas non riuscì a trattenere un mugugno di sincero apprezzamento, mentre le carezze della consorte si facevano via via più decise. Il tocco di Jane era l'afrodisiaco più potente che avesse mai sperimentato in vita sua.

«Hai chiuso la porta a chiave?» le chiese all'improvviso, le labbra incastrate tra la nuca e l'incavo del collo.

«Secondo te?» gli chiese lei con fare impertinente, lo sguardo impregnato da un pizzico di squisita malizia.

Il respiro pesante di Thomas, come le sue pupille ormai dilatate, le stavano restituendo la sicurezza e il coraggio perduti.

L'uomo le riservò un'occhiata eloquente e penetrante al tempo stesso. Le afferrò il mento con decisione, quindi incollò le proprie labbra alle sue.

Jane spalancò le sue, cominciando a danzare, con il cuore e la mente sincronizzati alla perfezione, sulle pregevoli note di una musica dai toni caldi e sensuali. Si stavano praticamente divorando a vicenda, in un meraviglioso intreccio fatto di effusioni ed abbracci profondi.

Jane si appropriò con dolcezza della virilità del consorte, quindi iniziò a spingersi contro il suo corpo muovendo appena i fianchi in un ritmo cadenzato; di una lentezza quasi esasperante.
La sensazione di appartenere fisicamente l'uno all'altra, per quanto familiare, era mancata moltissimo a entrambi, tanto che, a ogni singolo movimento, non mancavano di esternarlo – pur con misurata discrezione. Per Thomas, ritrovarsi di nuovo dentro di lei fu come un ritorno alla vita. Sentirsi amato, ben accolto e coccolato in quel modo gli faceva vibrare le corde dell'anima. Lo faceva sentire speciale.
Un uomo diverso.

Un uomo migliore.

Jane lo vide socchiudere gli occhi, del tutto preda di un piacere di cui si erano privati troppo a lungo. Quella visione l'avrebbe spinta ad accelerare nell'immediato il ritmo dettato dalle sue spinte tanto delicate, ma questa volta s'impose, per quanto le risultasse difficile, di controllarsi. Voleva portarlo al limite, e l'unico modo per farlo era quello di proseguire sulla scia della tenerezza, che per quanto apprezzasse, non stava ricercando in quella specifica situazione.

Anche Thomas, del tutto avvinto dalle movenze della consorte, iniziò a rispondere – malcelando una disperazione sempre più crescente – alle sue dolcissime stoccate. Voleva di più e, per la prima volta dopo tanto tempo, desiderava seguire il proprio istinto e regalare a Jane una caterva di sensazioni indimenticabili.
Incapace di trattenersi oltre, la sollevò con decisione per i fianchi inchiodando la schiena di Jane sulla parete della doccia, quindi si garantì una penetrazione molto più profonda e ancor meno gentile – ma non per questo poco accorta. Jane sospirò di piacere, incoraggiandolo ad approfondire il contatto. Gli cinse le gambe intorno alla vita e si aggrappò sulla sua schiena con forza, mentre Thomas si piegava al proprio bisogno di sentirla di nuovo sua.

Completamente sua.

I suoi movimenti, dai caratteri sempre più graffianti e irregolari, provocarono in Jane una piacevole sensazione di benessere. Tremava per l'emozione, il suo corpo era ormai scosso da un'adrenalina impressionante, e quasi dovette torturarsi le labbra (nonché torturare quelle di lui) perché non manifestasse troppo rumorosamente il proprio godimento.
Stava per esplodere, mentre il desiderio di entrambi non accennava a placarsi. Le spinte di Thomas si fecero più audaci, sempre più frequenti e altrettanto sgraziate, mentre suggellava le labbra della sua Jane con estrema voluttà, riservandole delle occhiate da cui trasudava tutta la sua passione, quell'impetuosità che gli accendeva lo sguardo ogniqualvolta si concedevano il lusso di ritagliarsi un momento tutto per loro.

Per diventare un solo corpo e una sola anima.

All'ennesima stoccata, crollarono entrambi rimanendo abbracciati per qualche minuto, il fiato corto, il cuore che batteva all'impazzata. Thomas le sfiorò la punta del naso con le labbra, sconvolto e appagato allo stesso tempo. Le diede un bacio sulla fronte e continuò a tenerla stretta. Non sapeva proprio cosa dire al riguardo. Era successo tutto così in fretta e, al tempo stesso, trovava quel tutto tremendamente perfetto.
Fare l'amore con Jane lo stravolgeva tutte le volte.

«Wow», sillabò Jane, scioccata quanto lui. Era la prima volta che rimaneva quasi senza parole di fronte a un qualcosa che per mesi e mesi aveva soltanto sognato.

Thomas le sorrise. «Hai usato proprio il termine giusto», le disse, rimettendola giù. «Tutto questo è stato... decisamente wow. Ma non ti ho ancora fatto gli auguri per oggi. Buon compleanno, vita mia. E comunque... avrei un regalino per te, però dovresti scoprire dove l'ho nascosto. Anche se oddio, visto com'è andata a finire, devo dire che non sono stato proprio io a farti la prima sorpresina della giornata.»

Jane quasi scoppiò a ridere.
«Be', mi pare che la tua bella performance abbia già detto tutto. Comunque ti ringrazio. Quanto al regalo... Mi ingegnerò nel cercarlo, mio bel principe.» Gli si avvicinò e gli diede un bacio a fior di labbra. «Sai, in questo periodo mi sei mancato davvero tanto. Ti chiedo scusa per prima, è che—»

«Scusami tu. Anche tu mi sei mancata. Ma voglio che tu sappia che non ho mai smesso di vederti come una donna. Mi dispiace tanto averti indotta a pensare una cosa simile. Ma tutto quello che ho fatto... l'ho fatto soltanto per il tuo bene. Non posso perderti, lo sai.»

«Lo so.» Jane gli accarezzò la guancia, lo sguardo adorante. «Scusami se nell'ultimo periodo sono stata tanto insistente. È che alle volte mi sento così insicura del mio corpo, che non—»

«Non dovresti. Per quanto mi riguarda, le gravidanze che hai affrontato ti hanno resa ancora più bella.»

Jane gli sorrise, incerta. «Quindi... quindi ti piaccio ancora? Anche se adesso mi ritrovo questo brutto taglio sulla pancia? Anche se ho guadagnato qualche chilo in più?»

Thomas scosse la testa, abbozzando un sorriso. «Hai ancora dei dubbi?»
Le sfiorò la cicatrice con le dita. «Questo brutto taglio, come lo chiami tu, ci è "costato" un'altra, bellissima bambina. Ed è parte di te. Quella parte che mi ricorderà sempre quanto sono fortunato ad averti ancora con me.
E che, nonostante tutto, ci ricorderà il miracolo della vita.
Sei la donna più forte che conosca, Jane. E non sarà quella manciata di chili in più ad allontanarmi da te. Lo sai come sono fatto. Non bado a queste cose, ma se per caso non ti fosse ancora chiaro, non esiterò a dirtelo per l'ennesima volta: Amo tutto di te.
Proprio tutto

A Jane salirono le lacrime agli occhi. «Grazie, amore mio», gli rispose, abbracciandolo forte. «Grazie per avermi reso così felice. Per essermi stato sempre accanto in questi mesi tanto difficili.»

«Grazie a te», le disse lui, baciandola affettuosamente sulla spalla. Nemmeno Thomas riusciva a immaginarsi in un contesto più felice.

L'improvviso pianto di un bambino li fece sussultare.

«Ops, Serenella dev'essersi svegliata.»

«Magari le stavano fischiando le orecchie», replicò Thomas con aria divertita.

«Magari, sì», rispose l'altra, ridendo sommessamente.

Gli diede un ultimo bacio, si defilò dalla doccia e indossò l'accappatoio di cotone. Si avviò al cospetto di Serenella, che strinse subito forte a sé canticchiando la solita ninna nanna, un sorriso soddisfatto sulle labbra.

Almeno per questa volta, lei e Thomas non erano stati interrotti sul più bello.

   
 
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