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Autore: Fata_Morgana 78    04/11/2023    2 recensioni
Questa fiction prende spunto dal programma televisivo "Matrimonio a prima", un reality show unito all'esperimento sociale, dove sei concorrenti che non si conoscono vengono abbinati tra loro da un team di esperti per formare tre coppie che si vedranno e si conosceranno per la prima volta il giorno del loro matrimonio, diventando per la legge marito e moglie (o, nel mio caso, marito e marito). Le coppie verranno filmate per cinque settimane di convivenza e al termine di questo periodo decideranno se continuare ad essere sposati oppure divorziare.
Ho adatto il format della trasmissione al fandom di Harry Potter, modificando alcune parti del reality show a mio vantaggio/gusto.
^_^ Buona lettura.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Severus, Remus/Ninfadora
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Matrimonio a prima vista
 
Il nevischio cadeva lento dal cielo, rendendo Londra ancora più romantica e magica, Severus si tirò su il colletto del cappotto nero che indossava e, sorridendo, raggiunse l’ingresso dei medici del St Thomas’ Hospital in attesa che il suo fidanzato uscisse dal turno di notte per chiedergli di sposarlo.
Severus si svegliò di soprassalto nel suo letto, madido di sudore, erano parecchi mesi che non faceva quel sogno. Si passò la mano sul viso stanco mentre nelle orecchie continuava a sentire la voce del suo ex-fidanzato, Tom Riddle e della sua amante Bellatrix:
- Adesso smettila Bellatrix! – sembrava irritato e Severus aggrottò le sopracciglia – Ti ho detto che gli parlerò presto. – continuò il medico.
- Presto. – singhiozzò la donna che aveva chiamato Bellatrix – È più di un anno che mi prometti che gli parlerai, ma non sembra mai il momento giusto: è stanco, stressato, deve finire il libro. – elencò con voce lamentosa lei – Eppure non smetti mai di venire nel mio letto, di cercarmi… Di illudermi che potrà esserci un futuro per noi. – Severus sentì il proprio cuore scendere nello stomaco, mentre un sapore d’acido gli saliva lungo la gola – Mi hai detto che sogni di avere una famiglia tua, ti ho creduto e sono rimasta incita di un figlio tuo. Perché non vuoi lasciarlo? Per i soldi?
Concentrandosi a fondo, poteva sentire ancora i rumori del traffico e i profumi che riempivano l’aria invernale londinese. Scuotendo la testa a scacciare quelle immagini dolorose, l’uomo si alzò dal letto e si guardò attorno: da quando lui e Tom si erano lasciati erano cambiate molte cose, si era trasferito in un nuovo appartamento, si era buttato a capofitto nel lavoro ed aveva rifiutato gli inviti a tutti gli eventi che aveva potuto evitare. Facendo un sorriso amaro, gettò un’occhiata alla scrivania sulla quale lavorava e dove teneva in bella mostra l’astuccio di velluto nero che conteneva l’anello che avrebbe voluto dare a Tom per chiedergli di sposarlo. Ricordava ancora le parole dei suoi migliori amici Lucius e Narcissa Malfoy, che mentre lo consolavano con i superalcolici del loro pub “Silver Ferret” gli ripetevano come un mantra “meglio prima che dopo”, ma niente di quello che avevano detto e fatto era riuscito a riempire quella voragine che il tradimento dell’uomo che amava aveva aperto dentro il suo cuore. Di quella serata conservava sporadici ricordi, troppo ubriaco per ricordare tutto quello che era successo.
Infilandosi dentro la doccia, lavò via i residui del sogno e del sonno che non voleva abbandonare il suo corpo quella mattina e, mentre l’acqua calda massaggiava la sua pelle, rivide sé stesso guardare schifato Tom e Bellatrix prima di dare il benservito a quest’ultimo, senza restare ad ascoltare nessuna delle sue patetiche scuse.
La doccia lo aiutò a scacciare i brutti pensieri e, asciugandosi i lunghi capelli neri, si rese conto che il suo cellulare stava suonando con una certa insistenza.
Sbuffando contrariato, pensando che fosse Lucius a disturbarlo, prese il telefono dal comodino dove l’aveva lasciato e rispose senza controllare l’ID del chiamante.
- Sì? – disse cercando nel cassetto una sigaretta. 
- Buongiorno, - parlò una voce di donna che lui non conosceva – Parlo con il signor Severus Snape? 
- Sono io. – soffiò il fumo della sigaretta fuori dalle labbra sottili – Chi parla?
- Sono Sibilla Trelawney, signor Snape, la chiamo perché lei è stato scelto per partecipare al nostro nuovo format.
- Scelto? Format? – chiese arricciando le sopracciglia anche se lei non poteva vederlo.
- Non ricorda, signore? – ridacchiò la donna all’altro capo del filo – Lei ha fatto domanda per partecipare alla nostra trasmissione “Matrimonio a prima vista London”.
- E quando avrei fatto una cosa del genere? – domandò pensando di essere vittima di qualche scherzo telefonico.
- Una sera di alcuni mesi fa, - rispose la giovane donna leggendo gli appunti sul foglio che aveva davanti – stavamo facendo i casting al Silver Ferret.
D’improvviso Severus capì: non era uno scherzo telefonico, di quella sera lui ricordava poco e niente, aveva appena rotto con Tom ed aveva raggiunto il locale dei suoi amici per affogare i suoi dispiaceri nell’alcool. Lì, aveva trovato Draco, anche lui con il cuore spezzato a causa della sua fidanzata storica, la modella Pansy Parkinson che l’aveva lasciato per firmare un contratto con una casa di moda americana.
Brindando l’uno alle disgrazie in amore dell’altro, avevano svuotato una delle bottiglie di liquore pregiato che Lucius nascondeva sotto al bancone e, quando i talent scout del programma avevano preso posto al tavolo, avevano deciso di partecipare alle selezioni certi che un matrimonio al buio non poteva essere più fallimentare delle relazioni “normali” che avevano vissuto fino a quel momento.
- Spero di aver detto di essere gay. – ringhiò spegnendo con rabbia la sigaretta nel posacenere – Non ho intenzione di conoscere o sposare una donna.
- Lo ha detto. – sorrise Sibilla – La nostra sarà la prima trasmissione del format ad includere coppie Lgbt. Ha problemi a prendersi una pausa dal lavoro per incontrare i nostri specialisti? – domandò.
- Nessun problema, - si strinse nelle spalle, essere uno scrittore di successo gli dava un discreto margine di movimento e, dopo la pubblicazione del secondo libro della sua saga, poteva prendersi una pausa prima di continuare a scrivere il terzo volume che era già a buon punto.
- Ottimo! – rispose la donna che, senza lasciargli il tempo di dire nient’altro, lo sommerse di informazioni, prima di salutarlo ed augurargli una buona giornata.
Severus restò a fissare per un lungo momento il suo smartphone prima che lo schermo si illuminasse per la notifica di un messaggio di Draco “zio, ricordi qualcosa della sera che ci siamo ubriacati?” scriveva il giovane Malfoy e l’uomo sorrise decidendo così di chiamarlo e di ragguagliarlo sul casino nel quale lo aveva cacciato.
 
Nonostante lo scetticismo dei coniugi Malfoy, Severus e Draco decisero di continuare il percorso che avevano iniziato per gioco quella sera al pub e, dopo essersi presentati alla sede della trasmissione televisiva, si separarono ed andarono a parlare con gli specialisti (un team composto da psicologi, sessuologi e psicoterapeuti) che fecero loro molte domande per riuscire a capire chi fossero, cosa cercassero e quale tipo di persona fosse la più adatta a condividere la propria vita con loro.
Gli incontri furono estenuanti, soprattutto per Severus che non era abituato a parlare apertamente di sé né a mettere nero su bianco ciò che lo faceva soffrire od emozionare. Fu costretto a raccontare del tradimento del suo ex-fidanzato, di come trovarlo in compagnia di una donna (incinta del loro bambino) lo avesse ferito e mortificato e di come aveva giurato a sé stesso di smetterla di frequentare “bisex” perché erano sempre loro a lasciarlo per “qualcuno di meglio”.
Gli specialisti lo ascoltarono ponendo di tanto in tanto una domanda, il dottor Dumbledore a capo del team, era quello che poneva le domande più delicate mentre la dottoressa Umbridge quelle più spinose e personali e, molto spesso, era richiamata dalla dottoressa McGonagall che non sopportava di vedere messi in difficoltà i partecipanti al programma.
Alla fine dell’ultima sessione di domande, l’uomo si avvicinò alla dottoressa McGonagall ringraziandola per aver preso le sue difese e per rassicurarla che era abituato ad essere sottoposto a quel genere di domande, molto spesso gli stessi giornalisti cercavano di fargli raccontare momenti “imbarazzanti” del proprio passato e delle sue relazioni.
- È mio dovere assicurarmi che lei stia bene. – sorrise la donna porgendogli una tazza di caffè nero – Mettendola in imbarazzo non andiamo da nessuna parte. – concluse con un’alzata di spalle, poi lo salutò e raggiunse Dumbledore che stava parlando con alcune persone della produzione.
Le domande e la compilazione di molti moduli, portò via buona parte della giornata e, quando uscirono dagli studi televisivi, il sole stava tramontando.
Draco sospirò passandosi una mano sui capelli biondo platino, era ancora imbarazzato per le domande che gli erano state rivolte e sperava vivamente che quella parte così confidenziale non fosse usata nel montaggio del video se avessero deciso di accoppiarlo con qualche ragazza ritenuta adatta a lui.
- Ehi biondino. – lo chiamò Severus con un ghigno divertito a disegnarli le labbra – Ti hanno chiesto se dormi ancora con il tuo draghetto di pelouche?
- Zio! – la pelle chiara di Draco si arrossì per l’imbarazzo ma, dopo aver guardato lo scrittore nei suoi occhi neri, scoppiò a ridere coinvolgendolo.
Parlando dell’intervista e della professionalità dei medici con cui avevano parlato, raggiunsero la Camaro nera di Severus e, dopo essere entrati in macchina, si immersero nel traffico londinese ascoltando le ultime notizie alla radio. Mentre erano fermi ad un semaforo rosso, lo scrittore seguì lo sguardo del figlioccio e lo vide fissare un cartellone pubblicitario che non aveva mai notato.
- Drake. – lo chiamò preoccupato dal suo lungo silenzio.
- Scusa, mi ero perso nei miei pensieri. – rispose Draco indicando il cartellone – Stavo cercando di ricordare dove avessi visto quel disegno, ha un’aria familiare.
Severus lanciò un’occhiata veloce al cartellone dov’era raffigurato un tramonto sulla spiaggia, lì per lì non fece scattare alcun ricordo, ma non poteva osservarlo meglio perché doveva restare concentrato sul traffico.
- Forse hai visto qualche locandina all’Università. – rispose seguendo la fila delle macchine che avevano ripreso a muoversi.
- Ecco, - annuì battendosi un dito sulle labbra il ragazzo – potresti avere ragione. – poi sorrise e, accantonando quel pensiero, domandò allo scrittore qualche succoso pettegolezzo sul nuovo libro che stava scrivendo e se, finita la saga che aveva iniziato, stava già pensando a cosa fare dopo.
Severus sbuffò una risata dal naso e, senza staccare gli occhi dalla strada, rispose con pazienza a tutte le domande del nipote sicuro che lui non avrebbe divulgato niente di quello che gli diceva, apprezzando le sue risate e gli spunti di riflessione che gli dava man mano che condivideva con lui i suoi pensieri.
Trascorsero così alcune settimane: Draco era impegnato con l’università e con il lavoro al pub dei suoi genitori, mentre Severus si era arenato su alcune scene del suo nuovo libro e non trovava il modo di sbloccare la situazione di stallo nella quale era caduto, si avvicinava il suo compleanno e non sopportava di doverlo trascorrere in compagnia dei ricordi e di una bottiglia di whisky che gli avrebbe fatto solo bruciare le budella. Sistemandosi gli occhiali che usava per scrivere sul naso, sobbalzò quando sentì il suo cellulare iniziare a squillare furiosamente e, come suo solito, rispose senza controllare l’ID del chiamante:
- Pronto?
- Parlo con Severus Snape? – chiese una voce maschile – Salve, mi chiamo Horace Slughorn. La chiamo dalla redazione di Matrimonio a prima vista, ho il piacere di informarla che abbiamo trovato un marito su misura per lei.
Mentre Severus ascoltava le parole di Horace, che lo informava su cosa sarebbe successo e quando avrebbe dovuto presentarsi all’appuntamento per sposarsi con un perfetto sconosciuto, in un loft nel quartiere di Bloomsbury un ragazzo dell’età di Draco stava ricevendo lo stesso tipo di telefonata.
Il suo cellulare aveva iniziato a squillare quand’era sotto la doccia ed aveva risposto Ginevra, sua sorella adottiva, pregando la persona che era in linea di aspettare che andava subito a chiamare suo fratello.
- Harry! – bussò alla porta del bagno, l’acqua aveva smesso di scorrere segno che aveva finito di lavarsi – C’è una telefonata per te. – continuò.
- Grazie sorellina! – il ragazzo aprì la porta frizionandosi i capelli scuri e, dopo aver recuperato il cellulare dalle mani della ragazza, si diresse verso la camera da letto per parlare in santa pace.
- Pronto? – una voce femminile stava cercando di farsi notare ma nessuno sembrava ascoltarla – Pronto, c’è qualcuno in linea? Signor Potter mi sente?
- Eccomi. – rispose Harry mettendosi seduto sul letto – Mi scusi, adesso ha tutta la mia attenzione.
- Finalmente, signor Potter, lei è più sfuggente di un boccino d’oro! – ridacchiò la donna facendolo sorridere – Mi chiamo Rolanda Hooch, la chiamo per nome e per conto di Matrimonio a prima vista, siamo lieti di informarla che abbiamo trovato il marito adatto a lei.
Per un momento Harry smise di respirare: era passato così tanto tempo da quando aveva fatto la selezione per il reality show che aveva perso le speranze di essere richiamato.
- Veramente? – disse a voce talmente bassa che la donna pensò di aver immaginato quella domanda.
- Sì, signor Potter. Lei è stato uno dei nostri soggetti più complicati da abbinare, le sue caratteristiche non collimavano con la maggior parte dei nostri iscritti; ma… 
- Mai dire mai! – rise Harry ritrovando la voce. 
Horace e Rolanda continuarono a parlare con Severus ed Harry, spiegando a grandi linee cosa sarebbe successo e come avrebbero dovuto procedere entrambi: evitando di parlare con persone extra alla famiglia di essere stati scelti e di mantenere il massimo riserbo sui social media. Avevano firmato un contratto quando avevano accettato di fare il casting e, visto che erano stati scelti, dovevano rispettare le regole che avevano letto e commentato insieme il giorno del colloquio.
I due ringraziarono i membri del cast per le esaustive spiegazioni e, poco prima di salutarli, chiesero entrambi una possibile data per il matrimonio per chiedere le ferie sul posto di lavoro.
Quando Horace e Rolanda risposero che avevano un mese di tempo per organizzare tutto i due sobbalzarono, poi si salutarono ed iniziarono ad organizzare il matrimonio nella speranza che tutto andasse per il verso giusto.
 
Harry, dopo aver lasciato il cellulare sotto carica, ricordò le parole di Rolanda poteva condividere la notizia con le persone di cui si fidava di più, quelle che lo avrebbero aiutato a fare le piccole cose di cui doveva occuparsi personalmente per rendere speciale il giorno delle sue nozze.
Sospirando sconsolato, raggiunse la cucina dove Ginny era in video chiamata con Arthur e Molly.
- Ecco Harry. – si spostò per farglielo vedere.
- Ciao tesoro. – lo salutò Molly con il suo sorriso gentile – Tutto bene? Ti vedo turbato.
- Ho appena concluso una strana telefonata. – rispose al sorriso mettendosi seduto vicino alla ragazza – Mi hanno offerto un lavoro e stavo ripensando alla chiacchierata. – mentì, scusandosi mentalmente con i suoi genitori e la sorella adottivi per quella “bugia bianca”.
- Sei un bravo pittore. – annuì Arthur, fiero di lui – Valuta bene, se la proposta non ti convince, rifiuta con gentilezza.
- Lo farò, papà. – assentì – Voi come state? – chiese per sviare un po’ l’attenzione dalle sue risposte vaghe, Ginny lo guardava sospettosa ma, finché restarono online, non disse niente e rispettò il silenzio del fratello.
Non appena chiusero la chiamata, la ragazza si voltò verso Harry ed iniziò a tartassarlo di domande volendo sapere il perché del suo strano comportamento.
Il pittore, rassegnato a non essere lasciato in pace dalla sorella, la pregò di chiamare Ron e di invitarlo a pranzo così che avrebbe parlato ad entrambi in un’unica soluzione, invece di dover ripetere la stessa storia mille volte con il pericolo di dimenticarsi qualche dettaglio importante.
Curiosa e preoccupata per lui, Ginevra rintracciò il fratello maggiore parlò alcuni istanti con lui e lo invitò a pranzo nel loft di Harry, pregandolo di passare a prendere quel dolce al cioccolato che piaceva tanto a loro fratello che aveva delle cose importanti da raccontargli. Ron acconsentì subito e, finendo il lavoro che aveva iniziato, lasciò lo studio di fotografia che aperto con Neville e Bill e si diresse verso la loro pasticceria preferita per prendere la torta e fare un saluto a Luna, sperando di trovare il coraggio di invitarla cena quella volta.
Mentre Harry preparava il pranzo per sé ed i suoi fratelli, Severus ricevette una chiamata da Draco che, tutto eccitato gli chiedeva se poteva passare a trovarlo con del cibo da asporto perché aveva grandi novità da raccontargli ed aveva bisogno del suo aiuto e del suo sopporto.
Lo scrittore, ridacchiando al telefono, accettò l’offerta del figlioccio ed apparecchiò anche per lui certo che sarebbe arrivato nel giro di qualche minuto con una busta piena dei loro piatti preferiti.
 
Un mese dopo… 
 
Il mese passò rapidamente e la mattina prima del matrimonio Severus, in compagnia di Narcissa, Lucius e la troupe televisiva che aveva il compito di seguirlo passo dopo passo, raggiunse il Castello di Hogwarts dove si sarebbe svolta la cerimonia.
- Questo posto è bellissimo! – fece una piroetta Narcissa, emozionata.
- Come ti senti, Sev? – domandò Lucius porgendogli un bicchiere con del succo di frutta.
- Stanco. – ammise ringraziandolo con un sorriso – Sono stati giorni intensi, ho lavorato sodo per finire il manoscritto che dovevo consegnare. – spiegò mettendosi seduto sul letto matrimoniale che campeggiava nella stanza che gli era stata affidata.
- Adesso pensa solo a rilassarti. – gli poggiò una mano sulla spalla Narcissa con fare amichevole – Tra poco manderò Lucius per aiutare a prepararti ed io verrò per dare solo alcuni ritocchi. – lo baciò sulla guancia – Sono così felice di poter essere qui.
- Mi dispiace solo che Draco non possa esserci, sarebbe stato divertente vederlo in fibrillazione all’altare ad aspettare la sua futura moglie mentre io aspettavo mio marito. – ammise Severus ridacchiando e Lucius, dopo aver ricevuto un suggerimento da uno del cast, rispose:
- Consideriamo questo come le prove generali dei vostri matrimoni. Se tutto andrà bene come spero, potrete organizzare le nozze ufficiali, con parenti e amici, e sarete presenti l’uno a quello dell’altro.
Narcissa annuì approvando le parole del marito e Severus si alzò dal letto stingendogli la mano, ringraziandolo ancora una volta per essere lì e per averlo aiutato durante quel lungo, ma brevissimo, mese di preparazione.
Mentre i coniugi Malfoy e Severus ridevano immaginando come si sarebbe svolta la cerimonia e sperando che il cibo fosse all’altezza della location, nella stanza 394 Harry era in preda ad un attacco di panico ed i suoi accompagnatori, Ginevra e Ron Weasley, stavano facendo del loro meglio per calmarlo.
- Sarà un disastro. – continuava a ripetere torcendosi le mani il ragazzo – Mi odierà e manderà a monte le nozze.
Il cameraman e gli altri membri della troupe alzarono gli occhi al cielo imitando il gesto di Ron, era da più di un’ora che Harry camminava in tondo nella stanza e tutti stavano iniziando a perdere la pazienza.
- Amico, ehi. – lo bloccò Ron prendendolo per le spalle – Adesso fermati: uno mi stai facendo venire il mal di testa, due a furia di girare potresti fare un buco nel pavimento e non sarebbe divertente finire in un’altra camera da letto.
- E tre: non essere così negativo fratellino. – gli prese la mano Ginevra sorridendogli dolcemente – Sei un concentrato di paranoie e difetti. – continuò ed Harry la guardò sgranando gli occhi, contrariato.
- Finalmente hai reagito alle sue cattiverie! – rise Ron dandogli giocose pacche sulle spalle – È da quando siamo partiti dalla Tana che ti prende in giro e tu incassi senza replicare.
- Eri noioso! – annuì lei baciandogli la guancia morbida.
Harry, osservando i suoi fratelli adottivi, sentì il cuore pienarsi di gratitudine e gioia, li strinse in un lungo abbraccio e mormorò loro parole di ringraziamento sperando che non fossero colte dal microfono perché un po’ si vergognava.
- All’inizio sarà imbarazzante. – ammise Ginevra sedendo sullo scranno della finestra – Siete due perfetti sconosciuti, credo sia normale.
- Ma siamo qui per voi, per festeggiare questo giorno speciale. Godiamoci tutto: la cerimonia, la festa, i discorsi imbarazzanti.
- Facciamolo! – annuì Harry sollevato – Comunque andrà, sarà un successo. Sono felice di avere questa possibilità, non voglio scappare.
- Bravo fratellino! – lo abbraccio di slancio Ron.
- Coraggio Potter. – sorrise Ginevra fiera dei suoi fratelli – Inizia a darti una sistemata, verrò dopo ad aggiustare quel cespuglio che hai sulla testa e che ti ostini a chiamare “capelli”.
- Pensa ai peli che hai sulle gambe. – replicò con un sorriso Harry ed i fratelli Weasley lasciarono la sua stanza ridendo come matti.
Il giovane pittore, rimasto in compagnia della troupe, si diresse verso il comò dove aveva appoggiato la foto dei suoi genitori, l’unica che si era salvata dall’incendio che aveva distrutto la sua casa e le loro vite.
Toccandosi la cicatrice che gli era rimasta sulla fronte, parlò a bassa voce coi suoi genitori pregandoli di accompagnarlo e di dargli il coraggio di affrontare quella prova.
- Sarà tutto bellissimo. – disse alzando la voce mentre toccava il volto della madre – Cercherò di non inciampare e non far cadere Molly mentre cammino. – ridacchiò gettando un’occhiata al completo che aveva appeso all’armadio.
Il cameraman sghignazzò immaginando la scena ed Harry arrossì, ma non perse il sorriso, sentendo che la paura aveva lasciato posto ad altri sentimenti: curiosità e speranza.
Continuando a fantasticare su che tipo di uomo avessero scelto per lui, il pittore si chiuse in bagno per dedicarsi alla propria toeletta prima di iniziare a vestirsi.
Severus, rimasto solo nella sua stanza, aprì la busta che conteneva il suo completo e sorrise ricordando come aveva fatto impazzire la ragazza del negozio di abbigliamento: il programma televisivo era sponsorizzato da alcuni brand e trovare l’abito perfetto per lui, portò la commessa quasi sull’orlo delle lacrime.
- Sarà divertente. – bofonchiò osservandosi allo specchio poi, dopo aver controllato l’ora sul suo orologio da polso, prese il beauty dalla valigia che aveva portato con sé e si chiuse in bagno per concedersi una doccia rivitalizzante.
Alcune ore dopo, un lieve bussare alla porta avvisò Harry e Severus che era giunto il momento di scendere per iniziare la cerimonia. Il giovane pittore sarebbe dovuto arrivare una decina di minuti dopo lo scrittore, quando Ginevra gli aveva letto quella parte dell’accordo aveva sospirato pensando alla propria sfortuna che gli aveva fatto estrarre il bigliettino con “arriva in ritardo all’altare”.
- Sei bellissimo fratellino! – sorrise Ginevra sistemandogli il fiore all’occhiello della giacca.
- Grazie Ginny. – mormorò più emozionato di quello che era disposto ad ammettere con la sorella minore – Spero che mamma e papà non siano troppo arrabbiati con me.
- Ma figurati! – lo baciò sulla guancia e, dopo aver preso il mazzolino dal comò, si diresse verso la porta dove ad aspettarli c’era la troupe per accompagnarli fino al gazebo dove si sarebbe svolta la cerimonia.
- Andiamo! – sorrise verso la telecamera lui, felice di essere arrivato fino a quel punto senza scappare o mettersi a vomitare davanti a tutti.
Ginny annuì, lo prese per mano e lo condusse lungo il corridoio commentando di tanto in tanto i quadri antichi che erano appesi al muro.
 
Severus, elegante nel suo completo gotico nero, aveva raggiunto il gazebo in compagnia di Narcissa; Lucius lo stava aspettando per fargli da testimone e lo videro che scambiava alcune battute con un ragazzo dai capelli rossi visibilmente emozionato.
- Miseriaccia amico! – sussurrò il ragazzo guardando Severus attentamente – È esattamente il tipo di mio fratello. Spero solo che non svenga dopo avergli lanciato il primo sguardo!
- Finiremmo su una trasmissione satirica, invece che a farli sposare! – ridacchiò Lucius senza distogliere gli occhi dalla moglie, bellissima in quell’abito da cerimonia verde Tiffany.
Il ragazzo dai capelli rossi ed il celebrante annuirono immaginando la scena e, dopo che Severus prese posto sotto al gazebo, si scambiarono rapidi saluti di circostanza troppo eccitati per l’arrivo dello sposo che avrebbe fatto il suo ingresso nel giro di una manciata di minuti.
Ron lanciava di tanto in tanto un’occhiata curiosa a Severus e lo scrittore, certo di essere stato riconosciuto, si limitò a stringere gli occhi ed osservarlo finché il giovane non abbassò la testa più interessato alla punta delle proprie scarpe che non all’arrivo di Harry accompagnato da un Molly molto emozionata.
Una musica che Severus non aveva mai sentito, riempì l’aria circostante facendo voltare i presenti verso il portone di legno del Castello dal quale stava arrivando lo sposo accompagnato da una donna dai capelli rossi e dal sorriso materno e felice.
- Oooh Harry! – singhiozzò stringendo la mano sul braccio del figlio adottivo – È tutto così bello.
- Ed anche un po’ strano. – mormorò il ragazzo sorridendo.
- Avrei sperato per te qualcosa di più “tradizionale”, ma sento che sarà una cosa buona. – gli sorrise, mormorando emozionata quando fosse orgogliosa di lui e dell’uomo che era diventato.
- Grazie mamma Molly. – si sfiorarono dolcemente le fronti in segno di saluto, poi la donna lo lasciò davanti al gazebo ed osservò lo sguardo che si scambiarono i due sposi che si vedevano per la prima volta in quel momento.
Una forte emozione serpeggiò tra gli invitati al matrimonio, il pittore e lo scrittore si osservarono in silenzio per alcuni minuti, che all’officiante parvero eterni.
L’uomo alzò un sopracciglio mentre lasciava scorrere i suoi occhi neri come acini d’uva sul ragazzo che si sarebbe apprestato a sposare da lì a qualche istante pensando “mi sto ancora chiedendo perché ho deciso di continuare questa pagliacciata! Hanno deciso di farmi sposare un ragazzino, ha ancora la bocca sporca di latte…”
Anche Harry non riusciva a staccare gli occhi da Severus: l’abito che aveva scelto di indossare gli calzava addosso come un guanto, mettendo in risalto le forme del suo corpo, aveva i capelli lunghi e neri che aveva legato in una mezza coda, la pelle chiara in netto contrasto con le lunghe ciglia nere che incorniciavano degli occhi che gli ricordarono una notte senza stelle.
Ingollando a vuoto, il ragazzo si mosse a disagio, non era il caso di eccitarsi al primo sguardo soprattutto perché il suo futuro marito non sembrava entusiasta di ciò che stava osservando, facendolo sentire a disagio.
- Vogliamo iniziare? – parlò l’officiante rompendo quel silenzio imbarazzato.
I due smisero di studiarsi con interesse, si voltarono verso l’uomo che li avrebbe sposati ed annuirono. Severus porse la mano ad Harry, aspettò che lui la prendesse e poi lo aiutò ad avvicinarsi verso il tavolo che era stato posto sotto al gazebo.
Harry ringraziò lo scrittore con un sorriso e, un attimo prima di togliere la mano dalla sua, sentì che lui gliela stringeva con fare rassicurante. Sospirando, il pittore lasciò la propria mano in quella di Severus e si concentrò sulle parole dell’officiante per rispondere con voce chiara e forte alle domande che venivano poste ora a lui ora al suo futuro marito.
Mentre la cerimonia si svolgeva senza intoppi, scoprirono l’uno il nome dell’altro e, dopo lo scambio degli anelli, fu Harry a prendere coraggio e baciare lo sposo dopo essere stati dichiarati marito e marito.
Un boato di applausi e fischi li avvolse, Severus lasciò scivolare le braccia attorno ai fianchi del novello sposo ed approfondì il bacio, non sentendosi pronto ad affrontare le telecamere ed i presenti con quel rossore a colorare le sue guance.
La persona del cast addetta a seguire il loro matrimonio, pregò gli invitati di lasciare soli gli sposi che avrebbero dovuto firmare alcuni documenti e spostarsi in un’altra parte del giardino per fare le foto di rito.
Continuando ad applaudire ed urlare frasi di auguri più o meno colorite, i presenti li lasciarono finalmente soli, liberi di poter parlare per la prima volta.
- Ciao. – sorrise Harry facendo un passo indietro per poterlo guardare meglio.
- Piacere di conoscerti, Harry. – ricambiò il sorriso Severus.
- Signori Snape e Potter. – tossicchiò l’officiante – Avrei bisogno di alcune vostre firme qui e qui.
I due siglarono i documenti che l’uomo aveva sistemato sul tavolo, chiedendo se avevano già deciso che cognome usare per identificarsi come coppia sposata.
- Hm. – si strinse nelle spalle Severus – Ne parleremo in un altro momento, non dobbiamo scegliere adesso, giusto?
- Concordo. – annuì Harry – Per il lavoro che faccio, non credo sia un problema cambiare cognome ma prima di prendere una simile decisione, devo chiedere.
L’officiante annuì, rinnovò loro i suoi auguri e li salutò lasciandoli proseguire con i festeggiamenti del loro matrimonio. Severus fece un rapido sorriso ad Harry, poi gli tese la mano e lo guidò fino ad un punto del giardino dov’era stato sistemato un tavolo con una coppia di flûte e una bottiglia di champagne nel cestello con del ghiaccio. Davanti al cestello un biglietto d’auguri firmato dallo staff di Hogwarts che si augurava che potessero trascorrere una magnifica giornata presso di loro.
- Però. – ghignò Harry osservando lo champagne pregiato che avevano dato loro – Potrei abituarmi ad essere trattato così.
- Avere dei servitori che ti venerano ma che sono invisibili e non invadenti. – si picchiò l’indice sulle labbra sottili Severus – Non sarebbe male. – ammise ed Harry sorrise allungando una mano verso la bottiglia.
- Brindiamo? – chiese prima di iniziare ad aprirla.
- Perché no? – annuì l’altro guardandosi attorno, la presenza delle telecamere era fastidiosa ma stavano ad una certa distanza, come per dargli il tempo di prendere confidenza l’uno con l’altro.
Harry aprì la bottiglia e versò una dose generosa di champagne in entrambi i calici, poi si voltò verso suo marito e gliene tese uno senza smettere di sorridere.
- A noi. – allungò verso Severus il proprio calice per fare un brindisi, al quale lo scrittore rispose con un cenno del capo ed un breve sorriso – Sei un tipo di poche parole. – continuò Harry dopo aver bevuto un sorso dal suo bicchiere.
- Tu parli a sufficienza per entrambi. – ghignò facendolo arrossire.
- Touché. – alzò gli occhi verdi al cielo il pittore ridacchiando.
- Buongiorno sposi! – parlò una voce interrompendo i loro discorsi – Mi chiamo Colin Creevey, sono stato ingaggiato per occuparmi del vostro servizio fotografico.
I tre si strinsero la mano, poi il ragazzo li invitò ad iniziare così da poterli liberare presto per mandarli al ristorante dove li stavano aspettando.
Severus osservò con interesse Colin ed i suoi assistenti muoversi velocemente per sistemare pannelli e luci di supporto, poi si voltò verso Harry che guardava la scena con aria sognante.
- Appassionato di fotografia? – domandò per rompere quel silenzio che stava diventando pesante.
- Diciamo così. – annuì lui – Quando tutto questo sarà finito, - continuò il giovane uomo – mi piacerebbe sapere qualcosa di più su di te. 
- Non amo parlare di me, ma credo sia opportuno conoscerci meglio.
- Ottimo. – sorrise sollevato Harry – Adesso andiamo, Colin ci sta chiamando per iniziare.
Colin li guidò in un punto panoramico del giardino ed iniziò a scattare una serie di foto, chiedendogli di cambiare posizione cercando di non farli imbarazzare e farli divertire mentre scattavano.
- Manca una cosa… - parlò dopo aver cambiato location e aver costretto entrambi a mettersi seduti a terra.
- Portiamo i calici? – propose una delle sue assistenti, una ragazza asiatica dall’aria carina.
- Ottima idea. – annuì il fotografo – Cho, porta loro i calici. Facciamo qualche scatto mentre brindate. – continuò rivolto agli sposi – Fatemi vedere un po’ di emozione, guardatevi negli occhi e muovetevi da soli… Cercherò di non intervenire.
Annuendo Harry e Severus fecero quanto gli era stato chiesto, non distolsero mai lo sguardo l’uno dall’altro, si sorrisero teneramente imbarazzati e fecero alcuni brindisi, compreso quello che vedeva incrociate le loro braccia.
- Bravissimi! – li lodò Colin – Adesso Severus alzati in piedi e chinati verso Harry e…
E non terminò la frase perché Severus si sciolse i capelli e, tenendo in mano il proprio calice, si chinò fino al viso di Harry che lo guardava con gli occhi sgranati e le labbra socchiuse e gli fece bere un sorso di champagne dal proprio bicchiere, baciandolo subito dopo per catturare alcune gocce della bevanda che era sfuggita dalla bocca del giovane uomo. Colin catturò tutto con la sua macchina fotografica, supplicando i suoi assistenti di fare alcuni scatti dalle loro posizioni, per avere una visuale più ampia dello scambio sensuale che era appena avvenuto davanti ai suoi occhi.
Il fotografo ringraziò Severus ed Harry per aver collaborato con lui nonostante l’imbarazzo iniziale e, davanti ad uno splendido tramonto, li pregò di darsi un altro bacio che quella era l’ultima foto del loro servizio.
Harry prese il bavero della giacca di Severus tra le mani e, tirandoselo contro, portò le sue labbra ad incontrare quelle dell’uomo per un bacio che fu immortalato dalla macchina fotografica di Colin.
- Bene. – parlò uno degli organizzatori della giornata – Ringraziamo il nostro Colin ed il suo staff per il servizio fotografico. – gli sposi salutarono con strette di mano e le persone che si erano occupate di fare le foto e seguirono l’uomo fino al ristorante dove ad aspettarli c’erano i loro amici e parenti.
Quando i due entrarono nella sala, furono accolti da una pioggia di petali di rosa, coriandoli ed applausi che li sorpresero piacevolmente.
- Finalmente siete arrivati! – li accolse Ginevra abbracciando Harry – Pensavo di dover sedare nostra cognata Fleur. – ridacchiò indicandola.
- Allora sbrighiamoci. – la baciò sulla guancia lui – Sta calando la tensione ed ho fame anch’io. – ammise.
- Signori. – parlò un uomo che indossava un’elegante livrea – Seguitemi, il vostro tavolo è là. – indicò loro un soppalco dov’era stato posizionato il tavolo nuziale.
Severus si guardò rapidamente attorno: sui tavoli facevano bella mostra di sé tovaglie pregiate con la trama damascata, bicchieri di cristallo e posateria di pregio. Su ogni tavolo era stato posto un centro tavola con fiori freschi e una candela bianca che i camerieri preposti al servizio avevano iniziato ad accendere non appena erano entrati. Era tutto come aveva immaginato, non fosse stato per quell’arco di palloncini che simboleggiavano un arcobaleno sopra il loro tavolo ed alle decorazioni coi palloncini poste qua e là nella sala.
Senza dire niente, serrò la mascella e seguì Harry attraverso i tavoli fino al soppalco e dovette fare uno sforzo quando notò che l’arcobaleno era ancorato al suolo non da una pentola d’oro come voleva la leggenda, ma una civetta che fece riempire di lacrime gli occhi verdi di suo marito.
- Edvige. – lo sentì mormorare mentre allungava la mano a toccare il rapace finto, Severus avrebbe voluto fare molte domande, incuriosito dal suo comportamento ma sapeva che non era quella la sede giusta per indagare così, dopo avergli lasciato un bacio sulla tempia, lo pregò di mettersi seduto così che avrebbero potuto iniziare a mangiare.
Il giovane uomo sorrise grato ed annuì prendendo posto al fianco di quell’affascinante uomo vestito di nero che era diventato suo marito da una manciata d’ore ormai.
 
La cena si svolse nel migliore dei modi, il cibo e la compagnia si dimostrarono ottimi: ci furono giochi, momenti imbarazzanti ed emozionanti, balli tranquilli e scatenati, e tanti baci che fecero arrossare le labbra di Severus ed Harry che non si tirarono mai indietro davanti alle richieste dei loro invitati.
Quando la cena finì, dopo il taglio della torta ed un breve discorso da parte dei rispettivi testimoni, i coniugi osservarono gli altri andare via restando incorniciati dalla luce che proveniva dal portone di legno alle loro spalle.
- Signori. – li chiamò il direttore del Castello – La suite luna di miele è pronta. – allungò la chiave verso Severus continuando – Dobby si occuperà di accompagnarvi, buona serata.
Ringraziando seguirono il fattorino fino alla suite e, dopo che Harry gli dette la mancia, si chiusero la porta alle spalle sospirando stanchi.
- Potrei addormentami qui! – sospirò il pittore scivolando contro la parete della stanza.
- È stata una giornata impegnativa. – annuì lo scrittore, sapeva che nella stanza c’erano microfoni e videocamere, ma cercava di ignorare la loro fastidiosa presenza.
- Doccia e letto? – lo guardò dal basso Harry.
- Ottimo piano. – lo aiutò ad alzarsi.
- Spero ci abbiano concesso un po’ di privacy. – sbuffò contro il suo orecchio e Severus rabbrividì, colto alla sprovvista.
- Io non ho firmato per averli anche in camera. – rispose a bassa voce ed Harry annuì, dicendo che aveva fatto lo stesso, non avrebbe sopportato di essere spiato in un’ambiente così personale.
I neo-sposi iniziarono a togliersi i completi che avevano scelto per il matrimonio e, ricordando alcuni dei momenti più divertenti ed imbarazzanti della giornata, raggiunsero il bagno per darsi una rinfrescata prima di andare a dormire. Stendersi tra le lenzuola fresche con un perfetto sconosciuto fu strano per entrambi, ma erano molto stanchi e, dopo aver trovato una posizione comoda, si addormentarono placidamente.
Il mattino il primo a svegliarsi fu Severus, aveva caldo ed aveva la sensazione di avere un peso sul petto che gli rendeva difficile respirare, aprendo a fatica gli occhi si trovò davanti una massa di capelli neri che assomigliava ad un nido. Gemendo piano, tornò a chiudere gli occhi appoggiando una mano sulla schiena di Harry, iniziando ad accarezzarla piano per svegliarlo il più dolcemente possibile.
Mugolando compiaciuto Harry si stirò sopra il torace di Severus e, quando si rese conto di dormire sopra qualcuno, si svegliò del tutto mettendosi seduto mentre il suo viso prendeva tutte le tonalità di rosso conosciute.
- Giorno. – lo salutò Severus allungando una mano verso il cellulare di cui li aveva dotati la redazione – Pronto per iniziare?
Ancora con le guance in fiamme Harry arrossì e, dopo aver indossato i suoi occhiali, si ributtò nel letto vicino a Severus.
- Eccoci qua. – parlò il pittore quando il marito premette il tasto per registrare il loro “video diario” – Reduci dalla prima notte come marito e marito.
- È stata una bella notte. – parlò Severus tirandosi addosso Harry, stupendo sé stesso per quel gesto.
- Devo dire che mio marito è più comodo di questo materasso. – stette al gioco il più giovane – Soprattutto più caldo.
- Quindi passerò l’inverno con te attaccato come un’agave allo scoglio? – domandò alzando un sopracciglio.
- Può essere… - ammiccò Harry girandosi per dargli un bacio sulla mascella volitiva – Lo scopriremo solo vivendo.
Continuarono a parlare e registrare finché un lieve bussare alla porta li interruppe: era il servizio in camera con la colazione ed una busta con la destinazione scelta dalla redazione per la loro luna di miele.
- Curioso di sapere dove andremo? – domandò il pittore spingendo fino al tavolo il carello colmo di cibo.
- Un po’. – ammise Severus raggiungendolo – Spero no in una località turistica… - iniziò.
- Di mare! – conclusero insieme.
Si guardarono stupiti, non avevamo messo in conto di poter avere qualcosa in comune: il desiderio di visitare una meta tranquilla, lontano dalla spiaggia, dai balli di gruppo e dalla confusione.
Parlando del più e del meno, resi timidi dalla presenza della troupe, consumarono l’abbondante colazione poi si vestirono e, dopo aver radunato le poche cose che avevano portato per il matrimonio, si sedettero sul letto sfatto ansiosi di leggere la località scelta per la loro luna di miele.

Ritorno alla normalità… 

I coniugi Potter-Snape trascorsero la loro “luna di miele” in una località dell’Altopiano di Asiago, in un resort 5 stelle con una piccola SPA al suo interno. In quel periodo dell’anno l’hotel era quasi vuoto ed Harry e Severus ne approfittarono per godersi, non solo gli splendidi manicaretti preparati dalla cucina, ma i servizi offerti dall’albergo e per fare lunghe passeggiate in piena tranquillità senza il rischio di essere riconosciuti.
Si goderono quella settimana di assoluto relax prima di tornare in Inghilterra alla vita di tutti i giorni che avrebbe subito delle variazioni in quanto avrebbero dovuto provare a vivere come una qualsiasi coppia sposata.
Durante un’intervista con uno del cast della trasmissione, Severus confessò di abitare in un monolocale: a causa del suo lavoro era spesso in viaggio e non aveva mai sentito la necessità di prendere una casa grande, fino a quel momento non aveva mai pensato a sposarsi e creare una famiglia, vivere nel monolocale gli bastava. Harry, con le gote rosse, confessò di aver comprato un loft in un vecchio palazzo nel quartiere di Bloomsbury e si disse pronto a condividere i suoi spazi con Severus se lui era d’accordo a trasferirsi a casa sua. L’uomo rifletté sull’offerta del giovane marito e, dopo aver guardato alcune foto della casa ed aver appreso dal suo proprietario le sue caratteristiche peculiari, accettò di trasferirsi da lui, certo che avrebbe potuto avere uno spazio suo dove poter piazzare il portatile per scrivere in solitudine quando ne sentiva il bisogno. Harry, felice che lui avesse fatto quella scelta, gli gettò le braccia al collo e lo baciò senza curarsi della presenza di altre persone o della troupe che non si lasciò sfuggire la scena, immortalandola con la telecamera. Alla fine del bacio, il pittore si scusò con il marito per il suo comportamento, ma Severus scosse la testa limitandosi ad abbracciarlo, poi chiese al loro referente come si sarebbe evoluta la cosa adesso che erano rientrati dalla luna di miele.
Il referente sorrise osservandoli poi, a favore di videocamera, spiegò nel dettaglio che la troupe li avrebbe seguiti per poche ore nell’arco della giornata, per vedere come interagivano quando erano insieme o con altre persone. I due annuirono e, pensierosi, condivisero l’uno con l’altro i relativi impegni e ciò che facevano nel loro tempo libero. I neo-sposi acconsentirono e, dopo aver preso gli ultimi accordi, salutarono la troupe ed uscirono dal caffè dove si erano incontrati a parlare per salire sul taxi che li avrebbe accompagnati a casa di Severus.
Quel giorno sarebbero stati seguiti: volevo immortalare il momento del trasloco e vedere le emozioni che avrebbero provato vedendo l’uno l’abitazione dell’altro.
La casa dove abitava Severus era davvero piccola, l’uomo prese una valigia la pienò con i suoi effetti personali e, mentre Harry sistemava alcuni oggetti che gli aveva indicato che voleva portare con sé, prese il suo portatile e lo mise al sicuro nello zaino dove teneva il block-notes ed un dizionario dal quale non si separava mai, anche se ormai era usurato ed obsoleto. Harry aveva mille domande per lui riguardo alle foto ed agli oggetti che gli aveva chiesto di scatolare, ma aveva capito che non si sarebbe mai aperto davanti alla telecamera ed aspettò fremendo di curiosità di poter arrivare nel suo loft per restare da solo con lui e riversargli addosso tutte le domande che gli frullavano in testa.
- Tutto bene? – domandò Severus osservandolo.
Il pittore annuì e, dopo avergli dedicato un sorriso, si voltò a guardare il paesaggio fuori dal finestrino sospirando quando notò alcuni dettagli del quartiere dove abitava, segno che casa era vicino.
Ridendo tra loro, i due neo-sposi raggiunsero l’ultimo piano della palazzina dove viveva Harry che, dopo aver aperto la porta del loft, si voltò verso Severus guardandolo titubante.
- Vuoi che ti faccio attraversare la soglia in braccio, ragazzino? – domandò sghignazzando quando lo vide arrossire.
- Amo alcune sfaccettature della tradizione. – si morse il labbro inferiore e Severus scosse la testa mormorando qualcosa che nessuno dei presenti capì poi, poggiando a terra le cose che aveva in mano, sollevò Harry come se non avesse peso e gli fece attraversare la soglia come lui desiderava.
Il pittore gli rubò un rapido bacio non appena lo scrittore lo poggiò a terra, poi lo guidò in un veloce tour del loft facendolo fischiare ammirato di quanto in quanto. La troupe televisiva restò in compagnia dei due fino a quando finirono di sistemare gli oggetti di Severus, li osservarono interagire un po’ tra loro e, dopo che si furono messi in relax sul divano, li salutarono ricordando loro di usare i cellulari della redazione per continuare il loro video-diario.
I primi giorni di convivenza completamente soli, senza la presenza pesante della troupe televisiva, furono contornati da alti e bassi: i due iniziarono a conoscersi, scoprendosi l’uno il lavoro dell’altro lentamente, ancora non si sentivano pronti a mettersi completamente a nudo di fronte all’altro.
Parlando, scoprirono di avere alcuni interessi in comune e, partendo da quelli, riuscirono a rendere più saldo il loro rapporto, lasciando spazio a più contatto fisico e godendosi quei momenti di silenzio che amavano entrambi, non trovandosi costretti a riempirli di parole per paura di mettere l’altro in soggezione.
Severus scoprì che Harry era amava il contatto fisico, che gli piaceva appoggiarglisi addosso e che non aveva problemi o vergogna a scambiarsi con lui effusioni in pubblico. Alcune volte, però, un antico timore che aveva radicato dentro si riaffacciava e lì lo scrittore si rese conto che aveva bisogno di essere rassicurato, non servivano troppe parole, bastava un sorriso o una carezza per scacciare le nubi di tristezza dagli occhi verdi di Harry. 
 
Ogni giorno, insieme o ognuno per conto proprio, aggiornavano il video-diario raccontando qualcosa che li aveva colpiti o ciò che avevano scoperto del proprio partner, ansiosi entrambi di approfondire la rispettiva conoscenza. Per quando fossero in sintonia su molte cose, dal punto di vista fisico non avevano grandi passi in avanti, c’erano stati carezze e baci più o meno audaci, si erano dati piacere a vicenda ma non avevano ancora fatto il passo successivo, Harry sembrava reticente e Severus sentiva che c’era qualcosa che non gli aveva ancora raccontato e che lo teneva bloccato, nascosto dietro una vecchia paura.
Frustrato dalla situazione, una mattina Severus decise di lasciare la porta aperta mentre aggiornava il proprio diario e lasciò che Harry sentisse il suo racconto, sperando che quello gli desse la spinta di parlare con lui delle cose che lo turbavano per trovare insieme una soluzione come avevano fatto per le altre cose da quando erano andati a convivere.
- Ed anche stamattina mi sono svegliato frustrato e troppo duro per ignorare la cosa! – iniziò sospirando, aveva sentito Harry camminare lungo il corridoio per fermarsi a pochi passi dallo studio che usava quando doveva scrivere il suo nuovo libro – Credo che mi sia svegliato così sette giorni su sette, colpa della presenza di Harry al mio fianco, del suo modo di essere inconsapevolmente eccitante e di come il suo profumo risvegli parti di me che credevo morte dopo il tradimento di Tom…
Harry trattenne il fiato, avevano parlato dei loro rispettivi ex, ma senza approfondire l’argomento perché era troppo doloroso per entrambi rivangare quella parte del loro passato, ma adesso Severus si stava aprendo davanti al cellulare, raccontando del suo passato e di come scoprire che Tom lo avesse tradito con una donna, mettendola incinta, l’avesse annientato completamente, azzerando il suo desiderio per paura di essere usato di nuovo solo per il sesso. Lacrime amare solcarono il volto del pittore che, raggiungendo il marito nello studio gli chiese scusa per essere stato così egoista, raccontandogli che aveva paura di non essere abbastanza perché il suo ex-fidanzato molto spesso aveva preferito “farsi una sega in doccia” piuttosto che non fare sesso con lui e quella ferita era ancora aperta e faceva tuttora maledettamente male anche solo pensarci. Severus interruppe la registrazione del video-diario e, dopo aver spento il cellulare della redazione, si alzò dalla poltrona e raggiunse il marito avvolgendolo teneramente tra le sue braccia.
- Tu mi ecciti e mi fai sentire un ragazzino in piena tempesta ormonale, moccioso. – gli sussurrò nell’orecchio con voce bassa e roca.
Harry sorrise tra le lacrime e, ricambiando l’abbraccio del marito, alzò il viso per guardarlo negli occhi sobbalzando per ciò che vi lesse dentro: quelle pozze di ossidiana brillavano di desiderio misto a lussuria tanto che gli tolsero il fiato.
- Non so per quanto il mio autocontrollo monacale funzionerà. – ammise distogliendo lo sguardo da quello sorpreso del pittore.
- Non voglio che ti controlli, Sev. – disse dopo aver ingollato a vuoto un paio di volte – Sono stanco di carezze e baci, sono troppo vecchio per accontentarmi del petting. – ammise con le guance rosse e gli occhi lucidi di desiderio.
- Sicuro? Non voglio forzarti a fare niente, ma se iniziamo non posso prometterti che riuscirò a fermarmi o tornare indietro.
Harry si sciolse dall’abbraccio, lo prese per mano e lo condusse in camera da letto senza mai smettere di guardarlo negli occhi e sorridere, certo del passo che stava per compiere, voglioso di conoscere suo marito anche dal punto di vista della passione.
Non appena Severus chiuse la porta della camera da letto dietro le sue spalle, Harry si fiondò sulle sue labbra, baciandolo con trasporto ed iniziando a spogliarlo con urgenza, desideroso di toccare la pelle del marito libera da ogni tipo di tessuto.
Velocemente, i loro abiti finirono a terra e, senza riuscire a tenere lontano le mani l’uno dal corpo dell’altro, raggiunsero il letto dove caddero senza fiato per i baci che non avevamo mai smesso di scambiarsi.
Severus divorava con gli occhi il corpo nudo di Harry ed il pittore ricambiava quelle occhiate piene di desiderio e di sentimenti inespressi.
- Adesso ti scoperò. – disse lo scrittore prima di infilare prepotente la lingua nella bocca di Harry -E, se me darai la possibilità, più in là potremmo fare l’amore.
- Mi sembra un ottimo piano. – ansimò Harry che provava la stessa urgenza – È un po’ che… - si morse le labbra a disagio ed il marito sorrise dicendo:
- Anch’io… - poi ripresero a scambiarsi baci voraci, fatti di lingua e denti. Harry morse dolcemente il labbro inferiore di Severus che ricambiò lasciandogli un morso delicato sulla lingua ancora più sensibile dopo essere stata stuzzicata con sapienza dalla propria.
La camera da letto fu presto satura dei loro gemiti di piacere, le rispettive pelli sembravano andare a fuoco ovunque entrassero in contatto e le loro erezioni che frizionavano l’una contro l’altra, davano ad entrambi piacere e tormento.
Alla fine dell’ennesimo bacio, Severus avvicinò la mano alla bocca di Harry che, senza staccare gli occhi verdi dai suoi neri, tirò fuori la lingua iniziando a succhiarle con audacia, come se avesse tra le labbra il sesso voglioso del marito e non delle semplici dita. Lo scrittore chiuse gli occhi ansimando di piacere, continuò a scopare la bocca del marito con le dita e, soddisfatto del risultato, ricominciò a baciarlo portando le dita umide all’anello di muscoli di Harry, sfiorandolo delicatamente.
Il pittore reclinò la testa all’indietro ed aprì le gambe, appoggiandone una contro il fianco muscolo di Severus per concedergli spazio, desideroso di essere preparato da quell’uomo che aveva mandato in fumo il suo sangue e l’aveva acceso di passione.
Ghignando, Severus picchiò giocosamente le dita contro l’ingresso di Harry e, quando lo sentì ansimare frustrato, si decise ad entrare spingendo dentro il primo fino alla falange.
- Così caldo ed accogliente. – ringhiò eccitato nel suo orecchio lo scrittore inserendo in rapida successione il secondo e il terzo dito – Così perfetto per me. – iniziò a muoversi e prepararlo colpendo più volte la prostata del marito, portandolo ad un primo orgasmo che lo fece inarcare ed urlare di piacere.
Incapace di aspettare oltre, Severus fece sdraiare Harry sulla schiena e, dopo l’ennesimo bacio che li lasciò senza fiato, allineò la punta della propria erezione alla sua entrata e si spinse dentro il pittore, ritrovandosi avvolto dal caldo soffocante ed accogliente del suo corpo.
Dalle labbra gonfie di Harry uscì un lamento, un mix tra piacere e dolore, e graffiò le spalle di Severus non appena lui iniziò a muoversi, ondeggiando sensualmente dentro il suo corpo voglioso. Urla di piacere e frasi sconnesse iniziarono ad uscire dalla bocca di entrambi che, scambiandosi baci umidi e rumorosi, rincorrevano il proprio piacere senza smettere di guardarsi.
Era la loro prima volta, ma era come se si conoscessero da sempre: Severus trovò il ritmo giusto per far perdere la testa al pittore, colpendo ripetutamente la sua prostata; ed Harry si aggrappò al corpo muscoloso del marito, stringendolo all’interno del suo corpo portandolo rapidamente al punto del non ritorno. Vennero urlando l’uno il nome dell’altro e, mentre Severus si accasciava addosso ad Harry cercando di non pesargli troppo addosso, il pittore continuò ad accarezzargli la schiena, stanco e soddisfatto del momento che avevano condiviso insieme.
Senza uscire dal corpo accogliente del marito, lo scrittore si sistemò per poterlo guardare in viso e riuscire a baciarlo sempre più a fondo, sempre più affamato.
- Adesso che ti ho assaggiato. – gli disse lasciandogli un marchio nel collo – Non credo di poter fare a meno di te.
Harry intrigò le dita nei capelli lunghi del marito ed ansimò, muovendosi smanioso di essere amato ancora da quell’uomo passionale e taciturno che aveva sposato per gioco.
Continuarono a rotolarsi tra le lenzuola, smaniosi di spingere l’altro oltre l’orlo del precipizio del piacere, mai apparentemente sazi l’uno dell’altro. Si addormentarono dopo l’ennesimo round esausti, con i corpi coperti di segni violacei ed un sorriso soddisfatto ad increspare le loro labbra.
Furono svegliati alcune ore dopo dal suono insistente del cellulare che Harry aveva lasciato acceso sul suo comodino.
- Non rispondere. – lo pregò Severus con un grugnito affondando il naso nell’incavo del suo collo.
Harry sorrise sentendo il respiro caldo e sereno del marito contro la propria pelle nuda e si limitò ad annuire, chiudendo gli occhi per continuare a bearsi quel senso di benessere che l’aveva invaso stando tra le sue braccia. Stava quasi per addormentarsi profondamente quando sentì il portone di casa aprirsi per lasciare entrare Fred, George e Ron che lo chiamavano a gran voce, preoccupati perché non aveva risposto a nessuna delle chiamate fatte da Molly alcune ore prima.
- Ehi Harry! – lo chiamò Fred – Harry, rispondi.
- Ehi fratellino. – gli fece eco George – Tutto bene? Dove sei?
- Miseriaccia Harry! – si passò una mano sul viso Ron che aveva aperto la porta della camera da letto e li aveva trovati nudi, avvinghiati l’uno all’altro – Rispondi a quel cazzo di cellulare! – sbottò chiudendosi la porta alle spalle.
- Spiacente fratellino. – sbuffò Harry mettendosi seduto e coprendo il corpo nudo di Severus con il lenzuolo – Ero preso da un altro cazzo, più interessante del cellulare.
- Non vogliamo sapere! – rise Fred.
- Troppi dettagli! – aggiunse George e Ron si limitò ad annuire, troppo scosso dalle immagini che aveva visto e che si sarebbe tolto dalla mente con estrema fatica.
- Sei fortunato Ron-Ron. – rise George – Tu non hai mai beccato mamma e papà fare sesso come è successo a Charlie.
- Non voglio saperlo! – si tappò le orecchie con le mani e guardò da un’altra parte per non vedere i sorrisi di scherno sulle facce dei fratelli gemelli. 
Indossando una veste da camera, Harry raggiunse i suoi fratelli, li portò in cucina ed offrì loro un caffè chiedendogli perché si erano precipitati a casa sua senza preavviso.
Ron gli spiegò che Molly aveva provato a chiamarlo più e più volte ma che lui non aveva risposto a nessuna delle sue telefonate né a nessuno dei suoi messaggi, facendola preoccupare enormemente. Il pittore, dopo aver bevuto un sorso di caffè, si scusò con i fratelli per averli fatti preoccupare, li rassicurò che stava bene e che potevano smetterla di presentarsi a casa sua se non rispondeva alle chiamate di Molly, perché poteva essere impegnato in piacevoli attività di cui non voleva parlare con i suoi genitori.
I gemelli e Ron sorrisero ed annuirono comprensivi, salutarono il fratello con un forte abbraccio e gli chiesero di salutare Severus e di scusarsi con lui per quell’improvvisata che aveva interrotto il loro piacevole pomeriggio di sesso sfrenato.  Scuotendo la testa, il pittore accompagnò i fratelli alla porta e la chiuse assicurandosi di mettere il blocco interno, così che nessun altro sarebbe potuto entrare senza il loro consenso. Mordendosi il labbro nervosamente, tornò in camera dove trovò Severus intento a parlare con Molly dal suo cellulare, che la rassicurava che Harry stava bene e che non aveva risposto perché erano troppo impegnati a consumare il loro matrimonio per rendersi conto del mondo esterno che li circondava.
Il ragazzo arrossì davanti a quelle parole esplicite, lui non aveva mai parlato così con i suoi genitori adottivi perché non aveva mai capito come affrontare con loro l’argomento ma sentendo la donna ridacchiare capì che non si era offesa e si scusò per averli disturbati ed aver rovinato con la sua preoccupazione l’atmosfera.
Severus la rassicurò che andava tutto bene, le salutò e le passò Harry che parlò con lei e Arthur per una manciata di minuti prima di chiudere la chiamata e spegnere il cellulare così che nessun’altro avrebbe potuto chiamare.
- Scusa! – si mosse a disagio – Ho una famiglia ingombrante.
- Si preoccupano per te perché ti vogliono bene. – rispose con un’alzata di spalle – Non posso dirti questo come mi fa sentire perché non l’ho mai vissuto. Spero solo che non diventino troppo entranti, è un comportamento che non gradirei. – concluse Severus che appoggiandosi contro la testiera imbottita del letto, lo invitò con un cenno della mano a raggiungerlo.
Il pittore si morse nervosamente il labbro inferiore, si tolse la veste da camera e gattonò verso lo scrittore felice che non se la fosse presa troppo per quell’invasione della loro privacy.
- Facciamo un video-diario di coppia? – domandò non appena Harry gli si appoggiò addosso.
Il pittore annuì, si allungò per prendere il cellulare della trasmissione e, facendo attenzione a non inquadrare i loro corpi nudi, avviò una registrazione di coppia mostrando i loro volti stanchi, sorridenti e soddisfatti. Parlarono alla videocamera per alcuni istanti, raccontando dei sentimenti che stavano sperimentando in quel momento e di come fossero sereni di aver approfondito il loro rapporto, donandosi l’uno all’altro. Terminarono la registrazione dandosi un bacio profondo e, non appena Harry gettò nel cassetto del comodino il telefono, Severus lo sovrastò con il proprio corpo e non gli dette tempo di dire o fare niente perché scivolò dentro di lui, duro e bisognoso di condividere con lui le sensazioni provate prima. Fu un amplesso selvaggio, dettato dall’istinto che procurò molto piacere agli amanti che raggiunsero il picco massimo del piacere velocemente, restando per alcuni istanti senza fiato.
Harry, mugolando, si voltò a cercare un bacio da Severus e, dopo averlo ottenuto, gli disse che sentiva il bisogno di farsi una doccia ma che non era sicuro che le gambe avrebbero retto il tragitto dal letto al bagno. Ridendo, lo scrittore si alzò dal letto e, prendendolo in braccio a mo’ di sposa, lo portò verso il bagno dove si concessero una doccia condita da alcune coccole audaci e baci sonori.
Non appena si furono puliti ed asciugati, si diressero verso il salotto per mettersi sul divano e godersi il resto di quella giornata nel relax più assoluto. Dopo alcuni istanti di silenzio, Harry decise di scoprire qualcosa del passato del marito ed iniziò a raccontare di sé, di come aveva perso i suoi genitori in un terribile incidente e di come fosse stato adottato dalla famiglia Weasley che l’aveva cresciuto amandolo e viziandolo come tutti gli altri loro figli. Severus cercò una posizione più comoda nel divano, poi si tirò addosso Harry e gli raccontò che anche lui era orfano, i suoi genitori erano morti in un incidente aereo, nessuno dei suoi parenti aveva voluto occuparsi di lui ed era cresciuto in una delle strutture preposte dallo Stato fino al compimento della maggiore età. Accarezzando i capelli morbidi del pittore, lo scrittore gli raccontò che aveva studiato con dedizione, considerando i libri suoi unici amici; stanco di provare ad interagire con gli altri bambini/ragazzi ospiti della struttura che presto o tardi sarebbero stati adottati, lasciandolo nuovamente solo ad organizzare le sue giornate tutte uguali.
Alla fine del suo racconto, Severus notò che Harry aveva gli occhi lucidi e, vedere le lacrime incastrate nelle gemme verdi del marito, lo fece sentire a disagio e si pentì di essersi aperto tanto con lui. Nessuno, nemmeno Lucius e Narcissa, conosceva quella parte dolorosa e privata del suo passato, aveva imparato presto a mascherare le proprie emozioni e tenere al sicuro il cuore per impedire agli altri di ferirlo e costringerlo a nasconderne gli strappi.
- Non volevo farti piangere. – lo baciò sulle palpebre dolcemente ed Harry sentì il cuore battere forte di fronte a quel gesto così intimo.
- Non è pietà. – si affrettò a dire, da orfano capiva molti dei sentimenti che aveva sperimentato Severus – Solo rabbia per come sono state gestite le cose. – si strinse nelle spalle e si voltò per abbracciare il torace del marito che si alzava ed abbassava ritmicamente.
- Già. – annuì lo scrittore, ma non aggiunse altro godendosi il calore del corpo di Harry stretto al proprio.
Ascoltando i propri cuori battere uno contro l’altro, i due si addormentarono sul divano risvegliandosi un po’ indolenziti la mattina successiva quando sentirono la sveglia del cellulare di Severus suonare fastidiosamente. Mugugnando frasi senza senso, si alzarono ed iniziarono i preparativi per affrontare quella lunga giornata lavorativa.
Dopo aver fatto colazione insieme, Harry si vestì e salutò Severus con un bacio sulle labbra augurandogli buona giornata; lo scrittore lo osservò uscire con lo zaino pieno di materiale e sorrise felice di poter lavorare da casa quel giorno. Non appena furono soli, entrambi registrarono il primo videomessaggio per la trasmissione e, come se si fossero messi d’accordo, parlarono a cuore aperto di ciò che era successo ieri: di come erano finiti a rotolarsi tra le lenzuola ai discorsi seri che avevano affrontato sul divano quando si erano accoccolati vogliosi di stare vicino.
 
Trascorsero così alcune settimane, i coniugi si presentarono agli incontri con i professionisti della trasmissione, risposero alle loro domande e risero insieme rivedendo alcuni spezzoni dei filmati girati dalla troupe che li seguiva. Alcuni dei momenti più divertenti ed imbarazzanti li avevano vissuti alla Tana, la casa dove Harry era stato cresciuto dalla famiglia Weasley. 
Severus, che non era abituato ad essere circondato da tutte quelle persone che non avevano nessun problema a manifestare il loro affetto con abbracci stritolanti e baci non richiesti, si trovò molto spesso a disagio ma la presenza costante di Harry e la sua risata genuina lo aiutarono a superare quei momenti.
- Il web, - parlò Dumbledore sistemandosi gli occhiali a mezza luna sul naso – sta impazzendo da quando è passata in TV la pubblicità che voi due sarete i protagonisti della prossima puntata.
- Non avevamo idea che foste personaggi così famosi. – annuì Horace servendo loro una tazza di the.
- Io sono un pittore abbastanza affermato. – si strinse nelle spalle Harry – Continuo a studiare all’Accademia delle Belle Arti, ma ho una piccola galleria e sono riuscito a vendere alcune delle mie opere. – confessò arrossendo sotto lo sguardo serio del marito che non sapeva niente di questa parte della sua vita.
- Penso che tutti voi abbiate almeno uno dei miei libri. Forse anche solo per curiosità. – bofonchiò cercando il porta sigarette in argento che gli aveva regalato Lucius per il suo compleanno – Non ho mai usato uno pseudonimo, e mi sono sempre mostrato alle fiere del libro.
- Vero. Diciamo che lo abbiamo fatto un po’ apposta. – sorrise colpevole Minerva.
- Ci usate per fare pubblicità alla trasmissione? – domandò Harry incrociando le braccia sul petto – Se la risposta è sì, allora dovete pagare le royalty per la nostra presenza. – concluse stringendo gli occhi.
- Non volevamo sfruttarvi per avere pubblicità gratuita. – alzò le mani Sibilla – Ma per dare coraggio a tutte le coppie di farsi avanti, senza la paura della gogna mediatica né di essere giudicati.
Harry e Severus annuirono meditabondi, lo scrittore lo guardò negli occhi un attimo e sorrise pensando che il fine giustifica i mezzi e che lui, tutto sommato, era stato fortunato ad essere stato accoppiato a quell’imbrattatele che gli stringeva forte la mano in quel momento.
Continuarono a parlare per alcuni istanti e, prima di andare via, ai coniugi fu ricordato che il termine della scadenza del loro matrimonio era vicina e che, prima di prendere una decisione, la trasmissione avrebbe organizzato una cena per fargli conoscere le altre coppie che, come loro, si erano sposate a “prima vista”.
I due, rincorrendo i propri pensieri, salutarono cordialmente i membri dello staff della trasmissione poi raggiunsero la Camaro di Severus e lasciarono gli studi televisivi parlando tra loro delle cose che avevano scoperto quel pomeriggio.
Raggiunsero il loft di Harry ridendo, il pittore aveva raccontato allo scrittore un ricordo imbarazzante della propria infanzia e sobbalzò stupito quando il marito imprecò coloritamente.
- Ehi! – gli dette un pugno sul braccio – Se non vuoi sapere di me bambino, basta dirlo!
- Scemo! – roteò gli occhi al cielo Severus – Dev’essersi sparsa la voce che abitiamo qui. – disse indicandogli l’ingresso del loro palazzo assiepato dai giornalisti.
- Ooh! – strinse le mani a pugno sulle gambe – Sanguisughe! – le apostrofò e lo scrittore sorrise, pensando che solo lui poteva usare un termine così gentile per chiamare quegli sciacalli schifosi che cercavano scoop ad ogni costo.
- Lasciamo la macchina nel garage e saliamo da dentro. Lì non possono entrare. – lo baciò, fregandosene se alcuni flash illuminarono a giorno la macchina.
Entrarono all’interno del perimetro del palazzo ignorandoli bellamente, sapevano entrambi come gestire i giornalisti e, soprattutto, come evitare di cedere alle loro provocazioni. Sbuffando, lasciarono la macchina nel posto assegnato all’appartamento di Harry, poi raggiunsero il loft cercando un po’ di tranquillità e riservatezza. Non appena entrarono in casa, si posizionarono sul divano: Severus allungò le gambe sulla penisola ed Harry si stese facendo in modo di appoggiare la testa sul petto del marito.
Guardarono alcune puntate di una serie TV che avevano in comune, commentarono le scene che li avevano particolarmente colpiti e poi, dopo aver guardato l’ora sul proprio smartwatch, Harry si alzò dal divano dicendo che era l’ora di preparare la cena.
Appena raggiunsero la cucina Severus iniziò a registrare e, dopo aver detto che i giornalisti rendevano difficili i loro spostamenti e che non avrebbero potuto ordinare qualcosa a domicilio, iniziarono a cucinare parlando tra loro, facendo buffe congetture sulle altre coppie, ridendo e prendendosi in giro dolcemente. Mangiarono in un clima disteso e, dopo aver dedicato un brindisi alle coppie che avrebbero conosciuto a breve, Harry bloccò la registrazione e spense il telefono per godersi la compagnia di Severus senza che nessuno potesse interromperli. Conclusero la cena parlando di loro, Harry raccontò al marito dei suoi studi all’Accademia, della passione che aveva per la pittura e quant’era stato fortunato ad aver trovato un professore che credeva tanto in lui da spingerlo ad esporre le sue opere nella sua galleria.
- Ah. – mormorò alla fine del racconto Severus girando il vino nel calice – Immagino che tu sia molto grato a questo professore.
Ad Harry non piacque l’accento che pose sulla parola “grato”, faceva sembrare che quello che c’era stato tra lui e il professor Sirius Black fosse sporco e sbagliato.
- Non c’è mai stato niente tra me e il professor Black, solo stima reciproca per i rispettivi lavori. È felicemente sposato con Katie Bell, critica d’arte e proprietaria della galleria d’arte nella quale espongo. – spiegò allungando una mano per toccare quella del marito.
Severus incatenò i suoi occhi neri a quelli verdi del marito e dentro ci lesse sincerità e un pizzico di gioia per quel suo commento reso acido dall’attacco di gelosia che l’aveva colto. Lo scrittore, dandosi dello stupido per il suo comportamento, ricambiò il sorriso del marito e lo trascinò in camera voglioso facendolo ridere felice. Raggiunsero il letto baciandosi dolcemente, si spogliarono a vicenda e, dopo essersi stesi sul letto, si coccolarono teneramente prendendosi tutto il tempo necessario per scoprire e sentire l’uno il corpo dell’altro, non erano più guidati dalla divorante passione delle altre volte; c’era qualcosa di diverso in quel rapporto e, quando Severus scivolò nel corpo accogliente di Harry, entrambi si resero conto che stavano facendo l’amore per la prima volta da quando stavano insieme.
Si amarono con tenera passione, gemendo ed ansimando nelle rispettive bocche, godendosi il contatto di pelle contro pelle, mai apparentemente sazi l’uno dell’altro raggiunsero le più alte vette del piacere urlando l’uno il nome dell’altro. 
Quando Severus scivolò fuori dal corpo di Harry, restarono vicini a guardarsi negli occhi troppo emozionati per dire qualcosa, con il cuore gonfio di quel nuovo sentimento che avevano appena condiviso.
Harry si piegò verso lo scrittore e lo baciò socchiudendo gli occhi, curioso di vedere come il viso del marito si trasformava quando si baciavano e scoprì arrossendo che Severus stava facendo la stessa cosa.
- È stato unico… - mormorò a corto di parole il pittore.
Severus annuì e lo abbracciò baciandogli la nuca dolcemente, gli piaceva avere il corpo nudo di Harry addosso, lo faceva sentire completo.
- Non posso garantirti che sarà sempre così. – parlò disegnandogli arabeschi con le dita sulla schiena.
- Mi hai mai sentito lamentarmi? – domandò il pittore puntellandosi su un braccio.
- Ogni tanto sì. – rise lo scrittore socchiudendo gli occhi ed Harry rise, una risata cristallina che fece increspare le labbra in un sorriso anche a Severus, cancellando dal suo viso quell’espressione seria che aveva di solito.
Senza perdere tempo a discutere di inutili cavilli, Harry fece stendere Severus sulla schiena e gli si coricò sopra baciandolo e leccandolo mentre strusciava il proprio bacino contro quello del marito.
Lo scrittore portò le mani sui fianchi del marito e gli accarezzò sensualmente le gambe e la vita, accompagnandolo nei movimenti, godendosi quelle labbra peccaminose che gli stavano tormentando i capezzoli duri come sassi.
- Ti voglio! – gli sussurrò all’orecchio Harry premendo l’erezione contro il suo stomaco.
Severus strinse le dita sui fianchi del pittore e, senza mai staccare i propri occhi da quelli di lui, lo guidò verso la propria erezione aiutandolo ad impalarsi. Gemettero forte entrambi: Harry per il dolore misto a piacere, Severus per la sensazione unica di essere avvolto dal calore di quel corpo che si adattava perfettamente al suo.
Si amarono famelici, pretendendo e donando il massimo l’uno all’altro, mordendosi, accarezzandosi, imprimendosi nella memoria le rispettive zone erogene, riempiendo la stanza di urla e gemiti che terminarono in un crescendo quando entrambi raggiunsero il loro ultimo squassante orgasmo.
- Tu mi vuoi vedere morto! – ansimò Severus togliendosi i capelli sudati dal viso, era senza fiato e sentiva il corpo molle, privo di energia.
Harry si limitò a sorridere, troppo stanco per riuscire a dire qualcosa che avesse un senso compiuto. In quel momento pensava solo che Severus fosse bellissimo con la pelle lucida per il sudore ed il viso rilassato post-orgasmo, gli sarebbe piaciuto disegnarlo su una delle sue tele per mostrare a quell’idiota che l’aveva lasciato cosa si fosse perso per rincorrere l’orlo di una gonna. Allungando una mano per sfiorare il tatuaggio che aveva sul braccio, chiese:
- Posso usarti come modello, Sev?
- A me? – alzò un angolo della bocca dedicandogli un sorriso sghembo – Sicuro di non avere a disposizione modelli migliori?
- Sono tutti uguali. – annuì Harry – Tutti palestrati, supponenti, che si sentono perfetti. Noiosi da morire. – ammise e notò solo in quel momento che gli occhi neri del marito si erano accesi di gelosia.
- Hai disegnato altri uomini nudi, Potter?
Harry ingollò a vuoto, il tono che aveva usato per porre la domanda era basso, roco e lievemente rabbioso velato di gelosia, e lui sentì un brivido corrergli lungo la schiena.
- È capitato. – annuì il pittore continuando a toccare il tatuaggio di Severus – Per il corso d’arte ho disegnato nudi sia ragazzi sia ragazze.
- Quanti di loro ci hanno provato con te? – chiese senza riuscire a trattenere un ringhio lo scrittore.
Un ghigno giocoso si disegnò sul volto di Harry che, mettendosi sul petto di Severus, replicò che non dava mai modo a nessuno di provarci con lui, perché era troppo serio sul lavoro ed allontanava sempre tutti con il suo modo di fare distaccato. 
- Solo una volta, - continuò dopo averlo baciato – un ragazzo mi ha invitato ad uscire, se non ricordo male il suo nome era Blaise. Ben formato, aveva vinto la borsa di studio per il rugby e faceva il modello per guadagnare qualche soldo. – sorrise sentendo i muscoli guizzare sotto le sue dita, Severus lo ascoltava con gli occhi socchiusi, un mix tra curiosità e gelosia - La sua muscolatura era evidente in ogni aspetto del corpo: spalle larghe e robuste, che mi hanno ricordato le ali di un rapace, mi sono divertito a disegnare i muscoli deltoidi che creavano curve tonde e forti sulla parte superiore delle braccia. 
- Continuerai ad elogiare questo Blaise ancora per molto, Harry? – domandò lo scrittore e il tono di voce piatto e monocorde fece zittire il pittore.
- Non c’è stato niente tra noi. Ho rifiutato il suo invito ad uscire a bere un caffè. – si strinse nelle spalle dopo essersi messo seduto sul letto – Ho provato piacere nel disegnarlo perché la muscolatura testimoniava la sua dedizione all'allenamento e alla disciplina sportiva, mi sono sentito onorato di poter dipingere quel mix tra forza e agilità, catturando la forza, la grinta e l'essenza del rugby attraverso la mia arte. Mi ha fatto guadagnare un bel voto ma non era assolutamente il mio tipo, troppo egocentrico. Non mi piace chi punta solo su sé stesso senza lasciare posto agli altri.
Lo scrittore si voltò sul fianco e, dopo aver appoggiato la testa sul palmo della mano, puntò i suoi occhi neri in quelli verdi di Harry replicando:
- Ho avuto anch’io un compagno di stanza al college simile a Blaise, era talmente pieno di sé da non rendersi conto di essere ridicolo.
- E ci sei andato a letto? – chiese a bruciapelo.
- Nemmeno se fosse stato l’ultimo uomo sulla faccia della terra. – inorridì al pensiero – Prima di andare a letto con lui, mi sarei schiacciato il cazzo tra due sassi.
Davanti a quella battuta Harry scoppiò a ridere immaginando al scena poi, stendendosi sul letto, avvicinò le sue labbra a quelle del marito e, prima di baciarlo, sussurrò:
- Per fortuna che non l’hai fatto, mi piace molto il tuo cazzo!
Un lieve rossore colorò le guance pallide di Severus che, avvolgendo Harry tra le sue lunghe braccia, approfondì il bacio che lasciò entrambi scossi e senza fiato.
Sorridendosi e parlandosi con gli occhi, i coniugi si alzarono dal letto per raggiungere la stanza da bagno dove, tra un bacio e una carezza, si concessero una lunga doccia rigenerante.
Quando uscirono dal bagno, sentirono i rispettivi cellulari suonare ripetutamente. Sbuffando in sincrono, andarono a rispondere: Harry parlò per alcuni minuti con la responsabile della sua galleria, uno dei suoi pezzi era stato venduto e gli chiedeva se aveva qualcos’altro di pronto da esporre; pensandoci un po’, il pittore disse che aveva una tela quasi pronta, mancavano solo gli ultimi dettagli. La giovane donna lo ringraziò per il suo lavoro e lo salutò pregandolo di passarla a trovare quanto prima per riscuotere la sua parte della vendita.
Mentre Harry salutava Katie, Severus stava discutendo aspramente con qualcuno della casa editrice: la promozione del suo nuovo libro sarebbe dovuta partire alla fine del progetto “Matrimonio a prima vista”, ma qualcosa non era andato come previsto e sembrava che lui dovesse partire prima. L’uomo rispose irritato che aveva firmato un accordo con la redazione e non poteva allontanarsi prima di averne parlato con gli ideatori del programma e con suo marito. Qualcuno della casa editrice osò rispondere con una battuta di pessimo gusto e Severus chiuse la chiamata rifiutandosi di continuare a parlare con gente così gretta e retrograda come loro. Prima di concludere la chiamata, disse a mo’ di minaccia, che avrebbe cercato una casa editrice con gente più collaborativa e dalle vedute più ampie, perché era stufo di condividere le cose che scriveva con quel branco di coglioni.
Sentendolo usare un linguaggio così colorito, Harry ridacchiò poi lo raggiunse e gli strinse contro ringraziandolo per aver preso le sue difese e per tenere conto anche della sua opinione prima di intraprendere un viaggio di lavoro.
Parlando delle rispettive telefonate, lasciarono il loft per raggiungere il pub di Lucius e Narcissa dove li aspettavano anche gli altri loro amici. Trascorsero una serata diversa, tra buon cibo e risate. Harry offrì a tutti un giro di bevute per celebrare la vendita di uno dei suoi quadri, poi propose a Severus di andare insieme nella galleria dove esponeva per mostrarli alcuni dei suoi lavori e fargli conoscere i coniugi Black che avevano tanto creduto in lui.
- Ooh che bello! – annuì Narcissa – Mi piacciono molto le gallerie d’arte, sei un pittore famoso Harry?
- Famoso non direi. – arrossì il ragazzo sentendo tutti gli occhi puntati su di lui – Diciamo che mi sono fatto notare.
- Oooh non fare il modesto! – lo sgridò Ron gonfiando il petto orgoglioso di lui – Conoscete HP? – chiese e, quando i Malfoy sgranarono gli occhi annuendo, il giovane Weasley continuò – Lo avete davanti in questo momento.
- Adoriamo mettere in imbarazzo nostro fratello, - iniziò Fred – citando le parole di uno dei critici d’arte che gli ha dedicato un bell’articolo sul Times qualche tempo fa. – si voltò verso il gemello – George, a te l’onore.
Gli sposi erano stati seguiti dalla troupe come da accordi e, mentre George raggiunse il centro del tavolo dove stavano mangiando, Harry lo pregò di evitare di leggere l’articolo che tanto non interessava a nessuno, ma il fratello finse di non sentire la sua preghiera e, dopo aver preso l’articolo dal portafoglio, iniziò a leggerlo con il tono cantilenante usato dai poeti quando declamavano i loro sonetti. Alla fine della lettura dell’articolo, Lucius strabuzzò gli occhi perplesso e non riuscì a trattenere la moglie che, dopo essersi messa a ridere, fece notare a tutti che più che una critica d’arte sembrava una dichiarazione d’amore, facendo sprofondare Harry fin quasi sotto al tavolo.
- Per fortuna che posso godere io di quel genere di pennellata che voleva guadagnarsi con questa sviolinata. – parlò Severus posando sul tavolo il boccale della birra rossa che stava bevendo.
Nel locale scese un silenzio imbarazzato, il pittore guardò di sottecchi i presenti poi si appoggiò contro il torace dello scrittore reclamando un bacio che non tardò ad arrivare. Tutti si rilassarono osservandoli interagire e la serata si concluse placidamente. Prima di lasciare il pub, Harry dette a Narcissa il suo biglietto da visita, invitandola alla sua galleria sabato pomeriggio.
Quando uscirono dal locale, gli sposi presero il taxi con il cameraman e raggiunsero il loft dove abitavano parlando serenamente del più e del meno.
 
Fine del programma…
 
Dalla cena al pub erano trascorse rapidamente un paio di settimane durante le quali entrambi gli sposi si erano impegnati per far funzionare al meglio la loro relazione: avevano trascorso del tempo alla Tana con i genitori adottivi di Harry ed i suoi fratelli, avevano partecipato ad alcune interviste radiofoniche perché il libro di Severus era pronto per essere messo in vendita e la promozione era parte del suo lavoro, erano andati a vedere la mostra d’arte organizzata da Sirius Black e lo scrittore era rimasto ammutolito davanti alle opere che erano state scelte per l’esposizione, soffermandosi principalmente davanti a quelle che il giovane pittore aveva selezionato. La più bella e più particolare, era una tela 70X100 dove era stata dipinta una camera da letto di notte, con solo la luna che brillava fuori dalla finestra ad illuminare l’ambiente.
Al centro della stanza si trovava un letto a baldacchino con le tende aperte e la figura di un uomo, nel quale Severus, appoggiato contro la testiera imbottita del letto con i capelli sciolti a nascondere il volto pensieroso e gli occhi puntati sulla tenda verde chiaro che si era gonfiata a causa di una folata di vento. L’uomo seduto sul letto era vestito con un completo in stile gotico, una delle sue gambe era stesa sul copriletto appena accennato mentre l’altra era piegata e reggeva il polso che sosteneva il peso di un piccolo libro dall’aria antica.
- Questa è l’unica opera che non è in vendita. – parlò alle sue spalle Katie facendolo sobbalzare – Ci tenevo ad esporla perché penso sia una delle più belle create da Harry finora, ma…
- Sono felice che abbia deciso di non metterla in vendita. – rispose con un mezzo sorriso lo scrittore – È qualcosa di molto privato e non mi sarebbe piaciuto che fosse finita in casa di qualche sconosciuto.
- Concordo. – annuì Sirius unendosi alla conversazione, i due uomini non andavano particolarmente d’accordo ma cercavano di fare buon viso a cattivo gioco per il bene di Harry che considerava i coniugi Black membri della sua famiglia ed era legato ad entrambi da un affetto sincero che era ricambiato.
- È un moccioso dotato di molto talento. – continuò Severus gettando un’occhiata al resto della galleria, molti erano lì solo per vedere le opere di HP.
- Gli ho chiesto per anni di mostrare la faccia. – sospirò Katie passandosi una mano sul pancione prominente – Ma non ha mai voluto farlo.
- Non si sentiva pronto. – si strinse nelle spalle il marito congiungendo la propria mano a quella di lei, adorava vederla vezzeggiare il ventre gonfio dei suoi figli, lo trovava eccitante.
- Non ha avuto un passato tutto rose e fiori. – annuì Severus – Comprendo la sua scelta, magari aveva paura di essere avvicinato per quello che era diventato.
- È un rischio che corrono tutti i personaggi famosi. – rispose Sirius – Tu hai deciso di metterci la faccia, perché?
- Perché ho un’età diversa da quella di HP, un passato differente alle spalle e la capacità di difendermi. Oppure, semplicemente, sono un egocentrico e volevo farmi riconoscere. – concluse strizzando un occhio – Ma questo non lo dirò mai. – e si allontanò, curioso di sapere dove Harry si fosse cacciato e perché non fosse in sala a godersi gli elogi delle persone che erano arrivate pronte a svuotare i loro portafogli per comprare una delle sue opere.
La serata alla galleria d’arte si concluse con un buffet offerto dai coniugi Black e, mentre Harry parlava con Narcissa e Lucius, alcuni avventori se ne andarono dalla mostra portandosi via alcune delle opere che erano state messe in vendita. Mentre parlava amabilmente con alcuni estimatori d’arte, Severus notò che il quadro dov’erano state dipinte le sue mani mentre sorbiva una tazza di the era stato comprato da una coppia di giovani donne che, per tutta la sera, ci aveva girato attorno sospirando eccitate perché somigliavano troppo alle mani del protagonista dei suoi libri Sebastian McCoin e che avrebbero fatto di tutto per non lasciarlo lì. Soffocando una risata, Harry si voltò verso il marito che, sentendo quelle parole, aveva nascosto un ghigno compiaciuto dietro la flûte di champagne che stava bevendo. Le due giovani, soddisfatte con il loro acquisto sottobraccio, si diressero verso la porta per uscire e fu solo quando si fermarono a salutare Katie e Sirius che notarono Severus.
- Signor Snape. – gettò un urletto emozionato una.
- È veramente lei? – fece eco l’altra stringendo con forza la cornice del quadro tra le mani.
- Scusatemi. – parlò lo scrittore allontanandosi dalle persone con cui stava parlando – Sono io, in carne ed ossa. – sorrise affabile e Sirius lo guardò sgranando occhi e bocca: non pensava che sul lavoro potesse essere così affasciante.  
- Chiudi la bocca, Sir. – gli mormorò Harry all’orecchio – Potrebbe entrarci qualche mosca altrimenti.
- Ma lui… - lo indicò con un cenno della testa.
- Incredibile vero? – ridacchiò Narcissa – Sembra dottor Jekyll e mister Hyde.
- Fa strano, - annuì Lucius – ma poi ci si abitua alla sua professionalità.
Harry annuì e, senza più ascoltare gli altri, si concentrò sul marito che aveva accettato non solo di fare un selfie con le ragazze ma, addirittura, di lasciare una dedica con autografo nel retro del quadro. Dopo che le ragazze se ne furono andate, Severus si diresse gongolando verso il marito che lo accolse abbracciandolo e baciandolo audacemente sulle labbra.
- Loro devono accontentarsi di una frase scribacchiata. Io ho il pacchetto completo.
- Difetti compresi. – se lo strinse contro Severus reclamando le sue labbra per un altro bacio.
La troupe che stava facendo le riprese li osservo sorridendo: facevano da molto tempo quel lavoro, ma non sempre riuscivano a vedere coppie interagire bene come stavano facendo loro, sembravano sposati da molto tempo e non solo un mese.
 
A fine serata, quando lo staff della trasmissione li salutò ringraziandoli per l’invito, il cameraman dette loro una busta dorata con il sigillo di Hogwarts, il Castello dove si erano sposati, in ceralacca rosso a fare bella mostra di sé sulla busta.
- Ci vediamo presto. – li salutò l’uomo prendendo la borsa con la sua attrezzatura, i due risposero con un cenno del capo, quella lettera voleva dire solo una cosa: l’invito a cena che decretava la fine del tempo a loro disposizione da coniugi.
Senza dire una parola, Severus ed Harry raggiunsero il loft del pittore e, non appena la porta si chiuse alle loro spalle, lo scrittore ruppe il sigillo di ceralacca senza mai staccare i suoi occhi neri da quelli smeraldo del giovane marito.
- Questo silenzio mi strazia. – gemette Harry tormentandosi le pellicine dell’alluce con i denti.
- Sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato, no? – mormorò sottovoce Severus, nervoso come non lo era mai stato prima in vita sua.
- Sì… - annuì il pittore e non aggiunse altro, tra loro non c’era mai stato bisogno di troppe parole.
- Vuoi fare un video? – chiese fermandosi lo scrittore.
Harry scosse la testa in segno di diniego e Severus gli sorrise incoraggiante poi, abbassando lo sguardo sulla busta, ne estrasse una lettera che iniziò a leggere ad alta voce:
- Egregi signori Potter e Snape, siamo lieti di invitarvi a trascorrere questo week-end presso il Castello di Hogwarts dove avrete l’occasione di conoscere le altre coppie che hanno partecipato a “Matrimonio a prima vista”. Qui accluso troverete alcuni suggerimenti per l’outfit da sfoggiare in quei giorni. Restando in attesa del vostro gradito arrivo, vi salutiamo cordialmente.
- Wow… - spalancò gli occhi Harry – Vogliono essere misteriosi fino all’ultimo momento.
- Credo faccia parte del “gioco”. – annuì osservando l’allegato riguardante i “suggerimenti”.
Sentì prima di vederlo che qualcosa era cambiato nell’umore di Harry: i suoi occhi si erano incupiti e la sua faccia sembrava livida di rabbia.
- Gioco, eh? – si limitò a dire mandando giù un groppo di saliva, ma non dette modo a Severus di rispondere né di spiegarsi perché gli aveva tolto dalle mani l’allegato con il dresscode, raggiungendo la camera senza proferire una parola.
Lo scrittore si passò una mano sul viso e, prendendo il cellulare della produzione, registrò il video-diario buttando fuori tutte le emozioni provate fino a quel momento: dall’orgoglio alla gioia in galleria d’arte a quel senso di vuoto da quando Harry si era allontanato tremando di rabbia.
Cercando di capire cosa avesse detto di così sbagliato da ferirlo a quel modo, lo scrittore raggiunse la camera il più silenziosamente possibile e, com’era già successo nel loro rapporto, sentì Harry registrare il suo video-diario con voce incrinata dal pianto:
- Così questo per lui è stato solo un gioco… Così lo ha definito… Ed io che ho pensato, ho sperato che potesse esserci qualcosa di più tra noi… - si voltò a favore di camera e fece un sorriso mesto – Che coglione che sono stato, ci sono cascato un’altra volta: ho dato il mio cuore in mano alla persona sbagliata. Qualcuno che crede sia solo un “anti-stress” da usare quando vuole giocare.
Scioccato dalle parole intrise di dolore del giovane marito, Severus decise di palesare la propria presenza bussando alla porta così da fargli credere di non avere origliato.
Harry gli aprì la porta e gli fece cenno di entrare, il cellulare della trasmissione era stato tolto e messo al sicuro nel cassetto, il pittore uscì dalla camera da letto portandosi dietro la valigia: sarebbero partiti presto il mattino successivo, era bene mettere tutto a portata di mano.
L’ultima serata nel loft passò in uno strano silenzio intervallato solo dalle chiacchiere della TV che Severus, sperando che Harry si voltasse verso di lui per commentare o ridacchiare davanti a qualche sciocca pubblicità; ma non successe, il giovane uomo sembrava completamente perso nel suo mondo e lo scrittore non aveva idea di come fare per raggiungerlo.
Così, stanco di quel silenzio, lasciò il telecomando sul divano e raggiunse lo studio per iniziare a scrivere la bozza del suo nuovo libro.
Il mattino li trovò addormentati in due stanze separate e Severus, stanco di quel silenzio carico di tristezza, raggiunse la cucina dove preparò la colazione con l’intenzione di parlare con Harry e chiarire quella situazione una volta per tutte.
- Buongiorno. – bofonchiò il pittore, aveva le mani ed il viso sporchi di pittura.
- Buongiorno Harry. – lo accolse sistemando i pancake nel piatto – Possiamo parlare?
Il pittore si strinse nelle spalle e scivolò nello sgabello che c’era nella penisola della cucina, lo scrittore sospirò un po’ sconsolato dal silenzio del marito e, facendo appello alla Musa che lo ispirava quando scriveva, cercò di trovare le parole giuste per fare pace con lui, per riuscire a fargli capire che era stato solo un malinteso e che teneva a quello che c’era tra loro, che aveva smesso di considerarlo un gioco da molto.
- Sei sincero? – domandò Harry alla fine del monologo del marito.
- Lo sono. – fece un mezzo sorriso ed accarezzò la guancia del pittore, togliendo un po’ di nero dalla sua pelle – Mi dispiace di averti ferito, Harry. Non sono bravo a parlare né ad esternare i miei sentimenti. 
Harry si appoggiò contro la mano calda del marito e, chiudendo gli occhi, sporse in fuori le labbra per reclamare un bacio che non tardò ad arrivare.
- Ti perdono. – sospirò il pittore contro le sue labbra – Scusa se ho reagito in quel modo esagerato.
- Ci sono ancora molte cose che non sappiamo l’uno dell’altro. – lo baciò ancora stringendolo a sé – Spero di avere tempo per imparare a farlo. 
- Lo spero anche io. – appoggiò la testa contro la sua spalla.
- Ma una cosa ho imparato: dormire con te è tutta un’altra cosa.
Un sorriso illuminò gli occhi verdi di Harry che avrebbe voluto rispondere con una battuta provocante, ma che non poté perché qualcuno iniziò a suonare incessantemente al citofono.
Sbuffando il pittore andò a rispondere e sbiancò: era arrivata l’auto della redazione che li avrebbe portati al Castello di Hogwarts, dove avrebbero conosciuto le altre coppie e trascorso il loro ultimo weekend come coppia sposata in TV.
- Dobbiamo andare. – parlò a voce bassa Harry, un senso di panico a pesargli sul petto.
- Torneremo dove tutto è iniziato. – lo baciò sulla tempia Severus – Trovo che sia romantico, un cliché romantico. – ridacchiò quando vide le guance del marito accendersi di rosso.
Alzando gli occhi al cielo, Harry disse all’autista di pazientare: dovevano finire di sistemare le ultime cose e, dopo essersi vestiti seguendo le indicazioni sul dresscode per la giornata odierna, uscirono dal loft per salire sulla limousine che li stava aspettando.
- Ecco la nostra terza coppia, siete stati i primi a sposarsi ma gli ultimi a raggiungere il Castello. – li accolse l’autista aiutandoli a sistemare i bagagli – Mi chiamo Lee Jordan, sarò a vostra completa disposizione per tutta la durata del weekend.
Harry e Severus salutarono l’autista presentandosi a loro volta, poi salirono sulla limousine e lasciarono che l’auto si immergesse nel traffico londinese ascoltando la radio in sottofondo. Negli angoli erano state disposte le telecamere e microfoni, si sentivano entrambi imbarazzanti ormai si erano abituati a stare insieme senza avere qualcuno a controllarli ogni istante.
- Sono curioso. – parlò Harry d’un tratto mentre il paesaggio scorreva lento fuori dal finestrino – Chissà se andremo d’accordo con le altre coppie.
- Già, - annuì Severus che, allungando una mano verso il buffet che era stato preparato per loro, continuò – Spero solo che non abbiamo pregiudizi, altrimenti sarà un fine settimana lungo e complicato.
Il pittore sgranò gli occhi e si voltò a guardare il marito, non aveva preso in considerazione quell’opzione e sperò davvero che fossero persone piacevoli, non dovevano diventare migliori amici ma nemmeno trascorrere un fine settimana d’inferno per colpa della loro mente retrograda. Continuando a parlare e fare illazioni, la strada fino al Castello di Hogwarts filò via rapidamente e quando l’auto si fermò davanti allo spesso portone d’ingresso, i due si presero per mano sorridendosi teneramente prima di scendere dalla limousine. Ad aspettarli fuori, perfettamente allineati, c’erano le persone che avevano conosciuti e che li avevano coinvolti nel progetto Matrimonio a prima vista. Sorridendo imbarazzati, i coniugi strinsero le mani che venivano tese verso di loro e, dopo aver scambiato alcuni convenevoli, seguirono Dobby fino alla stanza che era stata scelta per il soggiorno.
- Non è la suite, - parlò Severus accendendo le luci – ma è una bella stanza.
- Accogliente. – annuì Harry che, avvicinandosi alla finestra osservò curioso il panorama – Non avevo fatto caso al Lago. – lo indicò con un cenno della testa.
- Nemmeno io. – gli si appoggiò contro lo scrittore, facendo aderire il torace alla schiena del pittore – Vuoi andare a fare una passeggiata? – gli domandò mordicchiandogli l’orecchio, per un attimo dimentico che nella stanza erano posizionate delle telecamere.
Un brivido percorse il corpo di Harry che, voltandosi a rubargli un bacio, rispose che avrebbe gradito fare due passi per esplorare un po’ l’ambiente che non avevano potuto vedere l’altra volta.
Severus, prendendo la macchina fotografica, tese una mano al marito e, parlando del più e del meno con lui, lo guidò fino alla reception dove chiese quale fosse la strada migliore per raggiungere il Lago.
La receptionist, sorridendo affabile, spiegò ai coniugi come arrivare al Lago Nero dicendo loro che, lungo il percorso, avrebbero potuto vedere il loro maneggio con dei magnifici cavalli neri che erano allevati esclusivamente per il Castello. Ringraziandola uscirono dalla porta in legno e, prima di incamminarsi lungo il sentiero, il cellulare di Severus iniziò a suonare e lui, dopo aver guardato l’ID del chiamante, fu costretto a fermarsi per rispondere.
- Va avanti Harry. – lo baciò sulle labbra – Fa tante foto, così potrai creare nuovi quadri meravigliosi.
- Ti aspetto al Lago? – chiese annuendo, grato dal suo riguardo nei suoi confronti.
- Assolutamente sì. – si scambiarono un nuovo bacio e, quando Harry fu abbastanza lontano, l’uomo rispose alla telefonata.
Harry camminò lentamente lungo il sentiero, fermandosi di tanto in tanto per guardarsi attorno affascinato, lasciandosi conquistare da quell’ambiente che la prima volta non aveva avuto modo di vedere così a fondo.
Approfittando della chiamata, Severus tornò indietro e dopo aver raggiunto la reception, chiese di poter parlare con il signor Dumbledore e qualcun altro dello staff perché aveva bisogno del loro aiuto per organizzare una sorpresa a suo marito. La receptionist annuì, conosceva le opere di Severus Snape ed era entusiasta di poterlo aiutare a mettere in atto il suo progetto così, rapidamente, fece una serie di telefonate ed organizzò per lui una riunione dopo pranzo.
Ringraziandola per la cortesia, lo scrittore scese lungo il sentiero e raggiunse Harry che stava fotografando qualcosa lungo la riva del Lago.
- Scusa se ti ho fatto aspettare. – parlò facendolo sobbalzare, quel luogo era veramente bello.
- Tranquillo, ne ho approfittato per fare un po’ di foto. – sorrise mostrandogli la macchina fotografica – Ho trovato alcuni scorci molto interessanti da poter mettere su tela. – lo baciò sulle labbra.
Severus lo abbracciò ed affondò il naso nei suoi capelli, respirando il profumo del suo shampoo che sapeva di fresco. Prendendosi per mano, i due continuarono a camminare ed esplorare il giardino ed il maneggio che stavano nella proprietà del Castello.
- Visto che oggi non dobbiamo fare niente di speciale, perché non mangiamo qua? – domandò Harry osservando le nuvole che si muovevano pigre in cielo.
- Trovo che sia una bellissima idea. – annuì lo scrittore – Ma, purtroppo, ho una telefonata di lavoro alle 15.
- Devi iniziare un nuovo tour? – domandò voltandosi di lato per guardarlo meglio.
- Esatto. – lo baciò prima di estrarre il cellulare dalla tasca e chiamare in reception e per ordinare il pranzo.
- Mi piacerebbe venire con te. – disse a voce bassa, arrossendo furiosamente quando si rese conto di ciò che implicavano quelle parole.
- Cosa te lo impedisce? – chiese Severus abbracciandolo – Forse l’Università?
Harry nascose il viso nel petto del marito e si limitò ad annuire, felice che lo scrittore avesse preso in considerazione l’idea di farsi accompagnare e non avesse escluso la possibilità di averlo al suo fianco.
- Ne parliamo con calma lunedì? – chiese il pittore e quando Severus annuì, si sentì togliere un peso dallo sterno, forse c’era una speranza per il loro rapporto.
Dobby li trovò così, stesi sull’erba a parlare abbracciati senza tenere in considerazione la troupe che aveva il compito di seguirli e, sorridendo felice, consegnò loro il cestino augurandogli un buon proseguimento di giornata. Osservando alcuni animali acquatici che si muovevano sulla superficie del lago, i coniugi mangiarono i manicaretti che la cucina aveva preparato e, mentre bevevano una tazza di the dal termos, si voltarono a guardarsi negli occhi e sorridere.
- Ho appena rivalutato i picnic. – confessò Severus – Ho sempre pensato che fossero noiosi.
- Inutili perdite di tempo. – annuì Harry – Non ho bei ricordi dei picnic di quando ero piccolo, forse perché i miei genitori non sapevano organizzarsi molto bene e c’era sempre qualcosa che andava storto.
- Mi spiace. – lo baciò sulle labbra – Ma questo è andato bene, no?
- Molto. – ricambiò il sorriso e, mettendo via le stoviglie del pranzo, tornò a stendersi sull’erba felice e soddisfatto del pasto che avevano consumato.
Restarono a godersi il silenzio che regnava attorno al Lago fino a quando Severus si alzò dicendo che doveva rientrare per partecipare alla riunione. Harry annuì e, dopo aver preso il cellulare dalla tasca dei pantaloni, avviò una video chiamata ai suoi genitori adottivi per salutarli ed essere aggiornato sulla salute della cognata che si avvicinava al parto.
Severus incontrò Albus ed altri membri dello staff nell’ufficio del direttore del Castello e, dopo un breve giro di presentazioni, spiegò a tutti perché li aveva chiamati lì.
- Vorrei organizzare qualcosa di romantico per Harry. – disse senza mezzi termini – Ho intenzione di chiedere ad Harry di sposarmi. 
La notizia fece sorridere tutti, soprattutto Albus e Minerva che avevano puntato molto su di loro come coppia.
- Vorrei creare qualcosa di romantico. – fece un mezzo sorriso lo scrittore – Uno di quei classici cliché da film romantico che ho scoperto che lui ama tanto.
- Trovo che sia un’idea splendida. – parlò emozionata Minerva – Ha delle idee da proporci, signor Snape?
- Se posso intromettermi, - parlò il direttore della struttura mettendo sul tavolo un grosso album – noi abbiamo una certa esperienza nel preparare simili sorprese. – aprì l’album mostrando le immagini ai presenti – Queste sono alcune delle nostre proposte. Se vede qualcosa che le piace, signor Snape, me lo dica e la adatteremo alle sue esigenze.
Severus osservò con attenzione le foto che gli scorrevano davanti e, scartando quelle troppo complicate o pacchiane, ne trovò una che si adattava perfettamente ai suoi desideri.
- Vorrei una cosa così, ma non in giardino dove ci siamo sposati. 
- Che ne pensa della riva del Lago Nero? – domandò Albus lisciandosi la lunga barba – So che oggi avete passato dei bei momenti lì.
Lo scrittore annuì meditabondo e, dopo aver chiesto di fare alcune modifiche, ringraziò tutti per avergli dedicato un po’ del loro tempo e tornò in giardino dove trovò Harry intento a disegnare qualcosa sul suo sketchbook. Chiamandolo dolcemente per nome, lo fece voltare verso di sé e sorrise notando che il suo labbro era macchiato di grafite. 
- Finito? – domandò con un sorriso e lo scrittore annuì, dicendogli che non aveva altri impegni per quel giorno e che potevano fare tutto ciò che desiderava.
Gli occhi verdi di Harry brillarono e, dopo averlo stretto a sé, gli propose di andare al maneggio che erano anni che non si concedeva una passeggiata a cavallo. Severus lo baciò a lungo sulle labbra, poi lo prese per mano e lo condusse verso le stalle, dove presero un paio di cavalli per andare in giro per i territori del Castello. La prima giornata ad Hogwarts trascorse serenamente, i coniugi si rilassarono nella vasca idromassaggio che avevano in camera e, dopo aver congedato la troupe che li aveva seguiti durante la giornata, chiusero il resto del mondo fuori dalla porta della loro stanza, amandosi teneramente finché il sole tinse di rosa il cielo al mattino.
 
I coniugi si stavano riprendendo dalla notte di passione appena trascorsa, quando il telefono della camera iniziò a suonare fastidiosamente; Severus, che era il più vicino, allungò una mano per rispondere con un grugnito poco amichevole.
- Buongiorno signor Snape. – parlò la voce di Dumbledore dall’altro capo del filo – Volevamo ricordarvi che, tra un paio d’ore, avete il pranzo conoscitivo con le altre coppie.
- Buongiorno Dumbledore. – sbuffò alzando gli occhi al cielo lo scrittore – Grazie del promemoria, iniziamo a prepararci. – salutò educatamente e chiuse la comunicazione.
- Saremo zombie. – rise Harry nascondendo la testa nel cuscino, avevano dormito pochissime ore troppo presi a sfogare la passione che li aveva travolti.
Severus gli baciò la nuca poi lo osservò con attenzione: il corpo del suo giovane marito era pieno di morsi e segni violacei, così come immaginava essere il proprio che non era stato risparmiato dagli attacchi voraci della bocca di Harry.
- Resta un altro po’. – gli disse contro la pelle nuda della schiena – Vado a farmi per primo la doccia.
- Grazie Sev. – sbadigliò Harry felice di quella premura.
Lo scrittore lo osservò con un misto di ardore e tenerezza, poi andò in bagno ed iniziò a prepararsi per affrontare il pranzo che avrebbe svelato l’identità delle altre due coppie che avevano preso parte alla trasmissione. Dopo essersi vestito, indossando il completo che aveva scelto per l’occasione, svegliò Harry pregandolo di sbrigarsi che mancava un’ora all’incontro al ristorante con gli altri.
Sbuffando controvoglia, il pittore lasciò il letto e, dopo essersi concesso una lunga doccia tonificante, si vestì e raggiunse il marito che lo stava aspettando leggendo uno dei libri che si era portato dietro.
Tenendosi per mano raggiunsero il ristorante dove si era svolto il pranzo del loro matrimonio e, dopo aver salutato gli addetti ai lavori, raggiunsero un tavolo rotondo apparecchiato per sei nello stesso istante in cui le altre due coppie entrarono in sala.
- Buongiorno a tutti. – parlò una giovane voce maschile che Severus riconobbe subito essere quella di Draco.
- Drake! – lo chiamò voltandosi a salutarlo.
- Zio Sev! – sorrise il biondo platino correndo ad abbracciarlo – Ecco perché non sei potuto venire al mio matrimonio.
- Già, adesso capisco le stupide scuse che ha inventato tua madre per giustificare la tua assenza. – ridacchiò ricambiando l’abbraccio.
- Signore, signori. – parlò Minerva interrompendoli – Accomodatevi a tavola e godetevi questo pranzo.
Mormorando un coro di “grazie” i presenti sedettero nei posti che gli erano stati assegnati e, mentre sorseggiavano l’aperitivo che gli avevano portato, iniziarono a studiarsi con interesse; la redazione della trasmissione aveva scelto tre coppie completamente diverse l’una dall’altra.
- Salve a tutti. – parlò una giovane donna dagli occhi scuri ed il viso a forma di cuore – Mi chiamo Ninfadora Tonks, ma vi prego di chiamarmi Dora. 
- Ciao, - parlò l’uomo biondo e dagli occhi gentili seduto accanto a lei, ad occhio e croce sembrava avere la stessa età di Severus – sono Remus Lupin, marito di Dora.
- Piacere di conoscervi. – sorrise la ragazza seduta vicino ad Harry, aveva grandi occhi marroni e folti capelli castani legati in un morbido chignon alla base della nuca – Mi chiamo Hermione Granger e sono sposata con Draco Malfoy. 
- Felice di fare la vostra conoscenza. – prese la parola Severus – Siamo Severus Snape ed Harry Potter. – alzò il bicchiere a mo’ di brindisi e continuò – Alla nostra…
- Alla nostra… - risposero in coro gli altri e, dopo aver rotto il ghiaccio in quel modo, il resto del pranzo scivolò liscio e piacevole.
Le coppie impararono a conoscersi e legare: Draco ed Hermione avevano la stessa età di Harry ma tra loro non avevano molti interessi in comune, Dora aveva sette anni in più dei ragazzi e condivideva alcune delle passioni del pittore mentre Severus e Remus erano coetanei e li accumunava la passione per i libri.
Arrivarono al momento del dolce ridendo e scherzando tra loro, si erano a malapena resi conto della presenza delle telecamere attorno a loro e, quando i responsabili del programma li raggiunsero per il caffè, sobbalzarono tutti rendendosi conto in quel momento di essere stati ripresi per tutto il tempo.
Continuarono a parlare coinvolgendo nella conversazione i nuovi arrivati che, dopo aver bevuto il caffè, li congedarono ricordandogli della cena di gala che si sarebbe svolta quella sera in presenza delle loro famiglie e che li avrebbe messi davanti alla fatidica domanda “andare avanti o no?” a cui avrebbero dovuto rispondere il giorno dopo entro l’ora di pranzo.
Scombussolati per come era finito il pranzo, le coppie lasciarono la sala ristorante e si diressero in giardino per continuare a stare insieme e parlare un altro po’ senza prestare troppa attenzione a tutto ciò che li circondava.
- Harry, - ridacchiò Draco dopo essere sprofondato in un divanetto con Hermione vicino – com’è essere sposato con lo zio Sev?
- Stancante. – rispose alzando gli occhi teatralmente al cielo il pittore – Ma affascinante.
- Moccioso! – sbuffò una voluta di fumo fuori dalle labbra lo scrittore – Come se essere tuo marito fosse un percorso benessere!
Ghignando per quello scambio di battute, anche gli altri iniziarono a raccontare piccoli aneddoti imbarazzanti sul rispettivo coniuge, godendosi il sole pomeridiano e la reciproca compagnia.
Hermione, rammaricata, fu la prima ad alzarsi dal divanetto dicendo che dovevano andare a prepararsi prima dell’arrivo delle loro famiglie per la cena serale. Controllando gli orologi, gli altri sobbalzarono e, salutandosi, raggiunsero le rispettive camere dandosi appuntamento per le 20:00 nel ristorante dove si sarebbe tenuta la cena.
Severus notò che Harry era stranamente silenzioso, si muoveva nervosamente in giro per la camera come se avesse la mente affollata da troppi pensieri che non riusciva a gestire.
- Moccioso. – lo chiamò prendendolo per le spalle – Mi stai facendo venire il mal di testa! – si chinò a baciarlo, ma il giovane uomo voltò la testa di lato lasciandosi sfiorare la guancia anziché la bocca.
Sbuffando contrariato, lo scrittore serrò leggermente la presa sulle spalle del compagno e, prima di riuscire a chiedergli cosa lo turbasse tanto, Harry parlò:
- Voglio prendere il tuo cognome. È da qualche giorno che ci penso. Le cose tra noi stanno andando bene, spero davvero di poter continuare ad essere tuo marito a lungo e non solo fino alla fine del mese. – sentì le mani di Severus lasciare lentamente la presa e si affrettò a proseguire finché l’alcool bevuto gli forniva coraggio – Da quando sono stato adottato, ho preso il cognome della famiglia Weasley che amo e rispetto perché loro mi hanno reso l’adulto che sono, senza la presenza di mamma e papà e di tutti i miei fratelli non sarei così… Sarai chiuso e triste… 
L’uomo non gli dette la possibilità di continuare il suo discorso perché, troppo emozionato per aspettare, incollò le labbra alle sue, coinvolgendolo in un bacio carico di emozioni e sentimenti.
- Tu sai come farmi restare senza parole, moccioso. – soffiò contro la sua bocca Severus alla fine del lungo bacio, ansimavano entrambi come se avessero fatto una lunga corsa – Non mi sarei aspettato una simile confessione. Perché? – domandò, curioso di sapere i motivi che lo avevano spinto a fare quella richiesta.
- Vorrei un cognome che fosse solo mio. – sussurrò imbarazzato Harry, rendendosi conto che le sue parole potevano averlo messo a disagio.
- Non ho mai conosciuto nessuno in grado di destabilizzarmi come riesci a fare tu. – si strinsero in un abbraccio, le telecamere che riprendevano tutto senza lasciarsi sfuggire nessun dettaglio di quel momento – Ma, per favore, possiamo continuare il nostro discorso lontano dalla trasmissione? Vorrei che fosse un momento solo nostro. – Harry annuì contro il petto di Severus, ricordandosi solo in quel momento che non erano ancora liberi dal legame di “Matrimonio a prima vista” e che, tutte le cose che aveva detto, erano state registrate per essere usate durante la messa in onda della puntata dedicata al loro matrimonio.
- Scusa. – mormorò mordendosi nervosamente il labbro – Mi sono lasciato ispirare da questa giornata…
- Ne sono felice. – lo baciò sulla tempia – Domani saremo solo io e te, Harry. 
- Domani. – annuì il pittore respirando a pieni polmoni l’odore muschiato della sua pelle.
Continuando a baciarsi, raggiunsero la porta del bagno dove chiusero fuori le telecamere ed i microfoni, liberi di amarsi ed essere loro stessi senza la preoccupazione di essere ripresi.
Dopo aver consumato un veloce amplesso sotto la doccia, i coniugi tornarono in camera avvolti negli accappatoi del Castello per iniziare a prepararsi per la cena di gala.
Severus indossò un completo nero dal taglio gotico con alamari in argento, simile a quello che aveva scelto il giorno del matrimonio, mentre Harry vestì un completo spezzato con pantalone blu notte e giacca chiara abbinata. Entrambi si appuntarono un fiore all’occhiello della giacca ed uscirono dalla camera parlando tranquillamente fino a raggiungere le altre due coppie che li stavano aspettando per entrare nel ristorante.
Indossavano tutti abiti molto eleganti e le donne erano state finemente truccate e pettinate, sembravano tutti pronti per scattare foto per una rivista di moda.
- Ben arrivati. – li accolse il direttore con un sorriso cordiale – Le vostre famiglie sono già in sala, stavamo aspettando voi per iniziare il banchetto. 
- Ragazzi. – mormorò Draco prendendo la mano di Hermione - Sono un po’ agitato.
- Sembra di dover andare in commissione per discutere un esame. – annuì Harry cercando la mano di Severus.
- Mocciosi! – scosse la testa voltandosi verso Remus che ridacchiò sotto i baffi.
- Andiamo, - sorrise Ninfadora – non facciamoli attendere.
Annuendo le tre coppie entrarono nel ristorante dove furono accolti dal caldo applauso delle persone che li stavano aspettando, facendoli sentire accolti e ben voluti.
Il ristorante era stato vestito a festa con archi floreali e palloncini e, mentre i camerieri si affrettavano a servire flûte con champagne ai presenti, dal soppalco iniziò a provenire una musica dal vivo.
- Wow. – sussurrò Harry dopo aver preso un calice per sé ed uno per Severus – Stasera non hanno badato a spese.
- È tutto molto bello. – annuì Hermione guardandosi attorno ammirata.
Severus prese una tartina dal vassoio di una cameriera che gli si era fermata accanto e, prendendo Harry per la vita, ghignò dicendo:
- Facciamo il più classico dei cliché, marito?
- Cosa hai in men…? – la domanda morì sulle labbra del pittore nel momento stesso in cui Severus appoggiò la tartina sulla sua bocca usando la propria per coinvolgerlo poi in un bacio mozzafiato che fece partire fischi ed applausi dalle persone presenti in sala.
- Che esibizionista! – lo sgridò dolcemente Narcissa, felice di essere lì per suo figlio e quella che considerava sua nuora a tutti gli effetti.
- Vi stavate addormentando. – rise forte Draco – Ha trovato un modo originale per svegliarvi.
Hermione guardò le guance rosse di Harry invidiandolo un po’, il gesto compiuto da Severus l’aveva lasciata con il fiato sospeso, facendole chiedere cosa si provava ad essere baciati con così tanto desiderio.
- Ehi. – la chiamò Ninfadora vedendo i suoi occhi intristirsi – Tutto bene, ‘Mione?
- Sì. – si limitò a rispondere la giovane donna che, notando una telecamera puntata sul suo viso, preferì non rivelare ciò che sentiva senza prima parlarne privatamente con il biondo che aveva sposato alla cieca.
- Graditi ospiti! – parlò Albus alla fine del brano che la band aveva suonato – A nome di tutta la redazione di “Matrimonio a prima vista”, grazie di essere qui. I fedeli della trasmissione, sanno che non facciamo mai cene come questa generalmente.
- È vero, - annuì Minerva raggiungendolo sul palco, elegante nel suo abito blu scuro – amiamo far conoscere le coppie e farle confrontare tra loro come proseguimento del loro percorso di crescita, ma…
- Riunire le loro famiglie, metterle a tavola e festeggiare non lo troviamo corretto. – continuò Albus.
- Soprattutto finché non sappiamo cosa ne sarà delle coppie che abbiamo formato. – sorrise Minerva.
- Ma, a volte, amiamo infrangere le regole. – si unì Horace portando un grosso mazzo di fiori tra le mani – Soprattutto quando abbiamo tra i partecipanti ospiti famosi.
Le guance di Severus, Harry e Dora diventarono porpora: a nessuno di loro era stato detto niente, quella era una vera e propria imboscata.
- Non voglio rivelare la mia identità così. – mormorò nell’orecchio di Severus il pittore, sentiva il cuore battere forsennatamente contro le sue costole, stava per avere un attacco di panico.
- Non glielo permetterò. – lo abbracciò strettamente lo scrittore rivolgendo uno sguardo carico di rabbia contro Albus che li aveva messi in quella scomoda situazione.
- Signore, - parlò ancora Horace – signori. Facciamo un bell’applauso a Ninfadora Tonks, una versione moderna di Marie Curie, una delle più grande scienziate donna della storia. – un occhio di bue illuminò Tonks e Remus e, la giovane donna, sorrise a disagio – La nostra giovane dottoressa è candidata al Nobel per la medicina. – concluse l’uomo porgendole il mazzo di fiori.
- Grazie. – fece un cenno con la testa lei, accettando i fiori – Ma non sono l’unica persona famosa qua dentro, vi prego di fare un bell’applauso ad uno dei più talentuosi scrittori del nostro tempo: Severus Snape.
Un secondo occhio di bue illuminò l’uomo e, dopo una serie di brindisi e complimenti, il maître pregò tutti di prendere posto a tavola che la cena stava per iniziare.
La serata trascorse allegramente tra buon cibo, ottimo vino, giochi e musica dal vivo. Al momento della torta, tutti furono fatti accomodare fuori dove, tra fuochi d’artificio e giochi di luce, Remus si dichiarò alla sua Ninfadora, chiedendole di rendere ufficiale il loro rapporto e di sposarlo per continuare a renderlo felice come aveva fino a quel momento. Tra fischi e applausi, Dora accettò la proposta di Remus baciandolo appassionatamente davanti a tutti.
Dopo quel momento di giubilo, le tre coppie di sposi tagliarono la torta e, dopo aver mangiato il dolce, gli invitati iniziarono ad allontanarsi: qualcuno tornò in sala a ballare, altri preferirono fare una passeggiata romantica in giardino, altri ancora si fermarono in capannelli per parlare e conoscersi.
Le tre coppie, dopo aver scattato alcune foto e parlato con qualche invitato, si congedarono da amici e parenti per raggiungere le rispettive stanze, stanchi di tutto quel trambusto attorno.
Non appena le porte delle camere si chiusero, Remus con Dora e Severus con Harry raggiunsero il talamo nuziale lasciando una scia di vestiti lungo il tragitto, ansiosi di trascorrere un’altra notte l’uno tra le braccia dell’altro mentre, nella stanza di Draco ed Hermione c’era un’aria tesa ed imbarazzata.
Draco aveva chiesto ad una coppia di camerieri del piano di creare un’atmosfera nella stanza, usando candele profumate e petali di rosa e di lasciare una bottiglia di champagne pregiato in fresco vicino al letto dove aveva chiesto di scrivere con le tavolette di cioccolato preferite della ragazza “mi vuoi sposare?”.
- A cosa devo tutto questo? – domandò Hermione guardando la stanza esterrefatta. 
- Beh, per essere la studentessa migliore del tuo corso. – ridacchiò Draco sganciandosi il papillon che aveva indossato sul completo verde bottiglia – Mi sembra fuori luogo come domanda.
- Pensi davvero che noi possiamo funzionare? – incrociò le braccia sul seno lei, sorvolando sulla frase offensiva che lui le aveva rivolto – Non mi sembra tu sia molto felice di stare al mio fianco o, almeno, non lo dimostri mai. Sei sempre freddo e distaccato nei miei confronti.
- Mi hai chiesto di lasciarti i tuoi spazi, è quello che ho fatto. – replicò stringendosi nelle spalle – Hai studiato e dato i tuoi importanti esami. Mi hai tenuto al margine della tua vita non facendomi nemmeno conoscere bene i membri della tua famiglia.
- Non è vero! – arrossì rendendosi conto della bugia.
Draco la guardò provando una gran tristezza dentro, a lui la ragazza piaceva l’aveva giudicata brillante, pungente e sensuale; ma niente di quello che aveva fatto per cercare di conquistarla ed avvicinarla era servito a qualcosa. Lei era rimasta fredda e distaccata nei suoi confronti, trattandolo come un coinquilino da usare per togliersi qualche voglia e non come qualcuno con cui passare il resto della propria vita insieme.
Senza aggiungere altro, il platinato si cambiò d’abito e, senza mai incrociare gli occhi sgranati di lei coi suoi, raggiunse il letto dove distrusse la creazione che aveva chiesto di fare dicendo verso la telecamera che la loro avventura finiva lì.
- Cosa? – Hermione si trovò ad emettere un verso strozzato osservando Draco prendere la sua borsa per uscire dalla camera.
- Sono stanco, Granger. – scosse la testa – Non sono né “un amico” né “un esperimento sociale”. Per quanto io abbia tentato di essere tuo marito in questo mese, tu non me lo hai mai permesso. – le dedicò un sorriso triste poi uscì dalla stanza senza voltarsi indietro.
Una volta rimasta sola, Hermione si accasciò a terra rendendosi e scoppiò a piangere mormorando parole di scusa verso quel ragazzo che era uscito dalla sua vita. Vedendola in quelle condizioni, qualcuno della redazione mandò sua madre verso la camera da letto e la donna trovò seduto nel corridoio Draco che piangeva con il cuore spezzato.
- Draco. – lo chiamò la signora Granger – Tesoro, cosa è successo?
- Tua figlia, Jane. – rispose senza alzare la testa dalle ginocchia – Credo che abbia deciso di non avere bisogno di me nella sua vita.
- Non credo sia così. – gli accarezzò i capelli biondi la donna, poi aprì la porta della camera con la chiave universale e cercò di consolare la figlia che non riusciva a respirare a causa dei singhiozzi.
La donna aveva lasciato la porta socchiusa, certa che la voce spezzata di Hermione potesse raggiungere le orecchie ed il cuore del ragazzo che stava cercando di riprendersi prima di andare a chiedere di essere sistemato in un’altra camera per la notte. E fu così che Draco sentì la verità dalla bocca di sua moglie. Di come lei si fosse spaventata per l’intensità del sentimento che sentiva nascere dentro il cuore verso di lui, di come lui fosse riuscito a raggiungere e mettere a nudo la sua anima, di come si fosse sentita amata e bellissima stando tra le sue braccia, di come nessuno mai prima d’ora fosse riuscito a farla sentire desiderata ed eccitata con un bacio, un complimento o una carezza e, soprattutto, di come avesse perso tutto per paura di confessargli la verità: era rimasta incita la prima volta che avevano fatto l’amore.
- ‘Mione. – le accarezzò i capelli la madre – Sii onesta e sincera con me: lo ami?
- Sì, mamma. – singhiozzò la giovane donna.
- Vuoi restare sposata con lui e dare ad entrambi la possibilità di essere felici?
- Lo vorrei con tutta me stessa. – annuì – Ma adesso è troppo tardi, lui è…
Ma non finì la frase perché Draco, con gli occhi gonfi per il pianto, era entrato in camera a mo’ di tornado strappando Hermione dalle braccia della madre per stringerla contro il proprio petto.
- Scema! – le disse nell’orecchio facendola ricominciare a singhiozzare.
- Drake. – lo chiamò serrando con forza la camicia tra le mani.
La madre di Hermione uscì silenziosamente dalla stanza e, dopo averli guardati un’ultima volta stare abbracciati a parlare, si chiuse la porta alle spalle pregando chiunque fosse disposto ad ascoltarla di aiutare quei due ragazzi a ritrovarsi.
Il mattino dopo, mentre gli ospiti dell’hotel scendevano per fare colazione, Severus costrinse Harry a raggiungere la scuderia dove li stava aspettando l’addetto alla cura degli animali con due cavalli sellati per loro.
- Sev! – sbadigliò Harry, i capelli più arruffati del solito – Dove stiamo andando? Ho fame. Voglio fare colazione.
- Fidati di me, moccioso! – gli rubò un bacio e gli sorrise – Seguimi e non te ne pentirai.
- Ma non potevamo scendere a mangiare e poi uscire?
- No, altrimenti qualcuno avrebbe voluto seguirci e… - si zittì, non voleva rivelargli di aver preparato una sorpresa per lui.
- Mmmhhh… - il pittore si limitò a grugnire in risposta, aveva dormito poco e niente quella notte perché suo marito sembrava non essere mai completamente sazio di lui, del suo corpo e dei ripetuti orgasmi che era in grado di procurargli. Arrossì ripensando che, per la prima volta in vita sua, aveva raggiunto un “orgasmo secco”, una cosa di cui aveva sentito parlare ma che non era mai riuscito a sperimentare con gli altri amanti/fidanzati che aveva avuto.
Rincorrendo i suoi pensieri e tenendo ben salda la mano dello scrittore, lo seguì fino alle scuderie dove presero i cavalli per incamminarsi lungo i sentieri del giardino del Castello.
Severus sospirò godendosi i timidi raggi di sole che gli accarezzavano il viso, Harry dietro di lui lo seguiva parlottando a voce bassa con il suo cavallo, chiedendogli di tanto in tanto se almeno lui sapeva quale fosse la loro meta o se era destinato a vagare per l’eternità tra il giardino e la Foresta che costeggiava il Castello in compagnia di un uomo taciturno e antipatico che gli aveva fatto saltare la colazione.
Lo scrittore indossò il suo ghigno migliore e, voltandosi verso il marito, replicò:
- Sta tranquillo, marito. Non resterai a digiuno ancora per molto.
Harry arrossì e sentì il fiato venirgli meno, Severus non poteva dire cose del genere con quel tono e quell’espressione, adesso stare in sella sarebbe stato una tortura indicibile.
Ascoltando la natura risvegliarsi attorno a loro, i due raggiunsero una sponda del Lago Nero nascosta da occhi indiscreti dalla fitta foresta; scesero da cavallo e, dopo averli legati, lo scrittore tese una mano al pittore pregandolo di seguirlo che avrebbero dovuto continuare la loro passeggiata a piedi.
Harry annuì sorridendo, prima di riprendere a camminare, rubò un bacio a Severus che, con gli occhi neri che brillavano di malizia, lo guidò in quell’ultimo tratto di passeggiata parlando con lui del più e del meno: non voleva fargli capire quanto fosse nervoso ed emozionato.
Raggiunsero la riva del Lago Nero ridendo per una sciocca battuta che Ron aveva raccontato ad Harry quand’erano piccoli e, prima che il pittore potesse domandare spiegazioni al marito su cosa ci facessero lì, Severus incollò insieme le loro labbra, coinvolgendolo in un bacio appassionato e carico di emozioni.
- Quando mi hai confessato che avresti voluto prendere il mio cognome, moccioso, – mormorò con voce roca alla fine del bacio – mi hai emozionato e destabilizzato. Ci ho pensato a lungo, e sono arrivato alla conclusione che questo farebbe di noi una famiglia. Sei pronto a compiere questo passo? – chiese e si spostò di lato per permettere ad Harry di vedere cosa c’era alle sue spalle.
Sulla riva del lago era stato portato un tavolo apparecchiato con un’elegante tovaglia bordeaux damascata dov’era stata sistemata un’abbondate colazione, un mazzo di fiori ed una scatolina di velluto blu notte. Erano stati ancorati al tavolo una coppia di palloncini a forma di civetta delle nevi, che aveva tra le zampe un cartello dove Severus, con la sua grafia elegante e un po’ retrò, aveva scritto: “Harry, vuoi sposarmi?”.
Il pittore non riuscì a trattenere un rumoroso singhiozzo, tutto si sarebbe aspettato tranne quello e, incapace di rispondere a parole, si portò una mano alla bocca ed annuì troppo emozionato per parlare.
- Non sarà facile e stare con me non sarà tutti i giorni una festa. - gli sorrise timido Severus – Faccio un lavoro difficile che mi porta spesso a viaggiare. Vuoi provare davvero a stare con me, oppure preferisci andare a cercare qualcuno in grado di starci vicino… - fece un sorriso amaro mentre vecchie paure riaffioravano – Magari qualcuno migliore di me?
- Sono consapevole che non sarà facile, ma vorrei provare a far funzionare questa famiglia che abbiamo formato io e te. Chi dovrei andare a cercare, qualcuno che preferisca farsi una sega piuttosto che scopare con me? – lo abbracciò e lo baciò languidamente sulle labbra – Non ne ho nessun bisogno, tu sei tutto quello che mi serve. Piuttosto, quando sarai via per lavoro andrai a cercare qualcuno che ti dorma addosso come un koala freddoloso? – lo guardò, con gli occhi lucidi.
Severus, troppo emozionato per parlare, si limitò a negare scuotendo la testa esprimere a parole ciò che sentiva gli risultava ancora difficile e doloroso ma sentiva di essere sulla buona strada ed il sorriso che brillava negli occhi di suo marito ne era la prova.
- Sei il solo koala freddoloso che voglio nel letto, signor Snape. – gli mormorò mordicchiandogli l’orecchio, facendolo rabbrividire tra le sue braccia.
- Felice di sentirtelo dire signor Snape. – rabbrividì Harry che, allacciando le braccia attorno al collo dello scrittore, lo tirò verso di sé per congiungere le labbra in un lungo e impudico bacio.
 
Inizio di una nuova vita…
 
La giornata di domenica al Castello di Hogwarts trascorse serenamente, le tre coppie comunicarono alla trasmissione l’intenzione di continuare a stare insieme e, dopo aver ricevuto le congratulazioni da Dumbledore e dal resto dei suoi collaboratori, tornarono a casa per iniziare a vivere le loro nuove vite senza l’ossessione delle telecamere sempre pronti a seguirli.
Non appena entrarono nel loft, Harry confessò a Severus che aveva deciso di fare “coming-out”, era stanco di nascondersi dietro le sue iniziali HP, voleva mostrarsi al pubblico, parlare con chi amava le sue opere ma anche con chi lo criticava. Severus si trovò d’accordo con la decisione presa dal marito e, mentre il pittore chiamava il rettore dell’Accademia e Katie per metterli al corrente, lo scrittore chiamò la sua segretaria per metterla al corrente che il suo matrimonio sarebbe continuato e che era necessario preparare la documentazione necessaria per renderlo duraturo.
La giovane donna che seguiva il lavoro di Severus da alcuni anni, trillò felice che il suo capo avesse preso quella decisione e, congratulandosi con lui, si fece carico di occuparsi di tutto il necessario chiedendo solo se avevano intenzione di rifare la cerimonia per rendere la loro unione di dominio pubblico. L’uomo lasciò in sospeso la risposta, non poteva prendere da solo quella decisione e, prima di salutarla, le disse che le avrebbe mandato una mail con i dettagli sulle nozze.
 
Trascorsero così alcuni mesi da quell’inaspettata telefonata e, anche se coniugare vita pubblica e privata non era sempre facile, il rapporto tra Harry e Severus si rafforzò, diventando l’uno il completamento dell’altro. 
Nel pieno di una magnifica giornata di primavera, le coppie di “Matrimonio a prima vista” si riunirono nuovamente nel giardino del Castello di Hogwarts per la cerimonia che avrebbe unito in matrimonio Severus e Harry.
Il giardino era nel suo momento di massimo splendore: aiuole di tulipani, ranuncoli, peonie, rose, narcisi e gigli, facevano bella mostra di sé in ogni dove, rendendo l’ambiente magicamente fiabesco e romantico. Harry aveva fatto creare dei bouquet di ranuncoli e gigli per le donne più importanti delle loro famiglie e delle ghirlande floreali per adornare la testa dei bambini durante la cerimonia.
Severus aveva pensato all’arco nuziale floreale dove spiccavano anemoni azzurri e nontiscordardime nei toni del viola, intrecciati all’edera e altre piante a foglia verde e larga, dove aveva fatto sistemare un tavolo per fungere da altare, rivestito con un’elegante tovaglia bianca ed un unico vaso di vetro con un mazzo di rose color rosa antico (i fiori preferiti dalla sua defunta madre). 
Nel giardino, il direttore del Castello, aveva fatto allestire una struttura con pali in ferro battuto dove ondeggiavano lentamente delle tende bianche trasparenti, abbelliti da lanterne in vetro dall’aria antica dentro le quali erano state sistemate delle candele color avorio.
 
Su un piccolo palco all’esterno della struttura, Harry aveva chiamato a suonare la stessa band che era stata scelta dalla redazione per le loro prime nozze e, mentre gli artisti suonavano musica orecchiabile, Severus uscì dalla sua camera vestito di tutto punto e molto emozionato di poter accogliere Harry nella sua famiglia una volta per tutte.
Harry, che aspettava l’arrivo di Severus davanti all’altare, parlava con Ron e Draco visibilmente emozionato. Era felice di essere lì di fronte al Sindaco che avrebbe celebrato il matrimonio in compagnia dei loro collaboratori, parenti, amici e paparazzi che avevano vinto l’esclusiva per partecipare all’evento.
Quando le note della marcia nuziale si diffusero nell’aria, il fiato si fermò nella gola del pittore che, senza riuscire a rallentare i battiti cardiaci, osservò Severus percorrere il runner di foglie che lo avrebbe condotto all’altare con Narcissa al suo fianco.
Non appena Severus lo raggiunse, un sorriso emozionato si dipinse sul viso di Harry che, prendendolo per mano, lo accompagnò davanti al Sindaco che, con i loro familiari come testimoni, celebrò il loro matrimonio dichiarandoli marito e marito dopo lo scambio delle promesse.
Al momento del bacio, un boato avvolse i coniugi Snape che, felici di essere circondati da tutto quell’amore, si scambiarono un tenero bacio parlandosi con gli occhi.
Dopo aver firmato i documenti ed aver scelto Snape come cognome entrambi, i neo-sposi si fermarono in giardino per le foto di rito e, dopo aver scattato quelle con amici e parenti, raggiunsero il ristorante dove tutti li stavano aspettando. Ginevra, che era diventata da poco wedding-planner, aveva fatto per loro un ottimo lavoro: avevano concordato di usare come tema per il ristorante l’arte che accumunava entrambi e qua e là nella sala, tra gli addobbi floreali di ranuncoli, tulipani e gigli, c’erano riferimenti ai loro lavori ed alle rispettive passioni. 
Harry e Severus entrarono nella sala mano nella mano, le nuove fedi (regalo dei Malfoy senior) brillavano agli anulari, gareggiando con il sorriso che aleggiava sulle loro facce felici ed innamorate.
- Ginny ha fatto davvero uno splendido lavoro. – parlò Harry guardandosi attorno ammirato: la sala era perfetta, come l’aveva sempre desiderata.
- Hai una famiglia splendida. – annuì Severus guardandosi attorno, gli piacevano molto gli addobbi e le caratterizzazioni, lo facevano sentire a suo agio.
- Adesso è diventata anche tua, signor Snape! – si voltò a rubargli un bacio che lo scrittore ricambiò ridacchiando.
- Ti amo moccioso! – gli sussurrò sulle labbra, era la prima volta che glielo diceva ad alta voce ma aveva cercato di farglielo capire e sentire in tutti i modi possibili.
- Anch’io ti amo, Sev. – gli occhi verdi di Harry si riempirono di lacrime di gioia e, per evitare di mettersi a piangere, prese la mano del marito e lo trascinò fino al loro tavolo ansioso di iniziare il banchetto.
Le nozze dei coniugi Snape furono emozionanti ma non mancarono né i momenti divertenti né quelli imbarazzanti, grazie ai giochi e ai racconti che i fratelli Weasley avevano ideato per intrattenere gli ospiti.
 
Severus si sentiva felice, avere Harry al suo fianco lo faceva sentire finalmente completo e vedere i suoi occhi verdi brillare vivaci, lo eccitava ed emozionava ogni volta.
Harry non avrebbe potuto chiedere un marito migliore di Severus, lui lo completava rendendo stabile la sua vita confusionaria, lo eccitava con un bacio o uno sguardo e restare insieme era stata la decisione migliore che avesse mai preso nella sua breve vita. 
 
Stare insieme non sempre era facile, soprattutto perché erano entrambi personaggi pubblici, ma avevano la fortuna di avere vicino familiari, amici e collaboratori sempre pronti ad intervenire per garantirgli la maggior privacy possibile.
 
 
 
 
  
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