06/11/2023
1 recensioniClash of titans
Capita che certe sere di novembre inoltrato, Albus Silente adori fare visita al suo dolce fratellino ad Hogsmeade.
Forse perché non deve lavorare a maglia oppure per una sera è in pausa dai suoi complicati piani a vasto raggio.
Quando Aberforth Silente se lo ritrova sull’uscio, in un primo momento impreca in modo violento, anche perché l’ultimo desiderio dopo una giornata a raccogliere i cocci sbavati dal Whisky di ogni essere umano passato da quelle parti è, appunto, incrociare chi lo repelle più al mondo.
Suo fratello.
«Mi hanno riferito che stasera hai preparato gli Haggis[1]» dice Albus garbato.
«Chi è stato a spifferare ogni cosa?!» brontola Aberforth che inizia già ad innervosirsi.
Albus sorride affabile e ignorando Albus si dirige nel Pub, poggiando sul vecchio tavolo la veste da mago scarlatta.
«Sembri una dodicenne tutta truccata» dice maligno Aberforth pensando che l’insulto sia il modo migliore per farlo sloggiare.
Ma Albus ride e il fratello rabbrividisce.
«Lo prendo come un complimento» ribatte.
Aberforth grugnisce malamente e ormai rassegnato sull’amarezza della sua vita si dirige nella cucina.
Quando ritorna nella stanza si blocca.
Albus ha evocato poltrone, tovaglie e chissà quale diavoleria.
«Che stai facendo?!» urla.
«Creo l’atmosfera per cenare» risponde Albus.
«Non c’è niente da mangiare per te!» ringhia rozzo.
Albus ride più forte e con terrore crescente Aberforth lo vede appollaiarsi in una poltrona con Milly sulle ginocchia.
«Traditrice» sussurra truce.
«Non avercela con lei. Ci accomuna lo stesso affetto verso di te» mormora estatico Albus.
A quel punto Aberforth non regge più.
Afferra malamente la pietanza,la lancia letteralmente in una scodella e la getta davanti al fratello.
«Vuoi mangiare? Mangia! Ma stai zitto» sibila.
Albus alza gli occhi al cielo e elegantemente assaggia.
Dopo qualche minuto di silenzio tedioso dove Aberforth sta fissando Milly offeso e Albus perso nella sua vasta mente, all’improvviso piomba un gufo nella stanza.
Milly scatta sull’attenti.
«Ah, bene» esclama sardonico Albus.
Aberforth continua a cenare senza degnarlo di attenzione.
«Harry è scappato con una macchina volante» aggiunga Albus meditabondo.
«Potter? Quello ancora vivo?» chiede Aberforth.
Albus annuisce, grave.
«Come sei felice! Hai trovato un nuovo idiota da sacrificare» ringhia Aberforth che non prova alcun affetto per il piccolo Potter ma che odia il modus operandi di suo fratello.
«Non sono così» risponde il fratello.
Aberforth beve un generoso sorso di vino e accarezzando Milly borbotta: «No, tu sei peggio».
All’improvviso un bagliore li fa trasalire.
Milly fiuta nell’aria il suo odore e non può fare a meno di prepararsi all’attacco. Lei la odia; ogni cosa che si riconduce a quell’essere la fa imbestialire fin da quando non ha tentato di cavarle gli occhi.
«Dannazione» grugnisce Aberforth che sa già come andrà a finire.
Fanny, la fenice dei Silente plana maestosa nella stanza.
Si avvicina ad Albus e sussurra qualcosa che solo i due fratelli riescono a capire.
«Harry è dai Weasley» sussurra sollevato il preside senza rendersi conto che si sta per scatenare qualcosa di più grosso.
Milly e Fanny si detestano amabilmente da tempo immemore.
La prima reclama il suo strambo rapporto con Aberforth, la seconda invece vuole prendere il suo posto per diritto di sangue.
«Oh» esclama Albus veramente interessato.
Aberforth fa spallucce continuando a mangiare tranquillamente e il fratello lo segue senza aggiungere alcunché.
Milly inizia a mostrare i denti e Fanny gracchia rapace; iniziano una lotta all’ultimo sangue travolgendo qualsiasi cosa incontrino.
«Mi tocca rimettere a posto ogni cosa dopo» si lamenta Aberforth.
«Dovresti essere felice, qualcuno lotta per te» nota Albus.
«Sono degli animali, idiota» ribatte l’altro.
La lotta continua senza esclusione di colpi; Milly è riuscita a salire in groppa della fenice e tenta di staccare quante penne più possibili.
Le urla e i rumori sono fortissimi per tutto il villaggio.
«Mi sa che manderanno Arthur Weasley a controllare» dice Albus asciugando le labbra con un tovagliolino di seta.
«Ah, allora stiamo freschi!» risponde Aberforth.
Intanto Fanny ha iniziato a contrattaccare senza risparmiare niente; Milly bela nevrotica e pronta a difendersi.
«Dieci galeoni che l’uccello stramazza a terra» scommette Aberforth.
Albus aggiusta gli occhiali a mezzaluna, riflessivo.
«La capra sta iniziando a perdere colpi» spiega.
All’improvviso qualcuno irrompe nella stanza; si tratta appunto di Arthur Weasley.
«Silente! Oh, che succede?!» chiede spaesato davanti alla scena.
«Sono venuto ad assaggiare gli Hoggis di Aberforth che tra parentesi sono i migliori della zona. Accomodati pure» dichiara gentile Albus facendo segno all’uomo.
«Che nottata! Nove ispezioni, nove!» si lamenta Arthur afferrando una forchetta.
E Aberforth grugnisce, orripilato.
Forse perché non deve lavorare a maglia oppure per una sera è in pausa dai suoi complicati piani a vasto raggio.
Quando Aberforth Silente se lo ritrova sull’uscio, in un primo momento impreca in modo violento, anche perché l’ultimo desiderio dopo una giornata a raccogliere i cocci sbavati dal Whisky di ogni essere umano passato da quelle parti è, appunto, incrociare chi lo repelle più al mondo.
Suo fratello.
«Mi hanno riferito che stasera hai preparato gli Haggis[1]» dice Albus garbato.
«Chi è stato a spifferare ogni cosa?!» brontola Aberforth che inizia già ad innervosirsi.
Albus sorride affabile e ignorando Albus si dirige nel Pub, poggiando sul vecchio tavolo la veste da mago scarlatta.
«Sembri una dodicenne tutta truccata» dice maligno Aberforth pensando che l’insulto sia il modo migliore per farlo sloggiare.
Ma Albus ride e il fratello rabbrividisce.
«Lo prendo come un complimento» ribatte.
Aberforth grugnisce malamente e ormai rassegnato sull’amarezza della sua vita si dirige nella cucina.
Quando ritorna nella stanza si blocca.
Albus ha evocato poltrone, tovaglie e chissà quale diavoleria.
«Che stai facendo?!» urla.
«Creo l’atmosfera per cenare» risponde Albus.
«Non c’è niente da mangiare per te!» ringhia rozzo.
Albus ride più forte e con terrore crescente Aberforth lo vede appollaiarsi in una poltrona con Milly sulle ginocchia.
«Traditrice» sussurra truce.
«Non avercela con lei. Ci accomuna lo stesso affetto verso di te» mormora estatico Albus.
A quel punto Aberforth non regge più.
Afferra malamente la pietanza,la lancia letteralmente in una scodella e la getta davanti al fratello.
«Vuoi mangiare? Mangia! Ma stai zitto» sibila.
Albus alza gli occhi al cielo e elegantemente assaggia.
Dopo qualche minuto di silenzio tedioso dove Aberforth sta fissando Milly offeso e Albus perso nella sua vasta mente, all’improvviso piomba un gufo nella stanza.
Milly scatta sull’attenti.
«Ah, bene» esclama sardonico Albus.
Aberforth continua a cenare senza degnarlo di attenzione.
«Harry è scappato con una macchina volante» aggiunga Albus meditabondo.
«Potter? Quello ancora vivo?» chiede Aberforth.
Albus annuisce, grave.
«Come sei felice! Hai trovato un nuovo idiota da sacrificare» ringhia Aberforth che non prova alcun affetto per il piccolo Potter ma che odia il modus operandi di suo fratello.
«Non sono così» risponde il fratello.
Aberforth beve un generoso sorso di vino e accarezzando Milly borbotta: «No, tu sei peggio».
All’improvviso un bagliore li fa trasalire.
Milly fiuta nell’aria il suo odore e non può fare a meno di prepararsi all’attacco. Lei la odia; ogni cosa che si riconduce a quell’essere la fa imbestialire fin da quando non ha tentato di cavarle gli occhi.
«Dannazione» grugnisce Aberforth che sa già come andrà a finire.
Fanny, la fenice dei Silente plana maestosa nella stanza.
Si avvicina ad Albus e sussurra qualcosa che solo i due fratelli riescono a capire.
«Harry è dai Weasley» sussurra sollevato il preside senza rendersi conto che si sta per scatenare qualcosa di più grosso.
Milly e Fanny si detestano amabilmente da tempo immemore.
La prima reclama il suo strambo rapporto con Aberforth, la seconda invece vuole prendere il suo posto per diritto di sangue.
«Oh» esclama Albus veramente interessato.
Aberforth fa spallucce continuando a mangiare tranquillamente e il fratello lo segue senza aggiungere alcunché.
Milly inizia a mostrare i denti e Fanny gracchia rapace; iniziano una lotta all’ultimo sangue travolgendo qualsiasi cosa incontrino.
«Mi tocca rimettere a posto ogni cosa dopo» si lamenta Aberforth.
«Dovresti essere felice, qualcuno lotta per te» nota Albus.
«Sono degli animali, idiota» ribatte l’altro.
La lotta continua senza esclusione di colpi; Milly è riuscita a salire in groppa della fenice e tenta di staccare quante penne più possibili.
Le urla e i rumori sono fortissimi per tutto il villaggio.
«Mi sa che manderanno Arthur Weasley a controllare» dice Albus asciugando le labbra con un tovagliolino di seta.
«Ah, allora stiamo freschi!» risponde Aberforth.
Intanto Fanny ha iniziato a contrattaccare senza risparmiare niente; Milly bela nevrotica e pronta a difendersi.
«Dieci galeoni che l’uccello stramazza a terra» scommette Aberforth.
Albus aggiusta gli occhiali a mezzaluna, riflessivo.
«La capra sta iniziando a perdere colpi» spiega.
All’improvviso qualcuno irrompe nella stanza; si tratta appunto di Arthur Weasley.
«Silente! Oh, che succede?!» chiede spaesato davanti alla scena.
«Sono venuto ad assaggiare gli Hoggis di Aberforth che tra parentesi sono i migliori della zona. Accomodati pure» dichiara gentile Albus facendo segno all’uomo.
«Che nottata! Nove ispezioni, nove!» si lamenta Arthur afferrando una forchetta.
E Aberforth grugnisce, orripilato.
Note
[1] L'haggis scozzese è un insaccato a base di interiora di pecora. Nello specifico, cuore, fegato e polmoni di pecora vengono macinati assieme a cipolla, grasso di rognone, farina d'avena, sale e spezie. Il tutto viene poi fatto andare con del brodo. La tradizione vuole che il ripieno venga insaccato nello stomaco dell'animale, pronto poi per essere bollito all'incirca tre ore. FONTE
Sono andata fuori di testa, non si spiega.
Sono andata fuori di testa, non si spiega.