Serie TV > I ragazzi della prateria
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Autore: Buckette    13/11/2023    0 recensioni
Joanna e Laura lasciano la loro terra e le loro famiglie per inseguire il loro sogno in America. Ci riusciranno?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11 La mattina fissata per l’arrivo delle due famiglie, Laura, Joanna ed anche Ivan erano in agitazione. L’ansia delle ragazze era comprensibile, ed anche quella di Buck e Noah, ma addirittura Ivan temeva il giudizio della sua famiglia a proposito della sua relazione con Rachel. Aveva scritto ai suoi genitori che stava frequentando una donna, ma aveva omesso di dire che vivevano quasi insieme e che non avevano progetti di matrimonio, come la madre del ragazzo si sarebbe aspettata. Decise che per il momento non ne avrebbe parlato, doveva far concentrare i suoi genitori sui due matrimoni imminenti. Quando la diligenza arrivò ed i due padri aiutarono le loro mogli a scendere, Laura e Joanna si precipitarono ad abbracciarli con le lacrime agli occhi. Il loro abbraccio durò a lungo perché tutti avevano sentito la reciproca mancanza. Nessuno osava interrompere quel lungo abbraccio. Erano andati ad accoglierli solo Joanna, Laura, Noah, Buck ed Ivan, per evitare che le due famiglie si sentissero oppresse Non appena le ragazze si furono staccate dai genitori, si fece avanti anche Ivan che si commosse nonostante volesse dimostrarsi forte. Quando tutti si furono salutati a dovere, Buck e Noah si avvicinarono timidamente per presentarsi, tesi come non mai nella loro vita. I genitori delle due ragazze avevano approvato le loro relazioni con le figlie, ma conoscersi di persona era tutt’altra cosa. Il primo a parlare fu il padre di Joanna: “Tu devi essere Buck, giusto?” “Sì signore, lieto di conoscerla finalmente”, rispose Buck tesissimo, “ e buongiorno anche a lei signora. Com’è stato il viaggio?” “Piacere di conoscerti Buck. Il viaggio è andato bene, grazie, certo un po’ stancante ma ne valeva la pena. Vedere felice la mia piccola è quello che conta di più” “Mamma, non sono più la tua piccola, sto per sposarmi” “Oh ma per me sarai sempre la mia bambina”. Queste battute servirono a smorzare la tensione. “E devo dire che hai anche buon gusto in fatto di uomini, è proprio un bel ragazzo, complimenti Joanna. Peccato che tua sorella non sia potuta venire” Joanna sorrise felice e si strinse al braccio di Buck che arrossì violentemente e disse: “Grazie signora, mi dispiace moltissimo per l’assenza di Federica” Federica, la sorella di Joanna aveva avuto un leggero malanno poco prima di partire e così, seppur a malincuore, aveva dovuto rinunciare al viaggio ed era stata ospitata dai nonni. “Tu invece devi essere Noah”, esclamò la madre di Laura ed Ivan. “Sì signora, piacere di conoscere lei e suo marito” e baciò la mano della donna per poi stringere quella dell’uomo. Si scambiarono anche loro i convenevoli e poi le due famiglie furono accompagnate in hotel per rinfrescarsi. Si diedero appuntamento alla stazione dei ragazzi per il pranzo e poi sarebbero andati a visitare le due case, il negozio delle ragazze, il ranch di Ivan e la città. Dopo aver dato ai loro genitori le indicazioni per la stazione ed averli aiutati con i bagagli, le due coppie ed Ivan andarono ad aiutare Rachel nei preparativi per il pranzo. “Allora, come ti sono sembrati i miei genitori?”, chiese Joanna a Buck. “Molto cordiali e simpatici, sono felice di averli conosciuti” “Non per alimentare la tua ansia, ma ti stanno studiando, non hai ancora passato l’esame, è bene che tu lo sappia. Non ci saranno problemi, ma sono soliti studiare bene le persone prima di esprimere il loro parere definitivo” “Grazie tesoro, adesso sì che sono tranquillo” e fece un mezzo sorriso alzando il sopracciglio, cosa che portò Joanna a baciarlo immediatamente. “Beh, non voglio mentirti, abbiamo giurato di dirci sempre la verità a proposito di tutto”. “Lo apprezzo molto amore mio” e la baciò di nuovo. I discorsi di Laura e Noah furono press’a poco gli stessi. Quando arrivarono alla stazione, Buck e Noah furono assaliti dalle domande dei loro amici e solo l’intervento di Rachel li placò: “Lasciateli stare, sono già tesi per la situazione senza dover subire un interrogatorio da parte vostra!” “Tu ne sai qualcosa vero Rachel? Anche per te questo sarà un esame”, scherzò Jimmy. “Ma quale esame, sciocco, alla mia età! Non cerco certo l’approvazione degli altri”, ma disse questo mentre Ivan era ancora fuori: non voleva urtare la sua sensibilità. Ben presto le due famiglie arrivarono alla stazione e furono presentate ai ragazzi, Lou e Teaspoon. Lou svelò la sua condizione perché voleva essere libera di essere se stessa con i genitori delle sue amiche. Inoltre sapeva che prima o poi avrebbe dovuto dire a tutti la verità perché la sua storia con Kid stava diventando sempre più importante e sperava che anche loro si sarebbero sposati presto, anche se Kid sembrava non volersi decidere a chiederla in moglie. Si misero a tavola ed il pranzo fu molto piacevole. Joanna, Laura ed Ivan raccontarono della loro vita a Rock Creek ed i loro discorsi erano spesso interrotti da interventi e precisazioni dei ragazzi che non volevano rinunciare a dire la loro. Le due famiglie furono felici di vedere che le figlie si erano ben ambientate e sistemate e che davvero non sarebbero mai state sole, avevano trovato lì una seconda famiglia che facesse le loro veci e provarono anche un pizzico di gelosia. Dopo pranzo, le ragazze portarono i genitori al negozio, che per quel giorno avevano tenuto chiuso così da potersi dedicare completamente ai loro cari. Andarono poi a vedere la casa di Joanna e quella di Ivan e Laura, per finire con il ranch di Ivan. Mentre tornavano in città, i padri delle due ragazze esclamarono: “Siamo proprio orgogliosi di voi, siete riusciti a realizzare tutti e tre i vostri sogni e vi siete sistemati davvero bene. Complimenti”. I tre ragazzi furono molto felici di queste parole. Il padre di Joanna ad un certo punto, rivolgendosi a Buck e Noah, disse: “Credo ragazzi che sia opportuno che noi quattro signori facciamo due chiacchiere tra uomini, non pensate?” A Buck e Noah si gelò quasi il sangue ma sapevano che non si potevano sottrarre. Le ragazze ed Ivan con le madri invece tornarono da Rachel per un the. La mamma di Laura ed Ivan voleva sapere di più della donna che aveva rubato il cuore di suo figlio. “Allora Rachel, come è arrivata a lavorare a Rock Creek per il Pony Express? Ivan mi ha raccontato poco o nulla di lei.” “Mamma!”, esclamarono in coro Laura ed Ivan. “Non vi preoccupate”, rispose loro Rachel, “ non ho niente da nascondere” e raccontò le cose come stavano alla donna che ne rimase un po’ sconvolta. Ivan si sentì in dovere di intervenire: “Mamma, il passato è il passato, quello che conta è quello che siamo ora ed il nostro animo e ti assicuro che quello di Rachel è molto nobile” “Non lo metto in dubbio figliolo, spero solo che sappiate gestire questa relazione nei migliori dei modi e che nessuno soffra. Certo, per il mio primogenito avrei preferito una storia più tradizionale ed un buon matrimonio, ma se sei felice così, va bene anche per me” “Grazie mamma”, sorrise Ivan ed anche Rachel la ringraziò. Nel frattempo, Buck e Noah stavano subendo una sorta di interrogatorio da parte dei padri delle due ragazze. Erano felici per le loro figlie, ma non nascondevano di essere un po’ preoccupati per le opinioni della gente e per le difficoltà a cui sarebbero andati incontro se un giorno si fossero trasferiti. “Qui ormai la maggior parte delle persone vi rispetta perché sa chi siete e vi conosce, ma converrete con noi che fuori da questa città le cose potrebbero cambiare. Non è un mistero che c’è la guerra nell’aria e non si sa a cosa andrete incontro qui in America. Siete pronti ad affrontare tutti i problemi ed a difendere le nostre figlie?”, chiese il padre di Laura. “Sappiamo che non sarà facile signore, ma amiamo le vostre figlie e cercheremo di assicurare loro una vita dignitosa e felice, superando insieme tutte le difficoltà. Se scoppierà la guerra saremo tutti in difficoltà, indipendentemente dalla razza di appartenenza. Certo per noi e soprattutto per me”, disse Noah, “ sarà più difficile che per gli altri ma sono sicuro che ce la faremo”. “Abbiamo riflettuto molto prima di legarci alle vostre figlie”, intervenne Buck, “ ma stare separati avrebbe prodotto una sofferenza maggiore, quindi ne abbiamo parlato con loro, le abbiamo messe di fronte a quello che potrebbe accadere sposandoci e loro ci hanno accettato per quello che siamo e spero che lo facciate anche voi” “Noi vi abbiamo già accettato”, precisò il padre di Joanna, “ ma vogliamo solo che voi siate veramente consapevoli di quale potrebbe essere la vostra vita e vogliamo anche rassicurarvi sul fatto che se le cose qui in America dovessero mettersi male, saremo lieti di accogliervi in Italia e di aiutarvi”. I due ragazzi ringraziarono e poi tornarono tutti alla stazione. Si diedero appuntamento per il giorno dopo perché le due famiglie volevano riposare a causa del lungo viaggio affrontato e delle numerose emozioni provate. Dopo cena, Joanna e Buck andarono a fare una passeggiata e Joanna non resistette: “Di cosa avete parlato oggi Buck? E’ andato tutto bene?” Buck le spiegò i toni della conversazione del pomeriggio e Joanna ne fu sollevata. “Credo proprio che tu abbia superato l’esame” e lo baciò teneramente. Nei giorni successivi furono perfezionati gli ultimi dettagli per il matrimonio di Joanna e Buck. La sera prima delle nozze, la madre di Joanna fu tassativa: avrebbe dormito da Laura, neppure da Rachel, dove Buck avrebbe potuto vederla. La signora era molto legata alle tradizioni della sua terra, dove si diceva che vedere la sposa la sera prima del matrimonio portava sfortuna, quindi Joanna non potè fare altro che accontentarla. E’ superfluo dire che la ragazza non riuscì a dormire molto. Era emozionata all’idea di sposare l’uomo dei suoi sogni, un animo a volte rude, ma gentile e dolce e protettivo, che la amava più di ogni altra cosa al mondo e che avrebbe condiviso con lei gioie e dolori, perché sapeva che ce ne sarebbero stati, ma su questo punto era tranquilla: sapeva che Buck l’avrebbe protetta ad ogni costo. Fantasticava su cosa avrebbe provato nel momento in cui avrebbero pronunciato le promesse e sulla loro futura vita insieme. Quando si addormentò era quasi già ora di alzarsi. Laura piombò in camera sua senza tanti complimenti: “Su su dormigliona, va bene che è tradizione che le spose si facciano aspettare, ma non vorrai far credere a Buck che lo hai abbandonato sull’altare!” Joanna non ebbe la forza di smorzare l’entusiasmo dell’amica e si lasciò guidare nei preparativi. A breve arrivarono anche sua madre, la madre di Laura, Rachel e Lou già vestita da donna, conformemente al piano che avevano studiato. Le donne si alternavano nell’aiutare Joanna chi a vestirsi, chi a truccarsi ed a pettinarsi. Quando fu pronta, le donne la lasciarono sola con la madre. “Sono orgogliosa di te piccola, ti sei costruita un tuo mondo in maniera indipendente ed ora stai per costruirti una famiglia tutta tua. Certo, non avrei mai immaginato che sposassi un indiano, ma se tu sei felice, va bene anche per me”. Le due donne si abbracciarono e poi Joanna scese al piano di sotto dove l’aspettava suo padre che la abbracciò e le ribadì le parole di sua madre. Anche Buck era stato aiutato nei preparativi prima da Rachel che non voleva lasciarlo in balia di soli uomini e poi fu supportato da Teaspoon. Era molto teso, non avrebbe mai immaginato di arrivare veramente fino al matrimonio, aveva sempre creduto che non avrebbe mai trovato una donna disposta a condividere la sua vita con lui, pensava di non poter offrire nulla ad una donna, ma Joanna lo aveva fatto sentire amato ed apprezzato, con lei stava bene ed era sereno ed aveva vinto tutta l’oscurità che aveva dentro. Arrivò alla Chiesa accompagnato dai suoi amici, da Ivan e dalla famiglia di quest’ultimo. Fuori dalla Chiesa era molto nervoso e si calmò in parte solo quando vide arrivare da lontano la sua futura sposa. Entrò in Chiesa ad attenderla all’altare e quando lei entrò al braccio di suo padre, accompagnata dalle note dell’organo, si sentì tremare le gambe dall’emozione. Joanna gli appariva bellissima, come un angelo che gli stava andando incontro per accompagnarlo in cielo. Anche se seguiva un’altra religione, Buck aveva accettato di sposare Joanna secondo il suo rito, ma lei gli aveva fatto promettere che quando avrebbe conosciuto suo fratello, avrebbero celebrato anche il rito kiowa. Joanna amava tutto di lui e voleva far parte anche delle sue tradizioni. Spesso gli aveva chiesto di raccontargliele e lei ascoltava con estrema attenzione, cercando di farle anche sue. Arrivati all’altare, il padre di Joanna la consegnò a Buck, la baciò e gli strinse la mano. “Sei bellissima e mi sento l’uomo più fortunato al mondo” Joanna sorrise ma non disse nulla, non ne aveva la capacità a causa dell’emozione. Buck gli sembrava bellissimo nel suo abito elegante con i suoi lunghi capelli neri che gli scendevano sulle spalle e con quei due occhi profondi che le scrutavano l’anima. La cerimonia iniziò, i due sposi si scambiarono le promesse e gli anelli e tra gli applausi dei loro cari furono dichiarati marito e moglie. Buck e Joanna si baciarono appassionatamente, dimenticandosi di essere in Chiesa, tra le grida di entusiasmo di tutti. Si recarono nella sala dei ricevimenti per i banchetti, mangiarono, si godettero la torta e ballarono tutto il pomeriggio. Joanna concesse un ballo a tutti i riders, a Teaspoon, suo padre ed il padre di Laura e lo stesso fece Buck con le donne. Molti curiosi si chiedevano chi fosse la bellissima ragazza con l’abito azzurro che ballava spesso con Kid ed ogni volta Lou era presentata come la cugina di Lou che era fuori per una corsa importante e sarebbe tornato solo la sera. Quando la festa fu terminata, Buck e Joanna furono accompagnati alla loro casa da tutti gli amici. Dopo averli salutati, come da tradizione Buck prese in braccio sua moglie e le fece oltrepassare la soglia. Chiusero la porta, salirono nella loro camera da letto e fecero l’amore tutta la notte. Il mattino dopo si svegliarono abbracciati e felici. “Buongiorno signora Cross, ha dormito bene?” “Buongiorno signor Cross, devo dire che ho preferito la parte in cui ero sveglia!” “Ma davvero? Allora direi di replicare!” e ripresero a fare l’amore. Rimasero a letto tutta la mattina e Buck insistette per preparare la colazione che portò in camera alla sua sposa. Nel pomeriggio, si obbligarono ad alzarsi dal letto perché dovevano preparare gli ultimi bagagli per la loro luna di miele. Sarebbero partiti la mattina dopo per San Francisco e la sera avevano organizzato una cena di saluto alla stazione. Quando arrivarono dai ragazzi e da Rachel, ripresero i festeggiamenti del giorno prima e Laura rapì per un po’ Joanna perché voleva sapere come fosse andata la sua prima notte di nozze. “Laura, certe cose sono private”, cercò di scherzare Joanna ma sapeva che non poteva sfuggire all’amica. Dopo essersi scambiate le confidenze come avevano sempre fatto, tornarono con gli altri e poi ognuno andò a dormire. Si sarebbero ritrovati al mattino per salutare la coppia. Joanna e Buck passarono di nuovo la notte a fare l’amore ed a fantasticare sulla loro vita insieme e la mattina dopo, salutati tutti, partirono per la loro destinazione. Come deciso, sarebbero stati una settimana a San Francisco e poi sarebbero andati sulle montagne a vivere a contatto con la natura. Buck le avrebbe insegnato alcune sue tradizioni e poi avrebbero raggiunto l’accampamento di Orso Rosso. I giorni passarono troppo velocemente. Durante la prima settimana, di giorno visitavano la città e la notte facevano l’amore godendo della reciproca compagnia. Stavano imparando a conoscersi sempre di più sia caratterialmente che sessualmente ed ognuno dei due cercava di far provare il massimo piacere all’altro. Erano così felici che anche quando qualcuno li trattava con disprezzo, scrollavano le spalle ed andavano avanti. La seconda settimana si trasferirono sulle montagne. Buck le fece far delle lunghe camminate immersi nella natura e spesso si riposavano sulle rive di un fiume o di un lago dove facevano il bagno isolati da tutto e da tutti e facevano l’amore appassionatamente. La vita sembrava meravigliosa e non avrebbero più voluto tornare. Buck si procurava il cibo cacciando ed allestiva dei rifugi di fortuna per la notte e Joanna si godeva i momenti in cui lo osservava muoversi con naturalezza a contatto con il creato. Gli ultimi due giorni raggiunsero l’accampamento di Orso Rosso. “Ben arrivato fratello, hai mantenuto la promessa. Tu devi essere Joanna” e la abbracciò. Joanna non si aspettava quell’accoglienza e ne fu stupita, ma poi si ricordò dei racconti di Buck sull’ospitalità degli indiani e ricambiò con affetto il saluto e l’abbraccio. Orso Rosso li invitò nel suo tepee e si fece raccontare della loro storia d’amore e del loro matrimonio e poi informò Buck della condizione del suo popolo. “Spero che non dobbiate affrontare troppe difficoltà a causa dei bianchi”, disse Buck. “E’ il nostro destino fratello” “Joanna vorrebbe celebrare il nostro matrimonio anche secondo le nostre tradizioni, ci onoreresti del tuo aiuto?” “Assolutamente sì, ne sono felice” Joanna lo ringraziò ed organizzarono la cerimonia per il giorno successivo. Joanna si sentì accolta dalla tribù come non avrebbe mai immaginato e la cerimonia fu molto sentita. Le donne avevano preparato un tepee per gli sposi e dopo i festeggiamenti, Buck e Joanna si ritirarono nella loro tenda dove espletarono i riti della tradizione e poi si unirono di nuovo come se fosse la prima volta. Joanna era felicissima di aver convinto Buck a portarla a conoscere il fratello, era un modo per sentirsi ancora più parte di lui e della sua vita. Il giorno dopo continuarono i festeggiamenti nell’accampamento ed il terzo giorno ripartirono. Buck abbracciò con forza suo fratello perché non sapeva se lo avrebbe più rivisto. La situazione con l’uomo bianco era sempre più difficile ed anche la guerra che era nell’aria non facilitava certo le cose. Anche Joanna abbracciò suo cognato e gli disse: “Sono onorata di averti conosciuto e spero davvero che ci sarà di nuovo occasione per un incontro” Orso Rosso la abbracciò e le rispose: “Grazie per aver reso mio fratello un uomo felice e sereno. Non lo avevo mai visto così in pace con se stesso” I tre si salutarono e Buck e Joanna ripresero il loro viaggio verso casa. Arrivarono al tramonto e si recarono immediatamente a casa loro. Avevano comprato due cavalli per il viaggio della seconda settimana pensando che una volta tornati sarebbero stati utili al ranch di Ivan. La maggior parte dei bagagli era stata spedita a Rock Creek ed avevano tenuto solo lo stretto necessario. Una volta entrati a casa, appoggiarono i bagagli all’ingresso e poi andarono a darsi una rinfrescata. Joanna preparò un bagno caldo ed i due si immersero con piacere nell’acqua della vasca, finendo inevitabilmente per fare l’amore. Joanna era appoggiata al petto di Buck con l’acqua che le arrivava quasi al collo e le loro mani erano intrecciate. Buck le chiese: “Allora signora Cross, soddisfatta della luna di miele?” Joanna si voltò e gli rispose: “Assolutamente signor Cross, ancora meglio di come me l’ero immaginata” e lo baciò appassionatamente. Uscirono dalla vasca, si rivestirono e si cucinarono qualcosa e dopo mangiato andarono a letto dove dormirono tutta la notte abbracciati: erano sfiniti. La mattina dopo si recarono alla stazione dove si erano dati tutti appuntamento per accoglierli. “Bentornati ragazzi!”, disse prima di tutti la madre di Joanna, mentre Laura stava già abbracciando l’amica. “Allora, com’è stata la luna di miele? Vi siete divertiti? Siete stati dal fratello di Buck? Racconta Jo” “Laura, lasciala respirare!”, ribattè Rachel. “Hai ragione, scusa Jo, ma sono ansiosa di sentire i tuoi racconti” Entrarono tutti nella baracca e durante il pranzo Buck e Joanna raccontarono il loro viaggio e risposero alle domande dei ragazzi e dei genitori. “E tu La? Sei pronta? Sabato è il gran giorno”, chiese Joanna. “Sono emozionatissima, non vedo l’ora di sposare il mio Noah “ e gli gettò le braccia al collo. Noah arrossì un po’. “Lou, hai pensato a come fare sabato?”, chiese Buck. “Ecco, mentre voi eravate via, ehm… è successa una cosa….”. Lou si fermò e guardò Kid. A Joanna non ci volle molto per spostare il suo sguardo dal volto dell’amica alla sua mano e lo vide: un anello di fidanzamento. “Oh mio Dio Lou, è quello che penso?” “Beh, sì, Kid si è deciso a farmi la proposta, ci sposeremo la settimana dopo Laura e Noah, quindi ormai tutti sanno che sono una donna, non devo più nasconderlo” Joanna si alzò ed andò ad abbracciarla dicendo: “Ma è fantastico! Sono veramente felice per voi! Quindi smetterai di cavalcare” “Beh sì, ma come ho già detto a Kid, non ho intenzione di dedicarmi solo alla casa, voglio trovarmi un lavoro dopo il matrimonio” “Mi sembra giusto, vero Kid?”, chiese Joanna maliziosa ed il ragazzo annuì, anche se non sembrava molto convinto. A Joanna venne un’idea: “Ehi, ma se venissi a lavorare da noi in negozio? Essendo sposate avremo sicuramente più da fare a casa ed una mano in più non può che essere ben gradita. Cosa ne dici Laura?” “Penso che sia perfetto, non so perché non ci ho pensato io. Lou?” “Beh, così su due piedi…” “Pensaci, avresti un lavoro e per di più lavoreresti con le tue amiche. Sarebbe divertente no?”, sottolineò Joanna. “Hai ragione, accetto volentieri. Kid?” “Penso che sia un’ottima soluzione, così non sarò troppo geloso…” “Oh mio Dio, Kid, cominci già prima del matrimonio??’” e tutti si misero a ridere. Buck e Joanna distribuirono i regali che avevano portato dal loro viaggio e poi tornarono a casa. Dovevano sistemare i bagagli e prepararsi a riprendere il lavoro l’indomani. Per le sue corse, Buck si sarebbe recato alla stazione poco prima dell’arrivo del corriere, per non deviare dal percorso. I giorni successivi furono ancora ben lontani dalla normalità perché fervevano i preparativi per i due imminenti matrimoni. “E tu Rachel, come va la tua storia con Ivan? Non pensate alle nozze?”, chiese un giorno Joanna all’amica. “Per ora no Jo, stiamo bene così, innamorati ma indipendenti. Un giorno si vedrà. La madre di Ivan non ne è molto felice ma anche lui è d’accordo con me, quindi per ora lasciamo le cose così. Arrivò in un battibaleno il giorno delle nozze di Laura e Noah che poi andarono in viaggio di nozze in California e la settimana successiva seguirono quelle di Lou e Kid che però non partirono perché volevano investire il loro denaro nella costruzione di una casa tutta loro che ancora non avevano. Le famiglie di Laura e Joanna avevano ritardato la loro partenza di una settimana per poter assistere anche alle nozze di Lou e Kid e quando arrivò il giorno del rientro, i tre ragazzi salutarono con nostalgia i loro genitori, promettendo che appena possibile avrebbero fatto un viaggio in Italia. I due padri ribadirono a Buck e Noah che se avessero avuto qualunque difficoltà a causa della guerra, la loro porta in Italia sarebbe stata sempre aperta. Non sapevano quanto presto avrebbero dovuto mettere in pratica questa soluzione. La vita delle due ragazze era molto felice: avevano il loro negozio e due uomini che amavano, si frequentavano spesso ed avevano degli amici meravigliosi, ma purtroppo presto dovettero tutti fare i conti con la guerra. Ad ottobre del 1861 il servizio del pony express venne sospeso a causa dell’utilizzo del telegrafo, più veloce in periodo di guerra. Cody si arruolò nell’esercito, Jimmy fece altrettanto, Ike andò a lavorare al ranch di Ivan, Teaspoon tornò a casa e lo stesso fecero Lou e Kid: si trasferirono in Virginia. “Promettici che ci scriverai e che ci terremo in contatto e che dopo la guerra torneremo a vivere tutti insieme, anche perché voglio che tu veda crescere tuo nipote”, disse Joanna a Lou il giorno della loro partenza. Joanna aveva da poco scoperto di aspettare un bambino, cosa che aveva reso Buck immensamente felice ma anche molto preoccupato. “Un nipote? Oh mio Dio, Jo, congratulazioni! Come stai? Buck, è meraviglioso!” “E ce lo dici così???”, protestò Laura. “Con tutto questo caos non trovavo il momento opportuno” Le donne si abbracciarono e salutarono tra le lacrime Lou e Kid. La sera stessa, a casa di Rachel, gli uomini ragionarono su cosa avrebbero fatto. “Tu e Noah potreste venire a lavorare insieme ad Ike al ranch con me”, propose Ivan. “Ti ringrazio, ma forse dovremmo prendere una decisione più drastica. Io e Joanna ne abbiamo parlato ieri sera e crediamo che sia giunto il momento di raccogliere l’invito dei genitori delle ragazze. Aspettiamo un bambino e per nulla al mondo vorremmo che nascesse durante l’orrore della guerra. Siamo stati dal dottore nel pomeriggio e ci ha detto che ora Joanna può affrontare questo viaggio, più avanti sarebbe molto pericoloso” “Volete andarvene anche voi?”, chiese Rachel. “Non abbiamo scelta, Rachel”, commentò Joanna, “non vorremmo andarcene e lasciare la nostra casa, gli amici e la nostra vita qui, ma con la chiusura del pony express Buck è senza lavoro ed anche se andasse a lavorare al ranch, le cose per lui potrebbero mettersi male vista la sua condizione. Non vogliamo che il nostro bambino debba soffrire a causa della guerra. Pensavamo di trasferirci in Italia e poi, quando questo orrore sarà finito, valuteremo se e quando tornare” “Oh mio Dio che disastro”, esclamò Rachel. “Laura, forse dovremmo seguire il loro esempio”, propose Noah alla moglie. “Lo credi davvero?”, chiese lei. “Sì, anch’io mi trovo nella stessa condizione di Buck. Nell’esercito non saremmo bene accetti e se mai le cose al ranch dovessero andare male, per noi due non sarebbe facile trovare un lavoro. Sei d’accordo?” “Forse hai ragione. Credo che dobbiamo scrivere ai nostri genitori il prima possibile”. “Noi partiremo prima. Scriveremo una lettera che annuncia il nostro arrivo ma non possiamo aspettare la risposta date le condizioni di Joanna. Se volete potremo partire insieme. Intanto, quando i loro genitori riceveranno la lettera, si attiveranno per trovarci un lavoro” “Oh Jo, il nostro bel negozio!”, lamentò Laura. “Lo so tesoro, ma niente ci impedirà di riprenderlo quando tutto sarà finito” “Potrei tentare di mandarlo avanti io mentre voi siete lontane. Con la chiusura del pony express e la partenza di tutti voi ragazzi, le mie giornate saranno molto vuote, quindi per me sarebbe un modo per starvi vicine anche da lontano”, propose Rachel. Le ragazze la ringraziarono e la abbracciarono. “Allora è deciso”, disse Buck, “ stasera scriveremo la lettera ed incominceremo ad organizzare la partenza, entro due settimane. Poi le cose per Joanna ed il bambino si complicherebbero” “Un bambino! Oh Buck, sembra ieri che eri un ragazzo così insicuro e spaventato ed ora stai per diventare padre. Sono orgogliosa di te” e Rachel lo abbracciò. “Ho avuto la fortuna di incontrare la donna giusta e voglio proteggere lei e la mia famiglia ad ogni costo, per quanto sia difficile lasciare questo posto che per me è stato così importante” Gli amici si separarono e tornarono alle loro case. Buck e Joanna fecero l’amore tutta la notte tra un turbine di emozioni: amore reciproco, gioia per la scoperta di aspettare il loro primo figlio, malinconia e nostalgia per quello che stavano lasciando, preoccupazione per il futuro ma con la certezza che insieme avrebbero superato tutto. Ivan e Rachel, rimasti soli, commentarono la decisione dei loro amici. “Lo dico con il cuore che sanguina, ma fanno bene a partire. Davvero Buck e Noah qui si troverebbero in grande difficoltà”, notò Ivan “Già. Che tristezza. Tanta fatica per costruirsi una vita e poi tutto si spezza da un momento all’altro” “Ma i legami veri resistono anche a distanza e quello che ci lega tutti quanti è qualcosa di indissolubile”. Rimasero per un po’ in silenzio, poi Ivan decise di parlare a Rachel di una cosa che gli stava a cuore da un po’, da quando la guerra aveva sconvolto le loro vite. “Rachel, tesoro, vorrei parlarti di una cosa” “Dimmi Ivan” “Con tutto questo caos generato dalla guerra, ho incominciato a sentire la necessità di definire bene alcuni capitoli della mia vita e ce n’è uno che mi sta particolarmente a cuore…” “Ti ascolto” “Ecco, vedi, so che entrambi finora siamo stati soddisfatti così della nostra relazione, ma ora, con quello che sta accadendo, sento la necessità di ufficializzare la nostra relazione. Rachel, io vorrei che tu diventassi mia moglie, vorrei che fossi una famiglia davanti a Dio e davanti alla legge. Se dovesse capitarmi qualcosa, almeno potresti beneficiare del frutto del mio lavoro, ma non è solo questo. Io ti amo e vorrei che diventassimo una famiglia a tutti gli effetti. Cosa ne pensi?” “Oh Ivan, non me lo aspettavo proprio” “Se non sei d’accordo non importa, possiamo continuare così” “No, hai ragione, voglio diventare tua moglie ed ufficializzare il nostro rapporto, è arrivato il momento di farlo” Ivan la strinse tra le sue braccia e la baciò appassionatamente. “Forse dovremmo sposarci prima della partenza dei ragazzi, cosa ne dici Ivan?” “Penso che mi hai letto nel pensiero. Domani lo comunicheremo agli altri ed organizzeremo per la prossima settimana, sei d’accordo?” Rachel annuì. L’indomani, le due coppie si trovarono per organizzare i preparativi della partenza e furono raggiunti da Ivan e Rachel che comunicarono loro la decisione presa la sera prima. “Congratulazioni”, urlarono in coro le due ragazze. “E’ una notizia magnifica”, commentarono Buck e Noah, “ credo che dovremo dividerci i compiti: noi uomini organizzeremo la partenza e voi donne il matrimonio” “Ottima idea tesoro”, disse Joanna e lo baciò teneramente. Così fecero. Laura e Joanna scrissero ai loro genitori ed aiutarono Rachel a trovare un abito e ad organizzare la cerimonia ed il ricevimento, mentre gli uomini organizzarono le tappe del viaggio ed iniziarono ad impacchettare tutto quello che potevano portare con sé, seguendo alla lettera le indicazioni delle loro mogli. Il matrimonio di Rachel ed Ivan arrivò senza che nemmeno se ne accorgessero: fu una cerimonia molto semplice ed intima, con pochi invitati ma tutti felici per la coppia. Cody e Jimmy, informati della notizia, erano riusciti a tornare per l’occasione e senza farsi sentire da Rachel ed Ivan per non rattristarli nel giorno del loro matrimonio, durante il ricevimento raccontarono gli orrori della guerra. “Tu e Noah fate bene a portare via le donne e ad andare in Italia, soprattutto con un bambino in arrivo”, disse Jimmy a Buck, prendendolo un po’ in giro per la futura paternità, “ le cose sono davvero messe male e la guerra è qualcosa che ti segna, un bambino non dovrebbe mai esserne coinvolto” “Lo so, è per questo che , seppur a malincuore perché lascio la mia casa, Rachel, Ivan e Ike, ho deciso di partire. Per fortuna ci sarà almeno Noah con me e questo mi farà sentire meno triste. Poi chissà, potremo sempre tornare una volta che questa tragedia sarà finita. Joanna e Laura hanno realizzato il loro sogno qui e non penso che vorranno rinunciarvi per sempre”, rispose Buck. “Beh, con dei bambini a carico sarà difficile che tornino ad occuparsi del negozio”, commentò Cody. “Non conosci Joanna: non rinuncerebbe mai alla sua indipendenza, anche se avesse 10 figli, sono sicuro che troverebbe il modo di organizzarsi” “Dieci eh? Vedo che ci date dentro voi due!”, commentò Cody prendendo in giro Buck che inevitabilmente arrossì. Era cresciuto, maturato e diventato un uomo, ma in questo non era cambiato: era rimasto il ragazzo riservato di sempre, soprattutto circa le relazioni private ed i suoi sentimenti. L’indomani, Cody e Jimmy salutarono tutti e ripartirono. La settimana successiva passò velocemente, troppo forse. Il giorno della partenza, Laura, Joanna e Rachel non riuscivano a smettere di piangere. Le due amiche raccomandarono a Rachel il loro negozio e le loro case e Buck abbracciò Ike con forza: per lui era come un fratello, avevano condiviso così tante esperienze, belle e brutte, che non avrebbero mai creduto che un giorno si sarebbero separati. “Tornerò Ike, te lo prometto”. L’amico lo strinse di nuovo a sé e quell’abbraccio valeva tutte le parole che Ike non poteva pronunciare. Le due coppie salirono sulla diligenza, non senza la promessa di tenersi in contatto il più possibile. La diligenza partì, portando via con sé una vita felice, piena di soddisfazione, amore e nuove meravigliose amicizie. Buck prese tra le mani il volto di Joanna che era in lacrime, lo baciò delicatamente e le disse: “Te lo giuro amore mio, torneremo e con i nostri figli riprenderemo la vita di prima, anzi, meglio di prima, perché avremo superato anche questo ostacolo che ora ci sembra insormontabile” Joanna si lasciò rassicurare da suo marito, si strinse a lui e si massaggiò il ventre: si ripromise che suo figlio sarebbe cresciuto nel luogo in cui i suoi genitori si erano conosciuti ed amati, lo giurava in cuor suo a quella piccola creatura che stava crescendo dentro di lei.
   
 
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