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Autore: Buckette    13/11/2023    0 recensioni
Jane sta tornando a casa ed è testimone di un atto terribile. Il suo discorso salverà la vita di Buck e darà vita ad una storia emozionante ma difficile che coinvolgerà anche persone del passato di Buck.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un uomo difficile Capitolo 13 Durante il viaggio di ritorno, Jane non proferì parola. Buck la lasciò tranquilla per un po’, per evitare di agitarla, ma dopo più di un’ora che non parlava, ruppe il silenzio. “Jane, tesoro, lo so che sei delusa da me ed arrabbiata, ma ti giuro che d’ora in poi potrai contare sempre su di me, non ti abbandonerò più. Tu ed il bambino siete la cosa più importante per me ed ora che siamo una famiglia, affronteremo tutto insieme”. Jane non rispose. “Per favore, parlami, non ti chiudere in te stessa”. “Cosa devo dirti Buck, sono così stanca di lottare per tutti e due. Mi hai sposata, no? Hai raggiunto il tuo obiettivo, ora lasciami riposare” “Non ho raggiunto il mio obiettivo, ma il nostro. Volevamo crearci una famiglia e questo è solo il primo passo. Se lo vuoi ancora, avremo il nostro matrimonio in Chiesa ed inizieremo la nostra nuova vita. Ti prego, perdonami” “Ho bisogno di tempo per riflettere, Buck, ora sono stordita da tutto quello che è accaduto. Vedremo cosa ci riserverà il destino”. Buck non la disturbò più. Si accamparono in una radura per mangiare qualcosa e Rachel si avvicinò a Jane: “Come stai tesoro?” “Mi sento svuotata ed apatica Rachel, ho bisogno di riposare e di riflettere”. “Ora che siete sposati, vedrai che andrà tutto bene”. “Non so se voglio più essere sua moglie, mi ha profondamente delusa e ferita. Se non fosse stato per il bambino, probabilmente non mi avrebbe più cercata. Come posso vivere con un uomo che non è abbastanza forte per lottare per la nostra famiglia?” “Jane, ci sono tante cose che non sai ancora di Buck e che potrebbero aiutarti a capire. Dovete parlare e chiarirvi”. “Ora no, Rachel, non ce la faccio. Quando saremo a casa vedremo”. Rachel non insistette. Poco dopo ripresero il viaggio e verso sera si fermarono in una città a poche ore da Rock Creek per trascorrere la notte. Quando arrivarono all’hotel, Rachel chiese una stanza singola, ma Jane la interruppe: “No, dormirò io con te, Rachel”. “Ma come Jane, è la tua prima notte come moglie di Buck!”. “Per me questo matrimonio non ha valore, è stato solo un espediente per non tornare in Italia, quindi è come se non fossi sposata”. Queste parole spezzarono il cuore di Buck che le aveva sentite. “Non preoccuparti, Rachel, va bene così, dormirò con Jimmy. Avremo tempo a casa di chiarire la nostra storia. Ha ragione, non è stato un vero matrimonio. Ci sposeremo ufficialmente sabato prossimo come previsto, voglio crederci”, la rassicurò Buck. Diede poi un bacio sulla fronte di Jane ed uscì con Jimmy sul portico. Quando furono in camera e si furono sistemate per la notte, Jane si avvicinò alla finestra della sua stanza, che sovrastava il portico, ed aprì i vetri perché le sembrava di non riuscire a respirare. Fu raggiunta dalle parole di Buck che si stava sfogando con Jimmy: “Ho paura Jimmy, ho davvero paura di averla persa questa volta. Sono stato un codardo, non ho avuto la forza di combattere per lei, di nuovo, ed ho preferito fuggire, come faccio sempre dopo Camille e Kathleen. Non posso pensare di non dividere la mia vita con lei e con mio figlio, ne morirei”. Jimmy provò a consolarlo: “Devi darle tempo, Buck, ha subito un trauma ed è come in uno stato di trance. Ha avuto paura di perdere il vostro bambino ed ha riversato tutta la sua rabbia su di te. Vedrai che col tempo, nella tranquillità della sua casa, considererà le cose sotto un’altra prospettiva ed alla fine ti perdonerà. Devi essere molto paziente, anche a costo di rimandare le nozze”. “Voglio che sia mia moglie più di ogni altra cosa al mondo, ma pur di riconquistarla, sono pronto ad aspettare quanto vorrà”. Jimmy gli diede una pacca sulla spalla e poi rientrarono. Rachel, che si era avvicinata alla finestra ed aveva sentito il discorso dei due ragazzi, disse a Jane: “Ti ama tantissimo, ha solo bisogno di credere di più in se stesso. Non prendere decisioni affrettate. Quando saremo a casa e sarai riposata, ti racconterò delle cose che potrebbero aiutarti a capirlo meglio e poi dovrai assolutamente parlarne con lui. Alla fine tutto si sistemerà” e la abbracciò. Jane la ringraziò ed andarono a letto. Jane dormì poco, le risuonavano nelle orecchie le parole di Buck. Soffriva nel vederlo così afflitto e sapeva che gli stava spezzando il cuore, ma anche il suo sanguinava. La mattina dopo, ripartirono e nel giro di qualche ora arrivarono a Rock Creek. Buck riaccompagnò a casa Jane e prima di salutarla le disse: “Ti amo Jane e troverò il modo di dimostrartelo. Tornerai a fidarti di me e saremo felici, te lo giuro”. “Vedremo, Buck, ora non me la sento di parlarne, voglio solo riposare.”. “Lo capisco. Posso venire a trovare te e nostro figlio nei prossimi giorni? Non escludermi dalle vostre vite” “Certo che non lo farò, Buck, comunque andrà a finire tra di noi, avrai sempre una parte importante nella vita di nostro figlio. Passa pure a trovarmi, ma lasciami spazio e tempo per riflettere”. “Lo farò”. La baciò sulla guancia e se ne andò. Jane si sentì morire, ma non era pronta a perdonarlo. Entrò in casa ed andò a riposarsi. Dormì per ore e poi cercò di riordinare nella sua testa gli ultimi avvenimenti e le sue sensazioni. Aveva bisogno di una prova da Buck per poterlo perdonare, qualcosa che le facesse capire che era davvero pronto ad impegnarsi per sempre. Doveva anche parlare con Rachel e capire a cosa si riferiva parlando del passato di Buck. Si ripromise che il giorno dopo sarebbe andata da lei. Non fu necessario, perché la mattina dopo, Rachel la raggiunse con Lou. “Come stai tesoro?”, chiese Lou abbracciandola. “Così e così, Lou. E tu ed il bambino?” “Oh noi stiamo bene e non vediamo l’ora di passare del tempo con te a preparare corredini e giochi per i due cuginetti”. Jane sorrise a questa idea. Le tre donne si accomodarono in salotto, Jane portò loro dei biscotti e poi chiese a Rachel: “Devo riordinare le idee. Mi hai detto che ci sono cose del passato di Buck che non so e che dovrei sapere e mi hai nominato Kathleen ed un’altra donna. A cosa ti riferivi?” Rachel raccontò a Jane come fossero andate veramente le cose con Kathleen la prima volta e l’umiliazione che Buck aveva subito a causa dello scagnozzo del padre di Kathleen. Jane rabbrividì a sentire quel racconto. Fu poi la volta di Lou che le raccontò la storia di Camille, una ragazza bianca allevata per un periodo di tempo dai Kiowa, promessa a Buck ma poi portata via dalla sua gente. Lou le raccontò che Buck si era sentito colpevole per non essere stato lì quando i bianchi l’avevano portata via e quando i due si erano rivisti, Camille, dopo che lui l’aveva salvata da un demone, gli aveva detto che non erano destinati a stare insieme. Per Buck era stato un nuovo colpo. Le due donne le raccontarono anche tutti i problemi che Buck aveva avuto a Sweetwater e Rock Creek prima della guerra e Jane si sentì morire. Ora capiva tante cose del comportamento di Buck ma si chiedeva perché lui non gliene avesse mai parlato. Si ripromise di chiarire le cose con lui quanto prima. Non dovette aspettare molto, perché mentre le due donne se ne stavano andando, lui arrivò. “Ciao Buck, come stai?”, gli chiese Lou. “Ho visto momenti migliori ma anche peggiori Lou”, le rispose. “Avete bisogno di parlare voi due ed anche di passare una serata senza pensieri. Sabato sera ci sarà un ballo in città, potreste partecipare e provare a divertirvi”, suggerì Rachel. “Oh no, non ne ho alcuna voglia, non sono certo dell’umore giusto per ballare”, replicò Jane. “Invece dovreste farlo”, intervenne Lou,” vi servirà per allentare un po’ la tensione”. “Non lo so Rachel”, disse Buck. “Non voglio sentire scuse, ci vedremo tutti là, non accetto un no come risposta”, intimò Rachel. “Se Jane è d’accordo…”, cedette Buck. “E va bene, tanto so che con te non possiamo scamparla”, acconsentì Jane. “Bene allora, è deciso. Vedrete che non ve ne pentirete”, sorrise la donna. Si salutarono e poi Jane fece entrare Buck in casa. I due erano molto in imbarazzo, ma poi Jane prese coraggio e gli disse: “Dobbiamo parlare, Buck, ma non solo di quanto è accaduto. Rachel e Lou mi hanno raccontato episodi della tua vita di cui tu non mi avevi mai parlato. Se vuoi che siamo una famiglia, devo sapere tutto di te come tu sai tutto di me. Non posso pensare di sposare un uomo di cui non so nulla se il tuo passato influenza la nostra vita. Apriti con me e fammi capire cosa ha passato il tuo cuore. Raccontami di Kathleen, di Camille, del colonnello amico di Teaspoon, di Tompkins, devo sapere tutto di te”. “Hai ragione, è ora di fare chiarezza definitivamente. Ti aprirò del tutto il mio cuore, come non ho mai fatto con nessuno, nemmeno con Ike”. Buck incominciò a raccontare a Jane tutta la sua vita, tutto quello che aveva passato alla missione ed a Sweetwater e Rock Creek prima della guerra. Raccontò dettagliatamente la storia di Camille e Kathleen e non le nascose nulla. Jane aveva le lacrime agli occhi e soffriva con lui. Stava incominciando a capire perché lui fosse così fragile, ma non poteva ancora abbassare le sue difese. Fu sincera con lui: “Buck, voglio dirti cosa provo senza mentire. Ora capisco meglio il tuo comportamento, ma ancora non riesco a fidarmi. Ho bisogno di una prova da parte tua, di qualcosa che mi faccia fidare di nuovo di te. Solo così potrò decidere cosa fare di noi”. “Lo capisco e farò di tutto per dimostrarti che sono cambiato”. Jane gli sorrise e per lui questo fu già un conforto. I giorni successivi trascorsero con tranquillità. Buck andava a trovare Jane appena poteva e la riempiva di attenzioni ed a lei faceva piacere che fosse così premuroso, ma questo non bastava, aveva bisogno di una prova più forte. La sera del ballo, lui andò a prenderla. Indossava una camicia bianca sotto la giacca nera ed aveva i capelli legati in una coda. Jane notò che era davvero bello. Lei indossava un vestito azzurro ed aveva i capelli semiraccolti. Non parlarono molto fino al loro arrivo in città e quando entrarono nel salone, Jane cercò di comportarsi come se fosse tutto normale, fingendo con chi le faceva gli auguri per il matrimonio che tutto fosse ormai deciso. Buck lo apprezzò: “Grazie per non aver annullato tutto e per non aver detto a nessuno che il matrimonio è in dubbio. Prima di sabato riuscirò a convincerti, vedrai”. “Sai di cosa ho bisogno, Buck, fino ad allora nulla è deciso”. Ballarono un po’ e poi Jane preferì riposarsi e raggiunse Lou, anche lei intenzionata a non stancarsi troppo data la sua gravidanza. “Allora Jane, hai deciso cosa fare?”, le chiese la donna. Jane sospirò: “No, Lou, non ancora. Vorrei lasciarmi tutto alle spalle e gettargli le braccia al collo, ma qualcosa dentro mi frena. Ho bisogno di una prova”. Lou la abbracciò: “ Vedrai che andrà tutto bene”. Verso la fine della serata, Buck attirò l’attenzione di tutti. Si schiarì la voce e poi, molto imbarazzato e teso, disse: “Signori e signore, scusate se interrompo il vostro divertimento, ma voglio dirvi due parole. Non ho ancora avuto occasione di parlare in pubblico di quanto mi è accaduto con Gibson e stasera, qui davanti a tutti voi, voglio ringraziare voi cittadini perché durante il processo mi avete sostenuto, ma soprattutto la mia salvatrice, la signorina Jane. Jane, per favore, puoi avvicinarti?”. Jane, molto imbarazzata, lo raggiunse. “Grazie. Come sapete, è stata lei a trovarmi ed a curarmi, andando contro tutte le convenzioni ed i pettegolezzi che potevano nascere sul suo conto: una giovane donna appena arrivata in città si mette in casa un uomo sconosciuto e per di più mezzo indiano. Non ha avuto paura di Gibson o del giudizio delle persone, ha solo seguito il suo istinto ed il suo nobile cuore, salvandomi così la vita e rubando piano piano anche il mio cuore e la mia anima. Sapete tutti che sabato prossimo sono fissate le nostre nozze. Voglio ora, qui davanti a tutti voi, esprimerle con estrema sincerità cosa provo per lei” e si voltò verso Jane. Lei arrossì violentemente e se avesse potuto, avrebbe infilato immediatamente la porta per fuggire, ma non poteva farlo, perciò si arrese alla situazione. “Jane, non finirò mai di ringraziarti per la tua infinita bontà, gentilezza e pazienza. Sono un uomo molto difficile da gestire e lo hai provato sulla tua pelle. Nonostante questo non ti sei mai scoraggiata e mi hai guidato passo passo verso la guarigione. Quando ci siamo innamorati, mi hai convinto a provare ad essere felice, anche se le mie esperienze passate e recenti mi hanno profondamente segnato e reso estremamente insicuro. Sei sempre stata la mia roccia da quando ti ho conosciuta e non posso più rinunciare a te ora che ti ho trovata”. Jane aveva le lacrime agli occhi: sapeva quanto costava a Buck parlare così a cuore aperto in pubblico. Gli aveva chiesto una prova e lui gliela stava dando, lottando contro il suo carattere e la sua natura. Questo le bastava per decidere di trascorrere la sua intera vita con lui, ma Buck aveva in serbo per lei un’altra sorpresa. Dopo aver pronunciato quelle parole, si inginocchiò davanti a lei, le prese la mano con l’anello e le disse: “Jane, ti ho già chiesto una volta di sposarmi e mi hai reso immensamente felice rispondendomi di sì. Ora voglio farlo di nuovo, qui davanti a tutti, così che la popolazione di Rock Creek possa essere testimone di tutto l’amore che provo per te. Vuoi farmi l’onore immenso di diventare mia moglie sabato e di costruirti una meravigliosa famiglia con me?”. Buck era teso come una corda di violino, perché non era sicuro che fosse questa la prova che lei voleva da lui, temeva di aver sbagliato di nuovo e di peggiorare la situazione. I suoi timori svanirono quando lei si inginocchiò accanto a lui e gli disse: “Sì, con tutte le mie forze sì” e lo baciò. Buck scoppiava di gioia e la aiutò a rialzarsi tra gli applausi e le urla di gioia di tutti. Si avvicinarono a loro tutti i conoscenti e le autorità della cittadina e poi Jane si lasciò andare in un lungo abbraccio liberatorio con Rachel, Lou e Teaspoon. Le danze ripresero e Buck portò Jane sulla pista da ballo, non osando parlare. Fu lei ad interrompere il silenzio: “Grazie Buck, so quanto ti sia costato farlo”. “Non sei arrabbiata?” “Arrabbiata? Tutt’altro, sono immensamente felice. Voglio lasciarmi alle spalle tutta questa brutta storia” “Allora mi sposerai davvero sabato? Non l’hai detto solo per salvare le apparenze? Sei convinta?” “Sì tesoro. Ora so che vuoi davvero un futuro con me e con nostro figlio, non avresti fatto quello che hai fatto altrimenti. So che è stato come forzare la tua natura e che l’hai fatto solo per noi. Sabato sarò tua moglie davanti a tutti ed inizieremo la nostra vita insieme, vedremo nascere il nostro bambino e ne faremo molti altri. Saremo felici ed affronteremo insieme le difficoltà che ci saranno, perché ce ne saranno, ma insieme possiamo farcela” “Sì, ora lo so” e la baciò teneramente. Ballarono ancora un po’ e poi Jane gli disse: “ Portami a casa, Buck, sono un po’ stanca. Ho voglia di tornare a casa tranquilla”. Lui le prese la mano, salutarono tutti ed uscirono. Buck guidava il calesse tranquillamente e Jane si attaccò al suo braccio, godendosi la sua presenza ed il suo profumo. Ad un tratto vide che prendeva la strada verso la sua casa e gli disse: “Dove stai andando?” “A casa tua, mi hai detto di portarti a casa”. “Intendevo nella nostra casa, sempre che tu non abbia cambiato idea. Dopo tutto per la legge siamo già sposati no? E ti devo ancora la nostra notte di nozze….” Buck sorrise e la baciò, poi disse: “Agli ordini, capo” e risero entrambi. Quando arrivarono a casa di Buck, lui la aiutò a scendere, lei aspettò che lui sistemasse il carro ed il cavallo e poi entrarono in casa mano nella mano. Senza dire nulla salirono al piano di sopra ed andarono nella camera da letto di Buck, quella che sarebbe stata a breve la loro camera da letto. Buck iniziò a spogliarla e lei fece altrettanto con lui. “Quanto mi sei mancata Jane” e la baciò avidamente. “Anche tu mi sei mancato, mi è mancata la tua bocca, il tuo profumo, il tuo corpo, ma dovevo essere sicura ed ora lo sono”. La adagiò sul letto e fecero l’amore ripetutamente per quasi tutta la notte e poi si addormentarono l’una tra le braccia dell’altro. Il mattino dopo, si svegliarono insieme e si guardarono negli occhi per un attimo senza parlare, incantati dall’essere di nuovo insieme. Buck poi le disse: “Allora, che piani abbiamo per oggi?”. “Beh, potremmo definire i dettagli della luna di miele ad esempio. Vuoi avvisare tuo fratello o vuoi fargli una sorpresa? Hai deciso?” “Vuoi davvero trascorrere del tempo nell’accampamento kiowa anche nelle tue condizioni?” “Certo, e perché no? Le donne kiowa non partoriscono figli? Tua madre come ha fatto allora? Se possono vivere loro in una tenda, posso farlo anch’io per un breve periodo.” “Sei incredibile, d’accordo allora. Quanto vuoi restare?” “Che ne dici di due settimane? Credo che abbiamo bisogno di staccare un po’ dalla quotidianità dopo lo stress degli ultimi tempi”. “Come vuoi tu amore mio. Voglio fare una sorpresa a Orso Rosso. Andrò però prima a controllare che il suo accampamento sia dove l’ho lasciato l’ultima volta, per non fare un viaggio a vuoto” “Bene, è deciso” Buck poi scese a preparare la colazione e gliela portò a letto. “Hai intenzione di viziarmi così per tutta la gravidanza o è solo per farti perdonare?” “Oh, non lo so, ci devo ancora pensare…”, disse con quel broncetto che lei adorava e che non potè trattenersi dal baciare. I giorni successivi furono frenetici ed il giorno delle nozze arrivò in un battibaleno. Buck venne raggiunto da Rachel, Teaspoon, Jimmy e Kid per aiutarlo a prepararsi ed a calmarsi, mentre Lou andò ad aiutare la sposa, seguita poi da Rachel che dopo aver aiutato Buck la raggiunse per gli ultimi dettagli. Quando Jane fece il suo ingresso in Chiesa al braccio di Teaspoon, Buck si sentì cedere le gambe da quanto era bella. Era presente quasi tutta la cittadinanza di Rock Creek. Il Reverendo celebrò la cerimonia e Buck e Jane si scambiarono le promesse e gli anelli tra le lacrime: anche Buck piangeva, era talmente felice di sposare quella donna che non riuscì a trattenersi. Dopo la cerimonia seguì il banchetto di nozze dove tutti si divertirono e mangiarono moltissimo. La sera, Buck condusse a casa la sua sposa, la prese in braccio e le fece varcare la soglia come da tradizione. Trascorsero tutta la notte a fare l’amore ed il giorno dopo partirono per il loro originale viaggio di nozze. Orso Rosso fu molto sorpreso di vederlo ma estremamente felice. Fece approntare all’istante un tepee per la coppia ed organizzò i festeggiamenti. Trascorsero due settimane meravigliose immersi nella natura, durante le quali Jane venne a conoscenza delle più belle cerimonie kiowa. Quando tornarono a casa, incominciarono ufficialmente la loro vita insieme. Jane scrisse una lettera ai suoi genitori comunicando loro la notizia della gravidanza ma non ricevette mai risposta. Ne fu addolorata, ma la sua nuova famiglia supplì alla mancanza dei suoi genitori. Quasi nove mesi dopo nacque una bellissima bambina, con i capelli della mamma e gli occhi profondi ed il sorriso del papà. La chiamarono Niabi, cerbiatta, per gli occhi meravigliosi che aveva. Seguirono altri figli negli anni successivi e la loro felicità non poteva essere più grande e completa.
   
 
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