Serie TV > I ragazzi della prateria
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Autore: Buckette    13/11/2023    0 recensioni
Jinny è una ragazza intraprendente che non si arrende mai nel difendere il suo amore
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
Era maggio inoltrato e le giornate a Rock Creek erano già calde ma quella mattina soffiava una leggera brezza che  rendeva l’aria piacevole. La diligenza arrivò puntuale come tutti i lunedì mattina, ma questa volta non trasportava molte persone, solo una coppia di anziani signori, un reverendo ed una ragazza dai tratti decisamente stranieri, con lunghi capelli biondi, occhi verdi ed un vestito color nocciola sgualcito dal lungo viaggio che probabilmente aveva affrontato.
“Rock Creek, siamo arrivati a Rock Creek. La diligenza ripartirà tra 15 minuti circa”, disse il guidatore che si guardò bene dall’aiutare la coppia di anziani e la giovane donna nello scaricare i loro bagagli. Aveva troppa sete ed appena annunciato l’arrivo, si era diretto dritto dritto al saloon per bagnarsi la gola. Toccò al reverendo offrire il suo aiuto ai viaggiatori, ma mentre la coppia di anziani si lasciò aiutare, la giovane donna ringraziò ma non volle disturbare oltre il reverendo. Lo salutò educatamente e si diresse verso l’insegna che indicava un hotel.
Entrata nella hall, venne accolta da un giovane uomo con gli occhiali ed i capelli neri, che con un gran sorriso le chiese: “Buongiorno signorina, posso esserti utile?”
“Oh sì, grazie, avrei bisogno di una stanza per favore”
“Certo, ne abbiamo proprio una che fa al caso tuo. Per quanto tempo alloggerai?”
“Oh non lo so, finchè non avrò trovato una casa tutta mia. Spero che non ci vorrà molto”
“Bene, benvenuta a Rock Creek allora e speriamo che tu ti trovi bene. Stanza 101, I piano, in fondo alle scale a destra. La colazione viene servita dalle 6.30 a.m., il pranzo dalle 12 a.m. e la cena dalle 6.30 p.m.”
“Grazie signore. Potresti farmi anche preparare un bel bagno caldo?”
“Certamente”, poi prese le sue generalità e le fece firmare il noleggio della stanza.
“Posso aiutarti con i bagagli?”, chiese di nuovo il ragazzo alla reception.
“No, grazie, non disturbarti, posso fare da sola”.
Arrivata alla stanza indicata, incominciò a disfare i bagagli, mentre una ragazza la raggiunse per prepararle un bel bagno caldo. Dopo il viaggio che aveva affrontato ne aveva proprio bisogno.
Quando la giovane fu uscita, si tolse i vestiti sgualciti e sporchi e si immerse nella schiuma che riempiva la vasca. Appoggiò la testa al bordo e si rilassò per un po’, poi prese lo straccio ed incominciò a togliersi di dosso la polvere e lo sporco.
Si sentiva rinata dopo quel bel bagno e si distese sul morbido letto per riposarsi un po’, ancora avvolta nell’asciugamano. Si addormentò e si risvegliò che era già passato mezzogiorno. Si affrettò a vestirsi ed a sistemarsi e scese a pranzo. Molti ospiti dell’albergo la guardavano incuriositi, intuendo forse che era straniera dalla sua pronuncia non perfetta ma a lei non importava. Era abituata ad essere guardata con curiosità a causa del suo comportamento non sempre conforme alle regole. Sperava solo di riuscire a trattenere la sua esuberanza in quella nuova città. Aveva bisogno di incominciare una nuova vita dopo che aveva lasciato l’Italia a causa dell’impossibilità di accettare  quello che la madre le chiedeva.
Jinny, il cui vero nome era Ginevra, ma che tutti chiamavano con quel nomignolo che lei adorava, non si era mai trovata in linea con il pensiero conservatore della sua famiglia. Non aveva nessuna voglia di sacrificare la sua vita per accudire un marito non scelto da lei, dei figli nati non per amore ma per tramandare il buon nome del buon partito che le avrebbero fatto sposare e soprattutto di restare sempre segregata in casa a svolgere faccende domestiche o a chiacchierare al tea delle 5 con le altre mogli frustrate. Voleva una vita diversa, eccitante, avventurosa e soprattutto indipendente. Non aveva mai manifestato le sue idee se non nei suoi diari segreti, ma quando era arrivata in età da marito, i suoi genitori avevano incominciato a farle incontrare degli uomini “adatti a lei”. All’inizio aveva provato a non contraddire i suoi genitori, credendo che se magari avesse incontrato l’uomo giusto, avrebbe anche potuto innamorarsi e la sua vita non sarebbe stata così monotona e piatta come quella di sua madre e di alcune sue amiche, ma dopo due o tre tentativi, suo padre si stava spazientendo e lei si sentiva sempre più soffocare, così aveva parlato chiaramente ed aveva detto che non era disposta a piegarsi a condurre quel tipo di vita. Ne era seguita una lite furiosa con i suoi genitori, ma poi aveva parlato a cuore aperto con suo padre, il più “moderno” dei due, ed avevano raggiunto un compromesso: sarebbe andata a stare in America per un anno e se fosse riuscita a realizzare la vita che voleva e ad incontrare l’uomo dei suoi sogni, loro avrebbero ceduto, in caso contrario, avrebbe dovuto tornare e sposare l’uomo che sua madre aveva già individuato per lei.
Jinny ci aveva pensato e le era sembrato un buon compromesso: se era destino, avrebbe incontrato l’uomo che l’avrebbe resa felice, in caso contrario, si sarebbe piegata al destino di tutte le donne ma almeno avrebbe vissuto un’avventura. Aveva aperto a caso la mappa dell’America ed il suo dito era finito su questa cittadina del Nebraska, Rock Creek. Un posto valeva l’altro, quindi aveva fatto i bagagli, suo padre le aveva dato la somma necessaria per il viaggio e per il primo mese, ma poi se la sarebbe dovuta cavare da sola.
Jinny era elettrizzata all’idea di questa possibilità che le era stata data, ma allo stesso tempo aveva paura di non riuscire a cavarsela. Non conosceva perfettamente la lingua ed il suo carattere troppo esplicito e diretto poteva essere un problema nella relazione con le persone. Fortunatamente aveva di che vivere per un mese e decise di fare le cose con calma: si sarebbe guardata in giro ed avrebbe cercato un lavoro onesto che le avrebbe anche permesso di avere una casa o in affitto o, se era fortunata, avrebbe potuto anche acquistarla.
Dopo aver pranzato, decise di andare a fare una passeggiata in città per vedere dove fossero i luoghi di prima necessità: l’ufficio del maresciallo, la Chiesa, l’emporio, la banca, l’ufficio postale ed altri negozi che le potevano essere utili.
Mentre faceva questo giro di ispezione, notò uno striscione appeso ai lati della Chiesa che annunciava un ballo di beneficienza per il prossimo sabato.
“Caspita, che bello, appena arrivata ho già l’occasione di partecipare ad un ballo. Potrò così incominciare a conoscere qualcuno e spero di farmi presto delle amicizie”.
Provò ad osservare gli abiti delle donne della città ed alcuni vestiti esposti nelle vetrine dei negozi per valutare se ci fossero delle differenze nella moda americana, ma notò con sollievo che le donne si vestivano come in Italia, perciò poteva stare tranquilla. Tra i suoi bagagli avrebbe sicuramente trovato l’abito adatto per il ballo di sabato.
Il giorno dopo si recò all’emporio per qualche acquisto ed il signor Thompkins, il proprietario, le chiese: “Sei nuova di qui signorina? Non ti ho mai visto”
“Sì, sono arrivata ieri in città e sto cercando di ambientarmi. Ho bisogno di un lavoro e di una casa, per ora sto in albergo ma se voglio rimanere, devo darmi da fare”
“Beh, se sento in giro qualcosa te lo farò sapere. Il mio nome è Thompkins”
“Piacere di conoscerti, io mi chiamo Ginevra ma tutti mi chiamano Jinny. Grazie per il tuo interessamento. Spero davvero di sistemarmi al più presto”
“Se andrai al ballo di sabato magari conoscerai un po’ di gente e sarà l’occasione per farti conoscere e sentire se qualcuno cerca una ragazza come aiutante”
“Ci andrò di sicuro, grazie”
“Di dove sei? Non che voglia farmi i fatti tuoi, ma il tuo accento non è di qui”
“No, infatti sono italiana, ma spero di migliorare la mia lingua soggiornando qui. Grazie signor Thompkins e buona giornata”
Thompkins la salutò e Jinny uscì soddisfatta: se erano tutti gentili come il proprietario dell’emporio, si sarebbe trovata bene.
Trascorse la settimana guardandosi un po’ in giro e cercando di essere cordiale con tutte le persone che incontrava. Ci teneva davvero a fare una buona impressione.
Il giorno del ballo, decise di indossare un vestito bianco e verde, dalla gonna ampia, le spalle scoperte e del pizzo che lo decorava. Raccolse sulle tempie i capelli e li fissò con dei pettini argentati. Ai piedi degli stivaletti color bianco, in tinta con il vestito ed una borsetta di raso verde. Decise di arrivare una mezzora dopo l’orario d’inizio, così da non rischiare di essere tra le prime persone e di non sapere con chi parlare.
Quando entrò nel salone, si mise in un angolino riparato da dove poteva vedere tutta la stanza ma nello stesso tempo si sentiva protetta dagli sguardi dei curiosi. Vide arrivare il reverendo che aveva fatto il viaggio con lei e d il signor Thompkins e li salutò educatamente.
Non passò molto tempo che venne avvicinata da un giovanotto tutto impettito che le chiese di ballare. Si sentì come stringere il petto e soffocare e decise di dare retta al suo istinto, quindi rifiutò la proposta. Non voleva trascorrere la sua prima serata ufficiale a difendersi dagli attacchi di giovanotti noiosi. Altri le si avvicinarono ma tutti ricevettero lo stesso diniego. Jinny scrutava attentamente tutte le persone nella sala ed aveva notato un gruppo di 7 ragazzi accompagnati da una donna e da quello che doveva essere il maresciallo dalla stella che portava sul petto. Notò che i ragazzi ridevano e scherzavano allegramente e che quasi tutti ballavano tranne due: uno dalla corporatura minuta che stava in disparte e spesso scambiava qualche parola con la donna e con un altro di loro, ed un ragazzo che attirò maggiormente la sua attenzione: era alto, dalla bella corporatura, con lunghi capelli neri, profondi occhi scuri ed un orecchino che pendeva da un orecchio. Aveva qualcosa di selvaggio che la incuriosiva. Da quando lo aveva notato, non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, era davvero un bel giovane. Guardava in modo apatico i suoi amici ballare con diverse ragazze, ma non si avvicinava a nessuna e nessuna si avvicinava a lui. Le sembrava molto strano che un bel ragazzo così non si divertisse con le fanciulle in sala.
Mentre lo fissava, per un attimo i loro occhi si incrociarono ma lei si affrettò a distogliere lo sguardo per evitare che lui si accorgesse che lo stava guardando.
I suoi pensieri furono interrotti da una proposta di un altro giovanotto, che declinò di nuovo con educazione. Venne raggiunta dal signor Thompkins che doveva aver notato il suo imbarazzo.
“Certo che se rifiuterai tutti i pretendenti, non avrai molte opportunità di farti strada qui”
“Lo so, hai ragione, ma ogni volta che un giovane mi si avvicina, mi sento come soffocare e non me la sento davvero di accettare di ballare con loro”
“Capisco, ma non puoi nemmeno rimanere qui nell’angolo per tutta la serata”
“Hai ragione, ma ho bisogno di ancora un po’ di tempo per ambientarmi”
“Buona fortuna allora”
“Grazie signor Thompkins”
Jinny sapeva che Thompkins aveva ragione, ma d’altra parte non voleva rimanere incastrata tutta la sera con dei giovanotti che il suo istinto le suggeriva che erano alquanto noiosi.
Istintivamente guardò di nuovo in direzione del ragazzo dai capelli scuri e lo trovò esattamente nella stessa posizione di prima.
Si decise a fare una pazzia: se doveva conoscere qualcuno, voleva iniziare da chi le comunicava qualcosa e quel bel ragazzo le comunicava qualcosa di molto forte.
Prese il coraggio a due mani e si diresse verso di lui.
Buck Cross, il ragazzo notato da Jinny, era uno dei 7 corrieri del Pony Express, il servizio di posta gestito dal maresciallo Teaspoon Hunter e dalla donna che Jinny aveva visto parlare con i ragazzi, Rachel Dunn. I suoi amici amavano i balli, ma lui non era particolarmente entusiasta di queste serate che passava regolarmente in un angolo a guardare gli altri divertirsi. Mentre si guardava intorno, aveva notato che era entrata una ragazza che non aveva mai visto, molto carina e quasi spaventata. Aveva pensato che non fosse di Rock Creek e che fosse qui di passaggio. Aveva notato che le si erano avvicinati diversi ragazzi, ma lei li aveva licenziati uno dopo l’altro e l’aveva trovato molto strano. Per un attimo i loro sguardi si erano incrociati e lui aveva sentito una strana sensazione nelle parti basse del suo ventre.
“Sei un idiota Buck Cross, una così puoi solo sognarla, non si interesserà mai a te”, si era detto maledicendosi per lo scherzo che i suoi sensi gli stavano giocando. I loro occhi si erano incrociati per un momento, ma, come a conferma dei suoi pensieri, lei aveva subito distolto lo sguardo.
“Ecco, nemmeno osa sostenere il mio sguardo, come ho potuto anche solo pensare per un momento…Bah, giuro che questo è l’ultimo ballo a cui parteciperò, Rachel o non Rachel”
Buck protestava sempre quando doveva partecipare a queste serate, ma Rachel era irremovibile, era convinta che prima o poi i suoi ragazzi avrebbero incontrato la donna che faceva al caso loro.
“Gli altri forse, certo non io”, Buck aveva provato a controbattere ma Rachel rispondeva sempre: “Abbi fede Buck, vedrai…”
I fatti però avevano sempre dato ragione a lui. I suoi amici avevano avuto qualche opportunità di tanto in tanto o per lo meno si divertivano ballando con le ragazze, lui invece, in quanto mezzosangue kiowa, stava sempre lì ad annoiarsi ed a bere un po’ di punch di tanto in tanto.
Era immerso nei suoi pensieri, quando all’improvviso sentì una voce femminile che si rivolgeva a lui: “Ciao”.
Si riscosse al suono di quel saluto, focalizzò lo sguardo sulla ragazza che aveva parlato e rimase interdetto: era la giovane che aveva notato prima. Un po’ impacciato, rispose al suo saluto: “Ciao”.
“Mi chiamo Jinny”
“Buck Cross, piacere di conoscerti Jinny”
“Ciao Buck. Non ti piacciono queste serate?”
“Perché me lo chiedi?”
“Beh, ho notato che non hai ballato con nessuna ragazza, quindi o non ti piacciono i balli o calpesti i piedi alle ragazze  e le fai scappare”
“Potrei dire la stessa cosa di te, anche tu non sei ancora scesa in pista”
“Touchè. Ma io ho una buona ragione, non sono di qui, sono arrivata da poco e non conosco nessuno”
“E chi ti dice che io non mi trovi nella stessa situazione?”
“Ti ho visto parlare con il maresciallo ed i tuoi amici, quindi conosci sicuramente più persone di me. Allora? La risposta?”
“Diciamo che queste serate non fanno per me”
“Quindi non ami ballare”
“Non ho detto questo”
“Come sei enigmatico! O forse ti sto disturbando e sono stata inopportuna, scusa”
Jinny temette di aver sbagliato ad avvicinarsi a lui.
“No, non devi scusarti, mi fa piacere parlare con te”
Jinny sfoderò un bellissimo sorriso rincuorata da quelle parole ed a Buck si sciolsero quasi le ginocchia. Si rendeva conto di essere stato un po’ rigido, ma non si aspettava proprio di essere avvicinato da quella bella ragazza. Provò a rimediare.
“E tu come mai hai rifiutato tutti quei giovanotti? Non sai che sono alcuni degli scapoli più ambiti di Rock Creek? Si aggirano a queste feste per trovare una ragazza di buona famiglia con una buona dote per consolidare la loro posizione”
“Meno male che li ho rifiutati allora. Non ho proprio voglia di avere a che fare con dei cacciatori di dote!”
“Devo dire che sei molto schietta! Quindi non hai intenzione di trovare uno scapolo di buona famiglia?”
“Non so come siamo finiti su questo argomento, comunque no! Il matrimonio per ora non è nei miei piani, a meno che non incontri la persona giusta ma sarà il mio cuore a guidarmi, non il conto il banca” e lo guardò nei suoi occhi scuri in cui si perse.
Buck si sentì di nuovo sciogliere di fronte a quegli occhi verdi vivaci che lo fissavano.
“Comunque non mi hai ancora risposto”
“Diciamo che non essendo io annoverato tra gli scapoli più ambiti, non conosco nessuna ragazza che vorrebbe ballare con me”
Jinny, senza pensarci, rispose d’istinto: “Oh beh io ne conosco una che sarebbe felice di danzare con te” .
Buck, incredulo, cercò di dominare l’emozione chiedendo: “Ah sì? E chi sarebbe?”, con un tono scherzoso.
Jinny, sentendo crescere il suo imbarazzo per non essersi saputa trattenere, decise di essere sincera e rispose: “Una ragazza che sta morendo dalla vergogna perché si è resa conto di essere stata molto sfacciata…”
Buck sorrise vedendola arrossire un po’ e la trasse d’impiccio: “Beh, vediamo se posso rimediare invitando io questa gentile ragazza a ballare! Andiamo, vuoi?”
Lei annuì, accettò il suo braccio ed iniziarono a danzare.
Per uscire dall’imbarazzo, Jinny disse scherzosa: “Beh, devo dire che non calpesti i piedi, quindi non è questa la scusa per non ballare”.
Buck sorrise e le rispose: “Infatti non ho mai detto che calpesto i piedi”
“Quindi non inviti le ragazze solo perché non sei ricco?”
“Per questo e perché sono sicuro che le ragazze di buona famiglia non vorrebbero danzare con me”
“Perché?”
“Perché sono mezzo kiowa”. Ecco, l’aveva detto.
“Ma sei serio?”
“Assolutamente”
“Beh allora sono molto stupide. Rinuncerebbero ad uscire con uno come te solo perché sei mezzo indiano?” e di nuovo Jinny si morse la lingua. Era proprio più forte di lei, le parole uscivano incontrollate dalla sua bocca.
“Beh, sì. Cosa intendi esattamente con << uno come me>>?”. Buck era curioso a questo punto. Era davvero particolare quella ragazza.
Nel frattempo la danza si era conclusa e ne era iniziata un’altra ma loro non se ne erano nemmeno accorti e continuavano a ballare.
Rossa in viso e con gli occhi bassi, Jinny si fece forza e rispose: “Di nuovo la mia sfacciataggine mi ha messo in difficoltà… Intendo che sei un ragazzo simpatico e…anche molto carino”
“Beh, grazie. Anche tu sei molto carina e ti ringrazio di avermi scelto come tuo cavaliere”
Lei sorrise e lui si sciolse di nuovo.
Finì anche il secondo ballo ed i due si fermarono un momento mentre si guardavano negli occhi senza parlare. Il loro scambio di sguardi fu interrotto da un ragazzo di colore che si avvicinò e rivolgendosi a Buck disse: “Ehi, amico, posso rubarti la dama per il prossimo ballo?”
Prima che Buck rispondesse, Jinny si affrettò a dire: “Mi dispiace, ma ho promesso a Buck tutto il mio carnet di ballo”.
Buck sgranò gli occhi e lei lo guardò implorante, tanto che lui, divertito, rispose: “Mi dispiace Noah, sarà per un’altra volta” e la rapì in una allegra danza.
Il ragazzo di colore, Noah Dixon, rimase senza parole e tornò dagli altri amici. “Non ci posso credere, mi ha semplicemente scaricato dicendo che ballerà con Buck per tutta sera”
Gli altri non esitarono a prenderlo in giro.
Mentre ballavano, Jinny disse a Buck: “Chissà che opinione ti starai facendo di me: ti ho avvicinato, ti ho invitato a ballare e ti ho obbligato a danzare con me tutta sera”
“In effetti una cosa così non mi era mai capitata in tutta la mia vita, ma non posso dire che mi dispiaccia”
Lei sorrise e gli rispose: “Scusa, ma con te mi sento tranquilla, so che non sei un cacciatore di dote” e scoppiò a ridere seguita da Buck che rispose: “Oh beh, questo assolutamente no”
“Anche perché cascheresti male, non ce l’ho proprio una dote”
“Allora andremo molto d’accordo”e risero entrambi.
“ Hai detto che non sei di qui. Da dove vieni?”
“Dall’Italia. Ho convinto la mia famiglia, mio padre più che altro, a darmi la possibilità per un anno di tentare la fortuna in America. Se riuscirò a sistemarmi bene, potrò restare, altrimenti dovrò tornare e sposare l’uomo che mia madre ha scelto per me”
“Oh oh, un fidanzato in Italia…”
“Assolutamente no, non ci siamo mai frequentati. E’ però uno scapolo ambito e mia madre vorrebbe combinare il matrimonio. Io mi sono sentita morire, mio padre l’ha capito e mi ha dato questa opportunità”
“E’ un grande uomo”
“Sì, lo è. E tu? Cosa fai per vivere?”
“Lavoro per il Pony Express. Vivo con i miei amici, il maresciallo e Rachel, la donna che si occupa di noi, alla stazione”
“Bene, così quando dovrò mandare delle lettere alla mia famiglia so a chi rivolgermi”
“Felice di aiutarti. Quindi vuoi sistemarti qui?”
“Sì, ma devo trovare un lavoro perché le mie risorse finiranno presto. Alloggio per ora all’hotel ma ho in mente di trovarmi una casa tutta mia”
“Hai già in mente qualcosa?”
“No, mi adatto ad ogni tipo di lavoro onesto”
“Vedrò di aiutarti se posso”
“Grazie, sei molto gentile” e continuarono a danzare per tutta sera cercando di conoscersi un po’ meglio.
I ragazzi amici di Buck incominciarono a commentare maliziosamente la situazione del loro compagno e Rachel, la più saggia del gruppo, disse loro: “Lasciatelo stare, per una volta che si diverte con una ragazza! Se vorrà, domani ci racconterà lui qualcosa. Vi proibisco di infastidirlo ora, è chiaro?”
“Signorsì”, risposero i ragazzi sull’attenti divertiti.
Quando si fece un po’ tardi e le persone incominciarono a lasciare il salone, Jinny disse a Buck, anche se a malincuore: “ Ora è meglio che vada, non sta bene che una ragazza sola vada in giro troppo tardi la sera”
“Ma tu non sei sola, se vuoi posso accompagnarti all’albergo”
“Lo faresti davvero?”
“Volentieri”
“Ti ringrazio Buck, sei molto gentile”
Buck la scortò fino all’hotel e quando furono sulla porta della stanza di Jinny, lei gli disse: “Grazie Buck per la bella serata, mi sono divertita molto”
“Grazie a te per avermi scelto come tuo cavaliere” e le fece il bacia mano.
Jinny arrossì.
Rimasero un momento in silenzio, poi Buck le fece una proposta: “Ti andrebbe domani di andare a fare un pic nic al fiume? Potrei mostrati un po’ i dintorni se ti fa piacere”
“Molto volentieri”, rispose emozionata Jinny.
“Vengo a prenderti qui alle 10?”
“Vieni pure alla Chiesa, andrò alla funzione prima”
“Molto bene. A domani allora”
“ A domani. Buonanotte”
“Buonanotte Jinny”
Jinny entrò nella sua stanza e si appoggiò alla porta senza fiato. Non poteva credere di aver strappato una serata a quel bellissimo ragazzo ed un invito per il giorno dopo loro due da soli. Era così emozionata che ci mise molto tempo ad addormentarsi e sognò tutta la notte di danzare con Buck.
Quest’ultimo tornò alla stazione quasi senza rendersi conto della strada che stava percorrendo. Non poteva ancora credere di essere stato avvicinato da quella bellissima ragazza che sembrava interessata a lui. Decise di prendersi tutto il tempo per godersi questo momento e sperava vivamente che potesse nascere qualcosa di bello.
Quando arrivò alla stazione vide la luce ancora accesa nella bunkhouse: sapeva cosa doveva affrontare. Fece un forte respiro ed entrò nella fossa dei leoni….
   
 
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