Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Segui la storia  |       
Autore: Non Molto    16/11/2023    1 recensioni
Freya Ackerman, chirurgo d'urgenza a servizio del Corpo di Ricerca e moglie del Capitano Levi, vi porta con lei in un viaggio colmo di avventura, amore, dedizione al proprio lavoro e legami fraterni.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levi Ackerman, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo II

Il giorno dopo: Rapimento fallito

 

830, Mitras.

Appoggiato al muro d’un edificio, Levi aspettava. Era la prima volta che percepiva la pelle scaldata dai raggi solari, ed era alquanto piacevole. Certo, raggiungere la superficie era una novità per lui, ma il ragazzino tentava di non deconcentrarsi. Sapeva che tornare a casa a mani vuote avrebbe comportato un’incazzatura micidiale da parte di Kenny, che l’uomo avrebbe poi sfogato sul suo volto o sulla sua schiena.

Si trattava di un lavoretto da niente, a dirla tutta. Un lavoretto da ritardati, credeva Levi. Sì, ne sarebbe stato in grado anche un bambino. Difatti, il giovane si chiedeva come mai Kenny l’avesse rifilato a lui anziché a Rajiv o a Sebastian. Rapire la rampolla di qualche nobile era una vera e propria sciocchezza, per Levi. In realtà, il ragazzino ci arrivava che la faccenda non poteva limitarsi a ciò. L’obiettivo di Kenny molto probabilmente era un altro, ma lui non sarebbe mai venuto a conoscenza di tali dettagli. Difatti, «i marmocchi non sono in grado di capire gli adulti», gli ripeteva sempre il vecchio.

Tutto ciò che aveva scoperto era che la ragazzina che avrebbe dovuto rapire e poi portare con sé nella Città Sotterranea si chiamava Freya, apparteneva alla famiglia nobile degli Chastonay ed era pazza. 

«È una marmocchia con i capelli biondi» gli aveva spiegato Kenny. «Dovrebbe avere tra i quindici e i sedici anni, come te. È una scienziata o qualcosa di simile, porta una tunica bianca lunga fin sotto al ginocchio. Frequenta l’università di Mitras, e per arrivarci attraversa un vicolo poco frequentato che t’indicherò. Tu l’aspetterai lì».

Levi non aveva ancora adocchiato nessuno che corrispondesse a tale descrizione, o meglio, non aveva ancora adocchiato nessuno. Il vicolo era deserto, probabilmente anche per l’orario: il sole aveva appena cominciato a sorgere.

Il giovane dovette aspettare un’altra manciata di minuti, prima di scorgerla. Era proprio come se l’era immaginata, la tipica figlia di un aristocratico: faccia pulita, animo puro, sembrava risplendere di luce propria. Guardava pudicamente a terra mentre camminava, e stringeva al petto una valigetta di cuoio.

Levi ghignò. Sarebbe stato così facile.

Lei lo superò, ignara. Il suo cacciatore fece leva contro al muro su cui poggiava per raggiungerla e, senza permetterle di allontanarsi ulteriormente, la bloccò portando una mano a coprirle la bocca e tirandola contro al suo petto. Le infilò poi un piede tra le caviglie tirando un calcio alla destra, con l’intento di farle perdere l’equilibrio. La giovane parve però inginocchiarsi di propria volontà: probabilmente aveva capito ciò che le stava accadendo, e aveva scelto di non opporre resistenza per non farsi ammazzare lì e subito. In fin dei conti era una scienziata, pensò Levi. Era gente sveglia, quella.

Anche Levi si accovacciò, tenendo la mano ancora premuta contro alle labbra di lei, sebbene in realtà non ce ne fosse bisogno: Freya non solo non aveva urlato, ma nemmeno si era lagnata con qualche mugolio o verso strozzato. Anzi, pareva assecondare pacatamente le azioni di Levi. Sembrava quasi… che lei lo stesse aspettando. Il giovane però decise di non dare troppa importanza a quest’idea, e di concentrarsi nel portare a termine il proprio compito.

Si affrettò a stringerla a sé per impedirle di muovere le braccia, e fece saltar fuori agilmente il coltello da uno dei passanti della cintura. Un istante dopo, la lama del pugnale premeva contro la gola diafana di Freya.

Levi spinse la testa di lei contro la propria spalla, così da esporle la gola. E, proprio allora, la guardò negli occhi

Erano occhi affilati, grigio-azzurri, freddi come il ghiaccio. Non erano occhi… umani.

Lei lo studiava con quegli occhi dal colore morto e pareva affascinata, genuinamente curiosa. Lui le stava puntando un coltello alla gola, e lei si mostrava affascinata

No, non erano occhi comuni, decisamente non lo erano. Erano glaciali ma, al contempo, al loro interno ardeva un fuoco inquietante, che provocò un brivido che andò a percorrere la figura di Levi, da capo a piedi. Erano semplicemente gli occhi di una matta, o c’era di mezzo anche la magia nera? Quegli occhi rivelavano la presenza di qualche demone in quel corpo all’apparenza così puro e candido, Levi ne era sicuro. 

Il ragazzo percepì l’istinto di correre via, voleva andarsene. Aveva paura, e lui non l’aveva quasi mai provata, la paura. 

Ancora pietrificato da quel bizzarro terrore, tolse di colpo la mano che premeva sulla bocca della ragazzina e fu allora, che lei parlò. Gli rivolse le sue prime parole, la sua prima domanda: «Tu sei il diavolo?» gli domandò con aria innocente, mentre quel fuoco colpevole continuava a scoppiettarle nelle iridi. La sua voce era melodiosa, incantevole. E con quegli occhi guardava Levi, lo studiava, penetrava all’interno della sua mente carpendo ogni suo segreto più intimo.

«I-io credo che lo sia tu», le parole sortirono dalla bocca del giovane senza l’intenzione di quest’ultimo di pronunciarle. O meglio, lui neanche le aveva elaborate. Le sue labbra avevano agito da sole.

Ulteriormente spaventato da tale avvenimento Levi balzò in piedi, abbandonando la sua vittima a terra. Indietreggiò lentamente, camminando all’indietro, e senza interrompere il contatto visivo con lei. Infine, si voltò e prese a correre.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: Non Molto