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Autore: Dioni    18/11/2023    2 recensioni
Secondo capitolo del crossover Inuyasha/Assassin's creed.
Sesshomaru,Ezio e Toran sono diretti Nella regione dell'Hokkaido,cuore gelido del nord del Giappone per investigare su Otsune,signora degli Ainu e degli yokai del nord che stranamente sembrano collaborare con gli umani e hanyou di quella zona.Ma altri motivi spingono il giovane cane a incamminarsi verso nord dove misteri e scoperte di vite passate lo trascineranno verso un passato misterioso che coinvolge le origini della sua razza e forse della sua famiglia. Ma nel presente un altra ombra si innalza sull'esistenza di Sesshomaru,già minacciata dalle mire dei templari. Il feroce signore della guerra Oda Nobunaga e sulle sue tracce in attesa di porre fine alla sua vita per motivi che solo lui conosce e che aspira a sottomettere l'intera isola del Giappone sotto il vessillo della sua casata,mentre il mondo si apre ad una nuova era di apertura agli stranieri e di industriosa modernità. Sesshomaru questa volta dovrà prepararsi al meglio per affrontare prove alla quale non era pronto ed affrontare un destino più grande di quanto potesse mai immaginare.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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In quello stesso istante,al castello della regina Otsune.


Spesso la maggior parte degli individui non si sofferma troppo sul passato,non solo il proprio,ma più in generale al passato come tempo andato e ormai perduto,di epoche che esistettero ed ora non esistevano più. Soprattutto gli yokai,con le loro vite longeve e i loro giorni simili ad un eterno presente fatto di battaglie,di guerre,di duelli e di ricerca del potere e chi più ne aveva più ne voleva,come gli ubriachi,che più bevevano e più volevano bere. Troppo di troppe cose e troppo in fretta,nonostante una vita lunga secoli,mostrare forza in un sintomo di onnipotenza,solo per poi perdere tutto in un battito di ciglia. Avere così tanto e alla fine restare senza niente. Ma ad Akira no, lui, paradossalmente, pareva modesto,per essere un dayokai. Vestiva sempre alla solita maniera,un kimono bianco,un hakama nero e tabi bianchi,sempre così,da quando aveva dato quella festa nella sua dimora la gente se lo ricordava così,anche perché era stato lui a scacciare gli assalitori del suo castello e che avevano colpito non solo lui e la sua proprietà,ma anche i suoi ospiti più illustri. Gli assassini,quanto era grato al loro assalto alla sua dimora. Il suo non era un pensiero ironico,era davvero grato al fatto che gli assassini lo avessero attaccato nella sua stessa casa,durante un evento pubblico e solo per uccidere lui,il gran maestro del ramo giapponese dell'ordine,più gli altri membri li presenti,molti di loro appartenenti alla classe nobiliare. Tra gli ospiti vi furono molte vittime e tutte incredibilmente,erano già un bersaglio designato per una lama celata. Alla fine della battaglia Akira chiese attentamente ai suoi sottoposti di fare una stima esatta delle perdite subite,sia tra le loro fila,che tra quelle degli assassini. Da entrambe le parti si sfiorava il migliaio di deceduti,tra guardie,nobili,guardie delle molteplici scorte personali e assassini compresi. Una vera mattanza. Ora godeva della stima di tutte le famiglie dei nobili presenti,il che creò il sostegno pubblico alla sua nuova casata e dove pubblicamente si incolpava per non aver svolto il suo pieno ruolo di castellano,sottolineando quello che aveva descritto come un fallimento nella difesa del suo castello e dei suoi invitati e nel frattempo stringeva accordi politici con le altre casate e nell'ombra,reclutava nuovi membri per l'ordine dei cavalieri templari e rinforzava la sua posizione con i vecchi membri tra gli yokai sotto la sua guida. Tutto pareva filare liscio per lui e le sue manovre. Ma era qui che adesso doveva stare attento,era qui,che rischiava di scivolare nel fallimento,ora che nella sua posizione era arrivato più in alto di prima. Sarebbe bastato un niente e avrebbe potuto perdere tutto. Non doveva farsi prendere dall'arroganza e ragionare a mente fredda e lucida,distaccato dal momento presente e osservare tutto quello che succedeva da più punti vista,analizzando e pianificando le prossime mosse a seguire e insieme ad esse,anche le possibili scappatoie in caso di fallimento e se anche quelle avessero fallito,anche le scappatoie delle scappatoie. La mente del maestro era una fucina di idee, sempre pronto a ragionare su un nuovo problema da risolvere,in parte per diletto e in parte,per necessità. Ed in quel momento,in quel preciso istante della sera era impegnato a risolvere un altro quesito e stavolta,solo per diletto. Come soddisfare l'autoproclamata regina degli ainu,che al momento si trovava piacevolmente infilzata sopra di lui? Beh, a questa domanda era piuttosto semplice rispondere. Colpire,colpire forte e con foga,come piaceva a lei. I movimenti pelvici di Akira,nonostante fosse sotto la regina,affondava dentro Otsune con tale forza che pareva un atto violento e brutale,tanto che per aumentare la potenza della spinta non esitò a portare entrambe le mani sopra i glutei di lei e nella foga dell'atto,la spingesse con forza verso il suo bacino,mentre lei,preda cieca della ardore e del piacere non solo urlasse senza ritegno ma piantò entrambe le mani nei pettorali di lui,duri come la pietra e iniziasse ad artigliare con tutta la forza che possedeva nelle braccia,un inezia se confrontata con quella del gran maestro e aprire fresche ferite sul petto,nel tentativo di squarciarglielo,tale era l'eccitazione,selvaggia ed incontrollata di quel sesso,più adatto a due belve feroci,che a due esseri senzienti. Poi,in un movimento veloce e inaspettato,uscì dalle membra di lei e in una rapida mossa,simile ad un movimento degno di un lottatore,le passò da sotto con agilità,proprie in mezzo alle gambe,la cinse con entrambe le braccia e senza alcuna delicatezza e da sempre da dietro la prese e la gettò sotto di se,cadendo di fianco e lui,con forza e precisione,la penetrò di nuovo e iniziò nuovamente a spingere,ma con il doppio della forza e della velocità e lei a quel punto,non seppe più come reagire. Spingeva,spingeva e spingeva,come un mostro disumano,tanto preciso quanto selvaggio e lei,si sentì bloccata sotto la sua ferocia. Colpiva ancora,ancora e ancora,sempre più forte,sempre più veloce e lei di pari passo,so faceva sempre più incontrollabile. E poi giunse la fine,in un esplosione di piacere primordiale,un autentica forza della natura. Era paragonabile ad un inondazione o ad un terremoto,tanto che Otsune tremava in preda al piacere ultimo che solo Akira sapeva procurargli. Tempo addietro in quanto regina,aveva messo alla prova numerosi guerrieri,sciamani,umano e non,chiunque fosse in grado di reggere a quella furia che lei stessa cercava nei suoi amanti,ma niente,nessuno era stato in grado di dimostrare quel potere che lei andava cercando nel furente e selvaggio atto del coito e quindi,non esitava due volte a scartarli quando andava bene e a sacrificarli,quando le cose si facevano veramente deludenti. Ed Akira,era stato l'unico a soddisfare questa sua brama di potenza animale,su tutta se stessa. Un uomo adatto a comandare e a farsi ubbidire senza che nessuno potesse dirgli di no e talvolta,anche lei si vedeva in quel ruolo di sottomissione assoluta...e le piaceva. Fino a quando lui supportava il suo dominio sugli ainu e di tanto avessero intrattenuto dei, rapporti diplomatici, come li chiamava Akira, gli avrebbe donato tutta se stessa,anche se questo avrebbe voluto dire essere dipendente da lui e dalle sue risorse,senza contare il fatto che l'avrebbe aiutata anche ad esplorare il misterioso passato del suo regno,per scoprire quali misteri nascondeva Ichiin attorno alla sua figura e a quello che aveva lasciato dopo di lui. Si,tutto filava liscio secondo i suoi desideri e meglio di così non poteva andare. Akira si piegò verso Otsune e la baciò come solo un amante esperto sapeva fare,per poi staccarsi a voler riprendere fiato,mentre lei lo fissava con occhi carichi di lussuria.

Anche questa volta hai soddisfatto con vigore questa regina. Saresti un re se solo lo volessi.”, disse lei sorridendogli ancora con ardore.

Se fossi un re non avrebbe senso che io sia qui semplicemente come ospite. E se dovessi scegliere se essere un ospite ben gradito o un re straniero su un trono che non mi appartiene mia cara,sceglierei volentieri la prima opzione.”

Adulatore.”

Lui si staccò dai lei e si alzò dal giaciglio di pelli animali,che era posto poco lontano dal fuoco e si diresse verso un basso tavolino d'avorio dov'erano state lasciate carne di cervo,semi di zucca e due tazze colme d'acqua,una delle quale venne svuotata per metà dal maestro templare,assettato dopo l'atto amoroso.

Ora non ci resta che aspettare di ricevere notizie da parte di Marsatap,così da poter scoprire cosa si cela sotto il tempio dei dannati Yuk.”

Yuk? La parola ainu per cervo,corretto?”

Si,voi del sud li chiamate Shika,anche quando vi trovate qui. Trovo insolente il fatto che tu sappia parlare la mia lunga e nonostante ciò,continui a parlare nella lingua di Yamato,in casa mia.”

Ma se facessi come vorresti tu,dovrei parlare in ainu per farti una cortesia e,ti toglierei il privilegio,oltre che la grazia,di parlare la mia lingua di fronte al tuo popolo,senza poter apparire più colta e saggia,di fronte al tuo stesso popolo,oltre che con la tua corte,di fronte ad uno straniero tanto ignorante quanto il sottoscritto.”

Spudorato,oltre che adulatore. Sei snervante quando fai così.”

Akira trattenne una risatina subito prima di bere ciò che restava dentro il bicchiere,appianando così la sua sete.

Lo ritengo un incantevole elogio. Ma tornando a noi,dobbiamo ancora discutere della natura della nostra alleanza e delle future prospettive riguardo ad essa. Questa collaborazione deve ancora dare i suoi frutti.”

Tutto il sesso che facciamo non è già un buon risultato?”

La promessa dell'orgasmo in se è un ottima motivazione per iniziare un rapporto di reciproco aiuto,ma è un premio che dura solo per l'attimo che si prova e poi,svanisce. Io intendo,qualcosa di più...pragmatico.”

E sarebbe?”

Una presenza permanente di alcuni fidati membri del mio ordine presso la tua corte e il loro intervento in politica,commercio ed esercito,appena ne formerai uno ufficiale.”

E in cambio?”

Truppe,risorse e aiuti in genere,quando più ti faranno comodo,anzi,in questo preciso istante diversi contingenti sono in arrivo presso il tuo castello è per vie che tu stessa controlli. Sono certa che abbia i mezzi per controllare personalmente che non mento.”

Otsune lo guardò dal letto soffermandosi piacevolmente sulle forme di Akira,grosso e forte, pieno di potenza. A prima vista e senza conoscerlo,pareva una montagna di muscoli con un bell'aspetto e nulla più,ma guai a cascare nelle apparenze e lei,lo sapeva bene.


La prima volta che lo vide era ancora una sciamana girovaga,una manciata di secoli addietro,intenta a spostarsi di villaggio in villaggio ad offrire i propri servigi in cambio di un pasto e di un posto dove passare la notte. Un giorno di neve abbondante e mentre percorreva una spiaggia del costa più a nord dell'Hokkaido vide un uomo,un dayokai,seduto sulla sabbia intento a guardare il mare mentre dei pescatori umani del luogo remavano in piccolo gruppo di imbarcazioni,piccole canoe da tre posti e giunti nel punto voluto gettarono le reti sperando in una pesca abbondante. Più si fece vicino e più confermò a se stessa che quello yokai era delle terre più a sud,l'odiata yamato,territorio dei popoli invasori,provenienti da oltre il mare occidentale. Lo si poteva vedere giù da come era vestito che non era un ainu e lei con atto di sfida gli si rivolse contro. Ricordava ancora quando gli disse,nella lingua della sua gente,che lui non doveva trovarsi li e che doveva andarsene,immediatamente e lui semplicemente la guardò un attimo,senza proferire parola,semplicemente le sorrise,la guardò ancora e poi si alzò e gli disse quelle parole,quelle esatte parole,che lei non avrebbe mai dimenticato,in ainu.

Sono giunto fin qui a far riemergere quel passato perduto ormai da tempo e non posso permettermi di tornare indietro. Le andrebbe di aiutarmi nella mia ricerca?”

Da quel giorno,la vita di Otsune cambiò.


Ed ora sedeva su un trono che lei stessa aveva rivendicato come suo,con l'aiuto di Akira e di quella grandissima fetta di ainu che covavano ancora un cieco rancore verso il popolo di Yamato,gli abitanti del Giappone più a sud,dove vivevano in territori più fertili e produttivi,dove pregavano altri dei,dove si erano impossessati di terre che per diritto appartenevano agli ainu e ai loro antenati e sulla avrebbero dovuto essere loro a coltivare il riso,a godersi il caldo sole dell'estate afoso e sempre loro a godere di ambienti più ospitali e accoglienti. E invece erano stati scacciati da popoli stranieri provenienti dalla terra ad occidente aldilà del mare, costringendoli a vivere al gelo,alle intemperie della natura più feroce e questo,nei secoli, ne erano usciti irrobustiti,rafforzati,incattiviti e più fanatici verso coloro che gli avevano fatto dono di quella regione selvaggia e inospitale. Sarebbero dovuti morire,ma ciò che avrebbe dovuto ucciderli li rese tanto resistenti,quanto il loro odio secolare, ed ora Otsune comandava su un popolo che era disposta a seguirla,a venerarla, a morire per lei,ad uccidere per lei e se necessario, a commettere qualunque atrocità che lei avrebbe detto loro di fare. Cos'erano gli ainu,se non un popolo devoto alla loro regina-sacerdotessa? E che cos'è un popolo devoto,se non argilla nelle proprie mani,da plasmare a proprio piacimento? Un popolo unito nella fede e nella rabbia. Quale terribile strumento nelle sue mani.

Io ti posso anche credere Akira,ma è un altra la cosa che mi preoccupa.”

E sarebbe?”

A che punto ti trovi con gli antichi scritti? Sei riuscito a decifrarli?”

Ah quelli,certo...”

Akira si girò verso Otsune osservandola con aria calma e disinvolta,mentre lei,non faceva nulla lo guardava come se si aspettasse delle notizie che soddisfacessero il suo carattere,turbolento e iroso.

Le mie ricerche sono ancora allo stesso punto. Mi riesce difficile trovare una chiave di traduzione riguardo a quella scrittura.”

A sentire quelle parole Otsune si alzò dal letto,mossa da uno scatto di nervosismo e si avvicinò ad Akira,puntandogli un dito sul petto.

Cosa? Com'è possibile che non ci riesci? Mi avevi assicurato che c'era la possibilità di tradurli. Mi hai mentito.”

Ho detto che c'è la possibilità,non ho mai accennato al fatto che sarebbe stato semplice o veloce. Questa lingua è andata perduta da migliaia di anni e forse non ha nulla a che fare con la lingua ainu. Per quello che né possiamo sapere potrebbe essere anche una lingua originaria di un altro luogo,addirittura di un altra terra. La vostra lingua non possiede un sistema di scrittura e anche se avesse delle correlazioni con l'ainu non potrei fare un confronto,appunto perché non ho nulla con cui fare un confronto,di alcun genere.”

E quindi che pensi di fare?”

Prima di tutto,direi che restare calmi è la prima cosa da fare ed anche quella fondamentale. E seconda cosa, necessitò di trovare altre prove,altre ricerche. Mi farebbe comodo che tu possa agevolare i miei tentativi di contatto con la tua gente.”

Che intendi con...contatto?”,chiese lei confusa.

Vedi...il fatto di essere tuo ospite nel castello,oltre che nel tuo regno,mi rende estremamente felice,ma,ritengo di essere mal sopportato dalla tua gente,non che la cosa mi urti e capisco la ritrosia di voi ainu verso la gente di Yamato come il sottoscritto e questo,purtroppo,non agevola i compiti che tanto generosamente compio in tuo favore.”

Ah si? E cosa faciliterebbe lo svolgimento delle tue mansioni,che tra l'altro sono anche le tue passioni?”

Necessito di tutta la collaborazione possibile da parte della tua gente. In parole povere Otsune, ho bisogno che questa gente non mi veda come una minaccia,ma piuttosto,come un fiero sostenitore della vostra causa,cosa,che collaborare con te dovrebbe agevolarmi nell'impresa.”

Ci fu un attimo di pausa e tra i due scese un silenzio che faceva più rumore di qualsiasi urlo. Lei sembrava irritata dalla cosa e lui al contrario,pareva come al solito,calmo e composto,rigido e paziente nella possanza del suo corpo muscoloso,come una statua,impossibilitata a non poter far altro che restare rigida.

Vedrò cosa posso fare...ma non ti garantisco il loro amore”,disse lei seccata.

Eccellente. Stavo anche pensando ad un altro problema che abbiamo in comune....”

Un suono di passi,proveniente dall'esterno della stanza,si avvicinava a loro con grande velocità. La porta di legnò si aprì e dentro la stanza si precipitò una delle due giovani sciamane di Otsune, presenti al sacrificio degli yoro.

Mia signora,mia signora porto notizie...”

La giovane umana si accorse troppo tardi che era entrata quando la regina e il suo ospite non erano pronti per ricevere visite,tanto che Otsune si coprì rapidamente con la coperta in pelliccia di cervo stesa vicino alla stuoia e Akira,restava al suo posto,impassibile,senza coprire la propria gloriosa nudità,lasciando alla vista della giovane sconsiderata un ottimo esemplare di yokai fin troppo audace da osservare in quell'istante troppo intimo,tanto che lei,dovette girarsi dall'altra parte,imbarazzata per l'accaduto.

Perdonate maestà,non immaginavo che foste impegnata,chiedo perdono.”,tentò di scusarsi la giovane sciamana con voce tesa.

Razza di stupida,come osi entrare nelle mie stanze senza nemmeno farti annunciare? Mi hai preso per una sgualdrina di basso rango? Dovrei farti bastonare per questo.”,disse Otsune con tono colmo d'ira e indignazione.

Perdonate mia signora,ma reco notizie urgenti,della massima priorità.”

Parla dunque e non perdere altro tempo.”

L'attacco alla gola del cervo dormiente è fallito”

Fallito?....come sarebbe a dire fallito? Marsatap dovrà rispondere di quanto accaduto”

Marsatap è morto.”

Morto?”

Si mia signora,durante l'attacco.”

In quell'istante Otsune sentì il vuoto attorno a se e un improvviso senso di svenimento stava per farla crollare a letto. L'offensiva era fallita e Marsatap era morto? Due disgrazie l'una dietro l'altra. Com'era possibile che due calamità si fossero conseguite in così rapida successione? Come? Come?

E più la regina se lo chiedeva,più un altra sentimento le si faceva strada verso la sua fragile sicurezza. Il respiro si faceva più veloce,il cuore iniziò a battere più forte,le zanne si snudavano e una forte energia proveniente dal suo corpo iniziava a manifestarsi attorno a lei,come piccole fiammelle bianche.

Chi è stato il responsabile di questa sfortuna?”

Hanno riferito che Urtak è giunto in soccorso del tempio durante l'attacco...”

Urtak? Urtak avrebbe fermato un armata intera da solo?”

Dicono che fosse accompagnato da un gruppo di forestieri,tre yokai,di cui uno yoro e due yokai vestiti come la gente di Yamato e un figuro aveva il capo coperto.”

Akira,che stava ascoltando con calma statuaria formulò un pensiero riguardo a questa faccenda. Un individuo già noto alla corte e altri quattro ad accompagnarlo. Uno yoro,due yokai del sud e un individuo dal capo coperto.

Signorina,per caso,sa se uno degli yokai aveva una lunga ,chioma argentea?”

Si signore. Pare che quest'ultimo sia precipitato dal cielo insieme al corpo del gran sciamano e che una volta a terra si sia rialzato.”

I sospetti di Akira erano fondati,Sesshomaru era intervenuto durante l'attacco e il suo contributo a giovato alla resistenza dei difensori. Era passato a malapena un mese dal loro ultimo incontro e subito si era messo a rovinare i piani della regina riguardo alla situazione con i clan ribelli. Doveva ammetterlo, la capacità del giovane inuyokai nel saper rovesciare e rivolgergli contro le sue aspettative lo rendeva un soggetto interessante agli occhi del maestro templare. Per Akira, Sesshomaru non poteva certo definirsi un individuo noioso,questo era certo,ma non si aspettava che interferisse nei suoi piani tanto presto e in maniera tanto efficace. Ora la situazione nell'Hokkaido si era fatta quanto mai interessante.

Fuori.”,disse Otsune più simile ad un ringhio trattenuto che alla parola pronunciata da una persona.

Ma signora,c'è ancora dell'altro...”

Ti ho detto...di andare...FUORI. SPARISCI DALLA MIA VISTA.”

Urlo della regina pareva un ordine emanato da uno spirito maligno,tanto che la giovane sciamana scappò via in preda alla paura che aveva per la maestra. Otsune era famosa tra la sua gente per molte cose,ma tra queste,non vi era la pazienza. Lanciò via la coperta in pelle di cervo,si alzò dal letto e fece pochi,ma furiosi passi verso Akira,puntandogli un dito contro il petto muscoloso mentre attorno a lei le luci iniziavano ad ingrandirsi e al contempo facendosi tanto più luminose,quanto minacciose,mentre la regina,lo guardava dritto negli occhi con uno sguardo feroce,degno della più furente tra le bestie nelle sue selvagge terre.

Tu,dannato energumeno è tutta colpa tua.”

Akira all'accusa non cambiò espressione rimanendo piatto e perfettamente calmo,impassibile,come la pietra di fronte alla furia della tempesta.

Mia? A cosa ti riferisci nello specifico mia cara?”

Quel cane,Sesshomaru,c'è lo hai portato tu qui. Deve aver saputo che sei qui,nella mia terra è adesso,si è alleato con Urtak per spodestarmi,sapendo che raggiungendomi arriverà anche a te. Hai portato il nemico alla soglia del mio trono. Razza di stupido buono a nulla.”

Calmati adesso è ragiona a mente fredda. Anche se fossi io il suo obbiettivo e tu fossi nel bel mezzo del suo percorso per raggiungermi,come dici tu,cosa ti fa pensare che non mi esporrei in prima persona per difendere il tuo trono,ma soprattutto, te Otsune? Politicamente il tuo appoggio alla mia causa favorisce i miei obbiettivi e i miei mezzi,favoriscono i tuoi. Quindi, perché mai dovrei condurlo a te,quando voglio esattamente che sia lui a venire da me?”

Otsune non seppe come rispondere a quella affermazione per nulla celata,restando sbigottita e confusa,tanto da non sapere cosa dire.

Mi spiego meglio. Io non solo voglio che mi raggiunga,ma che sia io,l'esclusivo obbiettivo del suo viaggio fino a qui,in questa terra gelata e lontana dalla civiltà,affinché sia lui a raggiungermi,ma, con le dovute precauzioni e le dovute condizioni,che siano a me,o meglio a noi, più favorevoli. E poi, non sei curiosa di vedere in volto,il cane che così stranamente,secondo le antiche cronache,avrebbe il volto del primo re,della quale hai tanto bisogno la conferma per legittimare il tuo potere?”

La rabbia di Otsune fece posto poco alla volta alla confusione che si faceva sempre più spazio nella sua mente,mentre al contrario Akira appariva come un uomo con le idee ben chiare,tanto che la sua lucidità di mente pareva tanto lampante da farla sentire stupida.

Che stai dicendo? Spiegati immediatamente.”

Credi davvero che lui sarebbe venuto qui solo per uccidere me? Oppure,ritieni opportuno pensare che gli assassini non gli avrebbero rivelato certe verità e che lui,non sarebbe venuto ad indagare di persona? Non trovi curioso,come il figlio di Inutaisho sia così somigliante,ad un uomo vissuto millenni prima che gli ainu mettessero piede in questa landa dalla natura incontaminata? Un po' troppe coincidenze riguardo a questa storia,non trovi? E poi,le prime storie riguardanti gruppi di cani con la tendenza di vivere in branchi organizzati sono originarie proprie dell'Hokkaido. Ora ti è più chiara la faccenda, mia cara?”

Vorresti dire,che Sesshomaru sarebbe un diretto discendente del primo re degli yokai?”

Non ho prove certe riguardo a questa teoria,ma i pochi indizi in nostro possesso suggeriscono che tale ipotesi non sia così campata per aria. Ma senza una traduzione dell'antica lingua non posso confermare questa supposizione ed entrambi sappiamo,che la risposta si trova nei testi che mi hai consegnato,perciò, resta solo una teoria.”

Otsune tolse il dito dal petto di Akira,si girò e si diresse verso le proprie vesti.

Devo agire al più presto,il mio trono è in pericolo...”,disse lei mentre si rivestiva della pelliccia di lupo che aveva indossato durante i riti sacrificali, “Devo reclutare più uomini,più seguaci...guerrieri,sciamani,dovessi anche praticare la più oscura e la più atroce tra le arti a mia disposizione,non permetterò che un usurpatore si impossessi del trono che io stessa ho faticato a creare. Ho creato il mio regno dalle ceneri di una leggenda, ho riunificato un popolo sotto una sola ed unica fede, io riportato alla luce gli antichi culti considerati proibiti al posto dove meritano di restare. Non lascerò che un cane sconosciuto,con la sua sola presenza distrugga tutto quello che ho costruito.”

Non credo che sia qui per reclamare un trono.”

Non ha importanza cosa credi tu o cosa voglia lui. Se gli ainu iniziassero a pensare che le rivolte nella regione siano giustificate e dovessero guardare a lui come una figura da seguire allora deve essere schiacciato al più presto.”

Otsune,ormai rivestita e dimentica del precedente atto con il maestro templare iniziò ad incamminarsi verso l'ingresso,con quanta ira e timore si poteva leggere negli occhi della potente sciamana,mescolate,come mai ad Akira era capitato di vedere da tutto il tempo che la conosceva.

Andrò ad emanare nuovi ordini per la creazione di nuovi proseliti e di nuovi amuleti,non esiterò ad usare tutto il potere a mia disposizione per uccidere il curioso bastardo che si è intrufolato nel mio regno...”

Ma prima di uscire,con passi svelti e pesanti si girò verso Akira e lo fissò dritto nei suoi occhi,d'oro e d'argento,con un imperiosità con la quale una regina si rivolge ad emissario straniero.

Ricordo ancora quando mi hai mostrato quel libro,quel giorno,dopo l'attacco al tuo castello è se è vero quello quello che ho visto,ebbene sappi che sto facendo un favore al mio popolo,oltre che all'intero creato. Posso solo chiedermi come i suoi genitori siano riusciti a non farsi prendere dall'impulso di ucciderlo quando era ancora nella culla.”

E fu dopo quest'ultima frase colma di cattiveria uscì definitivamente dalla stanza,lasciando indietro un Akira completamente nudo,in compagnia dei suoi pensieri e dei suoi problemi. Si mise nuovamente nella stuoia,ancora odorante della foga del sesso selvaggio appena consumato,o meglio,del simulato sesso selvaggio. Anche durante l'atto,come sempre del resto,Akira non si era mai lasciato andare alla pura crudezza dell'atto in se,l'azione dell'accoppiamento per lui,seppur piacevole e ben apprezzato,non era mai una cosa fine a se stessa,specie con Otsune. Otsune era la chiara dimostrazione di quanto una persona colma di potere,comincia a vedere in chi non apprezza il suo operato e automaticamente un nemico da abbattere,possibilmente da sottomettere. Qualunque fosse la motivazione della regina degli ainu,come lei si era dichiarata,spesso dimenticava chi l'avesse aiutata ad elevarsi al di sopra delle masse selvagge e incredibilmente fedeli alle loro tradizioni ancestrali, per divenire quella che da tempi lontanissimi era considerata un autorità suprema. Sempre al di sotto dei Kamui ovviamente. Akira non dubitava che questa alleanza portasse i suoi vantaggi,ma si chiedeva se fosse destinata a durare, i due erano troppo diversi, lei aveva un carattere più selvaggio e indomito,lui al contrario aveva sempre dominio di se,anche quando sembrava sull'orlo delle sue emozioni,era sempre se stesso. Mai slegato dal proprio autocontrollo,mai vacillante sulle proprie emozioni. Continuo equilibrio tra forza e disciplina.

Io conosco la risposta a questa domanda Otsune,ma sono certo che non crederesti alla risposta.”,disse tra se e se il maestro templare.

Ma non era questa la cosa importante che gli premeva in quel momento. Ora che il tempio della gola del cervo dormiente non era stato conquistato poteva dire addio alla possibilità di trovare informazioni utili sulle sue ricerche e tuttavia,il fatto che fosse stato Sesshomaru a giungere tra i rinforzi,insieme a quel famoso Urtak che Otsune tanto temeva doveva ammettere che non se lo sarebbe mai aspettato che facesse gioco di squadra così in fretta con uno dei locali,mentre per i due yokai che lo accompagnavano una era certamente Toran,il nuovo capo clan delle pantere mentre lo yoro era certamente Koga, capo tribù di una delle poche comunità degli yoro del sud che restano ancora in vita e per finire,un assassino. La seconda apparizione di un assassino così a nord era la conferma alle sue preoccupazioni riguardo il nuovo fronte sulla quale l'eterno con i loro eterni avversari si stava appena svolgendo. Se il sacro suolo degli Shika era stato difeso anche da loro voleva dire che il luogo molto probabilmente nascondeva più di quanto potesse immaginare. Ma un solo assassino in compagnia di Sesshomaru? Certamente non un novellino questa era evidente,che fosse un assassino esperto,addirittura un maestro? Che potesse essere Yuki? Oppure Hanzo? Non aveva informazioni per supporre tale teoria e gli pareva strano che un maestro assassino si mettesse in viaggio,da solo,in una terra tanto ostile,anche se questo avrebbe spiegato un attacco tanto audace ai suoi danni il giorno prima. Non lo sapeva,non né era certo,gli servivano informazioni e non è restando li seduto a non far niente che avrebbe migliorato la sua situazione. Doveva verificare personalmente l'andamento dei progressi. Si rivesti con calma ed uscì dalle stanze della regina,dalla quale oramai era ospite fisso da molto tempo e si ritrovò subito a percorrere una galleria scavata nella roccia,come molte altre in quella zona,tutte a formare i diversi accessi e i numerosi percorsi collegati della quale aveva saputo fare una mappa con il solo ausilio della memoria,esplorando il luogo solo un paio di volte. Un luogo tanto intricato che era stato scelto appositamente nei tempi antichi per piazzarci una corte quasi impossibile da conquistare. Uscito dalle gallerie si trovò subito in un ampia piazza sotterranea a cielo aperto,illuminata dalle numerose torce presenti in tutta l'area e i fiammeggianti altari dei kappa che pregavano e invocavano il nome di Uchi, dio del fuoco, dalla quale chiedevano potere e protezione e loro in cambio,bruciavano tutto quello che potevano offrirgli,legno,piante,animali,nemici, a volte, anche loro stessi,cosa curiosa,in quanto le poche volte che un kappa decideva di immolarsi sulla fiamma non sempre era dettato dalla necessità,quanto piuttosto da una fede cieca e folle. Non li capiva,ma forse non li capiva nessuno. Di tanto incrociava la servitù di Otsune e gli sciamani al suo servizio e per sicurezza si chinavano all'ospite straniero,più per non far irretire la mistica sovrana che per rispetto verso l'ospite proveniente da Yamato,ma lui avanzava senza curarsi troppo di queste sottigliezze da castello ed era stupito che un popolo tanto più legato ad un territorio in gran parte occupato da villaggi rurali e comunità nomadi,tentava al proprio meglio di vivere sotto Otsune come un popolo dotato di un governo stabile e ben consolidato,quando in realtà c'erano problemi da tutte le parti a minare il potere della potente sciamana. Ribelli,sia tra gli umani che tra gli yokai,in particolar modo gli yoro, l'imposizione di pregare un forma primitiva e sanguinaria del culto dei kamui,che lei stessa aveva instaurato e che si scontrava con quella ben più consolidata nella tradizione più classica e molto meno violenta presente nell'Hokkaido, che era parte del motivo per i gruppi di rivoltosi di non andare contro la regina, poi c'era una serie di dinamiche legate al fatto della legittimità del potere della regina stessa,in quanto non c'erano prove che le permettessero di regnare come gli antichi sovrani degli yokai e la cosa era ancora oggetto di dibattito,perché niente sosteneva che Otsune,per quanto potesse essere una sacerdotessa molto potente non era una regina, eppure,con l'ascesa al potere di questa donna semi-sconosciuta in quella terra aveva rafforzato il senso d'orgoglio di quel popolo ancestrale le cui radici si perdevano dalla notte dei tempi, aveva spinto con il proprio verbo di sangue e morte che i kamui si vergognavano di cos'erano diventati nel corso dei secoli da quando erano stati scacciati dagli stranieri giunti da oltre il mare,più di mille anni fa e che era giunto il momento di riprendersi ciò che loro apparteneva di diritto e se lo sarebbero ripreso, con la violenza,la morte e con ciò che ci fosse di peggio a loro disposizione. Per questo i sacrifici,per questo gli amuleti e con essi anche gli aberranti e fanatici seguaci di fuoco,di pietra,di sangue e di qualunque cosa dalla quale Otsune potesse trarre un qualche vantaggio,non importava la provenienza,l'importante che gli fosse utile. In questo assomigliava ai numerosi uomini di potere del sud che tanto odiava,ma del resto,quelli che comandavano a sud,facevano come in qualsiasi altro parte del mondo conosciuto. Nulla di nuovo sulla vera natura del potere,quello che cambia e l'efficacia con la quale si gestisce e il metodo di Otsune dal punto di vista di Akira,non era dei più brillanti. Passò la grande area a cielo aperto e passò altre gallerie e altri passaggi sotterranei,dov'erano presenti numerose pitture rupestri di vario genere e rudimentali opere d'arte degli ainu,come vasellame,pelli animali esposte alle pareti e idoli votivi ai lati dei passaggi,messe in bella mostra a chi passava da quelle parti,come ostentazione di sfarzo e di lusso. Un tentativo assai grossolano di imitare la grandezza dell'antica corte di Ichiin,della quale si decantavano uno splendore e un senso di evoluta civiltà che gli abitanti di quelle terre in realtà non avevano mai verificato di persone,ma sulla quale di certo fantasticavano molto su come potesse essere fatta una corte reale come quella dei primi regnanti,anche se di regnanti, all'infuori di Otsune, gli ainu, non li avevano mai visti e quindi, quando pensavano a come fosse fatta una regina,guardavano a lei. Infine arrivò all'ingresso del castello di Otsune,l'entrata della grande grotta dalla quale erano usciti gli yoro che furono sacrificati quello stesso pomeriggio,con molte guardie,tra cui molte donne,armate di lancia e del piccolo scudo di legno caratteristico del loro equipaggiamento e a rinforzare i numeri molti giovani volontari desiderosi di unirsi ufficialmente ai ranghi della potente sciamana. Akira si guardò attorno e vide la figura di una donna,una giovane serva vestita con il tradizionale e comunissimo ruunpe,un vestito decorato con motivi ornamentali su di uno caldo strato di cotone blu,giallo o rosso,molto utilizzato dagli ainu. Questa pareva essere un umana, e aveva il capo e la fronte coperte da due fasce di stoffa decorata,simile ai motivi che aveva sul vestito ed era intenta a portare sulla schiena una cesta,colma di fiori e altre piante invernali e si muoveva a passo lento,ma deciso,come se fosse in preda alla fatica,senza curarsi di andare nella stessa direzione di Akira. Poi,quando la ragazza passa accanto al templare barcolla da un lato facendo cadere la cesta ai piedi rovesciando tutte le piante a terra e lui,statuario,la ignora,come se nemmeno esistesse,mentre lei,di fretta e furia,rimette tutto dentro la cesta con gesti rapidi e convulsi,poi si inchina di fronte allo yokai e se ne va,ancora più velocemente di prima,lasciandosi dietro lo straniero. Akira non si gira a vedere l'umana andar via,sente che in una manica del kimono c'è qualcosa di sottile e liscio al tatto,leggero,come la carta.

Eccellente Hana,davvero eccellente.”

Akira aveva fatto bene ad uscire poiché la sua intuizione parve essere corretta. Avrebbe controllato la lettera più tardi,sapendo che anche se la sua Kunoichi era li nell'Hokkaido allora voleva dire che anche le sue truppe di rinforzo per Otsune erano giunte in quelle terre. Tutto stava andando come Akira voleva e anche se l'assalto all'antico tempio degli shika era stato solo un intoppo temporaneo nella piccola guerra civile di Otsune per Akira e la presenza templare in quelle terre non cambiava niente. Aveva previsto anche l'intervento di Sesshomaru negli eventi della regione,ma non aveva considerato che si sarebbe rivelato fin da subito così efficace e ciò,poteva essere un problema,anche perché se la sua alleanza con le pantere e gli yoro era confermata era dubbioso sul fatto che si fosse unito alla fratellanza degli assassini e accettare un credo così radicale,come se gli appartenesse. No, Sesshomaru non era un idealista e meno che mai con chi non si poteva fidare completamente,tanto quanto gli assassini,tanto quanto verso di lui. Lui lo sapeva,lo conosceva da sempre,fin dal primo vagito,fin dalla prima manifestazione del suo vero potenziale. Ma era tardi per rimuginare su quel dilemma vivente che era il figlio di Toga e dedicare ciò che restava del suo tempo prima di andare a coricarsi per la notte,sperando che Otsune si fosse calmata almeno un poco. Avrebbe fatto due passi nei dintorni,immergendosi ancora una volta in quella cultura che tanto destava il suo interesse,sia per la sua passione che nella speranza di trovare una risposta al mistero dei segni che tanto lo tormentava. Quella sera sentiva che il vento d'inverno gli venisse contro più forte del solito. Che fosse Kagura che gli intimava di stare lontano da Sesshomaru? Mah,chissà.

  
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