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Autore: syila    21/11/2023    1 recensioni
Il Palazzo d'Estate non aveva un centro.
Come il delta di un fiume, una volta oltrepassato il grande portone laccato, si disperdeva in mille rivoli tra padiglioni, terrazze, ponti e giardini che s'inerpicavano sulle pendici della Montagna di Giada fino a perdersi oltre il velo leggero delle nebbie.
La luce crepuscolare in cui era sempre avvolto quel lembo del Reame degli Spiriti lo rendeva ancor più irreale; i suoi edifici galleggiavano nel vuoto, circondati dall'aureola delle lanterne, mentre i drappi delle casate che li avevano abitati nei secoli sventolavano al capriccio della brezza, come grandi vele di seta sfilacciata.
A Leng Ye Xue quel luogo aveva sempre ispirato un senso di decadenza e malinconia, era un'eredità del passato di cui non aveva mai avuto troppa cura; a differenza dei suoi predecessori, non aveva mai fatto nulla per ingrandirlo o abbellirlo.
Era anche abbastanza certo che ci fossero alcune stanze in cui non aveva mai messo piede.
Dei vivaci schiamazzi lo distolsero dalla contemplazione della luce lunare che inargentava i tetti d'ardesia; probabilmente il suo ospite aveva scoperto lo stagno delle anatre.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Bagliori d'Oriente'
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Capitolo XXXII
Nel corso della sua vita l’uomo non conosce il proprio spirito; dopo morto, dimentica il proprio corpo.

Passano gli anni
svanisce il roseo volto,
col passo del dolore
s'imbianca la mia chioma;
allo specchio, stamane,
di quello scrigno aperto,
mi credei un altro,
incontrai un ignoto.
Li Ch'ung-ssu
“Ho capito bene? La Prima Signora vuole organizzare una...”
“Festa! Una piccola festa per a-Ling!”
“L-lui è...”
“Un fantasma! Naturellement questo lo so, ma dove sta scritto che gli spiriti non possono divertirsi?”
“A-Ling è...”
“Timido? So anche questo, non devi preoccuparti maestro Leng Ye Feng, sarà una cosa per pochi intimi; dopo un inizio un po' movimentato vogliamo che si senta parte della comunità di Serannian, almeno finché deciderà di rimanere.”
“Io non credo che non sia una buona...”
“L'idea è stata di Sophia, appena ha saputo che il suo Principe ha un amico speciale ha espresso il desiderio di conoscerlo; vuole dargli il benvenuto, non è un pensiero dolcissimo?”
Il Signore degli Shen rispose con un sospiro; trattare con la Prima Signora era impossibile.
Figurarsi rifiutare un invito, specie se nascondeva il minuscolo zampino della Piccola Tigre.
Le obiezioni dell'Immortale si azzeravano quando c'era di mezzo Sophia; Alaric lo aveva già notato e non mancava di rinfacciargli la sua parzialità nei confronti della marmocchia.
Lo avrebbe fatto anche stavolta, perché la piccola Leukotes aveva un animo così puro e altruista che diventava difficile negarle qualcosa.



“E se si spaventa? Io non voglio spaventarla...”
“Non succederà, Sophia è già entrata nel flusso magico, ha visto più creature sovrannaturali lei in tre anni scarsi di vita che tu in quattrocento...”
“I-io ho visto moltissime creature! Certo dalla maggior parte mi sono tenuto a debita distanza.”
Callisto ridacchiò, a-Ling era un fantasma atipico, diverso da quelli in cui incappava di solito.
Aveva poco o nulla delle entità sinistre che abitavano le dimore infestate e, se si escludeva il freddo gelido del suo tocco, non riusciva nemmeno ad essere inquietante.
La sua estrema prudenza gli aveva consentito di sopravvivere ai pericoli dell'Oltretomba, dove spiriti così deboli diventavano manovalanza per spettri e necromanti malvagi.
“Comunque la più orribile vive alla torre... dorme fino a mezzogiorno, si nutre di cibo spazzatura, veste in modo sciatto, contesta Gege su ogni cosa e ciondola fino a sera definendolo un lavoro!”
Il Maestro della Morte, sapendo che alludeva ad Alaric, scoppiò a ridere.
Era stato proprio lui ad offrirgli alloggio, dopo aver appurato che la convivenza alla torre era molto difficile e l'apprendista lo aveva spaventato, minacciandolo di chiuderlo in un cofanetto intrappola-spiriti, se fosse andato di nuovo a svegliarlo all'alba.
“Parli del diavolo...” disse, indicando un gruppetto di persone fermo davanti all'ingresso principale del palazzo.
A-Ling controllò la tenuta dell'acconciatura e mise in ordine le pieghe dello shenyi; la veste funeraria blu orlata di bianco era l'abito più prezioso che possedeva nel suo esiguo corredo di oggetti spettrali.
“Anche il venerabile maestro di a-Feng ha indossato l'hanfu, è davvero un'occasione molto importante...” mormorò intimidito vedendo Ye Xue abbigliato con un sobrio abito tradizionale nero.
Lui e il mentalista facevano pendant e la figura lunare di Yun Bai sembrava splendere nell'hanfu scuro in cui era avvolta.
Le signore invece indossavano abiti semplici dai colori neutri; grazie ai giochi di pieghe e drappeggi apparivano agli occhi del fantasma come esili ed eleganti colonne di marmo.
A-Ling aveva visto quei vestiti sui libri di storia occidentale, che a-Feng teneva in biblioteca.
Aveva imparato moltissimo seguendo da lontano l'Immortale, inoltre aveva appreso il francese e questo facilitava la comunicazione con Callisto.
“Vestono come gli antichi greci...”
“Lo ha suggerito Lachesi, nemmeno io ed Alaric abbiamo avuto scelta...” spiegò il mago, sistemando la camicia che scivolava da tutte le parti.
Nelle sue intenzioni doveva richiamare il chitone maschile, però il risultato somigliava ad un lenzuolo rincalzato male.
“Apprezzeranno lo sforzo...” rispose il fantasma, con un sorriso serafico.
“Ehi! Non è gentile da parte tua!”
“Ho detto la verità!”



“Ecco l'ospite d'onore!” trillò la Prima Signora vedendoli arrivare.
Quasi subito tra gli strati di stoffa sbucò la piccola Sophia, anche lei abbigliata con un grazioso peplo rosa.
“Dov'è? Vedo solo zio Callisto!”
Ye Feng accennò ad indicarglielo, ma Ekto fu rapida nel fargli segno di aspettare; si accoccolò accanto alla figlia e le sussurrò: “Ricordi quello che ti ho spiegato sui vari tipi di aura trésor? Adesso qui ce n'è una un po' diversa da quelle che già conosci, trovala, lì c'è a-Ling.”
La bambina annuì, aggrottò la fronte concentrandosi sulle direttive della madre e infine puntò il ditino in direzione del Maestro della Morte.
“È accanto allo zio.”
“Una lezione di magia durante una festa? Insolito!” mormorò Ye Xue all'amante.
“Ogni occasione è fronte di crescita e apprendimento per un mago, Gege.” rispose Yun Bai “Potrebbe non essere la cosa più strana a cui assisterai stanotte...”

“Sophia diventi ogni giorno più brava, di questo passo non potrò insegnarti niente quando sarai grande!” esclamò l'occultista “A-Ling ti sta salutando, è contento di conoscerti e gli dispiace che tu non possa vederlo.”
“La mamma ha detto che lo vedrò più tardi, prima facciamo merenda tutti insieme!”
“Merenda?” chiese lo spirito preoccupato “Loro sono al corrente che i fantasmi non mangiano il cibo comune?”
I Signori degli Shen, altrettanto perplessi, spostarono l'attenzione dallo spirito alla Prima Signora.
“Si è occupata di tutto Lachesi, vogliamo raggiungerla? Ci aspetta nel giardino d'inverno insieme alla mia sorellina.”rispose l'interessata, senza scendere nei dettagli.
Al menzionare Tessitrice del Caos il viso di Ye Xue si contrasse in una smorfia infastidita, che gli costò una gomitata nel fianco da parte dell'amante.
Le serbava ancora rancore per il modo in cui aveva officiato il rituale del filo rosso, mandandoli allo sbaraglio in una dimensione eterea e pur non dicendolo apertamente la considerava una tremenda megera.
Sophia intanto aveva preso in consegna Alaric e Ye Feng, precedendo gli altri all'interno del palazzo.
Il resto degli invitati li raggiunse quando i saluti di rito si erano già conclusi e la padrona di casa sorrise nel notare l'aria sconcertata dell'Immortale e dell'apprendista.
“Immagino che Lachesi vi abbia già spiegato in cosa consiste la... merenda.”
“È una pratica...” iniziò Ye Feng e subito s'interruppe.
Aveva intercettato la figura della Maestra Nemesi protesa su un grande braciere, che fungeva da griglia.
La giovane maga, nel restituirgli lo sguardo, infilò le mani nude nel fuoco ed iniziò ad attizzare le braci con estrema calma.
Questo gli fece riconsiderare le parole con le quali esprimere il suo disappunto.
“È una pratica inusuale in oriente.” concluse cauto.
“Ti assicuro che funziona per ogni tipo di entità, a qualsiasi dimensione spirituale appartenga maestro Leng, inoltre mi risulta che anche voi onoriate i defunti offrendogli del cibo.” ribatté la Tessitrice.
A differenza delle signore presenti indossava un peplo bruno dalle pieghe rigide, che accentuava l'austerità sacerdotale della sua figura e l'impressione che fosse una nota stonata, completamente estranea a quell'ambiente mondano.

“Si, però evitiamo di sgozzare capretti e arrostirli...” sentenziò in un bisbiglio affilato il Signore degli Shen.
“L'energia di una creatura vivente è più vigorosa di quella contenuta in una ciotola di riso.”rispose Lachesi, per nulla toccata dall'ostilità dell'orientale “Anche se ti appare come una pratica barbara, il sacrificio è la forma più diretta per ristabilire l'equilibrio tra il mondo dei vivi e l'oltretomba; a-Ling è debole e ha bisogno di forza per rimanere ancorato a questo piano dell'esistenza, sempre che tu voglia averlo vicino.”
Durante il discorso Ye Feng non era riuscito ad evitare lo sguardo della donna, che era arrivato a scrutare le pieghe più segrete della sua anima, dove nascondeva i fatti sanguinosi di una eternità maledetta.
La Tessitrice aveva scoperto quanto fosse complesso e contraddittorio il suo legame con Ling-Ling o non avrebbe pronunciato quelle parole.
Era questo che aveva spaventato tanto il mentore e solo adesso, provandolo di persona, riusciva a capirlo.
“Non ci pensiamo proprio a dargli il benservito!” esclamò d'impulso Alaric.
Il fatto che avesse preso le sue difese, dopo averlo praticamente cacciato dalla torre, stupì i presenti e lui per primo.
“Nel senso che...” si corresse “Ye Feng è il suo Gege, è una faccenda importante, diglielo anche tu maestro Sheng!”
Yun Bai, chiamato in causa, sorrise e chinò il capo.
“Essere Gege è una grande responsabilità; sono dei preziosi punti di riferimento per i pupilli e il loro legame dura tutta vita, spesso anche oltre.”
“Prendo per buone le vostre spiegazioni, sebbene abbia alcune riserve...” rispose Lachesi, lanciando un'occhiata obliqua a Ye Xue, a cui l'Immortale replicò con un broncio offeso “Ma in questo momento l'importante è nutrire la volontà di a-Ling.”



L'interessato non aveva assistito al battibecco, il profumo che saliva dal braciere lo aveva attirato e con molta cautela si era avvicinato all'indaffaratissima fuochista.
“Sembra squisita...” disse, mentre una sensazione che pensava di aver lasciato nelle sue spoglie mortali cominciò a tormentargli lo stomaco.
La carne sulla brace aveva un aspetto succulento e lui si era accorto di essere affamato.
“Il merito è di Lachesi, io mi occupo solo della griglia...”
L'interpellata prese ad agitare un ventaglio di foglie di palma intrecciate convogliando il fumo nella sua direzione.
“Assaggia, dovrebbe essere cotta ormai!”
Tra le mani del fantasma il fumo si condensò, prendendo la forma di un grosso stinco. “La Potente Signora del Telaio è in grado di fare anche questo?” chiese stupito sgranando gli occhi “Devo ringraziarla e ringrazio anche te Damigella Custode del Sacro Braciere!”
“Voi orientali fate troppi salamelecchi, mangia o si fredda!” esclamò Nemesi “Damigella... tzè, nessuno mi ha mai chiamato così...” bofonchiò contrariata.
Tutti gli invitati consumarono una porzione di carne, perché la condivisione era parte della cerimonia come aveva spiegato la Tessitrice, anche Sophia piluccò dal piatto dei piccoli bocconi che la Tata le aveva preparato.
Ye Feng, forse per non offendere le usanze della casa o forse perché aveva visto Ling-Ling divorare con gusto l'intera offerta, seguì il loro esempio.
“I maghi occidentali usano metodi tanto discutibili quanto efficaci.” gli sussurrò il mentore e lui, a malincuore, fu costretto a convenire.
“Avrei dovuto occuparmene io. Pensavo che sarebbe bastato accendere qualche bastoncino d'incenso in sua memoria, davo per scontato che un'anima così onesta e gentile si fosse reincarnata subito e invece...”
“A-Ling ha messo nel sacco entrambi.” s'intromise il mentalista “Due potenti Signori degli Shen burlati per decenni da un piccolo, timido fantasma...”
“Yubi non infierire!”



Il mago ridacchiò, attirando l'attenzione della Prima Signora, che li aveva sentiti confabulare in cinese.
“Se siete d'accordo proporrei di avviarci, la sala dello Specchio d'Argento si trova in un'altra ala del palazzo.”
“Uno... specchio?” chiese Ye Xue aggrottando la fronte.
“È uno specchio magico, vero?” gli fece eco Alaric con la sicurezza del primo della classe.
“Bien, ovviamente. Ho promesso a Sophia che avrebbe visto a-Ling, credo sia lo strumento più adatto.”
“È opera del Dottor Tersilius?”
“No è...”
“Un oggetto di famiglia.” intervenne Nemesi “Rivela il vero aspetto di coloro che decidono di specchiarsi e di solito è una cosa che alle creature della notte non piace, bisogna avere fegato per provarlo!”
“Nem, trésor, nessuno sa mettere gli ospiti a proprio agio come fai tu...”
Il rimprovero della Prima Signora venne incassato dalla giovane maga con un sorriso lusingato, mentre l'informazione sortì effetti molto diversi tra i presenti.
Al contrario di Yun Bai e Alaric i Signori degli Shen si chiusero in un silenzio preoccupato, mentre Callisto e Lachesi rimasero del tutto indifferenti.
“Non abbiamo oggetti simili al Tempio del Salto della Tigre, chissà cosa potrebbe riflettere di me...” si chiese il mentalista. L'espressione dell'amante si accigliò, ma fu Ye Feng a rispondere.
“Da che mondo è mondo niente di buono è associato agli specchi: o sono maledetti o sono vie per altri mondi, per non parlare della vanità e della percezione distorta che ispirano nelle persone più suggestionabili.”
“Mon dieu Maestro Leng!” esclamò la padrona di casa “Narciso, Alice e Biancaneve hanno mietuto vittime anche nel lontano oriente? Conosci l'iconografia classica della Veritas? È una giovane donna completamente nuda con uno specchio in mano; è rivolto in direzione di chi guarda come invito a confrontarsi con sé stessi e a non avere paura dell'immagine che si riflette, perché rappresenta la nostra essenza più genuina.”
“La Prima Signora ha un modo molto elegante di esporre le sue opinioni, vero Gege?” commentò il mentalista con un sospiro estasiato.
“Io non mi specchierò e nemmeno tu dovresti farlo.”
Yun Bai non si aspettava una risposta secca e lo squadrò perplesso.
“Hai paura che lo specchio mostri le tue vecchie sembianze?”
L'interpellato rabbrividì, senza sospettarlo il suo baobei si era avvicinato moltissimo alla verità.
“No! No! Però la magia occidentale è imprevedibile, guarda cos'è successo col filo rosso!” sussurrò “E quando il mio allievo si è avventurato nella realtà virtuale è tornato con Ling-Ling!”
“Al netto degli imprevisti e degli effetti collaterali non sono due risultati così spaventosi... Io voglio provare, è un'occasione unica.”
Ye Feng, che aveva sentito tutto, intercettò lo sguardo del suo mentore e vi lesse un panico a stento trattenuto.



Non ebbe comunque modo di replicare, perché erano ormai giunti davanti alla sala dello specchio, custodita da una porta a doppio battente decorata da grandi opali racchiusi in volute d'argento.
La ricchezza dell'ingresso contrastava con un ambiente interno completamente vuoto e privo di finestre, dove centro dello spazio circolare una lastra sottile levitava a poche spanne dal pavimento.
Appena catturò la luce proveniente dal corridoio cominciò a emanare un flebile bagliore, che rischiarò l'intera stanza anche dopo la chiusura della porta.
“È fosforescente!” esclamò Alaric.
“Qualcuno qui ha studiato.” si complimentò la padrona di casa.
“Nel mio lavoro conoscere le proprietà dei materiali è fondamentale.” rispose l'interlocutore, schernendosi imbarazzato “Quella sembra selenite; in base all'aggregazione dei cristalli ha la capacità di irradiare luce anche quando la fonte d'illuminazione non c'è più.”
Ye Feng gli rivolse un cenno di approvazione e uno sguardo orgoglioso che lo gratificò più delle parole della Prima Signora.
“Bravo Lafayette... È proprio selenite, un'unica lastra, non serve che vi dica quanto sia fragile e delicata.” precisò Nemesi, insinuando nella notizia un vago tono intimidatorio.
“In effetti è un miracolo che sia ancora intatta.” convenne il mentalista.
“In questo caso io passo, non voglio rischiare di romperla!” esclamò Callisto.
“Hai paura d'inciampare e darle una testata?” lo canzonò Nemesi, ben sapendo che il mago non era un campione di equilibrio e agilità.
“No, ma potrebbe frantumarsi a causa del mio fascino oscuro!”
Dalla sua battuta nacque una scherzosa diatriba tra chi voleva specchiarsi a tutti i costi e chi accampava le scuse più strampalate per evitarlo.
Sorprendentemente nemmeno Lachesi e Nemesi smaniavano per cimentarsi in quella prova di coraggio, così come tra Ye Feng e Alaric era proprio il primo a voler osare quando l'altro tentennava.

Sophia, a cui importava poco della questione, ne approfittò per svicolare dalla sorveglianza della Tata e si avvicinò all'oggetto.
Dapprima gli girò attorno, poi si affacciò alla superficie trasparente alzandosi sulle punte dei piedi.
“Non succede niente.” mormorò delusa.
“Cosa doveva succedere xiao Sophia? Questa principessa è troppo piccola e innocente per avere un aspetto diverso...”
“Oh, tu sei a-Ling!”
Nello specchio era comparsa l'immagine del fantasma, nitida tanto quanto poteva vederla Callisto con la sua necromanzia.
L'artefatto non solo aveva materializzato l'evanescente fruitore, ma ne trasmetteva ogni sfumatura, compresa la voce.
Il giovane sorrise e s'inchinò secondo la formula tradizionale.
“Sono lieto di conoscerti xiao Sophia.”
“Anche tu sei un principe!” esclamò la bambina, dopo aver notato la ricca veste funeraria dello spirito “Mamma! Anche a-Ling è un principe!”
Trésor è una splendida notizia!”
La risposta di Ekto emerse dalla gazzarra in cui si stava destreggiando; gli invitati non avevano ancora deciso chi si sarebbe specchiato per primo e il cinguettio allegro della figlia li richiamò tutti all'ordine.
“Diamine... funziona davvero.” mormorò Ye Xue.
Il Signore degli Shen affatto contento della scoperta rimase indietro e costrinse l'amante a fare altrettanto, prendendolo sottobraccio.
Al contrario il suo allievo si accodò alla Tata e la Prima Signora, che si erano avvicinate alla bambina e si erano chinate ad osservare con interesse il suo riflesso nello specchio, o meglio qualcosa che si trovava appoggiato al suo riflesso.



“Sembra proprio lui...”
“Dobbiamo consultare il Dottor Tersilius?”
“No Tata, per così poco? Certo è insolito, ma era previsto che prima o poi si manifestasse...”
“Cosa doveva manifestarsi?” chiese Ye Feng.
“Il suo daimon*!” esclamò entusiasta Callisto, che li aveva raggiunti in quattro balzi appena li aveva sentiti parlare “Posso dare un'occhiata? Sophia fai dare un'occhiata allo zio?”
L'Immortale, incuriosito dall'agitazione che aveva contagiato i maghi all'improvviso, fece un passo avanti e venne subito afferrato per la cintura dal giovane francese.
“Dove vai?” bisbigliò, indicando lo specchio.
La sua attenzione non era rivolta alla piccola Sophia, bensì la madre: accanto al suo riflesso ne stazionava un altro; un doppio, che sembrava inspiegabilmente “vigile”, consapevole della presenza di chi trovava al di qua dello specchio.
L'indice si spostò poi sulla Tata, la cui immagine invece appariva del tutto identica alla persona in carne ed ossa.
L'Immortale ne dedusse che una gemella spettrale e l'assenza di tratti sovrannaturali dovevano essere qualcosa di straordinario per l'apprendista; tuttavia, per quanto trovasse interessanti quelle rivelazioni, le liquidò in modo sbrigativo.
“Ho visto, come vedo le decine di braccia spirituali che cingono il Maestro della Morte, quelle non ti fanno impressione?”
Appena le notò Alaric rinculò in fretta fuori dal raggio d'azione dell'artefatto.
“Divertiti allora, io non rimango lì a fare un selfie coi miei demoni interiori...” sentenziò, raggiungendo chi era rimasto nelle retrovie.
“Finalmente qualcuno con un po' di sale in zucca.” convenne Ye Xue.



L'allievo scosse il capo, biasimava entrambi per la loro scelta, tuttavia non poteva obbligarli a misurarsi in una prova che avrebbe potuto sortire risultati molto sgradevoli.
Lui al contrario aveva già sbirciato nello specchio, approfittando della distrazione suscitata da Sophia.
Il suo riflesso era fedele all'originale tranne per le profonde occhiaie, che evidenziavano uno sguardo spaurito, da animale braccato. Erano le sembianze con cui si era congedato dall'esistenza mortale, ormai sul punto di perdere il senno, consumato dai rimorsi e dalla paranoia.
Niente di troppo inquietante, soprattutto per la bambina, che ora era al centro dell'attenzione degli adulti e si tastava la nuca nel punto in cui il suo riflesso presentava una curiosa escrescenza.
“Cos'è un daimon?” chiese.
“I maghi non hanno un'opinione concorde...” iniziò Callisto.
“Perché non è chiara la loro funzione...” controbatté Ekto.
“Una è chiarissima: metterci i bastoni tra le ruote appena si presenta l'occasione!” strillò Nemesi dal fondo della stanza.
“Sei troppo drastica maestra.” replicò Yun Bai “Anche se a volte scelgono di rimanere nell'ombra non vuol dire che siano ostili.”
“Finora avete elencato quello che non sono...” obiettò l'Immortale perplesso.
“Sono l'incarnazione del concetto personale di magia e sono unici, non esistono due daimones uguali; prendono forma nel momento in cui il mago entra nel Grande Flusso e abitano il Mondo delle Idee dove resteranno come fonte di ispirazione per l'umanità, anche quando il loro mago sarà ormai polvere da secoli.” spiegò Alaric introducendosi a sorpresa nel discorso “Secondo alcuni questa è la prova della loro natura divina.”
Nessuno tra i presenti si aspettava che l'apprendista intervenisse, dimostrando tanta competenza su un argomento considerato pura speculazione filosofica e alla prevedibile domanda sulla fonte della dotta citazione il giovane francese si trincerò dietro una smorfia offesa e un conciso: lo so e basta!
“Lui è Ruben...” disse timidamente Sophia, riferendosi all'ospite sul suo capo.
“Gli hai dato un bel nome, principessa.”
“No, si chiamava già così!”
“Te lo ha detto lui?”
“Credo di si, non dice le cose come Hakon, però io lo capisco...”
Il gruppo si chiuse di nuovo sulla bambina, come i petali di un fiore sul finire del giorno.
“Non si vede bene, di che creatura si tratta?”
“È piuttosto piccola!”
Bien, è proporzionata alla sua età, se fosse più grande mi preoccuperei...”
“Sta dormendo secondo voi?”
“Magari potessimo toccarlo...”
“Io potrei...” riferì a-Ling, consapevole che entrambi erano esseri spirituali e potevano interagire senza ostacoli.
Il fantasma aveva notato subito l'oggetto sulla testa di Sophia, ma non gli aveva dato peso, scambiandolo per un ornamento della sua acconciatura.
La realtà si rivelava in modo molto diverso agli abitanti dell'Oltretomba, che ne coglievano un riverbero deformato, proprio come se si trovassero sempre dietro uno specchio.
“Fai attenzione... prendilo con delicatezza.” si raccomandò il Maestro della Morte.
“Lui è molto gentile, ha sempre avuto una speciale attenzione per tutte le creature piccole e fragili.” lo rimbeccò Ye Feng.
“Non era una critica al tuo protetto... Il mio era un consiglio, perché nessuno può prevedere le reazioni di un daimon!” mugugnò l'occultista.
“Potevi dirlo subito che è pericoloso! A-Ling lascialo stare!”
“Troppo tardi...” rispose il fantasma, che nell'aprire le mani sgranò un sorriso soddisfatto.
All'interno c'era la creatura, raggomitolata dentro un paio d'ali strette accanto al corpo.
Non diede segno di essersi accorta dello spostamento e rimase immobile.
Solo quando a-Ling provò a sollevare le piume, l'ala si distese in un movimento stizzito, poi tornò a serrarsi, sigillando il daimon in un bozzolo bianco.
Dal gruppo si levò un sospiro corale, seguito da un querulo intrecciarsi di complimenti e congratulazioni, che la retroguardia accolse con diversi gradi di insofferenza.



“Vanno in brodo di giuggiole per un angioletto, se fosse stato una garguglia cosa avrebbero fatto?” mormorò Alaric, ignorando invito di Ye Feng ad avvicinarsi e ammirare il meraviglioso prodigio domiciliato sulla testa della principessina.
Si rese conto un attimo troppo tardi di avere al fianco la zia della marmocchia e la megera dell'Abisso delle anime, ma quando trovò il coraggio di girare la testa nella loro direzione scoprì di non essere l'unico ad aver mal digerito la novità.
Le due scambiarono alcune parole in greco, di cui il giovane comprese solo il tono nervoso e infastidito, infine la maestra Nemesi concluse la conversazione con un'alzata di spalle.
“Gege smettila di fare la zavorra, voglio vedere il daimon di Xiao Hu!”
Sul fianco opposto le cose non andavano meglio.
Il mentalista stava rimproverando l'amante, che senza un motivo plausibile aveva messo radici a ridosso del muro e lo teneva in ostaggio, impedendogli di raggiungere gli altri.
“Cosa c'è d'interessante? Ci dirà tutto a-Feng quando usciremo da qui e spero accadrà presto, perché questo posto mi mette più a disagio dell'anticamera dell'inferno.”
Con uno strattone deciso Yun Bai riuscì a divincolarsi.
“Posso comprendere le tue paure, però tu devi comprendere il mio desiderio di conoscenza; vedere il daimon di un altro mago è un privilegio e...” iniziò, poi quando lesse sul viso Ye Xue una profonda angoscia, interruppe la requisitoria e addolcì i toni. “Aspettami qui, voglio solo dare un'occhiata da vicino, va bene?”
Si congedò dall'Immortale con un sorriso, persuaso che alla fine il buon senso della creatura millenaria avrebbe prevalso sul suo carattere bizzoso, poi si apprestò ad unirsi agli altri.

Fine trentaduesima parte


⋆ La voce dell'onniscienza ⋆

Carissimi e carissime benritrovati (✿◠‿◠)!
Per farmi perdonare il lungo ritardo apriamo il nuovo arco della storia in salsa di soia con un capitolo molto corposo!
Avevamo lasciato la coppia Junior alle prese col nuovo ospite, giunto direttamente dal passato di Ye Feng, che ora scopriamo attestato in casa di Callisto, a causa di una coabitazione prevedibilmente complicata col giovane apprendista francese.
Forse anche per questo motivo la Prima Signora pensa bene di organizzare una festa di benvenuto per a-Ling.
Come avrete già capito in una dimensione magica niente va come dovrebbe e gli sviluppi di questo piacevole intrattenimento stanno per assumere un risvolto molto drammatico!
Salite a bordo della cesta di vimini, troverete copertine di pile, caldarroste e una bella scorta di Vin Brulè come generi di conforto fino al prossimo capitolo!

Termini e spiegazioni:
Daimon: Il concetto di daimon è greco, platonico per la precisione. Sono messaggeri o tramiti tra il mondo umano e quello divino, mentre per i miei maghi rappresentano l'incarnazione del loro concetto di magia, più avanti scopriremo qualcosa di più su di loro - Qui alcuni link informativi https://www.artevarese.com/il-daimon-dal-mito-di-er-ai-giorni-nostri/ - https://www.lifegate.it/platone_daimon - https://it.wikipedia.org/wiki/Demone




   
 
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