Libri > Principesse del Regno della Fantasia
Segui la storia  |       
Autore: ChrisAndreini    23/11/2023    3 recensioni
[Fanfiction What if AU rewrite della saga delle Principesse del Regno della Fantasia di Tea Stilton, ma può tranquillamente essere letta come storia originale, senza conoscere niente della trama, anche perché cambio quasi tutto]
Un tempo i cinque regni erano uniti in un unico regno, governato da un crudele tiranno. Finché un giorno un nobile cavaliere lo sconfisse addormentandolo in un sonno eterno insieme alla sua corte. Egli poi venne eletto nuovo re, bandì la magia, considerata troppo incontrollata e pericolosa, e decise di dividere il regno tra le sue cinque figlie, prima di sparire nel nulla.
Neil non è che il figlio del giardiniere di corte, amico d'infanzia delle cinque principesse, e con un'affinità particolare verso le forze della natura, che spesso sembrano comunicargli qualcosa.
Quando una misteriosa minaccia si abbatte sui regni, le principesse e Neil dovranno fare il possibile per evitare che i più segreti misteri del regno vengano portati alla luce rischiando una nuova e sanguinosa guerra. Ma il nemico potrebbe essere più vicino, misterioso e pericoloso di quanto chiunque potrebbe aspettarsi.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Gunnar

 

Gunnar non era sempre stato un lupo.

Un tempo era stato un umano, un bambino, per la precisione, e viveva nel villaggio del Regno dei Ghiacci Eterni con la sua famiglia, accompagnando il padre nei lunghi viaggi di lavoro in giro per tutto il regno.

Non ricordava molto della sua vita, prima di diventare un lupo, ma probabilmente era dovuto al fatto che il cambiamento era avvenuto quando era piccolo.

Ma ricordava i suoi genitori, e ricordava il suo vecchio nome: Conall.

Un nome che era però ormai quasi dimenticato, e che aveva messo in un angolo, prendendo le vesti di Gunnar.

La sua vita da lupo era più familiare, ma doveva ammettere che se c’era una cosa che ricordava chiaramente, anche se la sua mente bambina aveva cercato di rimuovere il ricordo, erano i suoi ultimi giorni da umano.

Aveva accompagnato suo padre, come sempre, ma si era allontanato appena per controllare qualcosa, non ricordava cosa.

E a quel punto degli uomini, vecchi cavalieri che erano stati al servizio del re tiranno ormai caduto in disgrazia, gli avevano teso un’imboscata, lo avevano rapito, legato, rubato ogni avere che possedeva, e poi lo avevano gettato come un sacco di patate nella conca spenta di uno dei grandi vulcani del regno.

Gunnar ricordava di essere stato appena cosciente, dato che aveva battuto forte la testa, ma non si era arreso.

Gunnar non si arrendeva facilmente.

Aveva strisciato verso una zona innevata, cercando di bere la neve sciolta, sebbene avesse un forte sapore di zolfo, e aveva tentato di trovare qualche pietra affilata da usare per slegarsi, invano. 

Il suo stato era passato dal sonno alla veglia in momenti alterni, e ogni volta che la coscienza lo aveva abbandonato, aveva temuto che fosse l’ultima.

E poi aveva sentito una voce.

-Ma che ci fa un bambino nel mio vulcano?- una voce femminile, che sembrava scandalizzata, o forse solo profondamente seccata, aveva interrotto il silenzio asfissiante del vulcano.

-Intanto scusami, Pirea, ma questo è il NOSTRO vulcano. Secondo… woah! Un bambino MORTO nel TUO vulcano?!- aveva esclamato un’altra voce.

-Non hai appena detto che è il NOSTRO vulcano, Cyneria?- si era poi lamentata la prima voce, avvicinandosi.

Gunnar era a malapena cosciente in quel momento, e ricordava di aver provato a parlare, ma il corpo non sembrava rispondere ai suoi comandi, pertanto si era limitato ad ascoltare.

-Lo è solo quando non ci sono bambini morti in mezzo- anche la seconda voce si era avvicinata, ma era rimasta più a distanza.

-Dovremmo chiamare lei?- aveva chiesto la prima, Pirea, con tono incerto e preoccupato.

-Per un bambino morto? Perché dovrebbe interessarle?- aveva obiettato Cyneria, sempre restando un po’ più in disparte.

Era seguito un po’ di silenzio.

Gunnar aveva provato nuovamente a parlare.

Un lamento strozzato era stato interrotto dalla successiva frase, sussurrata, di Pirea.

-Sai perché…- il suo tono sembrava molto serio, come se chiamare chiunque fosse quella “lei” potesse rivelarsi di vitale importanza per il destino del mondo.

-E sai che è un bambino, quindi sicuramente non le interessa- Cyneria però era stata veloce a surclassare la questione, sebbene la sua voce avesse tradito un tremito.

-A_aiuto…- Gunnar era riuscito a sussurrare con estrema difficoltà la parola, e aveva sperato, con tutto il cuore, che la persona più vicina l’avesse sentito.

-AH! È vivo!- aveva infatti esclamato tale persona, allontanandosi di scatto, sorpresa.

-Pirea, un po’ di contegno- aveva riso la compagna.

-Io sono contenuta, a differenza tua- si era lamentata Pirea.

-Cos’è tutto questo baccano, vi sentite dalla mia stanza, e la mia stanza è insonorizzata!- improvvisamente una terza voce, sempre femminile, ma con volume più basso, era giunta sulla scena, alle spalle di Gunnar.

-Niente è insonorizzato per te, Stridoria- aveva obiettato Cyneria.

-Questo è anche vero… ma ho sentito che parlavate di bambini morti?- la terza voce, appartenente a tale Stridoria, si era avvicinata a Gunnar più di quanto avessero fatto le altre due donne.

-Ehm… pare che sia vivo- aveva spiegato Pirea.

-Sì, lo so che è vivo, sento il battito del suo cuore, ma non lo sarà ancora per molto- Stridoria si era piegata verso Gunnar, osservandolo con attenzione.

-Ai_u_to…- Gunnar aveva provato nuovamente a chiedere aiuto, troppo disidratato per piangere, la gola secca e il corpo che ogni secondo perdeva sensibilità.

-Sai quali sono gli ordini, nessuna interferenza con umani, soprattutto non uomini- aveva ricordato Cyneria.

-È solo un bambino…- aveva borbottato Stridoria, molto tra sé, sfiorando i capelli di Gunnar.

-Un bambino umano…- aveva specificato Cyneria.

-Da quando segui le regole, Cyneria?- l’aveva presa in giro Pirea, facendola sbuffare.

-Non deve essere necessariamente umano- aveva borbottato Stridoria, sempre piegata verso Gunnar.

-Ohhh, non dirmi…-

-Se lei ti scopre potresti finire nei guai- 

-Zitte, voi due… bambino, io posso aiutarti, ma non posso farlo se resti un umano. Quindi ti propongo un accordo. Io ti salverò la vita, liberandoti e curandoti, ma ciò che rimane della tua vita dovrai passarlo nelle sembianze di un lupo. Accetti il compromesso? Se lo accetti, annuisci con la testa, e il patto sarà saldato- aveva proposto la donna, in tono gentile ma fermo, assicurandosi che Gunnar, nonostante il suo stato e la sua età, capisse ciò a cui andava incontro.

Poco lontano dai due, le altre donne avevano commentato qualcosa (-Lupi, chissà perché le piacciono così tanto i lupi- -Sono meglio le linci, infatti- -Ma che dici?! I draghi sono davvero fighi!-) ma Gunnar si era concentrato solo sulla donna, e aveva annuito per quanto glielo permettessero le ultime forze rimaste.

Certo, la vita di un lupo non era quella che aveva sempre sognato, ma almeno sarebbe rimasto vivo.

E la vita era la cosa più importante.

Gunnar ricordava di aver visto un sorriso, un lampo di luce, e poi era stato come respirare per la prima volta.

Tutto era cambiato completamente, scombussolandolo interamente, e neanche il tempo di aggiustarsi al cambiamento, e notare quanto fosse diventato più percettivo, che le tre donne complici del suo salvataggio erano già sparite dal vulcano.

Con il suo nuovo corpo da lupo, un lupo piuttosto giovane e piccolo, al momento, era riuscito finalmente ad uscire dal vulcano che era stata la sua prigione, ricominciando la sua seconda vita.

Si era unito ad un branco lì vicino, diventando in poco tempo il capo, e poi era stato assunto come guardia della principessa Nives, dopo i continui attacchi di Calengol.

Non aveva più rivisto le tre donne che lo avevano salvato, e nei suoi ricordi… non vedeva neanche un volto, né conosceva i loro nomi (io li ho segnati per voi lettori, ma Gunnar in realtà non li ricorda).

Ma ricordava il senso di impotenza e di terrore, e di come anche solo sentire quelle voci, in quel momento, lo aveva riempito di speranza.

Ricordava di come fino a quel momento aveva disprezzato e temuto ogni forma di magia, e di come l’incontro con le tre donne lo avesse fatto completamente ricredere.

La magia era pericolosa, e non c’erano dubbi al riguardo, ma poteva anche essere utile, e salvare delle persone.

Gunnar conosceva anche il terribile prezzo che la magia comportava.

E sapeva che non tutti fossero in grado di trattarla e usarla nel modo migliore.

Neil… non sapeva se fosse tra quelle rare persone, ma era sempre più convinto che la sapesse utilizzare, in qualche modo, anche se inconsciamente.

L’aveva sempre sospettato, ma quella era la prima volta che ne aveva una conferma tangibile.

Perché come era possibile che Neil fosse riuscito a capirlo, e anche a vederlo dal suo riflesso?!

Gunnar non aveva mai particolarmente apprezzato quell’uomo, lo aveva sempre trovato sfuggente, e forse un minimo del suo astio derivava anche da una percentuale di gelosia, dato che Neil e Nives erano sempre stati molto uniti, e Gunnar, beh… per lui Nives era tutto.

Nives, per Gunnar, era molto più di una semplice amica, o guardiana, o padrona. Gunnar era sempre stato profondamente innamorato di lei.

E sebbene sapesse che non sarebbe mai stato alla sua altezza, e che fosse completamente irraggiungibile, dato che lui era solo un lupo e, se anche non lo fosse stato, non era altri che un semplice popolano, con gli anni, stando sempre a strettissimo contatto con lei, i suoi sentimenti non avevano fatto che aumentare sempre di più.

Ma i suoi sentimenti non erano importanti.

Nulla era importante, solo Nives e la sua sicurezza.

E al momento non era al sicuro, e Gunnar desiderava solo rientrare a palazzo e portarla lontano da lì.

Purtroppo non gli era possibile farlo, così aveva seguito Neil alla grotta del grande albero, affidandosi a lui per trovare un modo di salvare la principessa.

Anche se Neil non sembrava particolarmente concentrato.

Andava avanti e indietro borbottando cose tra sé, a volte rimaneva imbambolato a fissare il vuoto, per poi guardare Gunnar preoccupato, e il suo riflesso sulle pareti di ghiaccio della grotta, che lo faceva sobbalzare e far tornare a camminare avanti e indietro borbottando cose tra sé, facendo ripetere il ciclo.

Stavano perdendo tempo.

Gunnar grugnì, e cercò di attirare l’attenzione del figlio del giardiniere.

-Se continui così scaverai una fossa nel terreno, a furia di girare intorno- lo avvertì, conscio che probabilmente Neil non sarebbe riuscito a capirlo.

Neil sobbalzò, e si voltò verso di lui, ad occhi sgranati.

-Devo essere impazzito…- borbottò tra sé, agitato.

Gunnar capiva l’agitazione, dato che aveva appena scoperto di non essere figlio di suo padre, ma da parte di uno che era stato trasformato in un lupo da piccolo, gli sembrava una reazione esagerata ad una scoperta che in fin dei conti era abbastanza normale.

Giusto essere sconvolti, va bene, ma c’erano faccende più urgenti, al momento!

Gunnar alzò gli occhi, e diede un’occhiata all’ingresso della caverna, valutando l’idea di correre a palazzo, entrare di soppiatto, e rapire Nives e basta. Non il migliore dei piani, ma non vedeva molte opzioni veloci per salvarla da quel matrimonio. 

-Non puoi andare a palazzo- borbottò Neil, e Gunnar si chiese se gli avesse per caso letto nel pensiero (in realtà no, Neil l’aveva solo intuito dai suoi gesti), e lo guardò di sottecchi, sospettoso.

Chiaramente c’era della magia nell’aria.

-Non guardarmi così! Lo so che vuoi aiutare Nives, ma dobbiamo trovare un piano, e non puoi andare così… meglio se vado io, per il momento- Neil sembrò calmarsi abbastanza per riflettere, e si avvicinò a Gunnar per fare una conversazione seria.

Tremava ancora leggermente, e sembrava ancora scosso, ma i suoi occhi, un misto tra azzurro, grigio e verde, erano fermi e decisi.

Gunnar, però, non apprezzò particolarmente il piano, e lo guardò di traverso.

-Devo andare in biblioteca e chiedere a Haldorr delle informazioni, ma torno entro sera, e poi insieme organizzeremo un piano per salvare Nives. Abbiamo ancora un po’ di tempo e non possiamo fare gesti azzardati, Gunnar- Neil diede qualche altro dettaglio sul suo piano.

Sembrava ragionevole.

Il lupo si mise seduto, pronto ad attendere che Neil facesse la sua gita.

Neil gli sorrise, e si avviò alla porta, per uscire.

Cambiò idea poco prima di arrivare all’uscio, e si girò verso Gunnar, un po’ esitante.

-Devo prima farti una domanda, sei libero di non rispondere ma non pensare che sono matto, okay?- si morse il labbro inferiore, e lanciò un’occhiata al riflesso di Gunnar nello specchio di ghiaccio, prima di tornare sul lupo, che lo guardava in attesa.

-Tu… eri umano, un tempo?- chiese infine, sorprendendo non poco Gunnar, che lo guardò scioccato.

Sì, era chiaro ormai che Neil avesse qualcosa di magico, se no non si spiegava come fosse riuscito a capire dell’incantesimo fatto su Gunnar.

Il lupo esitò appena, ma infine annuì, ammettendo per la prima volta nella sua vita da lupo l’enorme segreto che lo affliggeva da anni, ormai.

Neil sembrò sollevato.

-Okay, beh, forse trovo un modo di farti tornare normale, sarebbe utile. Augurami buona fortuna- disse solo, prima di correre fuori.

Gunnar rimase impietrito sul posto.

Un modo di farlo tornare normale?

Era impossibile!

Per farlo si sarebbe dovuta usare la magia, che era bandita nel regno.

E Gunnar non era neanche certo che una magia così forte esistesse, dato che la donna che lo aveva trasformato gli era sembrata particolarmente potente.

Chi era, Neil, se era capace di capire che lui era umano, e di ritrasformarlo?!

Era davvero solo il figlio di un vecchio cavaliere del Re Tiranno?

Gunnar scosse la testa.

Non era quello l’importante.

Era Nives l’importante.

E se Neil avesse trovato un modo di aiutarla, era disposto a tutto.

Anche ad usare la magia.

Nonostante tutto, però, cercò di non darsi false speranza, perché considerava oltremodo impossibile che chiunque, persino Neil, riuscisse a trovare il modo di spezzare la sua maledizione.

 

Neil in quel momento aveva un cervello completamente in confusione, quindi agiva e pensava molto meccanicamente, senza stare troppo a riflettere, perché semplicemente non ci riusciva.

Era come se una diga all’interno del suo corpo e della sua mente si fosse frantumata in mille pezzi, facendo uscire fuori una cascata di… qualcosa che non riusciva a spiegare.

E aveva urgentemente bisogno di risposte.

Su suo padre, sua madre, Helgi, e la magia.

Magia…

Neil non era magico, giusto?

Non poteva essere magico.

E allora perché riusciva a vedere Gunnar in versione umana dal suo riflesso, e gli sembrava di sentirlo parlare?

Era impazzito?!

Probabile.

Sì, assolutamente.

Era l’unica vera spiegazione.

Era impazzito e sentiva voci e vedeva cose che non esistevano.

Solo che Gunnar gli aveva detto di essere umano.

Neil raggiunse la biblioteca senza incrociare nessuno, per fortuna, e corse immediatamente nella sezione sul vecchio Re e sulla guerra, senza però trovare nulla di utile.

Così si diresse nella sezione sulla magia, e anche lì non c’era altro che qualche volume teorico su come la magia fosse pericolosa e cattiva.

Sì, grazie, lo sapeva già, quello.

Non la voleva usare!

Semplicemente gli stava uscendo fuori, evidentemente, e aveva bisogno di capire come diamine fermarla!

…o come usarla a fin di bene.

Non che volesse usarla!

Ma se usciva, tanto valeva approfittarne, magari.

Ugh, doveva conoscere la magia per capire come agire, in ogni caso!

Si diresse, senza molte altre idee, nella sezione sulla psicologia e la mente umana, sperando di trovare un libro che gli desse conferma che fosse solo impazzito, ma prima di raggiungere quella zona andò letteralmente a sbattere contro Haldorr, che non aveva proprio visto, nel suo stato di confusione.

-Neil!- esclamò il bibliotecario, sorpreso di vederlo lì e riconoscendolo immediatamente.

Neil ci mise qualche secondo ad ancorarsi alla realtà a rendersi conto della situazione, ma poi si disse che era una buona notizia averlo incontrato.

Dopotutto era la persona più informata di ogni regno.

Neil poteva chiedergli informazioni sulla magia, sulla mente umana, sui lupi mutaforma o…

-Mio padre è Helgi?- chiese, di getto, senza neanche pensare la domanda, che uscì più supplicante e timorosa di quanto avesse voluto.

Non voleva mostrare la sua vulnerabilità, ma la rivelazione lo aveva davvero sconvolto.

Haldorr esitò parecchio prima di rispondere, guardando ovunque tranne che il ragazzo davanti a lui, come cercando una via di fuga, e stringendo con forza al petto i libri che teneva in mano.

Alla fine fece un profondo respiro, e rispose.

-Non abbiamo nessuno motivo per dubitare che lo sia-

…in modo molto vago.

A Neil iniziò a montare una forte rabbia.

-A quanto pare i motivi ci sono eccome, secondo la contessa. Dimmi la verità, Haldorr! Helgi è mio padre?- ripeté.

-Forse dovresti chiederlo a lui…- il bibliotecario provò ad evitare nuovamente la domanda.

-Lo farei, ma è partito e non ho idea di quando tornerà. Ho bisogno di risposte, Haldorr… ti prego!- Neil non era tipo che supplicava, ma stava impazzendo.

Doveva capire chi fosse, sentiva che era necessario, e non solo per sé stesso, ma per tutti i cinque regni.

Haldorr sospirò, e abbassò la testa.

-Probabilmente no. È vero che, da ciò che sappiamo, Helgi non ha mai avuto nessuna compagnia, ed è piuttosto improbabile che abbia avuto un figlio con quelle tempistiche. Ma ciò non cambia il fatto che sia tuo padre, ti ha cresciuto per buona parte della tua vita- Haldorr provò a rassicurarlo, ma Neil scosse la testa.

-Lo so, questo, ma la situazione cambia eccome. Chi erano i miei veri genitori?- chiese ancora, stringendo i pugni con forza.

Haldorr scosse la testa.

-Non lo so. Supponiamo possano essere vecchi servitori del Re Tiranno, ma nessuno sa chi. È probabile che siano morti durante la guerra, o addormentati insieme alla corte nella Rocca del Sonno- disse in un sussurro, timoroso.

-C’è modo di scoprirlo?- chiese Neil, senza arrendersi.

Haldorr non rispose, e alzò appena le spalle. Se c’era un modo, non lo sapeva o non lo avrebbe detto.

Neil decise di passare oltre.

-Parlami della magia- chiese, passando alla seconda informazione che aveva bisogno di scoprire.

Non era mai stato molto interessato alla magia, e gli era sempre bastato sapere che era pericolosa e non bisognava usarla. Ma visti gli eventi degli ultimi tempi, e le conversazioni avute con il principe Lorann, ora sentiva l’esigenza di conoscere i dettagli, e capire come funzionasse. 

Haldorr impallidì.

-La magia è pericolosa e bandita dai cinque regni. Non fa bene scoprire troppe cose al riguardo- disse, immediatamente, ritirandosi appena da Neil come se avesse iniziato a mandare in giro palle di fuoco a caso.

Neil sbuffò.

-Non voglio usarla! Voglio solo capire come funziona, io… lascia stare, lo scopro da solo- provò a spiegarsi, ma si interruppe subito. Non aveva voglia di discutere, e non aveva neanche il tempo di farlo. Era già abbastanza difficile senza essere guardato in quel modo.

Guardato in quel modo… Neil era da sempre guardato in modi poco lusinghieri, forse il motivo dell’astio di tutti i regni era a causa della sua vera discendenza? Possibile che tutti sapessero che lui non era il vero figlio di Helgi, tranne Neil stesso?

Strinse i pugni, sempre più irritato, e fece per superare Haldorr per indagare da solo, pronto a controllare ogni singolo libro in quella immensa biblioteca, pur di trovare le risposte che cercava.

-Neil, devi stare lontano dalla magia. Se usata in modo sbagliato rischia di corrompere chi la usa, e distruggere la sua vita e quella di chi gli sta intorno- Haldorr lo fermò, prendendolo per un braccio, preoccupato per lui.

Neil però sentì solo un profondo giudizio.

Era stanco di essere giudicato per essere sé stesso.

Stanco di essere guardato da tutti in quel modo, persino da Haldorr, che era sempre stato gentile, con lui.

Era semplicemente stanco.

-Non voglio usarla!- sbottò Neil, ormai raggiunto il limite della sopportazione, scansando con violenza il bracco dalla presa di Haldorr, e sollevando in quel modo un’onda d’aria che fece crollare dagli scaffali tutti i libri vicini, facendo sobbalzare Haldorr, che indietreggiò di parecchi passi, e fissò Neil come se lo vedesse per la prima volta, con terrore e un lampo di consapevolezza.

Neil si portò le mani al petto, spaventato da ciò che aveva inavvertitamente causato. Osservò Haldorr temendo che potesse attaccarlo da un momento all’altro, o chiamare qualcuno per arrestarlo, e iniziò ad arretrare, cercando una via di fuga.

-Neil…- Haldorr provò ad avvicinarsi.

-Io non voglio usarla! Io non l’ho mai usata! Non so cosa stia succedendo!- provò a giustificarsi il ragazzo, iniziando a sentire il panico montare dentro di sé.

Un panico che rischiava di far uscire ulteriore energia incontrollata.

Neil non voleva usare la magia.

Ma non gli sembrava giusto essere allontanato e giudicato solo perché usciva, istintivamente, da lui. Non stava usando incantesimi o oggetti magici. Semplicemente era lì, dentro di lui, completamente incontrollata.

-Lo so, ragazzo. Lo so… calmati. Non è colpa tua, tu…- Haldorr provò a rassicurarlo, ma si interruppe, timoroso.

-Che mi sta succedendo?!- provò a chiedere Neil, stringendo sempre con forza le mani al petto per evitare di far uscire ulteriori onde d’aria.

Haldorr sembrò in profondo conflitto interiore per qualche secondo, ma alla fine sospirò, e si avviò verso una delle poltrone della biblioteca, facendo cenno a Neil di sedersi davanti a lui.

-La magia è una materia complessa, e pericolosa…- cominciò a spiegare.

Lentamente, Neil si avvicinò, senza però sedersi, ma pronto ad ascoltarlo.

-Si divide principalmente in due categorie: innata, e imparata. La più comune, e ciò che ha guidato la guerra, è la magia imparata. Potenti incantesimi che tutti possono imparare e maneggiare, dove però servono oggetti magici e formule specifiche- raccontò, e Neil pendeva dalle sue labbra.

Non aveva mai sentito parlare di magia, ed era più affascinante di quanto avrebbe pensato. Si sentiva istintivamente attratto dalle informazioni che Haldorr gli stava rivelando. 

-Quella innata invece è rara, e solo pochissimi individui la possiedono. Alcuni sostengono che tutti hanno un po’ di magia dentro di loro, per questo riescono ad imparare formule, ma la magia innata è completamente naturale, segue il flusso delle emozioni, e solitamente reagisce alle forze della natura. I maghi innati hanno delle discipline dove eccellono, ma alcuni sono capaci di controllare un po’ tutto- Haldorr lo fissava dritto negli occhi mentre raccontava, con più dovizia di dettagli, del secondo tipo di magia.

E Neil capì a chi si stesse riferendo.

Si guardò le mani, sconvolto.

-Di solito la magia innata è ereditaria, ma non ho mai sentito di maghi innati nelle fila del vecchio re. Usavano tutti magia imparata… se vuoi informazioni più precise, potresti chiedere all’Accademia del Regno del Deserto- gli suggerì Haldorr, pensieroso.

-L’Accademia?- Neil non sapeva se essere speranzoso o offeso. Non voleva avere niente a che fare con quell’istituzione, ma se aveva informazioni che poteva utilizzare…

-Hanno una politica molto meno restrittiva circa la magia, in quanto indipendenti dai cinque regni. E potrebbero avere un censimento, e molti libri che potrebbero offrire risposte a ciò che cerchi- spiegò Haldorr, mite.

In effetti l’Accademia aveva la biblioteca più fornita del regno, e non credeva nella censura. Ma era anche piuttosto distante, al momento, e Neil  non sarebbe riuscito ad andare e tornare in tempo per il matrimonio di Nives.

Non era neanche del tutto certo che sarebbe riuscito ad andare in generale, dato che aveva promesso a suo padre… a Helgi… che sarebbe rimasto all’albero fino al suo ritorno.

-Grazie, Haldorr… posso chiedere un’ultima cosa- mise il pensiero in un angolo, e si rivolse al bibliotecario con una richiesta finale.

-Certo, Neil-

-Hai mai sentito di incantesimi che trasformano esseri umani in animali?- chiese, pensando a Gunnar. Se Gunnar fosse diventato umano, sarebbe stato più semplice farlo entrare a palazzo senza allertare Berglind e Hansen. Si sarebbe potuto infiltrare tra gli invitati al matrimonio, e avrebbe tenuto d’occhio Nives per salvarla e proteggerla nel caso ci fosse stato il bisogno, mentre Neil magari trovava un modo di smascherare il promesso sposo.

-Certo che li ho sentiti, e sono estremamente potenti e pericolosi. Le streghe…- Haldorr si interruppe, rabbrividendo al solo pensiero, e rifiutandosi di dare altri dettagli -…penso che trasformare il principe Hansen in un animale non sia la soluzione giusta, Neil- aggiunse poi, scuotendo la testa.

Neil si irrigidì, offeso dall’accusa.

-No, non era quello il piano… mi chiedevo solo se esistesse un modo… un rito di qualche tipo, per spezzare un incantesimo che ha trasformato una persona in un animale- cercò di spiegarsi meglio. 

Haldorr aggrottò le sopracciglia.

-Perché mi fai una domanda così specifica?-

-Curiosità- Neil alzò le spalle, cercando di non dare troppi dettagli.

Haldorr non sembrava convinto, ma alla fine decise di assecondarlo.

Lo aveva visto crescere, e si fidava di lui, e dell’educazione che Helgi gli aveva impartito.

-Una maledizione può essere spezzata soltanto dallo stesso tipo di magia che ha lanciato la maledizione, quindi dalla stessa persona, o da un suo parente. Forse si può controbilanciare per un po’ con un rito o un incantesimo, ma non in modo permanente- non sembrava molto ottimista.

Neil sospirò, e scosse la testa.

Che gli era venuto in mente?! Era ovvio che non sarebbe riuscito a trasformare Gunnar in un umano!

Magia innata o no, la magia era illegale, e Neil non avrebbe dovuto usarla, per nessun motivo.

-Grazie, Haldorr… spero che terrai questo incontro tra noi. Torno al Grande Albero- Neil si avviò, abbastanza abbattuto e con poche idee, verso il passaggio segreto che l’avrebbe portato fuori dal palazzo.

-Neil…- Haldorr lo richiamò, abbastanza esitante, ma determinato.

Neil si girò, chiedendosi cos’altro potesse volergli dire.

Haldorr gli porse una chiave dorata.

-Nella zona est ci sono dei libri, non sono accessibili a tutti e sono pericolosi, ma potresti trovarli utili. Però promettimi che starai attento. Non è prudente sottovalutare il prezzo da pagare per usare la magia, anche con le migliori intenzioni- gli disse, indicando una zona della biblioteca che era sempre stata inaccessibile a tutti, anche alla famiglia reale.

Neil annuì, stringendo la chiave e preparandosi.

-Grazie, Haldorr...- ripeté, più sentitamente, superandolo per dirigersi nella sezione proibita.

Haldorr prese i libri caduti a terra dopo l’onda d’aria di prima, e li riordinò con un peso nel petto e lo stomaco attorcigliato. 

Sperava che fidarsi di Neil fosse la cosa giusta, e non c’era molto tempo per trovare una soluzione per aiutare Nives, ma era comunque intimorito.

Sapeva quanto pericolosa fosse la magia.

E Neil… sembrava avere della magia innata davvero potente, molto più potente di quanto sospettasse, se era riuscito a superare il blocco che Helgi aveva imposto su di lui quando l’aveva adottato.

Haldorr si ricordava ancora la conversazione che avevano avuto, in quella biblioteca, poco dopo la sconfitta del vecchio re, e poco prima che il Re Saggio lasciasse i Cinque Regni alla ricerca di una soluzione per lo stato in cui verteva la regina.

“A che ti servono questi libri, Helgi?”

“Non posso dirtelo, Haldorr, devi fidarti di me”

“Sarebbe più semplice aiutarti se mi dicessi la verità”

“Non mi aiuteresti se la conoscessi”

“Questo non mi convince granché… chi è veramente, quel bambino?”

“È solo un bambino, ti basta sapere questo”

“Se hai bisogno di quei libri, potrebbe essere più che un semplice bambino. Potrebbe essere pericoloso”

“Se mi dai quei libri, non sarà mai pericoloso. Ti prego, vecchio amico, sto cercando di fare il meglio per i Cinque Regni”

Haldorr scosse la testa, cercando di mettere il pensiero in un angolo.

Neil non poteva essere QUEL bambino.

Quel bambino era morto, lo sapevano tutti. 

E se fosse stato vivo, Helgi non lo avrebbe mai preso con sé, distruggendo in questo modo la famiglia reale a cui era così leale.

No, Neil non era quel bambino.

Neil non era così pericoloso.

Era una brava persona che voleva solo il meglio per Nives e il resto delle principesse. Usare un po’ la magia non avrebbe compromesso la sua integrità e la sua bontà d’animo, soprattutto se la usava per fare del bene.

Anche se Haldorr dubitava che sarebbe riuscito a trasformare chiunque in un essere umano. Era una magia troppo potente persino per lui.

Ma magari avrebbe trovato un altro modo per aiutare Nives.

 

-Ho trovato un modo per trasformarti nuovamente in uomo- esordì Neil, entrando nella grotta con un enorme libro in mano.

Era un libro molto antico, di colore blu, con il disegno di un coleottero sulla copertina.

Gunnar avvertì subito la potente aura magica che lo circondava, e fece un passo indietro, guardandolo con sospetto.

-Lo so, lo so. Ma è la nostra unica opzione. In questo libro c’è un rituale per trasformarti in un umano, anche se penso di riuscire a farlo solo per una notte, dal tramonto all’alba. Direi di usarlo il giorno del ballo prima del matrimonio. Ma prima di elaborare un piano, devo farti alcune domande. E… ho l’incantesimo giusto per farti parlare- Neil illustrò la sua idea, e Gunnar lo guardò piuttosto sorpreso.

Aveva due profonde occhiaie, era tornato dopo un’intera giornata passata a palazzo, ed era chiaro che non avesse dormito neanche un minuto in quel lasso di tempo, né mangiato qualcosa.

Ma ciò che Gunnar trovò più strano, fu che il suo odore e la sua energia, in linea generale, erano cambiati.

C’era qualcosa di profondamente diverso in lui, e sembrava elettrificare l’aria intorno.

Sembrava trasudare magia da ogni poro.

Letteralmente le sue dita mandavano scintille mentre gesticolava, e i suoi lunghi capelli neri si muovevano in modo molto strano, come mossi di vita propria.

Gunnar indietreggiò, preoccupato.

-Che c’è?- Neil lo guardò sorpreso, poi sembrò rendersi conto della situazione, e lanciò un’occhiata al libro.

-Lo so! Ma è la nostra unica opzione! Vuoi che Nives sposi un principe orribile?!- chiese, quasi con violenza, stringendo con forza il libro magico come un’ancora vitale.

Gunnar esitò.

Non voleva avere a che fare con la magia, ma Nives era la sua massima priorità.

E se Neil poteva effettivamente farlo tornare umano, anche solo per una notte… 

Gunnar non aveva neanche mai immaginato di poter un giorno tornare un essere umano. Si era da tempo rassegnato al suo destino di animale, e gli andava bene così, se poteva comunque stare vicino alla donna che amava e proteggerla da ogni male.

Ma essere umano, per una notte… stare vicino a Nives da umano, anche solo qualche secondo… parlarle per davvero…

Era una tentazione troppo forte, soprattutto se fidarsi di Neil, in quel momento, era anche la strada più sicura per proteggere Nives.

Neil teneva a Nives quanto Gunnar… okay, non tanto quanto Gunnar, credo che nessuno al mondo tenga a Nives tanto quanto Gunnar, ma era comunque lì vicino.

Il lupo abbassò la testa, e si avvicinò a Neil, pronto a fare ciò che il giardiniere gli avesse chiesto.

Per Nives.

…e un po’ anche per sé stesso, ma cercò di non pensarci.

Neil sorrise, soddisfatto.

-Okay, dammi le zampe, e… uno specchio… sì, ecco, mettiti davanti a questo specchio…- Neil prese un grande specchio dalla zona bagno della grotta, e lo mise davanti a Gunnar, specchiandolo completamente.

Gunnar vedeva solo il suo riflesso, a dire il vero, ma Neil sembrava soddisfatto dalla visione, e osservò un punto dello specchio dove non sembrava esserci riflesso nulla, come se vedesse qualcosa.

-Bene, ora dammi le zampe… e rispondi alle mie domande…- Neil si mise seduto davanti a Gunnar e porse le mani, sempre fissando l’immagine riflessa.

Gunnar decise di non farsi domande, ed eseguì gli ordini.

E sentì come uno strano calore circondarlo.

Era strano, ma non spiacevole, anche se era chiaro che fosse potente, e pertanto pericoloso.

-Okay… bene…- Neil sembrava agitato, ma si stava facendo forza -…Cosa è successo la notte dell’attacco?- chiese, e i suoi occhi sembravano brillare.

-Sono stato incauto…- cominciò Gunnar, non del tutto convinto che Neil sarebbe riuscito a capirlo, ma assecondandolo.

-Ero davanti alla porta della camera della principessa, come ogni notte, quando il principe Hansen è venuto da me, agitato, dicendo che aveva trovato uno dei miei lupi ferito vicino alle cucine. Di notte non possiamo comunicare troppo liberamente tra noi lupi per evitare di svegliare le persone, e il principe sembrava sincero, dato che era nel pieno di una reazione allergica, perciò ho pensato di seguirlo per sicurezza, pronto a correre da Nives se avesse notato qualcosa di strano, ma…- Gunnar abbassò lo sguardo, e sospirò.

Neil continuava a fissare l’immagine allo specchio.

-Ma…?- incoraggiò Gunnar a continuare, facendolo sobbalzare.

Lo stava davvero capendo?! La magia stava funzionando?!

Gunnar lo fissò qualche secondo, sorpreso.

Era la prima volta che riusciva veramente a comunicare con un essere umano.

Certo, avrebbe preferito che tale essere umano non fosse Neil, ma era meglio di niente, alla fine.

-Che c’è? Pensavi di stare parlando al vuoto? Continua, non so quanto a lungo riuscirò a capirti, Gunnar!- Neil lo incoraggiò a sbloccarsi e continuare.

Gunnar mise in un angolo il suo shock.

-Sì, eh… il principe Hansen mi ha portato vicino alla cucina, e poi mi ha fatto qualcosa, penso un incantesimo di qualche tipo, non so. Ma all’improvviso mi sono sentito le palpebre pesanti, e non riuscivo più a muovermi. Mi ha chiuso nella dispensa e l’ultima cosa che ho sentito è che avrebbe sposato Nives, che avrebbe trovato la lastra d’argento, e che sarebbe diventato re, e si sarebbe liberato presto di me. Non lavora da solo. Aveva un complice, non so se Calengol o qualcun altro- spiegò Gunnar, ricordando gli eventi di quella notte. La sua mente era stata annebbiata dall’incantesimo, ma era sicuro delle informazioni che stava confidando a Neil.

E si sentiva anche uno sciocco per aver reagito in modo così ostile una volta svegliatosi dall’incantesimo e ritrovata Nives. Era chiaro che il principe Hansen gli aveva rivelato i suoi intenti nefasti con l’intento di renderlo aggressivo nei suoi confronti per cacciarlo via più liberamente. Era stato stupido a cadere nella sua trappola.

-Una lastra d’argento?- chiese Neil, confuso.

-È ciò che cerca, per questo è sempre in giro di notte. Ma non l’ha ancora trovata e pensa che sposando Nives lei gli rivelerà la sua ubicazione, o che comunque avrà occasione di cercarla più liberamente- Gunnar abbassò lo sguardo, preoccupato.

Nives gli aveva confidato il luogo dove teneva il più importante segreto del regno, ovvero la lastra d’argento. Non gli aveva confidato cosa fosse e a cosa servisse, ma gli aveva detto che suo padre le aveva fatto promettere di nasconderla bene e proteggerla con la sua stessa vita da chiunque, rivelando il segreto solo alla persona di cui si sarebbe un giorno innamorata.

Gunnar non aveva dato molto peso al motivo per il quale Nives aveva deciso di confidare quel segreto proprio a lui, ma era onorato di essere così importante per lei, e che la sua principessa lo considerasse affidabile.

Non avrebbe mai rivelato la sua ubicazione, neanche a Neil.

Ma sapere ciò che il principe cercava poteva essere utile per sconfiggerlo.

-Ottimo, abbiamo un’esca per portarlo in trappola. Grazie Gunnar, sei stato davvero utile- Neil gli lasciò andare le zampe, e improvvisamente sembrava davvero esausto.

-Dovresti dormire- provò a suggerirgli Gunnar, osservando le sue pietose condizioni.

-Sto una favola, Gunn…- neanche il tempo di finire la frase, o provare ad alzarsi, che Neil crollò a terra, addormentato. La notte insonne e la magia lo avevano completamente privato di ogni energia.

Gunnar sospirò, e cercò una coperta lì intorno, che poi mise su Neil, per coprirlo dal freddo.

Si accorse, con una certa sorpresa, che una radice dell’albero si era rialzata, agendo come cuscino per aiutare la postura di Neil. Era davvero incredibile il modo in cui la natura reagiva a lui, anche quando non era cosciente. Doveva possedere una magia di una potenza quasi ineguagliabile.

Gunnar non si fidava completamente di lui, ma sapeva che fosse una brava persona, e che non avrebbe usato tale magia per scopi crudeli.

E insieme avrebbero salvato Nives.

Alla fine la magia non era necessariamente malvagia, se era usata a fin di bene.

Era stata la magia a salvare la vita di Gunnar.

E non poteva che esserne grato, soprattutto se fosse stata in grado di salvare anche la sua amata Nives.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Qualche fan della saga potrebbe aver notato delle facce familiari nel flashback di come Gunnar è stato trasformato, ma non ho resistito, e ho sostituito la custode Alifa con alcune streghette interessanti che saranno molto importanti in futuro.

Un futuro lontano, ma tenetele a mente. 

Alla fine non ho mai detto che sarei stata fedelissima alla saga originale, è comunque un what if rewrite.

Neil ha scoperto qualcosa del suo passato e sulla magia, ma non troppo, e Haldorr non ha detto tutto ciò che sa, dato che lui stesso non è convinto di ciò che sa.

Gunnar sta iniziando a pregustare l’idea di tornare umano e, soprattutto… GUNNAR ERA UMANO?!

Plot twist! Che era ovvio.

Chissà come reagirà Nives a vedere il suo fedele lupo come uomo. Secondo voi lo riconoscerà?

Non vedo l’ora di scrivere la scena.

So che questo capitolo è stato un po’ di passaggio, ma il prossimo sarà una enorme bomba e sarà anche l’ultimo capitolo ambientato nel regno dei Ghiacci Eterni.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, io vi do un grande bacione e alla prossima :-

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Principesse del Regno della Fantasia / Vai alla pagina dell'autore: ChrisAndreini