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Autore: LittleGypsyPrincess    26/11/2023    0 recensioni
Il passato ritorna sempre. Le ferite che sembravano ormai cicatrici si riaprono portando Natasha in un turbine di dubbi e tristezza che non le consente di vivere a pieno la sua vita.
"L'unica cosa che aveva sempre fatto e sapeva fare era scappare. Non lo faceva perché codarda, ma perché era la cosa giusta. Non poteva restare. Non meritava di essere felice, ma lui invece sì e non poteva certo privarlo di ciò per un capriccio."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Clint Barton/Occhio di Falco, Laura Barton, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi, sono ancra viva! Dopo un'eternità sono finalmente tornata per concludere questo delirio. Spero che nonostante sia passato tantissimo, qualcuno abbia ancora voglia di leggere!
Buona lettura

 

Epilogo

Clint si passò una mano sul viso, aveva fallito e ora Nat era incazzata nera con lui. Non la poteva nemmeno biasimare, aveva invaso la sua sfera privata, forzato le sue scelte e l'aveva messa faccia a faccia con Steve senza il suo consenso. Lo aveva fatto per il suo bene, o almeno ci aveva provato. Aveva sinceramente creduto che sentire la voce, le parole e il dolore del capitano le avrebbe fatto cambiare idea. Pensava sul serio di poter donare una chance a quella coppia così insolita che si sarebbe potuta formare se solo lei avesse ceduto. Se Dreykov non fosse già morto* lo avrebbe volentieri fatto secco nuovamente per cosa aveva fatto a Nat. Ciò che aveva passato l'aveva segnata a tal punto da non lasciarle vivere la sua vita, da non farle comprendere che anche lei poteva essere amata. Quando, poco prima, l'aveva affrontata per farla parlare con Steve aveva cercato di convincerla con le buone e lì, ancora una volta, le sue ferite avevano iniziato a sanguinare. Quelle voci che le dicevano che non aveva un posto nel mondo, che era un'arma, un'assassina e nulla più erano tornate ad essere un eco costante nella sua testa, odiava non poter fare nulla per aiutarla. 

Era chiaro che, per quanto amasse alla follia Steve, non avrebbe ceduto se non forse… il volto di Clint si illuminò, aveva un'idea, un'altra, e questa avrebbe funzionato, doveva solo parlarne con Laura. 

 

***

"Nat?" Laura aprì piano la porta mettendo la testa nella stanza.

"Vattene" non avrebbe voluto trattarla così, non era colpa sua, ma proprio non le andava di parlare. 

"Mi dispiace, non doveva andare così"

"No, avete spezzato ancora di più il cuore di Steve. Lui non doveva essere messo in mezzo" singhiozzó, con la testa ancora nel cuscino. 

"Era già in mezzo. È stato lui a contattare Clint, voleva sapere se stessi bene. Ci tiene davvero tanto a te. Lo stai uccidendo"

"Lasciami sola ti prego"

"Va bene." Appoggiò il piatto che teneva in mano sul comodino della russa.

"Ti ho portato un po' di pizza, l'ho fatta io, mangia qualcosa almeno"

Si allontanò mentre stava per chiudere la porta sentì un flebile grazie, sorrise. 

Questa volta avrebbe funzionato e anche Nat avrebbe avuto il suo lieto fine. 

***

Natasha si addormentò in preda ai singhiozzi e fece sogni davvero strani, ad accompagnare i suoi soliti incubi c'era anche Steve e l'immenso dolore che tutta quella storia le stava procurando. 

A svegliarla non furono però i soliti sensi di colpa, ma uno strano rumore, che nel dormiveglia le ricordava una quinjet che atterrava. Si rigirò, sicuramente stava sognando oppure Clint stava facendo qualche strano esperimento. Aveva fame ma allo stesso tempo non le andava di vedere gente e parlare, voleva ancora uccidere quel maledetto sacco di pulci.

Quando si stava per riappisolare qualcuno bussò alla sua porta "Nat, puoi venire giù per favore ho davvero bisogno del tuo aiuto. Non è urgentissimo ma se puoi scendere tra non molto te ne sarei grata"

Alle parole di Laura la rossa si buttò giù dal letto e si fiondò in bagno. Tempo 5 minuti era pronta, scese le scale di corsa urlando 

"Tesoro dove sei? Che cosa è successo?"

Aveva detto non fosse urgentissimo il che significava che i bambini stavano bene, però c'era comunque una certa urgenza nella sua voce, cosa che l'aveva allarmata. 

"Vieni fuori"

Natasha si fiondò nel grande cortile ma cosa vide la lasciò completamente a bocca aperta. Una quinjet era effettivamente parcheggiata nel cortile e davanti ad essa due splendidi occhi azzurri la fissavano. I suoi occhi azzurri.

Non riuscì a muoversi, il cuore prese a batterle a mille, era paralizzata, cercò di parlare ma nessun suono uscì, perfino le sue corde vocali erano diventate incapaci di funzionare. 

"Nat" Steve si avviò verso di lei con cautela, aveva paura della sua reazione. Erano passati solo due giorni ma all'idea di perderla, gli era mancata come l'aria. 

Quando fu ad un passo da lei si fermò, cercando una sua qualche reazione. 

"Cosa ci fai tu qui?" Finalmente la voce le era tornata per esprimere lo stupore del momento.

"Sono qui per te. Dirti che ti amo non è stato abbastanza per farti smettere di scappare, quindi sono venuto a dimostrartelo. Sono qui per dirti che andrei in capo al mondo per te, che farei qualsiasi cosa umanamente possibile per averti ancora al mio fianco, per poterti abbracciare o anche solo guardarti leggere uno dei tuoi romanzi sulla poltrona della torre. Mi manchi. Mi manca la tua risata, la tua ironia, i tuoi sorrisi, i tuoi occhi, tutto." Fece una pausa in cui Natasha cercò di ribattere ma lui la fermò "non mi importa. Qualsiasi scusa tu stia per tirare fuori non mi importa. Il tuo passato non mi interessa, il fatto che tu non possa avere figli ancora meno. Sei una spia e un'assassina è vero, ma credi davvero che io sia così innocente? Anche io ho ucciso, ho ferito e fatto del male. Siamo entrambi anime perse, solo che io mi porto dietro un'aura da supereroe ,che male mi si addice in realtà. Vuoi essere un'anima persa insieme?"

Natasha lo guardò, non sapeva cosa dire e non poteva credere lui fosse lì. Guardare ancora quei due splendidi occhi azzurri stava facendo crollare ogni muro, erano così carichi di amore e speranza. 

"Perché proprio io, Steve?"

Lui rise "hai una visione pessima di te stessa, ma non rappresenta minimamente la realtà. Sei stupenda, in ogni sfaccettatura questo aggettivo possa riferirsi ad una persona. Non so spiegarti perché o come mi sono innamorato di te, ma se devo pensare al futuro non riesco a non immaginarlo con te. Siamo fatti per stare insieme, questo è tutto quello che posso dirti, il resto è troppo irrazionale per spiegarlo"

Le lacrime iniziarono a rigarle il volto, era esattamente cosa provava lei. 

"Hey piccola, non piangere" Steve fece l'ultimo passo e le asciugò le lacrime.

"Perché l'amore fa così male?" Chiese in un sospiro.

"Non deve farti male, non più. Ora sono qui e non ho intenzione di andarmene senza di te"

Quelle parole le fecero mancare un battito e dimenticare ogni cosa, ogni singola ragione per cui era scappata da lui. Si lanciò tra le sue braccia e lo baciò con tutta la forza e la passione che aveva dentro, mentre in un angolo Clint e Laura si battevano il cinque. 

Ne era valsa la pena di scoprirsi con Steve, sapevano di potersi fidare.

 

*La storia è ambientata prima degli avvenimenti del film su Vedova nera dunque tutti sono convinti che sia morto. 

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*Scena post credit per farmi perdonare del ritardo*

 

"Hey!" Steve si voltò, davanti a lui una miniatura della moglie di Clint decisamente incazzata.

"Ciao?" Azzardò dubbioso. La bimba si fermò davanti a lui, le mani sui fianchi e lo sguardo corrucciato " sei stato tu a far piangere zia Nat vero?"

"Io… non volevo… non è stata colpa mia …" 

"Siete tutti cattivi voi maschi! Come puoi lasciartela scappare!"

"Veramente sono io ad essere scappata, lui non c'entra nulla Lila"

La piccola si voltò "ma allora perché piangevi?"

"Perché sono un'idiota"

"Be' se te né sei andata da uno così un po' sì…" rispose Lila scrollando le spalle e andando via, lasciando i due a bocca spalancata.

  
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