Capitolo 30
La aspetta in
spiaggia.
Si è
seduto di fronte al mare, in quella zona
dove non va quasi mai nessuno. Il vento ha formato alcune dune di
sabbia, sono
alle sue spalle, e tutto intorno cespugli di mirto, alloro e lentisco
che
aggiungono pennellate di verde in quel quadro dorato e blu.
Karl lascia che
i suoi occhi contemplino la
bellezza di quel posto, ascolta il rumore delle onde delicate che si
infrangono
sulla battigia nella loro danza eterna, si lascia incantare dal profumo
del
sale e della macchia mediterranea.
Ha lasciato la
villa nel pomeriggio, non
appena aveva saputo del suo arrivo. La telefonata di Genzo lo aveva
preparato, ma
adesso che sta per incontrarla si sente tutto ad un tratto nervoso.
Il sole si
è abbassato, controlla l’orologio.
Sono quasi le sei, Lena dovrebbe arrivare a momenti. Le ha inviato la
posizione
esatta con un messaggio, sa che l’ha visualizzato
un’ora prima.
Mentre continua
ad aspettarla, indugia nei
ricordi degli ultimi mesi. Richiama alla memoria tutte le paure e le
vittorie,
il dolore e la gioia, le sconfitte e la voglia di vivere. Pensa a
Katrin, a
quando l’aveva vista sdraiata su quel letto della terapia
intensiva. A Katrin che
in quel preciso istante starà giocando in spiaggia con
Helga. Pensa a Genzo, e
non riesce a trattenere un sorriso. E poi anche a Stefan, Sho, a tutti
i
ragazzi della squadra. A Hermann su ad Amburgo, a Marie e a Martin, e a
chiunque gli è stato vicino. E mentre è assorto
in questi pensieri fa la sua
comparsa un’ombra, è la sua, si avvicina sempre di
più.
In quel momento,
Karl non sente più nessun
rumore, nessun odore.
Resta immobile,
in attesa. Trattiene il fiato.
Lena
è lì.
Rimane in piedi,
non parla. Scruta il mare di
fronte a sé, sembra mettersi in ascolto delle onde.
Chiude gli occhi
e inspira, si lascia
accarezzare dai raggi obliqui del sole della sera. Come se fossero un
incoraggiamento, come se le servissero per sentirsi più
sicura.
Appoggia il
borsone e si siede accanto a lui, le
spalle quasi si sfiorano.
Non appena gli
si è avvicinata ha avvertito il
suo profumo e il suo calore, Karl sbatte le palpebre e torna a vedere e
a
sentire.
«Sei
arrivata davvero.»
Lei non gli
risponde, si volta a guardarla.
Sta piangendo,
le lacrime scivolano silenziose
sulle sue guance.
Il peso
opprimente che sentiva sul petto e
minacciava di schiacciarla è scomparso, ma quel senso di
sollievo che l’ha
investita l’ha lasciata all’improvviso nuda.
Sa di avere
sbagliato.
«Sì.
Sono arrivata per restare. Se tu mi vuoi
ancora.»
La fissa negli
occhi, occhi blu che brillano
come non li aveva mai visti brillare.
«Ce ne
hai messo di tempo.»
Lei si morde il
labbro, inclina appena la
testa.
«Mi
dispiace così tanto…»
Tira su con il
naso, poi cerca un fazzoletto
nella borsa.
«Sono
stata stupida, risoluta nelle mie convinzioni
che, adesso lo so, sono state offensive.» scuote la testa
«Ti chiedo scusa.
Scusami, Karl. Per aver pensato male di te, e soprattutto per non
averti
lasciato la possibilità di spiegare le tue
ragioni.»
Lui accarezza la
sabbia con la punta
dell’indice, avanti e indietro.
«Sono
scattata come una molla. E come una
cretina.»
«Sì.
Non ci hai riflettuto molto. Avevi deciso
subito che io ero colpevole.»
Lena distoglie
lo sguardo, fa una smorfia.
«Ho
sbagliato. Tutto. A crederci, a scappare. Ho
sbagliato tutto.» inspira «Adesso lo so, e me ne
pento tremendamente.»
Allunga una
mano, lo tocca. Lo sente sotto il
tessuto della camicia, sente il suo corpo caldo. Il braccio, poi il
polso, la
sua mano. La afferra, lui non la scosta.
Tornano a
guardarsi.
«Quello
che mi ha fatto davvero male è stato
capire che tu non hai fiducia in me. Non sono riuscito a far
sì che tu mi dessi
davvero un’altra occasione.»
Lei espira.
«No.
Non è così. Non avevo fiducia. Al
passato.» fa un sorriso mesto «Karl... Io ho
sofferto davvero tanto, un anno
fa. È stata dura. Dura da accettare, dura da affrontare.
Durissima da superare.
Ma il mio cuore non ha mai smesso di battere per te, anche quando non
ti volevo
vicino… Facevi troppo male.»
Lui la fissa
come se non potesse staccarsi
nemmeno per un secondo, ascoltare quelle parole lo stritola da dentro.
Non gli
bastano, lo rendono ancora più assetato.
«Ti
amavo, e cercavo di zittire i miei
sentimenti e i miei pensieri, terrorizzata all’idea di farmi
ancora male.
Quando… Quando ci siamo riavvicinati è stato
dirompente. Ho provato a
resisterti, non è stato possibile. Non ti posso resistere,
c’è un richiamo che
non posso mettere a tacere. È stato pazzesco, eppure una
parte di me viveva
quei giorni con i sensi all’erta. Pronta a fuggire al primo
segnale di
pericolo, come se se l’aspettasse…»
Karl deglutisce
e rimane in silenzio, non la
vuole interrompere.
«Come
se quella parte di me non mi volesse
felice. E le è bastato vedere certe immagini per dichiararti
colpevole.»
Piange.
«Non
lo sei. C’è chi ha giocato su questa
cosa… E ne ho le prove.»
Gli accarezza il
viso, la mano tremante.
«Ma
soprattutto adesso ho capito tutto, e ti
prometto che sarà diverso. Ho capito quanto sei importante,
e quanto ti amo
ancora. Più di prima. Il pensiero di perderti mi ha fatta
impazzire…»
Gli si avvicina,
poggia la testa sulla sua
spalla. Quel contatto sembra avere il potere di calmarla. Sospira.
«Non
voglio perderti. Non posso perderti. Mai
più.»
Guarda il mare,
e poi guarda lui.
La sua
espressione così fiera e seria.
«Io ti
amo, Karl. E vorrei essere per sempre
tua.»
Karl non ribatte.
«Mi…
Mi vuoi ancora? Mi vuoi dare un’altra
possibilità?»
Finalmente torna
a guardarla. E con un braccio
le cinge le spalle e la stringe a sé.
«Tu
sei l’amore della mia vita. Non voglio
dare a te un’altra possibilità, voglio che la
diamo a noi due… La possibilità
di essere felici insieme e di mostrare la nostra parte
migliore.»
Lena sorride, le
lacrime continuano a
scivolare sulle guance.
Lui le prende il
viso tra le mani, lo
accarezza con le labbra. Cerca poi la sua bocca, e quel bacio
è la promessa di
non voler più guardare indietro.
«Voglio
vivere ogni giorno del resto della mia
vita sapendo che sei al mio fianco. Non andare più via,
Lena, o ne morirei…»
«Voglio
amarti per ogni giorno del resto della
mia vita. Ti fidi di me e delle mie promesse?»
«Io mi
fido di te. E tu, adesso pensi di
riuscire a fidarti di me?»
Lena annuisce.
«Sì.
Se tu mi dici che mi ami io mi fido di te.
Non mi farò più distrarre da certe cose,
vedrò solo quello che conta davvero. E
quello che conta davvero siamo io e te.»
Gli accarezza i
capelli, con la punta delle
dita scende verso lo zigomo e poi giù fino al collo. Lui
chiude gli occhi, si
sente in paradiso.
Sono rimasti
abbracciati in silenzio a
guardare il mare, non c’è stato bisogno di dire
altro.
«Forse
adesso dovremmo rientrare, c’è qualcuno
che ti sta aspettando…»
Lena sorride.
«Com’è
stata la mia piccola?»
«Pare
una principessa. Ha due tate a
disposizione, un papà, una camera doppia, giochi, mare,
piscina. Mancavi solo
tu.»
Si alza e
afferra il borsone.
«Te lo
porto io, c’è da fare un pezzo di
strada a piedi.»
Lei lo segue,
emozionata, si prendono per
mano. Camminano lungo il sentiero che sale la collina, si lasciano alle
spalle
il tramonto sulla spiaggia.
Ce ne saranno
altri, moltissimi altri, da
guardare insieme.