Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Non Molto    30/11/2023    1 recensioni
Freya Ackerman, chirurgo d'urgenza a servizio del Corpo di Ricerca e moglie del Capitano Levi, vi porta con lei in un viaggio colmo di avventura, amore, dedizione al proprio lavoro e legami fraterni.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levi Ackerman, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IV

Il primo bacio

 

831, Sottosuolo.

Due ragazzini di quindici anni giacevano l’uno accanto all’altra sull’erba morbida. Levi e Freya avevano ormai perduto la nozione del tempo: guardavano rapiti l’azzurra volta del firmamento che si espandeva davanti ai loro occhi, e che potevano ammirare grazie a un’ampia crepa nel soffitto di una caverna.

Quello era diventato il loro rifugio: ci voleva più o meno un’ora di cammino dal centro città per raggiungerlo, ed era ignoto a chiunque. L’aveva trovato Freya circa due settimane dopo il suo arrivo nei Sotterranei, durante una delle sue fughe. Convinceva Levi ad accompagnarla fin lì affinché l’addestrasse nel combattimento corpo a corpo e nell’utilizzo delle armi da taglio; ciò implicava che i due ragazzini… scappassero insieme. Kenny non ne era affatto felice, motivo per cui, una volta tornati alla stamberga, Levi e Freya sapevano che il vecchio li avrebbe picchiati. Perciò tendevano a prolungare più che potevano la loro permanenza alla caverna, chiacchierando una volta finito l’allenamento. Freya raccontava a Levi di suo fratello maggiore Erwin, dei loro cavalli Marzapane e Botticelli, del Corpo di Ricerca e del suo sogno di diventare medico. Inoltre, lo istruiva su tematiche di astronomia, di biologia, d’ingegneria e di storia. Lui non aveva molto da condividere: qualche ricordo della mamma, qualche avventura da cui si poteva estrapolare del divertimento in mezzo a tutta la tragedia… Levi non capiva cosa gli stesse accadendo, ma stare con Freya gli piaceva molto. Si sentiva al sicuro con lei, e… libero. Libero di non fare per forza la faccia da duro, e di non tenere le mani sempre pronte a sfoderare il pugnale. E poi… gli piaceva guardarla mentre rideva, tanto da immaginarsela ogni volta prima di addormentarsi. Ricercava l’approvazione di Freya, e… aveva voglia di abbracciarla. Non l’aveva mai fatto, però: di chiederglielo esplicitamente non se ne parlava, si vergognava troppo; d’altra parte non voleva nemmeno farlo “spontaneamente” poiché temeva che, piombandole addosso da un momento all’altro e senza preavviso, avrebbe potuto spaventarla.

«Levi», lo chiamò d’improvviso la ragazzina, «tu… sai che cos’è un bacio, non è vero?».

Le gote del giovane s’imporporarono. «Certo» borbottò, imbarazzato.

«E…», continuò lei, «hai mai baciato qualcuno?».

«No» fece Levi. «E tu?» le domandò, maledicendosi subito dopo: da un lato era curioso di saperlo, ma dall’altro l’idea che Freya baciasse qualcun altro non gli piaceva proprio per niente.

«Neanch’io».

Silenzio. Un venticello leggero scompigliò appena i capelli dei due giovani. Levi, con le interiora in subbuglio per l’agitazione, raccolse il coraggio. «Come te lo immagini?» le domandò a bruciapelo.

«Mh, vediamo…», Freya piegò le braccia all’indietro, poggiandosi la nuca sui palmi delle mani. «Me lo immagino come un’ipernova».

«Ah… c-come una cosa brutta, quindi?» ribatté Levi. «Intendo dire, se non ricordo male l’ipernova è una stella che, esplodendo, travolge tutto ciò che la circonda, no?».

«Sì, però… Ecco, diciamo che credo che l’intensità sia la medesima di un’ipernova, ma… che le emozioni che si avvertono siano piacevoli. E-emozioni calde, direi» si spiegò Freya.

«Ah, ok. Allora direi che anch’io me lo immagino così» concordò Levi, piegando un ginocchio.

Silenzio, di nuovo. Il ragazzo percepiva i secondi, infiniti, martellargli nelle tempie. Era agitato come non mai.

Dopodiché, grazie al cielo, Freya parlò. «Ehm, e… Voglio dire, t-ti andrebbe di provarci? C-con me, ora».

Il fiato di Levi si mozzò e il suo cuoricino di quindicenne cominciò a battere come impazzito. «A-a darti un bacio? Cioè, a baciarci noi due, intendi?» domandò, incredulo. Sentiva le guance in fiamme.

«Mh-mh» confermò lei.

«B-be’… Mi va». Levi si voltò finalmente in direzione di Freya. Anche lei aveva le gote vermiglie. 

La ragazzina avvicinò il proprio volto a quello di Levi, mentre lui rimaneva immobile. Scivolò poi con le dita tremanti lungo la guancia diafana del giovane, e lui percepì le narici inebriate del buon odore di lei. Infine, Freya poggiò con gentilezza le proprie labbra su quelle di Levi. 

Il ragazzo avvertì il proprio cuore fermarsi e stringersi all’interno del petto per alcuni istanti, per poi espandersi nuovamente e prendere a battere all’impazzata. I due si baciarono altre tre o quattro volte, finché Freya si allontanò definitivamente. Levi la vide guardare a terra per qualche secondo, e infine alzare coraggiosamente le iridi chiare su di lui. I suoi occhi luccicavano di un imbarazzo complice. Quando i loro sguardi si incontrarono, i due giovani cominciarono a ridere gratificati.

«Senti, Freya» azzardò poi Levi, dopo qualche attimo. «Mi piacerebbe… e-ecco, io… potrei abbracciarti?».

La giovane, un po’ spiazzata da quella domanda, dapprima arrossì e poi annuì. Dunque Levi con delicatezza e lentezza l’avvolse, e lei andò a stringerlo a sua volta. Dopo qualche manciata di secondi i corpi rigidi dei due ragazzi cominciarono ad abbandonarsi alla comodità e alla pace di quel momento. Levi affondò il volto nella chioma bionda di Freya, inalandone il profumo. Dopodiché, chiuse gli occhi.

   
 
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