La cena della vigilia è molto più formale e fastosa delle solite feste a Villa Black.
Perché quella cena non è una cena, è un banco di prova. I Black, tutti, sono gli imputati e gli invitati in arrivo saranno giudici e giuria.
Walburga ha terrorizzato e frustato gli elfi affinché ogni mobile risultasse lucido, ogni posata scintillante, il cristallo dei calici divenisse quasi invisibile alla luce delle candele ed ogni cibo una delizia sopraffina.
Non si sa quanto si siano arricchiti i droghieri, i macellai ed i verdurieri di Diagon Alley con quel solo pasto o se sia rimasto qualcosa da comprare per le altre famiglie.
Però cannella, arancia e anice stellato, disposti nelle eleganti composizioni create da Walburga, non riescono a coprire l'odore della stoffa bruciata, o così vi sembra.
Come può un buco grande quanto una sigaretta puzzare così tanto, ricoprire tutta la casa ed ogni persona col suo fetore?
L'Elfo domestico incaricato annuncia l'arrivo dei primi ospiti. Sono i Malfoy, con i loro modi alteri e giudicanti.
Dopo di loro, snervanti come gocce cadenti da un lavabo rotto, giungono tutte le Famiglie più importanti, sono tutti curiosi ed impazienti di entrare in quei saloni, di osservare quelle persone.
Quei Purosangue con un figlio diseredato, cancellato, perso a sedici anni, e non un figlio qualsiasi bensì l'erede.
Che scandalo delizioso per animare un periodo fatto di cibo alla lunga indigesto, abiti scomodi, false amicizie e incontri formali.
Un pettegolezzo più succoso dell'arrosto, più goloso del pudding natalizio.
Regulus siede composto nel suo vestito nuovo, un vestito da uomo nonostante il corpo che lo indossa sia quello di un ragazzino, un vestito commissionato ed adattato anziché fatto su misura
Orion indossa una veste formale che il sarto ha ultimato in tutta fretta solo qualche ora prima, è taciturno e imponente.
Walburga si è paludata in sete e gioielli per mostrare la loro ricchezza ancora tutta lì, mica hanno perso per sempre un figlio, va tutto bene.
Sorride affabile e risponde con gelido garbo a chiacchiere e sguardi, incassa le dovute lodi come perfetta padrona di casa per l'eccellente menù e le splendide decorazioni.
Le forcine le fanno dolere il cuoio capelluto, i muscoli della bocca tirano ma lei seguita a sorridere.
Gli ospiti ridono, mangiano, conversano, intrecciano piani matrimoniali decidendo mariti e mogli per i loro figli.
La sala è piena dello scintillio dei gioielli delle signore e satura degli aromi del cibo, delle colonie maschili e dei profumi femminili.
Alphard partecipa per puro sfregio e si gode i suoi cocktail, il suo arrosto e le sue verdure al burro, sorride e loda le signore, fuma la pipa nel salotto con gli altri uomini.
Per Orion e Walburga è come se il cagnetto di Madame Grengrass avesse lasciato una grandissima cagata sul tappeto persiano intessuto a mano.
Possono farci ben poco, solo fingere non stia succedento ed essere affabili.
Due buchi nell'arazzo, un doppio disonore sono troppo anche per loro, per quel sangue "Tojours Pur" che scorre via da ferite non previste, autoindotte dalla loro stessa famiglia.
Regulus è contento, grazie a quello zio malvisto il cibo ha un po' di sapore e consistenza: Sirius ha ancora un po' della sua vecchia famiglia che lo ama e dei soldi per provvedere a sé stesso, non è solo e perduto.
La sedia vuota destinata all'assente Sirius è stata tolta ma è come se fosse lì, sotto gli occhi di tutti.
Il posto vuoto del figlio fuggito, il segno del disonore.
Gli ospiti defluiscono letamente, sazi e non soddisfatti nel loro interesse morboso, nella loro curiosità verso qualcosa di deforme e grottesco per quella società dalle perfette apparenze.
Però i Black hanno superato la prova, i giudici e la giuria hanno emesso una sentenza positiva: non saranno degli emarginati, avranno ancora il loro pezzetto di posto al sole tra chi conta davvero, il loro tavolo al club e una futura moglie come si deve per Regulus.
Anche se quella sedia continua rimanere vuota e ben visibile dalla soffitta polverosa.
Regulus non ci si vuole sedere e nemmeno sulla poltrona nello studio di Orion ci si sente comodo, quella poltrona pochissimo usata destinata al primogenito affinché possa sedersi accanto al genitore per osservare ed imparare.
Dovrebbe rimanere come quella sedia: vuota, occultata lontano dalla vista.