Cap. 4: Supernova
Drowning in a haze, and I just wanna get in deeper (deeper, deeper, deeper)
Purple skies with a million stars, I'm falling ground
These days when I'm losing track of time
These days when I'm burning up inside
These days when I'm lost, I search the skies
I'm waiting for your last goodbye
'Cause I'm not over it, not over it
I'm waiting for your last goodbye
The kiss of time
Like thunder screaming out for a flash of lightning
Stars are falling down for God's applause
I'm waiting for the light of your supernova
Your last goodbye
I'm waiting for you, supernova, supernova, supernova…
(“Supernova” – Within Temptation)
Cassian non sapeva
bene come gestire le proprie emozioni adesso che si trovava da solo con Din
Djarin, nel suo nuovo Starfighter N1 e niente attorno a loro se non le stelle.
Si diceva che era soddisfatto di poter pilotare un velivolo del genere, ma era
il primo a sapere che erano tutte balle, lui era travolto dalla gioia e
dall’emozione perché si era, chissà perché, innamorato a prima vista del
Mandaloriano e, dopo aver temuto di doversi separare da lui per chissà quanto
tempo, si era ritrovato invece a viaggiare con lui, a seguirlo e appoggiarlo
nelle sue missioni.
In tutta sincerità,
era davvero troppo da poter gestire…
Il Mandaloriano si
era rimesso il casco, visto che stavano comunque compiendo una missione e
poteva accadere di tutto da un momento all’altro, e almeno questo consentiva a
Cassian di controllare i battiti del cuore e regolare la respirazione senza
rischio di andare in iperventilazione! Tuttavia, per imparare a pilotare quella
che sarebbe stata la sua astronave (o magari usando quel pretesto…), Din Djarin
si era seduto molto vicino a Cassian e, dopo avergli riferito le coordinate del
volo, lo osservava e ogni tanto gli faceva domande sui comandi e i dispositivi
che usava. E, siccome la cabina di pilotaggio era molto più piccola di quella
della Razor Crest, in effetti il
Mandaloriano era praticamente incollato a Andor e questo lo mandava abbastanza
in fibrillazione…
“È curioso pensare
che, fino a un anno fa circa, non avrei mai neanche pensato di collaborare con
qualcuno, sono sempre stato un lupo solitario e non mi dispiaceva” raccontò ad
un certo punto il Mandaloriano. “Il mio incontro con il piccolo ha cambiato
tutto. Pian piano mi sono reso conto di tenere a lui, di volerlo proteggere e
portare in un luogo sicuro non soltanto perché era mio dovere, ma perché gli
volevo bene e volevo il meglio per lui. Mi sono legato a Grogu gradualmente e
senza nemmeno accorgermene, l’ho capito solo quando Moff Gideon lo ha fatto
rapire. A quel punto sono andato contro tutte le mie convinzioni e ho chiesto
aiuto e collaborazione ad amici, alleati e anche persone di cui non mi fidavo
completamente, tutto pur di salvare il bambino.”
Cassian era felice
che Din si confidasse con lui, si rendeva conto di essere forse la prima
persona con cui si era aperto totalmente e senza riserve e la cosa lo
emozionava ancora di più, ci teneva ad essere speciale per lui, anche se non osava immaginare di potergli
interessare nel senso che intendeva lui… Ma, considerato come si era sempre
mostrato distaccato e schivo il Mandaloriano, già diventare suo amico e
confidente era una cosa importantissima e preziosa.
“Capisco cosa vuoi
dire, anch’io per anni sono stato un lupo solitario. Da ragazzo ero anche una
specie di fuorilegge, un ladro e un truffatore, magari tu mi avresti catturato,
sicuramente c’erano diverse taglie su di me!” scherzò, mentre si sentiva
tremare i polsi al solo essergli così vicino. “È stata mia madre a salvarmi, la
mia madre adottiva. Io tentennavo, non volevo compromettermi, odiavo l’Impero
ma volevo anche salvarmi la pelle… poi, però, lei si è ammalata ed è morta e al
suo funerale ha fatto in modo che fosse proiettato un ologramma in cui lei
incitava gli abitanti di Ferrix, il pianeta sul quale vivevamo, a entrare nella
Ribellione e ad opporsi decisamente all’Impero. Così anch’io ho deciso di
schierarmi e sono diventato un vero ribelle. Però, anche allora, sebbene
partecipassi alle missioni, preferivo lavorare da solo e non legarmi a nessuno
degli altri, pensavo solo a fare quello che mi veniva chiesto.”
Andor non poteva
vedere il volto del Mandaloriano (e meglio così, altrimenti chissà dove sarebbe
andato a schiantarsi con lo Starfighter!), tuttavia l’uomo lo fissava
intensamente e rifletteva sul fatto che tutto aveva un motivo, che lui e quel
pilota erano destinati a incontrarsi perché avevano veramente molte cose in
comune. L’immagine che gli aveva scaldato il cuore guardandolo con Grogu,
quella di loro tre come una vera famiglia, ritornò ad avvolgerlo con il suo
dolce calore.
“Abbiamo avuto
davvero alcune esperienze molto simili” commentò. “Io ho deciso di collaborare
davvero con altre persone perché ho capito che da solo non avrei mai salvato
Grogu, ma poi mi sono reso conto che avere degli amici e delle persone su cui
poter contare è davvero importante. Anche per questo ti ho chiesto di venire
con me, non solo per le tue doti di pilota. Ho compreso che non sarei riuscito
a portare avanti le mie missioni da solo, senza neanche più il piccolo accanto
a me, e credo che averti conosciuto proprio a Hosnian Prime sia stato una sorta
di segno: avevo bisogno di qualcuno che potesse essermi amico e alleato, che
combattesse al mio fianco e mi sostenesse nei momenti peggiori, però questa
persona doveva essere particolare, dovevo fidarmi e sentirmi compreso per
poterci davvero collaborare. E, parlando con te, mi sono reso conto che eri tu
quella persona.”
Per fortuna Cassian
era davvero un pilota abile, perché quelle parole lo sconvolsero talmente tanto
che rischiò seriamente di mandare in stallo i motori e precipitare!
“Beh, anch’io ho
imparato in questi ultimi anni che è sempre meglio avere degli amici su cui
contare, anche quando si hanno delle missioni da compiere” replicò cercando di
restare sul vago e di non mostrare quanto le parole del Mandaloriano lo
avessero turbato! “In effetti, oltre al fatto che in due si combatte meglio che
da soli, c’è anche il vantaggio che, per esempio, durante il viaggio uno dei
due può riposare mentre l’altro pilota, e poi ci diamo il cambio.”
In realtà quello
Starfighter era pensato per le battaglie e la velocità e non c’era una cabina
in cui riposare, solo un piccolo alloggio, quindi quello che Cassian aveva
detto non sembrava molto praticabile e Din glielo fece notare.
“Non c’è una cabina
in questa astronave” obiettò. “In questo, perlomeno, la mia Razor Crest era più comoda. Qui c’è solo
un piccolo alloggio, qua dietro, ma non è nemmeno possibile stendersi, quindi
per riposare dovremo comunque fermarci da qualche parte. E pensavo anche un’altra
cosa: se, per caso, un domani Grogu riprendesse a viaggiare con noi, quello di
noi che non pilota dovrebbe tenerlo in braccio!”
Cassian si mise a
ridere, ma si bloccò subito quando si rese conto del reale significato delle
parole del Mandaloriano: da quello che aveva detto pareva che desse per
scontato che loro due avrebbero continuato a viaggiare e fare missioni insieme
per chissà quanto tempo e che, magari, in un futuro non meglio precisato, anche
Grogu sarebbe tornato e avrebbe partecipato alle loro avventure.
Non poté evitare che
il cuore cominciasse a battergli più forte, spedendogli scariche di adrenalina
nelle vene e accelerandogli il respiro.
“Ah… sì, beh, tu
pensi che Grogu tornerà da te? Cioè, non so come funziona per i Jedi” quella
cabina di pilotaggio improvvisamente sembrava diventata ancora più piccola e
Cassian iniziava a sentire un calore incredibile che lo soffocava, chissà,
magari lo Starfighter aveva preso fuoco? O, molto più semplicemente era lui a
bruciare dentro?
“Una volta che avrà
completato il suo addestramento potrà decidere cosa fare e dove andare e, visto
che ci consideriamo come padre e figlio, è molto probabile che scelga di
tornare a viaggiare con me… con noi, anzi” precisò Din, che forse non aveva
notato o magari fingeva solo di non notare, il turbamento sempre più evidente
del suo compagno di avventura! “A quel punto sarà in grado di gestire il suo
potere e sarà lui ad aiutare noi, invece di aver bisogno di protezione.”
Andor non sapeva bene
come porre la domanda successiva, tanto la cosa lo emozionava e accendeva ogni
fibra del suo essere, poi decise di buttarsi.
“E quindi… tu pensi…
che, anche se Grogu tornasse a viaggiare con te, tu… io… cioè, vorresti che
continuassi ad essere il tuo pilota e a combattere al tuo fianco?” chiese con
una strana voce spezzata.
“Sì, certo, ma non
solo” replicò il Mandaloriano. “Vorrei spiegarti una cosa relativa al nostro
Credo, che ti farà capire anche perché mi sono legato tanto al piccolo. Una
delle più importanti Regole dei Mandaloriani è quella di crescere dei
trovatelli e educarli nel Credo, è quello che hanno fatto con me, e per i
Mandaloriani questo è forse anche più importante di avere una famiglia e dei
figli propri. Per questo ci sono famiglie in cui i genitori sono dello stesso
sesso o di razze diverse, che non possono procreare tra loro: non conta avere
figli propri quanto prendersi cura dei trovatelli e educarli nel Credo. Più mi
affezionavo al bambino e più mi rendevo conto che era quella la cosa che avrei
voluto davvero, crescerlo e educarlo come un Mandaloriano. Ovviamente allora
non sapevo che Grogu è invece in contatto con la Forza e che il suo destino è
diventare un Jedi.”
Genitori
di razze diverse o anche… dello stesso sesso? Oh cavolo, ma dove vuoi andare a
parare? Insomma, non sarà mica possibile che tu… che io… accidenti, devo
trovare qualcosa da rispondere!
Cassian stava
letteralmente per esplodere…
“Ma dai, è interessante
conoscere tante culture e tradizioni diverse!” commentò, dicendo probabilmente
la cosa più cretina che potesse tirar fuori e sentendosi un completo imbecille.
“Dunque, se ho capito bene, tu avresti voluto adottare Grogu e la cosa sarebbe
stata normale perché voi Mandaloriani fate così, però non puoi perché lui deve
diventare un Jedi e non un Mandaloriano. Vado bene finora?”
“Direi di sì. Quando
Ahsoka mi ha detto che avrei dovuto consegnare il piccolo ai Jedi e che il suo
attaccamento a me era un pericolo per lui, per me è stata una delusione, avevo
davvero sperato di poter adottare Grogu. Poi, però, sei stato tu a ridarmi
speranza. Tu hai insistito sul fatto che Ahsoka stava esagerando, che era
condizionata dalla sua esperienza con il suo Maestro, e in effetti anche Luke,
in seguito, ha accettato il fatto che io e Grogu restiamo uniti” rispose Din
Djarin. “Ho cominciato a pensare che, in futuro, lui potrà essere sia un Jedi
che un Mandaloriano* e che quindi
potrò adottarlo comunque. E poi ho visto che il piccolo ti si è affezionato… è
vero che lui è amichevole e fiducioso quando sente che una persona ha l’animo
buono, ma con te è stato particolarmente affettuoso e così ho pensato che
magari noi tre potremmo essere una famiglia.”
E
lo dice così? Ma non lo sa che sta per venirmi un infarto e che potremmo
schiantarci con lo Starfighter contro il primo asteroide di passaggio?
Cassian stava davvero
iperventilando ed era diventato di tutti i colori, mentre il Mandaloriano aveva
pronunciato quelle parole con la massima calma e pacatezza, come se fosse la
cosa più ovvia della galassia. E, a dirla tutta, per lui lo era. Din Djarin era
un uomo semplice e schietto. Aveva perduto la sua famiglia ed era stato salvato
dai Mandaloriani, perciò la sua devozione e riconoscenza andava a loro e al
Credo. Si era pian piano legato a Grogu e aveva iniziato a pensare a lui come a
suo figlio, dimostrandosi disposto a tutto pur di proteggerlo e fare ciò che
era bene per lui. Poi aveva conosciuto Cassian, aveva trovato molti punti in
comune con lui e aveva visto il bambino che gli si era affezionato rapidamente:
non gli ci era voluto molto a fare due più due e l’idea di una famiglia con
Cassian e Grogu lo faceva sentire bene. Era quello che facevano i Mandaloriani,
no? Non si era interrogato troppo sul motivo per cui si trovasse bene con
Cassian, anzi, aveva deciso di portarlo con sé proprio per verificare che loro
due potessero andare d’accordo e stare bene insieme e, almeno per ora, la cosa
stava funzionando. Forse, chissà, non aveva neanche pensato a tutto ciò che
comporta sposarsi e fare una famiglia e, del resto, probabilmente tra i
Mandaloriani ce ne erano anche di famiglie nate così, più per amicizia e
condivisione che per altro.
Solo che, per Andor,
le cose stavano in un modo un tantino diverso!
Lui l’avrebbe fatta
di corsa una famiglia con il Mandaloriano, ma in quel caso sarebbe stata una
famiglia vera e loro due sarebbero
stati compagni e non solo i genitori
di Grogu… Però cominciava a pensare che, per Din, non fosse così e che lui
cercasse soltanto un compagno con cui andare d’accordo e con cui educare il
piccolo.
“Ho detto qualcosa
che non avrei dovuto?” chiese quindi il Mandaloriano, accorgendosi che Cassian
non rispondeva e che, anzi, appariva parecchio turbato.
“Tu… no, no, certo
che no, è una bella idea” riuscì a esalare Andor. “Ma… ecco… io non sono un
Mandaloriano e in realtà non lo è neanche Grogu. Questo non va contro le vostre
Regole?”
Din ci rifletté per
qualche momento.
“A dire il vero non
lo so” disse poi. “Nel mio clan tenere il casco in pubblico è una Regola
fondamentale, ma ultimamente ho scoperto che ci sono altri Mandaloriani che,
invece, non portano il casco al di fuori dei combattimenti e sono comunque
fedeli al Credo. Sto cominciando a pensare che ci siano molte più strade nel
Credo di quanto abbia mai immaginato, quindi forse non è un problema se tu non
sei un Mandaloriano, basta che ti impegni a rispettare il nostro Credo e a
educare il piccolo secondo le Regole. Su questo, tuttavia, mi dovrei informare…”
Cassian pensò
vagamente che sarebbe stato disposto a rispettare tutte le Regole del Credo e
anche di più se questo avesse significato poter stare con Din… poi si rese
conto di cosa stava pensando e si
rimise in carreggiata.
“A proposito, quelle
coordinate che mi hai dato prima, per dove sono? Sai già dove si è diretto Moff
Gideon o quali sono le basi degli imperialisti?” domandò, tanto per riportare
il discorso su un terreno più neutrale e tranquillo.
“No, non ho ancora
queste informazioni. Nel frattempo ho deciso di andare al rifugio dove si
nascondono gli ultimi Mandaloriani del mio clan” rivelò Din Djarin, come se
niente fosse. “Così potrò sapere dall’Armaiola se il fatto di aver tolto il
casco in pubblico è veramente un problema e se sarebbe accettabile il progetto
di formare una famiglia con te e Grogu.”
Ah
siamo già a questo punto???
Andor si sentiva più
o meno come il protagonista di Ti
presento i miei pur non avendo mai visto il film.
Mentre sfrecciavano
nei cieli con lo Starfighter N1 verso il rifugio dell’Armaiola, Cassian iniziò
a pensare che forse le cose non sarebbero andate a finire tanto bene, aveva un
brutto presentimento. Din Djarin era inesperto su tante cose e Cassian temeva
che questa Armaiola o chi accidenti fosse avrebbe potuto dimostrarsi ostile,
magari si sarebbe infuriata con Din per essersi tolto il casco e ancora di più
per aver portato con sé uno straniero.
Temeva che avrebbe cercato di separarli e che, in qualche modo, avrebbe finito
per far soffrire Din e questa era la cosa che lo angosciava più di ogni altra.
Lui non poteva permettere che qualcuno facesse del male al Mandaloriano,
neanche per sogno, neanche se… se fosse stato per causa sua. Chissà, forse
avrebbe dovuto davvero separarsi da lui per il suo bene, così come Din aveva
accettato di allontanarsi da Grogu.
Il solo pensiero
lacerava il cuore di Cassian come un proiettile esplosivo…
Fine capitolo quarto
* In realtà nell’universo di Star Wars c’è stato
un unico Mandaloriano che poi è diventato anche Jedi, ossia Tarre Vizsla, primo
possessore della Spada Oscura. E tra i Jedi e i Mandaloriani ci sono stati anni
e anni di guerre. Tuttavia Din Djarin è possibilista perché, in realtà, non sa
praticamente niente dei Jedi a parte quello che ha appreso ultimamente da
Ahsoka e Luke. Siamo nel periodo dell’Impero di Palpatine, i Jedi non esistono
quasi più e lo stesso Imperatore ha fatto di tutto perché ne scomparisse anche
il ricordo. In effetti anche in Andor e in Rogue One i Jedi sono ormai merce
rara e probabilmente neanche Cassian ne aveva mai visti prima di Ahsoka e Luke.