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Autore: Serpentina    07/12/2023    4 recensioni
Il Natale si avvicina e Frida Weil deve affrettarsi a trovare il regalo perfetto per il suo ragazzo, William; è il loro primo Natale insieme, desidera sia indimenticabile. Complice una banda di vecchi amici un po' sopra le righe, il risultato sarà più che originale, unico!
Speciale natalizio con protagonisti i personaggi di "Locked-in" (ma è tranquillamente leggibile anche senza conoscere la storia principale).
Un piccolo estratto:
"–Tra parentesi: come ti viene di passare le feste qui, con tuo padre come unica compagnia, quando hai la possibilità di folleggiare su una spiaggia australiana in compagnia dei tuoi amici inglesi del cuore, che sono sicura avresti generosamente invitato?
–Se sei così tanto desiderosa di metterti in bikini a dicembre, Cartridge, vai a farti una lampada- rispose William in tono monocorde, stiracchiando le labbra nella pallida imitazione di un sorriso. –Personalmente, sono dell'idea che bisogna indossare un maglione orrendo e rompersi un dente con la moneta d'argento nel pudding almeno una volta nella vita".
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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"Jingle bell, jingle bell, jingle bell rock! Jingle bells swing and jingle bells ring..."

Bentrovati, miei fedeli (e, spero, nuovi) lettori ! Sentite anche voi profumo di Natale nell'aria?

Visti i tempi biblici, per non dire geologici, di aggiornamento, ho pensato di farmi perdonare con un regalino: uno speciale natalizio, ambientato poco dopo la conclusione di "Locked-in"; ma non preoccupatevi, nessun allarme spoiler, può tranquillamente essere letto tra un'abbuffata e l'altra anche da chi conosce già la storia principale.

I lettori di lunga data potranno divertirsi a individuare i riferimenti alle altre storie dell'Irvingverse, i nuovi potranno godersi una storia natalizia scaldacuore.

Prima di lasciarvi alla lettura, linko qui il sottofondo musicale consigliato, alias la musica che mi ha accompagnata nella scrittura: 1 e 2.

 

Nankurunaisa

Parte 1 - Let nothing you dismay

 

Lo colpì che il modo in cui trascorreva il Natale era un messaggio al mondo su dove si trovava nella vita, un'indicazione di quanto fosse riuscito a scavare un buco profondo per se stesso”.

Charles Bukowski

 

Che si appartenga alla corrente di pensiero di Dickens o del Grinch, che lo si consideri l'epitome dello spirito di amore e solidarietà insito nell'animo umano, oppure una festa di compleanno a cui il festeggiato è rarissimamente invitato, una cosa è certa: non si può sfuggire al Natale. Ti cercherà, ti troverà e ti metterà al tappeto con uno tsunami di gaudio, letizia e frenesia consumistica.

Frida Weil non faceva eccezione.

–"O Tannenbaum, o Tannenbaum, wie grün sind deine Blätter"1!

Incurante di possedere una voce non proprio da usignolo, al contrario della madre, stava assolvendo ai doveri di presidentessa del consiglio studentesco intonando carole natalizie - in tedesco, per omaggiare le radici germaniche della famiglia di suo padre - sotto lo sguardo - e l'orecchio - allibito di tre spettatori.

Quando toccò un acuto da perforare i timpani, William Wollestonecraft, che da un paio di settimane a quella parte era diventato ufficialmente il suo ragazzo, bisbigliò agli altri –Siete d'accordo con me che non è normale?- ricevendo in risposta due simultanei cenni di assenso.

Lo straniamento derivava non dalle scarse doti canore della ragazza, nè tantomeno dal fatto che la Sherlock in gonnella si stesse esibendo in bilico su una scala mentre appendeva decorazioni di dubbio gusto nella scuola ormai deserta, quanto piuttosto dal surrealismo di vederla (e, soprattutto, sentirla) sgolare dopo un mese di mutismo assoluto provocato dal pesante impatto sulla sua psiche dell'ultimo caso risolto, il misconosciuto omicidio dell'influencer Aisling Carter. Da quel fatidico giorno, Frida non aveva aperto bocca, se non per mangiare e bearsi dello spettacolo dell'aria espirata che si condensava in caduche nuvolette davanti ai suoi occhi di ghiaccio (non solo per il colore). Disperati, i suoi genitori, Franz e Faith, l'avevano trascinata di peso in terapia, con scarso successo: Frida rifiutava di comunicare con chiunque, eccetto William.

–Secondo voi le hanno dato qualcosa?- sussurrò la sua amica Kimberly, lasciando chiaramente intuire che con "qualcosa" intendeva "psicofarmaci".

–Frida è contraria all'assunzione di qualsiasi sostanza che possa alterare il funzionamento delle sue celluline grigie. L'unica ammessa è la caffeina- rispose William. –Potrebbero aver provato a propinarle qualche farmaco, ma dubito l'abbia assunto.

Nathaniel Jefferson-Keynes, fidanzato di Kimberly e amico d'infanzia di Frida, era di tutt'altro avviso.

–L'ingenuità di voi abitanti delle colonie è stupefacente!- ridacchiò. –Sveglia, Koala Dundee: se una non spiccica parola per un mese e all'improvviso si mette a cantare, cosa vuoi sia successo, che è stata posseduta dai tre spiriti del Natale? Eddai, su!

William, nato e cresciuto in Australia, era rimasto traumatizzato durante una gita dall'aggressione di un koala inusitatamente bellicoso, perciò alla menzione della sua nemesi animale storse il naso e fece schioccare la lingua al palato con fare sprezzante.

–Resta comunque un'ipotesi più probabile degli psicofarmaci- replicò scrollando le spalle, per poi accomodare la sciarpa in modo che coprisse naso e bocca: l'inverno britannico decisamente non gli si confaceva.

La lupa in fabula dovette sentirsi chiamata in causa, perché in quel preciso istante si girò verso di loro e abbaiò –Hört auf zu flüstern, ihr drei2! Mi distraete col vostro brusio. Was ist los3? Per caso, data la mia attuale postura, state sparlando del mio lato B e di come la lingerie frou frou che Kimmy mi ha letteralmente ha costretto a comprare lo valorizza?

Nate e Kimberly ridacchiarono; William, invece, strabuzzò gli occhi e bisbigliò –La ragazza che una volta voleva pestarmi per aver osato posare gli occhi sulle sue "parti private" quando si era inavvertitamente seduta a gambe aperte ha appena fatto una pseudo-battuta a sfondo sessuale. Siete d'accordo con me che non è normale?- ricevendo in risposta altre risate, seguite dal saggio commento di Nate –Sta finalmente parlando, dopo un mese di messaggi su Line o quella ridicola lavagnetta che si porta sempre dietro. Non andrei troppo per il sottile.

–È un miracolo di Natale! A proposito di Natale: tua madre si è fatta andare bene che trascorrerai le feste qui? - inquisì Kimberly, affamata di gossip. –Se ben ricordo, aveva espresso il suo punto di vista in merito a un volume udibile solo ai cani, o ai pipistrelli. Tra parentesi: come ti viene di passare le feste qui, con tuo padre come unica compagnia, quando hai la possibilità di folleggiare su una spiaggia australiana in compagnia dei tuoi amici inglesi del cuore, che sono sicura avresti generosamente invitato?

–Se sei così tanto desiderosa di metterti in bikini a dicembre, Cartridge, vai a farti una lampada- rispose William in tono monocorde, stiracchiando le labbra nella pallida imitazione di un sorriso. –Personalmente, sono dell'idea che bisogna indossare un maglione orrendo e rompersi un dente con la moneta d'argento nel pudding almeno una volta nella vita.

La verità era ben diversa: i suoi genitori, preoccupati per la "deriva" che stava prendendo a causa della "pessima influenza" degli amici inglesi, avevano concordato, ovviamente senza interpellarlo, di rispedirlo a Canberra dopo le feste come un pacco postale; ciliegina sulla torta (marrone, ma non di cioccolato), suo padre aveva sedato sul nascere ogni eventuale tentativo di ribellione con la temibile minaccia di tagliargli i fondi. Per non rovinarsi le ultime settimane sul suolo inglese, William aveva deciso di massimizzare gli svaghi e di serbare il segreto, confidandosi solamente con il suo migliore amico, Kevin Cartridge, fratello gemello di Kimberly. Unico risvolto positivo, forse, della spada di Damocle della partenza imminente era stato lo sbocciare del rapporto con Frida: la sola ragione che l'aveva spinto a cedere alle sue insistenze, nonostante fosse un convinto detrattore dell'amore romantico - che considerava un atto sadomasochistico - era stata la consapevolezza che non sarebbe durato, per cui tanto valeva accontentarla.

–Aspetta- lo bloccò Nathaniel. –Stai dicendo che questo è il tuo primo Natale nell'emisfero boreale?

Ricevuta risposta affermativa, lui e Kimberly si scambiarono un cenno d'intesa.

–E lo passerai a casa da solo con tuo padre?

–Non scordatevi di Dylan. È parte della famiglia quanto noi bipedi!

–Credi non lo sappia? Anch'io ho un cane!

Nate intervenne prontamente per sedare la lite sul nascere. La sua ragazza doveva avere ascendenze Veela, perché possedeva la magica capacità di trasformarsi da apparentemente frivola bellezza mozzafiato in arpia assetata di sangue nel giro di un battito di ciglia.

–Totoro non è un cane, è un pony travestito da cane! Scusa, amico, ma devo chiedere: Frida sa dei tuoi desolanti piani per Natale? E, se sì, non ha mosso un dito?

–Oh, più di uno- ironizzò William –In quest'ultimo periodo, come ben sapete, la Weil comunica unicamente con me; tra varie, la notizia che, dati i recenti avvenimenti, volerà in Germania dal nonno per le feste. Comunque, pure se mi avesse invitato a passare il Natale con lei, non avrei potuto accettare, perché avrebbe richiesto il realizzarsi di due scenari ai confini della realtà: A, mio padre si trapianta una nuova personalità che lo rende capace di condividere la tavola e scambiare piacevolezze con i genitori della Weil, rispettivamente la donna che ha mollato a una settimana dal matrimonio, e il compagno della suddetta, che gli sta cordialmente sul cazzo; B, io che a Natale, tra tutti i giorni dell'anno, lascio mio padre solo come un... stavo per dire cane, però mi sembra offensivo nei confronti di Dylan.

–È così triste! Non posso permetterlo!- asserì Kimberly, battagliera, in un tono che non ammetteva repliche. Andò a picchiettare sulla gamba di Frida per attirare la sua attenzione, e le chiese –Cherie, mi autorizzi a salvare il Natale del tuo ragazzo con una grande fête à la Cartridge?

–Parla francese, adesso?

–Desiderio inconscio di emulare Frida misto alla convinzione, infondata, di suonare più chic- bisbigliò Nate, approfittando della momentanea distrazione della sua ragazza (che altrimenti gli avrebbe staccato la testa).

Dal canto suo, Kimberly, ricevuto l'assenso dell'amica, puntò l'indice contro il torace dell'australiano e affermò, in tono paradossalmente minaccioso –Con il benestare di Frida e la certezza assoluta di parlare a nome di tutta la famiglia - meno mia sorella Kaori, ma lei vive a Tokyo, non fa testo - ci tengo ad invitare ufficialmente a casa Cartridge il clan Wollestonecraft al completo per Natale! Ci saranno Nate e i suoi, zio Brian, AJ di ritorno da Boston e i miei zii e cugini dallo Yorkshire. Vedrai, sarà magnifique!

–Almeno finché sua cugina tredicenne non proverà a infilarti una mano nelle mutande. Parlo per esperienza- gli sussurrò all'orecchio Nate. –Metti dell'intimo di ghisa, se non vuoi che Frida ti gonfi!

La Weil dovette sentirsi nuovamente chiamata in causa, perché si girò verso di loro e celiò –Se state ancora confabulando su quale sia il segreto di cosce e glutei che rasentano la perfezione, ha un nome: "100 x 50 squat challenge"; cento squat al giorno per cinquanta giorni di fila.

–Grazie dell'informazione. In effetti, prima di discutere dei rispettivi piani per le feste, ci stavamo arrovellando su un mistero che ti riguarda, e solo tu puoi risolvere- rispose Nate e, prima che gli altri due potessero anche solo pensare di fermarlo, aggiunse, con brutale onestà –Hai battuto la testa contro qualcosa, o qualcosa ha battuto contro la tua testa?

Was?

–Provo a riformulare la domanda senza sembrare indelicato: stai cantando e menzionando con naturalezza il tuo culo dopo un mese in cui non hai spiccicato parola; a cosa è dovuto questo spettacolo straordinario e inquietante quanto un'apparizione demoniaca?

Allibiti, Kimberly e William sbraitarono, rispettivamente –Delicatissimo!- e –Cazzo dici?

Frida finì di appendere le ghirlande di agrifoglio e i rametti di vischio (questi ultimi suo personale tocco di spregio nei confronti di quel "vecchio pisquano" del preside, dalle vedute decisamente ristrette, per non dire medievali, in materia di effusioni tra gli studenti), scese con tutta calma dalla scala, infine si degnò di replicare.

–Inquietante? È il mio regalo per voi! E i miei- pigolò. –Ho notato che dal... fattaccio siete tutti apprensivi con me; pensavo vi avrebbe fatto piacere vedermi tornare alla normalità, perlomeno per un po'. Inoltre, posso assicurarvi che, quando non cercano di ucciderti o carpirti l'anima, i demoni sono spassosissimi!

–L'hai scoperto al sabba del sabato sera, tra un sacrificio umano e una bevuta di sangue di capra al chiaro di luna?- sibilò Nate, suscitando l'ilarità di William, che sogghignò.

–Scherza, tu! Sabato il Tipsy Crow pullulava davvero di soggetti rigurgitati dal peggiore girone infernale. Un paio avevano gli occhi rossi, giuro su Di... Dylan!

Kimberly li mise a tacere con un elegante movimento della mano, le cinse affettuosamente le spalle e, scuotendo il capo, disse –A volte proprio non comprendo il tuo senso dell'umorismo, cherie.

Frida si astenne dal mettere in chiaro che la sua non era una battuta, limitandosi ad un sorriso enigmatico degno della Gioconda. I suoi amici non avevano bisogno di ulteriori motivi per crederla pazza.

–Ad ogni modo, spero di aver capito male: pensi veramente di farci un regalo fingendo per pochi giorni di essere tornata, così, di botto, senza senso, la solita te? Dico "solita te" perchè da quando ti conosco l'aggettivo normale è uscito dal mio vocabolario. Au contraire: come ha giustamente detto Natie, è fottutamente inquietante, perché persino un mononeurone capirebbe che si tratta di una parvenza di "normalità" forzata. Ovvio che ci riempirebbe di gioia vederti tornare in te, non potrebbe esserci regalo migliore- William e Nathaniel annuirono con vigore –Ma in maniera graduale, genuina e, soprattutto, duratura.

Nathaniel tornò serio, si pose alla sua sinistra e le passò un braccio intorno alle spalle, appena sopra quello di Kimberly. –Senza offesa: sei meno intelligente di quanto immagini, se credi sul serio possiamo accontentarci di una misera parentesi di pseudo-normalità. Specie i tuoi genitori: sarebbe ancora più doloroso per loro se, dopo averli illusi di essere uscita dal tuo bozzolo, ti ci chiudessi nuovamente dopo pochi giorni. In questo momento la tua priorità devi essere tu, ok? Non noi, non i tuoi, tu. Se ritieni che la cosa migliore per te sia chiudere i ponti col mondo, va bene; se non hai voglia di parlare, non farlo. Sappiamo cosa stai passando, non ci aspettiamo certo che risolva tutto dall'oggi al domani; e, anche se non condividiamo il tuo modo di affrontare i tuoi demoni - quelli brutti brutti, non quelli spassosi - ci saremo sempre per te.

–Davvero toccante. Ora, se Miss President e il guru motivazionale hanno finito, propongo una dispendiosa sessione di shopping- concluse Kimberly, senza rendersi conto di star commettendo una gaffe immane, nonostante le gomitate e le occhiate di avvertimento dei ragazzi. –Voi maschietti, senza una guida, sareste capaci di presentarvi in jeans e maglietta al concerto...

–Di Natale dell'orchestra del conservatorio di Kevin, al quale non sono stata invitata?- sibilò Frida.

Unico risvolto, tra molte virgolette, positivo della situazione: poterono assistere ad un evento raro quanto l'avvistamento di un unicorno, ossia Kimberly, dal viso rosso come un calice di Bordeaux Superieur, che emetteva suoni scarsamente intellegibili.

La Weil la lasciò cuocere un po' nel suo brodo di mortale imabarazzo, prima di trarla d'impaccio.

–Riprendi a respirare, Kimmy, risparmia altro lavoro meiner Mutter. Congratulati con tuo fratello da parte mia: mirava a ferirmi, sono certa gli farà piacere sapere di aver avuto successo; ammesso si possa considerare un successo aver colto nel segno conoscendo i punti deboli della vittima, e lui mi conosce da quando entrambi portavamo il pannolino. Comunque, che shopping sia: senza una guida, saresti capace di far andare questi due zur Abendveranstaltung4 in tight!

Kimberly, fashion victim e aspirante stilista di moda, aggrottò le sopracciglia e serrò le labbra, oltraggiata da una tale - per lei - infamante affermazione.

–Non oserei mostrarmi al fianco di due accompagnatori in abito da giorno a una soirée nemmeno sotto tortura! Per chi mi hai presa?

 

***

 

Mentre, sotto braccio all'amica, osservava il turbinio di scintillanti vetrine curate nei minimi dettagli per persuadere potenziali clienti a separarsi dal proprio denaro, Frida venne soverchiata dall'annosa consapevolezza che Natale era alle porte, col suo carico di onerose convenzioni sociali; prima tra tutte: lo scambio di doni. Ergo, nonostante la tragica conclusione del caso Carter l'avesse fatta precipitare nella tana di un Bianconiglio di nome depressione, e fosse a malapena dell'umore giusto per tenersi in vita, le toccava mettersi a caccia del regalo perfetto per i propri cari.

Conclusa con successo l'annosa ricerca dell'abito perfetto per il concerto (Kimberly era riuscita nella missione apparentemente impossibile, dove persino Frida aveva fallito, di costringere William a indossare un completo sartoriale corredato di cravatta), si lasciò guidare da un entusiasta Nate all'interno di un polveroso bazar dell'antiquariato a Camden Town, stracolmo di chincaglierie, non dissimile dal negozio "Cose preziose" dell'omonimo romanzo di Stephen King. Sopraffatta dalla quantità di merce stipata disordinatamente, si separò dal resto del quartetto per scandagliare in pace gli scaffali sulle note di "Let it snow". La solitudine ebbe i suoi frutti: adocchiò una chicca nascosta: un paio di gemelli da polso a forma di violino, con tanto di tavola armonica in vero legno, assolutamente perfetti per una certa persona.

–Merda, ho perso una sterlina!- si lagnò William, materializzatosi dietro di lei, prima di posarle un bacio delicato nell'incavo del collo. Lanciò una moneta nelle avide mani di Nathaniel, il quale a sua volta la lanciò in aria un paio di volte al solo scopo di gongolare, poi spiegò –Ho scommesso con Nate che ti eri allontanata per scegliere il mio regalo, invece... sono per Kev, giusto? No, perché: A, detesto gemelli, fermacravatte e altri ammennicoli del genere; B, il massimo che suono è il citofono e, in un prossimo futuro, si spera, il clacson.

Con un mezzo sogghigno, Frida affermò che, a quel punto, era tentata di regalargli il fermacravatta più obbrobrioso che fosse riuscita a scovare, quindi confermò che i gemelli erano effettivamente destinati a Kevin.

–Spero li gradisca- sospirò.

–Abbastanza da ricominciare a rivolgerti la parola?

Genau5. Non riesco a sopportare che mi odi.

–Non ti odia- tentò di rincuorarla William. –Semplicemente, come te, sta attraversando un momento buio. Vedrai che tornerà sui suoi passi.

Ich hoffe6. In caso contrario, dovrò abituarmi all'idea di aver perso un amico. È fisiologico, no? Perdere persone lungo la strada che dalla culla porta alla tomba. Il mutamento è il sale della vita: si muta nel corpo, nella mente, nei sentimenti. Prima d'incontrarti ero stracotta di Aidan, ho diari su diari pieni zeppi di scritte tipo "Frida Cartridge" e "Mrs. Aidan James Cartridge" in calligrafia; fino a poco tempo fa, avrei messo la mano sul fuoco che un giorno ci saremmo sposati - Kimmy avrebbe disegnato e confezionato il mio favoloso abito, natürlich - mentre adesso non passa giorno senza che mi chieda cosa trovassi in lui!

–A parte che, grazie a te, ora ho una nuova ossessione: mettere le mani su quei diari- Frida lo fulminò con lo sguardo. –Non devi per forza passare da un estremo all'altro: sebbene sia lusingato che, alla fine, abbia scelto me- obiettò William, interrotto da una sferzante stilettata della Weil.

–Scelta ardua: chi preferire tra un australiano intelligente e sexy che mi desidera e il figlioccio meiner Mutter, altrettanto intelligente e addirittura più sexy, che mi considera e mi tratta come una sorellina un po' tarda?

–Se fossi la protagonista di una commedia romantica, dopo una parentesi con il tizio che ti desidera, necessaria a far aprire gli occhi all'amico di sempre, vivresti per sempre felice e contenta insieme al suddetto amico, sfornando la sua prole; e come darti torto? Aidan è intelligente, brillante, fascinoso, dalla bellezza quasi ultraterrena... se mai dovesse scoprirsi gay, avrebbe il mio culo!

Frida lo guardò come se avesse appena confessato di essere Jack lo Squartatore redivivo.

–Il genere di cose che una ragazza vuole sentire dal tipo con cui esce- rispose. –Tra l'altro: interessante ti sia auto-assegnato il ruolo passivo nell'improbabile coppia con Aidan; non sono una psicologa in erba come te, ma credo sia indicativo del fatto che non riesci a figurarti come leader nemmeno in camera da letto!

–La mancanza di filtri fa parte del mio fascino- replicò l'altro con assoluta naturalezza. –E la leadership comporta troppa fatica per valerne la pena. Il mio ruolo nella vita è quello di sussurrante all'orecchio del leader, di collo che gira il capo come vuole. Cambiando argomento, che questo mi ha stufato: se può sollevarti in questo periodo di ambasce, ti tolgo un peso; a me non devi prendere niente per Natale.

Incredula, Frida strabuzzò gli occhi e chiese –Wirklich7?

Nate e Kimberly, a portata d'orecchio, esclamarono in coro –Stai scherzando!

–Mai stato più serio- asserì William senza scomporsi, mentre giocherellava con una pallina natalizia finemente decorata. –Esistono due tipologie di regali nella mia filosofia, la Williamsofia: i presenti e i doni. Il presente è un regalo di vero cuore, fatto senza aspettarsi nulla in cambio, che non comporta alcun vantaggio per chi lo fa; il dono, invece, risponde all'obbligo morale di dover contraccambiare per non sentirsi in debito. Va da sè che Natale è la festa dei doni, non dei presenti. Onestamente, risparmiarmi lo stress di provare a immaginare cosa mai potresti regalarmi, in modo da ricambiare con un oggetto di valore uguale, se non superiore, è di per sè un regalo inestimabile. Inoltre, non mi servono altre cianfrusaglie. Se proprio, Weil, mi faresti un regalo accompagnandomi al cimitero, prima di tornare a casa.

–Cos'è, hai sviluppato un malsano feticismo per le zozzerie tra le tombe?- scherzò Kimberly. –Oltre che per mio cugino A.J.?

–Hai sbagliato festa, amico- rincarò la dose Nate. –Halloween è passato da un pezzo!

–Natale è la festa da dedicare alla famiglia- ribatté l'australiano, prima di congedarsi insieme a Frida, che nel frattempo aveva pagato e fatto impacchettare ad arte il presente (o dono?) per Kevin. –Non posso farci niente se la mia è quasi tutta sotto terra!

 

***

 

Per il primo anno da che aveva memoria, Faith Irving, che fin da bambina adorava il clima di festa, aveva mancato di addobbare casa per Natale. Niente luci, niente ghirlande, niente albero, niente presepe (tradizione importata in famiglia da sua nonna paterna, italiana). Dato che sarebbero stati ospiti del padre di Franz, Hans Weil - senior, per distinguerlo dal nipote omonimo - era parso inutile sprecare tempo ed energie per qualcosa che non avrebbero goduto; in realtà, la praticità altro non era che un pretesto per evitare di ammettere, persino a se stessa, che quell'anno non avevano granché da festeggiare.

L'unica decorazione, che spiccava nel grigiore dell'abitazione spoglia come un fiore in mezzo a un campo innevato, era il centrotavola finemente decorato tramandatole dalla nonna Beatrice, un piccolo capolavoro in porcellana di Capodimonte scampato, insieme al presepe, a due guerre mondiali e il viaggio nella stiva di un aereo degli anni '50.

Al medesimo tavolo sedeva Frida, la cui espressione corrucciata si alternava furiosamente tra il foglio che stava rileggendo - con un certo nervosismo, a giudicare dalle pieghe - e il centrotavola; dopo qualche minuto di attenta analisi e tormento interiore, si alzò di scatto e pose fine alle sue pene sistemando il centrotavola cosicché rendesse onore al proprio nome stazionando al centro esatto del tavolo.

Faith, che aveva assistito alla scena da uno spiraglio della porta socchiusa, ridacchiò sommessamente, per poi sospirare. Le erano mancati i guizzi di genio e sregolatezza - chiaro segnale di un disturbo ossessivo-compulsivo latente - di Frida, che nell'ultimo mese si era ridotta all'ombra di se stessa; sperò ardentemente che la loro ricomparsa fosse foriera di un ritorno alla normalità. Ne aveva abbastanza della depressione e del mutismo di sua figlia, così come della fastidiosa vocina interiore che le rammentava che era tutta colpa sua: se avesse perseverato nell'ostacolare le indagini non ufficiali di Frida, non si sarebbe scoperchiato quel vaso di Pandora, il cui contenuto l'aveva imprigionata in un ginepraio di trauma psicologico; certo, l'assassino di Aisling Carter sarebbe rimasto a piede libero, ma un crimine impunito, per una madre, non è nulla in confronto al benessere della sua bambina.

Bussò alla porta e, senza attendere una risposta che sapeva non sarebbe mai arrivata, marciò con decisione verso la figlia, che avvolse in un abbraccio stritolante ("all'italiana", diceva Franz). Con suo enorme stupore, Frida, notoriamente allergica alle effusioni, si abbandonò senza riserve a quella manifestazione di amore materno.

Faith le baciò una guancia, e chiese –Qualcosa non va, cucciola? A parte l'ovvio, intendo.

Per un attimo ebbe l'impressione che Frida stesse per risponderle a parole, ma la sua folle gioia venne subito delusa: la ragazza si limitò a scribacchiare sul foglio avanti a sè: "Kevin ha invitato tutti tranne me al concerto di Natale del conservatorio".

Istinto materno o semplice intuito, Faith dedusse, dal modo in cui Frida aveva abbassato gli occhi al pavimento e strusciato i piedi - come quando, da piccola, doveva confessare una marachella o qualche altra notizia che sapeva avrebbe incontrato la sua disapprovazione - che attendeva con trepidazione ai limiti del sacro timore la sua reazione.

–Capisco- sospirò, rinserrando la morsa affettuosa. Era dispiaciuta nel vedere la figlia triste, ma non sorpresa: le ferite lasciate in Kevin dal caso Carter, così come quelle di Frida, erano troppo recenti e profonde per sperare si sarebbero rimarginate presto. –Vuoi che parli con Abby, o direttamente con lui, per provare a farlo ragionare?

La risposta di Frida fu sintetica e inequivocabile: "Grazie del pensiero, ma non ho più cinque anni. Devo cavarmela da sola."

Faith emise un altro sospiro, rassegnata di fronte alla cocciutaggine della figlia.

–Come desideri. Sappi, però, che la mamma ci sarà sempre per te, dovessi cambiare idea- accondiscese, per poi indicare la tabella a tre colonne - nell'ordine: "Empfänger8", "Geschenk9" e "Preis10" - in cima al foglio spiegazzato.

–Una tabella per i regali di Natale. Geniale!- la elogiò, cogliendo al volo l'occasione per dirottare la sua attenzione su pensieri più allegri, prima di accorgersi di una riga vuota. –Sei indecisa su cosa regalare a William? Ti capisco: anch'io sono in alto mare con tuo padre. Niente di tecnologico, perché secondo lui non me ne intendo; capi d'abbigliamento neanche, perché gli ho regalato una camicia l'anno scorso, un cardigan l'anno prima e, conoscendolo, se gli prendessi l'ennesima cravatta la userebbe per strangolarmi; niente libri, perché li pretende esclusivamente in formato cartaceo e siamo sul punto di uscire noi di casa per far spazio a loro... sfortunatamente, sebbene Brian e i tuoi cugini si ostinino a darmi della milf, sono dolorosamente consapevole che i tempi in cui avrei potuto ovviare facendomi trovare nuda sul letto con un fiocchetto intorno al collo sono acqua passata...

Frida le scoccò un'occhiata di rimprovero: da un lato, ammirava la libertà con cui sua madre affrontava certi argomenti, per molti ancora tabù; dall'altro, si trattava pur sempre di sua madre, che alludeva al sesso con suo padre, qualcosa che metterebbe in imbarazzo il più disinibito dei figli.

"Alla sua età ancora non le è passata la voglia di fare roba? Sempre con lo stesso uomo, poi!"

Faith recepì il messaggio; si schiarì la voce e riportò la non-conversazione sui binari originari.

–Oh, beh, mi inventerò qualcosa. Conosco il mio polletto anglo-tedesco meglio delle mie tasche! Risolviamo prima il tuo, di problema... che non mi capacito esista: al contrario di tuo padre, William non sembra difficile da accontentare. Una tavoletta grafica, magari? Si chiama così? Non so, non me ne intendo. Oh! Un biglietto per la mostra sulle avanguardie del Novecento alla Tate Modern! È un artista, sono sicura apprezzerà. In alternativa, se piace, ce n'è una sulla storia degli anime al White Cube.

Frida alzò gli occhi al cielo, lasciando intendere alla madre che stava sbagliando totalmente strada.

–Oh, ok. Il problema non è il cosa, dunque. Allora di cosa si tratta? Soldi? Tranquilla, se è questione di una decina di sterline, sono sicura che tuo padre ti darà un anticipo sulla prossima paghetta!

Frida scosse la testa e Faith fu tentata di abbandonarla al suo destino, oppure scuoterla finché non si fosse decisa ad aprir bocca. Alla fine, prevalse l'amore materno, misto alla determinazione di scoprire quale fosse il problema con il solo ausilio dell'intuito.

–Ok, non si tratta neppure di soldi. Uhm... forse il discorso di prima ti ha ispirata e vuoi farti trovare nuda sul suo letto? Dovrei avere il mio vecchio collarino di velluto col fiocco da qualche parte!- Frida rimase letteralmente a bocca aperta, talmente allibita da recuperare la favella.

Herrgott, Mutter11! Forse dovresti andare tu dallo strizzacervelli! Il problema è che Liam non vuole regali - o meglio, doni - e a me la cosa non va giù, perché voglio dimostrargli in modo tangibile quanto tengo a lui!

Faith fu sul punto di replicare che farsi trovare sul suo letto avrebbe condotto a una dimostrazione di "affetto" decisamente "tangibile", ma preferì soprassedere: se avesse tirato troppo la corda, avrebbe rischiato di non udire la voce di sua figlia per almeno un altro mese, se non anno.

–Quindi avevo indovinato all'inizio: il problema è il "cosa". William ti ha detto di non desiderare regali, ma tu vuoi fregartene delle sue volontà e forzare la mano. Lo reputi saggio? Il rispetto è la più grande forma d'amore; e il rispetto passa inevitabilmente dal consenso.
–Una presa di posizione ein bisschen12 ipocrita- controbatté Frida. –Du und Vater avete eliminato il termine "consenso" dal vostro vocabolario quando mi avete portata volente, o meglio, nolente dallo strizzacervelli!

–Il fine giustifica i mezzi- si difese Faith. –A quanto pare, ha funzionato: mi stai parlando!

–Considerala una tregua momentanea, mein Geschenk für dich und Papa13.

Faith si sforzò di non lasciar trapelare la delusione. Per un folle momento si era cullata nell'illusione che la normalità fosse davvero dietro l'angolo; peccato che sua figlia, con la spietata mancanza di filtri che la caratterizzava, l'avesse riportata alla triste realtà: se la felicità era veramente dietro l'angolo... la sua vita era un cerchio.

Vielen Dank, liebe Tochter14- replicò. –Ti sarei ancor più grata se non insultassi la mia intelligenza. Dimentichi che ti ho portato in pancia nove mesi; a me non la si fa. La "tangibile prova d'affetto" non è altro che una "spintarella gentile" per indurre William a sentirsi in debito e ricambiare di conseguenza.

"Scheiße! sie hat mich erwischt15!"

Ja, ja, ich bin eine materialistische Schlampe16. Lo confesso: pretendo un dono da Liam per il nostro primo Natale da coppia, e per ottenerlo ho intenzione di manipolarlo applicando una teoria psicologica che lui stesso mi ha insegnato. È forse un crimine?

–Un crimine? No. Diabolico? Assolutamente sì! Un consiglio materno: lascia in pace quel povero ragazzo. Sapere come vincere non assicura la vittoria, anzi, a volte può rivelarsi controproducente. Se somiglia un minimo al padre, William è tutto fuorché stupido, oltre che estremamente permaloso; ergo, dovesse mangiare la foglia, il tuo vostro primo Natale da coppia rischierebbe di essere anche l'ultimo. Ne vale davvero la pena? Sono dell'avviso che quando si ama con tutto il cuore, si rispetta la libertà dell'altro... anche di prendere decisioni che disapproviamo.

–Come facesti tu con Papa quando se la diede a gambe mentre eri incinta?

Faith, colta alla sprovvista, rimase senza parole. Ripensava di rado alla - fortunatamente breve - fuga di Franz alla notizia della sua gravidanza, e la reminescenza non era mai piacevole. Certo, mai si sarebbe aspettata di sentirsi rinfacciare dalla figlia, con gelida laconicità, uno dei periodi peggiori della sua vita, anche perché non ne aveva mai fatto parola con lei, per ovvi motivi. Non aveva la più pallida idea di come fosse venuta a saperlo, ma non si stupi più di tanto: Frida possedeva l'innata capacità, quasi soprannaturale, di riesumare i ricordi e i segreti più tormentosi, perciò meglio custoditi, e spiattellarli agli interessati quando più le faceva comodo.

"Franz ha ragione: abbiamo generato una piccola Anticristo! Ma non mi farò intimidire, nossignore!"

–"But the cat came back the very next day... he couldn't stay away!"- canticchiò con finta nonchalance.

–È ironico che citi un brano dal significato opposto a quello che, suppongo, intendessi esprimere- puntualizzò Frida. –Il vecchio Mr. Johnson della canzone voleva a tutti i costi liberarsi del gatto; era la diabolica bestiola ad ostinarsi a tornare da lui dopo aver provocato disgrazie su disgrazie.

–Sì, beh, il succo è che alla fine dein lieber Vater è tornato- tagliò corto Faith. –E stai pur certa che ha espiato a dovere: il mio perdono è merce rara! Quanto a te, ti conosco abbastanza da sapere che spremermi le meningi nel tentativo di persuaderti a lasciar perdere ha la stessa utilità - per citare la mia mentore, la professoressa Eriksson - di un buco del culo sul gomito; perciò, mi permetto di dispensare il secondo consiglio materno du jour: se proprio devi, non hai altra scelta se non regalargli qualcosa di inaspettato, unico e, soprattutto, insostituibile... nel senso che letteralmente non possa essere riportato in negozio. Vattelapesca a trovare qualcosa che rispetti tutti i requisiti. Buona fortuna!

Frida riuscì a sorprenderla un'ennesima volta: colta da un'illuminazione, balzò in piedi e corse via urlando –Im Gegenteil17, Mutti: sarà un gioco da ragazzi! Ah, un'ultima cosa: prometti di non parlare mai più in tedesco, la tua pronuncia è terrificante!

 

***

 

Con l'età, Cyril aveva aggiunto numerose voci alla lista nera dell'intollerabilità; tra queste, venire interrotto nella lettura del quotidiano, rigorosamente accompagnata da un sorso di brandy. Peccato che qualcuno avesse deciso di rovinare quel momento idilliaco alla vigilia della Vigilia, e non un "qualcuno" qualsiasi: Frida Weil, prova vivente dell'esistenza di un'entità superiore dotata di sadico senso dell'umorismo; tra tutte le ragazze di cui suo figlio avrebbe potuto innamorarsi, Cupido aveva scelto la figlia della donna che era stato a un passo dall'impalmare, il che rendeva ogni incontro pregno di imbarazzo e un pizzico di... malinconia? Nostalgia? Non sapeva.

Nell'aspetto, la ragazza somigliava a quel "crucco spregevole" del padre - che aveva avuto l'ardire di offrirgli una cena per ringraziarlo di avergli "lasciato campo libero con la donna della sua vita" - mentre il taglio degli occhi, il sorriso la lingua "biforcuta"e la malsana propensione ad impicciarsi negli affari altrui, inclusi quelli di cuore (santo cielo, aveva provato ad accasare lui!), erano di Faith. La mente diabolicamente acuta e lo scintillio a dir poco luciferino negli occhi di ghiaccio, invece, non aveva idea da chi potesse averli ereditati.

Frida lo salutò animatamente con la mano, ricevendo in risposta un secco –Sei ancora affetta da stipsi verbale, oppure mi reputi indegno di udire la tua voce?

La replica - ovviamente in forma scritta, natürlich, non si sarebbe scomodata a sprecare fiato per quell'uomo sgradevole - venne stroncata sul nascere dall'abbaiare dello scodinzolante Dylan che tallonava William, trafelato perché, come di consueto, si era preparato (tra molte virgolette) in fretta e furia indossando i primi indumenti non troppo sgualciti a portata di mano, senza nemmeno pettinarsi, persuaso com'era che i capelli ricci apparissero in ordine anche senza l'ausilio della spazzola. Cyril, che al contrario curava meticolosamente la propria persona, si coprì gli occhi con la mano e scosse il capo, domandandosi se avesse davanti suo figlio o la reincarnazione di quel casinista del suo defunto fratello.

–Eccomi!- ansò. –Non ti ho fatto aspettare, sper... oh, wow! Sei... stupenda!

A malincuore, Cyril, dovette ammettere che, sebbene avrebbe preferito per suo figlio una ragazza meno... eccentrica - e, soprattutto, senza legami di parentela con una sua ex fidanzata - il suo buon gusto (ereditato da lui, naturalmente) era innegabile: Frida, arrossita per il complimento, era semplicemente incantevole nel candido cappotto aperto quel tanto che bastava a lasciar intravedere dolcevita nero e filo di perle, sopra una gonna a pieghe scozzese nei toni del rosso. Faith, alla sua età, in confronto sembrava Jabba the Hutt. Soltanto all'università, anche per merito suo (o meglio, dopo che le aveva spezzato il cuore), era sbocciata, iniziando a conciarsi decentemente.

"Bitte sehr18, crucco spregevole!"

Resistette alla tentazione di mettere il figlio a disagio esprimendo ad alta voce i propri pensieri, e gli rivolse uno di quelli che chiamavano "sguardi parlanti". Al di là delle fisiologiche divergenze di pensiero, infatti, padre e figlio erano talmente in sintonia da aver sviluppato, negli anni, un surreale sistema di comunicazione con lo sguardo; nel loro caso, una sola occhiata valeva letteralmente mille parole.

"Rimettiti gli occhi nelle orbite, Will! Mai visto una bella ragazza, prima d'ora?"

"Eh? Oh, ehm... sì. Idem per te, comunque. Vergognati!"

"Stavo constatando che hai il mio buon gusto, tutto qui... e che il crucco spregevole ha apportato un significativo contributo nel miglioramento del patrimonio genetico della Irving".

"Di nuovo, vergognati: non si sputa nel piatto dove hai scopato!"

"Me lo ricordavo un po' diverso, il detto, ma va bene. Chiedo venia".

"Fai bene, perché, qui lo dico e qui lo nego: Frida - e, di conseguenza, io - ha avuto la botta di culo pazzesca a ereditare il meglio dalla madre; tranne la voce, mannaggia al cazzo! Devo munirmi di tappi per le orecchie, finché staremo insieme."

"Se per "meglio" intendi "tette", tocca a te vergognarti, stavolta. Inoltre, ti ricordo che non starete insieme a lungo. Infine, ma non per importanza: sciacquati la bocca, razza di cafone, non siamo in Australia!"

–Possiamo andare, Liam?- insistette Frida, stufa di starsene impalata sulla soglia, al freddo, a osservare quei due mentre si fissavano.

"E sarei io quella fuori di melone!"

–Eh? Uh? Oh, sì. Assolutamente!

–Divertitevi, ragazzuoli... finché potete.

–Papà!- lo redarguì William, in un maldestro tentativo di evitare l'irreparabile, ottenendo come unico risultato di aizzare suo padre e mettere in allarme Frida.

Cyril, naturalmente, non si lasciò sfuggire quella ghiotta occasione di porre fine a quella che considerava una sconsiderata cotta adolescenziale.

–Che c'è? Ho toccato un tasto dolente, per caso? Non era mia intenzione! Anche perché ero certo avessi affrontato la questione con maturità, da adulto quale ti appresti ad essere, invece di spazzare la polvere sotto il tappeto!- esclamò, prima di sganciare l'atomica, senza alcuna pietà per il figlio, che secondo lui meritava una lezione sul comportarsi da adulti. –Ignorare un problema non lo fa scomparire per magia, Will, senza contare che la trasparenza è fondamentale in una coppia: passino le bugie bianche su quanto sia donante o meno un abito, ma le faccende di una certa levatura... non è corretto tenere Frida è all'oscuro del fatto che passate le festività prenderai un volo di sola andata per Canberra. Ops, volevo dire "non è stato corretto". Chiedo venia: indorare la pillola non è il mio forte. D'altronde, certe pillole faticano ad andare giù anche con un chilo di zucchero. Quanti danni ha fatto Mary Poppins! Bene, torno alle mie letture. Frida, se non dovessimo rivederci: buon Natale e felice anno nuovo. Divertitevi, ragazzuoli... se potete!

 

Note dell'autrice

Da uno a dieci, quanto è stronzo Cyril? Alla faccia dello spirito natalizio! Roba da far impallidire Mr. Scrooge (pre-conversione)! Mi sono divertita parecchio con lui.

Ammetto di essermi divertita anche con Kimberly: qui ha dato il meglio (o peggio, a seonda dei punti di vista) di sé! Mentre scrivevo, me la immaginavo come una giovane Miranda Priestley; nel suo caso, però, il diavolo veste Burberry e Gucci.

A proposito di diavolo e affini, non ho resistito alla tentazione (Aza&colleghi infernali ne saranno felici) di gettare l'amo per un altro crossover tra l'Irvingverse e l'Azaverse di AlbaM. ;-) I nostri personaggi insieme fanno faville!

Per scoprire cos'ha escogitato la machiavellica mente di Frida, e come reagirà alla notizia bomba della partenza di Will, dovete aspettare il prossimo capitolo. Tranquilli, arriverà a breve, è già pronto.

Serpentina

 

PS: il titolo riprende un'espressione giapponese (più precisamente, nel dialetto di Okinawa), traducibile con "le cose andranno da sè", oppure, più comunemente, "col tempo si sistema tutto".

PPS: la teoria del Gentle Nudge (traducibile in italiano come “spinta gentile”) è un concetto appartenente al campo dell’economia comportamentale, che si è ampiamente e rapidamente diffuso negli ultimi anni grazie al libro del premio Nobel per l’Economia Richard Thaler e del giurista Cass Sunstein. Sostiene che i processi decisionali e i comportamenti di gruppi e individui possono essere influenzati attraverso suggerimenti e rinforzi “indiretti” con un’efficacia pari o superiore a quella che può essere ottenuta attraverso l’imposizione di regole, leggi o istruzioni dirette.

PPPS:le Vile (con il nome trascritto in inglese Veela) sono creature fatate femminili, simili alle ninfe greche o agli elfi, ricorrenti soprattutto nella mitologia slava. Creature della notte, controllano le tempeste e gli elementi a loro piacere. Vivono nei prati, negli stagni, nei boschi, sugli alberi, sui monti, sulle nuvole e negli oceani. Possono assumere diverse forme, e apparire ai viaggiatori sotto forma di cigno, cavallo, lupo, cervo bianco o orso, oltre che come bellissime donne, ma quando si infuriano svelano il loro vero aspetto mostrando i loro becchi da uccello e la pelle squamosa. Sono citate nel quarto romanzo della serie di Harry Potter, "Harry Potter e il calice di fuoco".

PPPPS: se siete nuovi e curiosi di dare un volto ai personaggi, sappiate che nella mia mente Frida ha l’aspetto di Chloe Marshall, William di Danny Griffin, Nate di Alex Pettyfer, Kimberly di Kaya Scodelario e Kevin di Ben Barnes.

 

1"O albero di Natale, quanto sono verdi le tue foglie"

2Piantatela di bisbigliare, voi tre!

3Che c'è?

4Alla soirée

5Esattamente

6Lo spero

7Davvero?

8Destinatario

9Regalo

10Prezzo

11Santo cielo, madre!

12Un po'

13Il mio regalo per te e papà

14Grazie mille, figlia adorata

15Merda! Mi ha beccato!

16Sì, sì, sono una schifosa materialista

17Al contrario

18Non c'è di che

   
 
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