Paura.
Fin dove ci si poteva spingere per amore? Quanti tipi di amore potevano esistere?
La notte non era rassicurante e non rispondeva nemmeno a quelle domande che Haruki si poneva; anzi, le luci della notte illuminavano ancor più ciò che nei suoi occhi era ben chiaro. Si chiese come potesse ancora andar avanti con quella sensazione sulla pelle; quel tocco che per quanto lo avesse desiderato e immaginato, ora gli sembrava così lugubre e oscuro. Si ritrovò a camminare per le strade deserte di Tokyo con le lacrime agli occhi, fino a che i suoi piedi non lo condussero fino a casa di Take.
Lui lo accolse così: con l'espressione preoccupata di una persona che aveva mille domande da fare; magari proprio le stesse che anche Haruki aveva per la mente e che lo rendevano così silenzioso. Con una tazza di tè caldo a consolarlo, si immerse nel dolore mentre Take tentava di distrarlo. Nonostante tutto, Haruki percipa ancora il caldo del suo corpo a contatto col suo; la scena ancora vivida nella sua mente. La visione sempre galante - in senso positivo - di vederlo senza maglietta ora però gli trasmetteva solo paura.
"Ho paura..." ammise infine, le prime parole dopo ore di silenzio.
"Haru..." sussurrò Take, poi gli andò vicino e si sedette al suo fianco.
Scelse con cura che tipo di approccio utilizzare: toccare qualcuno che aveva appena subito qualcosa di così atroce gli sembrava azzardato, ma l'idea di abbracciarlo era fin troppo. Alla fine optò per una via di mezzo: gli posò una mano sulla spalla e gli fece qualche carezza sulle scapole.
"Qui sei al sicuro." disse infine.
Rimasero lì per lungo tempo, fino a notte fonda. Haruki rimase sul divano con una copertina.
Al buio pianse ancora, chissà per quanto tempo, probabilmente finché non crollò in un sonno profondo e tormentato.
Se io, se lei
Adesso dove sei?
Sotto quale cielo, pensi al tuo domani?
Sotto quale caldo lenzuolo
Stai facendo bene l'amore?
Sono contento ama, ama e non fermarti
E non aver nessuna paura
E non cercarmi dentro a nessuno