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Autore: ChrisAndreini    11/12/2023    3 recensioni
[Fanfiction What if AU rewrite della saga delle Principesse del Regno della Fantasia di Tea Stilton, ma può tranquillamente essere letta come storia originale, senza conoscere niente della trama, anche perché cambio quasi tutto]
Un tempo i cinque regni erano uniti in un unico regno, governato da un crudele tiranno. Finché un giorno un nobile cavaliere lo sconfisse addormentandolo in un sonno eterno insieme alla sua corte. Egli poi venne eletto nuovo re, bandì la magia, considerata troppo incontrollata e pericolosa, e decise di dividere il regno tra le sue cinque figlie, prima di sparire nel nulla.
Neil non è che il figlio del giardiniere di corte, amico d'infanzia delle cinque principesse, e con un'affinità particolare verso le forze della natura, che spesso sembrano comunicargli qualcosa.
Quando una misteriosa minaccia si abbatte sui regni, le principesse e Neil dovranno fare il possibile per evitare che i più segreti misteri del regno vengano portati alla luce rischiando una nuova e sanguinosa guerra. Ma il nemico potrebbe essere più vicino, misterioso e pericoloso di quanto chiunque potrebbe aspettarsi.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Le nozze

 

Il giorno prima delle nozze, ci fu un ballo con moltissimi invitati da tanti regni vicini e lontani.

Nessun invito era stato però spedito a nessuno dei Cinque Regni, pertanto tutto il Regno della Fantasia sapeva che la principessa Nives si sarebbe sposata, tranne le sue sorelle e la sua famiglia.

Molto triste, in effetti.

Ma la contessa Berglind non poteva mica rischiare che qualcuno rovinasse il matrimonio, quindi aveva invitato solo persone esterne e sicure, e aveva messo guardie a ogni ingresso, con un ritratto di Neil, per assicurarsi che né lui né Gunnar entrassero a palazzo.

Purtroppo per lei, e per fortuna nostra e di Nives, non aveva fatto i conti con Neil, e il suo nuovo libro.

-Neil, forse poteva bastare una parrucca- borbottò una voce incerta accanto a una persona che non somigliava minimamente a Neil, ma era leggermente più muscoloso, un po’ più basso, con i capelli corti e castani, e l’espressione fiera.

-Neil? Chi è Neil, io sono il principe Herbert di Lom- lo corresse Neil, assumendo un atteggiamento da principe.

Aveva trovato una formula magica che gli permetteva di cambiare aspetto, e non aveva avuto remore ad usarla per passare oltre le guardie, fingendosi il principe Herbert, che in realtà era solo un ragazzino di dodici anni, ma questo le guardie di Hansen messe alla porta non lo sapevano. 

E Neil aveva assicurato a Gunnar che era oltremodo impossibile che il vero principe Herbert decidesse di partecipare, vista l’indignazione quando era stato convocato per sposare Nives, quindi poteva senza problemi prendere il suo nome e la sua identità per introdursi a palazzo, con Gunnar come cavaliere associato.

Forse voi vi starete chiedendo come aveva fatto il grande lupo bianco Gunnar, secondo più ricercato nel regno dopo Neil, a introdursi senza destare sospetti.

Beh, Gunnar in quel momento non era un grosso lupo bianco.

Era un giovane uomo di circa vent’anni, alto e ben prestante, con capelli mossi e biondi che gli arrivavano alle spalle, incarnato pallido, vestiti che aveva chiesto in prestito da Neil e gli stavano leggermente larghi, ed espressione sempre vigile.

Gli occhi azzurri e profondi erano l’unica cosa che era rimasta del lupo che era stato, e si era abituato stranamente in fretta al suo nuovo aspetto, che mai avrebbe pensato di riottenere, sebbene solo per una notte.

Al momento la sua priorità era trovare Nives e tenerla al sicuro finché non fosse stato certo che il matrimonio sarebbe stato annullato.

Ovviamente a distanza, perché non voleva intimorirla, ma era ansioso di vederla.

Per questo non aveva detto niente sui mezzi discutibili che Neil aveva usato per entrare a palazzo, anche se sarebbe stato più facile entrare da un passaggio segreto o con un travestimento che non prevedesse la magia.

Ma da quando il giardiniere aveva scoperchiato il vaso di Pandora della sua magia innata e stranamente potente, che fino a quel momento era rimasta sepolta dentro di lui, sembrava cercare ogni scusa per usarla. Era a fin di bene, su questo non c’erano dubbi, ma non era sempre necessaria.

E sembrava essersi legato molto a quel libro di incantesimi blu con un coleottero disegnato sopra.

Anche ora che non era più un lupo, Gunnar riusciva ad avvertire il cambiamento in lui, e l’energia che lo avvolgeva.

Lo preoccupava, ma era felice che Neil fosse dalla sua parte e dalla parte di Nives.

Era un alleato potente, su questo non c’erano dubbi.

-Scherzi a parte, hai in mente il piano?- Neil smise di scherzare, e tornò serio, adocchiando la sala da ballo dove stavano per entrare, di soppiatto, senza venire annunciati. Non volevano che la contessa si accorgesse che il principe Herbert era cresciuto di otto anni in poche settimane.

-Tutti e tre i piani- rispose Gunnar, concentrato, notando immediatamente Nives, in mezzo alla sala gremita di gente.

Il suo cuore si riempì di calore alla sua vista, anche se lo stomaco si strinse, notando quanto fosse triste.

La principessa aveva un’espressione di ghiaccio, seduta sul proprio trono, e vestita con un elegante abito che era appartenuto a sua madre.

Era composta e precisa, ma Gunnar notò che lo sguardo era lontano, la postura troppo rigida, e la sua mano ogni tanto abbandonava il suo grembo per andare al fianco del trono, come se cercasse qualcosa… o qualcuno.

Di solito Gunnar si sedeva sempre in quel punto, accanto a lei.

Gli mancavano tanto le sue carezze.

-Vedi il principe Hansen?- chiese Neil, distogliendo Gunnar dalla sua nostalgica osservazione.

L’ex-lupo si guardò intorno, cercando il promesso sposo della sua amata, e lo notò intento a parlare con alcuni nobili vicino alle pietanze. Aveva due bicchieri in mano, ma non sembrava voler andare da Nives a porgerle il suo tanto presto.

Meglio per Nives, sicuramente.

-Vicino al tavolo del buffet. Mentre la contessa parla con Olafur vicino all’entrata- Gunnar indicò i due membri più pericolosi della corte in quel momento.

-Più che altro sembra che litighino. Tu controlla Nives, io vedo di attirare l’attenzione di Hansen. Cercherò di portarlo tu-sai-dove per il gran finale- spiegò Neil, iniziando ad avviarsi verso il tavolo del buffet.

-E se non attirerai la sua attenzione, ci proverò io- Gunnar annuì, e al contrario si diresse verso Nives, stando ben attento a non farsi troppo notare.

Non che ci fosse il rischio.

Non era vestito particolarmente elegante, e non credeva di spiccare, in mezzo a tutti quei bei nobili e principi infiocchettati.

Si mise contro un muro, non troppo distante dai troni ma neanche troppo vicino da attirare l’attenzione, e rimase a fissare Nives, per controllare che fosse al sicuro, e intervenire nel caso non lo fosse stata.

Nonostante non fosse più un lupo, gli erano rimasti i sensi acuti, e riusciva a discernere ogni dettaglio della ragazza. O forse era solo un suo talento naturale. 

Probabilmente era solo perché quella era Nives, e Gunnar la conosceva meglio di sé stesso.

Sembrava agitata e allo stesso tempo demoralizzata, senza molta voglia di vivere.

Gunnar detestava vederla così.

Era sempre stata la persona più entusiasta che conoscesse, con un caratterino tutto pepe sempre pronto all’avventura.

Era raro vedere i suoi bellissimi occhi azzurri così spenti e privi di vita.

Forse accortasi di essere osservata, Nives sollevò la testa verso Gunnar, e i loro occhi si incrociarono per un istante, prima che l’uomo distogliesse lo sguardo, imbarazzato per essere stato beccato.

Non era mai stato strano per lui fissare Nives, anche a lungo, ma in quel momento non era un lupo, e Nives non lo conosceva.

Sperò di non averla turbata con la sua attenzione sicuramente indesiderata, e lanciò un’occhiata verso il tavolo del buffet, dove Neil, ancora nei panni del finto Herbert di Lom, stava cercando di convincere un restio e sospettoso Hansen a seguirlo da qualche parte.

Forse il piano A non avrebbe funzionato, Gunnar doveva essere pronto a passare al piano B.

-Scusatemi…- una voce molto conosciuta ma allo stesso tempo completamente inaspettata, attirò la sua attenzione, e Gunnar si voltò di scatto verso la principessa Nives, che lo aveva raggiunto e lo guardava con curiosità e sospetto.

Il cuore di Gunnar iniziò a battere furiosamente nel petto. Non si aspettava che avrebbe parlato con lei.

-Ehm… buonasera principessa Nives. Avete bisogno di qualcosa?- fece un profondo inchino rispettoso, mettendosi a disposizione per qualsiasi evenienza.

Nives piegò la testa, fissandolo con una certa curiosità.

-Non vi ho visto entrare. Penso abbiate saltato l’annuncio. Chi siete?- indagò, formale ma non trattenendo il sospetto.

Nives era davvero percettiva, Gunnar avrebbe dovuto sapere che avrebbe in fretta notato la stranezza.

Il suo istinto gli stava urlando di spiegarle tutto e presentarsi come Gunnar, il suo Gunnar, ma tenne a freno l’istinto, e si attenne al copione.

Non voleva che Nives sapesse che lui era un umano.

Non perché temesse che le cose tra di loro sarebbero cambiate, ma perché non voleva scoprire cosa avrebbe provato Nives nel conoscere la verità, quando comunque tale verità non sarebbe durata.

Perché Gunnar aveva solo quella notte.

Una notte soltanto, e sarebbe tornato un lupo.

Non voleva darsi false speranze, e non voleva turbare Nives con una verità che rischiava solo di ferire entrambi.

-Sono un cavaliere alla corte del principe Herbert di Lom- spiegò, senza guardare la principessa negli occhi.

-Oh, capisco. Non credevo che il principe Herbert sarebbe giunto- osservò Nives, guardandosi intorno come a cercare il principe, che però non aveva mai visto e non avrebbe saputo riconoscere neanche se si fosse effettivamente trovato lì.

-Vista la bellezza del vostro regno, sarebbe stato sciocco da parte sua non presentarsi per goderne- si complimentò Gunnar.

Nives accennò un sorrisino.

-Siete la prima persona che commenta la bellezza del mio regno prima di commentare la mia- osservò, in tono casuale.

-Trovo che la bellezza di una principessa sia nel suo regno, e la vera bellezza di una donna sia nel suo carattere- commentò Gunnar, senza esitare neanche un secondo.

-State forse dicendo che sono brutta?- Nives finse di essere offesa.

Finalmente Gunnar alzò lo sguardo su di lei, guardandola negli occhi.

Avevano riacquistato un po’ di quella brillante luce energica che li caratterizzava. 

Non trattenne un sorriso.

-Siete meravigliosa, principessa- ammise, un po’ imbarazzato.

Ma era la verità.

A Gunnar non importava nulla della bellezza esteriore, e avrebbe amato Nives anche se fosse stata un gnoma-elfa come Calengol (che non era proprio un adone, diciamo), ma non cambiava il fatto che la principessa fosse di una bellezza stupefacente.

Per un attimo, Nives sembrò persa negli occhi di Gunnar, ma poi sembrò notare qualcosa alle spalle dell’uomo, e sgranò gli occhi, impallidendo leggermente.

Gunnar si mise subito sull’attenti.

-Va tutto ben..?- iniziò a chiedere, già pronto a proteggerla, ma Nives lo interruppe, prendendolo per un braccio e iniziando a trascinarlo in pista.

-Ballate con me- la richiesta sembrò più un ordine, e Gunnar si sentì arrossire mentre veniva portato al centro della sala, per ballare un valzer di cui non conosceva i passi.

Era umano da un paio d’ore, aveva tutto il diritto di non saper ballare.

-Ehm, principessa Nives, non sono molto…- provò ad ammettere, ma Nives scosse la testa.

-Guido io, basta che segui i miei passi- si mise in posizione, e iniziò a guidarlo.

Gunnar provò a seguirla, stando bene attento a non pestarle i piedi, e ritrovandosi abbastanza in fretta a capire le mosse.

Era pur sempre un lupo molto agile, dopotutto. E qualcosa, del suo istinto animale, era rimasto.

-Vi chiedo scusa per avervi trascinato qui senza chiedere, ma…- dopo qualche passo, Nives abbassò la testa, ed esitò appena nel confessare il motivo di quel brusco invito.

Neil approfittò di un giro per lanciare un’occhiata verso la direzione dove Nives aveva notato qualsiasi cosa l’avesse spinta ad allontanarsi.

E tale cosa si rivelò essere un seccato principe Hansen, con ancora due bicchieri in mano, che lanciava ai due ballerini uno sguardo di fuoco puro.

Accanto a lui, Neil faceva passare lo sguardo da Hansen alla coppia e ritorno.

Fece un cenno a Gunnar che sembrava dire “B”.

Piano B.

Sicuramente Gunnar aveva attirato l’attenzione di Hansen più di quanto avesse fatto Neil, quindi il piano B era più plausibile.

Ma per il momento… Gunnar voleva godersi il ballo.

Perché quella sarebbe stata la prima e ultima volta che avrebbe ballato con Nives, e voleva vivere appieno ogni istante.

-Non vi preoccupate, principessa Nives, non dovete giustificarvi- la rassicurò, ballando in modo più sicuro, ma stando ancora attento a non colpirla, soprattutto ai piedi. Sapeva quanto le fossero scomode le scarpe eleganti con i tacchi, e non voleva peggiorare la sua situazione.

-Dovete pensare che sono una pessima futura moglie, a ballare con uno sconosciuto il giorno prima del mio matrimonio- sussurrò la ragazza, con sguardo basso e occhi nuovamente spenti, che mostravano tutta la sua tristezza per la situazione in cui si trovava.

Gunnar strinse con più forza la presa sulla sua mano, facendole sollevare lo sguardo verso di lui.

-In questo momento sto pensando solo a quanto io sia fortunato nel poter ballare con voi- ammise, con la massima sincerità.

Non riusciva a credere che fosse vero.

Neanche nei suoi più meravigliosi sogni riusciva a ballare con Nives, da umano.

La principessa lo guardò con intensità, colpita dalle sue parole, e Gunnar si rese conto che stava esagerando.

Non poteva ammettere così esplicitamente quanto tenesse alla principessa.

Cercò di recuperare la situazione.

-Dopotutto, non essendo capace di ballare, ed essendo un semplice cavaliere, non ho mai avuto occasione di ballare con una dama così abile come voi- finse di non sentirsi fortunato per il poter ballare con Nives, in particolare, ma in generale per via del ballo.

Nives non trattenne una risatina, soprattutto nel vederlo così impacciato.

-State andando splendidamente, Sir… come vi chiamate?- chiese, curiosa.

-Eh…- Gunnar esitò.

Poteva darle un nome, il suo vero nome, ma ormai lui si sentiva Gunnar, non più Conall.

Era il nome che gli aveva donato Nives, e teneva ad esso molto più che al suo vero nome. Era anche il nome che l’aveva accompagnato per buona parte della sua vita.

Venne salvato dal rispondere da un arrivo che però fu piuttosto sgradito.

-Perdonate l’intrusione, ma…- Gunnar vide la mano che si dirigeva verso Nives con l’intento di afferrarle bruscamente il braccio, e agì di istinto, mettendosi davanti alla ragazza, e proteggendola con il proprio corpo dalla minaccia che l’aveva raggiunta alle spalle, emettendo un suono che sembrò piuttosto simile ad un grugnito lupesco, e sorprendendo non poco sia Nives che il principe Hansen, che li aveva raggiunti per riappropriarsi della sua futura sposa, ma ora fissava Gunnar come se fosse molto più interessato a lui piuttosto che a Nives.

-E voi chi sareste?- chiese, la voce mostrava chiaramente l’accusa e la rabbia nei confronti del disturbatore.

Gunnar cercò di recuperare il contegno, mettendosi da un lato per non far capire che avesse effettivamente cercato di proteggere Nives dalla minaccia, e si sgranchì la gola, assumendo un tono che sperò risultasse rilassato.

-Sono il cavaliere del principe Herbert di Lom- spiegò, facendo un inchino verso il principe, ma non chiamandolo per nome e non salutandolo in modo ufficiale.

Quell’uomo non si meritava rispetto.

E… Gunnar era suonato molto più aggressivo di quanto avrebbe voluto.

Ops.

-Beh, non so se lo sapete, ma state ballando con la mia... achoo!- l’obiezione di Hansen venne interrotta da un potente starnuto, che sorprese non poco Gunnar, lo stesso Hansen, e anche Nives, che lanciò a Gunnar un’occhiata di consapevolezza e sorpresa, che però l’ex-lupo non colse, troppo impegnato ad osservare Hansen, e ad elaborare nella sua mente un sacco di cose.

Non aveva minimamente pensato che il fatto che fosse stato un lupo avrebbe innescato l’allergia di Hansen anche adesso che era un umano, ma poteva essere un’occasione per attirare l’attenzione del principe e portarlo dove voleva lui.

-State bene, principe Hansen?- chiese, tirando fuori un fazzoletto dalla tasca, e porgendoglielo.

Hansen non lo prese, guardava Gunnar con odio.

-Lo sapevo che era troppo protettivo…- borbottò, senza molta logica.

Riuscì però a recuperare in fretta la compostezza.

-Nives, cara, ti ho portato da bere. Forse è il caso di sederti, non credi?- porse il bicchiere alla futura moglie.

Gunnar cercò di essere discreto mentre provava ad analizzarne il contenuto per assicurarsi che non fosse avvelenato, ma gli bastò osservare l’espressione di Nives per avere l’assoluta certezza che non l’avrebbe bevuto.

-Non mi sembra di avervi richiesto da bere- obiettò, per niente intenzionata ad eseguire alcun ordine.

Gunnar non trattenne un sorrisino.

Quella era la sua amata Nives, ribelle e determinata.

-Oh, ma cara… stavo cercando di essere gentile- Hansen alzò la voce per attirare l’attenzione di altri ospiti e far passare la sua futura moglie dalla parte del torto.

Nives avrebbe obiettato, ma Gunnar fu più rapido, e si affrettò a cambiare argomento.

Fece un profondo inchino verso Nives.

-È stato un onore ballare con voi, principessa. Siete una donna davvero incredibile, e le storie non vi rendono giustizia- le fece un complimento finale, che risultava un po’ forzato ma che serviva ad attirare l’attenzione di Hansen, e senza salutare quest’ultimo, si avviò verso Neil, ancora travestito da principe Herbert, che osservava la scena con attenzione, e scelse proprio quel momento per schioccare le dita, e apparire per un attimo con il suo vero aspetto.

Questo fece sobbalzare Gunnar, che gli si avvicinò in pochi passi.

-Cosa è successo?- chiese, riferendosi all’incertezza nella sua magia.

-Ho attirato l’attenzione del nostro uomo- rispose Neil, con semplicità.

-Pensavo avessimo optato per il piano B- Gunnar lo fissò con un sopracciglio inarcato.

-Ma tu vorresti evitare che Nives scopra la tua vera identità, quindi non è forse meglio se sono io a parlare con il nostro principino mentre tu ti assicuri che le persone ascoltino?- Neil gli sorrise, incoraggiante, e dietro una maschera di magia che Gunnar non approvava affatto, l’uomo scorse la gentilezza che aveva sempre notato in lui, nascosta dietro il sarcasmo e la lingua affilata.

Neil era una persona complessa, ma se teneva a qualcuno, era sempre molto attento a comportarsi al meglio con tale persona.

Era l’uomo perfetto per Nives, anche se Gunnar non avrebbe mai voluto ammetterlo.

Annuì.

-Sta guardando nella nostra direzione?- chiese, avvicinandosi di più per dare l’impressione (corretta) che stessero confabulando tra loro.

Neil annuì.

-Purtroppo anche Nives non fa che fissarti, quindi non possiamo ancora far cadere la trappola- spiegò la situazione.

Gunnar provò a non arrossire al pensiero che Nives lo stesse fissando, e si ripeté che probabilmente stava guardando Neil, o che, nel caso guardasse lui, fosse solo perché lui la insospettiva.

Era molto coerente con il suo carattere, dopotutto.

-Hai in mente una distrazione per Nives mentre io mi occupo di Hansen?- chiese poi Neil, distogliendolo dai suoi pensieri, e mostrando il pacchetto che sarebbe servito come esca per attirare il principe in una trappola.

Gunnar si guardò intorno, e poi sorrise notando la distrazione perfetta.

-Dammi un minuto- disse con sicurezza, prendendo un pezzo di torta al cioccolato dal buffet, e avviandosi verso un muro poco distante, seguito dagli sguardi di Nives e del suo presunto promesso sposo, che si erano allontanati l’uno dall’altra, ma continuavano a guardare fisso lui.

Mentre Neil raggiungeva il principe, Gunnar raggiunse il muro, e si appoggiò ad esso, con nonchalance, e facendo finta di nulla.

Poi porse il piatto, che non aveva neanche toccato, alla sua destra.

-Posso offrirvi una fetta di torta, giovane contessa?- chiese alla figura che era molto ben mimetizzata con la carta da parati, e che sobbalzò nell’essere scoperta, dando via definitivamente la sua posizione, e facendo sorridere Gunnar.

Adorava le due contessine Thina e Tallia, e sebbene non fossero state invitate a partecipare alla festa, in quanto troppo piccole, Gunnar era felice di riuscire a vedere almeno Thina mentre era in forma umana.

L’aveva notata all’inizio della serata, ma non aveva voluto dare via la sua posizione per non metterla nei guai con la zia. Ora che Berglind era dall’altra parte della stanza a fare la civettuola con un nobile che aveva la metà dei suoi anni e sembrava piuttosto a disagio, Gunnar aveva deciso di interpellarla, per attirare l’attenzione di Nives.

Gli dispiaceva un po’ per Thina, ma sapeva che non avrebbe ricevuto conseguenze negativa per la sua piccola bravata.

Thina non rispose, e cercò di restare mimetizzata.

Gunnar notò che tremava leggermente, e si diede mentalmente dello stupido per il modo in cui l’aveva approcciata.

Era così abituato a starle accanto come lupo, che non aveva pensato che in quel momento era uno sconosciuto che l’aveva appena scoperta e la poteva mettere davvero nei guai.

Si piegò in modo da essere nella sua stessa altezza, e abbassò la voce, che si fece più rassicurante.

-Non intendevo spaventarvi, contessina, chiedo umilmente perdono. Ho solo notato che siete qui da un po’ e temevo che aveste fame. Non dirò a nessuno di avervi vista qui, lo prometto. Se volete posso coprirvi alla vista mentre mangiate- cercò di essere incoraggiante.

Thina si girò verso di lui, e finalmente lo guardò, con un certo timore, ma anche rassicurata dalle sue parole.

-Chi siete?- sussurrò, e Gunnar riuscì a sentirla solo perché aveva ancora l’udito lupesco.

Sorrise, e accennò un inchino.

-Sono il cavaliere del principe Herbert di Lom, al vostro servizio- si mise a disposizione, porgendo poi la torta, che Thina prese con una certa esitazione.

Aveva lo stomaco che brontolava.

-Thina!- in pochi secondi vennero raggiunti da una preoccupata Nives, e la bambina per poco non fece cadere il piatto per la sorpresa. Per fortuna Gunnar lo afferrò al volo, evitando di sporcare tutto.

-Nives!- Thina si nascose istintivamente dietro Gunnar per farsi proteggere, preoccupata per essere stata scoperta dalla cugina.

Gunnar non trattenne un sorrisino commosso al pensiero che anche se non lo riconosceva, Thina era comunque portata a fidarsi di lui. 

Si guardò intorno per sicurezza, ma nessuno sembrava badare a loro, dato che erano in una zona isolata della stanza.

Hansen era stato approcciato da Neil, ancora travestito, e finalmente sembrava aver attirato la sua attenzione.

Gunnar doveva tenerlo d’occhio e controllare quando sarebbero usciti dalla stanza, per continuare con il piano.

-Cosa volete da mia cugina?- la voce accusatoria e irritata di Nives attirò completamente la sua attenzione, e Gunnar posò lo sguardo su di lei, sorpreso.

Conosceva quel tono, ma la principessa non lo aveva mai usato contro di lui.

E la cosa lo ferì più di quanto si sarebbe aspettato.

Si affrettò ad alzare le mani e a fare un passo indietro, allontanandosi da Thina. Poteva capire il sospetto e l’istinto di protezione, dopotutto.

-L’ho notata quando sono entrato nella stanza, e mi è sembrato che potesse essere affamata dato che è rimasta a lungo in piedi. Chiedo scusa, non volevo essere inopportuno- si giustificò, sentitamente.

-È stato gentile, ha detto che non dirà a nessuno di avermi vista- Thina prese le sue difese, e Gunnar la guardò con affetto.

Era davvero una brava bambina.

Nives continuò a fissare Gunnar, anche quando successivamente si rivolse alla cugina.

-Dovresti essere a letto da un pezzo, Thina- la rimproverò.

-Ma non mi ha notato nessuno- provò ad obiettare Thina, prendendo discretamente la fetta di torta al cioccolato che Gunnar le aveva offerto nuovamente e iniziando a mangiarla approfittando della distrazione della cugina più grande.

-Il gentiluomo qui presente ti ha notato, mi sembra- insistette Nives, squadrando Gunnar dall’alto in basso.

Gunnar sostenne il suo sguardo.

-Se posso permettermi, penso di essere l’unico ad averla notata, altrimenti le altre guardie avrebbero fatto qualcosa. E vostra zia è distratta, in questo momento- Gunnar si eresse a difesa di Thina, guadagnandosi un sorriso grato dalla bambina, che con il volto sporco di torta iniziava ad essere un po’ meno mimetizzata. Gunnar le offrì istintivamente il proprio fazzoletto, che però venne intercettato da Nives prima che potesse arrivare a lei.

-Chi vi dice che le nostre guardie qualificate non l’abbiano notata e abbiano solo fatto finta di niente?- Nives lo sfidò, pulendo il volto della cugina con attenzione dal cioccolato con tale fazzoletto.

-È una possibilità- Gunnar non insistette, e rifiutò la sfida.

Non era lì per discutere con Nives. 

Era lì solo ed unicamente per sostenerla e aiutarla.

Entrambi sapevano che le guardie non avevano notato Thina, altrimenti l’avrebbero arrestata, perché non conoscevano bene Thina, dato che erano nuove, e sicuramente non l’avrebbero riconosciuta vestita così e l’avrebbero scambiata per una intrusa.

Non serviva che Gunnar confermasse ciò che entrambi già sapevano.

Nives sospirò, e abbandonò le ostilità, facendosi contagiare dalla tranquillità di Gunnar, che era rimasto composto e si guardava intorno per assicurarsi che non stessero attirando l’attenzione, da bravo lupo da guardia.

-Thina, è meglio che tu vada a dormire, adesso. Si sta facendo tardi- suggerì Nives alla cugina, in tono dolce e incoraggiante.

Thina sospirò, un po’ abbattuta, ma non obiettò, ed eseguì.

-Grazie della torta, cavaliere- ringraziò Gunnar con un piccolo inchino, facendolo arrossire appena.

Non si aspettava di essere interpellato.

-È stato un onore fare la vostra conoscenza, contessa- Gunnar ricambiò, facendola ridacchiare per la formalità, e poi la bambina scappò attraverso un passaggio segreto, diretta in camera.

Gunnar e Nives rimasero da soli.

-Non l’avevo notata neanche io, e di solito mi accorgo quando si mimetizza- commentò Nives, in tono neutro, chiudendo al meglio il passaggio segreto.

-Sono un buon osservatore- Gunnar alzò le spalle, mite, senza darsi delle arie.

-Molto più delle nostre guardie, questo è certo- Nives si esibì in un profondo sospiro stanco, e si appoggiò al muro, accanto a Gunnar.

L’uomo la osservò, con una certa apprensione.

Sembrava davvero provata da tutta la situazione.

Avrebbe tanto voluto poterla abbracciare e rassicurarla, ma non poteva renderla partecipe del loro piano, era troppo pericoloso.

E comunque sarebbe finito tutto molto in fretta.

-Fino a pochi giorni fa avevamo delle guardie decisamente più competenti- sussurrò poi Nives, quasi tra sé -Erano dei grandi lupi bianchi. Sicuramente penserete che è pericoloso assumere dei lupi- Nives scosse la testa.

-Niente affatto, sanno essere creature nobili e protettive. I lupi sono di natura estremamente leale- si affrettò ad obiettare Gunnar, difendendo immediatamente il suo branco.

Sapeva che Nives conosceva queste ovvietà meglio di lui, ma ci teneva a dirlo, comunque.

Era di parte, questo sì, ma era certo che i suoi lupi sarebbero stati delle guardie molto più competenti a quel ballo.

Nives sorrise, felice di aver trovato un alleato che la pensava come lei.

-In pochi lo pensano, purtroppo. La mia guardia del corpo personale è il capo del branco, ed è davvero il migliore. A volte, quando lo guardo negli occhi, mi sembra di potergli leggere nel pensiero. Mi capisce più di qualsiasi essere umano. Non sembra neanche un lupo- Nives iniziò a parlare di lui, con profonda nostalgia e occhi velati di lacrime. Si avvicinò leggermente a Gunnar, scivolando contro il muro.

Gunnar diede sfogo a tutto il suo autocontrollo per restare impassibile, e probabilmente fallì, perché era davvero difficile per lui vedere Nives così abbattuta, soprattutto a causa sua, e non poterla rassicurare.

-Sono certo che non vi abbandonerà, e tornerà presto da voi- provò a rassicurarla, consapevole che suonasse come una frase fatta.

Ma era completamente sincero.

Perché lui non l’avrebbe mai abbandonata. 

Umano o lupo che fosse, sarebbe sempre tornato da lei, e l’avrebbe sempre protetta, fino alla morte.

-Lo so… Gunnar- Nives sorrise tra sé, sollevando lo sguardo verso di lui, e Gunnar perse un battito.

Sembrava quasi come se si fosse rivolta a lui, chiamandolo…

Ma non poteva averlo riconosciuto.

-È… è il nome del vostro lupo? Gunnar?- chiese, cercando di non dare a vedere quanto sentire quel nome l’avesse scosso.

Nives lo guardò con espressione indefinibile, e poi annuì.

-Sì, è così che l’ho chiamato, quando abbiamo assunto lui e tutti i suoi lupi. Vi piace come nome?- lo guardò carica di aspettativa.

Gunnar amava il suo nome.

-Trovo che sia uno splendido nome, principessa- disse con assoluta sincerità.

-E voi… come vi chiamate? Non mi avete risposto, poc’anzi- Nives provò nuovamente ad indagare sul suo nome, avvicinandosi sempre di più.

Gunner si guardò intorno, come cercando un aiuto nella stanza per evitare di rispondere.

Forse poteva usare il suo vecchio nome, era sempre una strada sicura.

Ma prima che potesse farlo, si rese conto di una cosa importante.

Hansen e Neil non erano più nella stanza.

La conversazione con Nives lo aveva distratto.

Non aveva tempo da perdere.

-Chiedo perdono, principessa Nives, devo occuparmi di una cosa. Spero passiate una bella serata- si congedò alla principessa, con un inchino e un fugace bacio sulla mano, prima di correre verso la direzione che Neil gli aveva indicato di raggiungere.

Nives rimase ammutolita nell’angolo, la mano che sembrava quasi bruciare, e le guance in fiamme.

Era abituata a ricevere baci sulla mano, era una forma di rispetto comune con la quale i nobili le rendevano omaggio.

Ma questa era la prima volta che il contatto le faceva battere il cuore un po’ troppo forte.

In realtà quella era la prima volta che un uomo la facesse sentire così turbata, e agitata.

Il misterioso cavaliere rispondeva sempre in modo ottimale, era educato e gentile, molto attento, e aveva uno sguardo davvero troppo familiare.

Solo che non poteva essere la persona che credeva Nives.

Perché non era possibile che tale persona la rendesse così agitata.

…e non era una persona, in realtà.

Anche se… nessuno l’aveva mai fatta sentire così, e lei non credeva nei colpi di fulmine.

I suoi pensieri confusi vennero distratti da un suono completamente inaspettato, provenire dal punto dove il misterioso cavaliere era sparito.

Un mormorare confuso iniziò a sollevarsi nella sala, e Nives si affrettò a raggiungere la zona, dove uno dei grandi muri di ghiaccio era diventato trasparente, come una specie di finestra.

E dall’altra parte di tale finestra, il principe Hansen stava discutendo con una certa enfasi con Neil, vestito elegante, che sorrideva appena, e lo stava lasciando parlare.

-Non ho fatto niente di ché, in realtà. Ciò di cui mi hai accusato in biblioteca, non è merito mio. Non sono stato io ad attirare Calengol al castello. Sapevo solo che sarebbe giunto-

Nives era scioccata.

Cosa stava succedendo?!

E se non era stato Hansen, in quella circostanza, chi era stato?!

 

Neil conosceva il palazzo meglio di chiunque altro, persino meglio di Nives e Gunnar.

Probabilmente era il luogo che conosceva meglio in tutti i cinque regni, dato che aveva passato la maggior parte del suo tempo nel Regno dei Ghiacci Eterni, con suo padre al Grande Albero, ed era sempre stato più complicato entrare ad Arcandida rispetto a tutti gli altri luoghi negli altri regni.

Fiordoblio, la reggia del Regno dei Coralli, era semplice e priva di segreti; Jangalaliana, nel Regno delle Foreste, era piccola e facilmente esplorabile; Roccadocra era misteriosa e ampia, ma Neil aveva sempre passato più tempo con Samah che intento ad esplorarla; mentre Terratonda era davvero piena di segreti, e il luogo che Neil aveva visitato meno, pertanto non era ancora arrivato a conoscerli tutti, purtroppo.

Arcandida, al contrario, era in assoluto un libro aperto per il giardiniere. Il ponte levatoio che si apriva e chiudeva con una parola d’ordine (anche se a lui lo lasciava passare senza problemi anche senza la parola), i passaggi segreti che si inoltravano nel castello, le stanze segrete e nascoste piene di oggetti ormai dimenticati… Neil conosceva anche il luogo segreto di Nives, quello dove conservava la lastra d’argento, anche se non sapeva fosse il suo luogo segreto, né ciò che la ragazza aveva nascosto lì.

E Neil conosceva anche la stanza specchiata, e il modo di renderla tale.

Lo aveva scoperto quando era piccolo, mentre cercava un passaggio segreto nella sala da ballo della reggia. Aveva premuto per sbaglio un pulsante, e aveva notato che il muro di ghiaccio si era fatto trasparente, mostrando una stanza dietro di esso.

Preso dalla curiosità aveva scoperto che tale stanza era identica alla sala da ballo, solo che leggermente più piccola, e da lì la sala da ballo non si vedeva, a meno che non si premesse un pulsante anche dall’altra parte.

Uno strano gioco di specchi, o forse di magia.

Non aveva capito l’utilità di una stanza del genere, ma in quel momento sarebbe tornata utile.

Perché avrebbe trascinato lì il principe Hansen, Gunnar avrebbe premuto il pulsante, e Neil avrebbe manipolato il principe in modo da fargli ammettere tutti i suoi piani davanti ad una folla di gente come testimone. Il matrimonio sarebbe senz’altro stato annullato, di fronte a tali prove di intenti nefasti.

E il piano stava andando perfettamente.

Aveva mostrato una finta lastra d’argento a Hansen in modo che lo seguisse, e si era smascherato perché non voleva che qualcuno gli facesse domande sul suo volto e la sua identità presi in prestito.

E si era posizionato nella sala specchiata sperando che Gunnar non si facesse distrarre troppo da Nives per premere il pulsante che Neil gli aveva indicato.

-Allora, vuoi parlare di affari, parliamo di affari- esordì Hansen, dopo essersi chiuso la porta alle spalle.

Neil si rigirò la finta lastra d’argento tra le mani.

-Quanto desideri questo oggetto? Io ho un prezzo in mente, vediamo se siamo sulla stessa lunghezza d’onda- Neil iniziò a prendere tempo, sperando che Hansen non gli chiedesse di mostrargli la lastra perché Neil non aveva idea di come dovesse apparire, a dire il vero.

Aveva solo preso un pezzo di corteccia dal Grande Albero e lo aveva dipinto di argento.

-Non ho tempo per i giochetti. Non so se te lo ricordi, giardiniere illegittimo, ma la festa è dedicata a me, dato che domani mi sposo. Non posso far aspettare troppo a lungo i miei graditi ospiti- Hansen si avvicinò, deciso, pronto ad afferrare la lastra d’argento.

Neil la tenne fuori dalla sua portata, facendola sparire nelle sue maniche.

-Non così in fretta. Va bene, ti dirò il mio prezzo, allora. Dimmi come hai fatto a imbrogliare tutti- Neil si poggiò contro una colonna, mostrandosi rilassato.

Hansen lo squadrò con sospetto.

-Non ho imbrogliato nessuno, giardiniere- disse con semplicità, guardandosi intorno per controllare che non ci fosse nessuno, aspettandosi qualche colpo basso.

Aveva imparato a non sottovalutare Neil da quando lo aveva visto affrontare Calengol, e purtroppo Hanse non era uno stolto.

-Tranquillo, questa zona del castello è insonorizzata. E se anche provassi a dire qualcosa contro di te sai benissimo che nessuno mi crederebbe. Sono solo curioso perché è tutta la vita che giro attorno alla famiglia reale, e non sono mai riuscito a raggiungere un tale obiettivo. Come hai fatto?- Neil lo guardò con la massima ammirazione, e decise di giocarsi la carta dell’ambizione, fingendo di essere solo l’ennesimo opportunista che cercava soldi e potere.

Tutti lo guardavano sempre come tale, nei cinque regni, quindi non doveva essere troppo difficile interpretare quel ruolo.

-Intanto sono un principe, e sono molto più raffinato ed educato, per questo la principessa si è innamorata di me- Hansen continuò a mantenere la sceneggiata del fidanzato perfetto, come se fosse ancora in mezzo a tanta gente.

Neil doveva fare un passo in più.

-Capisco, allora non ti serve la lastra d’argento- superò Hansen e fece per andarsene dalla stanza.

-Aspetta!- lui, ovviamente, lo fermò.

Neil trattenne un sorrisino vittorioso, e si girò, in attesa di vere risposte.

Hansen si guardò ancora intorno.

-Non ho fatto niente di ché, in realtà. Ciò di cui mi hai accusato in biblioteca, non è merito mio. Non sono stato io ad attirare Calengol al castello. Sapevo solo che sarebbe giunto- ammise, a voce bassa.

-Come facevi a saperlo?- chiese Neil, confuso.

In effetti aveva senso che Hansen non avesse rapporti con Calengol. Dopotutto il mezzo uomo e mezzo elfo lo aveva attaccato nel tragitto verso il villaggio, e Calengol si era sempre dimostrato leale con i suoi alleati, pertanto non avrebbe colpito Hansen se avesse pensato che fossero dalla stessa parte. Gli imbrogli non erano da lui . 

Che Hansen avesse un complice di cui nessuno era a conoscenza?

-Un presentimento- Hansen alzò le spalle.

Perché era così vago?!

Neil tirò fuori nuovamente la lastra d’argento, per convincerlo a parlare, tenendola fuori dalla portata di vista delle persone nella stanza accanto, ma perfettamente visibile a Hansen.

-E questa a cosa ti serve?- chiese poi.

Non aveva idea di cosa fosse, ma se Hansen la cercava e Nives l’aveva nascosta a tutti, lui compreso, sicuramente era importante.

Poteva avere a che fare con la magia, o con la guerra.

Poteva essere davvero un’arma pericolosa.

-Non lo so- sussurrò Hansen.

-Allora significa che non la vuoi davvero- Neil sbuffò, iniziando ad irritarsi.

-Non è per me! È per… una persona- Hansen iniziò ad agitarsi, preoccupato che Neil potesse tenergli lontana la lastra.

Dai suoi occhi si notava che chiunque fosse tale persona, lo spaventava non poco.

-Chi? Se me la fai conoscere potrei consegnargliela io stesso. Così magari potrei essere io a sposare una principessa, con il suo aiuto- continuò a provocarlo, nel tono più irritabile che riuscisse a tirare fuori.

Non era molto difficile, era un maestro dei toni irritanti.

-Non so chi sia! Non l’ho mai visto in faccia. Ma è stato lui a pianificare l’attacco di Calengol da farmi sventare. È stato lui a dirmi della legge che avrebbe obbligato la principessa Nives a sposarmi, e in cambio gli devo consegnare la lastra d’argento. Erano queste le condizioni- sbottò Hansen, gettandosi su Neil cercando di afferrare la lastra, che il giardiniere fece nuovamente sparire, scansandosi senza problemi. Non aveva i riflessi di Gunnar, ma era abbastanza allenato.

-Ma come, la principessa Nives non vi sposa perché innamorata?- Neil lo prese in giro.

Era felice di starlo facendo cedere con il suo comportamento provocatorio.

-Si innamorerà prima o poi! Non è importante, comunque. Il matrimonio è un’altra cosa, e ora che mi sono anche liberato dei suoi lupi e di te, non avrà più influenze negative che la allontaneranno da me. Tsk, il rapporto che aveva con quel lupo era malato- Hansen iniziò ad alzare la voce. Menzionare Gunnar sembrava davvero farlo uscire dai gangheri.

Perfetto.

-Intendi un rapporto di amicizia e rispetto? Già, disgustoso. Chi mai potrebbe volere un animale domestico affettuoso e protettivo al proprio fianco pronto a proteggerlo da insistenti principini?!- commentò, sarcastico, cercando di difendere il rapporto di Nives e Gunnar al pubblico che sicuramente li stava guardando… sperava.

-Bah! Quel lupo non si è mai fidato di me! E quindi io mi sono liberato di lui. Lo avrei ucciso se avessi potuto, ma era più semplice accusarlo di essere negligente. Avresti dovuto vederlo, mentre lo addormentavo con un incantesimo. Ha lottato fino all’ultimo per resistere. Disgustoso il sentimento che prova per lei- Hansen non riusciva neanche a parlare di Gunnar senza iniziare a starnutire. 

-Vista così non capisco perché non si sia fidato… in fondo ti sei solo alleato con una persona misteriosa per indagare a palazzo, rubare un segreto del regno da Nives per venderlo a questa persona in cambio della mano della principessa per diventare re di Arcandida, usando la magia che come ben sai è bandita per intrappolare la sua guardia del corpo… e hai messo in pericolo di vita la principessa, in tutto questo. Sto dimenticando qualcosa?- Neil ricapitolò velocemente i fatti per rendere chiaro agli spettatori il pericolo che comportava quell’uomo, e tutte le leggi che aveva infranto.

Era abbastanza per arrestarlo, soprattutto dopo aver ammesso che aveva usato la magia per fare del male a qualcuno.

-Le ho salvato la vita! Anche se l’ho messa in pericolo, non cambia che l’ho liberata per sempre dal pericolo di quella vile creatura! E dai lupi! Non mi si può accusare di niente- Hansen provò a difendersi, sinceramente convinto di aver agito per il meglio.

-Tranne di tradimento ai danni della corona. Di questo ti si può accusare- mise in chiaro Neil, con la massima tranquillità.

-Forse, ma non ha importanza. Domani sposerò Nives, diventerò io il re di Arcandida, e nessuno mi potrà dire assolutamente nulla! Come hai detto tu, è la tua parola contro la mia. Ho conquistato il favore di tutto il castello, mentre neanche i tuoi veri genitori ti hanno voluto bene abbastanza da restare con te. Credi che se anche provassi a smascherarmi crederanno ad un orfano che usa la magia?- Hansen gli si avvicinò abbastanza da stargli a pochi centimetri, anche se Neil continuava a troneggiare su di lui, dato che era almeno cinque centimetri più alto.

E infatti non si sentì affatto minacciato, anche se l’accusa era grave, e Neil era effettivamente colpevole di averla usata, anche se con le migliori intenzioni.

Riuscì comunque a sostenere il suo sguardo.

-Il bue che dice cornuto all’asino. Sei tu ad aver ammesso di aver usato la magia, non io. Io non pratico incantesimi- ci tenne comunque a difendersi, offeso.

-Certo, e come spieghi la trasformazione del lu…- Hansen lo accusò, ma Neil lo interruppe prima che potesse dire qualcosa di compromettente.

-Beh, mi hai detto ciò che volevo sentire, dimostrandoti per ciò che sei: un ambizioso principe che è disposto a tradire la corona e mettere la principessa in pericolo per obbligarla a sposarti contro la sua volontà tramite un gioco di tradimento, inganno e manipolazione. Penso che ti meriti il tuo premio- Neil fece comparire nuovamente la lastra d’argento e la lanciò ad Hansen, che la prese immediatamente, con occhi brillanti.

-Finalmente potrò consegnarla al mio alleato- sussurrò tra sé, rassicurato.

-Cosa succede se non gliela consegni?- chiese Neil, sinceramente curioso.

-Non ti riguarda, giardiniere illegittimo- il principe strinse con forza la lastra al petto.

-Beh, un pochetto sì. Sono curioso di saperlo, dato che non otterrai mai ciò che vuoi. Anzi, saluta i tuoi invitati che ci stanno guardando dall’altra parte del muro di ghiaccio- Neil abbandonò le maschere, e si girò verso il muro, salutando con un grande sorriso persone che non poteva vedere.

Hansen seguì il suo sguardo, senza capire, ma impallidendo leggermente.

-Di che accidenti stai parlando?!- chiese, osservando la lastra, e notando che le sue mane si erano tinte di argento. La colorazione usata per il finto oggetto di scena era davvero pessima.

-Quella è finta, e hai appena ammesso davanti a tutti i tuoi invitati che hai mentito, ingannato e cospirato contro la principessa, supportando un traditore che l’ha messa volontariamente in pericolo di vita e usando la magia, bandita dai cinque regni- Neil si avviò verso il muro finto, e spinse un nuovo pulsante, che rese invisibile tale muro anche dalla loro parte, mostrando una folla di ospiti sconvolti, che fissavano la scena a bocca aperta e occhi sgranati, mormorando tra di loro.

Neil notò che Nives stava lasciando la stanza accompagnata da alcuni cavalieri non associati con il principe Hansen, e ovviamente da Gunnar, che non avrebbe mai lasciato il suo fianco ed era ben felice di supportarla.

La contessa Berglind sembrava furiosa, e fissava Neil come se fosse tutta colpa sua.

Hansel rimase di ghiaccio, è il caso di dirlo.

-Grazie a tutti per aver assistito al nostro show! Per eventuali rimostranze, si prega di rivolgersi alla contessa Berglind, la principale responsabile di aver aiutato e supportato il matrimonio e il principe Hansen durante la sua permanenza ad Arcandida. Vi auguro una buona serata, e vi prego assaggiare le tartine, sono ottime!- Neil salutò gli invitati in modo molto plateale, e usò un ennesimo pulsante per bloccare la visuale da entrambe le parti.

Il confronto finale non era il caso di farlo davanti a troppi testimoni.

-C_cos…?- Hansen tremava, e non sembrava avere del tutto capito cosa fosse successo.

-Nel caso non te ne fossi accorto, sei stati imbrogliato. Incredibile il palazzo di Arcandida, vero? Pieno di misteri e segreti…- Neil lo prese un po’ in giro, rilassato, mentre aspettava l’arrivo di Nives, Gunnar e qualche guardia pronti a rompere ufficialmente il fidanzamento e scortare il principe traditore nelle segrete, o fuori dal castello. L’esilio era d’obbligo, quantomeno. Ma le faccende burocratiche si sarebbero risolte in un altro momento.

L’importante adesso era renderlo inoffensivo e chiudere i rapporti.

Neil non vedeva l’ora di assistere.

-T_Tu… tu e la tua magia malvagia!- Hansen sembrava sul punto di saltargli addosso, e Neil era pronto, ma proprio in quel momento la porta si aprì, e Nives entrò nella stanza, con il suo peggiore sguardo di ghiaccio.

-Nives, tesoro- Hansen si rivolse a lei, civettuolo e pronto a spiegarsi e accusare Neil.

-Non osare chiamarmi così! Principe Hansen, delle isole del Nord, siete in arresto per cospirazione e tradimento nei confronti della corona del Regno dei Ghiacci Eterni!- annunciò determinata e fredda, incoraggiando due cavalieri ad afferrarlo.

-Non potete farlo! Non siete voi la reggente, e io sono un principe- Hansen si scansò, andando dall’altro lato della stanza. 

-In qualità di principessa ereditaria del trono del Regno dei Ghiacci Eterni, rientra nel mio pieno diritto far valere la mia posizione e arrestarvi fino al processo, che si terrà domani mattina- Nives non si scompose, e a braccia incrociate espose i fatti.

Neil notò che nei suoi occhi c’era una luce diversa, molto più determinata.

Ciò che aveva sentito l’aveva sconvolta abbastanza da averle dato finalmente la forza di reagire a tutte le ingiustizie che le erano capitate negli ultimi tempi.

Forse la consapevolezza che il suo segreto d’argento era stato in pericolo, forse aver scoperto che aveva rischiato di perdere Gunnar per sempre.

Sicuramente, però, non si sarebbe più fatta mettere i piedi in testa da nessuno.

Neil era orgoglioso di lei.

-Domani mattina ci sposiamo- obiettò Hansen, sconvolto.

-E rientra anche nei miei diritti rompere la promessa di matrimonio e il fidanzamento. Non vi sposerò mai, principe Hansen. Siete solo un traditore e un assassino- lo zittì Nives, fulminandolo con lo sguardo, disgustata da lui.

-Non potete farmi questo! Le mie intenzioni erano nobili- si difese Hansen. Aveva perso ogni traccia della sua maschera affabile, e i suoi occhi erano iniettati di sangue. Sembrava un bambino a cui stavano vietando il suo nuovo giocattolo.

-Nives! Non puoi rompere così il fidanzamento! Pensa alla reputazione del regno- Berglind raggiunse la stanza, senza fiato per la breve corsetta che aveva dovuto fare per raggiungere la nipote.

Neil non trattenne un sospiro e un’alzata di occhi al cielo.

Sul serio Berglind continuava a prendere le parti di Hansen nonostante ciò che aveva sentito?

Neil credeva che fosse più intelligente di così.

Evidentemente la sicurezza che le aveva dato la presenza di Hansen l’aveva resa più incauta.

-Dopo tutto quello che ha detto, davvero credete che sia la persona giusta per me, zia? Lo avete sentito anche voi! Ha ammesso di aver cospirato contro la mia vita. Ha usato la magia!- Nives fissò la zia sconvolta, senza credere che fosse davvero dalla parte di quell’uomo orribile. 

-Io ho sentito un uomo che diceva ciò che il giardiniere voleva sentirsi dire. È stato spinto a dire quelle cose, è evidente. Magari usando la magia- Berglind indicò Neil e lo accusò, come se fosse l’unico responsabile di tutto.

Il giovane uomo strinse i denti, furioso per l’accusa e con il bruciante desiderio di usare davvero la magia per zittirla, magari trasformando la donna e Hansen in due vermi. Tutti i problemi si sarebbero risolti.

Per un istante, i suoi occhi assunsero una luce pericolosa, il suo potere innato premeva per uscire fuori.

Ma fece un profondo respiro per calmarsi, e sorrise tranquillo.

-Io non uso la magia- disse con la massima tranquillità, alzando le spalle.

Non avevano prove contro di lui.

Era la sua parola contro quella di Hansen, e al momento Hansen aveva perso ogni traccia di credibilità.

Ed era convinto che se Berglind fosse andata da Haldorr a chiedere chiarimenti, il bibliotecario lo avrebbe coperto.

Nessuno, ormai, era più dalla parte di Berglind, e senza sostenitori, il potere spariva.

-Comunque non mi sembra abbastanza per rompere il fidanzamento, spinto o no ti ha comunque salvato la vita, cara. Le leggi sono leggi!- Berglind provò ad aggrapparsi a quella ridicola regola del desiderio.

-È stato lui a mandare Calengol, l’ha detto!- obiettò Nives, esasperata.

-Ha detto che gli è stato detto, e ha agito di conseguenza sventando l’attacco. Mi sembra molto eroico- insistette Berglind.

Nives era senza parole.

Persino Neil doveva ammettere di essere sorpreso.

La contessa era più pazza di quanto credesse.

-Volete che mi sposi così tanto da maritarmi ad un criminale pericoloso?- chiese Nives, in un sussurro, senza credere alle sue orecchie.

-È per il tuo bene, cara. E in quanto a reggente del regno e tua tutrice, ordino che il matrimonio proceda come programmato- la contessa si aggrappò con le unghie e con i denti al suo ruolo.

Ma Nives aveva smesso di fare la nipote perfetta.

Ormai ne aveva fin sopra i capelli.

-In quanto figlia maggiorenne del Re Gavin Primo, Re Saggio, sovrano dei cinque regni e colui che ha sconfitto Re Donor il Tiranno, io ordino che la contessa Berglind venga arrestata per favoreggiamento verso un traditore. Il processo si terrà domattina, insieme a quello del principe Hansen- ordinò, con decisione.

La sala era di stucco.

Nives non si era mai ribellata così.

Gunnar la fissava con orgoglio e ammirazione.

Neil avrebbe tanto voluto avere degli snack da sgranocchiare mentre si godeva la scena. Era una soddisfazione unica!

-Non puoi farlo! Sono io la regnante!- si lamentò Berglind in tono acuto.

-Lo eri finché non ho compiuto diciotto anni. Questi giorni mi sono studiata le regole del regno, insieme a Haldorr, e la massima autorità è passata a me, zia. Mi duole arrivare a tanto, ma per la sicurezza del regno e della mia famiglia, reputo che voi siate un pericolo per noi. Scortate la contessa nelle sue stanze e assicuratevi che non esca fino al processo. Dopotutto detesta chi va in giro di notte- con uno sguardo di trionfo e beffa, Nives diede ordine a due cavalieri di prendere sua zia per scortarla via.

-Non puoi fare questo!- si scansò lei, senza poter fare molto, indignata dall’aver perso così facilmente.

-Preferisci i sotterranei, zia?- chiese Nives con semplicità.

Berglind non obiettò oltre, anche se era paonazza, e sembrava sul punto di scoppiare.

Hansen non riusciva a credere che stesse finendo tutto così.

-E scortate il principe Hansen nei sotterranei- Nives diede poi ordine alle guardie di prendere anche lui.

Lui si fece afferrare senza opporre resistenza.

-Vuoi davvero farla finire così? Saremmo potuti essere una splendida coppia, principessa- provò a dire, a voce bassa, mentre le guardie si avvicinavano alla ragazza per raggiungere la porta.

-Non saremmo mai stati una coppia, principe Hansen. E io non vi avrei mai consegnato la lastra, anche se ci fossimo sposati- lo informò Nives, guardandolo dall’alto in basso, a braccia incrociate.

-Che ingrata. Io ti salvo la vita, e tu mi ripaghi così?- sibilò Hansen, ormai fermo davanti a Nives, immobilizzato dalle guardie ma con uno sguardo di fuoco.

-Non mi avete mai salvato la vita! Me l’avete solo messa in pericolo- Nives scosse la testa, e gli diede le spalle, decisa a non dargli più attenzione. Non la meritava.

Era finita, per lei.

-Ah, è così?- 

Neil si rese conto di ciò che stava per succedere un secondo troppo tardi, ed era troppo lontano per fare qualsiasi cosa.

Hansen si scansò violentemente dalla presa delle guardie, rubò una spada da una di loro, e si gettò su Nives con occhi spiritati e intento malefico, pronto a ucciderla per fare ciò di cui era stato appena accusato.

Se non avesse avuto lui, la principessa, non l’avrebbe avuta nessuno.

E dopotutto non aveva più niente da perdere.

Ma non riuscì neanche ad avvicinarsi, perché Gunnar era già intervenuto, mettendosi a protezione e disarmando il principe con una facilità davvero incredibile, prima di immobilizzarlo a terra.

Era umano da poco, ma il suo istinto e i suoi riflessi erano impeccabili, anche in quella forma.

-Stai bene, Nives?- chiese, preoccupato, sollevando lo sguardo verso la principessa, che era indietreggiata, scossa. La preoccupazione gli aveva fatto dimenticare ogni formalità, e si rivolse a lei da amico, da Gunnar, con lo stesso sguardo che le aveva rivolto ogni volta che l’aveva protetta da un qualsiasi pericolo.

-Io… sì. Tu stai bene?- chiese lei, preoccupata a sua volta, avvicinandosi nonostante il pericolo per accertarsi delle condizioni dell’uomo. L’istinto era troppo forte da combattere.

Gunnar sorrise, rassicurato.

-Sì, nessun graffio- la calmò, facendola sorridere rassicurata a sua volta.

Neil avrebbe voluto urlare loro di trovarsi una stanza, ma era ancora scosso per l’attentato alla vita della sua migliore amica, anche se non era mai stata veramente in pericolo.

-Portatelo via- Nives ordinò alle guardie, che ripresero Hansen, tenendolo più stretto, e lo trascinarono fuori dalla stanza, tra le sue imprecazioni e lamentele sul fatto che era quella una minaccia vera, e che Nives era troppo sensibile.

Gunnar si rimise in piedi, e si avvicinò a Nives, per accertarsi più attentamente delle sue condizioni.

-Posso fare qualcosa per voi?- si offrì, tornando formale, e mantenendo comunque le distanze per non spaventarla inavvertitamente.

Che cavaliere!

Nives scosse la testa.

-Più di quanto abbiate già fatto? Mi avete salvato la vita. Non so cosa avrei fatto se non fosse stato per voi- lo ringraziò, guardandolo nei occhi con affetto.

Neil voleva nuovamente ripetere loro di prendersi una stanza, perché si stavano praticamente sbavando addosso, e lui era single e triste al riguardo, ma decise di provocarli un po’.

-Principessa Nives, scusate se mi intrometto, ma una legge di Arcandida non impone di concedere un desiderio alla persona che salva la vita della principessa?- chiese, innocentemente, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Gunnar.

-Non desidero niente! Non chiederei niente alla principessa. Era mio dovere intervenire- obiettò immediatamente, per niente intenzionato ad approfittarsi di quella stupida legge. Era il suo lavoro proteggere Nives, e anche se non lo fosse stato, lui non avrebbe mai chiesto niente per difendere qualcuno. Era una brava persona.

-No, Neil ha ragione. Desiderate qualcosa, cavaliere misterioso?- Nives, sorprendentemente, non sembrava affatto offesa dalla proposta di Neil, anzi, guardava Gunnar con occhi brillanti.

-Ricordiamo che Hansen aveva chiesto di sposare la principessa- aggiunse Neil.

-Sposarla?- ripeté Gunnar, in un sussurro arrossendo leggermente al pensiero. Sembrava che il pensiero lo terrorizzasse e affascinasse insieme.

Ma non avrebbe mai chiesto qualcosa di così egoista, Neil lo sapeva.

Anche se, a giudicare da come lo stava guardando Nives, probabilmente non le sarebbe dispiaciuto ricevere una proposta del genere da lui.

Neil non l’aveva mai vista così, doveva ammetterlo.

Aveva le guance rosse, gli occhi brillanti, e fissava Gunnar con un affetto che non gli aveva mai riservato quando era un lupo.

Era come se qualcosa dentro di lei si fosse sbloccato.

Gunnar fece un profondo sospiro, e si inginocchiò davanti a Nives.

-Il mio desiderio è semplice, principessa: desidero che sposiate la persona che amate, senza essere costretta a prendere in marito se non volete. Dovete essere voi a scegliere con chi passare il resto della vostra vita- desiderò, in tono solenne.

Wow, persino Neil iniziava ad innamorarsi di lui.

Era proprio figo!

Nives fortunella!

Infatti la principessa era arrossita ulteriormente, e fissava Gunnar davvero colpita dal suo desiderio.

-La persona che amo?- chiese, sorridendo con affetto, e facendo cenno a Gunnar di alzarsi.

Neil ormai era quasi convinto che Nives lo avesse riconosciuto, e assisteva la scena sentendosi un terzo incomodo, ma davvero felice di vedere la sua migliore amica che si rendeva conto dell’amore che provava per il suo lupetto, che era passato dall’essere platonico ad essere romantico una volta che aveva finalmente capito chi era veramente il suo fedele compagno e amico ed era riuscita ad interagire con lui da umano a umana.

Neil cercò di non pensare che di lì a poche ore sarebbe tornato lupo. Prima o poi avrebbe dovuto cercare un modo di renderlo umano in via definitiva.

Ma al momento bastava che Nives fosse felice e innamorata.

-Vedervi felice è l’unica cosa importante- affermò Gunnar, con sicurezza.

-Oh, Gunn…- Nives stava sicuramente per fare un discorso molto accorato, ma fu interrotta da Gunnar, che non aveva finito, e non si accorse che la ragazza stava parlando.

-Ovviamente se anche Neil è d’accordo- disse infatti, girandosi verso Neil, che non si aspettava di essere chiamato in causa.

-Neil?- chiese Nives, molto confusa.

-Io?- Neil si indicò, più confuso di lei.

Lui non aveva niente a che fare con quella storia, perché veniva interpellato?

-Non è Neil la persona di cui siete innamorata?- Gunnar sembrava confuso dalla loro confusione.

Neil e Nives si guardarono per qualche secondo, poi Nives si esibì in una espressione di puro disgusto, mentre Neil scoppiò a ridere.

-Assolutamente no!- esclamarono entrambi all’unisono, Nives scandalizzata, Neil davvero divertito dalla faccenda.

-È come una sorellina minore- spiegò Neil.

-È come un fratello irritante. E sanno tutti che Neil stravede per Samah da quando era piccolo- aggiunse Nives, guardandolo storto.

Neil cercò di non arrossire.

-Non c’è bisogno di rivelare queste cose, però- si lamentò, incrociando le braccia.

-Te lo meriti per non avermi messa al corrente del tuo piano- si lamentò Nives, fulminandolo con lo sguardo.

-C’era poco tempo, principessa- si difese lui, alzando le mani.

-Quindi voi non…- Gunnar era sconvolto -Chiedo scusa per aver presunto, non avrei dovuto. Il mio desiderio però resta- arrossì, imbarazzato.

Nives gli si avvicinò.

-Non essere così formale, Gunnar- gli chiese, con un grande sorriso, prendendogli una mano.

Gunnar sgranò gli occhi, sorpreso.

-Come…?-

-Pensavi che non avrei riconosciuto il mio migliore amico e fidato compagno? Non credevo fosse possibile, quando ti ho guardato negli occhi, ma ogni tuo gesto, ogni tua parola, ogni tuo sguardo era troppo perfetto per essere una semplice coincidenza. Ho sempre saputo che non eri come gli altri, Gunnar. E  sei tu l’uomo che amo- confessò i suoi sentimenti, guardandolo dritto negli occhi e accarezzandogli il viso con la mano libera.

-Ti amo anche io, NIves. Ti amo da sempre- per un attimo, gli occhi dell’uomo erano pieni di una gioia e un amore incontenibili.

Poi abbassò lo sguardo, e lasciò andare la mano di Nives, allontanandosi di un passo da lei.

-Non resterò uomo a lungo. La mia maledizione è troppo forte, e voi meritate di meglio. Un principe, o un nobile. Quantomeno qualcuno che resti sempre un essere umano- provò a suggerire, pessimista.

Nives gli prese nuovamente il volto tra le mani, costringendolo a guardarla, decisa.

-Il tuo desiderio era che sposassi chi amo, e io amo te. Non mi importa se tornerai ad essere un lupo. Troveremo un modo di spezzare la tua maledizione, qualsiasi essa sia. Non pensavo che mi sarei mai innamorata di qualcuno, ma la verità è che la persona perfetta per me è sempre stata davanti ai miei occhi. Dovevo solo riconoscerla. Pensavo di essere impazzita, perché ogni parola che scambiavo con te mi faceva battere il cuore in modi che non credevo possibili. Pensavo fosse un colpo di fulmine, anche se non ci ho mai creduto. Ma è qualcosa di molto più profondo. È l’evoluzione di qualcosa che è sempre stato nascosto dentro di me- Nives abbracciò Gunnar, che la strinse a sé, incapace di realizzare del tutto che la persona che amava lo amasse a sua volta.

Chiuse gli occhi, con un enorme sorriso.

-Ti ho amato ogni istante della mia vita, Nives. E sarò sempre al tuo fianco- le promise, con le lacrime agli occhi.

Neil osservò la coppia con un sorriso intenerito, ma anche con un certo turbamento.

Avrebbe voluto riuscire a rendere permanente l’umanità di Gunnar, ma solo con la stessa magia che aveva lanciato la maledizione, essa poteva essere scolta.

E Neil non credeva che la sua magia potesse essere abbastanza forte.

E poi non avrebbe dovuto usare la magia, in ogni caso, giusto?

Eppure la magia aveva fatto unire due persone che si amavano.

Nives e Gunnar, sciolto l’abbraccio, si guardavano con amore e gioia.

Come poteva una cosa innatamente malvagia portare un risultato così bello?

Forse la magia non era necessariamente cattiva.

Poteva rivelarsi utile.

Neil doveva solo stare attento a non abusarne.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Wow! Wow! Fuochi d’artificio e bombe a orologeria!

Che capitolo scoppiettante!

Una cosa che mi ha sempre dato fastidio del primo libro della saga, che è uno dei miei preferiti in generale, è che non vediamo minimamente Nives e Gunnar interagire entrambi umani prima di sposarsi.

E in generale li vediamo interagire pochissimo da entrambi umani nella prima saga, e solo nel sesto libro, per pochissimo tempo.

Quindi ho rimediato trasformando Gunnar in umano prima del solito, e facendoli interagire al ballo.

Devo dire che ho amato la loro interazione, con Nives che non lo riconosce subito ma sente la familiarità, e Gunnar che finalmente riesce a parlarle e pensa che sia troppo bello per essere vero. Il loro ballo è troppo stupendo, e anche la parentesi con Thina.

In generale ho amato scrivere le loro interazioni, sono la mia seconda coppia preferita della saga (primo posto Neil/Samah).

Hansen è stato sconfitto, Berglind reclusa, Nives ha preso le cose in mano e il matrimonio è finalmente saltato.

Chissà se Gunnar tornerà ad essere un lupo, o se magari qualcosa di misterioso farò in modo che resti umano, così da poter sposare Nives.

Nel prossimo capitolo si risponderà alle ultime domande lasciate in sospeso nel regno dei ghiacci, e si passerà al regno dei corall

   
 
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