Nelle Light Novel i membri fondatori della compagnia CH sono Hodgins - ovviamente - Benedict, Violet e Cattleya. Tolta Violet, non si sa bene l'ordine in cui Claudia li ha conosciuti, però. Quello che si sa è che nello stesso periodo in cui Hodgins si prendeva cura di Violet viaggiava anche in vari paesi, nazioni e continenti, dove ha avuto modo di incontrare Benedict e, presumibilmente, Cattleya.
Come detto nel capitolo precedente, Hodgins ha salvato Benedict e l'ha portato con sè. Non si sa bene come abbia incontrato Cattleya ma, quello che è certo, è che lei è scappata di casa (non andava minimamente d'accordo con la famiglia) e che per un certo periodo ha vissuto da sola - molto probabilemente lavorando come pugile, ma questa è una mia ipotesi. Prima che venisse presa sotto ''l'ala protettiva'' dell'uomo, diventando una bambola dei ricordi automatici.
Come già detto, la versione originale di Cattleya è molto più infantile della versione animata, ma ha anche una parte notevolmente più adulta di Violet. Dopotutto, ha qualche anno più di lei e una conoscenza maggiore dei sentimenti suoi e delle altre persone. Nutre un profondo debole per il presidente anche se è del tutto consapevole che non la guarderà mai nel modo in cui lei desidera. Infatti, come rivelato nelle Light, anche se Hodgins è un uomo estremamente civettuolo e con un grande amore per il flirt e le relazioni, oltre che per le donne (infatti esce spesso e volentieri, per poi venir sgridato dalla sua segretaria Lux), non andrà mai a causare problemi all'interno della sua azienda; inoltre, viene detto anche che sembra aspettare una donna predestinata a lui, che molto probabilmente non arriverà mai.
La versione animata di Hodgins è piuttosto simile a quella originale, anche se meno interessante.
Piccole curiosità:
→ All'interno delle light, Gilbert affiderà Violet a lui, facendogli promettere di nascondere il fatto che fosse vivo, spingendola quindi a credere nella sua morte - cosa che, per altro, non accadrà mai (Violet è piuttosto testarda). Per questo Claudia si sentirà incolpa, tanto da chiudere ogni rapporto con Gilbert sino a quando non si fosse deciso a ritornare nella sua vita, in quanto con le sue azioni - a fin di bene - la stava facendo soffrire, non considerando anche i suoi sentimenti nel prendere una simile decisione. Infatti, secondo Hodgins, probabilmente lei era più vivace nei campi di battaglia, perchè poteva stare insieme a lui.
→ Hodgins insegnerà a Violet a scrivere durante il suo periodo passato in ospedale, in quanto lei voleva poter scrivere lettere al suo Maggiore.
→ Violet, una volta dimessa e in grado di utilizzare le proprie protesi, verrà accompagnata da Hodgins dalla sua famiglia adottiva, gli Evergarden, i quali avevano perso il figlio in guerra. La famiglia è legata a quella di Gilbert.
→ Qualche mese più tardi, Hodgins tornerà di corsa da un suo viaggio d'affari, andando a far visita alla famiglia. La madre adottiva di lei, la signora Tiffany, racconterà all'uomo le sue preoccupazioni sulla giovane, sostenendo di non poter sostituire Gilbert. Quella stessa sera lui le dirà della morte di Gilbert in guerra. Sarà la seconda volta che Violet verserà delle lacrime.
Detto ciò, buona lettura!
Perché nessuno mi capisce?
Era un pensiero intrusivo il suo, che vagava per la sua testa da troppo tempo. Prima ancora della sua ultima furente lite con sua madre, prima ancora che decidesse di prendere le distanze dai suoi fratelli e da suo padre. Prima che tutto si sgretolasse sotto ai suoi stessi occhi.
Perché non mi capiscono?
Con quella frase a vagare per la testa come un disco rotto, sistemò in fretta alcuni abiti in una sacca, uscendo poco più tardi dalla casa in cui era cresciuta, con l'intenzione di non metterci mai più piede.
Mettendo un punto a ogni suo legame.
* * *
La giovane donna sbuffò, smorzando la tensione che aveva accumulato dinanzi a quell'uomo – incontrato qualche ora prima – che, al pari dei suoi genitori, non aveva la minima intenzione di darle il credito che meritava.
Si lasciò scivolare contro il muro alle sue spalle, attirando le gambe contro al petto, come per proteggersi da tutto quello che poteva causarle problemi o ferirla.
“Avrebbe potuto almeno darmi una possibilità...” borbottò, nascondendo metà del suo viso dietro alle cosce, tentando di non lasciarsi trasportare da quel groviglio di sentimenti che iniziavano a prendere vita dentro al suo petto, stringendole il cuore in una morsa.
Senza che se ne rendesse realmente conto una prima, rapida lacrima percorse la sua guancia arrossata, lasciandola senza parole. In un battito di ciglia molte altre la seguirono, implacabili, mentre la giovane si mordicchiava il labbro come a obbligarsi di smettere.
«Una simile bellezza non dovrebbe versare così tante lacrime».
Sentendo una voce straniera alzò il capo, puntando le sue gemme d'ametista su quell'uomo in piedi, a pochi passi da lei, che la osservava incuriosito e, a tratti, dispiaciuto. Sorprendendola, si avvicinò a lei, inginocchiandosi per essere alla medesima altezza, portando la mano al suo viso; le tolse delicatamente le lacrime con il dorso dell'indice e del medio, rivolgendole un caldo sorriso.
«Come ti chiami?»
«Cattleya» rispose lei, totalmente rapita da quell'uomo che le aveva riservato un gesto così fine. «Cattleya Baudelaire».
«Io sono Hodgins. È un piacere conoscerti».
* * *
Da quel loro primo incontro erano trascorsi alcuni giorni in cui, tra una conversazione e l'altra, avevano imparato a conoscersi.
La giovane era rimasta totalmente ammaliata e rapita da quell'uomo, desiderando inconsciamente di passare quanto più tempo possibile in sua presenza e compagnia.
Mi chiedo se questo sia amore, pensò lei, assaporando sognante la colazione che le aveva lasciato sul tavolino della stanza dell'hotel in cui l'aveva accolta dopo il loro primo incontro.
«Se non hai un luogo dove andare, puoi venire con me, Cattleya».
«Sto in un hotel poco lontano da qua. Puoi prendere la mia stanza e riscaldarti.
Domani potremmo parlare del resto... ho una proposta per te, spero davvero che ti possa interessare.»
L'indomani, poi, le aveva effettivamente raccontato dei suoi sogni e delle sue iniziative per il futuro, dell'azienda che stava cercando di aprire e dei futuri dipendenti che stava trovando e reclutando sparsi tra i continenti.
«Unisciti a me», le aveva detto.
Quando Cattleya aveva visto l'espressione che Hodgins le rivolgeva, i suoi occhi e la sua postura inclinata verso di lei, le era stato impossibile rifiutare.
«Ti seguirò ovunque» aveva risposto, emozionata, prendendo la sua mano tra le sue, senza pensarci. Un gesto normale, famigliare.
Una sensazione che non aveva mai provato prese presto possesso del suo cuore; una tranquillità e un senso di protezione che non era stata in grado di provare nemmeno con la sua famiglia. Era questa la sensazione che le concedeva di provare Claudia Hodgins.