Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Vavi_14    16/12/2023    3 recensioni
Serie slegata di missing moments rubati ad un tempo in cui la vita, per i due fratelli, era quanto di più vicino un Winchester potesse associare al concetto di normalità. O forse no.
I. «Oh no, Sam… nonono, che hai combinato».Due minuti. Centoventi secondi di disattenzione e il disastro era stato compiuto.
II. I vestiti li avevano scelti assieme la sera prima, quindi, si chiede innocentemente Dean, cosa diamine sarebbe potuto andare storto?
V.«Mi stavi bloccando la circolazione del sangue» sussurra mesto guardando Dean di traverso, mentre John gira la chiave per mettere in moto l’auto. Dean fa una smorfia. «Hai sette anni, che ne sai di come circola il sangue?»
VI. La parte razionale di Sam, quella che ogni tanto – per cause di forza maggiore - si dimentica di avere solo dieci anni, sa che dovrebbe proprio stare zitto, ma diamine: un pomeriggio di baseball con Bobby? E quando mai gli sarebbe ricapitata una simile occasione!
VI.«Questo cosa sarebbe?» Sam non fa neanche in tempo a lasciar cadere il proprio zaino a terra, perché la domanda lo pietrifica sull’uscio della camera.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
IV.




«Sto uscendo!»

Una dichiarazione che segna la prima giornata veramente libera dopo tanto tempo. Niente gite improvvise a bordo dell’Impala, niente questioni di vita o di morte appese sul filo delle sue ricerche col portatile o su quello della lama di Dean; solo un normalissimo pomeriggio di studio con alcuni compagni del corso di storia, una lunga e tranquilla traversata in autobus e l’odore delle pagine dei libri su per le narici fino a quando la stanchezza gli fosse lacrimata giù dagli occhi, assieme alla noia. Due emozioni stranamente piacevoli, quasi agognate e benvenute: quelle della vita di un liceale qualsiasi. Per un attimo Sam è tentato dal portare con sé anche la tracolla col computer, poi si allunga di poco e la ripone su una mensola – lontana da ogni indesiderata tentazione - afferra il cappotto e fa per varcare la soglia, ma un richiamo del fratello stronca tutto il suo desiderio di svignarsela il prima possibile. Non che gli dispiaccia stare con Dean, ma non avrebbe permesso che il programma fosse saltato: era la sua unica, stupida e monotona giornata di studio e, fosse anche cascato l’intero Paradiso giù dal cielo, lui ci sarebbe andato. Quindi, prima metteva piede fuori da quel motel, più possibilità aveva di evitare ostacoli sul cammino. Suo fratello, però, sembrava pensarla diversamente.
«Vieni qui».
«Dean – esordisce, con tutta la calma del mondo – sono in ritardo per-»
«Allora sbrigati».
Sta per dirgli di no. Sta per ribadirgli che sarebbe dovuto già uscire e che qualsiasi cosa sia, può anche rimandare a più tardi. Invece si lascia sfuggire un sospiro, uno solo, e raggiunge l’altro al tavolino del soggiorno. Sente qualcosa crescergli dentro, un’ansia poco piacevole, ma cerca di metterla subito a tacere. Avrebbe trascorso il pomeriggio sui libri, si ripete febbrilmente come un mantra, a qualunque dannatissimo costo. Non avrebbe ceduto a nessun tipo di richiesta, supplica o ricatto. Non questa volta.
«Sei più alto di me».
Dean si è alzato e lo sta squadrando da sotto in su con fare risentito.
Sam prova a riprendersi dal flusso di pensieri cercando una replica sensata, ma il tentativo fallisce: cosa avrebbe dovuto rispondere, esattamente? Non era nemmeno una domanda.
«Da quando sei più alto di me?»
Il minore serra le labbra e le riapre, stavolta intenzionato a dire qualcosa. Purtroppo tutto ciò che riesce ad ottenere è un allibito: «Che?»
«Mi hai sentito».
Sam è certo di avere un’espressione sconcertata spiaccicata sul volto. Quindi suo fratello non aveva un caso da sottoporgli? Non c’era nessuna persona in pericolo di vita che lo avrebbe fatto sentire un perfetto schifo dopo appena cinque minuti di studio, ma che andava dicendo, dopo massimo dieci passi lontano da casa, costringendolo a dare buca con una scusa idiota per correre ad aiutare Dean? Insomma, gli aveva intimato di avvicinarsi come se dovesse parlargli di una questione mortalmente delicata e poi si era semplicemente lamentato per i due centimetri di vantaggio che aveva perso nell’ultimo anno.
«Io... ma che ne so» sbotta alla fine, quasi esasperato da quanto la realtà cozzasse così violentemente con i film mentali che si era fatto, ma in verità è sollevato che sia solo un’altra assurda paturnia di suo fratello. Anzi, ora che ci pensa, ne è quasi divertito. «È un problema?» decide quindi di rincarare, ostentando finta indifferenza.
«Certo che è un problema!»
Ovviamente, suo fratello era finito dritto dritto nella provocazione. Come sempre. «Sono il maggiore, dovrei essere io il più alto».
Questa poi. Chissà perché “essere il maggiore” rappresentava il motivo, la giustificazione, l’alibi e infine il deterrente perfetto applicabile a qualunque tipo di situazione. Sam si era sempre chiesto se, in fondo, non fosse possibile adattare la stessa versatilità all’essere il minore. Rimuginandoci un po' su, ne avrebbe probabilmente tirato fuori una scusa altrettanto flessibile e funzionante.
«Che logica incontrovertibile» commenta ironico, ma l’altro non demorde.
«Stai crescendo troppo».
Dean fa un passo indietro, come se la stazza di Sam fosse aumentata ancora e lo stesse destabilizzando.
Il minore non riesce a fare a meno di sorridere. «Ok». Affermativo. Meglio assecondare.
«Dico davvero. Mangi solo cibo verde, come diamine è possibile?»
Sammy alza le spalle, le fossette ancora bene in vista. Non era vero, la gamma di colori nel suo piano nutrizionale appariva piuttosto variegata, ma sarebbe stato inutile affrontare quel discorso. «Forse è proprio perché mangio solo cibo verde?»
Dean si blocca, considerando seriamente quell’ipotesi per un nanosecondo, poi sventola la mano, come per spazzarla via da sé.
«Vuoi che faccia qualcosa in proposito? Non so, parlare con uno specialista della crescita?»
«Ah, sparisci» lo liquida a quel punto Dean dandogli una spintarella e Sammy sorride soddisfatto per aver avuto la meglio. Aveva sempre la risposta pronta ed era certo che Dean, ora, si sentisse un perfetto idiota ad aver sollevato la questione. Quando abbassa la maniglia della porta, il minore ha ancora un ghigno divertito sul volto.
«Ti vengo a prendere, stronzetto?»
Una normale persona, dall’esterno, avrebbe forse pensato che Sam non se lo meritasse un fratello così. Dopotutto stava per piantarlo in asso in favore di un gruppo di studio, e ciononostante, Dean gli aveva comunque offerto un’alternativa allettante per il ritorno.
«Dean…ehm…»
«No, certo che no. Torni da solo. Dimenticavo l’età della vergogna».
«L’età di che?»
«Vattene, dai».
Sam evita appena in tempo un cuscino rigido e polveroso che suo fratello gli ha scagliato contro sperando di centrare il bersaglio.
«Passo da Biggerson’s, al ritorno?»
Con l’uscio mezzo chiuso – misure di sicurezza anti lancio – Sam non può affermarlo con certezza, eppure giurerebbe che anche Dean, ora, stia sorridendo.
«Per me il solito. Ricordati la crostata. E niente insalate sul mio tavolo».
Il minore alza le spalle. «Hanno l’hamburger vegetale».
«Roba demoniaca, ci scommetto».
«Ne prendo due. Contiene ottimi nutrienti che favoriscono la crescita».
«Razza di -»
Ma l’insulto si perde nel tonfo della porta sbattuta.






 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Vavi_14