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Autore: Swan Song    18/12/2023    8 recensioni
Il vecchio Edmund Windsor ha invitato amici e parenti per festeggiare il suo centesimo compleanno al Windsor Chalet, una baita isolata tra le montagne.
In un giallo che si rispetti, tale riunione non può presagire nulla di buono.
Intrighi, segreti sepolti ed oscuri colpi di scena saranno dietro l'angolo: prepararsi ad immergersi in un'atmosfera misteriosa, dove la montagna nasconde più di quanto si possa immaginare.
Genere: Comico, Mistero, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'THE 1950s'
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Quarto Atto






Aspen era sempre stata la numero uno tra le cittadine montane a festeggiare il Natale come si deve.
I bambini si divertivano sulla pista di pattinaggio, le famiglie consumavano lauti pranzi che finivano alle quattro di pomeriggio, i più pazzi ed avventurieri si dirigevano alla pista da sci come se fosse un qualunque giorno anziché il venticinque di dicembre.
Ma allo chalet degli Windsor il clima era differente. E allora Odette giunse alla conclusione che avrebbe preferito sorbirsi le critiche per il suo matrimonio con Price, piuttosto che essere accusata di omicidio. Duplice, per la precisione.
«Cosa stai insinuando, Adam?! Abbiamo appurato che nessuno di noi può essere l’assassino!»
«Questo prima di trovare la seconda sorpresa!» tuonò lui indicando il cadavere di Maggie «Che hai fatto questa notte, eh? Mentre noi dormivamo? E non provare a tirare in ballo tuo marito, è ovvio che dirà di essere stato con te!»
«Perché è stato con me, imbecille!»
«Fratello, non oserai accusare mia figlia!» intervenne Liam, come una iena «Suo marito, piuttosto...»
«Ah, rieccoci!» si lamentò Price, alzando gli occhi al cielo «Non ho intenzione di ascoltarla oltre, caro suocero.»
«Comunque, siamo tutti nuovamente sospettati!» aggiunse Adam «Questo volevo dire!»
«Il signor Windsor ha ragione.» disse Steve incrociando le braccia al petto «Avete un alibi per il primo omicidio, nonostante possiate esserne i mandanti, ma non per questa notte.»
«E lei, allora? Stessa cosa.»
«Mia figlia può testimoniare, ed io posso testimoniare per lei, abbiamo le camere comunicanti.»
«Cosa vuol dire? Se uno dorme, dorme. Lei potrebbe non aver sentito sua figlia sgattaiolare fuori dalla propria camera, né potrebbe averla sentita rientrare!»
Susan rise a quell’accusa di Adam «Oh certo, perché io ho un vero interesse nell’ammazzare un vecchio riccone che non avevo mai visto prima di ieri e una sua cameriera! Wow.»
«Lei legge tanto i gialli. Sappia che anche l’investigatore, o chi si improvvisa tale, può essere l’assassino!»
«No, invece no.» lo corresse la ragazza «E poi, non avrebbe molto senso fare le indagini, se fossi stata io, non crede?»
«Certo che lo avrebbe! Depisterebbe le indagini, sballerebbe tutto apposta, si inventerebbe orari che non corrispondono alla realtà!»
«Signor Windsor...» disse in tutta tranquillità Susan «Le due vittime sono morte tra le cinque e le sei, uno di sera e l’altra di mattina. Non mi sto inventando nulla. Aspettiamo il medico legale per…»
Dalla porta si palesò Roger, il quale li guardò mortificato: «Signori...ecco...»
«Sta per dire che tutto è ancora bloccato e che la polizia non ci raggiungerà neppure oggi.» sospirò Nathan, scommettendoci tutta la sua fortuna.
«E’ proprio così, signorino. La bufera non accenna a smettere. Billy si è rimesso a spalare, nella speranza di creare almeno un percorso qui fuori. Ma non si può né scendere né salire. Mi dispiace.»
«Come stiamo a provviste?» domandò Harper.
«Ce ne sono a sufficienza per tutti per almeno quindici giorni.» tranquillizzò il maggiordomo «Il signor Windsor amava fare le cose in grande, lo sapete.»
«Grazie a Dio!»
«Ho un’idea. Contattiamo la polizia per telefono. Parlerò con il medico legale e cercherò di seguire le sue istruzioni.» propose Susan «E’ sempre meglio di niente, nonostante non sia dal vivo. Speriamo di capirci.»
«Desolato, signorina, ma le linee telefoniche sono interrotte.» disse ancora Roger.
«Ma tu guarda, abbiamo tante sorprese, questa mattina.» controbatté Chuck, scuotendo la testa in disapprovazione.
Gli Sheppard si scambiarono uno sguardo, poi lo puntarono sul maggiore Price «Per colpa della neve?» domandò quest’ultimo.
«Sì. Me ne sono accorto quando mi sono recato alla reception, alle sei circa. Ho provato a mettermi in contatto con il mondo esterno per delle novità. Sono riuscito a sentire l’ispettore, che mi ha detto che è ancora tutto bloccato, poi la linea si è interrotta.»
«Dannazione.» imprecò Steve, spalmandosi una mano sulla fronte «Alle sei, hai detto?»
«Sì, signore.»
«Ancora una volta per un pelo.» disse Sheppard «Dalle cinque alle sei.»
«Se non è fatto apposta, crederò ufficialmente nel destino.» ironizzò sua figlia «Ho controllato le due armi del delitto, a proposito, non ci sono impronte. In nessuna delle due.»
«Chissà perché lo immaginavo.» la schernì Adam.
«Lei che fa tanto il furbo e attacca tutti, se non sbaglio è in camera da solo...»
«Che cosa vuole insinuare?!»
«Supponiamo che la teoria su cosa dovesse comunicare il vecchio Edmund al compleanno sia vera. Ad ereditare l’hotel sarebbe suo fratello maggiore Liam. E’ per caso geloso?»
«Questa si chiama “follia”!»
Susan lo guardò dritto negli occhi, facendo divertire Chuck, che la guardò con ammirazione «Questo si chiama “movente”.» corresse.
Indignato, Adam la indicò «Fate tacere questa ragazzina!»
Ma tutti restarono in silenzio.
«Cosa?» disse l’uomo, allibito e sudato «Non penserete che...»
«Ha ragione. Vuoi l’hotel tutto per te, Adam?» lo accusò Harper «Potresti portarci le tue innumerevoli fidanzate e pavoneggiarti di essere il proprietario del famoso Windsor Chalet!»
«Questo è assurdo. Non voglio l’hotel! Inoltre, vedete una ragazza al mio fianco, quest’anno?»
«Strano tu ti sia risparmiato. Ne hai portata una ogni anno. Magari quest’anno ti sarebbe stata tra i piedi mentre attuavi un certo delitto, ecco perché non l’hai portata.» accusò Liam.
«Ed ecco perché io odio tutti voi!» tuonò il libertino «Siete solo un branco di bastardi, egocentrici, egoisti...»
«Basta.» disse Steve portando le mani dietro la schiena «Basta così. Ci sono stati due omicidi in poche ore, tutti e due riconducibili allo stesso assassino. Questa follia deve cessare. Ecco cosa accadrà. Dopo colazione, mi seguirete in una sala a parte che Roger mi indicherà, una sala adatta agli interrogatori.»
Roger fu lieto di aiutare «C’è la piccola biblioteca, un ambiente comodo, caldo e...»
«Andrà benissimo.»
«Lei è pazzo! Non è un detective, Sheppard!» strillò ancora Adam.
«Ma sono il più distaccato dalla faccenda, e con me mia figlia. Pertanto, sono l’unico che può fare luce su questo mistero che, ne sono ormai convinto, ruota tutto intorno all’eredità di Edmund.»
Chuck non aveva paura di essere interrogato, piuttosto di dover nuovamente…
«Non c’è da spostare anche questo cadavere nella stanza dei prosciutti, vero?»
Conosceva già la risposta.

Le pareti della biblioteca erano rivestite in legno rustico, con un camino ardente che riscaldava l’ambiente, già di suo caldo ed invitante.
C’erano scaffali pieni di libri, che sfoggiavano titoli classici, opere di narrativa natalizia e storie ambientate nelle fredde foreste innevate.
Un grande divano era posizionato proprio di fronte al camino; una coperta morbida ed invitante era accatastata su uno dei braccioli. Alcuni cuscini lo adornavano, offrendo un comodo sostegno per la lettura.
Una piccola scrivania era posta vicino alla finestra, che mostrava una splendida vista sulla distesa bianca della neve e sulle maestose montagne circostanti.
Era il luogo perfetto per coloro che amavano scrivere o disegnare, lasciandosi ispirare dalla bellezza del paesaggio invernale.
Ma quel giorno, quella mattina di Natale, la biblioteca aveva un altro, preciso scopo.
Susan estrasse il suo prezioso taccuino dalla tasca dei pantaloni, mentre Steve – come al solito – andava a memoria.
«Signora Evelyn, grazie per essere qui ed aver accettato l’interrogatorio, sebbene, non essendo io detective, non abbia alcuna valenza legale.»
La novantenne alzò un sopracciglio nel ricambiare lo sguardo di Sheppard «Avevo altra scelta, forse? E poi, se anche fosse legale, non m’importerebbe.» spostò lo sguardo sul fuoco scoppiettante «Non ho niente da nascondere, quindi procediamo.»
«Bene.» Steve si schiarì la gola «Può dirmi come lei ed Edmund vi siete conosciuti?»
Evelyn, persa nei ricordi e nel fascino delle fiamme che danzavano dentro il camino, sorrise «E’ stato tanto, tanto tempo fa. Eravamo entrambi così giovani...io soprattutto. Grandi sciatori tutti e due. E’ sulle piste da sci che ci siamo incontrati...io sono caduta, lui è venuto a soccorrermi. Una cosa tira l’altra, e dopo qualche ora eravamo già a bere qualcosa di caldo insieme. All’epoca lui era diverso...meno cinico, meno crudele. Per questo, dentro di me ero sempre combattuta: lo odiavo, ma, allo stesso tempo, non potevo non amarlo.»
Quella storia mise talmente tanta nostalgia agli Sheppard, che non sospettarono neppure un secondo che la signora stesse mentendo.
«Ha un’ottima memoria!» constatò Susan.
Evelyn le sorrise «Non è vero. Faccio fatica a ricordare gli avvenimenti più recenti, quale pasticcino ho preso ieri sera, ma ricordo alla perfezione quelli di anni ed anni fa.»
«Meglio per noi.» Steve le sorrise di rimando «Quando ha conosciuto Edmund, lui era ancora un maggiore, vero? Come Price.»
«Sì. E’ diventato proprietario dell’hotel dopo parecchi anni di matrimonio. Ci siamo sposati giovani.»
«Lei sostiene di non aver mai voluto diventare sua socia.» aggiunse Susan, prendendo appunti.
«E’ vero, e credo che dal mio atteggiamento si capisca. Mi piace viaggiare, non voglio grane di amministrazione.»
«Veniamo a questo punto. I viaggi.» disse Steve «Non vedeva Edmund da mesi, corretto?»
«Corretto. Come ho detto, odio e amore. Ultimamente c’eravamo un po’ separati...ma come biasimarci? Dopo anni ed anni di matrimonio, si stuferebbe anche il più santo.»
Gli Sheppard sorrisero. Magari Evelyn era l’assassina o la mandante, ma aveva una splendida personalità.
«Se pensate che a novant’anni suonati io riesca ad elaborare un delitto, siete i più folli che abbia mai incontrato.»
No, non lo pensavano, ma volevano conoscere la storia dei due grandi Windsor.
«Ha dormito tutta la notte, signora Windsor?» chiese Susan.
Ella ricambiò con una smorfia «Assolutamente no! A novant’anni, tzè. Mi capita di fare sonnellini durante il giorno, ecco perché la notte non la faccio mai filata.»
«E che cos’ha fatto?»
«Mi sono messa a fare l’uncinetto, piazzata davanti alla finestra. Adoro vedere la neve cadere. A discapito di quello che pensano tutti, non è un pericolo. È favolosa. Le farei funzionare io, quelle funivie, se solo non avessi bisogno del bastone da appoggio!»
Gli Sheppard sorrisero «E’ una vera avventuriera!»
«Puoi dirlo forte, giovanotto.»
«E non ha sentito nulla? Tra le cinque e le sei?» chiese Susan.
«Ovvio che no. Era proprio l’ora in cui mi sono addormentata! Poi mi sono svegliata alle sette, all’urlo della segretaria.»
Quella sì che era una vera sfortuna.
«In ogni caso, non vedo come una novantenne potrebbe spaccare i crani della gente con posaceneri e pezzi di legna.»
Steve e Susan si scambiarono uno sguardo complice «D’accordo, può andare a riposare, se vuole. Ci può chiamare i suoi tre figli, per favore? E’ importante che ci siano tutti e tre.»
Evelyn corrugò la fronte «A tempo? Perché a tempo?»
Steve sorrise a denti stretti «Mia figlia dice che nei gialli fanno così, che è utile per vedere le reazioni di tutti alle accuse degli altri o mie.»
«Bè, allora...ve li chiamo.»
«Molto gentile, grazie.»

Liam Windsor fece per accendersi l’ennesima pipa, ma Steve Sheppard quella volta lo bloccò «Presti attenzione a me, prego.»
«Accidenti, lei è proprio un comandante.» bisbigliò Adam, anche se in realtà lo sentirono tutti. Dunque accavallò le gambe e portò le dita sopra un ginocchio, in attesa «Originale questa tattica di convocarci tutti e tre insieme.»
«Temo dovrà farsela andare bene, signor Windsor.» disse Susan in aiuto di suo padre, già pronta scrivere.
L’uomo focalizzò allora lo sguardo su di lei «Tanto lo so cosa state per dirmi. Ciò che è già uscito fuori in sala, prima. Che sono geloso di mio fratello e ho ucciso il vecchio perché, molto probabilmente, aveva deciso di passare la proprietà dell’hotel a lui, una volta morto.»
Susan non cambiò idea «Ed è così?»
«No, no, e per la miliardesima volta, no!» si difese Adam «Poi scusate, ma quale senso avrebbe? Sospetto che mio padre lasci l’hotel a Liam e lo ammazzo? Sarei un genio, così la proprietà passa subito a lui!»
Susan e Steve sospirarono, quest’ultimo rispose «Sfortunatamente, su questo punto ha ragione.»
Adam piegò il collo verso destra «Ha! Lieto di sentirvelo dire. Certo che ho ragione, comunque. E lei, signorina, se vuole essere davvero una brava detective, dovrebbe smetterla di andare a simpatie ed antipatie.»
«Ha ragione anche su questo.» considerò il marine.
«Papà!»
«E’ vero. Ti fai condizionare dal carattere dei sospettati, e non va bene. Devi essere esterna e distaccata da tutto.»
Susan si morse l’interno delle labbra «Lo so, me ne rendo conto.»
«Veniamo ad un argomento che non è stato ancora approfondito, signor Windsor.» proseguì Steve, sistemandosi meglio sul divano «La sua fama di libertino.»
Sorpreso, Adam chiese «Perché, cosa c’è da approfondire? Non è abbastanza ovvio?»
«Per esempio, perché sente la necessità di cambiare fidanzata come cambia la biancheria intima, preferibilmente al di sotto dei venticinque anni?»
Egli scosse le spalle «Seguo la moda del cinema.»
«Lei è un uomo molto avvenente, di sicuro porta da Dio i suoi sessant’anni suonati, questo non lo metto in dubbio. Capisco quindi perché le ragazze gli caschino ai piedi, anche se penso che il motivo principale sia il denaro. Sbaglio?»
A rispondere fu Harper «No, signor Sheppard, non sbaglia.»
Nessuno avrebbe negato la somiglianza tra Adam e Brad Pitt, se solo Brad Pitt fosse già nato.
«Bè? Questa che razza di accusa sarebbe?» disse Adam passandosi una mano nei capelli lisci e profumati «Non posso attirare a me le donne grazie ai miei soldi? Già che son nato ricco, ne approfitto...»
Susan e Steve lo guardarono con entrambe le sopracciglia alzate, completamente allibiti.
«La ruota della fortuna gira a suo favore, quest’oggi, signor Windsor.» disse il marine «Sembra che non gli si possa contestare davvero nulla.»
«Per forza, sono bravissimo a ribattere. Potevo fare l’avvocato.»
E invece aveva preferito la materia del “non fare un cacchio”.
«Perché non ha portato nessuna ragazza quest’anno?»
«Ho lasciato Catherine un mese fa...aveva appena compiuto venticinque anni. Voi capirete, per quanto le donne mi caschino ai piedi, un mese è davvero troppo poco...»
Sempre più allibiti.
«Agenti, possiamo finire questo strazio, per favore?» intervenne Liam «Questo idiota di mio fratello non sarebbe mai in grado di uccidere nessuno.» disse, squadrandolo come se fosse un mentecatto.
«Non siamo agenti.» rammentò Susan tra un sospiro e l’altro, ma naturalmente non venne ascoltata.
«Lei invece sì?»
Quella domanda di Steve, posta così a bruciapelo, fece rabbrividire Liam «Come?»
Susan sorrise, soddisfatta. Adorava essere una Sheppard, altro che Windsor!
«Poniamo che lei sia davvero l’eletto, il futuro proprietario dello chalet, secondo volontà di suo padre. Se prendiamo questo dettaglio dal punto di vista sottolineato da Adam, lei avrà desiderato con tutto se stesso la morte di suo padre, così da ereditare il prima possibile. Del resto, lui sembrava godere di ottima salute, avrebbe festeggiato sicuro i suoi cent’anni, non fosse stato assassinato...»
«Magari anche centouno.» disse Susan, torturando la penna con i denti «Ci scommetto.»
«Baggianate!» si indignò il primogenito «Come potete credere una cosa del genere?»
«Non credo, suppongo.» precisò Steve.
«Lei è un...»
«Argomenti. Coraggio. Non sarà così difficile, no? C’è riuscito perfino suo fratello.»
Adam lo sfidò con lo sguardo, contento di quel complimento.
Liam prese un ampio respiro. Aveva un disperato bisogno di fumo, stava andando in astinenza «Io non sapevo se davvero il vecchio voleva parlare del testamento a cena.»
«Supponiamolo.»
«D’accordo, d’accordo! Non nego che sarei stato felicissimo. Amo questo hotel, e l’idea di possederlo mi fa sentire potente, vivo! Lo ammetto, contenti?»
«E’ stato onesto.» riprese Steve, mentre Susan scriveva.
«Questo hotel è sempre appartenuto agli Windsor. La sua proprietà è stata tramandata di generazione in generazione. In quanto primogenito, certo che bramo questo hotel! E sa che le dico? Che spero vivamente sia così, e che in quel testamento ci sia il mio nome collegato a questo posto.»
Ci fu una pausa.
«Lo sa che questo è un movente? E bello grosso, anche. Edmund non moriva mai, e lei era stufo di festeggiare compleanni che sembravano infiniti! Ogni anno la stessa storia: desiderava ardentemente la luce in fondo al tunnel, ma questa non arrivava mai. L’ha consumata, è andato fuori di testa e ha pensato bene di mettere lei la parola Fine a questa storia!»
«No!» Liam ebbe uno scatto e si alzò improvvisamente «No!»
«Ha settant’anni, è stufo di aspettare. Deve desiderare di comandare questo chalet da quanto è nato.»
«Io...»
«Che cos’ha fatto questa notte, signor Windsor?» chiese Steve.
«Ho dormito tutta la notte come un ghiro.»
«Ne è sicuro?»
«Nessuno può testimoniare, ma non mi importa. Di certo non ero in sala tra le cinque e le sei.»
«Lei ha in mente cosa la cameriera Maggie avrebbe potuto sapere? Di sicuro qualcosa di importante, se l’è costato la vita.»
«Non ne ho idea.»
Ma Steve, esattamente come un bravo detective, non lo lasciava respirare un secondo, ponendo domande a raffica con il solo scopo di metterlo in difficoltà «A Maggie piaceva piazzarsi davanti la porta dello studio di suo padre. Magari ha origliato una conversazione scomoda...»
«Cosa ne so, ero con voi in funivia, quante volte devo dirvelo?!»
«Ma ha i soldi per assoldare un assassino. Ha lasciato che un terzo si occupasse di suo padre, mentre questa notte ha agito direttamente!»
«Questa è follia! E dove sarebbe questo terzo? Ancora qui? Deve nascondersi proprio bene.»
«Lei è nella situazione peggiore, per ora, signor Windsor.»
«E’ inaudito! Chi è lei per giudicare?!»
Steve sostenne perfettamente lo sguardo «Quello che dà la mano alla polizia, come dalla stessa richiesto.»
Le acque si calmarono per qualche secondo.
«Per ora è sufficiente. Signora Harper, passiamo a lei.»
Lei sorrise sorniona «Signor Sheppard...ci siamo conosciuti in funivia, non vorrà azzardare che...»
«Non le interessano gli affari dello chalet, proprio come sua madre. Corretto?»
«Facciamo un cinquanta e cinquanta. Non voglio grane, ma se il dovere dovesse chiamare...»
«Pensa che su quel testamento, nel punto dell’hotel, ci sia scritto il suo nome?»
«Io non penso niente, signor Sheppard. Spero, però, che mio padre mi abbia lasciato qualcosa, anche in contanti. Questo sì.»
«Maggie lavorava per suo padre da tanti anni...»
«E’ stata una delle prime, sì.»
«Ha idea di quale segreto potesse conoscere?»
«No, signor Sheppard. E, in tutta onestà, mio padre ne aveva così tanti, che non mi sorprendo nemmeno che una cameriera ne sia venuta a conoscenza.»
E, sempre in tutta onestà, Steve trovava Harper la più sensata di tutti, lì dentro.
Perciò si limitò a chiedere «Ha riposato tutta la notte?»
Harper si sporse verso di lui e gli sorrise «Come una bambina. Chieda a mio marito.»

«Ho il sonno leggero.» disse per l’appunto James «Ogni volta che mia moglie si alza per andare in bagno, io mi sveglio. Questa notte non si è mossa.» certificò.
«E lei?»
«Io? Mi sono messo a leggere.»
«Era sveglio tra le cinque e le sei?»
«Sì.»
Susan e Steve spalancarono gli occhi, non credendo alle proprie orecchie «Come?!»
«Sì, ero sveglio. Ma non ho sentito nulla, ve lo garantisco. Eccetto la bufera fuori.»
«Deve aver coperto la botta in testa.» considerò Susan «Lei ha la camera accanto a quella dei suoi figli, vero?»
«Sì, dall’altra parte della sala in linea d’aria.»
«Come pensavo. Se vieni sorpreso di spalle da un pezzo di legna, dubito tu abbia il tempo di metterti ad urlare. Non te ne accorgi nemmeno. Un secondo e, bam, sei secco.»
«Molto poetica, Susan.» la prese in giro Chuck, accomodato accanto al fratello.
Lei, quella volta, non lo degnò di uno sguardo «Sto interrogando tuo padre, non te. Aspetta il tuo turno.»
Ma lui continuò a ridersela. Assottigliando lo sguardo, commentò «Ho sempre amato le ragazze impetuose.»
Lei fece finta di non sentirlo.
«Sì, non è paragonabile ad un colpo di pistola.» disse Steve dopo aver gettato un’occhiataccia proprio a Chuck. Che non si scompose, per la cronaca.
«Signor Solo, non deve essere stato facile per lei entrare in questo covo di serpenti.» proseguì poi il marine, rivolto a James.
«Lo ammetto. Difatti, capisco il suo amico, il maggiore Price, alla perfezione. Ma io ormai sono vecchio, ci ho fatto l’abitudine.»
«Dunque potrebbe aver agito, se non per rabbia, per i soldi.»
«Agito?» intervenne Nathan, preoccupato «Ma cosa insinua? Mio padre è un brav’uomo!»
«E’ tutto a posto, figliolo. So rispondere per mio conto.» disse James sostenendo alla perfezione lo sguardo del marine «Lei pensa che volessi arricchirmi tramite mia moglie.»
«Come ha fatto fino ad ora, per altro.»
«Si sbaglia. Io sono un lavoratore, insegno archeologia al Manhattan College di New York.»
Gli Sheppard si guardarono sorpresi «Non l’ha mai tirato fuori, prima!»
«Perché avrei dovuto? Già non vi fate gli affari vostri, se ancora vi davo una mano spiattellando la mia vita privata...»
«Quindi percepisce uno stipendio fisso.»
«E avrò la mia pensione. Ovvio che mia moglie ha più soldi di me e che senza di lei non farei questa vita agiata, ma non ho bisogno di uccidere un vecchio per mantenermi!»
Nathan lo guardò con fierezza.
«Quindi lei non ha mai patito il fatto di non essere un Windsor.»
«Che dice? Ovvio che no. Anzi, sono fiero del mio cognome! Mio padre era un grande uomo.»
Steve focalizzò allora lo sguardo su Chuck «Al contrario di suo figlio.»
«Cosa?» controbatté questi, confuso «Che intende?»
«Sua cugina Odette è una Windsor, quasi tutti qui sono Windsor, è un marchio di fabbrica, ma lei è un Solo, ahimé
«E ne vado fiero, proprio come mio padre!» tuonò Chuck.
Ma lo sguardo di Steve era impassibile «No, non è vero.»
«Come osa?!»
«Lei si atteggia da damerino esperto di moda, vuole incarnare alla perfezione lo spirito di un Windsor, un riccone che non ha bisogno di lavorare nella vita perché di soldi ne ha da vendere agli altri.» disse Steve «Eppure non porta quel cognome. Ci patisce, è evidente, glielo leggo nello sguardo. Ho avuto modo di osservarla in queste ore, signorino Chuck, e le assicuro che noi marines siamo bravi a studiare le persone.»
Chuck scosse la testa negativamente «Adesso è anche psicologo! Gradirei vedere le sue molteplici lauree, signor Sheppard.»
«Sono solo un acuto osservatore.» non si scompose lui.
James Solo era sconvolto «Figliolo...è così?»
«No! Questo marine vuole solo farmi cedere per farmi confessare qualcosa che non ho fatto!»
«Bè, lei potrebbe aver agito per rabbia. Magari voleva che suo nonno lasciasse l’hotel a lei, lui si è rifiutato, e...»
«Mi spiace deluderla, detective improvvisato.» si intromise Nathan «Ma quello sarei piuttosto io.» ammise.
«Come?» Steve era davvero sorpreso «Lei? Mi sembra il più bravo, qui dentro!»
Nathan abbassò lo sguardo e cominciò a torturarsi le mani in maniera nervosa; erano sudate: «Ecco...sì. Ammetto che vorrei tanto portare avanti questo hotel, la tradizione di famiglia. Voglio rendermi utile, fare qualcosa nella mia vita che non sia viaggiare. Mi piace trattare di affari, mi sento portato. Odette lo sa.»
«Lei è l’ultimo che avrebbe diritto all’hotel, se si seguisse la linea di sangue.»
«E’ così, sono il più piccolo.»
Susan fissò suo padre, preoccupata che potesse dichiararlo un “movente” più che valido: le spiaceva, Nathan le sembrava una così brava persona...ma forse suo padre aveva ragione, doveva prendere la questione con più distacco, senza andare a simpatie.
«Non ho ucciso mio nonno, non lo odiavo come tanti altri in famiglia. E di certo non ho ucciso Maggie.» giurò Nathan.
«Ah, sì?» Steve assottigliò lo sguardo «Lei è corso la prima volta insieme alla signorina Aisha Lopez sul luogo del delitto, offrendosi spontaneamente di accompagnarla.» rammentò «E la seconda, l’ha raggiunta seduta stante. Le due scene sono parse a tutti quasi identiche.»
«Per sostenerla!» si difese il giovane «Io...non avrei mai potuto uccidere il nonno, io...non sono un assassino, non farei del male nemmeno ad una mosca!»
Chuck annuì «Vero, le ammazzo sempre io, quelle stronze
Steve sospirò «Lei è innamorato della signorina Lopez, è così?»
Nathan scosse la testa e si strofinò le guance con le mani, esausto.
Sia suo padre che suo fratello erano in attesa, ma lui non se la sentiva di negare qualcosa che era palese agli occhi di tutti «Sì. Sì, va bene? È contento, adesso? Sono follemente innamorato di lei. Cosa le cambia ai fini del caso? Si sente meglio?»
Steve fece un mezzo sorriso «Cambia, perché credo che lei dica la verità.»
«Ma cosa...sta delirando, adesso?»
«Lei potrebbe essersi offerto apposta di correre in aiuto di Aisha così da risultare maggiormente insospettabile. Chi si aspetterebbe che l’assassino sia il primo a correre dalla vittima? Però si vede che è un ragazzo innamorato, quindi le credo.»
Chuck non riuscì a trattenere una smorfietta «La segretaria? Sei matto? Non è alla tua altezza!»
«Oh, piantala con queste cazzate, fratello! Quando fai così, sei insopportabile.» sbuffò Nathan.
Ma egli rimase per la sua strada «Io non sposerei mai una povera.»
«Nate...» disse poi suo padre James «Non hai fatto niente di male, vero?»
«No, papà. Te lo giuro. Mi hai cresciuto, sai che non ne sarei mai capace.»
James non ebbe alcun dubbio.
«Voi due siete in camera insieme.» rammentò Steve «Immagino possiate testimoniare l’uno per l’altro.»
Chuck e Nate annuirono «Bè, certo...non ci siamo mossi da lì per tutta la notte, l’urlo di Aisha ci ha svegliato.» confermò Nathan.
Dopo un sospiro, Steve controbatté «Potete andare.»

Prima che entrassero i prossimi interrogati, Steve guardò la figlia e domandò «Pensi che Chuck sia in grado di uccidere qualcuno?»
La ragazza si focalizzò sulla porta dove poco prima Chuck era uscito: «No.» rispose dopo un’attenta riflessione «E’ solo uno spaccone che vuole stare sotto i riflettori. Non lo vedo come un potenziale assassino.»
Steve annuì, e nello stesso istante in biblioteca si palesarono Odette e Jonathan.
«Io non capisco.» disse il maggiore, dandosi una rapida occhiata intorno «Sono un sospettato, adesso?»
«Purtroppo è la procedura, ti chiedo di perdonarmi. Non posso fare favoritismi.»
«Ma sono un tuo caro amico!»
«Mi dispiace, Jon. Ho appena detto a mia figlia di stare distaccata.»
Price, che aveva compreso, si accomodò nel divano, seguito da Odette. Respirò a fondo e spalancò le braccia «Ti dirò ogni cosa.»
«Edmund Windsor era tra quelli che non vedevano di buon occhio la tua relazione con Odette, corretto?» a Steve faceva male fare quelle domande personali al suo amico, ma era inevitabile.
«Se così vogliamo metterla...»
«Il nonno sapeva parlare anche di altro, però! Io ero la sua nipote preferita, gli telefonavo molto più degli altri!» saltò su Odette, in difesa di suo marito.
«Signora, adesso sto parlando con suo marito, la prego quindi di non rispondere al suo posto.»
Odette abbassò lo sguardo «D’accordo. Attenderò il mio turno.»
«Sì, non approvava tanto. A volte mi dava l’idea che la cosa gli fosse indifferente, ma altre mi lanciava certi sguardi...» riallacciò Price.
«Ipocrita da parte di uno che a sua volta ha sposato una donna più giovane di lui.» constatò Susan.
«Già.» concordò suo padre «Ma ricorda che la predica si fa sempre agli altri.» un ampio sospiro «E possibile che ce l’avessi con lui a tal punto da provare odio?»
«No.» rispose Price «Lo escluderei. Odio lo provo verso mio suocero, non verso suo padre.»
Steve accennò col capo, Susan scriveva.
«Per quanto bisbetico, Edmund era molto meglio di Liam.» si lasciò scappare Jonathan.
«Signorina Odette, lei ha scelto di tenere il cognome Windsor come principale, nonostante sposata.»
Entrambi i coniugi furono sorpresi da quel cambio drastico di argomento, ma un detective doveva fare così per essere vincente.
«Da cosa l’ha dedotto?»
«Le persone si rivolgono a lei come “Windsor”, eppure dovrebbe chiamarsi “Price”. Difatti, la cara Evelyn ha preso il cognome del marito, Windsor.»
Odette sospirò «Non ti sfugge niente, eh?»
«Temo di essere sprecato da marine.» ironizzò Steve «Mia figlia mi ha condizionato troppo. Rispondi, per favore.» disse, ricambiando il modo informale con il quale lei si era rivolta a lui.
«E’ vero. Volevo che tutti continuassero a riconoscermi come Windsor. Questo cognome è importante, non so se mi spiego. Ma non è mio desiderio diventare proprietaria dello chalet.»
«Insomma, lo hai fatto per fama.»
«Ho i miei difetti anche io, sono attaccata ai soldi.»
«Avete idea di cosa Maggie potesse sapere su Edmund?» domandò Susan.
I coniugi si guardarono, poi fecero di No con la testa «Mi sembra evidente, però, che è stata messa a tacere.» disse Jonathan.
«Sì. È così. Non vi torturo oltre, potete andare. Grazie per il vostro tempo.»
Salutarono con un cenno e si diressero alla porta.
Susan controllò l’elenco che si era fatta «Con i ricconi abbiamo finito, no?»
«E da Roger ho già saputo tutto quello che volevo sapere.» confermò Steve «A meno che non sia una cameriera random, ce ne restano due.»

Come la porta si riaprì, Susan alzò lo sguardo e sorrise cordiale «Ah! Signorina Aisha, Billy...ciao Billy, io sono Susan. Questo è mio padre Steve.»
Il tuttofare annuì senza però ricambiare lo sguardo, che teneva fisso sul camino «S-sì, m-mi r-ricordo. E-eravate alla f-funivia.»
«Corretto.» sorrise ancora Susan «Sei un attento osservatore, potresti aiutarci nelle indagini!» disse, per metterlo a proprio agio «Prego, sedetevi pure qui.»
Aisha guidò il ragazzo nel divano «Vieni, Billy.»
«Vi faremo soltanto qualche domanda, va bene?» disse Steve nella maniera più calma possibile, per non agitare Billy.
La segretaria confermò anche per lui, accarezzandogli il braccio dolcemente «Sì, certo. Non abbiamo niente da nascondere, vero?»
«R-riguardo a c-cosa?»
«Ai due omicidi che...»
Billy cominciò subito ad agitarsi «I-il s-signor E-Edmund! I-io gli volevo un b-bene dell’anima!» strillò «M-mi ha offerto un lavoro.»
«Lo so, lo so, sta’ calmo.» sussurrò Sheppard «Va tutto bene, nessuno ti accusa di niente. Mi hanno detto che sei stato l’ultimo a vederlo vivo, eccetto l’assassino, naturalmente. Ricordi di cos’avete parlato?»
«M-ma c-certo. M-mi aveva convocato p-per accertarsi c-che tutto fosse p-pronto per la festa. I-io m-mi occupo di...»
Per aiutarlo, Susan cercò di completare la sua frase «Ti occupi un po’ di tutto, qui nell’hotel.»
«E-esatto. I-io gli ho d-detto che era tutto a-a posto, così lui m-mi ha d-detto di v-venire d-da voi.»
«A prenderci alle funivie.»
«S-sì.»
«Combacia.» disse Steve alla figlia «Ma, Billy, il signor Windsor non alzava spesso la voce con te?»
Egli scosse le spalle «S-sì, m-ma io gli volevo b-bene lo stesso. E-era c-come un p-padre per me.»
«Attaccamento ossessivo compulsivo.» sussurrò Susan al padre, il quale le fece intendere che la pensava uguale con un cenno «Non importa come lo trattava, si è legato a lui come un cucciolo si lega al padrone.»
«O una vittima al suo aguzzino.»
«Billy, ricordi che ore erano quando sei uscito dall’hotel per venirci a prendere?»
«Oh, andiamo!» saltò su Aisha «Non potete sospettare davvero di lui! Passi per noi, ma...»
«Mi spiace, signorina, ma non possiamo fare differenze.»
«N-non c’è p-problema, Aisha. C-certo che me lo ricordo. E-erano le q-quattro e mezza.»
«Anche questo corrisponde.» disse Steve.
«Ha una memoria incredibile.» aggiunse Susan.
«E poi sei tornato con noi.»
«M-mi avete v-visto, no?»
«Ha il nostro stesso alibi. E questa notte, invece? Più verso il mattino, a dire il vero, diciamo...tra le cinque e le sei.» proseguì Steve.
«D-dormivo n-nella m-mia casa.»
«Quella accanto allo chalet, che si può raggiungere a piedi.» ricordò Sheppard.
«Esatto.»
«Basta torturarlo, vi prego!» insistette ancora Aisha.
«D’accordo, se è proprio ansiosa di parlare lei...» ricambiò Steve «Ecco le domande. Ricambia l’amore che il signor Nathan Solo prova per lei?»
Aisha spalancò occhi e bocca, come sotto shock «Come? Io...»
«Sta arrossendo e non per il fuoco, lo prendo come un Sì.»
«Papà! Non ti sembra di essere troppo...»
«Cosa? Non hai imparato niente dai tuoi libri gialli? Se non si mette sotto torchio i sospettati...»
«Questo mi sa che l’hai imparato tu dai marines.»
«Ma c’è anche nei gialli!»
«Va bene, basta! Perché negare? Io e Nathan ci siamo innamorati durante i vari soggiorni di lui qui. Siamo entrati subito in sintonia. A lui non è mai importato del mio status, e...»
«Lei, invece, farebbe un affarone sposando uno degli uomini più ricchi dell’intero stato.»
Piombò il silenzio.
«Cosa insinua?! Che sia io l’assassina?»
«E’ stata lei a scoprire entrambi i cadaveri. Una brava attrice sarebbe perfettamente in grado di fingersi sconvolta.»
«Ero nella vasca della signora Evelyn, la prima volta.» rammentò «E questa notte ho dormito!»
«Lei potrebbe aver fatto su Nathan, il quale...»
«No! Il nostro amore è sincero!»
«Il quale mi pare facilmente manipolabile!» strillò Sheppard «Per aiutarlo a conquistare l’hotel, ha deciso di spianargli la strada facendo fuori suo nonno. Sareste diventati il re e la regina dello chalet.»
«Lei è pazzo.»
«Ma sapeva che Maggie aveva visto o sentito qualcosa, o conosceva degli oscuri segreti. Sapeva che era mia precisa intenzione interrogarla questa mattina, ma non poteva permetterlo, avrebbe di sicuro rivelato qualcosa. Mi ha anticipato, chiudendole la bocca una volta per tutte!»
«Maggie era mia amica! Come si permette?!»
«Mi permetto, se voglio aiutare la polizia, mi permetto.»
Altra pausa.
Susan guardava suo padre sconvolta, non pensava potesse scaldarsi tanto.
«E avrei ucciso il vecchio?»
«Ha pagato qualcuno per farlo?»
«No! Qui non c’è nessun altro, solo noi! In trappola come topi.»
«Ne è sicura?»
«Bè, lo spero.»
Steve si rilassò ed annuì «Può andare.»
Sempre più sorpresa, Aisha lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite «Come? Tutto questo baccano per nulla?»
Steve le sorrise «Non ha mai visto un poliziesco.»
«E’ matto.» continuò a sussurrare la segretaria, alzandosi «E’ tutto matto.» poi si girò e fece lei una domanda «Non mi chiede che rapporti avevo con il vecchio? Se mi trattava male, avrei potuto vendicarmi!» ironizzò.
«No, lei è legata a Nathan, il resto non mi interessa. Siete l’uno il punto debole dell’altra.»
Aisha fece una smorfia «Simpatico. Ma chi si crede di essere...»
«Billy, vieni.» Susan lo accompagnò alla porta «Com’è la situazione fuori?»
«H-ho creato un percorso.»
«Sei stato bravissimo!»
«P-potete stare nel p-portico, se volete. E’ riparato.»
«Ma certo! Voglio uscire di qui, mi va bene anche l’aria della tempesta! Grazie, Billy.»
Quando si chiuse la porta alle spalle, tirò un sospiro di sollievo e guardò suo padre «Sei stato rude.»
«Sono stato un perfetto investigatore!»
Sua figlia si specchiò nei suoi occhi «Come siamo certi che gli altri non sospettino di noi?»
Il marine portò le mani ai fianchi e ricambiò lo sguardo, notando ancora una volta quanto lei avesse gli stessi occhi di sua madre «Non ne siamo certi.» rispose.






Angolo Autrice:

Gentili lettori, se siete arrivati fino a qui grazie di cuore.
Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento, ancora una volta ho cercato di ripercorrere le tappe di un giallo classico, in particolar modo nella parte degli interrogatori.

Questo giallo gioca proprio sulla confusione più totale: potrebbe essere stato chiunque e contemporaneamente nessuno di loro.
In particolar modo, ho pensato a ciò che avreste potuto congetturare voi e l'ho fatto dire ai personaggi, in modo che il lettore resti spiazzato.
Pensate che Susan e Steve possano essere gli assassini nonostante si improvvisino detective? L'ho fatto dire.
Pensate che ci sia qualcuno di esterno che si è intrufolato in villa? L'ho fatto dire.
Pensate che Aisha sia sospettabile perché potrebbe aver finto sconvolgimento trovando i corpi? L'ho fatto dire.
Insomma, credo di aver fatto dire qualsiasi ipotesi plausibile così da confondere sempre più, anche se sono certa che le mie lettrici fedeli super investigatrici possano arrivare alla soluzione. <3
Approfitto quindi per salutarle e dedico loro il capitolo.
Non vedo l'ora di leggere le vostre congetture! Ditemi se questo tipo di approccio potrebbe funzionare o se è una cavolata assurda XD

Grazie ancora a tutti e a venerdì con l'atto quinto! *-*

SwanXSong

 
  
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