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Autore: Signorina Granger    18/12/2023    3 recensioni
🎄❄️☃️🧣
1. Advent Calendar
2. Gloves
3. Snowman
4. Christmas shopping
5. Hot chocolate
6. Blanket
7. Ice skating
8. Decorations
9. Christmas tree
10. Letters to Santa
11. Mistletoe
12. Gifts
13. Snow globe
14. Reindeer
15. Cinnamon rolls
16. Snow
17. Socks
18. Gingerbread
19. Fireplace
20. Movie night
21. Candy cane
22. Candles
23. Sweater
24. Christmas Eve
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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XVIII. Gingerbread


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Francamente, dopo quasi tre ore ritengo che questo si possa denominare a tutti gli effetti sfruttamento.”
“Francamente ce ne infischiamo. Olly, attento a non rovinare i bordi.”
Anziché premurarsi delle riserve espresse da Dante Ingrid si pulì sbrigativamente le mani sul grembiule bianco indossato e allacciato in vita sopra ad un vestito verde bottiglia prima di aggiustarsi distrattamente un’ondulata ciocca di capelli biondi, scivolata dalla presa del fermaglio con cui aveva dato vita ad un elegante twist francese, dietro l’orecchio. La strega parlò allungandosi un poco verso il marito, indicandogli la distesa di impasto – a cui aveva pensato Jane poco prima: Oliver e Dante avevano ricevuto l’ordine di non avvicinarsi ai mattarelli dopo aver inscenato un duello nel bel mezzo della cucina – dalle calde sfumature brune da cui Oliver stava dando vita ai tradizionali omini con l’aiuto di una formina di metallo. Dante, accanto a lui, non se la passava meglio: stava litigando con la sac à poche che Jane aveva precedentemente riempito di glassa bianca a base di acqua e zucchero, impegnato a decorare i biscotti già pronti e tiepidi. Jane che, proprio alle sue spalle, aprì il forno per recuperare l’ennesima teglia di omini di pan di zenzero facendo sì che tutta la cucina si riempisse di un caldo e gradevole aroma speziato mentre Oliver, dopo aver premuto la formina sull’impasto ripetendo un’azione che ormai iniziava a chiedersi se sarebbe stato in grado di interrompere tanto l’aveva fatta propria, si rivolgeva ad Ingrid con aria e tono alquanto offesi:
“Sto molto attento, il fatto che è sfilando l’impasto dalla formina a volte i bordi ne escono leggermente smussati.”
“Allora perché i miei sono perfetti?” La strega distese le labbra in un dolce sorriso mentre si sporgeva leggermente verso il marito, sfiorandogli il mento con una rapida carezza al profumo di zenzero mentre Oliver rispondeva al sorriso, incapace di fare altrimenti, acciuffandole la mano per depositarci un bacio sopra:
“Perché tu hai un tocco delicato che a me manca.” 
“Olly, torna tra noi, non sto sgobbando per sentirti fare le moine.” Il momento idilliaco tra i due si rivelò alquanto fugace a causa di Dante, che spezzò l’incantesimo sbuffando e puntando minaccioso la sac à poche contro l’amico, pronto a coprire di glassa anche lui qualora non fosse tornato al lavoro in fretta. Oliver non mancò di fargli notare il proprio disappunto tornando a dedicarsi all’impasto gettandogli un’occhiata torva, ma a rimproverarlo verbalmente pensò Jane, che recuperò la leccarda coperta da omini ancora crudi, disposti in ordinate file da Ingrid, per metterla in forno gettando al marito un’occhiata ammonitrice:
“Dan, Ingrid e Oliver sono ospiti, sii gentile per cortesia.”
“Oliver viene qui troppo spesso per essere considerato tale, tesoro. Ormai è quasi un parente, e come tale può venir maltrattato. Per Ingrid chiaramente il discorso è tutt’altro, lei è dolce come lo zucchero filato e come tale va trattata. Che cosa ne pensate dei miei omini? Piaceranno ai bambini del San Mungo?” Benchè trascorrere il primo pomeriggio di ferie a preparare biscotti non rientrasse nella lista delle sue occupazioni da sogno del proprio tempo libero Dante era felice di fare qualcosa che avrebbe fatto sorridere bambini malati, o ancor peggio costretti a restare in ospedale durante le festività a causa della permanenza forzata dei propri genitori. L’idea era stata di Jane, che al San Mungo trascorreva intere giornate e di recente rincasava da quei lunghissimi turni esausta e al tempo stesso sempre più atterrita da tutto il dolore che la quotidianamente la circondava, ma pur non essendo capace di stare ai fornelli Dante l’aveva assecondata più che volentieri: fare qualcosa di buono lo faceva sentire meglio.
Il sorriso con cui mostrò ad Oliver e ad Ingrid i suoi lavori più recenti appena conclusi, tuttavia, svanì non appena scorse l’espressione accigliata e criticona che si fece rapidamente strada sul volto dell’ex Grifondoro:
“Per tutti i Troll di Montagna, quei poveri bimbi passeranno il Natale in ospedale, ricoverati o per stare vicino ai loro genitori e fratelli, li vuoi spaventare con dei biscotti orrendi?”
La postura di Dante s’irrigidì di colpo mentre guardava l’amico sgranando offeso i grandi occhi azzurri, dischiudendo le labbra con pura stizza mentre Jane, alle sue spalle, si puliva le mani nel grembiule alzando i propri al cielo.
“Non sono orrendi, come ti permetti?! Decora tu, se pensi di avere tanto talento artistico!”
“Con piacere, diamoci il cambio.”
Anziché tirarsi indietro Oliver accettò di buon grado la sac à poche che l’amico gli aveva porto, pronto a scambiarsi le postazioni di lavoro per dimostrargli di essere un decoratore di biscotti in erba assai più capace di lui. Ingrid invece non si mosse, limitandosi ad un sospiro e a scuotere il capo mentre con l’aiuto di un mattarello e un po’ di farina si apprestava a stendere sulla spianatoia di legno un altro panetto di impasto:
“Stasera porterete voi i biscotti ai bambini, saranno felici dei coeranei.”





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