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Autore: De33y    22/12/2023    3 recensioni
Ci sono esperienze che lasciano un segno indelebile sulla pelle e sull’anima. Ci sono creature che strisciano nell’ombra che si nutrono di queste cicatrici. Un semplice caso di bambini scomparsi pone i fratelli di fronte a scelte impossibili, scelte che aprono vecchie e nuove ferite e che mettono alla prova il loro legame.
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
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Disclaimer: Non possiedo i diritti di Supernatural né dei personaggi riconoscibili presenti in questa storia. L'idea originale è merito di Eric Kripke ed i diritti, al meglio delle mie conoscenze, appartengono allo studio CW. Le Algea sono state introdotte da Esiodo nella Teogonia, ma data la scarsità di fonti ho lavorato di fantasia per la loro caratterizzazione e attualizzazione. Questa storia è scritta per puro divertimento e non ha scopi di lucro.
Spoiler warning: La storia contiene spoiler sul finale della stagione 3 e alcuni elementi dalla stagione 4.
Triggers: La storia contiene elementi di violenza, non estremamente grafici e linguaggio volgare, entro i canoni della serie.
N.d.A: Rieccomi dopo questo lungo iato, e in piena crisi esistenziale da quando prime ha tolto Supernatural, a raccontare i fatti dal punto di vista di Sam, proprio come promesso qualche capitolo fa. A presto! 

“Woah, dovresti essere al letto, figliolo” esclamò Bobby vedendo comparire Sam in cucina, come se non fosse arrivato alla sua porta sul punto di perdere conoscenza solo poche ore prima.
“Sto bene. Castiel mi ha guarito.”
“L’angelo era di nuovo qui?” Bobby era incredulo e oltraggiato che quell’arrogante figlio di puttana si fosse permesso di entrare in casa sua senza chiedere il permesso né annunciarsi. Ma se davvero aveva curato Sam, per questa volta avrebbe chiuso un occhio.
“Solo per poco.”
“Guarito completamente?” Lo guardò di traverso, pe cogliere qualsiasi segnale di qualcosa che non andasse, era troppo bello per essere vero.
“Sì, neanche un segno. Dov’è Dean?”
“Dean- Bobby sospirò si aspettava quella domanda.-Ormai dovrebbe essere arrivato ad Alexandria nell’Indiana.” Aveva provato quella conversazione più volte nella sua testa e alla fine aveva optato per andare dritto al sodo senza esitare. Sam sbuffò.
“Stavamo lavorando a un caso là.- a quelle parole un pensiero orribile si fece strada nella mente di Sam - Ha detto perché è andato?” Dean era tornato a dare la caccia alle sorelle? Sarebbe stato un suicidio. Purtroppo un suicidio per mano di una dea si adattava bene alla stupidità dei Winchester. Non poteva lasciarlo solo. Non adesso.
“Ha detto che andava a riprendere la macchina e la tua roba dal motel- disse studiando l’espressione di Sam con più attenzione ad ogni parola- È scappato nello stesso istante in cui ha saputo che stavi per svegliarti
Sam distolse lo sguardo per un secondo.
“Cosa diavolo è successo in Indiana?”
“Cosa ha detto Dean?”
“Niente.”
Sam sospirò, poi sbuffò. Tipico di Dean.
“Non ha voluto nemmeno dire chi è stato il figlio di puttana che ti ha fatto a fette.”
Il ricordo che fu risvegliato da quelle parole sembrò aprire una nuova ferita,  Sam fu rapido a nasconderlo. Non aveva tempo per queste cose. Ma non così rapido perché Bobby non se ne accorgesse.
“Da quanto tempo è andato via?”
“14 ore.”
Sam si ritrovò a pensare che se anche fosse partito subito, probabilmente sarebbe arrivato troppo tardi. Si tastò le tasche trovandole vuote.
“Ho bisogno di un telefono. Devo chiamare Dean.”
Bobby gli passò un telefono e gli dette il numero che aveva appena dato a Dean. Se Sam non fosse stato così agitato e appena tornato magicamente indietro dall’essere in fin di vita, l’avrebbe tartassato di domande. Si limitò a guardare mentre Sam componeva un numero dopo l’altro e lasciava messaggi sempre più allarmati sulle segreterie telefoniche senza ricevere risposta. Computer e macchina un corno, cosa diavolo era tornato a fare Dean ad Alexandria? Se gli fosse successo qualcosa, avrebbe trovato un modo per resuscitarlo solo per ammazzarlo con le sue mani.
“Sam cosa vi siete lasciati dietro in Indiana? Chi ti ha ridotto in quello stato?”
La stanza cadde in un silenzio teso e imbarazzato, che crebbe fino a diventare spiacevole quando anche l’ultima chiamata andò a vuoto.
Sam con la mano inconsciamente massaggiò il fianco e andò a sedersi. Non c’era niente che non andasse sul fianco dopo l’intervento di Castiel eppure… Bobby lo seguì con lo sguardo, senza lasciargli un attimo di tregua.
“Dean”.
“Dean? Che vuol dire Dean? Te l’ho detto è tornato a…- Appena girò intorno al tavolo, il fiato gli si mozzò in gola.  Sam stava asciugando una lacrima e chiudeva gli occhi per ricacciare le altre. I tasselli sembrarono andare al loro posto. No, non poteva essere vero. Non ci credeva, non poteva crederci.
“Stai dicendo che è stato Dean a tagliarti?”
Sam annuì, incapace di parlare. Bobby lo vide ingoiare per non cedere ai singhiozzi. Si prese mentalmente a calci per non aver cercato un modo più delicato di chiedere. Andò a prendere un paio di bottiglie dal frigo, per lasciare a Sam il tempo di riprendersi e la privacy che gli serviva.
“Da cosa era posseduto questa volta? Demone? Fantasma?” Chiese ancora di spalle mentre apriva le bottiglie. Bobby si voltò appena in tempo per vedere Sam scuotere la testa.
“Balle!”
“È complicato.” Disse Sam in tono difensivo.
“Quando non lo è con voi due?”
Il silenzio scese di nuovo tra i due. Bobby iniziò a sorseggiare la birra, mentre ripensava a quelle poche parole che era riuscito ad estorcere a Dean. Soprattutto iniziò a ricordare come avesse dato voce alla sua rabbia verso l’aguzzino di Sam. Probabilmente aveva usato più di un’ espressione colorita, ma Dean non si era mai dimostrato simpatetico con il suo odio. Si alzò sentendo il bisogno di qualcosa di più forte della birra che era già mezza vuota.
“Avrei dovuto capirlo…” stava pensando ad alta voce, senza neanche accorgersene.
“Com’era Dean è andato via?” C’era un tono di urgenza nella voce e nell’espressione di Sam.
“In che senso? Sembrava solo che Dean non sopportasse di stare nella stessa stanza dove eri tu. Avrei dovuto capire che c’era qualcosa che non andava.”
“Non potevi saperlo.” Disse Sam cercando di essere incoraggiante, ma massaggiandosi il petto con una mano. Non gli sfuggì il modo inquisitorio con cui Bobby squadrò quel gesto.
“Non fa male davvero, è più una sensazione.”
Bobby non se la beveva, ma lasciò correre.
“Voglio dire, pensi che potrebbe fare qualcosa di stupido?”
“L’acqua è bagnata?”
Sam rise amaramente, riprese il telefono e provò di nuovo a chiamare. Alla mancata risposta, Bobby prese la bottiglia e la scaraventò contro il muro.
“Se ha fatto qualcosa di stupido giuro che l’ammazzo con le mie mani.”
Sam sussultò e poi tornò a stringere la birra tra le mani, mentre fissava lo schermo inerte del telefono.
“Sai, non sono stato esattamente gentile riferendomi a chi ti aveva ferito e cosa gli avrei fatto se gli avessi messo le mani addosso. Non riusciva nemmeno a guardarmi negli occhi.”
Sam sospirò di nuovo, conoscendo il vocabolario di Bobby era sicuro che ci fosse andato giù pesante con gli insulti, un’altra pugnalata metaforica che era andata ad aggiungersi al senso di colpa di Dean.
“Gli ho pure detto che ero sicuro che avesse fatto tutto il possibile per proteggerti. Ci credo che l’idiota se l’è data a gambe levate”
Un immagine sfuocata di Dean in ginocchio che vomitava sul pavimento si fece strada tra i ricordi di Sam.
“Non lo sapevi, non ci stare a rimuginare.” Rispose brusco, mentre l’immagine continuava a vagare per la sua mente.
La rassicurazione non sembrava avere alcun effetto su Bobby. Sapevano tutti e due che effetto doveva aver avuto su Dean.
“Che diavolo è successo?” chiese Bobby di nuovo.
“Non è stata colpa di Dean.”
Bobby levò gli occhi al cielo, perché non era affatto sorpreso che le prime parole di Sam sull’argomento fossero in difesa di Dean?
“Idiota, dimmi qualcosa che non so già.”
Sam, si rigirò tra le mani la birra e si costrinse a bere un sorso che fece fatica and ingoiare.
“Non abbiamo avuto scelta. Quando Dean ha realizzato che non c’era via d’uscita…Penso di non averlo mai visto così spaventato in vita mia, neanche quando aveva i Cerberi alle calcagna.”
“A questo ci posso credere.” Bobby commentò, questa parte aveva ancora senso.
“La prima volta che ha preso in mano il coltello, tremava come una foglia, pensavo che non ce l’avrebbe fatta.”
“Aspetta rallenta un secondo. Come siete finiti alle corde in questo modo? Che forza c’è voluta per costringere Dean a puntare il coltello verso di te? Non avrei mai pensato che esistesse qualcosa abbastanza potente, inferno e paradiso inclusi.”
“Era più furbizia che forza.” Sam era d’accordo, non pensava che esistesse niente in grado di metterli l’uno contro l’altro. Raccontò a Bobby dei bambini scomparsi, di Lupe e di Ania. Si fermava di tanto in tanto per lanciare occhiate al telefono.
Bobby grugnì in un modo che Sam non seppe come interpretare, quando raccontò di come erano stati presi e si erano risvegliati nella cella, perciò proseguì.
Prese un sorso di birra. “Beh la notizia positiva era che avevamo trovato i bambini.”
Prese un altro sorso, preparandosi per quello che doveva ancora raccontare.
“Versione breve, ad un certo punto a Dean era stata lasciata la scelta se fare la parte dell’aguzzino su di me o farla fare ad uno dei bambini.”
“Balle. Non è una scelta.” Bobby quasi saltò dalla sedia
“Beh, in bocca al lupo a convincere Dean.”
“Che razza di pervertito farebbe fare a un bambino…”
“Si nutrivano di dolore e pena.” Enfatizzò Sam. “Si comportavano come se fossimo una sorta di pasto gourmet.”
“Dolore e pena un corno. A giudicare dalle condizioni in cui siete arrivati, hanno banchettato.”
Sam rise amaramente. Ingoiò un altro po’ di birra e cercò di spingere via quel prurito sulla parte bassa delle costole. Prese in mano il telefono e inviò un messaggio a Dean cercando di distrarsi. Ma quel prurito non se ne voleva andare.
Bobby vide Sam lottare con le memorie. Il suo corpo sarà stato in forma grazie all’angelo, ma  la sua mente era ben lontana dal guarire. Iniziò a pensare che forse era un bene che Dean non fosse lì. Ma non poteva aiutare nessuno dei due se non avesse saputo cosa fosse successo.
“Vai alla fine.”
“Gli hanno dato il coltello e hanno continuato a insistere per più sangue. Era come se Dean lentamente si assentasse. Aveva smesso di guardarmi in faccia e aveva continuato a tagliare. Penso che fosse qualche forma di memoria muscolare dell’inferno o roba del genere. Ad un certo punto credo che abbia smesso di essere consapevole di quello che stava facendo.” Spiegò Sam portandosi una mano al petto dove il primo taglio di quella storia era stato aperto e ingoiando a gran sorsi altra birra.
Bobby lo fissò senza sapere cosa dire.
“Credo che neanche le sorelle fossero contente.” Sam lasciò quella frase in sospeso.
“Se quello che mi ha fatto è minimamente simile a quello che ha passato all’inferno…” Sam fu percorso da un brivido al pensiero. Fissò il tavolo cercando di nasconderlo. “Come posso essere stato così stupido da pensare che fosse tutto okay?”
“Perché vuoi bene a tuo fratello. E se c’è qualcuno che può riprendersi da una cosa del genere, quello è lui.” Bobby lo rassicurò. Voleva crederci lui stesso, ma dopo le condizioni in cui Sam era arrivato aveva dei forti dubbi in proposito.
“Quindi ad un certo punto hanno fermato Dean perché hanno fatto indigestione o cosa?”
Se possibile Sam sprofondò ancora più in basso. Cercò di ingoiare, la sua gola era completamente asciutta per l’emozione, ma la birra che era riuscito a buttare giù a stomaco vuoto stava facendo il suo effetto per sciogliergli la lingua.
“L’ho supplicato di fermarsi. L’ho supplicato. È stato come se si svegliasse da una trance in quel momento. La realtà lo ha devastato. L’ultima cosa che ricordo era Dean che collassava in ginocchio per il rimorso.” Bobby  non voleva neanche cercare di immaginarlo.
“Ha passato quarant’anni all’inferno per proteggermi, Bobby. E io non ho potuto resistere per qualche ora per il suo bene.” Ora le lacrime scorrevano libere sulle guance di Sam.
  
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