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Autore: peralis    29/12/2023    0 recensioni
[Remington Steele Mai dire Si ]
[Mai dire...]Laura e Remington si ritrovano un caso in casa. La relazione contenziosa relazione Fra Laura e sua madre causerà più di una difficoltà e metterà in pericolo la vita di uno di loro
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Remington era in piedi davanti all’ufficio di Laura.

“esci da lì ti prego…faremo tardi a cena”

Laura si era chiusa in quella stanza due ore prima e si rifiutava di uscirne.

Mildred aveva provato un paio di volte a convincerla, ma senza senza successo. 

Remington aveva ricevuto l’ultimo cliente ed era anche riuscito ad impressionare il proprietario di una delle più famose concessionarie della zona.

Aveva pianificato tutto senza l’aiuto di sua moglie.

 

“ Vai tu, io ho da fare” disse lei da dietro la porta chiusa

“Laura, non andrò a cena con tua madre ed il suo nuovo boy-friend da solo.

Ti prego esci di lì. Lo dovrai conoscere prima o poi” disse lui non riuscendo a nascondere la nota di frustrazione nella sua voce.

Poi avendo preso una drastica decisione, si inginocchiò davanti alla porta e con il suo fidato kit  cominciò a forzare la serratura. Ma senza che lui se ne accorgesse Laura era apparsa alle sue spalle, rimanendo in piedi sulla porta dell’ufficio adiacente. 

“ cosa diavolo stai facendo?” Chiese lanciandogli uno sguardo minaccioso.

“ O…Laura. Finalmente. Non perdiamo tempo, prendi la tua borsa e andiamo. Fred ci sta aspettando di sotto.” Disse lui cercando di distrarla.

Mildred? Noi andiamo, ho finalmente convinto Mrs Steele, Holt, Steele…ho finalmente convinto Laura ad uscire dal suo ufficio.”

Disse lui provocando la moglie che era ancora al quanto arrabbiata e frustrata dal dover passare la serata con la madre e con il suo ennesimo accompagnatore. A Laura sembrava che sua madre saltasse da una relazione all’altra da quando la sua leason con Daniel Chalmers si era interrotta bruscamente.

 

Mildred fece capolino da uno degli uffici, sorrise e si avvicinò ai due che erano in piedi davanti alla sua scrivania.

“Divertitevi, miei piccioncini, ci vediamo domani”

 

Laura e Remington arrivarono un paio di minuti in ritardo al ristorante ma non trovarono nessuno ad aspettarli.

“Sono anche loro in ritardo” disse Laura bevendo un sorso del vino che suo marito le aveva appena versato.

“ Deve essere una cosa di famiglia…genetica forse?” Disse lui con il suo solito sorriso sornione, sapendo perfettamente che Laura si sarebbe irritata.

Amava stuzzicarla, amava prenderla leggermente in giro così che arrivati a casa più tardi, avrebbero fatto la pace nel più sensuale dei modi.

 

Laura posò i gomiti sul tavolo e posò la testa su una mano.

Il ritardo della madre la stava irritabile. 

“ Sapevo che era uno sbaglio accettare il loro invito. Quella donna mi fa diventare pazza” disse lei sbuffando.

Steele era alquanto divertito da come Laura veniva influenzata dalla madre. 

La sua Laura era sempre impeccabile, calma ed in controllo di sé stessa, ma quando Abigail era coinvolta lei cambiava. Diventava la bambina che la madre vedeva in lei.

Il tovagliolo che era di fronte a lei sul tavolo, ora era una massa irriconoscibile.

La bottiglia di vino che avevo appena ordinato era ormai quasi vuota e Laura si stava inebriando.

Il suo sbuffare si era fatto più sonoro e aveva cominciato a borbottare.

“Laura, so che sei arrabbiata, mo possiamo, comunque, aveva una piacevole serata tra noi.

Possiamo andare a casa e ti posso massaggiare i piedi come piace a te.”

Laura sorrise. Sollevò una mano e carezzò la guancia del marito che la stava letteralmente spogliando con gli occhi.”

“ Non smetti mai di stupirmi amore mio” 

 

 

Finalmente Abigail apparse all’entrata del ristorante. Stava in piedi a stento, intrecciata in uno strano abbraccio con un uomo che rideva divertito baciandole la guancia

Era chiaro che erano entrambi ubriachi.

“ Laura…” disse la donna correndo verso il tavolo doveLaura e Remington erano seduti. Rimasero tutti e due a bocca spalancata. 

“ È ubriaca” disse Laura.

Abigail inciampò finendo in braccio a Remington che subito la soccorse.

“Abigail?… Mio Dio… venite vi aiuto io.”

“ A…il mio affascinate Nuoro. Remington è sempre un piacere finire nelle tue braccia”

Disse la donna mentre si faceva aiutare a sedere sulla sua sedia.

“Laura, Remington, voglio presentarvi” si dovette fermare un attimo interrotta dalla strana urgenza di ridere. Si schiarì la voce

“ Voglio presentarvi Rupert Kilpatrick”

L’uomo che fino a quel momento era stato zitto e seduto, si alzò in piedi, si asciugò le mani sudate strisciandole sulle braghe del suo abito grigio e alzò la mano di fronte a sé.

“ Signor Kilpatrick, sono Laura Holt, Steele, Holt Stelle, be non importa. È un piace fare la vostra conoscenza, prego si accomodi mentre mio marito, il Signor Steele, aiuta mia madre a ricomporsi.

Remington tolse il braccio che circondava le spalle di Abigail e si mise a sedere.

Allungò la mano verso Rupert che era ancora in piedi davanti al tavolo.

“ Signor Steele, la sua reputazione la precede. È un onore.” 

Remington gli sorrise e poi girò lo sguardo verso la moglie.

Laura prese la bottiglia di vino e la svuotò nel suo bicchiere bevendone immediatamente il liquido rosso e profumato.

 

Nel frattempo, in un’altra parte della città un uomo saliva nella sua macchina. Aveva con sé una larga busta gialla ed in tasca una pistola con il silenziatore. Tirò furi dalla tasca un pezzo di carta con un indirizzo scritto sopra. (800 10th Street, La) 

Accese il motore dell’automobile e si avviò.    

Era una tipica serata d’autunno in LA. La pioggia cadeva piano ed una lieve brezza faceva cadere le ultime foglie dai rami degli alberi.

L’uomo, vestito con un impermeabile e capello uscì dall’automobile che aveva parcheggiato davanti all’indirizzo che gli era stato dato.

Salì i tre scalini e si fermò davanti alla porta del palazzo. La luce illuminava chiaramente i nomi degli inquilini e piano con un dito lui cercò la persona che era venuto a trovare.

Mise un pollice sul nome di Laura Holt e suonò il campanello.

Non c’era nessuna risposta, riprovò due volte ancora e poi, approfittando dell’arrivo di un altro inquilino entrò nell’atrio.

Salì le scale e si fermò al piano dove viveva Laura.

La porta era chiusa con un lucchetto che lui riuscì a forzare senza troppa difficoltà. 

Si fece via nell’appartamento, prese una birra dal frigorifero e si mise a sedere sul divano.

 

 

 

 

   
 
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