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Autore: Ashla    31/12/2023    2 recensioni
Thanos ha schioccato le dita e ha fatto sparire la metà degli esseri viventi dell'universo. Kaz si arrenderà o troverà un modo per riportare a casa gli scomparsi?
[Marvel!Au]
[Questa storia partecipa all'iniziativa "Scambiamoci le penne" indetta da Mari Lace e PescepallaSia sul forum "Ferisce la penna"]
Genere: Generale, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Inej Ghafa, Kaz Brekker
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa all'iniziativa "Scambiamoci le penne" indetta da Mari Lace e PescepallaSia sul forum "Ferisce la penna"
Per: Mari Lace 
Richiesta: Vorrei chiederti una Six of Crows, possibilmente Kanej, Marvel AU (MCU o AoS, libertà). 
 

Rompere il silenzio

 

-Non si sanno ancora le cause di quella che può essere definita come la peggiore catastrofe dell’umanità…-
La voce della giornalista è l’unico rumore udibile nella sala ristoro della base S.H.I.E.L.D. del Parco Giochi.1
Kaz stringe il bastone e lancia un’occhiata sbieca a Nina e Matthias che, stretti fianco a fianco sul divano, fissano lo schermo della televisione, pendendo dalle labbra dell’inviata speciale del telegiornale.
«Spegni la TV, Nina».
L’ordine roco di Kaz non viene ascoltato.
-Si stima che siano scomparsi quasi…-
«Nina, ho detto spegnila».
Kaz batte il bastone a terra ed è Matthias a distogliere l’attenzione dalla televisione per poi, invece di fare quanto richiesto, limitarsi a metterla in silenzioso.
All’improvviso l’unico rumore nella stanza è dato dal lieve ronzio delle luci e dai passi agitati di Jesper che, incurante di tutto e tutti, cammina avanti e indietro, rischiando di creare un solco nel pavimento.
A tradimento gli occhi di Kaz scivolano su una vecchia poltrona azzurra, quella che Inej aveva reclamato come sua da quando avevano messo piede in quella base e che, in quel momento, è vuota, priva della sua unica occupante abituale.
Sul sedile è rimasto un solo elastico nero, unico segno del passaggio di Inej nella stanza, e Kaz si sporge in avanti per raccoglierlo e stringerlo nella mano libera.
È successo in un istante: un secondo prima Inej era lì, intenta a pettinarsi con le dita i capelli mentre rideva per una battuta di Jesper, e un secondo dopo non c’era più e il silenzio aveva sostituito quell’incredibile melodia.
Nessuno sa cosa sia successo.
La gente non sparisce nel nulla, non all’improvviso almeno.
Eppure lei e Wylan (e chissà quanta altra gente) sono scomparsi.
Il peggio è che lui, Kaz Brekker, non ha un piano e brancola nel buio non sapendo cosa pensare né a chi rivolgersi.
Il volume della televisione viene alzato di nuovo, Kaz lancia un’occhiataccia verso Nina e Matthias, ma non fa in tempo a intimare loro di spegnere una volta per tutte quell’aggeggio che la voce di Nikolai Lantsov, rappresentante degli Avengers, attira la sua attenzione e quella di tutti i presenti nella stanza.
Un alieno, Thanos, ha dimezzato la popolazione del mondo, no, dell’intero universo e gli Avengers stanno cercando un modo per rimediare.
Kaz non ascolta altro, non gli serve sapere chi sia Thanos o perché abbia fatto ciò che ha fatto.
Il cinquanta per cento della popolazione… scomparso.
Inej e Wylan sono tra le vittime di un alieno pazzo.
Ruba veloce il telecomando dalle mani di Nina e spegne la televisione bloccando ogni protesta sul nascere con una semplice occhiata.
«Jesper, smettila».
A quell’ordine, Jesper, che ancora stava camminando, si ferma di scatto e si volta a guardarlo stringendo il blocco da disegno che Wylan ha lasciato indietro, svanendo con il cinquanta per cento della popolazione dell’universo, con Inej.
L’attenzione di tutti i rimasti nella stanza è su di lui.
«Ha quella faccia…»
Sussurra Nina, con la voce che le trema leggermente, mentre Matthias annuisce e Jesper sorride appena.
«Quella che trama qualcosa».
Ignorando Jesper, Kaz si alza e si allontana verso la porta dove si ferma per darsi una veloce occhiata alle spalle.
«Preparate i bagagli. È tempo che lo S.H.I.E.L.D. ritorni a collaborare con gli Avengers».
 
***
 
Thanos li ha battuti… di nuovo.
Ha distrutto le gemme poco prima che loro arrivassero sul pianeta in cui si era rifugiato.
Kaz però non si è lasciato abbattere, non si sarebbe arreso fino a quando non avrebbe avuto Inej indietro, e nel viaggio di ritorno verso la Terra ha pensato all’ennesimo piano per invertire le azioni di quell’alieno pazzo.
In quel momento, appoggiato a una scrivania, fissa in silenzio quella squadra malamente assortita, frutto dell’unione degli agenti dello S.H.I.E.L.D. con gli Avengers, e aspetta una qualche reazione al suo piano.
«Ma è fantascienza, Kaz. Non è possibile».
Kaz lancia un’occhiata sbieca a Jesper che tiene lo sguardo basso e giochicchia con una delle matite di Wylan.
«Non più di quanto lo siano gli alieni e i viaggi nello spazio».
Afferma in risposta lanciando un’occhiata a Zoya Nazyalensky e David Kostyk: la prima ricambia decisa, mentre il secondo si gratta il mento con aria pensosa.
«Se non che di quelli abbiamo prove viventi».
Sospira Nina e Matthias annuisce: «È impossibile».
«Improbabile».
Nikolai prende parola per la prima volta da quando Kaz ha esposto il suo piano e gli lancia un’occhiata determinata.
«Ma abbiamo le migliori menti del pianeta qui, possiamo farcela».
Kaz annuisce mentre, nella tasca della sua giacca, l’elastico di Inej pare di piombo.
«Allora è deciso. Nessun rimpianto…»
«Nessun funerale».
 
***
 
Kaz osserva il nuovo guanto dell’infinito.
Ce l’hanno fatta, hanno compiuto l’improbabile: hanno creato la macchina del tempo e l’hanno usata per raccogliere tutte le gemme.
Non è stato facile, ci sono voluti numerosi tentativi e un anno d’attesa ma, alla fine, lo sforzo congiunto degli Avengers e dello S.H.I.E.L.D. è servito e ormai il guanto è pronto e a loro, chiusi nel laboratorio del Parco Giochi sotto sua insistenza, non rimane altro da fare che schioccare le dita e riportare il mondo, l’universo, alla normalità.
Portare indietro Inej.
Rivederla, risentire la sua risata dopo anni di interminabile silenzio.
Manca così poco.
Basta solo che Nikolai e Zoya smettano di bisticciare per decidere chi dei due dovrà schioccare le dita.
Sempre più infastidito da quell’assurda discussione, Kaz può sentire l’impazienza di Jesper che, fermo al suo fianco, stringe la mano a una Nina ancora distrutta dalla terribile missione su Vormir, ma piena di speranza.
Lancia un veloce sguardo agli altri presenti nel laboratorio: anche il resto degli Avengers sembra condividere le loro stesse emozioni riguardo a quel piccolo litigio che sta prolungando senza motivo la fine di quell’incubo.
Kaz batte a terra il bastone e il silenzio cade nella stanza.
«Nazyalensky ha ragione: se c’è qualcuno che può farcela è lei. Ora procediamo».
A quelle parole, Zoya alza il mento, incrociando le braccia al petto, e Kaz incrocia lo sguardo con quello Ohval che annuisce e, preso con cautela il guanto, lo porge all’altra donna.
Il tempo pare scorrere a rallentatore mentre Zoya lo indossa sotto lo sguardo di tutti.
Manca così poco e Inej ritornerà.
Zoya alza il braccio e Kaz può sentire Jesper inspirare profondamente prima di trattenere il fiato.
Lo schiocco avviene in un istante ed è un semplice colpo secco, nulla più, e poi la stanza ritorna silenziosa.
«È fatta?»
Jesper rompe infine la quiete, ponendo la domanda che assilla tutti.
Kaz tace mentre abbandona la propria postazione e si avvia fuori dal laboratorio, subito da Jesper e gli altri.
Pensa al foglietto che ha abbandonato nella sala ristoro: se tutto è andato per il verso giusto, Inej lo vedrà e li raggiungerà al più presto.
Ha imposto di utilizzare le gemme nel laboratorio del Parco Giochi e non del complesso degli Avengers sia per aver una maggior sicurezza, sia per avere un’immediata prova della riuscita del piano, per poter rivedere Inej il prima possibile.
Svolta l’angolo del corridoio e il suo cuore perde un battito.
Inej, con la treccia mezza sfatta e il foglietto tra le mani, avanza di corsa nella direzione contraria e, al vederlo, rallenta di colpo, senza dar segno di preoccuparsi per Wylan che le corre dietro e deve bloccarsi per non travolgerla.
Per un istante tutto il mondo sembra svanire: Inej è lì, è tornata.
A farlo tornare alla realtà è l’urlo di gioia di Jesper, che si lancia in avanti verso Wylan, mentre il resto del gruppo esplode in esclamazioni e festeggiamenti.
Ce l’hanno fatta: hanno riportato indietro gli scomparsi.
Kaz non riesce a staccare gli occhi da Inej e, come tirato da un filo invisibile, avanza verso lei che fa altrettanto.
Si raggiungono a metà strada.
Con la coda dell’occhio, Kaz può vedere Jesper che mette a terra Wylan solo per baciarlo e, per un breve istante, ne è quasi invidioso: vorrebbe anche lui poter abbracciare e toccare Inej così.
«Kaz».
Inej gli sorride, allunga una mano verso di lui e così tutto il resto perde importanza.
Per un istante Kaz esita, poi la imita e le loro mani, nude, si sfiorano.
Vede l’attimo di confusione negli occhi di Inej e il sorriso che ne consegue.
Si stringono la mano e, mentre sale la marea, Kaz si ancora nello sguardo tranquillo di Inej per non venir trascinato a largo.
«Che bello essere tornata, Kaz».
«Che bello che tu sia tornata, Spettro».2
Si scambiano uno sguardo d’intesa, poi piano interrompono il contatto e la marea si abbassa.
«È il mio elastico quello che hai al polso?»
Kaz non abbassa neanche lo sguardo.
«L’ho tenuto da parte. Lo rivuoi?»
Inej non riesce a rispondere; Jesper la chiama e un istante dopo la avvolge in un caloroso abbraccio per poi sollevarla in aria e girare su sé stesso.
Kaz rimane immobile, congelato dal pessimo tempismo di Jesper, e medita di tirargli il bastone dietro.
La risata di Inej riempie il corridoio e ogni desiderio di vendetta lo abbandona mentre, dopo un anno, il peso nel petto di Kaz svanisce: lei è lì, è finalmente a casa.
 
 
 
1 Il Parco Giochi è una base S.H.I.E.L.D. presente in Agents of S.H.I.E.L.D.
2 Citazione da pagina 125 di “Il regno corrotto”


 
NdA:
Io devo smetterla di utilizzare il presente, non mi piace neanche tanto scrivere al presente ma...va beh, torniamo a noi!
Ciao, eccomi qua con questa fic che boh... 
Ammetto di non esserne particolarmente entusiasta perché mi sembra che ci sia poca Kanej (e non so neanche quanto ben fatta, con Kaz devo ancora prenderci la mano) e il titolo non mi piace, ma il tempo è agli sgoccioli perché io, da genia del male, avevo letto male il prompt/consegna e quindi dopo aver scritto una fic ho dovuto fare le corse per scriverne un'altra e... correre ancora di più per scriverne un'altra perché quella Marvel!Au si stava allungando troppo (anche ai livelli di diventare una piccola long sui Corvi come agenti dello S.H.I.E.L.D. ) e non ci stavo con i tempi xD
Riassunto? Ho una Kanej non Marvel!Au da terminare e una long Marvel!Au abbozzata, tutto perché sono fusa e ho saltato "!Au" leggendo la richiesta.
Fortunatamente Amy_hime mi ha dato l'idea dello schiocco di Thanos (rimasto Thanos perché per l'Oscuro ho in mente altro) e quindi eccomi qua!
Kaz, da bravo, ha risolto il "problema Endgame" nella durata di un viaggio Titano II-Terra e quindi ha solo dovuto aspettare che i cervelloni creassero la macchina del tempo, senza perdere 5 anni come nel MCU. Ma, capitelo, per Inej questo e altro (e noi non vogliamo che Kaz stia senza Inej per cinque interi anni).
Va bene, sto perdendo tempo xD
Mari, spero che ti piaccia almeno un pochino e che tu possa perdonarmi se non è il massimo!
Ora devo proprio fuggire!
Auguri di buon anno,
Aiko
 
Ps: Matthias è un campione di tuffi
   
 
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