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Autore: Jane2011    01/01/2024    0 recensioni
E' l'ultimo giorno di 2023 e questo, secondo alcune persone, è un testo incomprensibile e disordinato. Bè, a mio parere, quest'anno è stato d'equilibrio quindi ci sta un po' di confusione finale.
(lo dovevo pubblicare ieri)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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ADDIO

Il treno parte, le rotaie provocano un rumore carico di silenzi, le braccia posate al finestrino, sguardo fisso su di lei. Gli altri rassegnati, sdraiati sui letti, con il cappello sul petto e la divisa stropicciata, io alla finestra, con le braccia conserte e gli occhi fissi su di lei. Lei con il suo cappellino di paglia, i capelli raccolti in uno chignon disordinato, che lascia desiderare l’ombra dei boccoli rossi sulle spalle. Lei, con gli zaffiri come occhi, lei che resta immobile, composta nel suo abito bianco, il quale è accarezzato dal vento. Io che la guardo, la desidero. Sento l’essenza dell’ultimo bacio, rubato, fugace, labbra sfiorate e carezza veloce. Avvicino la giacca al naso, respiro un’ultima volta il suo dolce profumo, le rose che porta solitamente fra i capelli quando nessuno la può guardare, tranne io, l’inchiostro che ripetutamente le macchia le vesti e che lei si ostina ad utilizzare assieme alla piuma, invece di una comune penna. Ma lei non è comune e questo nessuno lo sa, tranne io.
Sento la voce lontana, la rabbia nel suo tono era inesistente. Inusuale era trovare anche una minima sfumatura di cattiveria nella sua voce, però non era limpida. Persistevano il terrore, l’angoscia, la disperazione. Nessuno ne era a conoscenza, le mura sottili erano indifferenti in quella casetta dispersa nel nulla, nemmeno quelle urla, nemmeno quelle preghiere furono udite. Solo subite, da me.
La vedevo agitata, senza la minima intenzione di farmi parlare, continuava a camminare, il suono dei suoi tacchi mi martella la testa, aveva il viso rigato, come lo aveva ora e i capelli sciolti. Vetro in frantumi, silenzio. Le sorrido, sconvolta guarda i pezzi in frantumi, poi è un attimo e la ritrovo difronte a me, con il viso ancora corrucciato in una smorfia di disprezzo:
“Perché”
Sussurra, non è una domanda, conosce la risposta
“Devo e lo sai, di aver ragione non mi frega niente ma voglio avere torto sapendo che tu sai che il mio sbaglio è lecito e che la tua ragione è correttamente errata”
Schiaffo, porta che sbatte, guancia rossa.
Sempre più lontani, un ultimo pezzo di carta a segnare i nostri destini, la mia mano scorre piano sul segno veloce ma straordinariamente preciso della sua grafia:
“Proverò a pensarti mentre mi sorridi, tu cerca di rammentare le cose che ti ho insegnato e che tu non hai imparato, prova a immaginare i miei capelli fra le tue dita, prova a risentire la mia voce, riascoltala, come se non potessi farne a meno, non capisco la tua scelta, non condivido i tuoi valori, ma non immagino mie decisioni senza tu le possa prendere con me , ho bisogno di ballare fra i campi abbracciata con te sotto il chiaro di luna, con la melodia degli asini che ragliano, con te che ridi e io che sorrido alla tua felicità, al chiaro di luna. Combatti con loro, ma ti prego, combatti per me”
Esplosione, stazione in trambusto, non intravedo i suoi occhi, solo una nube nera e il terrore di non poter più ammirare il suo viso.

Spero che il 2024 vi possa...anzi, ci possa portare un pò di tregua da pandemie e problemi vari che di certo non sto ad elencare. Quindi grazie e felice anno nuovo!
   
 
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