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Autore: ladypink88    02/01/2024    2 recensioni
Laura non è e una ragazza famosa, tanto meno un personaggio importante. Ma quello che si ritrova a vivere è l'incubo di una dipendenza da una droga legalizzata : per risolvere un problema, si ritrova poi a doverne affrontare un altro più grande. Ma questa è anche la storia di un cammino che la porterà verso una silenziosa, ma avvincente vittoria. Intrecci, storie, sentimenti. Un amicizia, un amore, un amante. Due vite che si uniscono in una promessa che sa di eterno.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Storia di una silenziosa vittoria - ultima parte
 
MOMENTUM

Tutto pur di non pensare

Dire che aveva corso a perdifiato era un puro eufemismo. Non corse, letteralmente fuggì via fino a che non sentì che il suo cuore stava per esplodere. Non si guardò neanche attorno, si accasciò letteralmente sulla prima panchina che trovò e si ranicchiò tra le sue ginocchia dopo aver lanciato da qualche parte il suo zaino e il sacchetto che aveva con sè.

Non aveva neanche le forze per piangere, semplicemente le sembrava di star vivendo un incubo della quale era la protagonista. Chiuse gli occhi e cercò di calmarsi e di riprendere fiato. Cercò di concentrarsi sul battito del suo cuore che galoppava all'impazzata e di respirare profondamente. Dopo qualche minuto alzò la testa e riaprì gli occhi. Non riusciva a crederci.
Era innavertitamente tornata al luogo dove Manuel l'aveva portata durante quel meraviglioso appuntamento a sorpresa di qualche giorno prima.

E fu in quel momento che finalmente le lacrime arrivarono copiose, rigandole il volto e facendola esplodere in un pianto disperato. Non riusciva a credere a ciò che i suoi occhi avevano appena visto.

" Manuel e Serena? Da quanto? E soprattutto perchè? Perchè le stavano facendo questo?" 

Non riusciva a crederci, non riusciva a capire. La sua mente era andata totalmente in cortocircuito e il dolore l'aveva sopraffatta. Non riusciva più a pensare in modo lucido e razionale.Ad un certo punto una folata d'aria la fece rabbrividire e si rese conto che il cielo stava iniziando ad imbrunire.
Aveva trascorso l'intera giornata a disperarsi su quella panchina e aveva letteralmente perso la nozione del tempo.
Come un automa si alzò, afferrò le sue cose che aveva lanciato a pochi metri con noncuranza e si avviò verso la stazione con l'idea di tornare a casa.

Non aveva voglia di nulla, se non di chiudersi in camera sua e spegnere la sua mente. Letteralmente pensare la faceva soffire.
Arrivò a casa e sua madre l'accolse con un sorriso :

" Ciao tesoro, pensavo saresti arrivata un pò prima... ho provato a chiamarti ma..." la sua voce si spezzò non appena vide Laura.
" Laura, ma cos'è successo?" chiese con tono incalzante e preoccupato Roberta.

Lei balbettò solo un :
" Non sto per nulla bene mamma, vado in camera a riposare..."
E senza aspettare la sua risposta la ragazza si chiuse la porta della sua stanza alle sue spalle.


Ancora una volta lasciò cadere con noncuranza il suo zainetto in un angolo della stanza e il sacchetto dell'erboristeria che fino a qualche ora prima era per lei così prezioso, simbolo di un recupero e  di una serenità che ora vedeva così buie e lontane.

Si cambiò, si mise il pigiama e si legò la chioma castana in una comoda coda. Senza pensarci troppo il suo corpo si mosse da solo. Aprì il cassetto del comodino e prese l'astuccio dove si trovavano le maledette.
Il suo sguardo era spento, la sua mente in totale agonia . Il suo unico obiettivo era spegnere il cervello. Smettere di pensare, smettere di soffrire. 

"Le due persone più importanti della sua vita l'avevano tradita alle spalle" 

Con questa ferita lacerante tutto aveva perso di senso per lei.
Iniziò a predenre le sue gocce, ma c'era una differenza sostanziale rispetto alla sera prima. Non vi era più la stessa lucidità e attenzione nel cercare di rimanere fedele alla stessa dose, no . L'esatto contrario.
Laura prese una dose spropositata di gocce, e si ranicchiò sotto le coperte, con l'obiettivo di spegnere anche solo per qualche istante quell'agonia che quasi le toglieva il fiato.
E nel giro di qualche minuto si addormentò stordita dall'eccessiva quantità di farmaco presa.


 
   
 
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