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Autore: theGan    03/01/2024    5 recensioni
PARTE 1: Amburgo, 1986.
Genzo Wakabayashi inizia la sua nuova vita in Germania.
Karl Heinz Schneider decide di non farci amicizia, Hermann Kaltz è più pragmatico.
La long-story mai richiesta sulla storia del terzetto amburghese.
[CONCLUSA]
PARTE 2: Giappone ‘45 / Germania ‘87. 
Tatsuo Mikami vuole essere un calciatore, non un padre.
La vita è piena di sorprese.
Genere: Commedia, Drammatico, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Hermann Kaltz, Karl Heinz Schneider, Taro Misaki/Tom, Tatsuo Mikami/Freddy Marshall
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*questa fiction viaggia parallela al canon: ci flirta insieme, ma non se lo sposa.


 

 

14. Le cose belle quando finiscono (pt.1).

 

Tatsuo non sa come sia possibile, ma Tv Tokyo[1] quest’anno trasmetterà le partite del torneo nazionale di calcio U12. Non tutte e solo all’interno di una certa fascia oraria, così per le altre lui e Genzo si arrangiano con qualche radio amatore locale.

La Nankatsu è sfortunata ed il suo primo avversario per la fase a gironi è proprio il Meiwa. Genzo, inconsolabile, conficca un pugno nel cuscino e sparisce in bagno ad urlare. Quando riemerge è quasi a posto.

- Va bene, fa niente. L’importante è che vincano.

Invece la Nankatsu perde. Tatsuo osserva Genzo passare attraverso tutte le fasi del lutto senza sapere bene cosa dire. I giocatori rientrano negli spogliatoi, Genzo si tira in piedi, va in salotto, scava nel cassetto dello scrittoio del salotto ed emerge con la guida telefonica. Impiega quattro tentativi prima di riuscire a collegarsi con l’interno giusto.

- Mister Shiroyama, sono Wakabayashi. Potrebbe passarmi Morisaki?

Tatsuo si siede ed aspetta l’esplosione della bomba. Genzo sorride.

- Ehi, Morisaki! Ma non vi sarete mica scoraggiati? Abbiamo perso, ma tu hai giocato benissimo! Ti sei battuto con coraggio. La porta della Nankatsu è nelle tue mani fino al mio ritorno! Ehi, ma Tsubasa è tanto giù? Fa che passarmelo un attimo.

Non c’è pietà nella voce di Genzo, è sicura e decisa come sempre quando ricorda ad Ozora che questa, del girone, è, infondo, solo la prima partita.

- Non siete mica fuori dal campionato. Vincete le altre che ci giochiamo con Hyuga la rivincita in finale, d’accordo?!

Dall’altra parte della cornetta i malumori si trasformano in grida entusiaste. Genzo riattacca.

- Genzo…

“Sono tanto orgoglioso” vorrebbe dire, ma non lo fa. Genzo interpreta male la pausa, incrocia le braccia e non lo guarda negli occhi.

- È vero che hanno giocato bene. Solo un idiota se la prende con qualcuno che fallisce anche quando si impegna.

Tatsuo non sorride, il cuore colmo di una tenerezza che fa male. S’è distratto e Genzo ha finito per crescere. Vanno insieme in veranda e trovano la frequenza su cui trasmettono la partita del Furano.

***

L’incantesimo che malediva la Nankatsu con Genzo assente si dissolve con il sole dell’estate.

Vincono con l’Osu di Fukuoka per nove a zero e ripetono il successo nella giornata successiva, fino ad arrivare con l’incontro con l’Hanawa che, dopo il pareggio con il Meiwa, è saldamente qualificata al secondo posto del girone.

La Nankatsu è in forma perfetta, nonostante le difficoltà date dalla combinazione dei gemelli Tachibana, domina il primo tempo e va alla pausa sull’uno a zero. Genzo va in giardino a fare ginnastica, sicuro della vittoria dei compagni. Un po’ ingenuo, dovrebbe sapere che il calcio non è quasi mai prevedibile.

Tatsuo lo richiama all’ordine quando l’Hanawa segna il goal del pareggio.

- Ma giocavano così bene!

- Sì, ma anche gli altri.

Genzo torna dentro in tempo per vedere Ishizaki, entrato in campo per la prima volta dall’inizio del torneo, segnare l’autogoal dello svantaggio.

- Ora me lo linciano.

Commenta Genzo e, nonostante la strana rivalità che lo anima ogni qualvolta Ishizaki è coinvolto, non ne pare contento.

I giocatori della Nankatsu convergono su Ishizaki, ma l’arrivo di Misaki calma gli animi e si ritorna in campo con pochi minuti a disposizione e l’obbligo di vincere. Genzo sposta la sedia più vicino al televisore, Tatsuo è costretto a guardare la partita da sopra la sua testa. Misaki segna il goal del pareggio, trasformando in assist il tentativo a rete di Ishizaki. La Nankatsu torna in partita e si aggiudica la vittoria quando Tsubasa, pochi minuti dopo, s’inventa un’improbabile rovesciata.

Genzo si abbandona contro lo schienale della sedia.

- Da adesso le partite ce le guardiamo tutte dall’inizio alla fine.

Tatsuo gli tira un buffetto sulla testa.

***

La caviglia di Genzo migliora, ma non abbastanza per rientrare in campo agli ottavi di finale come aveva sperato. Tatsuo può impedirgli di giocare (per ora), ma non di comprare ad entrambi un biglietto di sola andata per Tokyo: treno, non aereo. Per fortuna.

- Sei sicuro di volere andare lo stesso?

- Certo!

I posti sul treno sono prenotati, hanno giusto il tempo per vedere un’ultima partita prima di precipitarsi in stazione. Per mantenere i ritmi serrati delle pause scolastiche estive i giocatori delle U12 sono costretti a giocare tutti i giorni senza pause e nel pomeriggio la Nankatsu affronta il Naniwa che quest’anno schiera come suo capitano Taichi Nakanishi: un bestione che pare più uno studente di seconda liceo che di sesta elementare. L’adagio di Tatsuo per cui giocare in porta non sia questione di stazza[2] pare, ancora una volta, andare inascoltato. La difesa del Naniwa è eccellente, lo stesso Nakanishi è, al di là di tutto, davvero bravo e la Nankatsu ha qualche difficoltà di troppo a segnare.

Ozora non si lascia intimorire e prima della fine del primo tempo sblocca insieme a Kisugi il risultato. Nella ripresa il vantaggio si allunga grazie ad Izawa e Misaki, ma la Nankatsu è incontenibile e continuane a pressare fino a segnare il cinque ad uno.

C’è qualcosa di aggressivo, questo sabato, nel calcio della Nankatsu, qualcosa che era mancato alle altre partite e che sparirà da quelle successive: l’intera squadra nei trenta gradi all’ombra di un pomeriggio di sole ha deliberatamente martellato nel cuore dell’avversario un unico punto. 

- Sai Genzo… - Prova Tatsuo. – Pare che Nakanishi volesse emulare il tuo record dell’anno scorso. Credo che ai tuoi amici non sia andato a genio.

Tsubasa Ozora e il quintetto della Shutetsu hanno un forte attaccamento per Genzo. Tatsuo se lo vede il piccolo capitano della Nankatsu incitare i compagni al grido “Nessun portiere sarà mai bravo quanto Wakabayashi!” come ha fatto e farà in allenamento almeno un milione di volte per il consenso generale dei presenti, Ishizaki compreso. Il “Genzo Wakabayashi fan club”. Tsubasa Ozora dimostrerà negli anni una fede incrollabile nel suo portiere e una certa propensione a fare male, emotivamente parlando, a chiunque cerchi di ferirlo.

Tatsuo sorride e pensa sia tenero che l’ossessione di Genzo per l’altro calciatore sia ricambiata con gli interessi. Da quanto Tsubasa Ozora è entrato nelle loro vite, l’energia nervosa che consumava Genzo si è dispersa come le foglie in autunno. Il suo piccolo portiere è tornano a divertirsi, a crescere.

Quella sera partono per Tokyo.

***

Tatsuo passa i due giorni successivi dentro e fuori dalla Federazione. L’Amburgo SV ha perso l’ultima occasione per rimangiarsi l’offerta e ora il contratto è nero su bianco: Tatsuo Mikami andrà in Germania.

A sentire Katagiri, l’iniziativa è già stata pubblicizzata in Europa. Riscuote simpatia ed approvazione: tutti amano gli underdogs che dal Sol Levante, capo asperso di cenere, vengono ad imparare dal grande Occidente. Ma che vadano un po’ a…

- Siamo stati contattati dal Werder Brema e da alcuni club tedeschi e francesi. Di questo passo quando sarà in Europa, avrà parecchi posti da visitare.

L’Europa, la Germania, come Yasuhiko Okudera. Uno su un milione. Ci ha messo un po’ di più certo, ma anche Tatsuo Mikami è arrivato.

Si ricorda di Genzo solo quando ritorna all’appartamento e lo trova con la testa infilata nei bagagli.  Tatsuo impiega un attimo per ricordare che oggi la Nankatsu giocava la semifinale con il Musashi. A giudicare dalla reazione andare a vederla in diretta non ha portato bene.

- Ma che dice? Domani c’è la finale, vado a stare al refettorio con gli altri!

Ah. Come non detto.

- Genzo, mister Shiroyama LO SA?

Genzo si siede sulla valigia e sfrutta il peso per vincere la resistenza della zip.

- Sicuro. Mi hanno visto tutti oggi al campetto!

Tatsuo respira. Sfila gli occhiali scuri, li pulisce con il dorso della manica e li rimette più sporchi di prima.

- Cos’è successo durante la partita?

E Genzo glielo spiega. Jun Misugi, la star del Musashi, ha un grave problema cardiaco. Ah, Tatsuo non lo sapeva, spiega parecchio: il ragazzino ha iniziato a bazzicare i tornei nazionali nello stesso periodo di Genzo ed è sempre stato… bravo. Assente. Un talento che trovi una volta su... sfortuna.

Nel racconto che Genzo fa della partita Tsubasa s’è lasciato soverchiare, non tanto dalla tragedia, ma da Misugi in sé, dalla consapevolezza che a volte non conta la capacità o la passione, ma la fortuna di nascere coi geni giusti. Quando bastano, perché poi ci sono gli incidenti…

Tatsuo non pensa a Katagiri, pensa a quanto la consapevolezza del limite faccia male e spera che crescere non spezzi il sorriso di Tsubasa Ozora come aveva quasi fatto col suo Genzo.

- Quindi, cos’ha gli hai detto?

Chiede.

- Che a Tokyo non sono venuto per vederlo fare il pirla! Tsubasa mi ha promesso LA FINALE!

Beh, almeno è stato efficace.

Al refettorio comunque non ci vanno: troppo tardi ed una telefonata conferma che hanno a mala pena posto per un futon extra, figurarsi per una stanza con letto. Tatsuo pensa il mondo di Genzo, ma sa anche che su igiene e spazio personale sia la versione giapponese della “principessa sul pisello”.

- Guarda che se poi non dormi, mister Shiroyama mica ti fa giocare.

E le proteste sul raggiungere i propri compagni, magicamente, hanno fine.

Tatsuo realizza più o meno alle due del mattino di aver assicurato a Genzo che alla finale di domani sarà in campo. Merda.

***

Mister Shiroyama schiera Genzo dall’inizio. Tatsuo ricopre entrambi di raccomandazioni che entrano da un orecchio ed escono dall’altro e poi va a cercare un posto a sedere.

La caviglia è ancora fragile, ma quasi a posto. I portieri saltano, ma non corrono. Le partite dell’U12 durano solo sessanta minuti. Ok. Andrà bene, poi Tatsuo potrà inchiodare il culo di Genzo ad una sedia fino al giorno della partenza.

I piccoli della Nankatsu ascoltano composti le istruzioni del coach, Genzo tocca la spalla di Ozora ed indica gli spalti: Sanae Nakazawa ha portato la bandiera. Ozora alza una mano a salutarla e Genzo scoppia a ridere. Questa sarà la loro ultima partita insieme. Se anche Genzo non partisse, sarà Ozora a farlo:  Roberto Hongo gli ha promesso, a fine torneo, di portarlo con sé in Brasile.

È triste quanto naturale: le amicizie d’infanzia non sono destinate a durare, la distanza le sfalda. Forse è per questo che Tatsuo non ho voluto impedire a Genzo oggi di giocare: se questo deve essere un addio allora che lo viva senza rimpianti. Ovviamente sulla faccenda degli addii, come al solito, Tatsuo si sbaglia.

- Qual è il suo?

Gli chiede un uomo che non ha mai visto prima, è sulla quarantina, indossa un cappello e ha l’aria buona di chi non s’è lasciato incattivire dalle ferite della vita. Si chiama Ichiro ed è il padre di Taro Misaki.

- Ah, Wakabayashi! Quello che ha aiutato Taro a trovare la scuola! – Dice il signor Ichiro e poi torna a guardare il prato. – Speriamo che i nostri ragazzi oggi si divertano un mondo!

Non che facciano del loro meglio, che vincano. Che si divertano.

Tatsuo annuisce e si chiede se sia quello che i genitori giusti debbano volere dai propri figli.

La partita inizia con la Nankatsu che veloce soffia il possesso palla al Meiwa e si lancia in avanti. Hyuga tenta un approccio un po’ aggressivo che si inchioda contro il tecnicismo di Ozora e Misaki, l’azione si conclude nell’uscita del bravo portiere del Meiwa che intercetta il tiro di Ozora senza farsi impensierire. Ken Wakashimazu, portiere alto e slanciato, tocca il terreno dopo una capriola in aria che sorprende e causa soggezione negli avversari e una certa dose di perplessità in Tatsuo.

I calciatori del Meiwa saranno eccentrici, ma sono anche efficaci.  Prendono dal loro coach: Kozo Kira stravaccato sulla panchina di metallo agita una bottiglia di sakè in loro direzione, Tatsuo evita di guardarlo. È invecchiato. Pare avere più cinquant’anni invece che quaranta.

Un paio di azioni pericolose da parte della Nankatsu ed ecco che il Meiwa parte al contrattacco, l’assist di Sawada arriva a Hyuga anticipando Takasugi e lasciandolo da solo di fronte al portiere. Ma Genzo è già uscito e intercetta il pallone ancora prima che il capitano del Meiwa riesca a tirare.

La rimessa arriva lunga su Izawa che si coordina con Misaki per consegnare la palla a ad Ozora che si trova ancora una volta ad affrontare la superiore fisicità del gioco di Hyuga. Ozora la butta sul tecnico e lo scontro tra i due capitani si risolve con un’impasse. A complicare ulteriormente le cose c’è il gioco acrobatico e decisamente anticonformista di Ken Wakashimazu che spiazza i giocatori della Nankatsu con prove atletiche che appartengono più a un dojo di karate che ad un campo di calcio. Tatsuo sopprime il desiderio di chiedere dove l’abbia scovato a Kozo Kira.

Il gioco di Genzo sarà meno spettacolare, ma è altrettanto efficace. La buona coordinazione tra Sawada e Hyuga non può molto contro di lui o la sua difesa. Genzo regala il pallone a Taki, la Nankatsu stordisce il Meiwa con una serie di passaggi veloci. Ozora aspetta che Wakashimazu si sbilanci per passare a Kisugi che tenta il tiro, il portiere del Meiwa riesce ad arrivare a tempo  e respinge senza trattenere. Misaki e Ozora arrivano contemporaneamente sul pallone. È difficile stabilire chi dei due tiri. Forse entrambi, dato l’effetto impresso alla sfera quando si insacca in rete consegnando alla Nankatsu il goal del vantaggio.   

Kozo Kira aspetta che la frustrazione smetta di annebbiare i suoi piccoli campioni, dà istruzioni a Sawada che Tatsuo non riesce a sentire e si fa in disparte. Ma non si siede. Il Meiwa riprende la partita con energia nuova, Hyuga è incontenibile e martella la difesa della Nankatsu che si chiude in area lasciando al capitano avversario campo libero per tirare da fuori. La presunta invincibilità di Genzo sui tiri dalla distanza pare convincere i compagni che per arginare la tigre del Meiwa tanto basti. E….

Hanno ragione. Hyuga supera buona parte dei giocatori avversari per capacità fisica e preparazione, ma non può nulla contro un portiere che lo legge come un libro aperto. La cosa diventa frustrante molto rapidamente: Genzo para, consegna la palla lunga su Izawa o Taki o Misaki, la difesa del Meiwa intercetta, passa a Sawada che regala palloni su palloni a Hyuga che tenta il tiro dalla distanza e si fa intercettare. Il gioco ricomincia.

E Tatsuo sperava che Genzo potesse prendersela comoda. Cosa accidenti sta facendo la difesa? Lo pensa anche il portiere quando Takeshi Sawada spunta all’improvviso dal suo angolo cieco e devia di testa il tiro lungo che Hyuga aveva tentato di insaccare nell’angolo destro. La Nankatsu trattiene il respiro. Genzo, in qualche modo, riesce a deviare la nuova traiettoria di piede.

L’arbitro fischia la fine del primo tempo. A bordo campo i giocatori del Meiwa hanno una discussione accesa, tanto che per un attimo Tatsuo si domanda se finirà in rissa. Poi Hyuga si contrae e lascia che gli amici gli si compattino attorno. Scoprirà dopo da Kozo e Katagiri che sul risultato di quella partita si scommetteva la possibilità per Hyuga di continuare a studiare oltre la licenza elementare: una borsa di studio all’istituto Toho a coprire, per meriti sportivi, medie, liceo ed università. Troppa tensione per un ragazzino di dodici anni. Fortunatamente per lui il Meiwa ama il suo capitano tanto quanto la Nankatsu il suo portiere.

Quando gli undici giocatori avversari tornano in campo dopo la ripresa sono animati da un unico obbiettivo: fare in modo che Kojiro Hyuga quella borse di studio LA VINCA!

La Nankatsu si fa prendere in contropiede, il Meiwa è un fiume in piena che la trascina in basso. Hyuga smette con le imprese personali e si coordina con Sawada per bucare la difesa avversaria. Ci riesce. Ma sulla linea della vittoria c’è sempre Genzo. Gli occhiali di Tatsuo gli scivolano sulla punta del naso, quando si tira in piedi. Genzo ha preso il tiro di Hyuga in piena pancia ed è stato sbalzato direttamente in rete.

La Nankatsu esulta quando realizza che il suo portiere ha bloccato la sfera al di là della linea di porta. Tatsuo aggiusta gli occhiali e non si rimette a sedere. Questo non è il Musashi di Misugi o il Furano, Hyuga supera Genzo in forza, statura e resistenza. Se non lo chiudono sicuramente riuscirà a segnare.

Tatsuo non è preoccupato del potenziale pareggio del Meiwa. Guarda Genzo riposizionarsi, esitare, modificare il piede d’appoggio e non ha bisogno d’altro per sapere che la caviglia gli fa ancora male.

Finché non crolla coach Shiroyama non lo sostituirà. Tatsuo deve scendere in campo e dirgli qualcosa. La Nankatsu approfitta della confusione del Meiwa per avanzare. La bella azione di Misaki rovina sull’uscita di Takeshi Sawada che ignora il pallone e gli va direttamente sui piedi. Ozora intercetta la sfera e tenta la sua proverbiale rovesciata, Wakashimazu si coordina a tempo e dopo aver volato i due giocatori rovinano entrambi al suolo.

Il portiere del Meiwa si rialza, Misaki ed Ozora no.

- Taro!

Tatsuo si era dimenticato della presenza di Ichiro Misaki. I giocatori del Meiwa, poco sportivamente, non fermano il gioco e approfittano della distrazione avversaria per cercare il goal del pareggio. Genzo mantiene la calma, coordina la difesa e riesce ancora una volta a spiazzare Hyuga intercettando un tiro pericoloso direttamente in area. Però non trattiene, Ishizaki prova a spazzare, Hyuga è più veloce e segna di testa il goal dell’uno a uno.  

Ozora raggiunge i compagni in area, Taro Misaki no. L’intervento di Sawada è stato pesante e la caviglia destra del numero undici della Nankatsu è una maschera di sangue. L’arbitro decide finalmente di interrompere il gioco e lasciare che la panchina intervenga. La partita ricomincia, mister Shiroyama esita con le sostituzioni e la Nankatsu gioca con un uomo di meno.

Con la squadra allo sbando Genzo assume il comando e il Meiwa fallisce nel raddoppio.

Mancano dodici minuti al fischio finale, la gamba di Genzo cede di colpo. Un momento il portiere è in piedi ad abbaiare ordini alla sua difesa, l’altro è a terra.

La Nankatsu non si può permettere di andare ai supplementari, Genzo non si può permettere di andare ai supplementari.

- Signor Misaki, mi segua.

***

Il campo da calcio in cui si tiene la finale del torneo interscolastico di calcio U-12 non è uno stadio. Negli anni gli investimenti delle società permetteranno ai giovani giocatori collocazioni più agevoli, ma nel 1985 per arrivare alle panchine devi superare il cordone dei genitori assiepati ai lati del campo.

- Oh signor Mikami, una cosa orribile! - Dice la signora Ishizaki quando lo vede, poi torna a fissare il prato. – Così! Di testa Ryo!

La Nankatsu difende disperatamente il risultato, Genzo è di nuovo in piedi: il tremore che gli scuote la gamba sinistra è insopportabile. Misaki rientra zoppicando e regala ad Ozora un ultimo pallone. Wakashimazu lo anticipa, il pallone arriva ancora una volta a Hyuga e questa volta Genzo non ripete il miracolo: a tre minuti dalla fine il Meiwa passa in vantaggio.

- La partita non è ancora finita.

Dice Ozora ed è così: nessun giocatore della Nankatsu è disposto ad accettare questo risultato. La squadra sale lasciando indietro Ishizaki e Takasugi a fornire supporto alla difesa. Izawa recupera sull’ala destra e serve Taki, il Meiwa chiude in fretta e Taki rilancia a Misaki che finta e tenta di aprire la stretta maglia della difesa avversaria. Ancora una volta il suo assist è per Ozora e ancora una volta Wakashimazu lo intercetta. Kisugi prova ad inserirsi, ma la difesa del Meiwa spazza.

Ad un minuto dalla fine il pallone arriva comodo, comodo ai piedi di Kojiro Hyuga.

Il Meiwa esulta. Tatsuo non ha tempo di prendersi la testa tra le mani: sa cosa sta per succedere. Alla faccia di andarci piano…

Kojiro Hyuga non ha il tempo di coordinarsi con Sawada che la sfera gli sfugge dai piedi. Gli attaccanti non si aspettano il portiere a metà campo. Genzo corre sulla gamba distrutta, supera Hyuga, due difensori avversari e prova dalla distanza, il tiro corretto da Misaki ed Ozora finisce per insaccarsi in rete.

Pareggio, si va ai tempi supplementari.

- Siete sicuri di riuscire ancora a giocare?

- Certo!

Rispondono in coro quei tre fessi di Genzo, Osora e Misaki. Mister Shiroyama vuole vincere e non tenta nemmeno di farli ragionare. Non lo fanno nemmeno Ichiro Misaki e Tatsuo Mikami.

- Lasci che ci pensi io.

Dice Tatsuo ad Onogoya, l’assistente di coach Shiroyama. Recupera la cassetta del pronto soccorso e si siede vicino a Genzo.

- Capisco come ti senti. Con un bendaggio stretto dovresti farcela fino alla fine della partita. Fa del tuo meglio e cerca di non esagerare.

Genzo sorride entusiasta. Ichiro Misaki, un metro più avanti, fa lo stesso discorso a suo figlio.

***

Data la giovane età dei giocatori e i trentacinque gradi di temperatura percepita in campo, l’arbitraggio fissa dieci minuti di gioco extra divisi in due tempi supplementari da cinque minuti ciascuno.

Nankatsu e Meiwa non si risparmiano e il pallone rimbalza da una parte all’altra come una roulette impazzita. Ozora trova l’occasione giusta e sblocca la situazione mandando la palla in rete, la squadra festeggia per meno di un minuto prima che il fischio dell’arbitro invalidi il goal. I tifosi di entrambe le squadre, per motivi opposti, rumoreggiano, qualcuno, complice il caldo, si sente male, persino quella lattina di energia imbottigliata che è Sanae Nakazawa si puntella con la bandiera per non cadere.

Ha fatto male a lasciare che Genzo rientrasse? Lo avrebbe potuto fermare?

I minuti corrono veloci, nel secondo tempo supplementare il Meiwa domina il campo, la difesa stremata della Nankatsu gli permette di avanzare. Hyuga e Sawada penetrano in area ed è ancora una volta il capitano avversario a tentare l’impresa con un tiro fortissimo destinato ad insaccarsi sulla sinistra quasi a ridosso della traversa. Ma per Genzo, Hyuga è un libro aperto. Salta un istante prima alto, altissimo, dandosi lo slancio con la gamba sana e intercetta. E poi si schianta con la spalla sul palo.

L’arbitro fischia. I tempi supplementari sono finiti.

- È probabile che dichiarino il pareggio.

Tatsuo annuisce, sospira e non risponde alle speranza di coach Shiroyama. Alza una mano in segno di saluto verso Kozo Kira ed aspetta di essere deluso dalla dirigenza. L’attesa è breve. Altri dieci minuti di supplementari. Tatsuo sistema la fasciatura a Genzo.

Il portiere prende da parte i compagni per una riunione strategica: la Nankatsu farà onore al suo passato da Shutetsu chiudendosi in difesa per i successivi cinque minuti.

- Lasciamo che si stanchino. Voi vi riposate e li prendiamo in contropiede nella seconda metà.

Una strategia un po’ ingenua e tuttavia solida. La difesa della Nankatsu fa onore al suo nome, il Meiwa intuisce le intenzioni avversarie e decide di pressare ancora più saldamente in attacco. Dopo cinque minuti di tentativi falliti, la palla ritorna alla Nankatsu e la combinazione d’oro Misaki-Tsubasa all’ottavo minuto riesce finalmente a trionfare.

Genzo è crollato al suolo. Ishizaki prova ad aiutarlo, cerca Takasugi per farlo alzare. Coach Shiroyama FINALMENTE chiama il suo primo cambio.

Il Meiwa non glielo permette. Misaki intercetta Hyuga e dà tempo a Genzo di rimettersi in asse. La Nankatsu respinge l’offesa e Ozora allontana il pallone, portandolo fino alla metà campo avversaria e regalando una lunghezza in più alla vittoria della Nankatsu.

***

I piccoli calciatori si stringono l’uno all’altro. Genzo e Misaki si puntellano per raggiungere gli amici a centro campo. Hyuga, molto sportivamente, regala le sue congratulazioni quando ancora non sa che la borsa di studio gli sarà assegnata lo stesso.

Roberto Hongo si rimangia il Brasile. La combo Ozora madre-figlio lo scopre insieme a tutti gli altri, quando il calciatore straniero se n’è già andato ed i festeggiamenti per la vittoria si trasformano in una corsa senza successo verso l’aeroporto.

Genzo è livido.

- Quel pezzo di merda, quando lo vedo gli spac…

Quando il suo pupillo inizia è meglio lasciarlo finire, tanto più se di mezzo ci si aggiunge Ishizaki. Il difensore incrocia le braccia, storta le sopracciglia e dichiara:

- Roberto Hongo è un uomo morto.

- Signor Mikami, la disturbo?

Munemasa Katagiri appare come un angelo all’uscita degli spogliatoi, dando a Tatsuo l’occasione per smollare a coach Shiroyama la gestione dell’ira funesta di metà della squadra. Genzo rientrerà in aereo con i compagni domani. Tatsuo si raccomanda di usare una stampella e non dare peso al piede, niente affatto rassicurato, ripete la stessa cosa a Shiroyama tre volte e poi raggiunge Katagiri.

La collaborazione tra Amburgo SV e JFA è stata finalizzata per l’inizio del prossimo anno. C’è di che festeggiare, così lo fanno. L’izakaya Watami nella periferia di Adachi quella sera ospita più della metà degli impiegati e dirigenti della JFA under quaranta, oltre vari ed eventuali. Katagiri non fa mai il nome di Tatsuo, ma almeno venti persone si offrono di versargli da bere. Tatsuo sorride e quando nessuno lo guarda, svuota il sakè nella pianta dietro, Katagiri sapendo che è astemio se la ride, al terzo travaso Kira piazza il culo nella sedia accanto la sua e scambia i loro bicchieri.

Tatsuo non lo ringrazia, invece dice:

- Il Meiwa è una bella squadra.

Kozo storta la bocca in un sorriso sghembo che aumenta il volume delle rughe e fallisce nel farlo apparire più giovane.

- Visto che bravo il mio Kojiro! Quei deficienti della Toho hanno fatto un affarone, senti a me!

Tatsuo raccoglierà la vicenda della borsa di studio uno spizzico alla volta durante il resto della sera, per ora si limita ad annuire ed a cambiare argomento.

- Il tuo Wakabayashi è in gamba. – Aggiunge Kozo, quando arriva al settimo bicchiere. – Ha un lato selvatico che non sei riuscito a domare, eh. Chissà che ne esce ora che lo lasci e te ne vai in Gemarn…

- Genzo lo porto con me.

Le spalle di Kozo hanno un sussulto, il sakè trema e schizza sul tavolo, prima che il suo vecchio nemico appoggi il bicchiere sul tavolo e si volti a fissarlo.

- Ma davvero… e la sua famiglia è d’accordo?

Certo. Sicuro.

All’incirca.

***

Quando Munemasa Katagiri se n’era uscito con la sua bella trovata tedesca in aprile, Tatsuo aveva detto accettato di getto e poi aveva mantenuto la guardia alta nella convinzione che non se ne sarebbe fatto niente. I mesi erano passati e il caos aveva preso corpo e Tatsuo aveva iniziato a non dormirci la notte. Non puoi controllare la vita: i cambiamenti arrivano di colpo come un incidente. Tatsuo non è sicuro quanto sia meglio per la propria salute mentale vedere il muro avvicinarsi senza poter fare nulla per evitarlo. Però si può provare a smorzare l’impatto.

Aveva preparato una lista mentale in tre punti: al primo posto la questione finanziaria. Un appuntamento in banca lo aveva fatto sentire più tranquillo: anni di eccellente stipendio a fronte di zero spese  erano riusciti nel miracolo facendo scendere il suo debito sotto il milione[3] di yen. Anche con la paga da fame della JFA Tatsuo può riuscire a sopravvivere.

Secondo punto: verificare con Katagiri.

- Non si preoccupi signor Mikami, ormai è cosa fatta. Ah, per Wakabayashi mi manca ancora la valutazione di coach Shiroyama, me la faccia avere al più presto.

Meno rassicurato, Tatsuo aveva stabilito di smetterla di rimandare e spuntare un ultimo, trascurabile, punto: il permesso dei signori Wakabayashi di portarsi via il figlio. Non era andata benissimo.

- Le abbiamo mai fatto mancare qualcosa per abbandonarci così?!

Shuzou Wakabayashi quando si arrabbia arruffa le sopracciglia e abbassa di due toni la voce, gli ricorda un po’ quando Genzo a sette anni si rifiutava di mangiare il natto.

-  È viscido e sa di schifo.

Tatsuo prende fiato, incrocia lo sguardo più misurato della signora Wakabayashi ed attacca con il copione che ha passato l’ultima settimana a ripassare. Sì, non c’è ancora nulla di assolutamente certo. Sì, è felice e grato della sua attuale occupazione, davvero. No, l’offerta della Federazione non entra in contrasto coi suoi attuali doveri e obblighi. Come? Beh è chiaro che ad Amburgo ha intenzione di andare con Genzo.

-  È la scelta migliore nell’ottica del suo futuro

Che è un po’ come lanciare una bomba.

Shuzou Wakabayashi apre la bocca, la richiude, sgrana gli occhi e sputacchia un verso che si strozza quando la sua signora appoggia una mano sul suo braccio. Shoko Wakabayashi fissa Tatsuo negli occhi, contrae la fronte e per un secondo appare furiosa. Poi l’attimo passa, la donna distoglie lo sguardo e chiede:

- Non è… troppo presto?

Se fossero stati dei genitori più presenti, più giusti, più affettuosi nei confronti del figlio, Tatsuo si sarebbe sentito mortificato nel risponderle che no, non lo è. I giocatori giapponesi non sono granché quotati all’estero e la mancanza di competizioni internazionali di rilievo rende quasi impossibile per loro “essere scoperti” dalle grandi squadre straniere, il caso Okudera rimane l’eccezione di una regola fin troppo severa.

- I club giovanili reclutano calciatori ancora più giovani di vostro figlio. È solo grazie all’intercessione dalla JFA se l’AmburgoSV ha accordato di sottoporre Genzo ad un provino.

- Un provino? – Sbotta Shuzou un po’ indignato. – Quindi non è nemmeno certo che…

- Genzo passerà. – La voce brusca di Tatsuo silenzia il fiume di obiezioni. – È impensabile il contrario.

Forse i padri vedono i figli con il filtro, ma Tatsuo è prima di tutto un allenatore e Genzo ha la stoffa giusta, quella su cui si cuciono i grandi campioni. La forza di questa convinzione, piega ogni altra protesta, i coniugi Wakabayashi, dopo un fiume di borbottii a mezza voce, dicono di sì. Le due ore successive Tatsuo le passa ad affinare con loro i dettagli su visto, permessi e domicilio. Quando si congeda la voce fredda di Shoko Wakabayashi lo congela sulla porta.

- L’ultima parola sulla faccenda spetta a Genzo.

E tanto basta a fare strisciare l’insicurezza, Tatsuo cincischia e decide di posporre la questione a quando la gamba di Genzo non sarà guarita, così che manca solo un mese alla loro eventuale partenza prima che al suo piccolo portiere venga chiesto di fare una scelta.

Genzo alla Germania dice sì, Tatsuo non è sicuro se sentirsene sollevato.

 


NOTE: 

 

E CI SIAMO! L'ultimo capitolo dedicato a Mikami è LUNGHISSIMO e quindi lo divido in tre parti (sto ancora finendo di scrivere la terza). Dopo questo lungo flashback si ritorna al POV del mitico terzetto.

BTW per scrivere le partite sono andata a seguirmi paro, paro il manga per chi passa la palla a chi, chi segna, quando, ecc... cosa che dovrò rifare quando arriveremo al campionato di Parigi (argh). Peccato che alcune informazioni uscite negli speciali (ex il nome del padre di Kojiro che so esistere, ma accidenti se trovo la pagina) non riesco a trovarle su nessun sito. Se avete strumenti da suggerire (anche in altre lingue) ve ne sarei davvero grata!

Mi piacerebbe riuscire a tornare agli aggiornamenti mensili, ma la salute vuole altrimenti (da un anno a questa parte siamo in caduta libera). In attesa di giorni migliori ci vediamo mercoledì 6 marzo.

 

PS: grazie un sacco per i commenti e per gli auguri di pronta guarigione! Vi auguro un meraviglioso inizio d'anno <3

 

>>> 14. Le cose belle quando finiscono (p.2).

Tatsuo Mikami gestisce lo shock culturale in cucina e Genzo si fa nuovi nemici.

 

[1] Tv Tokyo è uno dei canale più popolari in Giappone, ma è anche la rete televisiva dove nel 1983 è andato per la prima volta in onda “Capitan Tsubasa”.

[2] Nello speciale "Memories: I'm Wakabayashi Genzo" Tatsuo lamenta con Genzo che le squadre giapponesi preferiscano mettere in porta giocatori grandi e grossi, ma non spesso capaci o agili.

[3] Un milione di yen equivale a poco più di seimila euro. Lascio alla vostra immaginazione quanto i debiti di Mikami ammontassero PRIMA di lavorare dai Wakabayashi.

  
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