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Autore: Astrid_Evans22    04/01/2024    1 recensioni
La vita di ogni adolescente viene vista come una vera e propria avventura unica nel suo genere, quando in realtà non si tratta di altro se non una triste monotonia resa interessante da piccole marachelle di poco conto, ed uno se ne rende conto solamente una volta raggiunta l'età adulta quando le responsabilità e gli obblighi morali iniziano ad aver la meglio sul cuore di una persona, che magari è stato per anni il motore che mandava avanti il corpo del giovane in questione. L'anno 2050 è ormai alle porte e dunque perché non rivedere le fasi più importanti di una tipica adolescente dei primi anni venti del 21esimo secolo, andando così a scoprire le sue prime insicurezze, le sue prime passioni, i suoi primi grandi amori e le sue prime esperienze che le permetteranno così di lasciare la giovinezza per poter entrare cosi nei suoi ultimi anni da adolescente prima che entri ufficialmente nella spaventosa età adulta
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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im·pul·si·vi·tà/ sostantivo femminile Tendenza a comportarsi in modo precipitoso e violento Questo termine credo fermamente sia il più corretto da utilizzare per descrivere il carattere che avevo in gioventù. Non so se questa sfaccettatura, positiva o negativa che sia, di me l'avessi ereditata da uno dei miei genitori, oppure semplicemente l'avessi appresa con il passare degli anni durante il fantomatico periodo dell'adolescenza, nel quale io commisi numerosi errori e feci moltissime sciocchezze proprio a causa di questa mia caratteristica. Ricordo una frase detta dal mio professore di filosofia durante il triennio, mentre trattavamo del filosofo e psicoanalista per antonomasia, Sigmund Freud, il quale affermava che la memoria umana conserva non una copia della realtà ma le percezioni che egli ha vissuto. Il mio 5 anno di liceo azzarderei a descriverlo tramite due fasi: la prima in cui il tempo sembrava immobile e le giornate caratterizzate da una tremenda monotonia che si insinuava sempre più nel mio inconscio arrivando a consumare piano piano tutte le mie energie, mentre la voglia di fare qualcosa di nuovo si era attenuata completamente e il desiderio di uscire e poter rompere questa routine andava a sfumare man mano sempre di più. La seconda fase invece mi parse esser di una velocità fulminea che non mi diede nemmeno il tempo necessario di realizzare quello che stava accadendo e a cosa stessi andando incontro, in meno di un'attimo Aprile, Maggio e Giugno erano volati via proprio come le rondini che migrano tutte in gruppo con l'arrivo della nuova stagione, e con essi Luglio era arrivato assieme alla fine di questo percorso tortuoso che fu il liceo, ancora ad oggi sinceramente non mi sento in grado di descrivere al meglio quel lungo periodo durato ben cinque anni della mia vita, penso si possa dire sia stata un'esperienza che sicuramente mi ha aiutata a sviluppare una sorta di giovane maturità, certamente molta di più rispetto a quella posseduta durante le medie ma una briciola rispetto a quella acquisita ad oggi a seguito delle numerose esperienze affrontate. Eppure ammetto che ogni tanto mi capita di ripensare agli ultimi istanti come liceale, e ricordare il sollievo quando uscii per l'ultima volta dall'Elio Vittorini con un meraviglioso bouquet di peonie, la solita ed amata rosa bianca e soprattutto un nuovo fiore mai visto né sentito prima d'ora, il cardo blu, simbolo di positività e amore. Anche quell’estate del 23’ io e Betty fummo invitate per il secondo anno consecutivo ad Ischia a casa di Lily, tuttavia il soggiorno sarebbe durato non 14 giorni bensì 7, ma ciò non mi dispiacque affatto, anzi con il senno di poi lo apprezzai in egual maniera dato che di lì a breve io e lily saremmo dovute partire assieme per una meta esotica prenotata nel febbraio dello stesso anno, quindi necessitavamo di un minimo di tempo per organizzarci con valigie e soldi. Ricordo bene che l’estate dell’anno antecedente a questo fu molto più particolare ed intrigante, forse perché fu la prima volta che partii solamente in compagnia di amici senza i miei genitori, e fu la prima estate che mi sentii finalmente libera da tutto e da tutti, senza dimenticare che io e Betty ci aggregammo ad un suddetto: “Gruppo del mare” il quale comprendeva un numero che variava tra i 14 e 19 ragazzi di età compresa tra diciannove e ventuno anni, mentre quella fatta da maggiorenni non fu caratterizzata da eventi chissà quanto memorabili o divertimento sfrenato, tuttavia ci fu un evento che sì, mi colpì nel profondo, non fu affatto positivo, ma ho comunque deciso di confessare solo ora. Vi erano dei vecchi compagni di scuola che immediatamente cercarono di approcciare con noi, uno in particolare mi colpì per il suo modo di fare disinvolto e disinibito, mi approcciò sicuro di sé, offrendomi una sigaretta, cosa che non rifiutai essendo raro incappare in un evento del genere, credo fosse quell’anno quando mi avvicinai sempre più al fumo acquisendone purtroppo il vizio ma che mai e poi mai volevo ritenere tale per un fattore di orgoglio principalmente, ma come stavo dicendo, il ragazzo si presentò a me con il nome di Matteo, nome non affatto insolito ma a cui io raramente mi ero approcciata, iniziammo a parlare e continuammo per tutta quanta la sera, mentirei se vi dicessi che mi fece inizialmente una brutta impressione, tutt’altro, mi era parso un ragazzo con la testa sulle spalle e abbastanza maturo, con lui analizzai le problematiche di cui la nostra ormai ex scuola disponeva, sui progetti futuri, cosa sarebbe stato meglio continuare a studiare e cosa no, sembrava una bella persona da scoprire, e mi sentii sinceramente in colpa per aver creduto il contrario, fisicamente non mi attraeva più di tanto, non era un brutto ragazzo indubbiamente ma non era neanche colui che rappresentava appieno il mio prototipo, ma quale lo era realmente? Questo è un bel quesito, la cosa interessante di me era che l’unica cosa che avevano in comune i ragazzi che avevo frequentato, era che tutti quanti erano dei fumatori incalliti, tutti, tranne 1, il più importante che ancora oggi ricordo con una stretta nel petto, ma di questo ne parleremo in un altro capitolo. Ad ogni modo; ebbi modo di rincontrare questo ragazzo anche il giorno dopo a mare, e notai come le sue avances stavano diventato più insistenti, talmente tanto da arrivare a propormi di continuare la nostra "conoscenza" in maniera ravvicinata in un luogo più appartato, cosa che mi lascio totalmente destabilizzata, compresi allora che tutta quella sorta di interesse nei miei confronti era nato principalmente per un fabbisogno fisico che necessitava esser soddisfatto in qualche maniera, ora alcuni di voi potrebbero dunque giungere alla conclusione che dopo aver udito queste parole io mi sia distaccata completamente e lo avessi mandato bellamente a quel paese come giusto che fosse, purtroppo però non fu quello che scelsi di fare, lo seguii, non so se per orgoglio, per curiosità, per ripicca, o per quale strano motivo, ma le cose non andarono assolutamente come previsto, dato che la paura prese il sopravvento e non gli permisi in alcuna maniera di andare oltre i limiti che mi ero prestabilita, non avrei perso la mia ancora immacolata purezza con un ragazzetto conosciuto 2 giorni prima in un squallida toilette di un lido a caso, non era quello che volevo non era quello che speravo, sapevo bene che la mia prima volta non sarebbe stata come nei film, meravigliosa, senza intoppi, con l’amore della mia vita, ma non volevo neanche fosse una scappatella della quale mi sarei potuta pentire amaramente. Per farla breve il risultato finale fu esclusivamente, un senso di colpa e di sudiciume che sentii addosso, come mi fossi macchiata di una qualche colpa, o come avessi realizzato soltanto una volta abbandonato quel lido ed aver fatto ritorno alla dimora di lily stessi per venir utilizzata come un oggettino da niente, e non nego che per un po' dentro di me si creò una sorta di blocco emotivo e fisico a causa di questo episodio, che si concluse con un repentino allontanamento e privazione del saluto da parte di quell’individuo che non vidi mai più nel corso della mia vita, sentii dire molti anni dopo che seguii le orme dei genitori e divenne anch’egli un medico, un cardiologo per esattezza, ma chi lo sa, anche se lo avessi rincontrato per strada con il passare degli anni dubito fortemente che egli possa mai ricordarsi di me, di una ragazzetta che ha provato a metterlo in riga e che gli ha semplicemente negato una “scopata facile” come sentii esser definita dagli amici giorni dopo
   
 
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