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Autore: Melisanna    12/01/2024    1 recensioni
A volte un uomo deve fare ciò che un uomo deve fare.
Di tevelisori, volpi rosse e tacchi alti.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Fic scritta per la challenge #stelleineformaggino della pagina facebook Hurt/Comfort Italia - Fanart and Fanfiction - GRUPPO NUOVO con in seguenti prompt: Ufficiale, Televisione, Interno, Fare

La storia è nata a seguito di una discussione sul cliché della damsel in distresse.


 
Quel che un uomo deve fare

 
“È tutta colpa tua, Hermione” disse Ron, fissando spaesato una parete ricoperta di schermi piatti su cui scorrevano ripetute all’infinito le stesse immagini “Non capisco perché hai insistito che andassero all’asilo e alle primarie con i Babbani”.
 
Hermione, che era chinata su un cartellino, intenta a leggere le caratteristiche tecniche di un televisore, agitò vagamente una mano “Te l’ho detto mille volte, volevo che avessero un’istruzione di base prima di entrare a Hogwarts”.
 
“Potevamo farli studiare in casa, come tutti! Io ho fatto così, non capisco cosa ci sia di sbagliato…”
 
Hermione gli rivolse un’occhiata critica “E infatti confondi ancora la radio e il telefono e ieri hai provato a pagare il Daily Mirror con un galeone. Voglio che i miei figli siano in grado di vivere tra i Babbani, se ne avessero bisogno”.
 
Ron si scurì in volto “Non vedo perché dobbiamo comprare un giornale babbano…”
 
“Perché per il mio lavoro è importante essere aggiornata anche su quello che succede nel mondo babbano. Non possiamo vivere tutti con il naso per aria come te!”
 
Ron incrociò le braccia sul petto, adesso iniziava a essere seriamente offeso “Vivrò anche con il naso per aria, ma senza lo stipendio da Auror non potremmo permetterci questo… questo Tevelisore”.
 
“Televisore” lo corresse automaticamente Hermione.
 
“Televisore. Che comunque non avremmo mai dovuto comprare se Rose e Hugo non ci si fossero fissati per colpa dei loro compagni Babbani”.
 
“Bhè, anche a me non dispiace averne uno… Posso guardare il telegiornale almeno e un bel film ogni tanto, magari…” si soffermò a studiare l’ennesimo modello “Mmmmh. Questo mi sembra giusto e non costa neppure troppo”.
 
Ron si affacciò da sopra la sua spalla, lesse il prezzo e sbiancò “Ma… ma… sono un sacco di soldi!”. Quei soldi lui li guadagnava in un mese.
 
Hermione strinse gli occhi “Vedo che quando ti interessa capisci perfettamente il valore del denaro babbano. Comunque con lo studio va alla grande… Ci penso io”.
 
Sua moglie si girò per cercare un commesso e Ron cercò di nascondere la frustrazione. Non era una novità che Hermione guadagnasse molto più di lui e che essere una magi-avvocata di successo, sempre in prima linea per difendere i diritti dei più deboli, fosse decisamente più prestigioso che essere un semplice Auror. E a lui non importava, non si era mai interessato alla carriera ed era stato lui a prendere l’aspettativa e a scegliere un part-time per i primi anni dopo le nascite di Rose e Hugo. E se amava Hermione era anche per la sua intelligenza e per la passione che metteva in tutto ciò che faceva.
 
Solo… solo avrebbe voluto ogni tanto dimostrare che anche lui si poteva occupare di sua moglie, di non dipendere da lei. Anche se di spendere tutti quei soldi per un Tevelisore ne avrebbe fatto a meno…
 
Hermione tornò verso di lui accompagnata da un commesso che portava un ingombrante scatola di cartone.
 
“Ok, possiamo andare” si chinò su un cestone blu con uno sgargiante cartello che recitava ‘DVD a 3 sterline!’ “Oh, guarda! Ufficiale e Gentiluomo! Saranno vent’anni che non lo vedo. Mi piaceva tanto”.
 
Allungò un bracciò e ne estrasse una custodia sottile di plastica azzurra. Ron piegò la testa per guardarla meglio: davanti c’era un’immagine statica e sgranata con un uomo con una divisa bianca in sella a una moto e una ragazza con le gambe nude seduta dietro di lui. La moto assomigliava a quella di Sirius e la ragazza era molto bella.
 
“Sai che c’è?” Hermione si mise l’oggetto sotto braccio “Questo lo prendo per me. Ho diritto anch’io a svagarmi ogni tanto”.
 
Hermione ci mise pochi minuti ad attaccare il televisore all’antenna che aveva fatto installare qualche giorno prima e a sintonizzarlo con un sapiente colpo di bacchetta. Ron osservò l’operazione con invidia, da un uomo ci si sarebbe aspettato che fosse in grado di occuparsi dei lavori di casa – anche se magari non di trafficare con aggeggi babbani – e invece eccolo lì che lavava i piatti, mentre sua moglie faceva tutta la fatica, con una nonchalance di cui lui non sarebbe mai stato capace.
 
Hermione fece scorrere i vari canali, controllando che prendessero tutti, poi prese la custodia di plastica azzurra, ne estrasse un disco argentato e lo inserì in una fessura sotto lo schermo.
 
Si gettò soddisfatta sul divano “Aaaah, stasera non voglio muovermi di qui! Per fortuna che tua mamma ci tiene i bambini. Portami una tisana, amore, per favore”.
 
Ron mise la cuccuma sul fuoco e quella fischiò proprio mentre stava finendo di lavare i piatti, così poté riempire la teiera, prendere due tazze e andare a sistemarsi accanto Hermione sul divano. Per una volta che i nani non c’erano, sperava in una serata vietata ai minori.
 
Invece Hermione la passò a guardare Ufficiale e Gentiluomo e lui a fingere di non guardarlo da sopra il Daily Prophet. Hermione aveva gli occhi spalancati e il volto soffuso di rossore. A Ron ricordava sgradevolmente il loro secondo anno e quel cialtrone di Lockart. E il protagonista del film sembrava fatto apposta per ricordargli tutto quello che lui non era. Sexy, macho, ribelle, bravo in tutto quello che faceva.
 
“Umpf. Vorrei vedere se tutti quei trucchi da Babbano gli salverebbero la vita, davanti a una bacchetta”.
 
Hermione gli lanciò un’occhiata di compatimento e tornò a dedicare tutta la sua attenzione allo schermo, mentre lui sprofondava in un silenzio imbronciato.
 
Quando Zack entrò nella fabbrica e prese Lynette in braccio per portarla verso una vita migliore, Hermione si abbandonò contro lo schienale del divano con un sospiro sognante.
 
“Pensavo che a te non piacessero storie di damigelle da salvare”.
 
Hermione lo liquidò con un gesto della mano “Tu non puoi capire Ron. A volte è bello pensare che ci sia qualcuno che possa risolvere i problemi al posto tuo… E comunque tutte hanno sognato almeno una volta che un cavaliere le portasse in braccio oltre le difficoltà. A volte un uomo deve fare quello che deve fare”.

Sospirò di nuovo.
 
Il party andava avanti da quasi quattro ore. Harry e Ginny, che erano venuti giusto per fare presenza, se ne erano andati da un pezzo, ma lui era bloccato lì, costretto ad aspettare che Hermione parlasse con tutti quei ricconi da cui sperava di estorcere denaro per il W.W.F.E.W – Witches and Wizard For Elfs Welfare, il nome con cui era conosciuto al momento il C.R.E.P.A.- Si era ritrovato lì da solo, nessuno di quegli snob era interessato a parlare con il marito Auror della Presidentessa, a fissare gli affreschi sul soffitto. C’era una piccola volpe che cercava di sfuggire da tutta la sera a un gruppo di nobili in abiti di sgargianti che la inseguivano in groppa a cavalli panciuti, attorniati da segugi ossuti.
 
Ron si stava appassionando alla vicenda. Già un paio di volte aveva indirizzato i cacciatori nella direzione sbagliata. Chissà se Hermione gli avrebbe permesso di tenere la piccola volpe nel panorama che avevano nella sala da pranzo. Quel quadro era così lugubre e noioso…
 
Dov’era Hermione a proposito? Ah, eccola là. Sorseggiò un altro sorso di whisky incendiario, guardandola approcciare l’ennesima donna con una parrucca candida di ricci torreggianti e cascate di gioielli.
 
‘Mione era uno schianto. Il tubino azzurro era tutto coperto di brillantini che mettevano ancora più in evidenza il suo bel corpo e le scarpe, a punta e con un altissimo tacco a spillo, le facevano delle gambe stupende. Ron non poteva non notare tutti gli sguardi che la seguivano e doveva farsi forza per non andare là e prenderla per la vita, tanto per mettere in chiara che, ehi, quella era sua moglie!
 
Un estraneo non se ne sarebbe accorto, ma per Ron era chiaro che iniziava a essere esausta, dopo aver fatto su e giù per la sala per tutta la sera. Qualche ricciolo le sfuggiva dall’acconciatura perfetta e una sfumatura di rosso le tingeva le orecchie. Hermione era abituata ad andare a letto presto e quella mattina si era svegliata all’alba per rileggere il discorso con cui aveva aperto la serata.
 
Erano quasi le una… quella gente poteva anche andarsene a casa ormai! Stava finendo persino l’alcool…
 
Hermione salutò la donna stringendole la mano e si diresse verso un uomo avvolto in un mantello nero. Il sorriso con cui gli si rivolse fu un po’ tirato, aveva le spalle un po’ meno dritte di quando era arrivata e le gambe le tremavano sui tacchi.
 
Ron finì di bere il whisky incendiario con determinazione e l’appoggiò sul davanzale alle sue spalle. La piccola volpe lo guardò e agitò la coda dubbiosa “Aspetta e vedrai” le disse “Aspetta e vedrai!”.
 
Attraversò la sala a lunghi passi e affiancò Hermione. Con la destra le sfiorò la schiena. Hermione si voltò verso di lui con un sorriso stanco “Oh, Ron, ti presento l’assessore Stevenson”.
 
“Assessore, è un piacere conoscerla” Ron gli strinse rapidamente la mano “Ma temo di doverle portare via mia moglie. Mi hanno telefonato dalla centrale. Un’emergenza”.
 
“Ah, Ron, no, vai tu… io tornerò con la metropolvere. Devo ancora finire qui” lanciò un’occhiata smarrita alla sala “Ci sono così tante persone…”
 
“Come tuo addetto alla sicurezza non posso permetterlo. Sono sicuro che Debbie e Charles siano perfettamente in grado di occuparsi dei tuoi ospiti per il resto della serata. Altrimenti a che serve avere dei segretari?”
 
Vide la stanchezza dibattersi con il senso del dovere dietro le iridi castane di Hermione, poi sua moglie si lasciò andare contro la sua spalla “Hai ragione, andiamo a casa”.
 
Ron si chinò, le passo un braccio dietro le ginocchia e la prese in collo. Hermione si lasciò sfuggire un gridolino sorpreso e si strinse a lui “Cosa fai? Mettimi subito giù, ci guardano tutti!”
 
Lui, con un sorriso a fior di labbra, mosse la bacchetta e le delcoltée di Hermione si sfilarono dai suoi piedi gonfi e iniziarono a levitare accanto a loro. A Hermione sfuggì un risolino nervoso.
 
Ron la strinse con più decisione e, cercando di tenere la schiena ben dritta e di guardare davanti a sé, attraversò la sala. Era vero che li guardavano tutti. La piccola volpe corse attraverso il soffitto dietro di loro.
 
Mentre uscivano dalla porta, Hermione appoggiò finalmente la testa sul suo petto. “Oh Ron” mormorò con una risatina “mi hai salvato la vita. Quelle scarpe mi stavano uccidendo”.
 
Ron alzò lo sguardo e incrociò quello della piccola volpe rossa. Le fece l’occhiolino.
 
A volte un uomo deve fare quello che deve fare.
  
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