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Autore: miss_D24    14/01/2024    1 recensioni
Destiel AU
Letteralmente un universo alternativo dove non esiste il soprannaturale, ma questo riuscirà comunque a filtrare attraverso i sogni di Dean Winchester.
Le sensazioni di gioia e di dolore si fanno più reali di quello che dovrebbero ogni volta che Dean posa la testa sul cuscino e tutto questo è stato scatenato solamente da un unico fatto, o meglio, da un'unica persona.
È pura pazzia o sono forse i ricordi di una vita passata?
❌Attenzione: Questa storia può contenere piccoli spoiler riguardanti tutte le stagioni di supernatural, quindi, se non avete nulla da temere...Enjoy!
Genere: Hurt/Comfort, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Jack Kline, Sam Winchester
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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Il peggior suono mai sentito fece interrompere il sonno di Castiel. "Heat of the Moment",quella stupida canzone che Dean aveva come suoneria della sveglia.
Lui preferiva di gran lunga le sveglie tradizionali che emettevano dei decisi e forti "Bip" e che ti facevano destare subito dal sonno, senza tante cerimonie.
Ma da quando lui e Dean avevano iniziato a passare la notte insieme, quindi quasi sempre, da ormai un mese, la tradizionale sveglia veniva disattivata, se si trovavano a casa sua, perché Dean riusciva a svegliarsi bene solo con quel brano degli Asia.
A detta di quest'ultimo, era la giusta canzone per svegliarsi allegri e pimpanti, pronti per iniziare una giornata lavorativa.
Dean spalancò gli occhi come se fosse stato telecomandato da un impulso esterno e si lanciò di scatto sul comodino, afferrò il cellulare e finalmente spense quell'inferno. Poi, come suo solito, si girò sul fianco e si rimise a dormire.
Castiel, ormai sveglio completamente, prese il compagno per la spalla nuda, e lo spinse fino a farlo girare a pancia in su, quindi alzò appena le coperte per farsi spazio e si mise sopra di lui, sostenendosi sulle braccia, in modo da non schiacciarlo con il suo peso.
Gli posò un breve bacio sulle labbra, poi sulla guancia e poi un altro sulla mascella, fino a scendere sul collo. Non fermò la sua discesa nemmeno quando sentì Dean mugolare divertito. Quella era una sveglia decisamente migliore, nessuna competizione.
Dean sollevò un braccio e tenendo ancora gli occhi chiusi, passò le dita tra i capelli già scompigliati del compagno, mentre un pigro sorriso si fece strada sul suo volto.
"Non ti sono bastato la scorsa notte, Cas?" "Tu non mi basti mai, dolcezza. -Rispose l'altro maliziosamente.- Ma nonostante io voglia più di qualsiasi altra cosa stare qui con te, farò tardi al lavoro se non mi alzo entro..." Diede un'occhiata all'orario segnato sulla sveglia "...Ora. Forza Dean, se anche tu farai ritardo un'altra volta, Bobby ucciderà sia te che me."
Dean sbuffò contrariato, ma un improvviso rumore proveniente dal suo stomaco gli fece venire voglia di alzarsi dal letto, solo per aprire il frigo e scoprire quale delizia avesse portato a casa Gabriel la sera prima dalla pasticceria.
Nel frattempo, Castiel si era alzato dal letto e si stava vestendo con il minimo indispensabile per andare al piano di sotto a preparare la colazione.
Dean lo squadrò da capo a piedi e si mise già a fantasticare sulla sera a venire.
Non credeva di provare attrazione per gli uomini in generale. Certo, gli piacevano ancora le donne, ma con Cas era tutta un'altra storia.
Sentiva un'attrazione di diverso tipo, non esclusivamente per l'aspetto fisico, ma sentiva un legame più profondo, quasi come se, da quando aveva incontrato Castiel su quella panchina quel giovedì di metà settembre, in lui si fosse installata una specie di connessione indissolubile. Forse era stato semplicemente il destino, come aveva sostenuto Rowena, o forse c'entrava il legame che avevano avuto nell'altro universo: la faccenda del'Sono quello che ti ha afferrato e ti ha salvato dalla perdizione'. Ma in qualunque caso, era felice di quello che stava costruendo con Castiel. Felice come non lo era mai stato prima.
"Credo che farò una doccia. Vieni con me Cas?"
"Se venissi con te sai benissimo che quella doccia non finirà più. Vado di la a farmela."
Giusto. In questa casa ogni camera da letto aveva un bagno privato. Dean si non si era ancora del tutto abituato a tutto quel lusso da ricconi.

Dean scese in cucina profumato come una rosa e vestito con i primi indumenti che gli erano capitati in mano, perché si, Cas gli aveva riservato due cassetti nella sua stanza e lo stesso aveva fatto lui a casa sua.
Queste cose, anche se piccole, lo rendevano talmente felice che nella sua mente si sentiva come se avesse vinto alla lotteria della vita.
Non per nulla Sam e Bobby, nell'ultimo periodo, stentavano a riconoscerlo, continuando a prenderlo in giro a causa di questo"filtro rosa", anche se sotto sotto entrambi erano ben più che felici di vederlo così spensierato e non in modalità"Vivo alla giornata".
Per quanto riguardava la questione sogni e visioni appartenenti all'altro universo, ormai i due fratelli ci avevano fatto l'abitudine. Avevano più volte sognato la morte dell'uno e dell'altro in diverse circostanze, tanto che al loro risveglio bastavano pochi minuti per scrollarsi di dosso le terribili sensazioni, anche se i ricordi diventavano più vividi che mai facendo ricordare loro, giorno per giorno e un po' alla volta, tutta la loro vita alternativa, che in un certo senso non era mai stata loro.
Era un po' come guardare se stessi in TV.
Non per altri motivi, ogni volta che saltava fuori l'argomento non sapevano se rivolgersi ai loro dell'altro universo con il "loro" o con il "noi". Era molto confusa la questione, soprattutto quando capitava loro di parlare con una persona e di ricordarsi della sua controparte dell'altro universo.
Ad esempio, la sera prima, Dean stava parlando del più e del meno con Gabriel dopo cena, mentre Castiel finiva di correggere dei compiti e all'improvviso, come ogni volta che gli succedeva, gli era apparsa davanti agli occhi una scena che raffigurava Gabe in un programma TV di una camera di un motel, mentre indossava dei raccapriccianti baffi finti e circondato da pornostar.
"Casa Erotica". Quello ora se lo ricordava.
Dean aveva strizzato gli occhi ed era sbiancato. Tutt'ora non era ancora riuscito a togliersi quelle immagini dalla testa, ma cercava di riderci su.

Dean, appena varcata la soglia della cucina, si diresse verso il frigorifero, sapendo benissimo che appena lo avrebbe aperto, sarebbe stato lì a fissare il suo contenuto in adorazione, indeciso su cosa mangiare.
Questo era un altro punto a favore, perché il frigorifero a casa sua era quasi sempre mezzo vuoto, dato che lui e Bobby erano per la maggior parte del tempo fuori casa e Sam, comprava solo il suo maledetto"cibo per conigli", robaccia salutare si, ma priva di gusto.
Cannoli siciliani, canestrelli alla frutta o una specie di torta alla panna con le fragole sopra?
Tirò fuori tutto dal frigorifero e mise su il caffè.
Sapeva che quando era a casa del suo compagno, la mattina, non si faceva mai colazione con uova e bacon, come era solito fare lui da tutta la vita.
Quando sentì dei passi scendere le scale, si aspettò che fosse Castiel, ma non appena girò la testa si sorprese a vedere un Gabriel in mutande con solo addosso una vestaglia rosso scarlatto, che tutto assonnato entrava in cucina sbadigliando. "Buongiorno Dean-o, dormito bene? Anzi sai cosa? Non lo voglio sapere. I muri di questa casa non sono molto sottili, ma non abbastanza da evitare di sapere cosa stavate facendo voi due piccioncini."
"Gabriel!" tuonò una terza voce.
Castiel, appena arrivato e vestito con il suo completo da professore.
"Sta' tranquillo Cassie. Sei sempre così pudico!" Disse il fratello maggiore sedendosi a tavola e versandosi il caffè appena preparato da Dean.
"Non sono pudico," rispose Castiel piccato "è che non mi va che tu ficchi il naso in quello che facciamo in camera da letto."
"Pff, che drama queen. Tu che ne pensi Dean-o?"
Quest'ultimo si alzò dal tavolo con la bocca piena di torta e si girò per riporre il piatto finito a metà nel lavandino della cucina. "Penso che sia l'ora di andare al lavoro." rispose con le guance leggermente rosse.
Ecco una cosa che non avevano in comune lui e l'altro lui. Il Dean Winchester che andava a caccia di demoni e fermava l'apocalisse era spavaldo e non si sarebbe imbarazzato per quelle battutine, anzi avrebbe avuto la risposta pronta con tanto di sorrisetto saccente.
"Eddai ragazzi, scherzavo! Volevo parlare con voi qualche minuto per organizzare il pranzo di Natale. Non abbiamo molto tempo, manca solo qualche settimana." disse Gabriel, con gli occhi che brillavano.
Dean si risedette e Castiel fece lo stesso di fianco a lui.
"Pranzo di Natale?" domandò Dean confuso.
Nel frattempo Castiel sospirò e si mise una mano in fronte imprecando sottovoce.
Gabriel guardò il primo inclinando la testa. Quella era l'unica caratteristica, che secondo Dean, avevano in comune i due fratelli.
"Si... Il tuo fidanzatino non te ne ha parlato? Mi domando, fate altro oltre che a scopare?" "Gabriel, finiscila!"
"Si, lo so fratello, scusa!" rispose questo con un ghigno e alzando le mani in segno di resa.
Dean sembrava non aver fatto caso al battibecco appena avvenuto tra i due fratelli e chiese ancora una volta. "Pranzo di Natale?"
Fu Castiel a rispondere, leggermente imbarazzato. "Mi dispiace Dean, mi sono completamente dimenticato di dirtelo. Nostro padre tornerà in città per le vacanze di Natale e pensavamo fosse un'ottima occasione farvi conoscere. Sarà una cosa semplice e in tranquillità."
"Sarà un pranzo talmente tranquillo che avrai tutta la nostra sociopatica famiglia pronta a storcere il naso non appena verserai il vino nel modo sbagliato." Aggiunse con nonchalance Gabriel, rendendo il fratello infastidito e Dean molto meno entusiasta di prendere parte a quell'iniziativa.
Non che prima saltasse di gioia all'idea.

Castiel uscì dalla stanza tornando a prepararsi per uscire e Gabriel non perse tempo.
Gli si mise accanto, serio come poche volte l'aveva visto."Dean, non voglio spaventarti, ma devi sapere che non appena nostro padre è venuto a sapere che Castiel ha iniziato a frequentarsi con qualcuno, ha cercato ogni tipo di informazione su di te e la tua famiglia.
L'ha fatto perché è un maniaco del controllo e soprattutto perché Castiel non è esattamente un figlio modello. Ed è da quando Nick è sparito anni fa, che ha un particolare occhio di riguardo per lui, quasi come se si aspettasse che si ribelli da un momento all'altro.
Sai, io e mio fratello Michael invidiavamo Castiel in un certo senso: era il più piccolo di noi, il più innocente e sempre al centro delle attenzioni di nostro padre, che anche se non è un uomo che mostra affetto, si capivano con chiarezza le sue preferenze."

Un angelo caduto,pensò Dean.
Gli tornarono alla mente alcuni momenti vissuti nell'altro universo.
Castiel rinchiuso in quell'ospedale psichiatrico, completamente impazzito mentre tutti lo credevano morto.
Quando poi avevano appreso, grazie alla traduzione della tavoletta, che per sconfiggere i leviatani era necessario del sangue di angelo caduto, Castiel stesso aveva porto loro una fiala del suo sangue.
L'aveva fatto sorridendo, come se si fosse appena tolto un peso, anche se molto probabilmente era stata la pazzia a farlo agire così.
Angelo caduto. Proprio come Lucifero e come Nick nel loro universo.
Con la mente tornata al presente di quella realtà, Dean sospirò e indossò la sua migliore espressione facciale ironica. "Wow, grazie Gabe. Adesso si che mi è venuta voglia di prendere parte alla vostra rimpatriata familiare di Natale."
"Suvvia Winchester, andrà bene. Sempre se non ti vestirai con una di quelle tue ridicole camicie di flanella."

***

Il tanto temuto giorno alla fine arrivò.
Era la mattina di Natale e dopo aver passato la vigilia a casa Winchester/Singer, Dean e Castiel erano pronti per affrontare il pranzo con la famiglia Novak.
Dire che Dean fosse agitato era poco. Non solo perché stava per incontrare per la prima volta la famiglia del suo compagno al completo, ma anche perché sarebbe stato decisamente strano sedersi a tavola con delle persone che nell'altro universo lo avevano voluto morto.
Soprattutto Chuck, che nell'altra vita era stato causa di gran parte delle sofferenze sue e di suo fratello e sempre a causa sua gli era stato portato via il suo Cas, in un certo senso.
A volte avrebbe voluto avere tutto il coraggio e la spavalderia del Dean Winchester che ora viveva solo nei suoi ricordi.
Guardò nella direzione di Castiel, che era in piedi davanti allo specchio di camera sua e si stava facendo il nodo alla sua cravatta preferita, quella blu, che si abbinava perfettamente ai suoi occhi.
Il suo compagno gli sorrise guardandolo attraverso lo specchio. "Sei pronto?" gli domandò.
Dean lo squadrò da capo a piedi. Il completo nero che indossava Castiel gli aderiva come se fosse stata una seconda pelle, una visone da mozzare il fiato. Poi guardò se stesso: camicia bianca spiegazzata, giacca e pantaloni neri e la cravatta bordeaux a strisce grigie che teneva in mano e che non riusciva ad allacciare, altra cosa che invidiava del se stesso alternativo.
"Mi daresti una mano con questa?" gli domandò in risposta.
Castiel gli si avvicinò sorridendo, gli prese la cravatta dalle mani, gliela mise intorno al collo e iniziò ad allacciargliela.
Questo vide che Dean era assorto nei suoi pensieri. "Dean." attirò la sua attenzione e immediatamente gli occhi del compagno incontrarono i suoi. Erano pieni di preoccupazione e di qualcos'altro che Castiel non era sicuro di riuscire bene ad identificare, forse nostalgia?
"Sei ansioso, respira. So che non hai sentito parlare benissimo della mia famiglia, ma la cosa migliore sarebbe affrontarli a testa alta, così avranno meno su cui storcere il naso. So per certo che ne sei più che in grado."
Dean spostò lo sguardo su quello di Castiel, carico di apprensione e sentì le sue mani scivolare via da sé dopo avergli stretto il nodo della cravatta.
Subito si ricordò di una situazione abbastanza simile e non poté fare a meno di sorridere.

"Castiel... Noi umani, quando vogliamo qualcosa con tutte le nostre forze, mentiamo."
"Perché?"
"Perché è così che si diventa presidente."*

"Sai, il Dean Winchester di Supernatural era molto più abituato di me nel vestirsi bene.
Andare in giro a fare domande vestiti da FBI era una parte essenziale del risolvere i casi."
Castiel inclinò confuso la testa. "Supernatural?" Domandò.
"Si, Cas. Tuo padre... Voglio dire Chuck, oltre che ad essere Dio era anche uno scrittore.
Aveva scritto un'intera saga di libri chiamataSupernatural, che descriveva praticamente tutte le disgraziate avventure che abbiamo vissuto.
Per gli angeli quei libri erano soloil vangelo dei Winchester, ma certi fan ne erano veramente ossessionati. Organizzavano addirittura convention e delle ragazzine hanno pure adattato i libri ad uno spettacolo teatrale."
"Wow, beh ti posso assicurare che mio padre non ha nessun interesse in quel genere di libri.
Ha solo scritto un paio di manuali di cucina e inoltre, nessuno verrà a sapere che non sei molto pratico nel vestirti elegante."
"Si, penso tu abbia ragione Cas. E poi, non penso che qualcuno della tua famiglia voglia ammazzarmi per ragioni che riguardino la fine dell'esistenza umana."
Poi, si voltò verso la porta della camera, ma prima di uscire si fermò, come se avesse dimenticato qualcosa.
Tornò a guardare Castiel sorridendo. Nei suoi occhi c'era tutt'altro che timidezza, anche se si poteva immaginare il contrario, dato il rossore che gli imporporava appena le guance.
"Non vedo l'ora che questo pranzo sia finito così che io possa toglierti pezzo dopo pezzo questo completo che ti sta divinamente." Annunciò con voce roca.
Castiel, con un paio di falcate attraversò la stanza e lo raggiunse, gli agganciò le mani dietro al collo, per non scombinargli i capelli, e schiantò la bocca su quella di Dean, che subito si sciolse in quel bacio rude e appassionato. Anche se durò per poco, dato che Castiel si staccò da lui e sempre tenendo le mani allacciate alla sua nuca gli sussurrò, con le labbra che si sfioravano tra di loro: "Anche tu sei stupendo vestito così. Ma ti trovo molto più sexy con i jeans consumati, le tue colorate camicie di flanella e sporco di olio per il motore."
Dean sospirò pesantemente, desiderando le mani del compagno lungo tutto il suo corpo e di non lasciare quella stanza per ancora molto tempo. "Ti prego Cas. Usciamo da quella porta prima che io possa perdere la ragione e rinchiudere entrambi qui dentro."

Scesero al piano di sotto in perfetto orario per partire.
La cucina era ancora un disastro dalla sera precedente: la tavola ancora da sparecchiare e le posate e una pila di piatti sporchi nel lavandino. Quella era la normalità in casa loro, soprattutto la mattina di Natale.
Ogni anno Bobby e i Winchester passavano la sera della vigilia con Ellen e Jo, mentre la mattina successiva erano soliti svegliarsi ancora prima che sorgesse il sole e partire per una scampagnata in montagna in mezzo alla neve insieme a Rufus.
Ovviamente quest'anno avevano modificato la tradizione aggiungendo un posto a tavola per Castiel la sera prima, mentre quel giorno, Bobby e Rufus erano partiti senza Dean e Sam.
Infatti, qualche ora prima, a colazione, Dean aveva chiesto al fratello perché non fosse partito anche lui.
Sam aveva semplicemente risposto che non sarebbe stato lo stesso senza il fratello maggiore e che voleva starsene un po' per conto suo.
Ancora prima che Dean avesse potuto esprimere il suo disappunto, era intervenuto Castiel, che l'aveva invitato ad andare a pranzo con loro, guadagnandosi un'occhiata piena di gratitudine dal compagno.
Molto probabilmente l'aveva fatto in modo che Dean avrebbe avuto un punto di riferimento in mezzo ai pazzi egocentrici che erano i suoi familiari e anche perché nessuno si meritava di passare il giorno di Natale da solo.
Sam, inizialmente, aveva provato a declinare l'offerta, ma dopo uno sguardo che non consentiva repliche, da parte del fratello, aveva accettato con un sorriso timido.
Ora che Dean ci ripensava, era abbastanza sicuro di aver condotto il fratello minore nella stessa fossa dei leoni in cui si stava dirigendo lui.

Sam li stava già aspettando all'ingresso, pronto ad andare e da ragazzo perfetto qual era, ovviamente si era annodato la cravatta senza l'aiuto di nessuno.
"Allora... Stiamo per pranzare con quelli che sono stati i nostri acerrimi nemici. Senza offesa, Castiel." disse Sam sembrando più divertito di quello che voleva apparire.
Dall'altra parte, Castiel sembrava tutt'altro che offeso dalla battuta, al che Dean intervenne, fintamente scioccato dagli sguardi complici che si lanciavano il fratello e il compagno.
"Vedo che la cosa vi diverte."
"Perché, a te no?" domandò Sam sghignazzando.
"Chiudi il becco Samantha. Salirai dietro." Disse prendendo le chiavi dell'auto dal portaoggetti.

***

Ad aprire la porta di casa Novak fu Gabriel, vestito esattamente come loro, con tanto di capelli tirati indietro con il gel. Sembrava che una mucca gli avesse leccato la testa, un po' come Draco Malfoy nel primo film di Harry Potter.
"Buon Natale ragazzi!" esclamò raggiante. "Samuel! che bella sorpresa, non pensavo venissi anche tu." aggiunse spostandosi per farli entrare.
"Oh, è stata una cosa dell'ultimo minuto, mi dispiace non aver avvisato prima. Ma se ci sono problemi-" "Non dire sciocchezze. Più siamo e più sarà facile sopportare la nostra famiglia, vero fratello?"
Castiel, intento a togliersi il cappotto e premurarsi di prendere anche quelli dei suoi ospiti, fulminò brevemente con lo sguardo Gabriel e si accertò che i fratelli Winchester non fossero intenzionati a riprendersi i cappotti e a fuggire il più lontano possibile da lì.
Certo, Dean non l'avrebbe mai fatto. Lo conosceva e anche se era un uomo pieno di insicurezze, riusciva a nasconderle bene e ad affrontare qualsiasi tipo di sfida a testa alta.
Proprio quest'ultimo gli si avvicinò, abbassò leggermente la testa in modo da parlargli a bassa voce. "Tranquillo Cas, la tua famiglia non mi farà mai cambiare idea su di te."
Si soffermò a guadare Sam, in piedi accanto a loro, che annuiva sicuro.
"Se i noi alternativi hanno affrontato la loro versione cattiva, i noi di questo universo saranno perfettamente capaci di superare il pranzo di Natale." Disse Sam sfoggiando il suo sorrisetto saccente.
"Beh, di certo ci vuole un certo grado di concentrazione per non incasinarsi il cervello parlando di queste cose, senza la pancia piena." Detto questo, Dean, spinse verso la cucina sia il compagno che il fratello, non ancora sicuro di cosa aspettarsi.

***


N/A:*5X03 (Free to Be You and Me)

   
 
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