Cap. 8: Vortexes
I'm all wired up
I'm in heaven and I
Can't say what it is
I got caught up
I'm in wave but just like a fish I'm playing
Astonished
Awakened, as if life was new to me
Like a fire relit at last on the morning after
Disarmed
While you say I'm the one
Disarming you
Vortexes
Nets and dark wells
They led me to these blue skies
These blue eyes…
(“Vortexes” – Elisa)
Il mattino seguente, come aveva promesso,
Luke accompagnò Din e Cassian nel luogo dove Grogu e Ben si addestravano. Era
un bellissimo posto che trasmetteva serenità, accanto c’era un ruscello che
scorreva e la luce del sole filtrava tra gli alberi rendendolo un ambiente
quasi incantato. Il Mandaloriano si sentì ancora più rassicurato nel vedere che
il luogo dove il piccolo si addestrava era bello e che lui sembrava divertirsi
insieme a Ben.
Luke chiamò Grogu e il piccolo parve
illuminarsi in viso, vedendo chi era andato a trovarlo e cercando di correre
meglio che poteva per raggiungere il Mandaloriano, che in due passi fu da lui e
lo prese in braccio, stringendolo a sé con tenerezza e affetto infiniti. Si
vedeva quanto i due si fossero mancati vicendevolmente e potersi riabbracciare
era una gioia immensa per entrambi. Din, ancora una volta, si tolse il casco
perché voleva che lui e Grogu potessero guardarsi negli occhi, accarezzarsi,
sentirsi vicini, in quel momento le Regole dell’Armaiola potevano anche finire
nello scarico del cesso.
“Grogu, sono davvero molto felice di
rivederti, ti avevo promesso che sarei tornato a trovarti e lo farò ancora ogni
volta che sarò libero dalle mie missioni” gli disse il Mandaloriano. “Ma sono
anche contento di vedere che stai bene, che ti trovi in un bel posto e che ti
stai legando alle persone che si occupano di te.”
Ben, nel frattempo, si era avvicinato e
guardava serio il Mandaloriano.
“Certo, noi tutti vogliamo molto bene a
Grogu, io lo considero il mio fratellino” disse. “Lo proteggo e lo aiuto quando
ha bisogno. Mi sarebbe piaciuto avere un fratellino, ma mamma e papà dicono che
sono tanto impegnati, però adesso un fratellino ce l’ho, è Grogu. E stiamo
migliorando tantissimo, diventeremo tutti e due dei Jedi potentissimi, così poi
quando saremo grandi andremo per la galassia a combattere i cattivi, proprio
come fate tu e Cassian!”
Tutti sorrisero alle parole di Ben, ma non
per prenderlo in giro, anzi erano inteneriti dal legame tra lui e Grogu e anche
dalla volontà del bambino di diventare un grande Jedi e combattere i cattivi
insieme al suo nuovo amico.
“Bravo, Ben, è proprio questo che mi aspetto
da voi” lo lodò Luke, e il bimbo sorrise tutto soddisfatto.
Intanto, Grogu era sempre abbracciato a Din,
ma ad un certo punto iniziò ad allungare un braccino verso Cassian, chiamandolo
al fianco del Mandaloriano e, quando i due furono vicini, abbracciò tutti e
due, facendo in modo che si stringessero anche tra loro. Ancora una volta era
come se Grogu, pur non potendo dirlo a parole, spiegasse a Din che non era
solo, che Cassian sarebbe stato con lui, che avrebbe riempito il vuoto del suo
cuore e che, un giorno, sarebbero stati tutti e tre assieme. Luke e Ben furono
emozionati e commossi nel vedere questa scena, questo tenerissimo abbraccio a
tre che voleva già dire famiglia… Però anche questa volta venne l’ora del
commiato. Grogu ritornò verso Luke e Ben, che lo prese affettuosamente per la
manina, mentre Din e Cassian si avviarono verso lo Starfighter. Prima di
partire, il Mandaloriano si voltò un’ultima volta verso il suo piccolo e provò
emozioni strane e contrastanti tra loro: gli mancava già, era vero, sentiva un
senso di vuoto e tristezza dovendosi separare ancora una volta da lui eppure,
allo stesso tempo, era anche rassicurato dal fatto che Grogu stesse bene e
fosse accudito con affetto, che lui potesse tornare a trovarlo ogni volta che
voleva e, soprattutto, che il piccolo facesse esperienza di una vita diversa,
con altri bambini come lui. Si rendeva conto che, a parte quegli episodi del
suo passato all’Accademia Jedi di cui lui non sapeva nulla, Grogu aveva sempre
vissuto sballottato qua e là, senza delle sicurezze e, anche se ad un certo
momento era diventato lui il suo punto di riferimento, era comunque un adulto,
una figura paterna. Grogu era un bambino e aveva il diritto di crescere,
giocare e confrontarsi con i suoi coetanei (coetanei
per modo di dire, visto che Grogu doveva avere circa cinquanta o sessant’anni…
ma ci siamo capiti, no?) e lui questo non avrebbe potuto offrirglielo, sempre
in viaggio, sempre in missione. Quella non era la vita giusta per un bambino e,
seppur controvoglia, il Mandaloriano dovette ammettere con se stesso che avere
una base sicura a casa di Leia e Han e avere amici come Ben, anche a
prescindere dall’addestramento Jedi, era qualcosa di molto più adatto per
Grogu.
Certo, però era difficile accettarlo!
Poche ore più tardi, Din e Cassian erano in
volo verso Tatooine e, ad un certo punto, così, dal nulla, il Mandaloriano
emerse dalla sua profonda riflessione e buttò là una frase.
“Cassian, stavo pensando che noi due dovremmo
sposarci” disse, come se stesse parlando del tempo. “Mi riferisco a un vero
matrimonio Mandaloriano, qualcosa che noi prendiamo molto sul serio e che
implica un impegno fedele per sempre. Così, quando Grogu potrà tornare da noi,
avremo già una famiglia vera e solida da offrirgli.”
Din aveva la capacità di scegliere sempre i
momenti meno adatti per fare le sue esternazioni
e la cosa peggiore era che non si rendeva neanche conto dell’effetto che poteva
avere sugli altri! Cassian perse per un attimo il controllo del cuore, del
cervello, del respiro e pure, ovviamente dello Starfighter che andò in stallo e
iniziò a precipitare… Il giovane, tuttavia, era abbastanza abile da riuscire a
riprendere almeno il controllo sul velivolo, sebbene si sentisse prossimo a un
ictus. Lo Starfighter riprese quota, tornò in assetto e Cassian riaggiustò la
rotta, fingendo che non fosse successo niente.
“Ehm… ci dev’essere stata una turbolenza, un
vuoto d’aria, chissà? Magari un asteroide ci ha sfiorato” mormorò, ostentando
un perfetto dominio della situazione che era lontano anni luce dall’avere.
“Sì, capisco” replicò il Mandaloriano in tono
divertito, nascondendo un sorrisetto dietro il casco. “Magari parleremo in modo
più approfondito di questo argomento quando non dovrai concentrarti sulla guida
del velivolo e su eventuali turbolenze e
vuoti d’aria. Ne vorrei parlare, comunque, perché dopo ciò che è successo
con l’Armaiola ho iniziato a pensare che, per dare una famiglia a Grogu,
probabilmente dovremmo essere sposati secondo il Credo Mandaloriano ma, per
fare questo, ritengo che tu dovresti diventare un Mandaloriano, altrimenti il
matrimonio sarebbe escluso. Perciò volevo parlarne con te. Tu saresti disposto
a diventare un Mandaloriano?”
Cassian era riuscito in qualche modo a
rimettere in rotta lo Starfighter, ma adesso non vedeva l’ora di giungere a
Tatooine, qualsiasi pericolo si fossero trovati ad affrontare… perché niente
poteva essere più rischioso di continuare a viaggiare nella galassia con Din
che diceva cose del genere senza neanche avvertire prima e lui, di conseguenza,
si sentiva del tutto dissociato da qualsiasi forma di pensiero razionale e
riusciva a malapena a concentrarsi sul velivolo per non schiantarsi da qualche
parte!
Ma si ascolta mai quando parla? Cosa dovrei rispondergli?
Diventare un Mandaloriano, sposarmi con lui… così, come se si fosse alzato
stamattina e gli fosse venuto in mente senza soluzione di continuità!
Il fatto era che, con ogni probabilità, era
proprio andata così. Din era concentrato sull’idea di dare una famiglia a Grogu
e aveva scelto Cassian per questo, però ora si era posto un problema perché
Cassian non era un Mandaloriano e allora come potevano sposarsi e fare una
famiglia Mandaloriana?
Per Din la faccenda era chiara e non poneva
problemi, ma Cassian i problemi se li poneva eccome!
Quello che veramente gli faceva male era che
Din non gli aveva chiesto se volesse sposarlo, se provasse qualcosa per lui, ma
semplicemente aveva dato la cosa per scontata perché entrambi volevano il bene
di Grogu, l’unico ostacolo da superare era il fatto che Cassian non fosse un
Mandaloriano…
“Questa domanda è parecchio strana e
sinceramente non so neanche bene come risponderti” ribatté dunque Andor,
cercando di tacitare i sentimenti che lo volevano soffocare e lacerare. “Finché
non ho conosciuto te non sapevo neanche che esistessero i Mandaloriani, come
faccio a capire se mi piacerebbe esserlo oppure no?”
La risposta di Cassian fu molto più brusca di
quanto Din si sarebbe aspettato, anche perché ovviamente Din non poteva sapere
quanto i suoi progetti pragmatici e poco emozionali lo avessero deluso e
ferito.
“Sì, hai ragione, è stata una domanda poco
appropriata” ammise il Mandaloriano.
“E poi, scusa, ma non mi è proprio sembrato
di essere il benvenuto quando siamo andati dall’Armaiola e da quell’altro tuo
compagno, sono stati ostili anche con te per quella faccenda assurda del casco
e non parliamo di quanto si siano mostrati gelidi con me. Sentivo i loro
sguardi di ghiaccio anche attraverso gli elmi!” riprese Cassian, che si stava
scaldando non poco, era così che reagiva al dolore e alla delusione. “Quindi
non credo che dipenda da me diventare un Mandaloriano o meno, sono loro che non
mi accetteranno mai. Insomma, hanno bandito anche te, no?”
“In realtà l’Armaiola mi ha dato la
possibilità di purificarmi e poi tornare da loro” spiegò Din, sorpreso dal tono
polemico del compagno. Fino a quel momento non aveva mai visto il lato più
impulsivo e appassionato di Cassian e non sapeva che attaccare era il suo modo
di reagire quando si sentiva inadeguato. “Comunque adesso so che non ci sono
solo i Figli della Ronda, esistono altri clan di Mandaloriani che seguono il
Credo e sono meno rigidi e severi. Anche Boba Fett è un Mandaloriano perché lo
era suo padre, anche se, tecnicamente, non dovrebbe esserlo perché è un clone,
non un vero essere umano, e poi non è legato ad alcun clan. Ma ho scoperto che
ci sono molte Vie per seguire il Credo.”
Cassian ne aveva davvero abbastanza di quei
discorsi che non volevano dire niente e che evitavano il vero problema. Ora
anche Din si metteva a parlare di Via e di Credo perché non sapeva cos’altro
dire, come faceva l’Armaiola?
“Ecco, appunto, Boba Fett è un Mandaloriano
perché lo era suo padre” replicò, caustico. “Però io non faccio parte di
nessuna famiglia Mandaloriana, sono un selvaggio di Kenari e nemmeno gli Andor,
la famiglia che mi ha adottato, erano Mandaloriani. Quindi come potrei
diventarlo io? Ormai sono un po’ troppo grande, a trentasette anni, per essere adottato, non ti pare?”
“Questo non significa niente” disse Din,
senza dar segno di cogliere il sarcasmo di Cassian. “È vero che, di solito,
sono i piccoli trovatelli ad essere adottati e cresciuti da famiglie
Mandaloriane secondo il Credo, ma ci sono anche degli adulti che scelgono di diventarlo
e non è una cosa così complicata.”
Meno male che non è complicata, perché io penso proprio
che non passerei alcun esame!
“E allora cosa dovrei fare, nel caso volessi
diventare un Mandaloriano?”
“Non c’è bisogno di dirlo con quel tono,
Cassian” lo riprese Din, che a quel punto non aveva potuto fare a meno di
accorgersi che il giovane cercava lo scontro a tutti i costi, anche se non
aveva ancora capito il perché. “Sembri
quasi offeso dalla mia proposta, ma ti assicuro che non era quella la mia
intenzione e non voglio neanche costringerti
a diventare un Mandaloriano, se la cosa ti sembra tanto sconvolgente. Mi
sembrava solo la soluzione più semplice per dare una famiglia a Grogu e,
comunque, mi sono limitato a domandarti se
saresti stato disposto a diventare un Mandaloriano, non c’è niente di obbligatorio
e tu stai reagendo in modo sgarbato e indisponente.”
“Che ci vuoi fare, io sono sgarbato, maleducato e indisponente, avevo cercato di dirti
che sono una brutta persona ma tu non mi hai creduto, ora però te ne sei
accorto, no?” ribatté Andor.
“Non ci posso credere… stiamo davvero
litigando per una sciocchezza simile?” commentò Din, allibito. “Ti ho solo
chiesto se saresti disposto a diventare un Mandaloriano e sarebbe bastato un sì
o un no come risposta.”
“Ma non
è una sciocchezza, e non è solo per il diventare Mandaloriano, non è quello
il problema, possibile che tu non lo capisca proprio?” esplose Cassian.
Era come prendere a pugni un cuscino, il
Mandaloriano non raccoglieva le provocazioni e non aveva davvero compreso
quanto Cassian si fosse sentito deluso!
“No, non l’ho capito, forse sarebbe meglio se
tu me lo spiegassi invece di arrabbiarti” disse, in tono pacato e del tutto
disarmante.
Cassian ebbe la tentazione di aprire la
cabina di pilotaggio e gettarsi nel vuoto siderale…
“Insomma, tu continui a parlare di formare
una famiglia con me e Grogu, ma alla fine non ti importa niente di quello che
provo io, parli addirittura di sposarmi come se fosse una specie di accordo
commerciale, mi hai chiesto se voglio diventare un Mandaloriano ma non se
voglio sposarti! Non ho mai sentito una proposta di matrimonio più triste e
squallida della tua, te ne rendi conto almeno?” si sfogò, questa volta con una
nota di disperazione nella voce che non sfuggì al Mandaloriano.
“Cassian, mi dispiace, non volevo che la
prendessi così” cercò di rimediare. “Hai ragione, mi sono concentrato sui
possibili ostacoli concreti senza pensare al fatto che una famiglia si deve
basare sull’affetto e sull’amore, ma, vedi, non è facile per me parlare di
queste cose, non sono abituato.”
“Nemmeno io lo sono” ammise Cassian, “e mi
dispiace se ho perso la pazienza… Beh, almeno ora hai visto anche il mio lato
peggiore e puoi dire di aver fatto un cattivo affare. Sei sempre in tempo a
cambiare idea, sai?”
Il primo litigio dei due si stava pian piano
trasformando in un’occasione per parlarsi apertamente, confrontarsi e aprirsi
davvero l’uno con l’altro.
“Non voglio cambiare idea, Cassian” disse
semplicemente il Mandaloriano.
“Oh, guarda, siamo quasi a Tatooine!” cambiò
discorso Cassian, improvvisamente imbarazzato e smarrito. “Dov’è che dobbiamo
andare? Dove abita Boba Fett?”
“Adesso è il Daimyo di Mos Espa, quindi vive nel palazzo dove stava Jabba the
Hutt” rispose Din, comprendendo finalmente di aver in qualche modo ferito
Cassian e decidendo quindi di riprendere l’argomento con maggior delicatezza e
gentilezza in un secondo momento. Si stava rendendo conto di quanto quel
giovane gli si fosse legato e di quanto anche lui provasse qualcosa di diverso
e mai provato prima. Sorrise intenerito dietro il casco e pensò che,
probabilmente, avrebbero avuto modo di chiarirsi meglio al palazzo di Boba
Fett, prima di iniziare la missione contro il Sindacato Pyke.
Fine capitolo ottavo